[Nonviolenza] Una persona, un voto. 63



 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 63 del 30 marzo 2017

 

In questo numero:

1. Inizia domani il XXV congresso del Movimento Nonviolento

2. Mao Valpiana: Coerenza, continuita', convinzione. La nonviolenza oggi

3. Pasquale Pugliese: 55 anni dopo, c'e' sempre piu' bisogno di nonviolenza

4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

5. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

6. "Il cuore della democrazia". Una richiesta ai gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici

7. Quattro bozze di lettere: ai parlamentari, agli enti locali, ai mass-media, a movimenti e associazioni

8. Cino Catapecchi: Il naufragio

9. Cino Catapecchi: Gli antichi non avrebbero ammesso

10. Cino Catapecchi: Tutti saremo messi alla prova

 

1. INCONTRI. INIZIA DOMANI IL XXV CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Dal Movimento Nonvioento riceviamo e diffondiamo]

 

Congresso nazionale del Movimento Nonviolento

"Coerenza, continuita', convinzione. La nonviolenza oggi"

Si svolgera' da venerdi' 31 marzo a domenica 2 aprile il XXV Congresso nazionale del Movimento Nonviolento. Fondato nel 1962 da Aldo Capitini, il Movimento celebra i suoi 55 anni con questo importante incontro di tre giorni a Roma, cui parteciperanno nonviolenti da tutta Italia.

Il primo appuntamento e' venerdi' 31 marzo alle ore 16,30 al cippo dedicato a Giacomo Matteotti (lungotevere Arnaldo da Brescia, angolo via degli Scialoja) per una commemorazione del deputato socialista e antimilitarista assassinato dai fascisti, con la testimonianza di Daniele Lugli.

Poi alle ore 18  nella sede del Partito Radicale in via di Torre Argentina 76, ci sara' il convegno "Migrazioni e conflitti. Politiche per la citta' aperta", un dialogo tra il senatore Luigi Manconi, il presidente emerito Daniele Lugli ed il vignettista Mauro Biani, moderato da Mao Valpiana direttore di Azione nonviolenta.

Sabato primo aprile mattina il Congresso si svolgera' nella Sala dei Salesiani in via Marsala 42, e l'apertura sara' affidata al sociologo e docente emerito Franco Ferrarotti. Seguiranno i saluti istituzionali (gia' pervenuti quelli del Vaticano, del Senato, della Regione e del Comune Roma Capitale), dei politici (presenti deputati del Pd, di Sinistra italiana e del Movimento 5 stelle, esponenti dei Verdi) e dei molti ospiti che si sono gia' annunciati (tra cui il Sindaco di Messina Renato Accorinti, il critico Goffredo Fofi, le pacifiste e femministe storiche Lidia Menapace e Giancarla Codrignani, i giornalisti e ricercatori Enrico Piovesana e Lorenzo Guadagnucci, i rappresentanti dell'Anpi e dell'Aned, e i portavoce di Rete della Pace, del Tavolo interventi civili di pace, della Rete per il Disarmo, della Conferenza nazionale degli Enti di Servizio civile, ecc.).

Temi centrali del dibattito tra gli aderenti al Movimento saranno: le campagne contro le spese militari e per la difesa nonviolenta, la crisi della politica, le migrazioni e i conflitti, le iniziative per la legalita', l'ambiente, i diritti; la costruzione dell'Europa come potenza di pace, il rilancio del movimento pacifista e contro la guerra; gli strumenti dell'azione nonviolenta e la crescita della cultura della nonviolenza; le politiche territoriali per le citta' accoglienti e aperte.

Dopo l'introduzione "Noi siamo le nostre relazioni" del presidente Mao Valpiana e del segretario Pasquale Pugliese, i lavori proseguiranno con tre Commissioni di lavoro sui temi: Esperienze educative per la nonviolenza; Un'altra difesa e' possibile; La forza preziosa dei piccoli gruppi.

Pur essendo un'organizzazione minoritaria, il Movimento Nonviolento in questi anni di crisi del movimento pacifista e' diventato sempre di piu' punto di riferimento e di servizio di un'area piu' ampia, svolgendo un ruolo importante nella campagna nazionale Un'altra difesa e' possibile per l'istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta, con una proposta di legge giunta gia' all'attenzione della Commissione Difesa della Camera.

Nel drammatico scenario internazionale e nazionale, nel quale non si e' mai speso tanto per preparare e fare le guerre, il compito del Movimento Nonviolento oggi e' di far entrare il tema essenziale della costruzione della pace con mezzi pacifici nell'agenda della politica.

La domenica 2 aprile sara' dedicata ancora al dibattito cui seguiranno l'approvazione delle mozioni e l'elezione dei nuovi organi del Movimento.

Tutti i lavori saranno seguiti da Radio Radicale e trasmessi in diretta streaming sui social del Movimento Nonviolento.

Per informazioni: www.azionenonviolenta.it  tweet: @movnonviolento pagina FB: Movimento Nonviolento

Durante il Congresso, contatti stampa: 3482863190 e 3389463352

 

2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: COERENZA, CONTINUITA', CONVINZIONE. LA NONVIOLENZA OGGI

[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo l'editoriale dell'ultimo fascicolo]

 

Nel desolante panorama che l'attualita' ci riserva ogni giorno, la nonviolenza rappresenta quell'orizzonte che stiamo cercando oltre la cima piu' alta. Non lo vediamo ancora, ma sappiamo che c'e'. Il nostro Movimento, per quanto piccolo e marginale, e' impegnato nella scalata con "coerenza, continuita', convinzione" (sono parole di Pietro Pinna, che ci ha lasciato un anno fa): camminare in salita in gruppo e' meno faticoso che farlo da soli.

Il Congresso e' un'assemblea aperta a tutti, e tutti hanno diritto di parola. Possono votare (cioe' decidere gli impegni ed eleggere i responsabili) solo gli iscritti al Movimento Nonviolento per il 2017 (cioe' coloro che si sono persuasi ad assumere la responsabilita' di partecipare attivamente alla nonviolenza organizzata). Il Congresso e' il momento piu' alto della vita del Movimento.

La politica-spettacolo, cioe' quella che va in scena ogni giorno dagli schermi televisivi e dei computer, o sui giornali, e' basata soprattutto sull'immagine, sui loghi, sulle coreografie, sul volto del capo, sulle frasi ad effetto, sulle battute di un tweet. Tutto si risolve in un titolo. Noi ci sentiamo lontani anni luce da quel modo di fare, che e' falso, vuoto, inutile. Non vogliamo nemmeno perderci nella lamentazione, nell'indignazione sterile, nella critica feroce a quello che fanno gli altri. Noi semplicemente ignoriamo quel mondo, non lo frequentiamo. Abbiamo gia' molto da fare per lavorare sui contenuti, facendo attenzione ad applicare bene il metodo della nonviolenza, a come raccogliamo e utilizziamo i fondi necessari, perche' siamo poveri e le risorse ce le dobbiamo guadagnare. Insomma, il lavoro costruttivo della nonviolenza e' faticoso e quotidiano. Il nostro Congresso sara' una ricerca corale di qualche parola di verita', sara' un incontro sobrio, con la necessaria tensione e la giusta familiarita'. "Ascoltare e parlare" era il motto capitiniano.

Il Congresso si rivolge soprattutto agli aderenti, coloro che hanno sottoscritto la Carta programmatica del Movimento Nonviolento, ma vuole dialogare con le tante realta' con cui e' in relazione e ha fatto rete. Sono tanti i temi che saranno al centro delle discussioni, con l'intendimento di giungere a definire un programma di lavoro comune, una strategia per perseguire le finalita' e le direttrici d'azione del Movimento stesso.

La mozione del primo congresso del Movimento diceva: "Puo' darsi che la nostra posizione conservi il carattere di minoranza per lungo tempo e sia percio' semplice "aggiunta", ma essa tanto piu' sara' persuasa di essere gia' "potere" - un nuovo tipo di potere - quanto piu' le sue iniziative saranno aperte e valide per tutti, da centri collocati al livello delle moltitudini". Certamente oggi siamo ancora minoranza, forse infima minoranza, ma abbiamo anche la consapevolezza di far parte di una grande storia, di esercitare gia' ora quel potere che ci viene dalle tante iniziative che sappiamo e sapremo mettere in atto.

Le attivita' culturali, l'elaborazione teorica, le esperienze educative, la formazione continua, l'informazione, la divulgazione della stampa, il servizio civile, la ricerca, la cura degli archivi, la memoria storica, la denuncia, il disarmo, la difesa nonviolenta, il lavoro locale, la gestione delle Case per la pace, l'impegno internazionale, i campi estivi, l'amministrazione, gli indirizzari, la progettualita', le campagne, la solidarieta', la documentazione, il finanziamento... sono solo alcuni dei compiti che abbiamo da svolgere per mantenere viva la nonviolenza organizzata.

Ci riuniremo nei giorni 1 e 2 aprile a Roma, centro della politica istituzionale, con la quale vogliamo rapportarci, se avra' l'attenzione e la volonta' di ascoltare quel che si dice e si muove nella periferia.

L'invito e' a partecipare al Congresso.

Nessun fucile si spezza da solo. Il potere di spezzarlo e' nelle nostre mani.

 

3. EDITORIALE. PASQUALE PUGLIESE: 55 ANNI DOPO C'E' SEMPRE PIU' BISOGNO DI NONVIOLENZA

[Riceviamo e volentieri diffondiamo]

 

"La nonviolenza va nel profondo piu' di quanto si creda. Essa si presenta, oggi in modo culminante, come antitesi ai maggiori mali: la guerra e il folle riarmo, l'assolutismo oppressivo dei governi, lo sfruttamento delle moltitudini povere, la chiusura individualistica egocentrica e disperata. Percio' essa sta alla punta estrema del vecchio mondo piu' di ogni altro preteso, grossolano e superficiale estremismo: anche se altri sa distruggere la nonviolenza costruisce"

(Aldo Capitini, relazione al primo congresso del Movimento Nonviolento, 1966)

Era il gennaio del 1962 quando, sui muri di Perugia, apparve il manifesto che annunciava la nascita del "Movimento Nonviolento per la Pace". Nell'estate precedente, la guerra fredda tra i blocchi dell'Est e dell'Ovest aveva ricevuto una fortissima accelerazione con la costruzione del muro di Berlino; nel settembre Aldo Capitini, dalla Rocca di Assisi a conclusione della "Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli", aveva lanciato la "Mozione del popolo della pace", nella quale - tra l'altro - scriveva che "la pace e' troppo importante perche' possa essere lasciata nelle mani dei soli governanti". In quell'autunno-inverno Aldo Capitini, Pietro Pinna, Daniele Lugli e alcuni altri amici diedero vita al Movimento Nonviolento, che prendera' nelle mani l'impegno per la pace nei successivi 55 anni. "Puo' darsi che la nostra posizione conservi il carattere di minoranza per lungo tempo e sia percio' semplice aggiunta" - scriveva Capitini nella relazione al primo Congresso del Movimento Nonviolento, nel 1966 - "ma essa tanto piu' sara' persuasa di essere gia' 'potere' - un nuovo tipo di potere - quanto piu' le sue iniziative saranno aperte e valide per tutti, da centri collocati al livello delle moltitudini". L'1 e 2 aprile 2017 il Movimento Nonviolento celebra a Roma il suo XXV Congresso nazionale, si tratta ormai di una delle comunita' politiche piu' longeve nella storia del nostro Paese.

Nel 1989 i popoli europei abbatterono quel muro che divideva in due l'Europa e il mondo. In molti immaginavamo - o forse speravamo - che con la fine della divisione tra Est e Ovest, la corsa agli armamenti potesse avere finalmente fine e si aprisse una fase nuova per l'umanita'. Un periodo di prosperita' fondato sui dividendi di pace, cioe' sulla liberazione di risorse dalle spese militari a beneficio delle spese civili e sociali. Invece - come la fine della seconda guerra mondiale si chiuse con la manifestazione di potenza degli Usa che sganciarono le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, volendo segnare la supremazia sull'Unione Sovietica - la fine dei blocchi contrapposti si apri' con l'invasione della coalizione a guida Usa dell'Iraq, nel 1991 - a seguito dell'occupazione di questo, dei pozzi petroliferi del Kwait - volendo segnare la supremazia del blocco occidentale sull'intero pianeta. Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, anche l'Italia - aprendo uno squarcio nella Costituzione, mai piu' ricucito - diede il suo contributo alla guerra. E' con quella che sara' ricordata come la prima guerra del Golfo che comincia l'ossimoro retorico della "guerra umanitaria", delle "missioni di pace" fatte con la guerra, della "esportazione della democrazia" attraverso le bombe al fosforo bianco e all'uranio impoverito, che produssero - in quel caso - alcune centinaia di morti fra le truppe occidentali, centinaia di migliaia tra militari e civili iracheni. Da allora e' un crescendo di interventi armati in giro per il pianeta: Somalia (1992), Haiti (1994), Bosnia (1995), bombardamenti su Bagdad (1998), Kossovo (1999).

Un primo contraccolpo a questa frenetica attivita' bellica Usa e Nato e' l'attacco dell'11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York. Oggi si scopre, peraltro, che gli attentatori furono "attivamente aiutati" da funzionari del governo saudita, alleato storico degli Usa e dell'Europa. Non fu quella tragedia l'occasione per fermare la proiezione imperialistica occidentale - come invitava a fare, per esempio, Tiziano Terzani - ma il pretesto per avviare nuove imprese belliche, con la nuova retorica della "lotta al terrorismo": Afghanistan (2001), Iraq (2003), Libia (2011), iniziate e mai piu' concluse. Milioni di morti dopo, una nuova ondata di terrorismo internazionale, che ha il suo fulcro nel cosiddetto "Stato islamico", e colpisce continuativamente anche in Europa come mai prima d'ora, e' il secondo contraccolpo alla fallimentare strategia della violenza. Sangue non lava sangue, ma si aggiunge e ne prepara dell'altro. Invece la corsa agli armamenti, sia sul piano internazionale che nazionale, e' ripresa a ritmo vorticoso: mai, dalla seconda guerra mondiale, gli Stati hanno speso tanto per le spese militari, mai la produzione e il commercio degli armamenti hanno prodotto tanti profitti privati, mai tanti profughi hanno attraversato il Mediterraneo e tanti muri e fili spinati sono stati innalzati nel cuore dell'Europa. Mai come ora, dal 1953 - avverte l'autorevole Bollettino degli scienziati atomici - le lancette dell'Orologio dell'apocalisse erano state cosi' vicine alla mezzanotte nucleare.

Emerge, dunque, l'urgenza della costruzione di un vero movimento per la pace, nazionale e internazionale, che abbia il fine della fuoriuscita dal tempo e dalla logica della guerra. Che stia sempre dalla parte delle vittime civili, senza tentennamenti (come invece e' avvenuto di fronte alla tragedia della Siria, schiacciata tra il terrore del regime e le roccaforti del terrorismo). Un movimento forte e autorevole, che abbia la guerra come nemico, che sia capace di contrastarla fin dalla preparazione degli strumenti che la rendono possibile, attraverso il disarmo e la costruzione delle alternative civili. In un Paese in cui, negli ultimi dieci anni di crisi economica e di stagnazione, si e' tagliato tutto il tagliabile, la spesa pubblica militare italiana e' invece aumentata del 21% (di cui quelle per gli armamenti, a carico del Mise, addirittura dell'85%) al punto che per il 2017 e' prevista una spesa di 23,4 miliardi di euro, ossia di 64 milioni al giorno. Mentre per un anno di Servizio civile universale il governo investe l'equivalente di quattro giorni di spesa militare e nel "Fondo per le politiche sociali" addirittura l'equivalente di tre giorni, e' necessario un movimento per la pace in grado di imporre all'agenda della politica la liberazione delle risorse sacrificate sull'altare delle spese per la guerra, ripudiata dalla Costituzione, a beneficio delle spese civili e sociali e per la costruzione delle alternative alla guerra, come affermato dalla Costituzione. Un movimento che agisca il proprio potere dal basso, costruendo specificamente politiche attive di pace. Come propone, per esempio, la campagna "Un'altra difesa e' possibile".

Insomma, 55 anni dopo c'e' sempre piu' bisogno di nonviolenza, sul piano culturale, politico e organizzativo. Per questo, ancora una volta, l'1 e 2 aprile, partecipero' a Roma al Congresso nazionale del Movimento Nonviolento.

 

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

5. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

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All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Michele Boato, ecologista

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Paolo Bosi, docente universitario

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Gennaro Carotenuto, storico

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Giorgio Demurtas, docente universitario

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Miguel Gotor, senatore

Carmine Grassimo, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Cristina Maranesi, blogger

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Rosangela Mura, attivista

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Roberto Rampi, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Annamaria Rivera, antropologa

Giorgio Roversi, pensionato

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil

Irene Starace, Wilpf Italia

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Lorenzo Zaniboni

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

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Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

6. REPETITA IUVANT. "IL CUORE DELLA DEMOCRAZIA". UNA RICHIESTA AI GRUPPI DIRIGENTI DEI MOVIMENTI POLITICI DEMOCRATICI

 

In questi giorni in cui - evidentemente anche in vista delle imminenti elezioni amministrative - e' vivace e fin tumultuoso il dibattito nelle forze politiche democratiche, sembra tuttavia del tutto assente la questione decisiva: il riconoscimento del diritto di voto a oltre cinque milioni di persone che vivono in Italia ma continuano a subire l'assurda e scandalosa negazione del primo e fondamentale diritto democratico: il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche, il diritto all'elettorato. Da sempre la prima caratteristica della democrazia e' il principio "una persona, un voto". Nulla puo' giustificare l'esclusione dal diritto di voto di quasi un decimo della effettiva popolazione italiana.

*

Da tempo autorevoli personalita' della vita culturale, della riflessione morale, dell'impegno sociale e civile, dei movimenti e delle istituzioni, hanno promosso un appello a tal fine.

In esso si legge quanto segue.

"Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora".

*

AI gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici italiani in questi giorni impegnati in incontri e dibattiti pubblici di grande evidenza poniamo questa richiesta: di dichiarare il loro impegno affinche' sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

Dal punto di vista della democrazia e' la questione delle questioni.

*

Aggiungiamo che per quanto concerne le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria, il cui possibile testo peraltro e' gia' stato elaborato anni fa dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci): "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge da anni presentato in Parlamento che puo' essere immediatamente approvato con la sola minima correzione (all'art. 2 comma primo, ed all'art. 3 comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto.

Per quanto concerne le elezioni politiche le competenti commissioni parlamentari valuteranno se occorra o meno una modifica costituzionale: ma non vi e' alcun dubbio che l'intero impianto della Costituzione della Repubblica Italiana e' coerente con il riconoscimento del primo diritto democratico a tutte le persone che in Italia realmente vivono (ovvero: l'attuale situazione di apartheid elettorale per oltre cinque milioni di persone nostre conterranee palesemente confligge sia de facto che de jure con la legalita' costituzionale).

*

Vi chiediamo pertanto una nitida presa di coscienza, una sincera risposta, un persuaso impegno: nel cruciale momento elettorale torni a valere erga omnes la democrazia che ogni persona riconosce e raggiunge e rispetta ed include.

La democrazia si difende e s'invera con la democrazia; il cuore della democrazia e' il diritto di voto.

Una persona, un voto.

 

7. MATERIALI. QUATTRO BOZZE DI LETTERE: AI PARLAMENTARI, AGLI ENTI LOCALI, AI MASS-MEDIA, A MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI

 

Vi mettiamo a disposizione quattro bozze di lettere che potreste inviare rispettivamente: 1) alle ed ai parlamentari; 2) agli enti locali; 3) ai mass-media; 4) a movimenti e associazioni, con cui chiedere il loro impegno.

Vi segnaliamo che e' possibile contattare tutti i parlamentari attraverso i siti della Camera e del Senato; a nostro avviso sarebbe opportuno scrivere anche almeno ai seguenti indirizzi:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

- e per opportuna conoscenza: on. Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it (quest'ultimo indirizzo e' "pec", ma riceve anche da caselle di posta elettronica non certificate).

Sperando che condividiate questa proposta, grazie fin d'ora per quanto vorrete fare.

*

1) Bozza di lettera alle ed ai parlamentari

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le saremmo assai grati se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

Le saremmo assai grati se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la salutiamo cordialmente

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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2) Bozza di lettera agli enti locali

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Egregio Sindaco del Comune di ... / Egregio Presidente della Provincia di ... / Egregio Presidente della Regione ...,

vi proponiamo che l'ente locale da voi rappresentato esprima - attraverso un ordine del giorno, una mozione o un altro atto amministrativo che riterrete adeguato e opportuno - il vostro sostegno alla richiesta che il Parlamento nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli ed innumerevoli altre persone.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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3) Bozza di lettera ai mass-media

Oggetto: Un appello al Parlamento

Spettabile redazione / Egregia/o direttrice/direttore / Gentile giornalista,

sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se la vostra testata desse notizia dell'iniziativa e ancor piu' se volesse sostenerla.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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4) Bozza di lettera a movimenti e associazioni

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Cari amici, egregi signori,

come forse gia' saprete sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se anche voi voleste condividere, sostenere e diffondere questa proposta.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

 

8. SCORCIATOIE. CINO CATAPECCHI: IL NAUFRAGIO

 

Ogni giorno il mare ne ingoiava, il mostro Oceano

ogni giorno lari e penati assistevano immoti

al pater familias in carica o vicario

che sacrificava carni di femmine

il mondo intero un'ara spumante di sangue.

 

Ed ogni giorno la guerra mille forbici

sminuzzava nel piatto del signor Krupp

la pappa energetica le cedole azionarie

un nichelino ogni testa mozzata

ed ogni giorno bruciavamo per sempre

quel che restava delle foreste sacre

gia' pullulanti d'infinite vite.

 

Avvelenati tutti i pozzi

assassinate tutte le mogli e le fanciulle

disseminata di funghi l'aria

colmato il mare di cadaveri

eccoci qui, a chiederci cosa e' successo.

 

9. SCORCIATOIE. CINO CATAPECCHI: GLI ANTICHI NON AVREBBERO AMMESSO

 

Gli antichi non avrebbero ammesso

che si scrivesse di questo.

 

Leggo nei loro libri di battaglie

in cui ogni volta diecimila uomini

sono cavati dal corpo e disfatti.

 

Leggo nei loro libri le piu' belle parole

i piu' atroci misfatti

anch'io li chiamo classici.

 

Questo nostro orrore di oggi

questa storia serpente di sangue.

 

Rotto in due io combatto me stesso

rotto in due ne' salvo ne' arreso.

 

10. SCORCIATOIE. CINO CATAPECCHI: TUTTI SAREMO MESSI ALLA PROVA

 

Tutti saremo messi alla prova

e tutti lo sapremo solo dopo

che quella era la prova e quel dolore

era la verita' che con pugno di ferro

ti estrae goccia a goccia dal cuore il mondo.

 

Tutti saremo messi alla prova

e quella lotta tu devi sostenerla

senza illusioni senza retorica

nel silenzio e nel buio

visione del niente.

 

E tutti alla prova saremo messi

e tu non tradire l'amico

e tu non cedere al male

e tu sulle tue sole spalle

sentila tutta l'umanita'.

 

Queste parole non significano niente

queste parole sono solo parole

nessuno conosce il dolore degli altri

nessuno sa dire il suo stesso dolore.

 

E gira la ruota della tortura

gira la ruota della fortuna

tu non uccidere tu non mentire

salva le vite non premere i volti.

 

Resisti nascosto resisti in silenzio

resisti al fascismo di dentro e di fuori.

 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 63 del 30 marzo 2017

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com