[Nonviolenza] Telegrammi. 2956



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2956 del 24 gennaio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Verso il 27 gennaio, Giorno della memoria
2. One Billion Rising 2018
3. Hugh Masekela
4. Pietro Polito ricorda Carla Gobetti
5. Enrico Peyretti riflette su "L'ora piu' buia" di Joe Wright
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. Un distico ancora
8. Dopo un funerale
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. ANNIVERSARI. VERSO IL 27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA

Prepariamo ovunque iniziative per celebrare il Giorno della Memoria; diffondiamo la Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti; proseguiamo la lotta contro il fascismo, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e le oppressioni; proseguiamo la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
*
Di seguito il testo della legge istitutiva.
Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177, 31 luglio 2000).
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2018
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime,
prima di tutto buon anno! Vi scriviamo perche' anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Il 14 febbraio saremo insieme nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole d'Italia e del mondo per manifestare contro ogni violenza e discriminazione, con ogni espressione artistica: danza, musica, teatro, lettura, proiezioni, ecc.
Un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarieta'. Il messaggio One Billion Rising 2018 e' proprio quello dell'importanza della solidarieta' come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
Per questo vi chiediamo di partecipare a One Billion Rising 2018 con evento, un momento di incontro da organizzare nella vostra citta', diffondendo la notizia e coinvolgendo piu' persone possibili. Poiche' il 14 febbraio 2018 sara' mercoledi', gli eventi potranno essere organizzati anche nei giorni precedenti e successivi (weekend del 10/2 o del 17/2).
Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni da seguire:
- Iscrizione al sito per segnalare il tuo evento: clicca su http://bit.ly/Registra_il_tuo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invita altre associazioni, gruppi, persone a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
- I nostri riferimenti: vi chiediamo di seguirci sui social, condividere i contenuti e invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Inviateci foto, video dell'organizzazione e dell'evento.
Sito ufficiale https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Twitter @OBRItalia
Email obritalia at gmail.com
Hashtag ufficiali: #RiseInSolidarity #1billionrising #UntilTheViolenceStops
- Loghi ufficiali, immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube che potete scaricare cliccando sul link qui sotto:
loghi 2018: http://bit.ly/1billionloghi2018
foto profilo/cover social: http://bit.ly/1billioncoversocial
- Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento del 14 febbraio, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura. In particolare quest'anno, in occasione dei 20 anni de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler, opera diventata con i Vday il manifesto delle rivoluzione femminile in atto, vi invitiamo a leggerne qualche brano dell'opera durante l'evento.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, bisogna affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se si vogliono riprendere e/o intervistare le persone presenti, suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare i video sui siti web, social e per eventuali montaggi.
Al seguente link http://bit.ly/OBR_autorizzazioni2018 puoi scaricare:
- Autorizzazione riprese, liberatorie per l'utilizzo delle riprese di persone;
- Avviso Pubblico riprese;
- Autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali One Billion Rising.
Per quanto riguarda le letture, oltre a I Monologhi della Vagina di seguito troverete, come suggerimento:
- alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly/insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
-la traduzione del brano musicale "Break the chain" credits Tena Clark-Musiche Tena Clark/Tim Heintz di M.G.Di Rienzo
http://bit.ly/traduzione_testo_BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org 
Per dichiarare l'adesione e ricevere maggiori informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Coordinamento Italia One Billion Rising, Nicoletta Billi, Anna Vezzoli, Silvia Palermo

3. LUTTI. HUGH MASEKELA

E' deceduto Hugh Masekela, musicista illustre, voce della lotta contro l'apartheid.
Con gratitudine lo ricordiamo.

4. LUTTI. PIETRO POLITO RICORDA CARLA GOBETTI
[Dal sito wwww.serenoregis.org riprendiamo il seguente articolo di Pietro Polito, direttore del Centro studi Piero Gobetti e socio del Centro Studi Sereno Regis; articolo pubblicato sulla newsletter del 16 gennaio del Centro Gobetti, col titolo originale "Il senso della memoria e dell'utopia. La nostra Carla Gobetti"]

Carla Gobetti, 20 maggio 1929 - 5 gennaio 2018.
*
Carolina Nosenzo, per tutti Carla, nasce a Torino il 20 maggio 1929. Dopo la guerra inizia subito a lavorare per il quotidiano "l'Unita'" ed e' li' che conosce Paolo Gobetti con il quale si unisce in matrimonio nel 1950. Nel 1961 con Ada Prospero, la giovane compagna e moglie di Piero, e il loro figlio Paolo, e' tra i fondatori del Centro studi Piero Gobetti nella sede storica, in via Fabro 6, la stessa casa in cui vissero insieme Piero Gobetti e Ada.
Fin dall'inizio direttore del Centro studi, contemporaneamente per un certo periodo ha diretto l'Istituto per la storia della Resistenza in Piemonte. Dopo la morte di Ada nel 1968 diventa l'anima del Centro. Successivamente agli anni della direzione, ne e' diventata prima il Presidente, poi il Presidente onorario.
Se dovessi riassumere in una espressione il senso del lavoro e della vita di Carla Gobetti, direi che ha impersonato nella cultura torinese e italiana degli anni Settanta, Ottanta e Novanta "un formidabile organizzatore della cultura" (come Gramsci ebbe a scrivere di Gobetti). Alla sua scuola si e' formata una generazione di storici e storiche che hanno indagato i grandi temi e problemi del Novecento italiano, dalla crisi dello stato liberale al fascismo, dalla storia del movimento operaio a quella dei nuovi movimenti, dalla storia politica a quella economica, dalla storia della cooperazione a quella dell'emigrazione.
Particolare attenzione ella ha dedicato alle figure di Piero e Ada Gobetti e della tradizione morale prim'ancora che politica del gobettismo e dell'antifascismo liberale e democratico. Si deve molto al suo lavoro e alla sua capacita' di riunire nel Centro e attorno al Centro gruppi di giovani appassionati allo studio, alla ricerca e all'impegno, se il messaggio del prodigioso giovinetto, il teorico di una immaginaria rivoluzione liberale, negli anni non ha mai perso di vigore.
Tra le sue tante imprese culturali desidero ricordarne una che, a un certo punto, mi ha visto coinvolto personalmente. Mi riferisco alla rivista "mezzosecolo", gli Annali del Centro studi Piero Gobetti, dell'Istituto per la storia della Resistenza in Piemonte e dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Dal 1975 al 2006 ne e' stata il direttore responsabile; dal 1985 il direttore insieme a Ersilia Alessandrone Perona. Nella presentazione di Norberto Bobbio al primo fascicolo si legge che "l'ideazione e la progettazione del nuovo periodico sino nei piu' minuti particolari sono di Franco Antonicelli" e che la rivista nasce per costruire "un unico e coordinato luogo di incontro per studiosi e ricercatori".
Molti di noi hanno fatto la loro prima prova di scrittore sulle pagine di "mezzosecolo". Ho vivo il ricordo di quando trent'anni fa, laureatomi con una tesi su Gobetti e Marx, con timore e tremore varcai la soglia dello studio di Carla, che prima era stato di Piero e di Ada, per sottoporle il progetto di un articolo per "mezzosecolo". Era con noi, che abbiamo avuto la fortuna di incontrarla, comprensiva quanto severa, aperta quanto esigente, in ogni caso felice e orgogliosa dei nostri risultati. Il mio primo saggio storico dedicato a Gobetti e Sorel e' comparso negli Annali 1985/1986 di "mezzosecolo". Sulla copia da lei donatami Carla scrisse: "A Pietro Polito, finalmente autore!".
Le pagine scritte da Carla sono poche ma preziose. In uno dei suoi rari contributi dedicato all'emigrazione politica ed economica dall'Italia verso la Francia si domanda: "Chi erano i nostri eroi?". Per Carla, i veri eroi sono i semplici, gli sprovveduti, coloro che "quasi segnati dal cielo, si sono fatti carico delle aberrazioni (interne ed esterne) del loro Paese". Si tratta di "una minoranza che si e' fatta strada fra luci e ombre, errori e iniquita', ma non ha abdicato, nella situazione di forzata emarginazione nella quale si e' venuta a trovare, ad alcuni inviolabili principi morali, smarriti dall'immensa maggioranza del popolo italiano".
Da lei abbiamo imparato il senso della memoria e dell'utopia. Riferendosi alla storia del movimento operaio e dell'emigrazione politica ed economica si domanda: "Che cosa ne e' dell'utopia oggi?". Ecco la sua risposta: "Tutto questo che e' stato, oggi e' cultura: l'invisibile memoria dell'immensa maggioranza".
Tra le immagini che sono state usate per lei in questi giorni di cordoglio e di commozione, mi piace richiamare quella proposta da Alberto Cavaglion: "Una specie di Regina. Senza scettro e senza corona, ma regale nel comportamento e nella certezza della parola data a un amico". In tutto quel che faceva Carla portava la serenita' necessaria quando il mare e' in burrasca, un'aria famigliare che metteva a loro agio gli amici e inquietava gli avversari, "uno spirito anarchico-francescano" (Cavaglion) che rinnovava e ravvivava in modo personale e originale i valori della tradizione gobettiana: l'intransigenza, l'anticonformismo, il rifiuto dell'ipocrisia, la tutela offerta alle eresie e alle minoranze.

5. CINEMA. ENRICO PEYRETTI RIFLETTE SU "L'ORA PIU' BUIA" DI JOE WRIGHT
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questa riflessione dal titolo originale "Churchill e Gandhi, insieme a Westminster"]

Come tutti i film patriottici, "L'ora piu' buia", di Joe Wright, 2017, sfiora la retorica. La scena di Churchill che consulta il popolo in metropolitana, meglio metterla tra parentesi. Tutto il resto e' bello e serio. Il dramma storico, il dilemma politico-morale, e' bene incarnato nel singolare carattere di Churchill, burbero e umano e nei comprimari. Come primo ministro, piuttosto che lasciare che Hitler, che sta vincendo dappertutto, nel maggio 1940, assoggetti il paese, egli vuole combattere fino alla vittoria: il prezzo e' la morte certa di migliaia di soldati inglesi, e lacrime e sangue per tutti. Sta per cedere all'idea di chiedere una trattativa, tramite Mussolini, poi si ricrede: "Chi non cambia mai idea, non cambiera' mai niente".
Oggi, nel parco davanti a Westminster, tra i monumenti agli uomini (donne? non ricordo) di grandi meriti, Gandhi e' un po' sulla sinistra, Churchill appartato in avanti, verso il palazzo, come un po' sdegnoso. Gandhi sembra voler dire qualcosa a Churchill. Che ne pensa Gandhi di questa storia, lui che ha amato gli inglesi, levandogli l'India? Certamente ammira la volonta' coraggiosa e strenua di non sottomettersi alla violenza nazista, ma in che modo? Gandhi rivolge un appello agli Inglesi, il 7 luglio 1940, in cui chiede loro, mentre sono sotto attacco tedesco, "di non resistere con le armi, perche' la guerra si puo' vincere soltanto diventando piu' crudeli dell'avversario". "Voi volete eliminare il nazismo, ma non riuscirete mai ad eliminarlo adottando i suoi stessi metodi", cioe' con la guerra. Gandhi propone agli inglesi di lasciare occupare le loro case: "Darete ai dittatori tutto, ma non darete mai loro i vostri cuori e le vostre menti". "E' il metodo della non-collaborazione nonviolenta - scrive Gandhi - che in India ha avuto notevoli successi". Anche un potere violento ha bisogno di una collaborazione dei sottomessi, che puo' essergli negata, con un lavoro organizzato di coscienza, dignita' e coraggio (si veda di piu' in Gandhi, "Teoria e pratica della nonviolenza", Einaudi, 1996, pp. 248-251).
Se ricordo bene, nella "Storia del Terzo Reich", Shirer scrive che quando i militari del complotto contro Hitler chiesero a Churchill la promessa di riconoscere il governo che avrebbero costituito nel caso di successo dell'attentato (luglio 1944), Churchill rispose: "No, guerra fino in fondo".
Nei conflitti umani, personali, sociali, o politici, si puo' intravedere una soluzione a somma zero, distruttiva (uno vince l'altro perde, eliminato), oppure cercare un risultato win-win, una soluzione che non distrugge, ma costruisce un esito con qualche utile per tutte le parti, e, nei conflitti gravi, col successo del vivere sul morire uccisi. L'intelligenza e la volonta' sono capaci di cio', se sviluppano l'arte e le tecniche nonviolente, che ormai sono storia, ma non ancora criterio politico nella cultura dominante. L'esperienza e la proposta della cultura nonviolenta dei conflitti puo' cambiare la storia. Churchill seguiva la concezione prevalente abitudinaria per cui contro la guerra e' inevitabile la guerra. Cioe', e' impossibile la liberazione. Il film di Wright non lo dice e non lo pensa, ma pone tacitamente il problema.

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. MEMENTO. UN DISTICO ANCORA

Solo il disarmo salva le vite.
Non essere uccisi e' il primo diritto.

8. HIC ET NUNC. DOPO UN FUNERALE

Con alcuni vecchi amici ci diciamo
che ci vediamo solo ai funerali
sarebbe bello la prossima volta
vederci a un matrimonio.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Roberto Mussapi (a cura di), Dioniso. L'esaltazione dello spirito, Rcs, Milano 2018, pp. 168, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Luigi Meneghello, I piccolo maestri, Rizzoli, Milano 1976, Rcs, Milano 2013, pp. XXVIII + 244, euro 10,50.
*
Riedizioni
- Sally Andrew, Amori, crimini e una torta al cioccolato, Guanda, Milano 2015, Gedi, Roma 2018, pp. 480, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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