[Nonviolenza] Telegrammi. 2497



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2497 del 10 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La marcia Perugia-Assisi presa sul serio

2. Alcuni testi del mese di dicembre 2013 (parte seconda)

3. In memoria di Jorge Semprun, nel XC anniversario della nascita

4. Un'urgenza

5. Per il centenario della nascita di Raimondo Pesaresi

6. Un ricordo del 1994

7. Nell'anniversario della strage di piazza Fontana

8. Un incontro a Viterbo in memoria di Frances Wright

9. Giuliana Dal Pozzo

10. Nelson Mandela

11. In memoria di Lelio Basso. Un incontro di riflessione a Viterbo

12. Un incontro di studio in memoria di Guenther Anders

13. Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti

14. Per il centenario di Willy Brandt

15. Per Heinrich Boell

16. "Volare fa male alla salute". Un incontro di riflessione a Viterbo

17. Le bocche cucite

18. Un incontro di studio sul "Manifesto" di Marx ed Engels

19. Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'

20. Un ricordo di Chico Mendes, a venticinque anni dalla morte

21. Una sera di Chico Mendes

22. Per Lanfranco Mencaroni

23. Abolire i campi di concentramento, rispettare i diritti umani

24. Nell'anniversario della nascita di Aldo Capitini

25. Una richiesta al governo e al parlamento

26. Nessuno dimentichi

27. Clemenza, civilta'

28. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

29. Opporsi alla guerra

30. Segnalazioni librarie

31. La "Carta" del Movimento Nonviolento

32. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LA MARCIA PERUGIA-ASSISI PRESA SUL SERIO

 

Se la prendi sul serio, la marcia Perugia-Assisi ti dice le cose da fare, le cose che tu devi fare, le cose che dobbiamo fare tutti: semplici, chiare ed impegnative.

*

Che occorre opporsi a tutte le guerre: e quindi qui ed ora far cessare lo scandalo della partecipazione italiana alle guerre in corso e ad alleanze criminali che impongono dittature e altre guerre preparano.

Che occorre opporsi a tutte le armi: e quindi qui ed ora far cessare lo scandalo dell'immane ed infame produzione e commercio di armi da parte del nostro paese.

Che occorre opporsi a tutti gli eserciti: e quindi qui ed ora far cessare lo scandalo delle decine e decine di milioni di euro del bilancio dello stato italiano che ogni giorno - ripetiamolo: decine e decine di milioni ogni giorno - vengono oscenamente sperperati per la macchina bellica il cui fine essenziale e' la preparazione ed esecuzione di azioni omicide.

Che occorre rispettare e difendere tutte le vite: e quindi qui ed ora far cessare lo scandalo dell'immane strage nel Mediterraneo, strage che avviene perche' i governi europei - e tra essi quello italiano - non riconoscono a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

Che occorre riconoscere tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani: e quindi qui ed ora far cessare lo scandalo della negazione del diritto di voto a milioni di persone che nel nostro paese vivono; lo scandalo del razzismo e dello schiavismo; lo scandalo della violenza maschilista; lo scandalo dell'indifferenza complice dell'orrore.

Che solo la nonviolenza si oppone alla violenza, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita': e quindi qui ed ora occorre abbandonare la folle e scellerata logica delle armi (che ha portato l'umanita' a due guerre mondiali, all'attuale "terza guerra mondiale a pezzi" e al rischio della catastrofe atomica), e passare finalmente alla Difesa popolare nonviolenta, ai Corpi civili di pace, al disarmo, a quell'insieme di scelte di giustizia che costruiscono una societa' nonviolenta della sobrieta', della responsabilita', della solidarieta', della condivisione, che ogni persona riconosca e rispetti nella sua dignita' e unicita', che dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita' si prenda cura per il bene comune dell'umanita' oggi esistente e delle generazioni future.

*

Uscire dall'indifferenza questo significa: uscire dalla subalternita' ai poteri assassini, rompere ogni complicita' con tutti i poteri che rapinano e violentano l'umanita', impegnarsi per la pace con mezzi di pace, passare dal pacifismo generico e astratto alla concreta e coerente nonviolenza.

Uscire dall'indifferenza questo significa: ottenere il pieno rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2), che afferma l'eguaglianza di diritti di ogni persona e il dovere della Repubblica di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti..." (art. 3), che riconosce il diritto d'asilo (art. 10), che "ripudia la guerra" (art. 11).

Uscire dall'indifferenza questo significa: ottenere il pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2013 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2013.

 

3. IN MEMORIA DI JORGE SEMPRUN, NEL XC ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 

Ricorre oggi, martedi' 10 dicembre 2013, il novantesimo anniversario della nascita di Jorge Semprun, il grande scrittore e resistente antifascista spagnolo deceduto due anni fa.

Era nato a Madrid il 10 dicembre 1923, emigrato con la famiglia a Parigi durante la guerra civile spagnola (il padre era un diplomatico repubblicano), prese parte alla Resistenza francese e fu deportato a Buchenwald. Sopravvissuto al lager, oppositore del franchismo, rientro' clandestinamente in Spagna per continuare la lotta; ancora esule in Fancia, fu scrittore, giornalista, attivo nel cinema e nel teatro, autore delle sceneggiature di capolavori cinematografici; caduta la dittatura franchista, e' stato Ministro della Cultura in Spagna dal 1988 al 1991; e' morto a Parigi il 7 giugno 2011. Tra le opere di Jorge Semprun: Il grande viaggio, Einaudi, Torino 1964; Autobiografia di Federico Sanchez, Sellerio, Palermo 1979; La scrittura o la vita, Guanda, Parma 1996; Male e modernita', Passigli, Firenze 2002; Vivro' col suo nome, moriro' con il mio, Einaudi, Torino 2005. Segnaliamo anche il colloquio tra Jorge Semprun ed Elie Wiesel, Tacere e' impossibile, Guanda, Parma 1996. Semprun e' anche l'autore delle sceneggiature di due grandi film di Alain Resnais, La guerra e' finita (1966), e Stavisky (1973-74); ha collaborato anche con il regista Costa-Gavras per i film Z. L'orgia del potere (1969); La confessione (1970); L'affare della sezione speciale (1975).

*

Ricordare Jorge Semprun, e ricordarlo - per casuale ma significativa coincidenza - proprio nel giorno in cui il mondo rende l'estremo saluto a Nelson Mandela, nel giorno in cui ricorre l'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, ricordarne la lotta contro il fascismo, ricordarne la deportazione nel lager nazista, ricordarne la limpida figura e la generosa opera di difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, di combattente per la liberazione dell'umanita' intera, convoca ancora una volta a proseguirne l'impegno: contro tutte le oppressioni, contro tutte le violenze, per la dignita' di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che unisce e libera.

Nel ricordo e alla scuola di Jorge Semprun e di Nelson Mandela, come di Rene' Cassin - anch'egli un eroico resistente antifascista - e degli altri autori della Dichiarazione universale dei diritti umani, prosegua la lotta dell'umanita' affinche' ad ogni essere umano sia garantita liberta', uguaglianza di diritti, fraternita'; affinche' regola della civile convivenza sia l'aiuto reciproco, il bene comune, la solidarieta' che tutte e tutti riconosce, raggiunge, sostiene.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

4. UN'URGENZA

 

Formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.

 

5. PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI RAIMONDO PESARESI

 

Ricorreva quest'anno il centenario della nascita di Raimondo Pesaresi (16 marzo 1913 - 3 febbraio 1994), illustre studioso dei classici greci e latini, umanista ed educatore di incomparabile virtu'.

Molti ne hanno gia' ricordato l'opera di filologo, di docente, di promotore di cultura. E molti che furono suoi allievi avendolo professore o preside ne serbano viva memoria come luminoso esempio di dedizione agli studi e all'umanita', come formatore al dovere morale e civile, come guida delle coscienze all'amore del vero, alla scelta del bene, al sentire e all'agire secondo giustizia e secondo misericordia.

Ai tanti ricordi ed omaggi gia' resi da molti all'illustre maestro, vorrei aggiungere qui sommessamente anche l'attestazione della mia personale gratitudine per gli insegnamenti grandi da lui ricevuti.

Non ho dimenticato.

 

6. UN RICORDO DEL 1994

[Il testo che segue apparve sul settimanale viterbese "Sotto Voce" nel fascicolo del 12 febbraio 1994, lo ripropongo senza modifiche. Raimondo Pesaresi era deceduto da pochi giorni. Era stato preside e simbolo del liceo di Viterbo negli anni della mia gioventu']

 

La scomparsa di Raimondo Pesaresi ci priva di uno dei nostri maestri.

Per noi giovani allievi che ogni mattina entrando a scuola leggevamo quella lapide che ricordava Mariano Buratti, torturato e assassinato dai nazifascisti, quella scuola, la scuola del preside Raimondo Pesaresi, era Mariano Buratti vivente: nel rigore morale, nella dignita' civile, nell'impegno scientifico ed educativo, nel vertiginoso, straziante grido di liberta' che dai precordi del mondo classico ai martiri della Resistenza si prolungava a chiamarci alla lotta. La civilta', o la barbarie.

Raimondo Pesaresi, il filologo, l'umanista, l'educatore Raimondo Pesaresi, era la nostra scuola.

Scuola di amore alla verita', di grata memoria ai buoni che furono, di responsabilita' che ciascheduno ha da recare integra, e di civile convivere e condursi.

L'amore per la verita': il rigore filologico, che scavava dentro le parole e i discorsi; la ricerca labirintica e ardua e sottile ed infine l'abbagliante scoperta dell'espressione esatta; l'intuizione, la penetrazione vivida e gioiosa del pensiero autentico e pur sempre friabile, della verita' interiore dell'uomo che il linguaggio deve rendere; lo sforzo di capire, di capire l'altro, il suo vissuto, il suo mondo: il nostro mondo, il nostro vissuto, l'altro che e' parte di noi. L'amore per la verita' che e' ad un tempo amore di liberta', di uguaglianza, di fraternita'.

E il dovere della memoria: porsi, disporsi all'ascolto degli antichi maestri e dei recenti; riflettere sui casi umani lungo le volute e le voragini della storia; incessantemente riproporsi i quesiti piu' nitidi e i piu' sibillini, condividere il pathos delle scelte e il tormento incandescente dei dubbi, la processione del pensare e dell'agire; incessantemente rispondere alla chiamata, alla voce che grida dal brulicante deserto del passato, dei passati: schierarsi. O con gli oppressi o con gli oppressori; o con chi anela liberta' o con chi la conculca; o con chi cerca luce o con chi impone le tenebre. Era una scuola esigente. Era una scuola che non tradiva le vittime. Era la scuola di Raimondo Pesaresi. E di Primo Levi, e di Giacomo Leopardi.

Insegnava la responsabilita' che non si fraziona, la liberta' comune che va edificata pietra su pietra: il tuo compito, il tuo dovere, che non puoi eludere o delegare ad altri. Il rifiuto e lo sprezzo del sotterfugio, delle meschinita'. Insegnava il cielo stellato e la legge morale.

Qui mi sovviene dei suoi maestri, quelli di cui ci parlava in un soffio, in un sorriso, e c'era dentro tutto il dolore del mondo, e la dignita' splendente dell'uomo: Gaetano De Sanctis che rifiuto' di giurar fedelta' al regime; Piero Treves che rivendico' la greca liberta' mentre in Italia imperava la tirannide; e Manara Valgimigli, e Concetto Marchesi, e ancora e ancora, lungo una tradizione di studi classici che era innanzitutto radicamento nei valori, fedelta' alla cultura, alla civilta', religione del buono e del vero. Legame, solidarieta'.

La serena cordialita', il tratto amabile, i modi squisiti di Raimondo Pesaresi: e quando entrava in classe a far lezione, e quando si consumava insieme il rito della consegna delle pagelle (gli stavamo a cuore, davvero, a quel preside: dovevamo essere degni del nome e dell'eredita' di Mariano Buratti), e quando ci capitava di incontrarlo fuori della scuola. E nei suoi lavori su Erodoto e Demostene, nella sua indefessa e prestigiosa attivita' scientifica oltre che pedagogica, nella pienezza e versatilita' della sua opera: psicagogica, come avrebbe detto Maria Rosaria - ed anche lei, docente ed amica amatissima, non e' piu'.

Negli anni del liceo scelsi la parte degli ultimi - che a quel luogo non erano ammessi: per Pesaresi sento ancora una devozione filiale che so mi accompagnera' per tutta la vita. Nell'ora delle scelte, che non termina mai, per me conto' la sua lezione di serena dirittura, di amore alla verita', di pietas per gli uomini che furono. E che sono, e che saranno.

La scuola intitolata al martire antifascista Mariano Buratti, la scuola di Raimondo Pesaresi, ci insegno' molte cose che abbiamo dimenticato, ma soprattutto questa, struggente, che rechiamo incisa nell'animo: che occorre resistere contro la barbarie; che nulla di umano ci e' alieno e quindi l'intera umanita' ci sta a cuore; che quand'anche fosse solo favola e sogno, la virtu' e' l'unico bene che abbiamo.

 

7. NELL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 12 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di commemorazione delle vittime nell'anniversario della strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969.

*

Nel corso dell'incontro e' stata fatta memoria di tutte le vittime della strategia della tensione; sono state lette alcune significative testimonianze; si e' rinnovato l'impegno per la democrazia, la verita', la giustizia, la scelta della nonviolenza: la nonviolenza che e' forza della verita', rispetto per la vita, opposizione a tutte le menzogne e le violenze, opposizione a tutte le oppressioni, opposizione a tutte le aggressioni alla vita, alla dignita', ai diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Nel nome e nel ricordo delle vittime, la nonviolenza e' in cammino.

 

8. UN INCONTRO A VITERBO IN MEMORIA DI FRANCES WRIGHT

 

Si e' svolto venerdi' 13 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria della pensatrice e riformatrice sociale Frances Wright.

Frances (Fanny) Wright, nata a Dundee, in Scozia, il 6 settembre 1795 e deceduta a Cincinnati, in America, il 13 dicembre 1852, e' stata una scrittrice, filantropa, attivista femminista, antischiavista ed antirazzista, socialista e libera pensatrice.

Nel suo impegno contro ogni oppressione, nel suo impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani, Frances Wright e' una delle grandi figure della nonviolenza in cammino.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte". E piu' in generale hanno espresso sostegno all'appello contro il razzismo affinche' "siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo' e all'articolo 10 afferma che 'Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica'. Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto 'reato di clandestinita''. Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid. Vi e' una sola umanita'".

Le persone partecipanti all'incontro hanno inoltre espresso ancora una volta pieno sostegno all'impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan e per il disarmo.

Le persone partecipanti all'incontro hanno infine espresso ancora una volta pieno impegno contro la violenza maschilista e patriarcale.

*

Nel ricordo di Frances Wright prosegua l'impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; contro tutte le guerre, le uccisioni, le persecuzioni.

Nel ricordo di Frances Wright prosegua l'impegno per la liberazione dell'umanita', l'impegno per la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e soccorre, l'impegno in difesa della biosfera.

Nel ricordo di Frances Wright la nonviolenza e' in cammino.

 

9. GIULIANA DAL POZZO

 

E' deceduta Giuliana Dal Pozzo, giornalista e militante, che diresse "Noi donne" e fondo' il Telefono Rosa.

La ricordiamo con gratitudine.

 

10. NELSON MANDELA

 

Conclusi i riti funebri, resta il suo messaggio e il suo esempio.

Resta la sua lotta da proseguire.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

 

11. IN MEMORIA DI LELIO BASSO. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 16 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Lelio Basso, nel XXXV anniversario della scomparsa.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande combattente antifascista, dirigente socialista e pensatore marxista.

*

Lelio Basso e' stato uno dei maggiori protagonisti dell'antifascismo, della Resistenza, dell'impegno civile per la democrazia, delle lotte e della riflessione teorica del movimento operaio, della solidarieta' internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli oppressi. Nato a Varazze il 25 dicembre 1903, fin da giovanissimo si impegno' nel movimento socialista e collaboro' a vari fogli democratici, tra cui "La rivoluzione liberale" di Gobetti. Avvocato, antifascista, perseguitato, resistente, il 25 aprile 1945 partecipo' all'insurrezione di Milano. Costituente, parlamentare, dirigente della sinistra italiana, fondatore e direttore di varie riviste (tra cui "Problemi del socialismo"), studioso del marxismo e particolarmente di Rosa Luxemburg. Fondatore della Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, promotore della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (Algeri 1976). E' scomparso il 16 dicembre 1978. Opere di Lelio Basso: della sua vastissima produzione si veda almeno l'opera postuma Socialismo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano 1980; e l'ampia introduzione (pp. 13-129) a Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976. Opere su Lelio Basso: per un avvio cfr. Enzo Collotti, Oskar Negt, Franco Zannino, Lelio Basso, teorico marxista e militante politico, Angeli, Milano 1979 (con scritti di Basso e una bibliografia curata da Fiorella Ajmone); Andrea Mulas (a cura di), Lelio Basso. La ricerca dell'utopia concreta, Edup, Roma 2006, Il sole 24 ore, Milano 2013.

 

12. UN INCONTRO DI STUDIO IN MEMORIA DI GUENTHER ANDERS

 

Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 17 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Guenther Anders nell'anniversario della scomparsa del grande pensatore, deceduto il 17 dicembre 1992.

Nel corso sono stati letti e commentati alcuni suoi saggi brevi.

*

Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia il 12 luglio 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso a Vienna il 17 dicembre 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo), e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Tra le opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004; L'odio e' antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Discesa all'Ade, Bollati Boringhieri, Torino 2008. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi.

 

13. NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DEI MIGRANTI

 

Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti denunciamo ancora una volta le atroci, empie, abominevoli violazioni dei piu' fondamentali diritti umani.

Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti chiediamo ancora una volta che nel nostro paese siano immediatamente abolite tutte le scellerate misure e pratiche razziste.

Ed in particolare ed in primo luogo chiediamo ancora una volta al Parlamento italiano che faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

Chiediamo ancora una volta al Parlamento italiano che siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti.

Che sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Cessi la persecuzione dei migranti.

Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'".

Siano aboliti i campi di concentramento.

Siano abolite le deportazioni.

Cessi la schiavitu'.

Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune.

Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere tutti i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.

Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste.

Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid.

Vi e' una sola umanita'.

 

14. PER IL CENTENARIO DI WILLY BRANDT

 

Ricorre oggi il centenario della nascita di Willy Brandt (Lubecca, 18 dicembre 1913 - Unkel, 8 ottobre 1992); militante del movimento operaio, dirigente socialista, resistente antinazista, sindaco di Berlino, cancelliere della Repubblica federale tedesca, Premio Nobel per la pace nel 1971, fu tenacemente impegnato per il disarmo e contro la fame nel mondo.

Tra le opere di Willy Brandt: Politica di pace in Europa, Sugar, Milano 1971; La politica di un socialista (1960-1975), Garzanti, Milano 1979; La corsa agli armamenti e la fame nel mondo, Sperlinkg & Kupfer, Milano 1987; Non siamo nati eroi, Editori Riuniti, Roma 1987; Memorie, Garzanti, Milano 1991; ricordiamo anche che una Commissione indipendente da lui presieduta ha realizzato il giustamente assai noto "Rapporto Brandt", Nord-Sud: un programma per la sopravvivenza, Mondadori, Milano 1980.

Tra le opere su Willy Brandt: Nestore Di Meola, Willy Brandt, Rubbetino, Soveria Mannelli 1998.

*

Willy Brandt e' stato un eroico combattente per la liberazione dell'umanita'; per la vita, la dignita' e l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; per la giustizia sociale e la pace, per il disarmo e la solidarieta', per la difesa della biosfera, la condivisione delle risorse, la responsabilita' per il mondo vivente.

E' stato un maestro e un compagno di tutti coloro che si impegnano contro la violenza; un maestro e un compagno di tutte le oppresse e tutti gli oppressi in lotta per la verita' e la liberazione; un maestro e un compagno della nonviolenza in cammino.

Lo ricordiamo con profonda gratitudine.

 

15. PER HEINRICH BOELL

 

Ricorre il 21 dicembre l'anniversario della nascita di Heinrich Boell.

*

Heinrich Boell e' nato a Colonia il 21 dicembre 1917, testimone degli orrori del secolo, uomo di tenace, intransigente impegno morale e civile, una delle figure piu' belle dell'impegno per la pace e la dignita' umana. Premio Nobel per la letteratura nel 1972. E' scomparso il 16 luglio 1985. La sua bonta' dovrebbe passare in proverbio.

Opere di Heinrich Boell: tra le opere di narrativa (che sono sempre anche di testimonianza) piu' volte ristampate: Il treno era in orario (Mondadori), Viandante, se giungi a Spa... (Mondadori), Dov'eri, Adamo? (Bompiani), E non disse nemmeno una parola (Mondadori), Racconti umoristici e satirici (Bompiani), Il nano e la bambola (Einaudi), Opinioni di un clown (Mondadori), Foto di gruppo con signora (Einaudi), L'onore perduto di Katharina Blum (Einaudi), Vai troppo spesso a Heidelberg (Einaudi), Assedio preventivo (Einaudi), Il legato (Einaudi), La ferita (Einaudi), Donne con paesaggio fluviale (Einaudi). Tra le raccolte di saggi e interventi: Rosa e dinamite, Einaudi, Torino 1979; Lezioni francofortesi, Linea d'ombra, Milano 1990; Terreno minato, Bompiani, Milano 1990; Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999.

Tra le opere su Heinrich Boell: Italo Alighiero Chiusano, Heinrich Boell, La Nuova Italia, Firenze 1974; Lucia Borghese, Invito alla lettura di Boell, Mursia, Milano 1990. Si vedano anche i testi di Cristina Ricci ne "La nonviolenza e' in cammino", nn. 1484-1486, e "La domenica della nonviolenza", n. 100.

*

Heinrich Boell e' uno dei piu' grandi maestri della nonviolenza in cammino.

E' stato detto di lui: "Leggendo Boell si scopre che e' sempre possibile scegliere il bene. Leggendo Boell si scopre che non vi e' solo un'umanita' schiacciata dalla violenza, dalla sofferenza, dalla sventura, ma vi e' anche un'umanita' generosa e coraggiosa che alla violenza si oppone, che ai sofferenti presta soccorso, che alle sventure cerca di porre rimedio, che promuove la lotta delle vittime affinche' finisca ogni oppressione; e questa umanita' sofferente e questa umanita' generosa sono una stessa umanita', incarnata in ogni singola persona. Leggendo Boell si scopre che proprio qui ed oggi e' il luogo e il momento di combattere con la scelta della nonviolenza contro il maschilismo, il militarismo, il razzismo, il fascismo; il luogo e il momento di combattere con la forza della verita' per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Leggendo Boell si scopre che la nonviolenza e' sempre in cammino. Leggendo Boell si scopre che la nonviolenza e' piu' forte del male, poiche' essa e' la stessa umanita' che si riconosce nella sua dignita', solidarieta', liberta' liberatrice".

Ricordare Boell e' proseguirne la lotta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, contro tutte le oppressioni e le devastazioni, contro tutte le guerre e le uccisioni, contro tutte le menzogne e le violenze.

Ricordare Boell e' proseguirne il cammino. La nonviolenza e' il cammino.

 

16. "VOLARE FA MALE ALLA SALUTE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 20 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Volare fa male alla salute. Le ragioni dell'impegno per la riduzione del trasporto aereo".

Nel corso dell'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricostruito alcuni fondamentali ragionamenti svolti nel corso della campagna che poi riusci' ad impedire la realizzazione di un nocivo e distruttivo, illegale ed insensato mega-aeroporto a Viterbo, e cosi' riusci' a salvare la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria, bene comune dell'umanita' passata, presente e ventura; campagna che non era limitata alla difesa di una specifica area di immenso valore, ma altresi' per la riduzione globale dell'insostenibile trasporto aereo.

*

Allegato: Volare fa male alla salute (2007)

1. Volare fa male alla salute

E innanzitutto alla salute di chi non vola.

Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.

Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.

Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.

E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita' di trasporto non coerente con la stessa costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.

Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per  appropriarsi privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e tali danni agli altri esseri umani?

2. Volare fa male all'ambiente

Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.

Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.

Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.

3. Volare e' antieconomico

Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.

Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche' i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano intorno al grande affare.

Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.

4. Volare e' pericoloso

Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.

Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.

Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli incidenti, degrado della qualita' della vita.

Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.

5. Volare e' alienante

Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.

Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui  decisive esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.

Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.

6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie

Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.

Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.

Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.

Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.

Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.

7. Della virtu' del limite

Il volo lasciamolo agli uccelli.

Il cielo lasciamolo alle stelle.

Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.

E' l'unica Terra che abbiamo.

Vi e' una sola umanita'.

 

17. LE BOCCHE CUCITE

 

Abolire subito i campi di concentramento.

Abrogare subito tutte le antileggi razziste.

Rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Vi e' una sola umanita'.

 

18. UN INCONTRO DI STUDIO SUL "MANIFESTO" DI MARX ED ENGELS

 

Si e' svolto sabato 21 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul "Manifesto del partito comunista" di Karl Marx e Friedrich Engels, uno dei testi classici del pensiero politico e uno dei grandi appelli alla lotta contro l'ingiustizia.

Nel corso dell'incontro e' stato letto e commentato l'intero testo apparso nel 1848 utilizzando la traduzione di Emma Cantimori Mezzomonti condotta sull'edizione critica (in alcuni luoghi cruciali e per alcuni termini fondamentali confrontandola anche con le traduzioni di Antonio Labriola e di Palmiro Togliatti, oltre ovviamente che con il testo originale tedesco).

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato come la lettura e lo studio adeguato del "Manifesto" di Marx ed Engels che i due autori scrissero non ancora trentenni continui ad essere (centosessantacinque anni dopo e quindi in un contesto storico per molti aspetti assai mutato) una occasione importante di presa di coscienza e di acquisizione di riflessioni fondamentali; quel testo appronta infatti decisivi elementi e strumenti di analisi della realta' sociale e costituisce un formidabile appello alla lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione.

Nella lotta contro tutte le violenze e le menzogne, anche alla luce delle tragiche vicende storiche novecentesche, la rimeditazione dell'analisi marx-engelsiana anche nella forma sintetica offerta nelle poche pagine del "Manifesto" quarantottesco e' ancora necessaria.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

19. IL RAZZISMO E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'

 

Occorre abolire immediatamente i campi di concentramento.

Occorre abolire immediatamente le deportazioni.

Occorre abolire immediatamente la schiavitu'.

Occorre rispettare finalmente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Occorre abrogare immediatamente le scellerate antileggi razziste.

Vi e' una sola umanita'.

 

20. UN RICORDO DI CHICO MENDES, A VENTICINQUE ANNI DALLA MORTE

 

Il 22 dicembre 1988, venticinque anni fa, veniva assassinato Chico Mendes, sindacalista, difensore dei diritti umani e della biosfera.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda come un grande testimone della dignita' umana, un luminoso maestro di nonviolenza.

*

Chico Mendes, sindacalista, ecologista, amico della nonviolenza, martire; nato nel 1944, operaio nell'attivita' estrattiva del caucciu', sindacalista dei seringueiros, militante del Partito dei Lavoratori, difensore ecologico dell'Amazzonia, premiato dall'Onu per il suo impegno, per il suo impegno fu assassinato il 22 dicembre 1988. Scritti di Chico Mendes: Con gli uomini della foresta, Sonda, Torino 1989. Tra le opere su Chico Mendes: Andrew Revkin, La stagione del fuoco: l'assassinio di Chico Mendes e la lotta per salvare l'Amazzonia, Mondadori, Milano 1990; Vittorio Bonanni, Chico Mendes e la lotta dei seringueiros dell'Amazzonia, Datanews, Roma 1991; A. Schoumatoff, Il mondo sta bruciando. Chico Mendes e la tragedia dell'Amazzonia, Leonardo, Milano 1991.

 

21. UNA SERA DI CHICO MENDES

[Nuovamente ripubblichiamo]

 

"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho serbato la fede"

(2 Tm 4, 7)

 

La selva e nella selva l'altra selva

quella nei laghi neri del cuore

quella ove incontri lupe, leoni, lonze

e i killer prezzolati dai padroni.

 

La selva e nella selva vivi gli alberi

e sotto la corteccia il sangue loro

ed e' mestieri di cavarne stille,

fratelli alberi, abbiamo fame anche noi.

 

La selva e nella selva gli abitanti

della selva. Ed ecco stabiliamo

un patto nuovo tra noi della foresta,

fratelli umani che dopo noi vivrete.

 

La selva e noi, le donne antiche e gli uomini

antichi e gli uomini e le donne che eccoci.

Stringiamo un patto, sorelle piante, ci diciamo

parole di rispetto e di dolore, fratelli alberi

abbiamo fame anche noi, hanno fame anche altri, tutti

vogliamo vivere.

 

La selva e nella selva io Chico Mendes

e tre proiettili che passo dopo passo

di ramo in ramo di talento in talento

dal portafogli e dalla scrivania

fino alla tasca e alla cintura e alla fondina

e' tanto che mi cercano, e cercano me

Chico Mendes, il sindacalista

l'amico della foresta, l'amico della nonviolenza.

 

Ed e' gia' questo ventidue dicembre

del mille novecento ottantotto

questa e' la porta di casa mia, sono

le cinque e tre quarti. E mi sotterreranno

nel giorno di Natale antica festa.

Piangono nella selva lente lacrime

di caucciu' le piante, piange l'indio

piange Ilzamar, Sandino ed Elenira

piangono e piangono i compagni tutti,

il sindacato piange e piange il cielo

in questa sera senza luce e senza scampo.

 

Mentre mi accascio guardo ancora il mondo

che possa vivere

ho fatto la mia parte.

 

22. PER LANFRANCO MENCARONI

 

Solo oggi mi giunge la notizia del decesso di Lanfranco Mencaroni, uno dei maggiori collaboratori di Aldo Capitini e costante continuatore del comune impegno, animatore di fondamentali iniziative di pace e di solidarieta', medico, educatore al bene e al vero con la parola e ancor piu' con l'esempio, persona generosissima del suo vasto sapere, della sua sottile acribia, dei suoi talenti e delle sue risorse in pro del bene di tutti, uomo di fermo carattere, di tenace concetto, militante del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita', strenuo combattente contro tutte le ingiustizie, esemplare amico della nonviolenza, indimenticabile maestro e compagno di lotte.

La notizia della sua morte reca a chi lo conobbe e apprezzo' un profondo dolore, ma il ricordo della sua esistenza, della sua benevolenza, della sua amicizia, resta un dono prezioso e perenne.

Un esempio luminoso ed autentica una gloria e' stato per l'umanita' Lanfranco Mencaroni.

Come tutti coloro che ebbero la fortuna grande di incontrarlo, anch'io qui lo saluto e lo ringrazio ancora.

La nonviolenza e' in cammino.

 

23. ABOLIRE I CAMPI DI CONCENTRAMENTO, RISPETTARE I DIRITTI UMANI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 23 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di iniziativa sul tema: "Abolire i campi di concentramento, abolire le disumane antileggi razziste: rispettare i diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno denunciato ancora una volta la scellerata violenza razzista nel nostro paese ed hanno chiesto ancora una volta l'abrogazione immediata delle criminali e criminogene misure razziste sciaguratamente tuttora in vigore in Italia in flagrante violazione del dettato costituzionale e della Dichiarazione universale dei diritti umani.

*

Concludendo l'incontro e' stata rinnovata la richiesta al Governo e al Parlamento di rispettare finalmente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, come stabilisce la Costituzione della Repubblica Italiana; e pertanto e' stata rinnovata la richiesta al Governo e al Parlamento di abrogare immediatamente le scellerate antileggi razziste; di abolire immediatamente i campi di concentramento; di abolire immediatamente le deportazioni; di abolire immediatamente la schiavitu'; di far cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

24. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ALDO CAPITINI

 

Il 23 dicembre 1899 nasceva a Perugia Aldo Capitini, il principale promotore della nonviolenza in Italia, ideatore della marcia Perugia-Assisi, fondatore del Movimento Nonviolento.

Lo ricordiamo con gratitudine che non si estingue.

Ma ricordare Capitini significa continuarne la lotta: l'antifascismo nitido e intransigente; l'opposizione a tutte le violenze ed a tutte le menzogne; l'opposizione integrale alla guerra e alle uccisioni; la scelta concreta e coerente della nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

Una breve notizia su Aldo Capitini

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia.

Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009.

Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra.

 

25. UNA RICHIESTA AL GOVERNO E AL PARLAMENTO

 

Rinnoviamo ancora una volta la richiesta al Governo e al Parlamento di rispettare finalmente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, come stabilisce la Costituzione della Repubblica Italiana.

Rinnoviamo ancora una volta la richiesta al Governo e al Parlamento di abrogare immediatamente le scellerate antileggi razziste; di abolire immediatamente i campi di concentramento; di abolire immediatamente le deportazioni; di abolire immediatamente la schiavitu'; di far cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

26. NESSUNO DIMENTICHI

 

Nessuno dimentichi la guerra afgana, che continua a mietere vittime.

E quando un ministro necrofilo latra di sacrificio - mentre ancora ostende il coltello di ossidiana - tu vedi dalla sua bocca uscire un bolo di parole insanguinate e masticati brani di carne umana.

 

27. CLEMENZA, CIVILTA'

 

Ogni persona ragionevole sa che e' necessario un provvedimento di clemenza per la popolazione detenuta, un provvedimento di civilta' per la popolazione detenuta.

Amnistia, indulto, alternative alla detenzione, giustizia riparativa, rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Clemenza, civilta'.

 

28. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio signore,

i campi di concentramento costituiscono o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia vi sono campi di concentramento.

Le deportazioni di perseguitati, riconsegnati nelle mani dei persecutori cui erano sfuggiti, costituiscono o no un crimine contro l'umanita'? Eppure l'Italia attua queste deportazioni.

La riduzione in schiavitu' costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia si consente la riduzione in schiavitu' dei lavoratori immigrati, ed anzi lo stato la favoreggia con le sue scellerate misure razziste.

L'imprigionamento di persone che non hanno commesso nulla di male, costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia vengono imprigionate persone che non hanno commesso nulla di male, solo perche' sono venute nel nostro paese cercando salvezza e futuro in fuga da guerre e dittature, da miseria e fame.

Negare accoglienza ed assistenza a chi ne ha estremo bisogno per salvare la propria vita, costituisce o no un crimine contro l'umanita'? Eppure in Italia anche questo accade.

*

La Costituzione della Repubblica Italiana, cui lei ha giurato fedelta', all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo". Perche' lei consente che quei diritti siano invece violati?

La Costituzione della Repubblica Italiana, cui lei ha giurato fedelta', all'articolo 10 dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Perche' lei consente che quel diritto sia invece violato?

Governi scellerati negli scorsi anni e decenni hanno imposto nel nostro paese misure razziste criminali e criminogene, in flagrante conflitto con la Costituzione della Repubblica Italiana, democratica ed antifascista. Perche' lei non si adopera per la loro immediata abolizione?

*

Egregio signore,

il governo che lei presiede puo' e deve finalmente abrogare le criminali antileggi razziste; puo' e deve tornare al rispetto della legalita' costituzionale e dei diritti umani; puo' e deve attuare i principi stabiliti nella Dichiarazione universale dei diritti umani; puo' e deve restituire riconoscimento e rispetto ad innumerevoli esseri umani. Perche' non lo fa? Si adoperi finalmente, immediatamente, per questo.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita'.

Distinti saluti

 

29. OPPORSI ALLA GUERRA

 

Opporsi alla guerra, opporsi alle uccisioni.

La regola buona. Un buon inizio.

Opporsi alla guerra, opporsi alle uccisioni.

Vi e' una sola umanita'.

 

30. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Don Angelo Massi, Il compagno Petroselli dal seminario al Campidoglio, Quatrini, Viterbo 2016, pp. 84, euro 10.

*

Riletture

- AA. VV., Dieci anni dopo. 1945-1955. Saggi sulla vita democratica italiana, Laterza, Bari 1955, pp. XII + 600.

 

31. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

32. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2497 del 10 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com