[Nonviolenza] Telegrammi. 2508



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2508 del 21 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Industria culturale e macchina del consenso". Un incontro di studio

2. Alcuni testi del mese di marzo 2014 (parte prima)

3. Al Presidente del Consiglio dei Ministri

4. La riflessione morale, giuridica e politica di Martha C. Nussbaum

5. Rileggere Emily Dickinson. Un incontro a Viterbo

6. Mario Lodi

7. Alain Resnais

8. Opporsi alla guerra

9. La battaglia delle Arginuse

10. Verso l'8 marzo. All'ascolto di Simone de Beauvoir

11. "Bertha von Suttner: costruire la pace". Un incontro di studio a Viterbo

12. Flora Tristan. Un incontro a Viterbo

13. Una lettera ai capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche

14. E in Afghanistan

15. Un incontro di studio su Mary Wollstonecraft

16. Tre minime meditazioni per l'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne

17. Alla scuola di Clara Zetkin. Un incontro a Viterbo

18. "L'opera storiografica di Anna Bravo". Un incontro di studio a Viterbo in occasione dell'8 marzo

19. Una lettera aperta al Ministro della Giustizia

20. A tre anni dalla catastrofe di Fukushima

21. In memoria di Massimiliano obiettore alla guerra, agli eserciti, alle armi

22. La guerra e' un crimine contro l'umanita'

23. In memoria di Marianella Garcia nell'anniversario della morte

24. Un incontro di studio sull'impegno di Albert Einstein per la pace e i diritti umani

25. Una lettera all'Assessore ai servizi sociali ed al Sindaco del Comune di Viterbo

26. Un incontro in memoria di Sauro Sorbini

27. Segnalazioni librarie

28. La "Carta" del Movimento Nonviolento

29. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "INDUSTRIA CULTURALE E MACCHINA DEL CONSENSO". UN INCONTRO DI STUDIO

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 20 ottobre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Industria culturale e macchina del consenso. Per un'analisi critica della societa' dello spettacolo, delle dinamiche e delle forme di asservimento e alienazione nell'Italia degli ultimi decenni; e per un'etica civile della resistenza nonviolenta alla barbarie".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2014 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2014.

 

3. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

"Tutti fra se confederati estima

gli uomini, e tutti abbraccia

con vero amor, porgendo

valida e pronta ed aspettando aita

negli alterni perigli e nelle angosce"

(Giacomo Leopardi, La ginestra, vv. 130-134)

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

mi permetto di scriverle perche' non vorrei che le accadesse di non riflettere adeguatamente sulla terribile, scandalosa, flagrante violazione dei piu' fondamentali diritti umani da parte dello stato italiano nei confronti dei migranti; violazione che il suo governo puo' e deve far cessare.

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Le segnalo in particolare tre situazioni assolutamente inammissibili:

1. l'esistenza di campi di concentramento in cui persone che non hanno commesso nulla di male sono detenute in condizioni disumane per mesi e mesi;

2. le deportazioni di persone che non hanno commesso nulla di male e che vengono brutalmente riconsegnate alle situazioni di violenza da cui erano fuggite sperando di trovare salvezza, asilo e protezione in Italia (salvezza, asilo e protezione che la Costituzione della Repubblica Italiana esplicitamente prevede e garantisce);

3. il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu' di esseri umani innocenti gettati ed abbandonati negli artigli dell'economia illegale e dei poteri criminali.

Sono tre abominevoli crimini - i campi di concentramento, le deportazioni, il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu' - che devono cessare; e per farli cessare e' sufficiente che il suo governo proponga ed ottenga dal parlamento l'abrogazione delle misure razziste ed incostituzionali che tali orrori hanno introdotto nel nostro ordinamento, nel nostro paese.

*

Tralascio qui molti altri temi su cui pure avrei a cuore di richiamare la sua attenzione: che ogni essere umano deve veder riconosciuto il diritto di libera circolazione sul pianeta casa comune dell'umanita'; che ogni persona che nasce in Italia deve essere riconosciuta ipso facto come cittadino italiano; che chiunque deve godere del diritto di voto nel luogo in cui vive, lavora e contribuisce al benessere comune; ed altre questioni ancora su cui opportunamente invita alla riflessione un recente assai utile documento, la "Carta di Lampedusa" del primo febbraio 2014.

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Sarebbe un buon inizio per il suo governo l'abolizione dei campi di concentramento, delle deportazioni, del favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu'; ripristinando cosi' la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana, ed il rispetto della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Che possa non essere inutile averglielo segnalato.

Distinti saluti

 

4. LA RIFLESSIONE MORALE, GIURIDICA E POLITICA DI MARTHA C. NUSSBAUM

 

Nel pomeriggio di venerdi' 28 febbraio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di studio su "La riflessione morale, giuridica e politica di Martha C. Nussbaum".

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Martha C. Nussbaum e' una delle piu' influenti pensatrici contemporanee, insegna diritto ed etica all'Universita' di Chicago. Fra le opere di Martha C. Nussbaum: (con Gian Enrico Rusconi, Maurizio Viroli), Piccole patrie grande mondo, Donzelli, Roma 1995; La fragilita' del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca, Il Mulino, Bologna 1996, 2011; Il giudizio del poeta. Immaginazione letteraria e civile, Feltrinelli, Milano 1996; Terapia del desiderio. Teoria e pratica nell'etica ellenistica, Vita e Pensiero, Milano 1998; Coltivare l'umanita'. I classici, il multiculturalismo, l'educazione contemporanea, Carocci, Roma 1999; Diventare persone. Donne e universalita' dei diritti, Il Mulino, Bologna 2001, 2011; Giustizia sociale e dignita' umana. Da individui a persone, Il Mulino, Bologna 2002, 2012; Capacita' personale e democrazia sociale, Diabasis, 2003; L'intelligenza delle emozioni, Il Mulino, Bologna 2004; Nascondere l'umanita'. Il disgusto, la vergogna, la legge, Carocci, Roma 2005; Le nuove frontiere della giustizia. Disabilita', nazionalita', appartenenza di specie, Roma 2007; Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008; Lo scontro dentro le civilta', Il Mulino, Bologna 2009; Liberta' di coscienza e religione, Il Mulino, Bologna 2009; Non per profitto, Il Mulino, Bologna 2011; Disgusto e umanita', Il Saggiatore, Milano 2011; Creare capacita', Il Mulino, Bologna 2012. Un'ampia bibliografia delle opere di Martha C. Nussbaum, aggiornata fino al 2000, compilata da Eddie Yeghiayan, e' disponibile alla pagina web: http://sun3.lib.uci.edu/eyeghiay/nussbaum.html

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ancora una volta messo in rilievo come la riflessione di Martha C. Nussbaum apporti contributi fondamentali alla teoria e alla pratica della nonviolenza, svolgendo analisi di grande acutezza e profondita' sui temi della giustizia, della responsabilita', della solidarieta', in forte continuita' con le esperienze e le riflessioni dei movimenti femministi, ecologisti, per la giustizia sociale, di solidarieta' internazionale, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso come di consueto una persuasa opposizione alla guerra, alla violenza maschilista e patriarcale, alla devastazione della biosfera, al razzismo ed a tutte le violazioni della dignita' umana.

La nonviolenza e' in cammino.

 

5. RILEGGERE EMILY DICKINSON. UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto sabato primo marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di lettura e commento dei versi di Emily Dickinson, la grande poetessa americana dell'Ottocento.

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Emily Dickinson - poetessa imprescindibile - visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002.

Ebbe a scrivere della sua opera Luciano Bonfrate: "Mi capita di usare dei suoi versi / come fosser sentenze di sibilla / della mia vita specchio, e vi scintilla / cio' che trovai, che non trovai, che persi".

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta un corale, persuaso impegno affinche' cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti, e quindi hanno espresso piena condivisione della lettera inviata il 28 febbraio dalla struttura nonviolenta viterbese al Presidente del Consiglio dei Ministri, lettera con cui in particolare si richiede "l'abolizione dei campi di concentramento, delle deportazioni, del favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu'; ripristinando cosi' la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana, ed il rispetto della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani".

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

6. MARIO LODI

 

Ci ha lasciato un maestro.

 

7. ALAIN RESNAIS

 

Ci ha lasciato un maestro.

 

8. OPPORSI ALLA GUERRA

 

Opporsi alla guerra, e dunque: che cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, totalitaria e mafiosa in Afghanistan.

Opporsi alla guerra, e dunque: che si cessi di produrre armi assassine, a cominciare dai famigerati cacciabombardieri F-35 predisposti per recare anche armamento atomico.

Opporsi alla guerra, e dunque: che sia sciolta la congrega di assassini che ha nome Nato.

Opporsi alla guerra, e dunque: che cessi la guerra razzista contro i migranti.

Opporsi alla guerra, e dunque: che cessi la presente folle e scellerata politica dell'Unione Europea neocoloniale ed imperialista, di effettuale sostegno a fascismi e terrorismi.

Opporsi alla guerra, e dunque: si scelga la pace con mezzi di pace; si scelga il disarmo e la smilitarizzazione; si scelga la democrazia e il diritto; si scelga di salvare le vite anziche' sopprimerle; si scelga il rispetto e la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; si scelga di proteggere la biosfera anziche' devastarla; si scelga la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

9. LA BATTAGLIA DELLE ARGINUSE

 

Alla guerra occorre opporsi sempre.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

La civilta', la convivenza, la sopravvivenza dell'umanita' si fonda su questo solo principio: non uccidere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. VERSO L'8 MARZO. ALL'ASCOLTO DI SIMONE DE BEAUVOIR

 

Lunedi' 3 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di studio sulla grande pensatrice, scrittrice e militante francese Simone de Beauvoir.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle sue opere maggiori.

L'incontro era parte di un ciclo di incontri di riflessione sul pensiero e sulle lotte delle donne in preparazione dell'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne, e quindi dell'intera umanita'.

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Simone de Beauvoir e' nata a Parigi nel 1908; e' stata protagonista, insieme con Jean-Paul Sartre, dell'esistenzialismo e delle vicende della cultura, della vita civile, delle lotte politiche francesi e mondiali dagli anni Trenta fino alla scomparsa (Sartre e' morto nel 1980, Simone de Beauvoir nel 1986). Antifascista, femminista, impegnata nei movimenti per i diritti civili, la liberazione dei popoli, di contestazione e di solidarieta', e' stata anche lucida testimone delle vicende e degli ambienti intellettuali di cui e' stata partecipe e protagonista. Opere di Simone de Beauvoir: pressoche' tutti i suoi scritti sono stati tradotti in italiano e piu' volte ristampati; tra i romanzi si veda particolarmente: Il sangue degli altri (Mondadori), Tutti gli uomini sono mortali (Mondadori), I mandarini (Einaudi); tra i saggi: Il secondo sesso (Il Saggiatore e Mondadori), La terza eta' (Einaudi), e la raccolta Quando tutte le donne del mondo... (Einaudi). La minuziosa autobiografia (che e' anche un grande affresco sulla vita culturale e le lotte politiche e sociali in Francia, e non solo in Francia, attraverso il secolo) si compone di Memorie d'una ragazza perbene, L'eta' forte, La forza delle cose, A conti fatti, cui vanno aggiunti i libri sulla scomparsa della madre, Una morte dolcissima, e sulla scomparsa di Sartre, La cerimonia degli addii, tutti presso Einaudi. Opere su Simone de Beauvoir: Enza Biagini, Simone de Beauvoir, La Nuova Italia, Firenze 1982 (cui si rinvia per una bibliografia critica ragionata).

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta un persuaso impegno contro la guerra e le uccisioni, contro la violenza maschilista e patriarcale, contro la devastazione della biosfera, contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Nel ricordo e all'ascolto di Simone de Beauvoir continui la lotta per l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, per la liberazione dell'umanita' da tutte le menzogne e le oppressioni.

Nel ricordo e all'ascolto di Simone de Beauvoir con voce, con sguardo, con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

 

11. "BERTHA VON SUTTNER: COSTRUIRE LA PACE". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

"Nessuno si puo' fare piu' illusioni:

occorre sceglier tra le armi e il pane

solo la pace salva vite umane

solo il disarmo ferma le uccisioni"

(Luciano Bonfrate, Per Bertha von Suttner)

 

Si e' svolto martedi' 4 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su: "Bertha von Suttner: costruire la pace".

L'incontro era parte di un ciclo di incontri di riflessione sul pensiero e sulle lotte delle donne in preparazione dell'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne, e quindi dell'intera umanita'.

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Bertha von Suttner, 1843-1914, scrittrice, straordinaria militante pacifista, ricevette il premio Nobel per la pace nel 1905.

Opere di Bertha von Suttner: Giu' le armi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989; Abbasso le armi! Storia di una vita, Centro stampa Cavallermaggiore (Torino) 1996.

Opere su Bertha von Suttner: Nicola Sinopoli, Una donna per la pace, Fratelli Palombi, Roma 1986. Su Bertha von Suttner segnaliamo anche i testi di Marta Galli (comprensivo di un'utile sitografia) e di Rosangela Pesenti apparsi rispettivamente nei nn. 850 e 845 de "La nonviolenza e' in cammino", l'ampio saggio di Verdiana Grossi ripubblicato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 306, la voce di Giancarla Codrignani nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 514.

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Nel ricordo e alla scuola di Bertha von Suttner le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta un persuaso impegno contro la guerra e le uccisioni, contro la violenza maschilista e patriarcale, contro la devastazione della biosfera, contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. FLORA TRISTAN. UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di mercoledi' 5 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera della grande intellettuale e militante femminista e socialista Flora Tristan.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni testi di e su Flora Tristan.

L'incontro era parte di un ciclo di incontri di riflessione sul pensiero e sulle lotte delle donne in preparazione dell'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne, e quindi dell'intera umanita'.

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Flora Tristan nacque a Parigi il 7 aprile 1803. Il padre, di facoltosa famiglia spagnola con ingenti proprieta' in Spagna e in Peru', mori' quando lei aveva quattro anni, e poiche' per un disguido burocratico l'atto di matrimonio dei genitori non era stato registrato, la madre resto' esclusa dall'eredita' e lei fu considerata figlia illegittima; affrontarono la poverta' e l'emarginazione. Flora Tristan nel 1821 sposo' un uomo violento da cui successivamente fuggi', e che continuo' a perseguitarla fino a tentare di ucciderla (la pallottola da cui fu colpita non la uccise, ma resto' conficcata nel corpo di Flora Tristan per tutta la vita). Dopo un viaggio in Peru', dove viveva la ricca famiglia del padre, tornata in Europa pubblico' articoli, opuscoli, reportages e romanzi; tra essi Les peregrinations d'une Paria; nel 1840 dopo un'inchiesta condotta a Londra sulle condizioni della classe operaia pubblico' le Promenades dans Londres, in cui denunciava la brutalita' dello sfruttamento capitalistico. Nel 1843 pubblica L'union ouvriere, il suo testo politico piu' noto; svolge poi un'intensa attivita' di conferenziera socialista in tutta la Francia, le annotazioni del suo diario del 1843-1844 saranno pubblicate nel volume postumo Tour de France. Mori' a Bordeaux il 14 novembre 1844. Ha scritto di lei Alfredo Salsano: "Nata nel 1803 da un colonnello spagnolo discendente da una ricca famiglia peruviana e da madre francese, Flora Tristan mori' nel 1844 dopo una vita tutta spesa nella realizzazione della propria personale liberazione, che da ultimo s'identifico' con quella della classe operaia. Figura indubbiamente eccezionale nel quadro del socialismo francese prequarantottesco, la Tristan con Promenades dans Londres (1840) fece conoscere in Francia le condizioni del proletariato inglese, esponendo anche le concezioni di Owen che conobbe personalmente, e dei cartisti, con i quali fu direttamente in contatto. Il suo posto nella storia del socialismo - e del movimento operaio - e' pero' legato soprattutto all'opuscolo Union ouvriere (1843), con cui introdusse per la prima volta l'idea di un'organizzazione destinata a realizzare l''unione universale degli operai e delle operaie'".

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Nel ricordo della grande militante del movimento di liberazione dell'umanita' le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta un persuaso impegno contro la guerra e le uccisioni, contro la violenza maschilista e patriarcale, contro la devastazione della biosfera, contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

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Allegato primo: Flora Tristan, del potere di tutti (da Giobatta Corinzi, Ancora dieci parole..., 2003)

 

Noi che abbiamo conosciuto la miseria

e la miseria che sta sotto la miseria

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

Noi che abbiamo sofferto la fame e le percosse

e cio' che genera la fame e le percosse

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

Noi che ci siamo riconosciute e riconosciuti

uguali nella maschera del dolore e uguali nel sogno della gioia

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

E avendo detto no allo sfruttamento

avendo detto no alla guerra e alla paura

e al calpestare gli altrui corpi piagati

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso si' che facciamo cominciare

la nuova storia.

*

Allegato secondo: da una commemorazione del 2013 a Viterbo

... la straordinaria importanza dell'opera di Flora Tristan, che anticipa e prepara quella di Marx ed Engels, e che connette la lotta per la liberazione delle donne con la lotta per la liberazione di tutte le classi sfruttate ed oppresse, e formula un programmi di unione e di lotta del movimento operaio che sara' successivamente il nocciolo duro del programma dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori fondata a Londra nel 1864.

Due secoli dopo Flora Tristan ancora illumina la nostra lotta: nella sua affermazione dei diritti delle persone escluse ed oppresse dal sistema di dominazione maschilista e patriarcale; nel suo impegno per i diritti dei migranti; nella sua azione per i diritti delle donne; nella sua opera di organizzazione del movimento operaio; nella sua denuncia dello sfruttamento delle persone e del degrado dell'ambiente di vita; nel suo indicare strumenti di azione nonviolenta, una strategia nonviolenta, un programma nonviolento per la lotta delle oppresse e degli oppressi contro la sorda violenza del disumano potere economico e politico, ideologico ed istituzionale; nel suo pensare ed agire la lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; nel suo rischiarare le coscienze e le intelligenze ed unire chi soffre oppressione in un impegno comune di lotta per la giustizia e di concreta solidarieta'.

Flora Tristan, femminista e socialista, pensatrice ed attivista della liberazione dell'umanita', voce e volto della nonviolenza in cammino, a due secoli dalla sua travagliata ed eroica esistenza, a due secoli dalla sua eroica e luminosa resistenza all'iniquita' e alla menzogna, e' ancora oggi ed ogni giorno di piu' maestra e guida per la lotta nonviolenta di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi contro il disordine costituito, maestra e guida della lotta nonviolenta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

13. UNA LETTERA AI CAPIGRUPPO PARLAMENTARI DELLE FORZE POLITICHE DEMOCRATICHE

 

Ai capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche

e per opportuna conoscenza:

- a tutti i senatori e i deputati

- ai membri del Consiglio dei Ministri

Gentili senatrici e senatori,

gentili deputate e deputati,

gentili ministre e ministri,

non possono sfuggire alla vostra attenzione i seguenti orrori:

1. i campi di concentramento;

2. le deportazioni;

3. il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu';

4. le morti nel Mediterraneo perche' non si consente di giungere in Italia in modo legale e sicuro.

*

Non puo' sfuggire alla vostra attenzione che:

a) questi orrori violano i fondamentali diritti umani;

b) questi orrori violano la Costituzione della Repubblica Italiana;

c) questi orrori devono essere immediatamente aboliti;

d) salvare le vite e rispettare, difendere e promuovere la dignita' e i diritti umani e' il primo dovere.

*

E' compito del Parlamento fare le leggi.

E' compito del Parlamento ripristinare la legalita' violata da scellerate misure razziste, persecutrici e assassine.

Siamo pertanto a richiedervi di un necessario e urgente impegno legislativo che:

I. abolisca i campi di concentramento;

II. abolisca le deportazioni;

III. abolisca il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in schiavitu';

IV. faccia cessare le morti nel Mediterraneo, consentendo di giungere in Italia in modo legale e sicuro.

*

Riflettete sul vostro compito di legislatori.

Riflettete sulla vostra responsabilita' di esseri umani.

Riflettete sulle conseguenze di una vostra eventuale inazione.

Dinanzi a cosi' flagranti violenze l'indifferenza e' complicita'.

Possiate agire secondo coscienza.

*

Restando a disposizione, distinti saluti.

 

14. E IN AFGHANISTAN

 

Continuano le stragi in Afghanistan.

Le stragi della guerra cui anche l'Italia continua a partecipare in flagrante violazione del diritto internazionale, in flagrante violazione della Costituzione della Repubblica Italiana.

Continuano le stragi, continua la guerra, continua l'indifferenza.

La nostra indifferenza, la nostra complicita'.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria in Afghanistan.

Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.

La guerra e' la prima nemica dell'umanita'.

 

15. UN INCONTRO DI STUDIO SU MARY WOLLSTONECRAFT

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 6 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Mary Wollstonecraft.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle sue opere fondamentali.

L'incontro era parte di un ciclo di incontri di riflessione sul pensiero e sulle lotte delle donne in preparazione dell'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne.

*

Mary Wollstonecraft (Londra, 1759-1797), scrittrice, intellettuale e militante femminista e libertaria, compagna di William Godwin, madre di Mary Shelley (la moglie del poeta inglese, autrice del Frankenstein), visse, scrisse, opero' nel Settecento, ma la sua opera e' di un valore perenne e merita di essere riletta e meditata oggi. In traduzione italiana sono disponibili il suo capolavoro saggistico scritto nel 1792, I diritti delle donne, Editori Riuniti, Roma 1977, tradotto anche dalle Edizioni Elle, sempre nel 1977, col titolo Il manifesto femminista, e piu' recentemente da altri editori; il suo romanzo (con larghi tratti autobiografici) scritto nel 1788, Mary, Savelli, Roma 1978; ed altri volumi di scritti e lettere. Alcune incisive pagine di e su Mary Wollstonecraft sono in Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.

*

Ancora una volta le persone partecipanti all'incontro hanno espresso un persuaso impegno contro la violenza maschilista e patriarcale, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro la guerra e le uccisioni, contro la devastazione della biosfera.

La lotta di liberazione delle donne, il pensiero e le pratiche femministe, l'opposizione nitida e intransigente alla violenza maschilista, costituiscono la corrente calda della nonviolenza in cammino, il cuore del movimento di liberazione dell'umanita' da tutte le oppressioni.

 

16. TRE MINIME MEDITAZIONI PER L'8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA PER LA LIBERAZIONE DELLE DONNE

 

In memoria di Clara Zetkin, con gratitudine che non si estingue

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Un giorno di lotta, non di festa

L'8 marzo non e' la festa consumista e narcotica cui pretende ridurlo la societa' dello spettacolo.

L'8 marzo e' la giornata internazionale che convoca l'umanita' alla lotta per la liberazione delle donne.

L'8 marzo e' la giornata internazionale che convoca l'umanita' alla lotta contro la violenza maschilista e patriarcale.

E quindi l'8 marzo non e' il piccolo carnevale che per un giorno all'anno rovescia i rapporti di forza del mondo capovolto e conferma che tutti gli altri giorni vige ancora la violenza dei poteri dominanti, la violenza maschilista e patriarcale, la violenza del potere autoritario, gerarchico, militarista, sfruttatore, segregatore, assassino. No. L'8 marzo e' la giornata internazionale che convoca l'umanita' alla lotta per la liberazione delle donne.

E quindi l'8 marzo non e' il momentaneo sollievo ed il falso risarcimento che il potere maschile concede tra uno stupro e un femminicidio, il giorno di vacanza dei carnefici. No. L'8 marzo e' la giornata internazionale che convoca l'umanita' alla lotta contro la violenza maschilista e patriarcale.

Senza la liberazione delle donne in tutto il mondo, l'intera umanita' resta schiava.

*

1. La prima radice

La prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.

*

2. Non solo l'8 marzo e' l'8 marzo (una meditazione del 2013)

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il femminicidio e la violenza sessuale.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il maschilismo e il patriarcato.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro tutte le violenze e tutte le complicita' con la violenza e tutte le ideologie della violenza.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice di ogni altra violenza.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' il primo nemico dell'umanita'.

Vi e' questa ineludibile evidenza: ne discende il tuo primo dovere.

La lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' la corrente calda della nonviolenza in cammino. Questo significa l'8 marzo.

Sostenere la lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' il primo dovere di ogni persona decente. Questo significa l'8 marzo.

Ogni volta che fai la cosa giusta per contrastare la violenza maschilista, quel giorno e' l'8 marzo.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

*

3. Dal femminismo molti doni (una meditazione del 2011)

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.

Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.

Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.

Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.

E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.

Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.

Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.

In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

*

E quindi

Occorre opporsi al maschilismo e al patriarcato, ed opponendosi al maschilismo e al patriarcato ci si oppone anche al razzismo, alla guerra, alla devastazione dell'ecosistema, a tutti i poteri criminali, a tutte le forme di sfruttamento ed oppressione.

Occorre riconoscere, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

E quindi: occorre sostenere i centri antiviolenza e le case delle donne.

E quindi: occorre la parita' di rappresentanza di genere ovunque si decide cio' che tutte e tutti riguarda.

E quindi: occorre applicare subito pienamente la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Vi e' una sola umanita'.

 

17. ALLA SCUOLA DI CLARA ZETKIN. UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 7 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su Clara Zetkin.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di e su Clara Zetkin.

L'incontro era parte di un ciclo di incontri di riflessione sul pensiero e sulle lotte delle donne in preparazione dell'8 marzo, giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne.

*

Clara Zetkin (nata in Germania il 5 luglio 1857 e deceduta in Urss il 20 giugno del 1933) e' stata una delle piu' grandi figure della storia del movimento operaio, del movimento di liberazione delle donne, del movimento pacifista. Protagonista tanto della seconda quanto della terza Internazionale, direttrice del piu' importante giornale impegnato per i diritti delle donne tra Ottocento e Novecento, ideatrice della Giornata internazionale di lotta delle donne dell'8 marzo, alla guida della lotta per il diritto di voto, animatrice dell'opposizione alla prima guerra mondiale e al fascismo. Tra le opere di Clara Zetkin: Lenin, Samona' e Savelli, Roma 1968; La questione femminile e la lotta al riformismo, Mazzotta, Milano 1972. Tra le opere su Clara Zetkin: Gilbert Badia, Clara Zetkin, femminista senza frontiere, Erre Emme, Roma 1994 (libro che cita importanti lettere di Clara Zetkin precedentemente inaccessibili e finalmente rese disponibili agli studiosi dopo l'apertura degli archivi della ex-Ddr, lettere da cui emerge con chiarezza come ancora negli ultimi anni la grande intellettuale e militante pur gravemente malata e nei limiti delle sue concrete possibilita' continuasse la lotta contro tutte le menzogne e le violenze).

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno ribadito una volta ancora un persuaso impegno contro la violenza maschilista e patriarcale, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro la guerra e le uccisioni, contro la devastazione della biosfera, per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

*

Allegato: Da una commemorazione del 2013

... i principali campi in cui Clara Zetkin ha dato un contributo fondamentale: la lotta contro l'oppressione di classe; la lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale; la lotta contro la guerra; la lotta contro il fascismo.

Clara Zetkin, che oggi commemoriamo con profonda gratitudine, e' la persona che aveva interloquito con Engels, che era stata unita da profonda amicizia a Rosa Luxemburg, che era ascoltata e rispettata da Lenin, che si era opposta a Stalin; e' la donna che lungo l'intera sua vita si era opposta allo sfruttamento, all'oppressione, alla guerra, ad ogni violazione della dignita' umana; la donna che per milioni di oppresse e di oppressi di tutto il mondo era divenuta il simbolo della loro speranza e della loro lotta; una delle figure piu' prestigiose del movimento operaio, del movimento di liberazione delle donne, del movimento che si oppone alla guerra, del movimento antifascista.

Clara Zetkin e' una delle maestre della nonviolenza in cammino, che anche da lei eredita riflessioni ed esperienza, che di lei prosegue la lotta che ancora e ancor piu' oggi e' da condurre per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera; la lotta che ancora e ancor piu' oggi e' da condurre contro la violenza maschilista e patriarcale, contro il modo di produzione fondato sullo sfruttamento e la devastazione. La nostra lotta trova ancora nella figura, nell'opera, nel pensiero vivente di Clara Zetkin - cosi' come in Rosa Luxemburg e nelle altre grandi protagoniste del movimento operaio tra Ottocento e Novecento - una fonte e un'ispirazione, un  modello e un esempio.

 

18. "L'OPERA STORIOGRAFICA DI ANNA BRAVO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO IN OCCASIONE DELL'8 MARZO

 

In occasione della Giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne, sabato 8 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di studio su "L'opera storiografica di Anna Bravo. Un fondamentale contributo alla cultura della pace, della liberazione, della dignita' umana".

Nel corso dell'incontro sono stati ripercorse le principali opere dell'illustre autrice, e ne sono stati letti e commentati alcuni brani.

*

Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'.

Tra le opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008; (con Federico Cereja), Intervista a Primo Levi, ex deportato, Einaudi, Torino 2011; La conta dei salvati, Laterza, Roma-Bari 2013.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno ribadito una volta ancora un persuaso impegno contro la violenza maschilista e patriarcale, contro la guerra, contro il razzismo e il totalitarismo, contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, contro la devastazione della biosfera, per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Il pensiero e le lotte delle donne costituiscono l'esperienza fondamentale e la corrente calda della nonviolenza in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

19. UNA LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

 

Egregio Ministro della Giustizia,

mi sembra necessario sottoporre alla sua attenzione le seguenti gravissime situazioni di flagrante violazione della dignita' umana, della legalita' costituzionale, dello stato di diritto:

1. l'esistenza in Italia di campi di concentramento in cui sono detenute per mesi e mesi persone che non hanno commesso alcun delitto;

2. la deportazione da parte dello stato italiano di persone sfuggite a condizioni di estremo pericolo per la loro vita attraverso la fuga in Italia: deportazione che le riconsegna proprio a quelle condizioni di estremo pericolo per la loro vita, in palese violazione del diritto d'asilo ad esse riconosciuto dal nostro ordinamento giuridico;

3. il favoreggiamento da parte dello stato italiano della riduzione in schiavitu' di esseri umani, causata da misure razziste che non solo negano pienezza di diritti e adeguata protezione giuridica ad esseri umani innocenti, ma che anzi contribuiscono decisivamente a renderli vittime delle mafie schiaviste e dell'economia criminale.

Questi tre orrori dipendono da scellerate decisioni razziste di precedenti governi violatori della Costituzione della Repubblica Italiana e dei fondamentali diritti umani.

*

E' della vita, della dignita' e dei diritti di concreti esseri umani che stiamo parlando: si esca dall'astrattezza del linguaggio nazista che gli esseri umani riduce a cose, a pezzi, a materia nei cui confronti non si prova piu' alcun sentimento di affinita'. E' di esseri umani che stiamo parlando.

Abolire i campi di concentramento nel nostro paese, abolire le deportazioni, abolire il favoreggiamento della riduzione in schiavitu': e' il minimo che si possa fare per ripristinare in Italia legalita' e democrazia, rispetto della dignita' umana, rispetto della Costituzione repubblicana, rispetto di noi stessi.

*

Con questa lettera sono quindi a richiedere un suo diretto, urgente, indispensabile impegno affinche' nel piu' breve tempo possibile siano aboliti i campi di concentramento, cessino le deportazioni, cessi il favoreggiamento da parte dello stato italiano della riduzione in schiavitu'.

Vi e' una sola umanita'.

Distinti saluti

 

20. A TRE ANNI DALLA CATASTROFE DI FUKUSHIMA

 

A tre anni dalla catastrofe di Fukushima si e' svolto martedi' 11 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime, di riflessione e di impegno contro le insensate azioni umane che devastano la biosfera e provocano o favoriscono catastrofi.

Difendere i diritti umani delle presenti e delle future generazioni e difendere la biosfera, unica casa comune dell'intera umanita', sono uno stesso impegno.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

21. IN MEMORIA DI MASSIMILIANO OBIETTORE ALLA GUERRA, AGLI ESERCITI, ALLE ARMI

 

Il 12 marzo e' il giorno in cui si fa memoria di quel Massimiliano che secondo la tradizione nel 295 fu assassinato a Tebessa, nei pressi di Cartagine, perche' obiettore di coscienza al servizio militare.

Ridiffondiamo in questa occasione ancora una volta il seguente testo di Osvaldo Caffianchi gia' piu' volte apparso su "La nonviolenza e' in cammino", sovente accompagnato dalla nota introduttiva che qui di seguito anch'essa trascriviamo: "... Il 12 marzo e' la data in cui si fa memoria del martirio di quel Massimiliano, che per essere fedele alla sua fede rifiuto' il servizio militare e ne fu ucciso nel 295 d. C. (cosi' vuole la tradizione, e qui non conta se sia storia o leggenda). L'agiografia - invero - non solo avverte dell'incertezza della tradizione, ma racconta una storia diversa, e finanche piu' commovente: il padre militare, e solidale col figlio; la citta' che e' un'altra; il dono della veste al carnefice che lo decapito'. Ma questa variazione del nostro collaboratore (il cui elefantiaco titolo completo sarebbe 'Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine, in forma di litania che finisce in parenesi o istigazione che dir si voglia') ci e' parsa comunque non priva di una sua patetica verita', e la offriamo ai lettori".

 

Osvaldo Caffianchi: Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine

 

I.

Solo questo so di te, che nell'anno

295 ti fucilarono

perche' obiettore al servizio militare.

 

Immagino che venne un centurione

coi suoi esperti di pubbliche relazioni,

psicologi, pubblicitari, sceneggiatori di telenovelas,

a dirti mentre eri in galera

sei un bravo giovane, chi te lo fa fare

vieni con noi, imparerai un mestiere.

E Massimiliano rispose di no.

 

Mandarono da lui certi suoi parenti, certi prominenti

concittadini, a dirgli

lo sai che noi cartaginesi

siamo gia' guardati con sospetto

per certe vecchie storie di Alpi e di elefanti

di annibali e di asdrubali e scipioni

non metterti a fare casino

vesti la giubba, non c'e' altro da fare

e combattere per l'impero ha pure i suoi vantaggi.

Ma Massimiliano rispose di no.

 

E vennero allora a persuaderlo

certi amici di quando al campetto

giocavano insieme a pallone, gli amici

del bar: Massimilia' falla finita

da quando ti sei messo con quei tizi

del galileo morto ammazzato

ti stai mettendo in un mare di guai.

Che diamine mai hai contro i marines?

Falla finita con quei beduini

da' retta al nostro buon signor Belcore

la paga e' buona ed il lavoro e' poco.

E quello cocciuto, come un mulo a dire no.

 

II.

Dicono male delle corti marziali

dicono male dei plotoni d'esecuzione

forse che e' meglio farlo col coltello

in un vicolo buio di notte?

 

Dicono che siamo repressori

e genocidi addirittura; e andiamo!

forse che non ci vuole anche un po' d'ordine

in questo letamaio di colonie?

e il roman way of life non costa niente?

Eppure la volete, la televisione

il telefonino.

 

E allora poche storie, lo ammazzammo

perche' dovemmo, mica potevamo

lasciarlo andare il vile disertore

oltretutto terrone, anzi affricano.

 

La civilta', insomma, va difesa.

 

III.

Quante incertezze, quanta paura certo durasti.

Solo i babbei

pensano che gli eroi sono una specie

di nazisti spretati. E invece i martiri

hanno paura come noi, e tremano

come noi, come noi dubitano

di star tutto sbagliando, di sprecare per nulla la vita.

 

Ma infine ristette fermo nel suo no

Massimiliano di Cartagine. E fu fucilato.

 

IV.

Ecco, io mi alzo in piedi nell'assemblea

e prendo la parola, e dico:

obietta alla guerra e alle uccisioni

combatti contro gli eserciti e le armi

scegli la nonviolenza.

 

Ecco, io prendo la parola in assemblea,

mi alzo in piedi e dico:

fermiamo le fabbriche di armi

assediamo le basi militari

impediamo i decolli dei bombardieri

strappiamo gli artigli alle macchine assassine.

 

Ecco, io dico al soldato: diserta

io dico al ferroviere: ferma il convoglio

io dico al vivandiere: non preparare

di carne umana il pranzo al generale.

 

Ecco, io dico, la guerra

puo' essere, deve essere fermata.

Con l'azione diretta nonviolenta.

Con il gesto del buon Massimiliano

cartaginese, che i romani fucilarono.

 

22. LA GUERRA E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'

 

La decisione del governo e del parlamento di rifinanziare per l'ennesima volta la prosecuzione della guerra in Afghanistan e' la prosecuzione di un crimine.

Un crimine contro l'umanita', poiche' quella guerra ogni giorno provoca vittime innocenti.

E un crimine contro il nostro stesso paese, poiche' i pubblici denari gettati in quantita' ingentissima nella fornace della guerra afgana potevano e dovevano invece essere utilizzati per il bene comune di chi vive nel nostro paese finanziando i servizi sociali e sanitari intesi a salvare le vite anziche' sopprimerle.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

La Costituzione della Repubblica Italiana ripudia la guerra.

Cessi l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista, razzista ed imperialista, mafiosa e totalitaria in Afghanistan.

Si adoperi finalmente l'Italia per la pace che salva le vite umane e rispetta la biosfera.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.

Pace, disarmo, smilitarizzazione: costituiscono la prima necessita', il primo dovere.

 

23. IN MEMORIA DI MARIANELLA GARCIA NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Ricorre il 13 marzo l'anniversario dell'uccisione di Marianella Garcia, assassinata in Salvador il 13 marzo 1983.

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Marianella Garcia Villas, nata nel 1949, attivista per i diritti umani salvadoregna, collaboratrice di monsignor Romero, amica della nonviolenza, "avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, voce degli scomparsi", fu assassinata il 13 marzo del 1983 dai soldati del regime. La sua vita e' narrata nel bel libro (ampiamente basato sulla registrazione di conversazioni con lei svoltesi nel 1981 e nel 1982) di Raniero La Valle e Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983, Icone, Roma 2007; cfr. anche il recente testo di Anselmo Palini, Marianella Garcia Villas, Ave, Roma 2014.

*

La ricordiamo riproponendo ancora una volta tre testi in sua memoria gia' apparsi negli scorsi anni sul nostro notiziario.

*

Benito D'Ippolito: Una canzone per Marianella Garcia

 

Ay Marianella, Marianella Garcia

potevi fare la vita dei signori

i tuoi buoni studi, il tuo seggio in parlamento

ma tu scegliesti di stare con noi poveri.

Ay Marianella che pioggia di sangue.

 

Era Marianella sorella di noi morti

perche' amava la vita e che la vita

fosse degna di essere vissuta.

Ay Marianella si spensero le stelle.

 

Era intrepida e vestita di umilta'

sapeva che i fascisti la cercavano

e ti raggiunse la furia dei fascisti.

Ay Marianella la furia dei fascisti.

 

Parlava la lingua dei contadini e degli angeli

sapeva le parole che guariscono

parole di luce e di pane.

Ay Marianella la terra nera e rossa.

 

Sapeva tutte le cose e anche le cose

che tutti sanno e e' difficile dire

e lei le diceva con voce di uccellino.

Ay Marianella che fredda e' la notte.

 

Ti ammazzarono come hanno ammazzato

i morti che cercavi e che il tuo sguardo

resuscitava nel cuore del popolo.

Ay Marianella che pianto infinito.

 

Cosi' dura e' la nostra dura vita

che anche nella gioia noi piangiamo

ma mentre ti piangiamo ricordiamo

con gioia che sei stata e resti viva.

Ay Marianella, Marianella Garcia.

*

Nello Scardani: Marianella Garcia, o della giustizia

 

Salvare anche i morti

restituir loro il volto,

allo scempio compiuto dai carnefici

opporre infinita la pieta'.

 

E cosi' salvare coloro che verranno

dalla ripetizione incessante dell'orrore,

cosi' salvare l'umanita' presente,

cosi' rendere bene per male.

*

Luciano Bonfrate: Marianella Garcia

 

Prendersi cura degli assassinati

restituirne il volto e la memoria

alla realta', l'umanita', la storia.

Nel coro ora e' dei giusti e dei beati.

 

24. UN INCONTRO DI STUDIO SULL'IMPEGNO DI ALBERT EINSTEIN PER LA PACE E I DIRITTI UMANI

 

Nell'anniversario della nascita di Albert Einstein (14 marzo 1879) si e' svolto venerdi' 14 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul grande scienziato ed umanista ed il suo coraggioso e generoso impegno per la pace e i diritti umani.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari interventi di Einstein che documentano il suo impegno per la pace, contro il fascismo, contro il razzismo, contro il militarismo, per il disarmo, per la democrazia e i diritti umani, per un ordinamento internazionale che garantisse il bene comune dell'intera umanita'.

Dall'appello contro la guerra dell'ottobre 1914 (il "Manifesto agli europei" che si opponeva alla follia nazionalista), all'appello per il disarmo nucleare sottoscritto pochi giorni prima di morire nel 1955 (il celebre "Manifesto Russell-Einstein"), lungo l'intera sua vita - con fasi ed accentuazioni diverse in relazione a drammatiche circostanze concrete: come e' noto Einstein ai fini della legittima difesa dell'umanita' dall'orrore assoluto nazista ritenne necessario sostenere l'impegno anche militare delle democrazie per sconfiggere il nazismo e sollecito' nel 1939 il sostegno governativo statunitense alla ricerca nucleare per impedire che Hitler potesse disporre per primo della bomba atomica e cosi' imporre sul mondo il dominio nazista e la sua violenza schiavista e genocida - in innumerevoli occasioni Einstein prese la parola e mise a disposizione il suo immenso prestigio di illustre scienziato in difesa dell'umanita', per la pace e il disarmo, contro il militarismo e le dittature, per la democrazia, per la liberta', la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, a sostegno della nonviolenza.

Con gratitudine lo ricordiamo.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

25. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI ED AL SINDACO DEL COMUNE DI VITERBO

 

All'Assessore ai servizi sociali del Comune di Viterbo

al Sindaco del Comune di Viterbo

e per opportuna conoscenza: agli altri componenti della Giunta comunale

Oggetto: Proposta di concessione della cittadinanza onoraria ai bambini nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani

Egregi signori,

come vi sara' gia' noto, in molti Comuni d'Italia - da Venezia a Palermo - si sta procedendo alla concessione della cittadinanza onoraria ai bambini nati nel territorio di quei comuni da genitori ivi residenti non cittadini italiani.

L'iniziativa ha l'ovvia finalita' di promuovere la consapevolezza che a tutte le persone che nascono nel nostro paese devono essere riconosciuti ipso facto gli stessi diritti di tutte le altre persone nate nel nostro paese.

Sarebbe assai apprezzabile che anche il Comune di Viterbo adottasse tale provvedimento dal profondo valore morale e civile, un atto simbolico che costituisce altresi' un invito al Parlamento affinche' legiferi finalmente il riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti i nati nel territorio della Repubblica (il cosiddetto "ius soli").

Sono pertanto a proporvi di farvi promotori di una proposta di deliberazione affinche' il Consiglio comunale di Viterbo decida di concedere la cittadinanza onoraria ai bambini nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani.

Distinti saluti

 

26. UN INCONTRO IN MEMORIA DI SAURO SORBINI

 

Si e' svolto la mattina di domenica 16 marzo 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Sauro Sorbini, deceduto nel marzo 2003, resistente antifascista, anarchico di rettitudine e generosita' ineguagliabili, cittadino sollecito del pubblico bene, autentico filantropo, una delle piu' grandi e luminose figure della cultura e della vita civile viterbese.

*

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha rievocato, con affetto e gratitudine che non si estinguono ma anzi si accrescono col passare del tempo, il magistero morale e civile di Sauro Sorbini.

E' stato uno dei nostri maestri maggiori, come Vittorio Emanuele Giuntella, come Alfio Pannega, come Raimondo Pesaresi, come Achille Poleggi; un maestro di liberta', di solidarieta', di responsabilita', di dignita'.

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Nel ricordo di Sauro Sorbini le persone partecipanti all'incontro hanno ribadito una volta ancora un persuaso impegno contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, contro la devastazione della biosfera, contro la guerra e contro il totalitarismo, per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Nostra patria e' il mondo intero.

Vi e' una sola umanita'.

*

Sarebbe bene che la citta' di Viterbo, trascorsi ormai oltre dieci anni dalla sua scomparsa, a Sauro Sorbini dedicasse una lapide e una via, e un convegno di studi, e una pubblicazione.

Sarebbe bene che Viterbo ricordasse e onorasse degnamente uno dei suoi cittadini piu' illustri.

La memoria di Sauro Sorbini sia per i viventi e i venturi esempio ed appello alla virtu', all'impegno diuturno affinche' tra gli esseri umani sia norma comune la liberta', l'eguaglianza, la fraternita'.

*

In allegato un ricordo di Sauro Sorbini scritto il 7 marzo 2003, all'indomani della scomparsa.

*

Allegato: Peppe Sini: La scomparsa di Sauro Sorbini

E' deceduto Sauro Sorbini.

Partigiano, anarchico, cittadino di antiche virtu' repubblicane, una figura esemplare per generosita' e rigore.

Tutti a Viterbo lo abbiamo avuto per maestro.

La sua storica tipografia "Unione" nel cuore di Viterbo e' stata scuola di impegno civile per generazioni intere di militanti antifascisti: in tempi che ora sembrano lontani quanto quelli degli Ittiti, si andava li' a portare i manifesti da stampare, e Sauro li leggeva, suggeriva, discuteva, e sempre ti offriva un bicchierino di cognac, ti citava qualche verso del grande melodramma, raccontava qualche episodio della Resistenza, ricordava quel detto, quel gesto di Mazzini... con tratto amabile e squisito, col tratto ironico e garbato, di chi sa che la lotta e' ancora lunga e proprio per questo e' da condurla oggi, di chi sa che l'umanita' e' infelice, e proprio per questo tu oggi devi amarla: con ironia e pazienza, ed insieme con impazienza e sdegno.

E tu ascoltavi a bocca aperta, gli occhi lucidi, e ti dicevi: dunque l'anarchia e' possibile, dunque e' possibile la liberazione dell'umanita', dunque il fascismo puo' essere ancora e ancora sconfitto.

Sempre lo avemmo compagno di lotta ogni volta che al sopruso e alla menzogna era mestieri d'opporsi. E sempre e' mestieri d'opporsi alla menzogna e al sopruso.

Era leggendaria in citta' la sua figura e autorevole la sua parola: quando gli pareva che qualcosa accadesse di grave e che tutti tacessero, allora Sauro si stampava un manifesto a sua firma e sui muri i viterbesi leggevano quell'aspro vero che era duro e necessario sentirsi dire. Amava questa citta', amava l'umanita' Sauro Sorbini.

Anche noi, e tra le lacrime, qui gli rendiamo omaggio. Che viva la repubblica, che viva l'anarchia, che viva l'internazionale futura umanita'.

Peppe Sini

Viterbo, 7 marzo 2003

 

27. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Piero Calamandrei, La burla di Primavera con altre fiabe, e prose sparse, Sellerio, Palermo 1987, 2006, pp. 160.

*

Riedizioni

- Giorgio Prodi, [Tre testi], Roma 2016, pp. 112 (in supplemento a "MicroMega", n. 7, 2016).

- Antonio Tabucchi, [Due testi e una conversazione con Francesco Saverio Borrelli], Roma 2016, pp. 112 (in supplemento a "MicroMega", n. 7, 2016).

 

28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

29. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2508 del 21 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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