[Nonviolenza] Telegrammi. 2501



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2501 del 14 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Nel Mediterraneo

2. Dario Fo

3. Il Premio Nobel a Bob Dylan

4. 4 novembre 2016: non festa, ma lutto. A Trento gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta". Ogni vittima ha il volto di Abele

5. "Da Dario Fo a Bob Dylan". Un incontro di riflessione a Viterbo

6. Una relazione della dottoressa Antonella Litta al congresso nazionale dell'Isde il 7-8 ottobre ad Arezzo

7. Leo Valiani ricorda Lelio Basso

8. Alcuni testi del mese di dicembre 2015 (parte terza e conclusiva)

9. Il tuo primo pensiero

10. Una conversazione a Viterbo sui compiti dell'ora: salvare le vite, opporsi a tutte le uccisioni

11. Scriviamo a tutti i ministri per chiedere che recedano da una decisione inammissibile

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. LE ULTIME COSE. NEL MEDITERRANEO

 

Nel Mediterraneo prosegue la strage.

*

Diciamolo ancora una volta: due sono i provvedimenti indispensabili e urgenti per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia.

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

2. LUTTI. DARIO FO

 

E' deceduto Dario Fo, che del palcoscenico fece una barricata, irrideva il potere e ne denunciava la violenza.

 

3. SIC ET SIMPLICITER. IL PREMIO NOBEL A BOB DYLAN

 

E' motivo di gioia profonda l'attribuzione del Premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan, le cui piu' vere, piu' vive, piu' belle canzoni sono state voce del movimento per la pace e i diritti, appello alla lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza, da ogni menzogna, da ogni oppressione.

 

4. APPELLI. 4 NOVEMBRE 2016: NON FESTA, MA LUTTO. A TRENTO GLI "STATI GENERALI DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA". OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

 

4 novembre 2016: non festa, ma lutto

Cento anni dopo: basta guerre

Un'altra difesa e' possibile

A Trento gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta"

Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.

Ogni vittima ha il volto di Abele

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Oltre cento anni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, mentre e' tragicamente in corso la "terza guerra mondiale a pezzi", e' ora di dire basta.

Per questo sosteniamo la campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

Obiettivo della campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "sacro dovere della difesa della patria" (art. 52).

Il 4 e 5 novembre a Trento i promotori della campagna "Un'altra difesa e' possibile" e il Forum Trentino per la Pace e i diritti umani hanno convocato gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta", un primo passo per coordinare e creare un confronto tra i diversi soggetti che gia' ora agiscono nel settore della difesa civile: le istituzioni preposte alla Difesa, alla Protezione civile, al Servizio Civile Nazionale, la ricerca sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti, il Terzo Settore e le organizzazioni non governative che lavorano per la pace e il disarmo.

Tutti coloro che non potranno essere con noi fisicamente a Trento, si uniscano idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre e' giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all'inutile strage della prima guerra mondiale. Ovunque sia possibile, in ogni piazza d'Italia. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Per informazioni sulla campagna "Un'altra difesa e' possibile"

vai al sito www.difesacivilenonviolenta.org

Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803

e-mail:an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it

PeaceLink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Associazione Antimafie Rita Atria

per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

 

5. INCONTRI. "DA DARIO FO A BOB DYLAN". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 13 ottobre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Da Dario Fo a Bob Dylan: dimensioni della letteratura tra espressione artistica e impegno civile".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

6. INCONTRI. UNA RELAZIONE DELLA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA AL CONGRESSO NAZIONALE DELL'ISDE IL 7-8 OTTOBRE AD AREZZO

 

Si e' svolto ad Arezzo il 7-8 ottobre 2016 il congresso nazionale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - International society of doctors for the environment (Isde).

La dottoresa Antonella Litta vi ha presentato la relazione ufficiale su "Le ragioni etiche e scientifiche per ridurre e razionalizzare il trasporto aereo quale fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute".

*

Una breve notizia su Antonella Litta

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" nonche' referente nazionale per le problematiche ambientali e sanitarie derivanti dall'inquinamento delle acque ad uso umano. E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarieta' concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrita' del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le e' stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le e' stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero".

 

7. MAESTRI. LEO VALIANI RICORDA LELIO BASSO

[Dal sito www.leliobasso.it riprendiamo il seguente ricordo di Lelio Basso, tratto da AA.VV., Socialismo e democrazia. Rileggendo Lelio Basso, Concorezzo, Gi. Ronchi Editore, 1992 che raccoglie le relazioni e gli interventi dell'omonimo convegno svoltosi a Milano nel 1988.

Leo Valiani (Fiume, 1909 - Milano, 1999), protagonista della Resistenza e della nascita dell'Italia repubblicana, storico, giornalista, senatore a vita. Partecipa alla lotta clandestina contro il fascismo e subisce il carcere, il confino e l'esilio. E' in Spagna come giornalista e come militante durante la guerra civile. Nel 1939, dopo un periodo di militanza comunista, aderisce a "Giustizia e Liberta'". Partecipa alla Resistenza ed entra nel Partito d'Azione di cui e' uno dei massimi dirigenti. Con lo scioglimento del PdA abbandona la politica militante per dedicarsi allo studio e al giornalismo. Nel 1980 e' eletto senatore a vita]

 

Ho conosciuto Lelio Basso nel 1928, piu' di sessanta anni fa, al confino di polizia di Ponza ove eravamo stati assegnati in quanto militanti antifascisti, dopo le leggi eccezionali del '26 che avevano messo fuori legge tutti i partiti politici antifascisti e soppresso ogni liberta' di stampa. E' naturale quindi che io sia qui per ricordarne, al di la' di ogni dissenso ideologico e politico, la memoria. Egli partecipo' alla lotta antifascista e si segnalo' sin da allora per la sua straordinaria intelligenza e la sua grandissima cultura.

Se prendo la parola pero' e' anche per un altro motivo. II relatore ci ha detto molto bene la grande ammirazione che Lelio Basso nutriva gia' allora, nel '28 a Ponza, per Rosa Luxemburg. Naturalmente anche altri erano gli autori che prediligeva: Piero Gobetti, di cui fu collaboratore, Rodolfo Mondolfo, Gangale, direttore di "Conscientia", dal quale prese la tesi della gravita' della mancata riforma protestante in Italia.

Rosa Luxemburg restera' immortale nella storia per molti motivi, non ultimo per il suo detto classico, classico perche' vergato in quelle condizioni, in prigione, nel 1918, mentre la rivoluzione trionfava gia' in Russia e maturava in Germania. Essa diceva: "la liberta' e' sempre la liberta' di chi la pensa diversamente. Anche il sultano - che allora era il governante piu' tirannico del mondo, il sultano di Turchia - tollerava quelli che erano d'accordo con lui. Il difficile e' accettare quelli che sono di parere diverso. E' li' il banco di prova della liberta'".

Rividi Lelio durante la Resistenza. Nella Resistenza egli era entrato sempre con la sua passione, con il suo coraggio, con la sua speranza di una rivoluzione proletaria socialista. Io non condividevo piu' quella speranza; mi sembrava che la situazione internazionale e la stessa dinamica dell'economia moderna consentissero in Italia soltanto una rivoluzione democratica e non ancora una rivoluzione socialista.

Lelio stesso, in fondo, ne convenne alla fine, verso il culmine della Resistenza. Egli aveva iniziato la Resistenza stessa fuori dal Partito socialista, con un giornale bellissimo, dal titolo "Bandiera Rossa", che aspirava ad una rivoluzione socialista di tipo classista, luxemburghiano se cosi' posso dire, e poi invece rientro' nel Partito socialista che chiedeva - come chiedevamo noi del Partito d'azione - la rivoluzione democratica.

Negli ultimi mesi della Resistenza proponemmo un'alleanza delle sinistre nel Comitato di liberazione nazionale Alta Italia e in generale nel Paese, fra socialisti, comunisti, Partito d'azione, comprendente eventualmente anche i repubblicani, che erano fuori dal CLN, e la sinistra democratico-cristiana. Scopo dell'alleanza sarebbe stato quello di attuare la rivoluzione democratica. Essa doveva avere quale sbocco la convocazione di un'Assemblea costituente che si avocasse il potere di riformare le istituzioni, le leggi, le strutture, con una democratizzazione profonda della vita italiana e con l'eliminazione rapida degli istituti ereditati dal fascismo e dall'Italia prefascista.

Questa iniziativa - che ebbe il consenso dei socialisti e della direzione comunista dell'Alta Italia, quindi di Morandi, di Pertini, di Longo, di Secchia - non fu condivisa dalla Direzione nazionale del partito comunista. Prevaleva allora in questo partito la concezione tipicamente staliniana secondo la quale una rivoluzione - fosse essa democratica o socialista - sarebbe stata possibile soltanto nei paesi in procinto di essere occupati dall'Armata sovietica. Nei paesi occidentali era considerato inevitabile l'avvento del capitalismo sul piano economico e di una democrazia parlamentare sul piano politico. Conseguenza di questa impostazione fu la ricerca costante, da parte di Togliatti, di un accordo con la Democrazia cristiana. Credo che l'esperienza dei quattro decenni e piu' passati da allora abbia dimostrato la fondatezza della nostra aspirazione ad una rivoluzione democratica messa in atto attraverso i poteri sovrani che l'Assemblea costituente si sarebbe potuta attribuire e non si attribui', principalmente per l'opposizione delle forze conservatrici, ivi compresi i comandi delle forze alleate di occupazione, ma anche per la paralisi nella quale la concezione stalinista, alla quale ho precedentemente accennato, metteva la sinistra in Italia e - anche se in condizioni diverse - in Francia.

Le leggi democratiche che sono state fatte con grave ritardo si sarebbero potute fare molto meglio allora, molto piu' tempestivamente, con maggiore adeguatezza alle condizioni concrete. Comunque del senno di poi son piene le fosse. Lo stalinismo e' rimasto dominante a lungo e il relatore ha parlato anche delle conseguenze sgradevoli che cio' ha avuto per un militante socialista, che pure era un sostenitore dell'unita' delle sinistre, come Lelio.

Un'analisi critica dello stalinismo in Italia e' stata fatta ancora insufficientemente, si sono cioe' messi in rilievo soltanto gli aspetti piu' brutali, piu' feroci. Ma come mai milioni di persone non solo in Unione Sovietica o negli altri Paesi a dittatura comunista, ma anche nei paesi democratici hanno potuto credere fanaticamente nello stalinismo e plaudire alle sue peggiori follie? Anche qui in Italia i grandi processi staliniani del dopoguerra - le forche di Praga, di Budapest, di Sofia, la rottura con la Jugoslavia di Tito - furono applauditi e non solo da masse ignare, ma dalla grande maggioranza dello stesso ceto intellettuale di sinistra. In ogni modo questo e' un problema che appartiene alla storiografia, anche se la storiografia italiana ha appena cominciato ad affrontarlo criticamente. Rimane invece il problema politico attuale. Come si fa a mandare avanti il movimento? Noi abbiamo oggi per la prima volta una maggioranza di sinistra alla Camera dei deputati. L'avremmo potuta avere gia' nell'Assemblea costituente se la sinistra democratico-cristiana avesse avuto come Dossetti - uomo indubbiamente disinteressato e lungimirante - l'incentivo a schierarsi con i partiti della sinistra. Ma i grandi partiti di sinistra, rinunciando alla rivoluzione democratica, non offrivano alla sinistra democratico-cristiana nessuna possibilita' di iniziativa. Vinsero cosi' le forze della conservazione, poi via via disgregate dall'anacronismo di alcune loro posizioni, seppure aiutate da un'evoluzione capitalistica, tecnocratica, che ha giocato a favore di esse perche' esse si trovavano alle leve di comando. Adesso questa maggioranza di sinistra c'e', sia pure per pochi voti, ma con la sinistra della Democrazia cristiana i voti sarebbero molto piu' numerosi.

Come mai essa non riesce a prendere corpo e come mai non riesce neanche a precisarsi? Sembra che l'inesistenza o inconsistenza di una maggioranza di sinistra, che alla Camera dei deputati pure ci sarebbe numericamente, sia una fatalita'. I motivi sono tanti. Naturalmente c'e' il motivo del sistema elettorale per cui gli eletti dipendono piu' dalle segreterie dei partiti che dai loro elettori e qui c'e' un altro discorso - che io non posso fare ovviamente adesso - su quale sarebbe il sistema elettorale suscettibile di legare di più gli elettori e gli eletti, le masse che vogliono dei cambiamenti ai deputati o senatori che vogliono anch'essi dei cambiamenti veri e non fittizi soltanto. C'e' in ogni modo un altro problema piu' profondo ed e' quello che si riallaccia di piu' ai sogni e ai desideri, anche alle illusioni, di Lelio e cioe' quello del programma. Che cosa e' la rivoluzione democratica o anche la rivoluzione socialista nell'88, nell'89, che non solo non e' piu' l'epoca di Marx, ma non e' piu' neanche il 1945? A mio avviso Marx diceva cose sostanzialmente giuste per la sua epoca. Manchester, quando Engels la vide, nel 1843, presentava quel fenomeno di immiserimento, di contrapposizione di classe che egli descrisse e che Marx teorizzo'.

L'analisi che c'e' in Marx ed Engels negli anni '40-'50-'60 dello scorso secolo e' valida ancora negli anni '70-'80, benche' poco dopo, negli anni '90, cominci la nuova espansione produttiva, non e' piu' valida nel 1988 per il motivo che lo stesso Marx diceva e cioe' che un modo di produzione non muore finche' puo' sviluppare forze produttive, e le forze produttive si sono impetuosamente sviluppate, e il Paese industrialmente piu' avanzato mostra la via del domani ai Paesi che si industrializzano e non viceversa. Marx non voleva essere un comunista primitivo che sogna di restaurare l'eta' dell'oro di cui parla Ovidio, senza Stato, senza leggi, senza diseguaglianze. Questo comunismo Marx lo ripudiava gia' nel 1845 e rispetto a esso diceva: l'ignoranza non ha mai fatto del bene a nessuno. E lo diceva al sublime sognatore che era l'ex carcerato comunista primitivo Weitling. Ma neppure Marx poteva, e nessuno puo', indovinare il futuro.

Adesso abbiamo quello che all'epoca di Marx era il futuro, oggi lo abbiamo come presente. Qual e' il programma della sinistra? Voi ne discuterete, spero. Voglio solo osservare, a proposito del programma economico dei partiti di sinistra, che mi sembra di essere tornato indietro di due secoli: all'inizio dell'Ottocento i movimenti di sinistra chiesero la tassazione della terra, della casa, dei titoli di Stato, e fu un progresso quando gia' nella seconda meta' dell'Ottocento chiedevano l'imposta progressiva sul reddito. Adesso le sinistre tornano a chiedere l'imposta sulla casa e sui titoli di Stato, in un momento in cui la proprieta' della casa e di un modesto risparmio in titoli di stato si e' diffusa in tutti gli strati sociali, mentre ben altri sono gli strumenti per una tassazione moderna e progressiva. Il problema vero e' quale puo' essere il programma di una societa' migliore di quella odierna. E' un problema che noi oggi affrontiamo avendo conoscenze che Marx non poteva avere. All'epoca di Marx si pensava ancora che le istituzioni economiche, sociali, politiche fossero la cosa fondamentale e che cambiando queste istituzioni - che possono essere cambiate attraverso una rivoluzione di pochi mesi o attraverso delle riforme di pochi anni - si potesse cambiare tutto.

Le scienze del cervello e della mente, le neuroscienze, ci insegnano oggi che, si', le istituzioni sono importanti, ma ancor piu' determinanti sono i processi psichici che derivano da un'eredita' di centinaia di migliaia, se non di milioni di anni. E queste strutture mentali cambiano molto lentamente, in tempi lunghissimi, e non c'e' modo di affrettarne in larga misura il cambiamento. Questo e' il vero limite di fondo alle rivoluzioni, che cambiano le istituzioni, ma non possono cambiare le menti degli uomini con la stessa rapidita'. I neuroscienziati dibattono oggi tutto questo anche a livello di popolarizzazione nelle terze, quinte o settime pagine dei quotidiani, pero' cio' e' rimasto al di fuori degli orizzonti dei partiti e non solo dei partiti di sinistra naturalmente. Cosi' accade che si discute di tutto ma ultimo resta sempre il problema dell'educazione delle menti, delle coscienze, del sapere. Della scuola si parla soltanto in occasione degli scioperi degli insegnanti tendenti a strappare aumenti di stipendi e di salari che poi non significano molto perche' con l'inflazione che cresce - e cresce molto di piu' di quanto non dicano le statistiche, come ogni massaia sa - vengono rapidamente neutralizzati. Le condizioni di vita dei lavoratori si sono elevate, oltre che per le lotte, per il progresso tecnologico, ma da cio' non e' scaturita una direzione di sinistra della societa', perche' gran parte della sinistra vive ancora in miti, in slogan, in parole d'ordine passate che un tempo avevano una certa giustificazione, ma che oggi l'hanno perduta.

Ci dispiace certo che non sia piu' qui l'amico Lelio per motivi anche affettivi, ma anche perche' ci vorrebbero tanti intellettuali come lui che mettessero in discussione i vertici delle sinistre, il problema di che cosa puo' significare oggi il socialismo democratico. Certamente non puo' significare la stessa cosa che significava nel 1918-19, nelle prime rivoluzioni socialiste, democratiche o dittatoriali, o nel 1945. Nel 1989 sara' celebrato in Francia con grandi convegni il bicentenario della rivoluzione francese. Anche noi faremo in Italia questa celebrazione; avremo grosse spese per convegni piu' o meno utili, ma non so se avremo - e vorrei che lo avessimo - un franco, profondo e sincero dibattito sugli obiettivi da raggiungere a vantaggio della societa' e non semplicemente per guadagnare voti che poi non servono a niente se questi voti non si sommano, ma rimangono sparpagliati, e quindi, anche quando sono in maggioranza, come oggi alla Camera dei deputati, formano tante minoranze divise fra di loro. Ecco quello che volevo dire.

 

8. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2015 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2015.

 

9. IL TUO PRIMO PENSIERO

 

Tu vedi una persona che precipita in una trappola mortale altre persone. Il tuo primo pensiero e' impedirlo. Il tuo primo pensiero e' salvare quelle vite innocenti.

La persona che sta per precipitare altre persone in una trappola mortale e' il governo italiano, con l'annunciata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, dove li attende la morte.

*

Noi crediamo sinceramente che i membri del governo italiano non si siano resi conto dell'enormita' che intendono commettere. E crediamo quindi che una volta che se ne saranno resi conto recederanno dal commettere quella follia, quel delitto.

Ma perche' se ne rendano conto occorre che molte voci si levino a farli rinsavire, che molte voci li esortino e li persuadano a non commettere un crimine orrendo di cui poi dovrebbero recare il peso nella coscienza per il resto della loro vita.

Convinciamoli a recedere da quella scellerata decisione.

E convinciamoli con la gentilezza ma anche con la fermezza che e' propria delle azioni nonviolente.

Alle ministre ed ai ministri della repubblica facciamo sentire la nostra opposizione, e rendiamoli edotti che se perseverassero nella loro mortifera intenzione chiederemo al Parlamento di negare il consenso a un atto sciagurato.

E se anche il parlamento cedesse, chiederemo al Presidente della Repubblica di porre il suo veto a una scelta assassina.

E se quel crimine venisse perpetrato, chiederemo alle competenti magistrature di intervenire nei confronti di tutti gli sciagurati responsabili.

Ma noi preferiamo pensare che il governo vorra' recedere motu proprio, immediatamente, appena avra' preso coscienza di quale crimine si stava per macchiare.

*

E dunque a tutte le persone che non vogliono essere complici di una strage annunciata chiediamo di far sentire al governo la propria opposizione, la propria richiesta che quella decisione sia revocata immediatamente.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Di seguito alcuni indirizzi di posta elettronica del governo a cui vi preghiamo di scrivere messaggi semplici, chiari e cortesi che rechino l'esplicita richiesta: "Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane".

*

Alcuni indirizzi di posta elettronica utilizzabili...

 

10. UNA CONVERSAZIONE A VITERBO SUI COMPITI DELL'ORA: SALVARE LE VITE, OPPORSI A TUTTE LE UCCISIONI

 

Si e' svolto a Viterbo mercoledi' 30 dicembre 2015 un incontro di riflessione cui ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini.

Tema dell'incontro il dovere di opporsi alla guerra e al terrorismo, il dovere di opporsi a tutte le uccisioni, il dovere di rispettare, difendere, salvare tutte le vite. Nel corso dell'incontro e' stata particolarmente approfondita la teoria e la prassi nonviolenta, con la descrizione e l'analisi di figure, opere ed esperienze che hanno straordinariamente contribuito a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha perorato ed argomentato la necessita' e l'urgenza di un impegno corale del popolo italiano affinche' il governo receda dall'annunciata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione assurda e sciagurata che li espone (e con essi le maestranze civili, le popolazioni dei dintorni ed a valle della diga, ma anche la popolazione italiana tout court) al probabilissimo rischio di attentati terroristici.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche.

Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ogni persona ragionevole e responsabile si impegni per persuadere il governo a rinsavire e tornare sui suoi passi.

Impediamo una nuova strage di Nassiriya.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

 

11. SCRIVIAMO A TUTTI I MINISTRI PER CHIEDERE CHE RECEDANO DA UNA DECISIONE INAMMISSIBILE

 

Facciamo sentire la nostra voce a tutti i ministri ed ai loro principali collaboratori; invitiamoli a recedere da una decisione inammissibile.

*

Un modello di lettera:

Egregi ministri,

receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere. Distinti saluti.

*

Alcuni indirizzi di posta elettronica cui scrivere...

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Didier Contadini, Jeremy Bentham. L'utilitarismo al servizio delle riforme, Hachette, Milano 2016, pp. 144, euro 9,99.

*

Riletture

- Jeremy Bentham, Il libro dei sofismi, Editori Riuniti, Roma 1981, pp. 168.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2501 del 14 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com