[Nonviolenza] Telegrammi. 2944



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2944 del 12 gennaio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Un incontro in memoria di Alexander Langer e per il disarmo nucleare
2. One Billion Rising 2018
3. Angela Dogliotti: Scenari di pace per il 2018
4. Segnalazioni librarie
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. UN INCONTRO IN MEMORIA DI ALEXANDER LANGER E PER IL DISARMO NUCLEARE

Giovedi' 11 gennaio 2018, come prosecuzione dell'iniziativa territoriale suscitata dalla Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Alexander Langer, che dell'impegno per la pace e il disarmo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa dell'ambiente, e' stato una delle figure piu' vive la cui frugifera eredita' ancora illumina il pensare e l'agire di quanti hanno a cuore il bene comune dell'umanita'.
L'incontro si e' aperto con un commosso ricordo personale da parte del responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni scritti del grande costruttore di pace e di solidarieta', di dialogo e di convivenza.
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Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello per la legge sullo "ius soli / ius culturae"; hanno espresso altresi' il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo.
Preso atto dello scioglimento delle Camere e della fissazione al 4 marzo 2018 delle prossime elezioni, le persone partecipanti all'incontro auspicano che su questi temi vi sia un esplicito pronunciamento ed un impegno programmatico delle forze politiche democratiche gia' in campagna elettorale.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita e alla dignita'; salvare le vite e' il primo dovere. Pace, riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difesa della biosfera: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Si e' svolta tra il 20 novembre e il 10 dicembre 2017 la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che ha attraversato l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative realizzate in varie citta' d'Italia: la Carovana, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana ha preso avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si e' conclusa il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, a sostenere le ulteriori iniziative della Wilpf.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su ALexander Langer
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno) nel 1946, ed e' deceduto nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente, la nonviolenza. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer si veda la sua presentazione autobiografica pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986. Una bella raccolta di suoi scritti e' Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; su di lui si legga il bel libro di Fabio Levi, In viaggio con Alex, Feltrinelli, Milano 2007. Si veda anche il sito www.alexanderlanger.org

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2018
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime,
prima di tutto buon anno! Vi scriviamo perche' anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Il 14 febbraio saremo insieme nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole d'Italia e del mondo per manifestare contro ogni violenza e discriminazione, con ogni espressione artistica: danza, musica, teatro, lettura, proiezioni, ecc.
Un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarieta'. Il messaggio One Billion Rising 2018 e' proprio quello dell'importanza della solidarieta' come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
Per questo vi chiediamo di partecipare a One Billion Rising 2018 con evento, un momento di incontro da organizzare nella vostra citta', diffondendo la notizia e coinvolgendo piu' persone possibili. Poiche' il 14 febbraio 2018 sara' mercoledi', gli eventi potranno essere organizzati anche nei giorni precedenti e successivi (weekend del 10/2 o del 17/2).
Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni da seguire:
- Iscrizione al sito per segnalare il tuo evento: clicca su http://bit.ly/Registra_il_tuo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invita altre associazioni, gruppi, persone a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
- I nostri riferimenti: vi chiediamo di seguirci sui social, condividere i contenuti e invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Inviateci foto, video dell'organizzazione e dell'evento.
Sito ufficiale https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Twitter @OBRItalia
Email obritalia at gmail.com
Hashtag ufficiali: #RiseInSolidarity #1billionrising #UntilTheViolenceStops
- Loghi ufficiali, immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube che potete scaricare cliccando sul link qui sotto:
loghi 2018: http://bit.ly/1billionloghi2018
foto profilo/cover social: http://bit.ly/1billioncoversocial
- Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento del 14 febbraio, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura. In particolare quest'anno, in occasione dei 20 anni de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler, opera diventata con i Vday il manifesto delle rivoluzione femminile in atto, vi invitiamo a leggerne qualche brano dell'opera durante l'evento.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, bisogna affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se si vogliono riprendere e/o intervistare le persone presenti, suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare i video sui siti web, social e per eventuali montaggi.
Al seguente link http://bit.ly/OBR_autorizzazioni2018 puoi scaricare:
- Autorizzazione riprese, liberatorie per l'utilizzo delle riprese di persone;
- Avviso Pubblico riprese;
- Autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali One Billion Rising.
Per quanto riguarda le letture, oltre a I Monologhi della Vagina di seguito troverete, come suggerimento:
- alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly/insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
-la traduzione del brano musicale "Break the chain" credits Tena Clark-Musiche Tena Clark/Tim Heintz di M.G.Di Rienzo
http://bit.ly/traduzione_testo_BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org 
Per dichiarare l'adesione e ricevere maggiori informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Coordinamento Italia One Billion Rising, Nicoletta Billi, Anna Vezzoli, Silvia Palermo

3. RIFLESSIONE. ANGELA DOGLIOTTI: SCENARI DI PACE PER IL 2018
[Dal sito wwww.serenoregis.org riprendiamo il seguente articolo]

Il 2018 si apre su uno scenario inquietante: crescenti diseguaglianze, squilibri, guerre, in un contesto di forte competizione per il controllo economico e politico mondiale tra Occidente e nuove potenze emergenti a Oriente; scarsita' delle risorse e cambiamenti climatici che acuiscono le crisi, rivelando la fragilita' di sistemi sociali e modelli di sviluppo intrisi di violenza diretta, strutturale, culturale, e insostenibili dal punto di vista ambientale.
La punta dell'iceberg di questa situazione e' rappresentata dai numerosi conflitti armati, 50 nel 2016 secondo l'Ucdp (Uppsala Conflict Data Program) dell'Universita' di Uppsala, con 102.330 morti, concentrati in Africa e Asia. Tra il 1989 e il 2016 la stima e' di 2,2 milioni di vittime, di cui la maggior parte civili (tra il 60 e l'80%).
Sempre nel 2016 sono stati 68 milioni di profughi a causa di guerre e 19 milioni quelli causati da disastri ambientali, mentre si stima che nel 2050 potrebbero essere ben 3 miliardi coloro che non avranno accesso all'acqua potabile per le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.
In questo quadro si registra un crescente senso di insicurezza, di disorientamento e di paura, sul quale soffia il vento dei populismi e delle destre di qua e di la' dell'Oceano, mentre l'istituzione internazionale nata dopo la seconda guerra mondiale per dirimere pacificamente le controversie internazionali, l'Onu e' debole e delegittimata e lo strumento militare sembra essere l'unico capace di rispondere alle sfide del XXI secolo.
Anche l'Italia, che secondo l'art. 11 della sua Costituzione, di cui ricorre proprio nel 2018 il settantesimo anniversario, ripudia la guerra, e' tra i primi dieci esportatori di sistemi d'arma nel mondo e il volume di questo export nel settore e' passato dai 3 miliardi di euro nel 2010-2014, ai 14,6 miliardi nel 2016, mentre il bilancio della difesa e' cresciuto del 4,6 % tra il 2006 e il 2017, con 31 missioni militari in 21 paesi.
Tra queste commesse ci sono anche quelle a paesi in guerra, come l'Arabia Saudita, che "servono a rifornire le Royal Saudi Air Force che dallo scorso marzo sta bombardando lo Yemen senza alcun mandato da parte delle Nazioni Unite, esacerbando un conflitto che ha portato a quasi seimila morti di cui circa la meta' tra la popolazione civile (tra cui 830 tra donne e bambini) e alla maggior crisi umanitaria in tutto il Medio Oriente", spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo, nonostante la legge 185 del 1990 imponga di evitare l'esportazione di sistemi militari nelle aree di conflitto armato.
Dobbiamo dunque rassegnarci e affidarci ad un futuro sempre piu' armato, nel quale vige la legge della giungla e sopravvive solo il piu' forte, attrezzandoci in questa direzione?
Tale prospettiva, non solo e' rischiosissima perche', in presenza dell'armamento nucleare, mette in gioco la sopravvivenza stessa dell'intera umanita', ma e' anche del tutto incapace ed inidonea ad affrontare le sfide poste dalla insostenibilita' del nostro stile di vita e di consumo e da un modello economico lineare basato sulla crescita illimitata, incompatibile con un mondo finito e con la vita ciclica dei sistemi naturali che ci ospitano e dai quali dipendiamo per la nostra sopravvivenza.
Dove guardare, allora, per trovare vie di uscita percorribili?
Nel 2018 ricorrono tre importanti anniversari, tra diversi altri, dai quali ci giungono preziose indicazioni.
Il primo e' il centenario della fine della prima guerra mondiale. E' importante ricordare che non la vittoria va celebrata, vittoria che e' stata un terreno inquinato nel quale hanno trovato nutrimento fascismo e nazismo, ma la pace, la fine di un massacro che ha distrutto intere generazioni di giovani europei, alcuni dei quali convinti dalla propaganda bellica ad offrirsi volontari, altri reclutati come carne da macello e ingoiati dalla spaventosa macchina da guerra che ha prodotto piu' di 10 milioni di morti.
Oggi e' chiaro cio' che quella guerra e' stata e va reso onore a chi ha cercato di opporsi, di contrastarla, di reagire alla disumanizzazione con comportamenti di pace, di resistenza, di fraternizzazione.
E' l'obiettivo di una narrazione storica che, a partire da li' e con uno sguardo rivolto al futuro, sappia mettere in luce i molteplici tentativi di costruire la pace con mezzi alternativi a quelli, illusori, della guerra, comparsi in diversi contesti e latitudini, da allora ad oggi.
E' questo un progetto che il Centro Studi Sereno Regis ha in cantiere da anni e che sfocera' nella mostra "Cento anni di pace".
Questo percorso incrocia due altri importanti anniversari: i 70 anni dalla morte di Gandhi (30 gennaio 1948) e i 50 anni dalla scomparsa del filosofo italiano che ha fatto conoscere per primo in Italia l'opera e la figura dell'artefice dell'indipendenza indiana: Aldo Capitini (19 ottobre 1968), animatore della prima marcia per la pace Perugia-Assisi nel 1961 e fondatore del Movimento Nonviolento nel 1962.
Di Gandhi, sia il filosofo italiano docente per diversi anni a Stoccolma, Giuliano Pontara, sia il fondatore della Peace Research, Johan Galtung, sia l'esperienza delle Comunita' dell'Arca fondate da Lanza del Vasto hanno mostrato la grande attualita'. A livello politico, infatti, egli ha proposto un metodo di lotta, il satyagraha, definito da Pontara "una strategia di conduzione dei conflitti tesa a favorire la ricerca cooperativa della verita' attraverso metodologie di lotta che incoraggino la comunicazione, la fiducia, il dialogo"; a livello economico-sociale ha visto la follia di un modello di sviluppo occidentale insostenibile ("Nel mondo c'e' quanto basta per le necessita' dell'uomo, ma non per la sua avidita'"), proponendo , in alternativa, un modello di societa' in cui il potere e' diffuso e l'economia si sostiene su risorse locali e rinnovabili e utilizza tecnologie dolci, al fine di "vivere semplicemente, per permettere a tutti, semplicemente, di vivere".
E' la nonviolenza declinata in tutte le sue dimensioni, da quella politica a quella spirituale, da quella economica a quella sociale, che Capitini ha definito come "il punto della tensione piu' profonda per il sovvertimento di una societa' inadeguata".
Utopie?
Alcuni segni positivi in questa direzione ci sono, nonostante lo scenario sconfortante che abbiamo sotto gli occhi.
In tutto il mondo le migliori risorse delle societa' civili, con la loro mobilitazione, tentano di porre un argine al dilagare di violenze, oppressioni, ingiustizie: dalle grandi manifestazioni contro la guerra in Iraq del 2003 alle primavere arabe del 2011, dalle campagne per il bando delle armi batteriologiche (1972), chimiche (1993), contro le mine antiuomo (1997), contro le cluster bombs (2008), fino al recente bando delle armi nucleari votato a luglio dall'Assemblea generale dell'Onu; dalle lotte e iniziative dal basso presenti in tutto il mondo per salvaguardare il patrimonio naturale e la vivibilita' sul pianeta di tutte le specie, alle diverse proposte e forme di agricoltura alternativa a quella industriale, di ricerca e utilizzo di energie rinnovabili e tecnologie intermedie, di economie di prossimita', dello scambio e del dono, di commercio equo e solidale, di attivazione di forme di democrazia partecipativa...
Anche nel cuore di conflitti sanguinosi ci sono esperienze e tentativi di proporre strade diverse di contenimento e di non collaborazione con la violenza, come sta facendo , un esempio tra tutte, la Comunita' di pace di San Jose' de Apartado', in Colombia, da conoscere e sostenere.
Alcuni di questi processi apparentemente non hanno avuto successo o sembrano essere stati sconfitti (ma il seme, nella terra, deve germogliare, prima di dare frutto), altri, invece, hanno avuto un sostegno e un riconoscimento internazionale, come il Premio Nobel per la Pace a Ican per la lotta a favore del bando delle armi nucleari.
Certo questi processi andrebbero condivisi e aiutati da una politica lungimirante, che sapesse vedere, ad esempio, le prospettive positive di una riconversione civile dell'industria delle armi, i vantaggi dello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e della riduzione dei consumi, di una trasformazione del sistema dei trasporti, di una educazione alla pace e alla trasformazione nonviolenta dei conflitti a tutti i livelli...
Con fatica, lentamente, con difficolta' e contraddizioni, mi pare che, comunque, questi processi si stiano diffondendo e che, come scriveva Capitini, si possa affermare che "la nonviolenza e' il varco attuale della storia".
Perche' non ci sono alternative. O meglio, un'alternativa c'e': e' l'autodistruzione.

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Massimo Bertarelli, Fenomeni da baraccone, Societa' Europea di Edizioni, Milano 2017, pp. 64, euro 3,50 (in supplemento al quotidiano "Il Giornale").
- Giorgio Dell'Arti, 2017 I fatti dell'anno, Rcs, Milano 2017, p. 320, euro 9,99.
- Stefano Filippo Re, Svevo, Centauria, Milano 2017, pp. 160, euro 4,90.
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Riletture
- Giovanni Arpino, Un'anima persa, Mondadori, Milano 1966, pp. 160.
- Ernest Hemingway, Isole nella Corrente, Mondadori, Milano 1970, 1994, pp. 528.
- Arthur Koestler, Arrivo e partenza, Mondadori, Milano 1966, pp. 272.

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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