[Nonviolenza] Telegrammi. 2936



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2936 del 4 gennaio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. La sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi e il Comitato Nepi per la Pace piangono la morte e ricordano con affetto, stima e profonda gratitudine Ferdinando Imposimato, una tra le figure piu' fulgide ed illustri di magistrato ed uomo delle istituzioni
2. Anna Grazia Casieri: Riflettendo sul messaggio di papa Francesco per la Giornata della Pace
3. Enrico Peyretti: Partecipando alla marcia per la pace di Pax Christi
4. Alessandro Capuzzo: Da Trieste per la pace
5. Ricordando Marcello Cini. Un incontro a Viterbo per il disarmo nucleare
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. LUTTI. LA SEZIONE ANPI "EMILIO SUGONI" DI NEPI E IL COMITATO NEPI PER LA PACE PIANGONO LA MORTE E RICORDANO CON AFFETTO, STIMA E PROFONDA GRATITUDINE FERDINANDO IMPOSIMATO, UNA TRA LE FIGURE PIU' FULGIDE ED ILLUSTRI DI MAGISTRATO ED UOMO DELLE ISTITUZIONI
[Dalla sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi e dal Comitato Nepi per la pace riceviamo e diffondiamo]

La sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi e il Comitato Nepi per la Pace, piangono la morte e ricordano con affetto, stima e profonda gratitudine Ferdinando Imposimato, una tra le figure piu' fulgide ed illustri di magistrato ed uomo delle Istituzioni.
Nel corso della sua lunga attivita' di magistrato si e' occupato di importanti casi di terrorismo tra i piu' noti quelli relativi al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro, all'attentato a Papa Giovanni Paolo II e all'omicidio del Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet.
Docente universitario, presidente emerito della Corte di Cassazione, e' stato  deputato e senatore del parlamento della Repubblica.
Per tre legislature e' stato anche membro della Commissione Antimafia.
Insignito del titolo "Simbolo di giustizia" da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ferdinando Imposimato anche nell'Alto Lazio ha sostenuto con impegno tenace le lotte per la difesa dell'ambiente e per i diritti e la dignita' delle persone in particolare dei piu' poveri e dei migranti.
A Nepi ha preso parte a numerose iniziative promosse per lo studio e la difesa della Costituzione e per sottolineare l'importanza e l'attualita' dell'impegno antifascista quale garanzia per una concreta e piena vita democratica in Italia.
Vogliamo ricordarlo oggi con gli stessi versi di Shakespeare con i quali egli volle iniziare la sua commemorazione per Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: "... ripudia l'ambizione, ama te stesso come ultima cosa, accarezza quei cuori che ti odiano, l'onesta' e' piu' potente della corruzione. Nella tua destra porta la dolce pace per ridurre al silenzio le lingue invidiose. Sii giusto e non temere. Tutti i fini a cui miri siano quelli del tuo Paese, di Dio, della famiglia e della verita': allora se cadrai, cadrai da martire benedetto".
La sezione Anpi e il Comitato Nepi per la pace si uniscono con affetto ed amicizia  al dolore dei familiari e indicano in Ferdinando Imposimato un esempio da seguire a tutti i cittadini e in particolare ai piu' giovani.
La sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi e il Comitato Nepi per la pace
Nepi, due gennaio 2017

2. RIFLESSIONE. ANNA GRAZIA CASIERI: RIFLETTENDO SUL MESSAGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA DELLA PACE
[Ringraziamo suor Anna Grazia Casieri per questo intervento]

Riflettendo sugli ultimi discorsi di Papa Francesco e in particolare sul messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2018, mi permetto di condividere alcune considerazioni personali.
Da secoli immemorabili e in modo sempre piu' pressante, risuona nel mondo, direi nell'universo intero, l'aspirazione profonda a "vivere in pace", pace tra le persone, pace tra i popoli, pace con la nostra madre terra.
Eppure, noi esseri "razionali" continuiamo a mettere in secondo piano tale priorita', accecati da un'irrefrenabile corsa agli armamenti che non conosce sosta, nella ricerca di un ingannevole senso di sicurezza che riponiamo nel possesso di ordigni nucleari, anziche' nella nostra capacita' di "esseri in relazione".
Ma da che mondo e' mondo non abbiamo ancora capito che tutto questo non ha mai garantito la serenita' e la pace tra i popoli. Assolutamente no!
Solo la ricerca instancabile e umile di una pacifica convivenza tra i popoli e' garanzia di autentico progresso che orienti alla crescita e non all'autodifesa, che permetta di mettere insieme le forze per costruire un mondo piu' umano e non si limiti a spendere le proprie risorse per garantire mezzi di autodifesa.
Dice con saggezza Giovanni XXIII nella Pacem in Terris (cf. n. 61) che l'arresto agli armamenti e' impossibile o quasi se nello stesso tempo non si procedesse a disarmare anche l'interiorita' della persona, quella psicosi bellica che ogni uomo porta in se'.
Non e' forse vero che troppo spesso lasciamo atrofizzare in noi quello sguardo carico di fiducia che diventa opportunita' autentica per costruire un futuro di pace.
Non e' forse vero che e' piu' facile chiudersi all'altro considerato "diverso" per cultura, religione, etnia..., visto come minaccia alla nostra sicurezza.
No! Ogni essere umano dovrebbe ribellarsi a chi fomenta la paura nei confronti dello "straniero", ogni credente dovrebbe alzare lo sguardo e riconoscere nell'altro, in qualunque altro, un fratello che condivide con noi l'appartenenza all'unica terra.
E' proprio guardando ai migranti con lo sguardo di Dio che potremo riconoscere in loro non una minaccia, ma un carico di coraggio, di tenacia, di spirito di sacrificio, insieme alla ricchezza delle loro culture di origine. Ce lo ricorda Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2018.
Ma direi ancora di piu'. Francesco chiede ai responsabili delle nazioni di farsi carico di quello sguardo contemplativo che permetta di "osare" fino al massimo consentito per una politica di accoglienza in cui l'unico vero bene perseguito sia quello dell'unica famiglia umana.
E com'e' sua caratteristica nel suo discorso non si ferma alle motivazioni, ma indica una strategia concreta: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Strategie che accomunano tutti al di la' del proprio credo religioso, da cui nessuno si debba sentire escluso. Ma a Papa Francesco non sfugge di fare un forte richiamo rivolto soprattutto ai cristiani, che con forza motiva sul fondamento della Scrittura e che mi preme sottolineare.
"Accogliere", ampliare le possibilita' di ingresso legale, sapendo bilanciare sicurezza nazionale e tutela dei diritti umani fondamentali. La Scrittura ci dice: "Non dimenticate l'ospitalita', alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo" (Eb 13,2).
"Proteggere" la dignita' di quanti fuggono da situazioni di pericolo. La Scrittura ci dice: "Ricorda che il Signore protegge lo straniero e sostiene l'orfano e la vedova" (Sal 146,9).
"Promuovere" lo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati, cosi' come l'istruzione e la capacita' di dialogo. La Scrittura ci dice: "Amate lo straniero, perche' anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto" (Dt 10,18-19).
"Integrare", permettere la piena partecipazione alla vita sociale dei paesi che accolgono, in un dialogo di feconda collaborazione. La Scrittura ci dice: "Voi non siete piu' stranieri, ne' ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio" (Ef 2,19).
Onestamente mi chiedo se noi credenti meditiamo e ci impegniamo a vivere queste parole della Scrittura, o piuttosto, lasciandoci contagiare dai piu', viviamo anche noi in una chiusura sinonimo di morte.
E non giustifichiamoci pensando che questa e' responsabilita' dei capi delle nazioni. Un mondo di pace si costruisce con l'apporto di ogni singolo essere di buona volonta' che getta germogli di pace finche' diventino una pioggia capace di far germogliare la terra.
Alziamo il nostro sguardo, non lasciamoci rubare la speranza, guardiamo all'esempio di tanti che nella storia hanno creduto in questo sogno e, senza aspettare i grandi della terra, mettiamo il nostro tassello perche' il sogno diventi realta'.

3. INIZIATIVE. ENRICO PEYRETTI: PARTECIPANDO ALLA MARCIA PER LA PACE DI PAX CHRISTI
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento]

Ho partecipato alla cinquantesima marcia per la pace indetta da Pax Christi, sul tema "Migranti e rifugiati. Uomini e donne in cerca di pace". E' stata un'esperienza intensa e un messaggio forte. Almeno 500 persone, e 8 vescovi, hanno dichiarato, alla societa' e alla politica, la volonta' del popolo cristiano ecumenico e del dialogo interreligoso, di due maggiori obiettivi: accoglienza a migranti e rifugiati ("accogliere, proteggere, promuovere, integrare", dice papa Francesco), e disarmo, a cominciare dalla ratifica italiana del bando Onu delle armi nucleari.
E' stato un cammino di quattro chilometri, e momenti di preghiera, fino al paese natale di Giovanni XXIII, accompagnati da testimonianze di buone pratiche di accoglienza intelligente, dalle esperienze difficili vissute dai migranti, da riflessioni bibliche e spirituali sul momento e sulla speranza, da contributi ecumenici e della fede islamica, da appelli e impegni per liberare l'economia e il lavoro umano dalla indegna collaborazione alle odierne guerre piu' cruente.
Il vescovo Bettazzi, forte novantatreenne, da 50 anni alfiere di questo vangelo della pace, il vescovo di Taranto Filippo Santoro, la pastora battista Lidia Maggi, un medico musulmano integrato, il parroco bresciano Fabio Corazzina, una testimone da Domusnovas, e altri, hanno dato voce chiara allo spirito alto e concreto della manifestazione. Il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, nell'omelia dell'eucarestia notturna, ha denunciato la caduta dal ripudio della guerra alla rassegnazione alla sua necessita', eppure ciononostante la gente vuole pace, non solo per se', ma nel mondo e per tutti; ha segnalato che la causa delle migrazioni sono le ingiustizie mondiali; ha detto che il realismo non e' resa al cinismo; ha deplorato la fuga della politica dal riconoscimento della cittadinanza a chi e' nato e vive con noi.
La vita italiana, nell'attuale temperie, ha bisogno di queste voci e segnali di fraternita' civile, che non sono intromissioni di un potere clericale nella laicita' delle istituzioni politiche, appartenenti a tutti, tanto meno sono ricerca di un potere proprio, ma attuano una responsabile partecipazione alla costruzione di umanita' per tutti, da parte di donne e uomini, che, se sono ispirati dal vangelo, lo traducono in umanita', come esso e' davvero, nel privilegio degli ultimi. Quando egoismi e particolarismi minacciano il senso civile delle istituzioni, e immiseriscono l'idea stessa di politica, sono necessari contributi di riconoscimento umano universale, che le tradizioni piu' profonde e libere possono offrire a tutti.

4. INIZIATIVE. ALESSANDRO CAPUZZO: DA TRIESTE PER LA PACE
[Ringraziamo Alessandro Capuzzo per questo intervento]

Nello scorcio di tempo tra Natale e Capodanno, diverse forze politiche hanno detto no allo Ius Soli, impedendone l'approvazione, mentre a Trieste si vorrebbero negare i giocattoli ai bambini non italiani, con cio' favorendo la discriminazione di natura razzista. Per diffondere un messaggio di inclusione, coerente con la lettura papale nella Giornata Mondiale della Pace 2018 - Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace - il Comitato pace e convivenza "Danilo Dolci" ha invitato i cittadini alla Marcia del primo gennaio a 70 anni dall'approvazione della Costituzione italiana.
E' questo un modo di testimoniare laicamente il desiderio di serena convivenza tra le Comunita' che abitano questa citta'; quella italiana, la slovena, e le altre, storiche e di insediamento recente. In armonia col richiamo di Francesco al dovere dell'accoglienza e della promozione umana, di migranti e bisognosi. Che si estrinseca nell'ospitalità, nella protezione dallo sfruttamento e nello sviluppo della partecipazione sociale. Le Nazioni Unite definiranno due patti d'azione globale in materia, proprio nel 2018.
Questa edizione della Marcia non e' partita come previsto alle 16 da piazza Unita', a causa del vento e della pioggia battente, ma si e' radunata sotto la loggia del Comune, presso la targa che ricorda le leggi razziali promulgate qui da Mussolini. Alla presenza di circa 150 persone si sono svolti gli interventi, aperti da Gianfranco Schiavone responsabile dell'Ics (Consorzio italiano di solidarieta').
Un invito in italiano e sloveno letto da Aurelio Juri, ex sindaco di Capodistria e premio Danilo Dolci 2007, a nome dei partecipanti alla Marcia per la Pace, e' stato inviato ai Presidenti d'Italia e di Slovenia Mattarella e Pahor, ed ai Presidenti dei Parlamenti e dei rispettivi Governi, affinche' riflettano sul no espresso sul Trattato per la proibizione degli armamenti nucleari, approvato alle Nazioni Unite e premiato col Nobel per la pace alla Coalizione Ican. E onorino l'importante documento assumendo l'impegno comune di Slovenia e Italia, per l'adesione e la ratifica del nuovo Trattato sull'esempio di Austria e Vaticano.
Marino Vocci, contadino della terra rossa istriana recentemente scomparso, e' stato d'esempio per tutti noi nella costruzione della pace. Capire le ragioni dell'Altro e riconoscere se stessi nella sua diversita' - ha detto sua figlia Eva - costituisce il tesoro tratto dagli insegnamenti di Tomizza, Langer e Balducci. Veri "contrabbandieri di pace fautori della rivoluzione nonviolenta, basata sulla condivisione e sullo scandalo della speranza", diceva David Turoldo, che hanno saputo conoscere l'animo tormentato di queste terre. Un grazie a Marino, che rincontreremo sui ponti costruiti per tutti noi.
Si chiama Mirwait Mohammed e viene da una zona del Pakistan al confine con l'Afghanistan. Ricercato in patria perche' oppostosi all'islamismo radicale, ha dovuto fuggire per non essere ucciso o imprigionato come due dei suoi fratelli. 23 anni di eta', ha vagato a lungo prima di arrivare a Trieste, dove vive da 15 mesi. La sua storia e' stata sintetizzata in una breve intervista al microfono per i partecipanti alla Marcia.
Frate Antonio Santini di "Beati i costruttori di pace", giunto da Brescia a Trieste sotto l'acquazzone, ha commentato la Lettera di Natale scritta con Mario Vatta, Albino Bizzotto, Pierluigi Di Piazza e altri nove preti del Triveneto, in consonanza di spirito coi messaggi piu' innovativi di Francesco. Ad Antonio la moglie di Edvino Ugolini ha consegnato il premio "Ulivo d'argento 2018" intitolato alla memoria del poeta pacifista ed anarchico membro del Comitato Dolci, per la sua concreta attivita' a favore degli ultimi e della pace.

5. INCONTRI. RICORDANDO MARCELLO CINI. UN INCONTRO A VITERBO PER IL DISARMO NUCLEARE

Mercoledi' 3 gennaio 2018, come prosecuzione dell'iniziativa territoriale suscitata dalla Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Marcello Cini, illustre fisico e militante del movimento dei lavoratori, per la pace, la giustizia sociale, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.
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Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello per la legge sullo "ius soli / ius culturae; hanno espresso altresi' il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo.
Preso atto dello scioglimento delle Camere e della fissazione al 4 marzo 2018 delle prossime elezioni, le persone partecipanti all'incontro auspicano che su questi temi vi sia un esplicito pronunciamento ed un impegno programmatico delle forze politiche democratiche gia' in campagna elettorale.
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Pace, riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difesa della biosfera: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Si e' svolta tra il 20 novembre e il 10 dicembre 2017 la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che ha attraversato l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative realizzate in varie citta' d'Italia: la Carovana, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana ha preso avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si e' conclusa il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, a sostenere le ulteriori iniziative della Wilpf.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su Marcello Cini
Marcello Cini, nato a Firenze nel 1923 e deceduto a Roma nel 2012, e' stato docente universitario di fisica, e autorevole studioso di fama internazionale; ha partecipato attivamente alle discussioni degli ultimi decenni sulla storia della scienza, i temi epistemologici, la critica della scienza e della sua pretesa neutralita'. E' stato ordinario di Fisica Teorica, poi di Teorie Quantistiche dell'Universita' "La Sapienza" di Roma. Nella sua attivita' di ricerca si e' occupato di particelle elementari, di fondamenti di meccanica quantistica, di processi stocastici ma anche di storia della scienza e di temi epistemologici, temi su cui e' stato un punto di riferimento del dibattit internazionale. E' stato vicedirettore della rivista internazionale "Il Nuovo Cimento" e collaboratore del quotidiano "Il manifesto". Oltre a testi di fisica per uso universitario e per la scuola secondaria, ha pubblicato vari altri libri. Riportiamo la motivazione dell'attibuzione del Premio Nonino 2004 "A un Maestro Italiano del nostro tempo": "Fisico illustre, intellettuale tra i piu' 'curiosi' nel panorama culturale italiano del secondo Novecento. Cresciuto nel culto della verita', ne ha conservato il 'fuoco' sino ad oggi. Nella Sua fine riflessione epistemologica critica il feticcio della neutralita' della scienza e sostiene un sapere consapevole e responsabile verso la societa'. Padre nobile ed appartato dei movimenti ambientalisti e grande difensore della diversita'. In un lato del suo pensiero sintetizzato nella parola d'ordine 'la vita non si brevetta' si ritrovano legami strettissimi con l'ideale del 'Principio Responsabilita'' teorizzato da Hans Jonas, messaggio che desideriamo trasmettere con forza alle generazioni future". Tra le opere di Marcello Cini: (con G. Ciccotti, M. de Maria, G. Jona-Lasinio), L'ape e l'architetto. Paradigmi scientifici e materialismo storico, Feltrinelli, Milano 1976; (con Danielle Mazzonis), Il gioco delle regole. L'evoluzione delle strutture del sapere scientifico, Feltrinelli, Milano 1981; The History and Ideology of Dispersion Relations, in: Foundations od Science, I, 1981; Cultural Tradition and Environmental factors in the Development of Quantum Electrodynamics, in: Foundations od Science, III, 1981; Trentatre' variazioni su un tema. Soggetti dentro e fuori la scienza, Editori Riuniti, Roma 1990; (con J. M. Levy-Leblond, Adam Hilger), Quantum Theory without Reduction, 1991; Oltre il riduzionismo, 1991; Un paradiso perduto. Dall'universo delle leggi naturali al mondo dei processi evolutivi, Feltrinelli, Milano 1994; Caso, necessita', liberta', Cuen, Napoli 1998; Dialoghi di un cattivo maestro, Bollati Boringhieri, Torino 2001; Il supermarket di Prometeo. La scienza nell'era dell'economia della conoscenza, Codice, Torino 2006; (con Sergio Bellucci), Lo spettro del capitale. Per una critica dell'economia della conoscenza, Codice, Torino 2009; Theoretical concepts of Quantum Mechanics, 2012.

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Stefano Viviani Stogl, Boccaccio, Centauria, Milano 2017, pp. 160, euro 4,90.
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Riletture
- Lucia Battaglia Ricci, Boccaccio, Salerno, Roma 2000, Rcs, Milano 2016, pp. 304.
- Carlo Muscetta, Boccaccio, Laterza, Roma-Bari 1972, 1986, pp. VI + 376.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2936 del 4 gennaio 2018
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