[Nonviolenza] Archivi. 253



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 253 del 26 luglio 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di maggio 2017 (parte prima)

2. Primo maggio

3. Alcune parole per il primo maggio

4. Alcune parole in memoria di Alfio Pannega dette tra vecchi amici in un ospedale il 30 aprile 2017

5. Ruggero Federico Grinzosi: Stanze del pronto soccorso

6. "Dopo tante pene e tanti lutti". Un discorso tenuto a Viterbo alla manifestazione per la pace in piazza della Repubblica il 29 aprile 2017

7. Valentino Parlato

8. "In memoria di Valentino Parlato". Un incontro di commemorazione a Viterbo

9. Con il diritto di voto fermare la guerra e le stragi, il razzismo e lo schiavismo. Un appello

10. La scelta

11. Da una lettera del 26 aprile

12. Le invasioni barbariche

13. "Invita un amico a cena e sparagli"

14. Irruzione falangista al parlamento italiano

15. Contrastare la barbarie con il diritto di voto per tutte le persone che in Italia vivono

16. Un abominio

17. Una parola a proposito dell'edizione nazionale di tutte le opere di don Milani

18. "Chi salva le vite di sicuro e' un mascalzone"

19. Il primo dovere

20. Non uccidere, salvare le vite

21. Esseri umani

22. Un digiuno

23. Iniziando un digiuno per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia stabilmente vivono

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2017 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2017.

 

2. PRIMO MAGGIO

 

Contro lo sfruttamento, contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

3. ALCUNE PAROLE PER IL PRIMO MAGGIO

 

Non e' il primo maggio la festa della mamma o il festival di Sanremo.

E non e' il primo maggio un carnevale nel quale per una volta all'anno sia lecito fare follie.

E non e' il primo maggio il bicchiere di vino per scordarci della nostra oppressione, del nostro dolore.

Il primo maggio e' giorno di memoria e di incontro e di organizzazione del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni catena e da ogni rogo, da ogni menzogna e da ogni violenza; per la pace e la giustizia, per il pane e le rose; per la solidarieta' che nessuna persona abbandona all'abuso, al dolore, alla disperazione, alla morte.

*

Il primo maggio e' un appello: alla rottura della subalternita' ad ogni oppressione, alla rottura della complicita' con ogni manipolazione; a uscire dal deserto del mondo ridotto a merce, a uscire dal labirinto delle ideologie e delle prassi alienanti; a prendere coscienza di avere una falsa e una vera coscienza che l'essere sociale condiziona, a prendere coscienza che e' dei rapporti di proprieta' e di produzione e riproduzione sociale, e di dominazione e di consumo, e del nesso dialettico e irriducibile tra umanita' e natura, che dobbiamo insieme ragionare se vogliamo contrastare il fascismo che il mondo intero divora.

Il primo maggio ci ricorda che dobbiamo scardinare i rapporti di potere e dissolvere le strutture di dominio se vogliamo aprire la via a una societa' di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, persuase al bene comune e misericordi, una societa' in cui finalmente a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni e da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita'.

Il primo maggio ci convoca all'azione nonviolenta di solidarieta' e di liberazione comune.

Il primo maggio e' un giorno di colloquio corale, di testimonianza e di lotta.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

4. ALCUNE PAROLE IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA DETTE TRA VECCHI AMICI IN UN OSPEDALE IL 30 APRILE 2017

 

Non sembra che siano passati gia' sette anni da quando Alfio ci ha lasciato: noi che lo abbiamo conosciuto lo sentiamo presente. Ed e' veramente presente, nella nostra memoria e nel nostro impegno a portarne avanti le idee e le lotte.

Ma sono pur passati questi sette anni, e di Alfio sentiamo la mancanza: della sua ospitalita' omerica e biblica, della sua gaia scienza e dei suoi generosi furori, del suo consiglio assennato, della sua amicizia fedele.

Sette anni sono passati ed ogni volta che a lui torniamo col pensiero ci diciamo che veramente quest'uomo visse da giusto, che non sono astratta utopia gli ideali suoi e nostri antifascisti e nonviolenti, comunisti e libertari, giacche' una persona almeno conoscemmo che seppe incarnarli senza scorie e senza finzioni, nella dedizione al bene comune dell'umanita' intera e del mondo vivente, nell'aiuto recato ad ogni persona che di aiuto avesse bisogno, nel rispetto assoluto dell'altrui dignita', della verita' di tutti e di ciascuno.

Alla scuola di Alfio Pannega divenimmo persone migliori.

*

Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-89, il fascicolo de "La domenica della nonviolenza" n. 420.

 

5. RUGGERO FEDERICO GRINZOSI: STANZE DEL PRONTO SOCCORSO

 

I. Proverbi e cantari

 

L'illusione

buon bastione

 

passo passo

mosche e sasso

 

chi non muore

si rivede

 

chi si perde

ha quel che crede

 

vuoto secchio

mi ci specchio

 

tutto e' ruggine e pieta'

non restare inerte al grido

anche tu hai braccio e cuore.

 

II. Parabole

 

Sulla laguna

sorge la luna

 

La speranza

non ha stanza

 

la menzogna

cerca rogna

 

le parole

sono fole

 

solo guerra

tutto afferra

 

solo morte

tiene corte

 

la tempesta

mai non resta

 

il furore

mangia il cuore

 

impietosa filastrocca

a chi tocca tocca tocca

 

ma tu non dire la parola raca

ma tu conforta chi e' morso dal pianto

fa' quello che puoi per salvare le vite.

 

III. Ritorni

 

Chi dispera

non ha sera

 

chi va la notte

va a la morte

 

sulla muraglia

dormono abbracciati guardia e ladro

 

il tempo sembra fermo e invece fugge

tu non umiliare nessuno

tu non lesinare il tuo aiuto a chi soffre

al drago che torna tu sbarra la strada.

 

6. "DOPO TANTE PENE E TANTI LUTTI". UN DISCORSO TENUTO A VITERBO ALLA MANIFESTAZIONE PER LA PACE IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA IL 29 APRILE 2017

 

"Dopo tante pene e tanti lutti, tante lacrime e tante piaghe, tanto odio, tante ingiustizie e tanta disperazione, che fare?"

(Ignazio Silone, Fontamara)

 

I. Non ci paralizzi l'orrore

Non ci paralizzi l'orrore dinanzi alle stragi.

Nessun potere, anche il piu' violento, anche il piu' totalitario, si regge sul solo pilastro della forza. Tutti hanno bisogno anche di un secondo pilastro, che e' quello del consenso. E cosi' non e' mai vero che esistono situazioni di oppressione dinanzi alle quali non e' possibile fare nulla: sempre possiamo almeno negare il nostro consenso. E quando anche una sola persona nega il proprio consenso al potere violento, li' il movimento di liberazione dell'umanita' e' gia' cominciato.

C'e' una vecchia poesia che dice all'incirca: "Non dite che siamo pochi / e che l'impegno e' troppo grande per noi / sono forse poche quattro nubi nel cielo? / eppure in un attimo tutto si rabbuia / e giunge la tempesta. / Non dite che siamo pochi / dite solo che siamo".

La nonviolenza sa che si puo' sempre resistere alla violenza. Se tu resisti, il potere violento non ha ancora vinto.

E' possibile ed e' necessario uscire dalla rassegnazione alla violenza strutturale; e' possibile ed e' necessario uscire dalla subalternita' alla propaganda dei poteri dominanti; e' possibile ed e' necessario pensare seriamente i nostri pensieri e dire la verita'; e' possibile ed e' necessario che ogni persona si assuma la sua responsabilita' e agisca secondo scienza e coscienza: scegliendo di opporsi alla violenza nel modo piu' nitido e intransigente, concreto e coerente: con la scelta della lotta nonviolenta.

Innanzitutto dobbiamo fare quanto in nostro potere per salvare le vite. Innanzitutto dobbiamo fare quanto in nostro potere per fermare le uccisioni.

*

II. I primi e decisivi complici dei trafficanti mafiosi e schiavisti sono i governi europei razzisti

Dire la verita' e' necessario.

E dinanzi alla propaganda menzognera e alle ideologie razziste che dai mass-media i poteri dominanti e la teppa fascista ci vomitano addosso in questi giorni occorre replicare che i primi e decisivi complici dei trafficanti mafiosi e schiavisti di esseri umani sono i governi europei che impediscono che gli esseri umani in fuga dalla guerra e dalla fame possano trovare scampo dalla morte giungendo nei luoghi in cui guerra e fame non azzannano, non maciullano gli esseri umani.

Se i governi europei riconoscessero a tutti gli esseri umani il diritto di salvare la propria vita, e quindi riconoscessero a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in salvo in modo legale e sicuro, ebbene, le mafie schiaviste dei trafficanti sarebbero ipso facto annientate, il loro florido e turpe mercato di carne umana sarebbe annichilito. Questo devono decidere i governi europei se vogliono essere fedeli a quanto e' scritto nelle loro stesse costituzioni: di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere qui in modo legale e sicuro. Cesserebbe immediatamente la strage degli innocenti in fuga dalla guerra e dalla fame, sarebbero sconfitti i poteri criminali mafiosi e schiavisti che lucrano sulla tratta di innumerevoli innocenti.

*

III. Contro la guerra, le armi, gli eserciti

Le guerre sempre e solo consistono dell'uccisione di esseri umani, e poiche' noi siamo esseri umani la guerra e' sempre e soltanto nostra nemica e nostra assassina.

E poiche' le guerre si fanno con le armi, per opporsi alla guerra occorre opporsi alle armi: occorre farne cessare la produzione, il commercio e l'uso.

E poiche' sono degli esseri umani che usano le armi contro altri esseri umani, per abolire la guerra occorre abolire non solo le armi ma necessariamente anche le strutture preposte all'uso delle armi per commettere strage, le strutture preposte a organizzare, addestrare e mandare degli esseri umani ad uccidere altri esseri umani; occorre abolire gli eserciti e tutte le organizzazioni armate.

In quanto esseri umani noi dobbiamo abolire la guerra per salvare noi stessi, e per abolire la guerra occorre il disarmo e la smilitarizzazione; impegnarsi per la pace, impegnarsi per salvare le vite, implica l'impegno contro le armi e contro gli armigeri, altrimenti l'invocazione della pace e' vuoto e vano proclama ed effettuale ipocrita menzogna.

*

IV. Tre cose occorre fare qui e adesso per la pace

1. La prima cosa da fare: agire contro la guerra e tutte le uccisioni; e qui ed ora agire affinche' l'Italia cessi di essere complice delle guerre in corso, e quindi: ritirare le truppe italiane dalle missioni di guerra orwellianamente chiamate "operazioni di pace"; cessare di produrre e trafficare armi; ridurre drasticamente le spese militari e passare da un modello di difesa militare a un modello di protezione civile e di intervento internazionale umanitario fondati sulla difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace; adoperarsi per l'immediato scioglimento delle alleanze militari - intrinsecamente quindi terroriste e stragiste - come la Nato.

Facciamo in modo che l'Italia torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra.

2. La seconda cosa da fare: agire contro il razzismo e tutte le persecuzioni; agire per far cessare le stragi dei migranti e la persecuzione di essi nel nostro stesso paese.

E quindi: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

E ancora e decisivamente: riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che risiedono nel nostro paese: vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano; poiche' fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

E ancora, e ineludibilmente: abrogare tutte le scellerate misure razziste che governi sciagurati hanno imposto nel nostro paese - dai campi di concentramento alle deportazioni ad innumerevoli altre vessazioni -, le abominevoli misure razziste che hanno introdotto nell'ordinamento italiano elementi di apartheid incompatibili con la Costituzione repubblicana, incompatibili con lo stato di diritto, incompatibili con la democrazia.

Facciamo in modo che l'Italia torni al rispetto degli articoli 2, 3 e 10 della Costituzione repubblicana che riconosce, difende e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani; che impegna lo stato italiano a contrastare le ingiustizie che negano liberta' ed eguaglianza ed impediscono il pieno sviluppo della persona umana; che riconosce il diritto d'asilo nel nostro paese a chiunque nel suo paese non abbia le liberta' democratiche che la nostra Costituzione garantisce qui.

3. La terza e decisiva cosa da fare: agire contro il maschilismo, e agendo contro il maschilismo si agisce contro tutte le oppressioni; e quindi hic et nunc agire per far cessare il femminicidio ed ogni forma e concrezione di violenza maschilista, e quindi: innanzitutto sostenere i centri antiviolenza promossi dal movimento di liberazione delle donne; applicare pienamente la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne; realizzare la parita' di rappresentanza dei due generi ovunque si prendono decisioni pubbliche.

Il maschilismo e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze: se non si sconfigge il maschilismo non e' possibile sconfiggere nessuna altra forma di violenza. Questa coscienza illumini la nostra azione.

*

V. Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Mai piu' Auschwitz, mai piu' Hiroshima.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Ogni persona deve prendere una decisione.

L'impegno di ogni persona e' decisivo.

Con le parole di Gandhi: sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

 

7. VALENTINO PARLATO

 

E' deceduto Valentino Parlato, uno dei fondatori del "Manifesto".

Anche per noi e' stato un maestro.

 

8. "IN MEMORIA DI VALENTINO PARLATO". UN INCONTRO DI COMMEMORAZIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 2 maggio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Valentino Parlato, il prestigioso intellettuale e giornalista, tra i fondatori del quotidiano "Il manifesto", fin dalla giovinezza e per l'intera vita generoso militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', quest'oggi deceduto.

 

9. CON IL DIRITTO DI VOTO FERMARE LA GUERRA E LE STRAGI, IL RAZZISMO E LO SCHIAVISMO. UN APPELLO

 

Come e' scritto nell'"appello all'Italia civile: una persona, un voto" promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace e sottoscritto da moltissime autorevoli personalita' dell'impegno culturale, morale e civile, "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".

*

Due considerazioni vorremmo aggiungere, di semplice buon senso.

La prima: quando finalmente in Italia avranno il diritto di voto tutte le persone che in Italia vivono, sara' assai piu' difficile per i razzisti trovare consenso; e sara' assai piu' difficile per gli schiavisti trovare vittime costrette a subire ogni vessazione perche' effettualmente private di ogni diritto. E' con il diritto di voto che sconfiggeremo nel nostro paese razzismo e schiavismo.

La seconda: quando finalmente in Italia avranno il diritto di voto tutte le persone che in Italia vivono, e quindi tra esse anche quelle qui giunte in fuga dalla guerra e dalla fame, sara' assai piu' difficile che le politiche di guerra e di sfruttamento che stragi e devastazioni producono - le politiche oggi dominanti - trovino il consenso di cui godono oggi da parte di un'opinione pubblica e di un elettorato indifferenti per ipnosi o cinismo; e sara' assai piu' difficile ai governanti continuare nelle attuali assurde e turpi politiche che violano i diritti umani fondamentali ed impongono - infamia delle infamie - campi di concentramento, deportazioni ed altre vessazioni da regime di apartheid. E' con il diritto di voto che sconfiggeremo nel nostro paese le scellerate politiche di guerra e di violazione dei diritti umani fondamentali.

E' con il diritto di voto di tutte le persone che in Italia vivono che otterremo finalmente il rispetto e la piena applicazione della Costituzione repubblicana; e' con il diritto di voto di tutte le persone che in Italia vivono che otterremo finalmente l'inveramento della legalita' che salva le vite e rispetta e protegge la dignita' e i diritti di ogni persona; e' con il diritto di voto di tutte le persone che in Italia vivono che otterremo finalmente la pienezza della democrazia, il cui fondamento e' appunto il principio: "una persona, un voto".

*

Facciamo appello a tutte le persone di volonta' buona affinche' levino la loro voce e premano nonviolentemente sul Parlamento attualmente impegnato nell'elaborazione della nuova legge elettorale al fine di ottenere che cessi un'assurda ed ignobile discriminazione e sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

*

Preghiamo chiunque legga questo appello di farlo circolare ulteriormente e di scrivere ai Presidenti della Camera e del Senato affinche' coscientizzino tutti i parlamentari su questa ragionevole ed irrefutabile proposta di civilta': "sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese. Una persona, un voto".

*

Per scrivere ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

Per conferma dell'adesione a questo appello: centropacevt at gmail.com

 

10. LA SCELTA

 

Non c'e' impegno per la pace senza la scelta della nonviolenza.

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Difendere la vita, la dignita', i diritti di tutti gli esseri umani.

Difendere quest'unico mondo vivente casa comune dell'intera umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza.

Non c'e' impegno per la pace senza la scelta della nonviolenza.

 

11. DA UNA LETTERA DEL 26 APRILE

 

... Questa iniziativa [l'"appello all'Italia civile: una persona, un voto"] si collega anche al progetto di legge elaborato anni addietro dall'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, con specifico riferimento alle elezioni amministrative: progetto di legge che reca "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'"; progetto di legge peraltro da anni presentato in Parlamento e che puo' essere immediatamente approvato con legge ordinaria con la sola minima correzione (all'art. 2, comma primo, ed all'art. 3, comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto.

Ed ovviamente sosteniamo anche l'altra proposta di legge promossa dalla campagna "L'Italia sono anch'io" (col sostegno di centinaia di associazioni e movimenti della societa' civile): la proposta di legge che reca "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, Nuove norme sulla Cittadinanza", da anni all'esame del Parlamento e su cui non dovrebbe essere difficile raggiungere finalmente il consenso unanime di tutti i parlamentari non razzisti data l'assoluta ragionevolezza - e vorremmo dire: palese improcrastinabilita' - delle proposte che formula.

*

Noi pensiamo che la violenza, ogni violenza, si contrasta con la democrazia.

Noi pensiamo che la paura e la disperazione si contrasta con il diritto, con il riconoscimento dei diritti di ogni persona.

Noi pensiamo che l'illegalita' si contrasta con la legalita', la legalita' democratica che si fonda sull'eguaglianza di diritti di tutte le persone.

Vi e' in Italia chi minaccia, chi vessa, chi sfrutta le persone non native con brutalita' e rapacita' inaudite. E vi e' purtroppo tanta parte del ceto politico che sembra non accorgersi di tanto dolore, di tanta iniquita'.

E' con il riconoscimento del diritto di voto che si puo' mettere fine alla cecita' e all'ignavia di tanta parte delle rappresentanze istituzionali.

E' con il riconoscimento del diritto di voto che si avra' uno strumento fondamentale e indispensabile per contrastare mandanti, esecutori e propagandisti della violenza razzista e schiavista.

E' con il riconoscimento del diritto di voto che l'Italia tornera' ai valori della Resistenza antifascista e della Costituzione repubblicana.

 

12. LE INVASIONI BARBARICHE

 

Il partito dei longobardi per la difesa della razza latina

la pena di morte per chi salva i naufraghi

a reti unificate le televisioni ritrasmettono

il trionfo della volonta'

 

ha diritto d'ingresso in Italia chi dimostra

la sua limpieza de sangre

di essere iscritto al partito antemarcia

di nutrirsi di carne di porco

 

a scrivere le leggi le streghe di Macbeth

tra le nobili tradizioni da riesumare la schiavitu' e la sferza

sono arte di governo i campi di concentramento e le deportazioni

il bene e' buonista e fa schifo

 

e' aperta in citta' la caccia all'ambulante

la gioventu' hitleriana si addestra allegra ai pogrom

il parlamento invita a fare fuoco

chi ammazza piu' innocenti vince un premio

 

13. "INVITA UN AMICO A CENA E SPARAGLI"

 

In quel remoto paese la Camera dei Deputati approvo' la licenza di uccidere nelle ore notturne, purche' in casa.

La generalita' di chi voto' contro, lo fece obiettando: perche' solo di notte, perche' solo in casa?

Le prossime riforme: la decimazione, le crocifissioni in piazza, i roghi, lo Zyklon B.

 

14. IRRUZIONE FALANGISTA AL PARLAMENTO ITALIANO

 

Alcune centurie di falangisti hanno dato ieri l'assalto al parlamento italiano, ed al grido di "Viva la muerte" hanno deliberato la legalizzazione dell'omicidio.

Per ora solo in casa e di notte, poi si vedra'.

*

Frattanto il governo si pompeggia della magnifica trovata dei nuovi campi di concentramento diffusi in tutte le regioni d'Italia, dell'incremento delle deportazioni, dell'istituzione dei tribunali speciali etnici, della cancellazione di fondamentali garanzie giuridiche per chi non esibisce limpieza de sangue.

Dalle televisioni tutte e' un solo inno alla guerra sola igiene del mondo, al modo di produzione schiavista stadio supremo della civilta'.

 

15. CONTRASTARE LA BARBARIE CON IL DIRITTO DI VOTO PER TUTTE LE PERSONE CHE IN ITALIA VIVONO

 

Alla barbarie che dilaga nel ceto politico e attraverso i mass-media totalitari occorre opporre il risveglio della ragione, la forza della verita', la legalita' costituzionale, la democrazia repubblicana, la dignita' umana e l'umana solidarieta'.

Per contrastare il sanguinario delirio dell'attuale compagine ministeriale e dell'attuale compagine parlamentare in larga misura obnubilate e prostituitesi al razzismo come forma di governo e all'omicidio come una delle belle arti, occorre riaffermare che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso; e che il primo dovere di ogni essere umano, ed a maggior ragione di ogni civile istituzione, e' salvare le vite.

Per difendere la democrazia che un ceto politico e un apparato mass-mediatico di insensati sciagurati sta aggredendo con sadica brutalita' occorre battersi nonviolentemente per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono.

Nell'epidemico abissale imbarbarimento dei nativi, oggi l'Italia migliore - e quasi la sola Italia civile - sono le persone in Italia immigrate.

Una persona, un voto.

No all'apartheid, no all'omicidio.

 

16. UN ABOMINIO

 

Ieri alla Camera dei Deputati una maggioranza di insensati ha deliberato la liceita' dell'omicidio, purche' in casa propria e nottetempo.

Confidiamo che al Senato nessuno sia cosi' folle da rendere legge una simile criminale follia.

*

Che in un ramo del Parlamento di uno stato di diritto che non ammette la pena di morte si sia votato per permettere a privati cittadini di assassinare qualcuno, ebbene, e' un orrore indicibile. E non meno orribile e' il fatto che tanta parte dell'opposizione parlamentare a quella decisione sia stata motivata con la volonta' non di salvare le vite, ma di estendere vieppiu' la pratica omicida, in ogni luogo e in qualsiasi momento.

*

Ripetiamo ancora una volta la piu' elementare delle verita': ogni essere umano ha diritto alla vita; il compito primo di ogni civile istituzione e' salvare le vite.

I senatori non avallino il gesto necrofilo e insensato commesso dalla maggioranza dei deputati.

*

Per contrastare il crimine e la barbarie, e soprattutto per salvare piu' vite possibile, due cose innanzitutto ci sembra che qui e adesso siano necessarie.

La prima: il disarmo (cominciando con l'immediata proibizione della produzione, del commercio e della detenzione di armi da fuoco da parte di tutti i privati), poiche' come scriveva Omero nel XIX libro dell'Odissea da se stesse le armi tentano gli uomini a uccidere; nessuno lo ignora: meno armi, piu' vite salvate.

La seconda: il diritto di voto per tutte le persone che vivono qui, poiche' siamo certi che rispetto a tanti nativi imbarbariti gli immigrati giunti in Italia in fuga da paesi in cui imperversano la guerra e la fame, le dittature e i poteri criminali, siano sicuramente piu' umani, piu' misericordiosi, piu' civili; sono gli immigrati oggi l'Italia migliore: riconoscere loro il diritto di voto fara' un grande bene al nostro paese e a tutti coloro che ci vivono.

 

17. UNA PAROLA A PROPOSITO DELL'EDIZIONE NAZIONALE DI TUTTE LE OPERE DI DON MILANI

 

Finalmente.

Questa edizione integrale degli scritti di don Milani, con testi filologicamente accurati e apparato critico vasto e prezioso, e' una festa per ogni persona di volonta' buona.

E speriamo che presto dalla collana dei Meridiani passi anche a quella degli Oscar, con un prezzo accessibile per tutte le tasche.

Al direttore Alberto Melloni ed ai curatori Federico Ruozzi, Anna Carfora, Valentina Oldano e Sergio Tanzarella il plauso e la gratitudine piu' sinceri e commossi.

A tutte le persone amiche che ci leggono l'invito a diffondere la notizia della pubblicazione ed a far acquistare il libro da scuole e biblioteche pubbliche, associazioni democratiche e luoghi di aggregazione.

Quest'opera grande e' un formidabile strumento di lotta nonviolenta: che sia a disposizione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi.

*

Don Lorenzo Milani, Tutte le opere, Mondadori, Milano 2017, 2 tomi per pp. CXXXVIII + 1396 (tomo primo) + VI + 1432 (tomo secondo), euro 140.

 

18. "CHI SALVA LE VITE DI SICURO E' UN MASCALZONE"

 

Chi salva le vite di sicuro e' un mascalzone

gli assassini invece si' che sono galantuomini

 

i migranti in fuga dall'orrore sono tutti solo feccia

chi li ammazza invece si' che e' un vero uomo

 

sa il fatto suo il governo e istituisce

lager, deportazioni, tribunali speciali

 

le onorevoli eccellenze in parlamento

chiamano la nazione a fare fuoco

 

il caporale vede la televisione

di lacrime commosse unge la sferza

 

la nostra bella Italia si fa onore

nel campionato mondiale delle stragi

 

19. IL PRIMO DOVERE

 

Il primo dovere e' salvare le vite.

Cosa pensare di chi ingiuria e perseguita chi le vite salva?

Cosa pensare di chi ciancia e cavilla mentre un massacro e' in corso?

Cosa pensare di chi disprezza le vittime innocenti al punto da non tenere in nessun conto la loro esistenza ed i loro diritti?

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

La regola aurea dell'umano condursi e' agire verso le altre persone come vorresti che le altre persone agissero verso di te.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto.

 

20. NON UCCIDERE, SALVARE LE VITE

 

Non uccidere, salvare le vite.

E' tutto qui.

 

21. ESSERI UMANI

 

Salvare le vite.

Diritto di voto.

 

22. UN DIGIUNO

 

Care amiche e cari amici,

gentili signore e signori,

da lunedi' 8 maggio iniziero' un digiuno a sostegno della proposta del riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone residenti in Italia, proposta che intende far cessare l'assurda e inammissibile negazione del diritto di voto a milioni di persone di famiglie non native che vivono stabilmente in Italia, persone che - come e' scritto nell'appello all'Italia civile "Una persona, un voto" di cui sono primi firmatari padre Alex Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace - "qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

*

E' un digiuno gandhiano, non uno "sciopero della fame" di quelli per ottenere visibilita' sui media della societa' dello spettacolo (dai quali nel migliore dei casi l'attenzione e' poi sempre puntata sul dito e mai sulla luna) o per esercitare un ricatto morale su chicchessia.

Un digiuno che intende testimoniare la mia sofferenza per una situazione che trovo inaccettabile - una situazione in cui la persecuzione razzista in Italia di anno in anno e' cresciuta esponenzialmente ed elementi di apartheid si sono insinuati nell'ordinamento -, una situazione che si potrebbe adeguatamente contrastare con la forza della democrazia: riconoscendo il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Ed e' un digiuno che intende testimoniare la persuasione che dobbiamo ideare ed attuare forme adeguate di azione nonviolenta per mettere in movimento l'intera popolazione in difesa della democrazia (poiche' non vi e' piena democrazia se non si riconosce il principio "una persona, un voto") e coscientizzare i legislatori che in queste settimane dovranno elaborare la nuova legge elettorale.

So che questa iniziativa di digiuno puo' sembrare ridicola e quasi offensiva per i poveri che muoiono di fame; ma e' una forma di azione nonviolenta che per varie ragioni sento e credo di dover adottare in questo momento.

Il digiuno non e' solo la condivisione di una sofferenza, ma anche un momento di chiarificazione interiore, di piu' intenso e rigoroso pensare i propri pensieri, e di assunzione delle proprie responsabilita': e di quanto sta accadendo in Italia come cittadino italiano sono anch'io per la mia parte responsabile.

Mi riprometto di digiunare per una settimana; confido per esperienza di riuscire a farlo (di piu' non saprei, sono ormai un vecchio piuttosto malandato e non credo di essere piu' in grado di sostenere un digiuno prolungato).

*

Naturalmente riaffermo anche il mio sostegno alle due proposte di legge presentate a suo tempo dall'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (Anci) e dalla rete di associazioni della campagna "L'Italia sono anch'io".

Ovvero la proposta di legge che reca "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", predisposta dall'Anci con specifico riferimento alle elezioni amministrative e che puo' essere immediatamente approvata con legge ordinaria con la sola minima correzione (all'art. 2, comma primo, ed all'art. 3, comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto; e la proposta di legge che reca "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, Nuove norme sulla Cittadinanza", gia' approvata (sia pure con modifiche peggiorative) alla Camera, e che dovrebbe finalmente essere esaminata dal Senato nelle prossime settimane, proposta talmente di buon senso che su di essa non dovrebbe essere difficile raggiungere finalmente il consenso unanime di tutti i parlamentari non razzisti.

Tutte queste proposte propongono cose buone e giuste; spero quindi di tutto cuore che siano prese in adeguata considerazione dal Parlamento e diventino al piu' presto leggi dello stato.

*

A chi legge queste righe chiedo di valutare, ciascuna persona per se', se puo' fare qualcosa (oltre quanto eventualmente gia' fatto) per sostenere la proposta del riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia; il gia' ricordato appello all'Italia civile "Una persona, un voto" (che allego in calce a questa lettera) propone conclusivamente di scrivere ai presidenti del Parlamento, ma si puo' fare anche molto altro: far circolare la notizia dell'appello, promuovere altre adesioni ad esso, realizzare incontri pubblici sull'argomento, ed altro ancora.

Ringrazio tutte e tutti per l'attenzione che avete gia' dedicato o che dedicherete a sostenere la proposta "Una persona, un voto".

Un cordiale saluto,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 7 maggio 2017

* * *

Allegato. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

(...)

 

23. INIZIANDO UN DIGIUNO PER IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI VOTO A TUTTE LE PERSONE CHE IN ITALIA STABILMENTE VIVONO

 

Inizio oggi, lunedi' 8 maggio 2017, un digiuno per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia stabilmente vivono.

Un digiuno a sostegno dell'"Appello all'Italia civile: una persona, un voto" di cui sono primi firmatari padre Alessandro Zanotelli e la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace e che e' stato sottoscritto da numerose altre illustri personalita' dell'impegno culturale, morale e civile.

Quell'appello sottolinea che fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", e pertanto che "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".

Ed in effetti "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

*

E' un digiuno di tipo gandhiano, non un generico "sciopero della fame": quindi non per forzare la volonta' altrui ma per richiamare se stessi al vaglio della coscienza, al lume della ragione, alla legge morale, alla sequela del vero; pertanto non ha altro fine che quello di segnalare un'ingiustizia, di testimoniare una sofferenza, di riconoscere e assumere personalmente la propria parte di responsabilita', e quindi anche di formulare un invito alla riflessione; e qualora questa riflessione portasse anche altre persone alla persuasione che sia ingiusto continuare a negare il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia stabilmente vivono, allora e solo allora e' anche un appello all'azione nonviolenta affinche' questo riconoscimento divenga legge.

Mentre tanti orrori funestano il mondo, e la fame tortura tante vittime innocenti, so bene che il volontario digiuno di una persona puo' sembrare ridicolo o peggio. Chi mi conosce sa che non cerco pubblicita' per me stesso, che da tempo sono impegnato in iniziative di solidarieta', e quindi se mi decido a questo gesto non e' senza averlo meditato.

*

Ogni persona che condividesse l'"Appello all'Italia civile: una persona, un voto" sopra ricordato sapra' cosa puo' e vuole fare a sostegno di esso: chi siede in Parlamento o in Consiglio dei Ministri puo' agire direttamente affinche' si legiferi in tal senso; tutte le altre persone possono esprimere pubblicamente il proprio convincimento, far circolare l'appello, promuovere altre adesioni, scrivere ai parlamentari... l'impegno nonviolento per la democrazia e i diritti umani ha infinite risorse.

Ovviamente oltre alla proposta dell'appello "Una persona, un voto" sosteniamo anche le due proposte di legge presentate a suo tempo dall'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (Anci) e dalla rete di associazioni della campagna "L'Italia sono anch'io": ovvero la proposta di legge che reca "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", predisposta dall'Anci con specifico riferimento alle elezioni amministrative e che puo' essere immediatamente approvata con legge ordinaria con la sola minima correzione (all'art. 2, comma primo, ed all'art. 3, comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto; e la proposta di legge che reca "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, Nuove norme sulla Cittadinanza", gia' approvata (sia pure con modifiche peggiorative) alla Camera, e che dovrebbe finalmente essere esaminata dal Senato nelle prossime settimane, proposta talmente di buon senso che su di essa non dovrebbe essere difficile raggiungere finalmente il consenso unanime di tutti i parlamentari non razzisti.

*

Allego in calce:

1. l'appello all'Italia civile "Una persona, un voto";

2. una minima notizia su chi scrive queste righe.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 8 maggio 2017

* * *

Allegato 1. L'appello all'Italia civile "Una persona, un voto"

(...)

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 253 del 26 luglio 2017

 

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