[Nonviolenza] Con Bertrand Russell per il disarmo atomico. Un incontro viterbese a sostegno della Carovana delle donne



 CON BERTRAND RUSSELL PER IL DISARMO ATOMICO. UN INCONTRO VITERBESE A SOSTEGNO DELLA CAROVANA DELLE DONNE

Mercoledi' 22 novembre 2017, in collegamento con l'iniziativa della Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "Con Bertrand Russell per il disarmo atomico".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni appelli e discorsi del grande filosofo impegnato per la pace e promotore del movimento antinucleare.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 22 novembre 2017

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com

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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Ha preso avvio lunedi' 20 novembre, la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che fino a domenica 10 dicembre attraversera' l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative programmate in varie citta' d'Italia; l'iniziativa, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana prende avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si concludera' il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, ad aderire alla mobilitazione.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com

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Allegato secondo: Una breve notizia su Bertrand Russell
Bertrand Russell e' una figura pressoche' leggendaria, nato nel 1872 da Lord e Lady Amberley e deceduto quasi un secolo dopo nel 1970 dopo una vita straordinariamente intensa, civilmente impegnata e intellettualmente feconda. Filosofo, scrittore, ha subito la prigione per il suo impegno pacifista ed ha avuto il Premio Nobel per la letteratura; ha promosso iniziative contro la guerra e per il disarmo, per i diritti civili e il progresso sociale; tra tante altre iniziative: quelle per l'obiezione di coscienza, la dichiarazione Einstein-Russell e la campagna per il disarmo nucleare, la costituzione del Tribunale internazionale per i crimini di guerra nel Vietnam.
Opere di Bertrand Russell: la bibliografia di Russell e' sconfinata, per i temi che maggiormente ci interessano sono particolarmente utili la monumentale Autobiografia, edita da Longanesi, ed i numerosissimi saggi di argomento pacifista, politico ed etico. Una utile antologia essenziale con specifici riferimenti bibliografici e' nel volume di Mario Alcaro, Bertrand Russell, che citiamo di seguito.
Opere su Bertrand Russell: specifico su Russell pacifista e impegnato per i diritti umani e' il libro di Mario Alcaro, Bertrand Russell, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1990; altri testi introduttivi piu' centrati sugli aspetti filosofici sono i libri di Alfred J. Ayer, Russell, Mondadori, Milano 1992; Fernando Broncano, Russell. Conoscenza e felicita', Hachette, Milano 2015; Michele Di Francesco, Introduzione a Russell, Laterza, Roma-Bari 1990; Alberto Granese, Che cosa ha veramente detto Russell, Ubaldini, Roma 1971; Luigi Perissinotto (a cura di), Russell, Rcs, Milano 2015.

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Allegato terzo: L'appello Einstein-Russell per il disarmo atomico (1955)
Nella tragica situazione che l'umanita' si trova ad affrontare, riteniamo che gli scienziati debbano riunirsi per valutare i pericoli sorti come conseguenza dello sviluppo delle armi di distruzione di massa e per discutere una risoluzione nello spirito del documento che segue.
Non parliamo, in questa occasione, come appartenenti a questa o a quella nazione, continente o credo, bensi' come esseri umani, membri del genere umano, la cui stessa sopravvivenza e' ora in pericolo. Il mondo e' pieno di conflitti, e su tutti i conflitti domina la titanica lotta tra comunismo e anticomunismo. Chiunque sia dotato di una coscienza politica avra' maturato una posizione a riguardo. Tuttavia noi vi chiediamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e di ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica la cui evoluzione e' stata sorprendente e la cui scomparsa nessuno di noi puo' desiderare.
Tenteremo di non utilizzare parole che facciano appello soltanto a una categoria di persone e non ad altre. Gli uomini sono tutti in pericolo, e solo se tale pericolo viene compreso vi e' speranza che, tutti insieme, lo si possa scongiurare.
Dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo. Dobbiamo imparare a domandarci non gia' quali misure adottare affinche' il gruppo che preferiamo possa conseguire una vittoria militare, poiche' tali misure ormai non sono piu' contemplabili; la domanda che dobbiamo porci e': "Quali misure occorre adottare per impedire un conflitto armato il cui esito sarebbe catastrofico per tutti?"
La gente comune, cosi' come molti uomini al potere, ancora non ha ben compreso quali potrebbero essere le conseguenze di una guerra combattuta con armi nucleari. Si ragiona ancora in termini di citta' distrutte. Si sa, per esempio, che le nuove bombe sono piu' potenti delle precedenti e che se una bomba atomica e' riuscita a distruggere Hiroshima, una bomba all'idrogeno potrebbe distruggere grandi citta' come Londra, New York e Mosca.
E' fuor di dubbio che in una guerra con bombe all'idrogeno verrebbero distrutte grandi citta'. Ma questa non sarebbe che una delle tante catastrofi che ci troveremmo a fronteggiare, e nemmeno la peggiore. Se le popolazioni di Londra, New York e Mosca venissero sterminate, nel giro di alcuni secoli il mondo potrebbe comunque riuscire a riprendersi dal colpo. Tuttavia ora sappiamo, soprattutto dopo l'esperimento di Bikini, che le bombe atomiche possono portare gradatamente alla distruzione di zone molto piu' vaste di quanto si fosse creduto.
Fonti autorevoli hanno dichiarato che oggi e' possibile costruire una bomba 2500 volte piu' potente di quella che distrusse Hiroshima. Se fatta esplodere a terra o in mare, tale bomba disperde nell'atmosfera particelle radioattive che poi ridiscendono gradualmente sulla superficie sotto forma di pioggia o pulviscolo letale. E' stato questo pulviscolo a contaminare i pescatori giapponesi e il loro pescato.
Nessuno sa con esattezza quanto si possono diffondere le particelle radioattive, ma tutti gli esperti sono concordi nell'affermare che una guerra con bombe all'idrogeno avrebbe un'alta probabilita' di portare alla distruzione della razza umana. Si teme che l'impiego di molte bombe all'idrogeno possa portare alla morte universale - morte che sarebbe immediata solo per una minoranza, mentre alla maggior parte degli uomini toccherebbe una lenta agonia dovuta a malattie e disfacimento.
In piu' occasioni eminenti uomini di scienza ed esperti di strategia militare hanno lanciato l'allarme. Nessuno di loro afferma che il peggio avverra' per certo. Cio' che dicono e' che il peggio puo' accadere e che nessuno puo' escluderlo. Non ci risulta, per ora, che le opinioni degli esperti in questo campo dipendano in alcuna misura dal loro orientamento politico e dai loro preconcetti. Dipendono, a quanto emerso dalle nostre ricerche, dalla misura delle loro competenze. E abbiamo riscontrato che i piu' esperti sono anche i piu' pessimisti.
Questo dunque e' il problema che vi poniamo, un problema grave, terrificante, da cui non si puo' sfuggire: metteremo fine al genere umano, o l'umanita' sapra' rinunciare alla guerra? E' una scelta con la quale la gente non vuole confrontarsi, poiche' abolire la guerra e' oltremodo difficile.
Abolire la guerra richiede sgradite limitazioni alla sovranita' nazionale. Ma forse cio' che maggiormente ci impedisce di comprendere pienamente la situazione e' che la parola "umanita'" suona vaga e astratta. Gli individui faticano a immaginare che a essere in pericolo sono loro stessi, i loro figli e nipoti e non solo una generica umanita'. Faticano a comprendere che per essi stessi e per i loro cari esiste il pericolo immediato di una mortale agonia. E cosi' credono che le guerre potranno continuare a esserci, a patto che vengano vietate le armi moderne. Ma non e' che un'illusione. Gli accordi conclusi in tempo di pace di non utilizzare bombe all'idrogeno non verrebbero piu' considerati vincolanti in tempo di guerra. Con lo scoppio di un conflitto armato entrambe le parti si metterebbero a fabbricare bombe all'idrogeno, poiche' se una parte costruisse bombe e l'altra no, la parte che ha fabbricato le bombe risulterebbe inevitabilmente vittoriosa.
Tuttavia, anche se un accordo alla rinuncia all'armamento nucleare nel quadro di una generale riduzione degli armamenti non costituirebbe la soluzione definitiva del problema, avrebbe nondimeno una sua utilita'. In primo luogo, ogni accordo tra Oriente e Occidente e' comunque positivo poiche' contribuisce a diminuire la tensione internazionale. In secondo luogo, l'abolizione delle armi termonucleari, nel momento in cui ciascuna parte fosse convinta della buona fede dell'altra, diminuirebbe il timore di un attacco improvviso come quello di Pearl Harbour, timore che al momento genera in entrambe le parti uno stato di agitazione. Dunque un tale accordo andrebbe accolto con sollievo, quanto meno come un primo passo.
La maggior parte di noi non e' neutrale, ma in quanto esseri umani dobbiamo tenere ben presente che affinche' i contrasti tra Oriente e Occidente si risolvano in modo da dare una qualche soddisfazione a tutte le parti in causa, comunisti e anticomunisti, asiatici, europei e americani, bianchi e neri, tali contrasti non devono essere risolti mediante una guerra. E' questo che vorremmo far capire, tanto all'Oriente quanto all'Occidente.
Ci attende, se lo vogliamo, un futuro di continuo progresso in termini di felicita', conoscenza e saggezza. Vogliamo invece scegliere la morte solo perche' non siamo capaci di dimenticare le nostre contese? Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanita', e dimenticate il resto. Se ci riuscirete, si aprira' la strada verso un nuovo Paradiso; altrimenti, vi troverete davanti al rischio di un'estinzione totale.
Invitiamo questo congresso, e per suo tramite gli scienziati di tutto il mondo e la gente comune, a sottoscrivere la seguente mozione:
In considerazione del fatto che in una futura guerra mondiale verrebbero certamente impiegate armi nucleari e che tali armi sono una minaccia alla sopravvivenza del genere umano, ci appelliamo con forza a tutti i governi del mondo affinche' prendano atto e riconoscano pubblicamente che i loro obbiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale e di conseguenza li invitiamo a trovare mezzi pacifici per la risoluzione di tutte le loro controversie.
Albert Einstein, Bertrand Russell, Max Born (Premio Nobel per la fisica), Percy W. Bridgman (Premio Nobel per la fisica), Leopold Infeld (Professore di fisica teorica), Frederic Joliot-Curie (Premio Nobel per la chimica), Herman J. Muller, (Premio Nobel per la fisiologia e medicina), Linus Pauling (Premio Nobel per la chimica), Cecil F. Powell (Premio Nobel per la fisica), Jozef Rotblat (Professore di fisica), Hideki Yukawa (Premio Nobel per la fisica)
(Traduzione italiana di Aurelia Martelli)

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