[Nonviolenza] Telegrammi. 2468



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2468 dell'11 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: L'11 settembre e noi

2. Alcuni testi del mese di aprile 2016 (parte terza)

3. Associazione "Respirare": Manca una settimana al referendum del 17 aprile

4. Al referendum del 17 aprile voteremo si'

5. Dieci ragioni piu' una per il si' al referendum del 17 aprile

6. Abolire le frontiere, una sola umanita'

7. Ergo

8. Il nostro dovere nei confronti del mondo vivente

9. San Martino al Cimino dice si'

10. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'

11. "Viterbo oltre il muro": Il 17 aprile votiamo si'

12. Sempre

13. Il 18 brumaio 2016

14. Un appello della redazione de "La nonviolenza e' in cammino" per il si' al referendum del 17 aprile

15. Una lettera aperta al sindaco di Viterbo affinche' torni visibile la lapide che ricorda Mariano Buratti, martire della Resistenza

16. E' deceduto Piero Pinna

17. A Villanova un'iniziativa per il si' al referendum del 17 aprile

18. Per Piero Pinna

19. Un comizio aristotelico

20. Una breve notizia su Piero Pinna

21. Dall'isola di Lesbo

22. L'associazione "Respirare" ricorda Piero Pinna

23. Esseri umani

24. Naturalmente si'

25. Sull'esito del referendum del 17 aprile

26. Due messaggi da Lesbo

27. Segnalazioni librarie

28. La "Carta" del Movimento Nonviolento

29. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'11 SETTEMBRE E NOI

 

L'11 settembre del colpo di stato in Cile.

L'11 settembre dell'attentato alle torri gemelle.

E quanti altri 11 settembre, quante altre stragi, quante altre dittature.

C'e' un solo modo per porre fine alle stragi.

C'e' un solo modo per porre fine alle dittature.

Opporsi al male facendo il bene.

Opporsi alle uccisioni salvando le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Riconoscere che vi e' una sola umanita' composta di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte uguali in dignita' e diritti.

Riconoscere che il primo diritto e' non essere uccisi, e che il primo dovere e' salvare le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

E' gia' tanto breve, tanto amara la vita; non renderla ancora piu' amara, non renderla ancora piu' breve.

Quel poco di aiuto, quel tozzo di pane, quel sorso di luce, quella parola buona e quel respiro che ti e' dato donare, e tu donali.

Alla guerra, al razzismo, al maschilismo, opponiti tu.

Allo schiavismo e all'ecocidio, opponiti tu.

Opponiti tu ad ogni fascismo.

Alla violenza che tutto distrugge opponiti tu con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2016 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2016.

 

3. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": MANCA UNA SETTIMANA AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

Manca una settimana al referendum del 17 aprile per cercar di salvare l'ambiente marino e le coste italiane dalle pratiche inquinanti e devastanti dell'avida e proterva lobby del petrolio; e mentre non e' incerto se tra i votanti prevarranno i si' a difendere la vita e la civilta', e' incerto se il numero di coloro che si recheranno alle urne superera' il quorom richiesto dalla legge (ovvero il 50% piu' uno degli aventi diritto al voto) affinche' l'esito referendario abbia valore vincolante.

*

Misero il paese governato da siffatti messeri

Il governo, infatti, le ha tentate tutte per impedire che il referendum raggiunga il quorum. Dapprima fissando la data in un giorno distinto e distante da quello del voto per le elezioni amministrative (che coinvolgono molti comuni ed alcune popolosissime citta' come Milano, Napoli e Roma), sperperando cosi' stoltamente centinaia di milioni di euro del pubblico erario quando sarebbe stato ovvio allestire i seggi per il referendum e le elezioni una sola volta nella stessa giornata. Successivamente con reiterate dichiarazioni menzognere di prominenti suoi rappresentanti: menzogne peraltro anche incoerenti, intese a far credere sia che il referendum nulla contasse sia che il referendum fosse una catastrofe (si decidano i signori del governo: o sostengono l'una bugia o l'altra, giacche' ambedue e' impossibile: ma agli imbroglioni ovviamente della logica non cale granche'). Infine propagandando forsennatamente l'astensione dal voto con dichiarazioni in flagrante contrasto con i doveri di chi occupa cariche pubbliche in un ordinamento democratico che appunto si regge sul diritto di voto, ovvero sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Misero il paese governato da siffatti messeri.

*

Null'altro che la pura e semplice legalita', moralita' e ragionevolezza

Sta di fatto che quanto dal quesito referendario letteralmente richiesto e' null'altro che la pura e semplice legalita', moralita' e ragionevolezza. Poiche' esso chiede precisamente ed inequivocabilmente di stabilire regole e limiti certi ai contratti. Ed e' tristissimo dover rilevare come nel nostro paese in ambiti di importanza - come si usa dire - "strategica" sia necessario un referendum per ottenere che nei negozi giuridici vi sia il rispetto della logica, dell'etica, del diritto.

*

Noi diciamo di si'

Vero e' anche che il referendum ha un valore che va oltre il semplice tema del quesito proposto (ne erano stati peraltro proposti anche altri, che al voto non sono pero' giunti), e questo valore e' a tutti chiaro: se si debba difendere l'ambiente dall'assalto degli speculatori, degli avvelenatori, dei devastatori: e noi diciamo di si'; se di debba difendere la salute delle persone dai crimini ambientali degli avidi inquinatori: e noi diciamo di si'; se si debba difendere il diritto delle future generazioni a un mondo vivibile: e noi diciamo di si'; se si debba difendere la bellezza del mondo vivente da chi vorrebbe ridurlo a cloaca e deserto: e noi diciamo di si'; se si debba difendere il bene comune: e noi diciamo ancora una volta di si'.

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Grazie al cielo, la magistratura

Se ancora pochi giorni fa la maggioranza della popolazione poteva essere distratta e turlupinata dalle ciance di lorsignori, se ancora poteva essere torpida e ignara della posta in gioco, ebbene, le inchieste della magistratura - come quella che proprio in questi giorni e' giunta a sentenza e quella che proprio in questi giorni ha portato all'imputazione di personaggi "eccellenti" della lobby del petrolio e del regime della corruzione - hanno aperto gli occhi a tutti: hanno rivelato quali infami crimini siano stati commessi dai mascalzoni che pretendono di continuare a delinquere a danno del bene comune, a danno del nostro ambiente di vita, a danno dei diritti di tutti i cittadini e dell'umanita' intera. E tutto il castello di menzogne costruito dai signori del regime della corruzione a vantaggio dei loro compari arraffatori e devastatori e' crollato come un castello di carte: tutti i cittadini hanno finalmente capito il sordido gioco ed i loschi interessi di chi vuole boicottare il referendum per poter continuare a favoreggiare gli amici degli amici.

*

Ditelo dai tetti

Domenica 17 aprile, tra una settimana, occorre votare si' alla verita', sia alla legalita', si' all'umanita'.

Occorre votare si' alla salvezza dell'ambiente marino e delle coste italiane, si' alla democrazia, si' al bene comune.

Chi legge queste parole lo faccia sapere a chi non lo sa, persuada i pigri e gli incerti a difendere insieme i diritti di tutti.

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 10 aprile 2016

L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente. Dal 2007 i suoi animatori hanno promosso e guidato fino alla vittoria la campagna che ha salvato dalla devastazione il prezioso bene comune dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria - iniziativa che ebbe tra i promotori gli indimenticabili Alfio Pannega, Gianni Fiorentini, Mario Onofri, Giuseppe Tacconi, amici e compagni di lotta che ci hanno lasciato ma che vivono nel nostro ricordo e che con la loro testimonianza ci hanno donato anche un esempio di impegno per il bene comune dell'umanita', esempio a cui chi resta intende restare fedele.

 

4. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'

 

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.

Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.

Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.

Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.

Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.

Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.

Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

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Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini

 

5. DIECI RAGIONI PIU' UNA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

La prima ragione

La prima ragione e' quasi ovvia: con il referendum si chiede che le concessioni a trivellare in mare nei pressi delle coste italiane in cerca di combustibili fossili non abbiano di fatto una durata pressoche' illimitata, ma limiti certi e insormontabili, come ogni legittimo negozio giuridico.

Votare si' a regole certe e limiti rigorosi e' quindi un atto di puro e semplice buon senso.

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La seconda ragione

La seconda ragione e' che l'unico quesito referendario su cui si vota (gli altri proposti - e proposti non solo da movimenti di cittadini, ma da istituzioni dello stato italiano come le Regioni che si affacciano su ambienti marini devastati dagli impianti di trivellazione) assume obiettivamente un significato piu' ampio: esso ha infatti il valore di difesa dell'ecosistema marino, delle coste italiane, dei legittimi interessi e dei diritti soggettivi delle popolazioni (e delle istituzioni di esse rappresentative) che nelle aree immediatamente interessate dalle conseguenze delle trivellazioni vivono e lavorano.

Votare si' per difendere legittimi diritti e interessi collettivi di primaria rilevanza e' un dovere ineludibile di impegno per la legalita', per la civilta' giuridica, per il bene comune della popolazione (e delle istituzioni democratiche) del nostro paese.

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La terza ragione

La terza ragione e' che il referendum pone in termini stringenti un caso concreto di difesa dell'ambiente, e quindi del diritto degli esseri umani a un ambiente vivibile, non inquinato, non devastato.

Votare si' per proteggere la natura, il mondo vivente che e' la casa comune dell'umanita', e' un diritto e un dovere di tutte le persone ragionevoli e responsabili.

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La quarta ragione

La quarta ragione e' che il referendum pone quindi anche - per il medesimo motivo - un caso concreto di difesa della salute, ovvero del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in un ambiente salubre, ergo non inquinato e non devastato; giacche' il benessere psicofisico delle persone e' ovviamente correlato all'ambiente in cui vivono.

Votare si' significa quindi difendere il diritto di tutti alla salute e al benessere.

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La quinta ragione

La quinta ragione e' che su cio' che tutti riguarda - le questioni concernenti l'ambiente, la salute, la civile convivenza, la sicurezza comune - e' giusto e necessario che tutti possano e debbano esprimersi; e che se devono essere prese delle decisioni importanti e impegnative, esse siano prese da tutti insieme: e' la democrazia come metodo e come sistema, e' la democrazia come potere del popolo. Chi invita a non votare, ad astenersi, in realta' vuole che decisioni che riguardano tutti siano prese solo da pochi avidi potentati economici e politici a danno della stragrande maggioranza della popolazione.

Votare al referendum e' quindi un atto di democrazia e di difesa della democrazia.

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La sesta ragione

La sesta ragione e' che le trivellazioni sono finalizzate ad estrarre fonti energetiche fossili. Ma l'umanita' ormai sa che le fonti energetiche fossili non solo sono perlopiu' altamente inquinanti ma anche esauribili, e sa anche che tanta parte della crisi ambientale globale che minaccia l'intera umanita' e' legata a un'economia fondata sulle fonti fossili; e sa quindi che e' necessario ed urgente passare a fonti pulite e rinnovabili, in primis l'energia solare.

Votare si' al referendum e' un modo concreto per sostenere il passaggio da un modello di approvvigionamento energetico - e da un modello di sviluppo -  ecologicamente insostenibile a uno sostenibile, da una societa' dell'avvelenamento e della devastazione della biosfera ad una societa' solidale e responsabile.

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La settima ragione

La settima ragione e' che la scelta referendaria implica anche una scelta su quale modello di economia debba presiedere al presente e al futuro dell'umanita': se si debba perseverare in un'economia predatoria, dello sfruttamento fino all'esaurimento delle risorse, dell'avvelenamento del mondo vivente fino alla desertificazione, della violenza dell'uomo sull'uomo per l'accaparramento di beni che dovrebbero essere e restare comuni, del primato dell'arricchimento individuale ai danni della vita, della dignita' e dei diritti della generalita' degli esseri umani viventi, o se invece si debba finalmente uscire da questa preistoria e sviluppare la civilta' umana nella direzione di una economia (etimologicamente: le regole condivise della casa comune) - ovvero ecologia (etimologicamente: la conoscenza condivisa della casa comune) - della solidarieta', della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti, della condivisione dei doveri, della cura reciproca, del rispetto per il mondo vivente, del bene comune.

Votare si' al referendum significa impegnarsi per far cessare l'economia della rapina, della sopraffazione e della devastazione, e per costruire insieme l'economia della condivisione, del rispetto, della responsabilita'.

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L'ottava ragione

L'ottava ragione e' la difesa dei diritti delle generazioni future: poiche' decederemo noi se lasciare loro un mondo vivibile o irreversibilmente devastato; giacche' le generazioni future ancora non esistono, non hanno potere di voto: cosicche' ogni volta che si vota per decisioni pubbliche di interesse collettivo dobbiamo saperci porre anche dal punto di vista dei loro diritti e dei loro interessi: dobbiamo essere noi oggi a rappresentare e salvaguardare i diritti e gli interessi degli esseri umani che verranno. E ponendoci la domanda di come difendere i diritti dell'umanita' futura noi in realta' ci poniamo anche la domanda su come essere fedeli all'umanita' passata: poiche' se noi lasceremo un mondo vivibile all'umanita' futura allora un'umanita' futura vi sara', e l'esistenza delle generazioni passate avra' ancora un senso e un valore nell'impresa comune dell'umanita'; ma se noi distruggiamo oggi il mondo vivente cosi' da mettere a rischio non solo il benessere ma la vita stessa dell'umanita' futura, allora con la fine dell'umanita' futura sara' annichilita per sempre tutta la storia, tutta la memoria, tutta la civilta' umana dalle sue origini.

Votare si' al referendum significa agire nell'interesse delle generazioni future, e quindi nell'interesse dell'umanita' intera: siamo una sola famiglia umana, ogni persona si senta quindi responsabile per l'umanita' intera ed agisca di conseguenza.

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La nona ragione

La nona ragione e' che ogni essere umano in quanto capace di pensare ha il dovere di dire la verita'. Coloro che stanno cercando di indurre la popolazione a non partecipare al referendum mentono sapendo di mentire, e con la loro menzogna offendono e umiliano l'intelligenza e quindi la dignita' delle persone a cui si rivolgono, delle persone che vogliono ingannare per meglio sottometterle ai loro voleri. Ci indigna un governo che mente alla popolazione. Dire la verita' e' la condotta indispensabile per la civile convivenza.

Votiamo si' al referendum anche per questo: per affermare il diritto alla verita', per opporci a chi ci mente e pretende ingannarci, ed ingannandoci vuole aggredire e diminuire la nostra umana dignita'.

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La decima ragione

La decima ragione e' relativa a quel criterio epistemologico noto come principio di precauzione, che afferma che anche se non si avesse certezza che un'attivita' provochera' dei danni, e' sufficiente il dubbio che essa possa provocarli per opporvisi. Noi sappiamo che le trivellazioni marine producono gravi danni; noi sappiamo che l'utilizzo delle fonti fossili produce gravi danni; noi sappiamo che il modello di sviluppo fondato sul profitto privato a detrimento del bene comune dell'umanita' e della biosfera produce gravi danni; noi sappiamo che questa logica predatrice, questo sistema di potere sfruttatore e devastatore, sono la stessa e lo stesso che presiedono alle guerre (e non solo a quelle per il petrolio), all'ecocidio (fino al disastro ambientale globale che ormai tutti i governi sono costretti a riconoscere), alla riduzione alla fame e alla schiavitu' di tanta parte dell'umanita': ed a questa logica e a questo sistema dobbiamo e vogliamo opporci in difesa dell'umanita' e del mondo vivente. Ma anche se non sapessimo tutto cio', ed avessimo solo il fondato dubbio che queste attivita' estrattive, questo modello di sviluppo, questa logica di dominio e questo sistema di sopraffazione possano essere - come in effetti sono - dannosi per l'umanita', ebbene, basterebbe questo ragionevole dubbio a persuaderci all'impegno per contrastare queste attivita', questo modello, questa logica e questo sistema in nome del principio di precauzione che convoca ogni essere umano a fare e permettere solo quello che non danneggia gli esseri umani.

Votiamo si' al referendum anche per questo: per il principio di precauzione, per esercitare la virtu' della prudenza, per l'amore e il rispetto che dobbiamo all'umanita' e al mondo, per il principio responsabilita'.

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L'undicesima ragione

L'undicesima ragione e' che le trivellazioni deturpano e distruggono la bellezza dei nostri mari e delle nostre coste. Ed anche la bellezza e' un bene comune e tanta parte della felicita' accessibile agli esseri umani. Difendere la bellezza significa difendere il mondo e la civilta' umana - in questo senso "la bellezza salvera' il mondo".

Votiamo si' al referendum anche per difendere la bellezza e quindi l'esistenza del mondo vivente e dell'umanita' in esso.

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Ergo

Votiamo si' al referendum del 17 aprile in difesa del vero, del bello, del bene.

Votiamo si' al referendum del 17 aprile perche' vi e' una sola umanita' in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Votiamo si' al referendum del 17 aprile per far prevalere il bene comune con la forza della verita', con la forza della ragione, con la forza della democrazia.

 

6. ABOLIRE LE FRONTIERE, UNA SOLA UMANITA'

 

E' del tutto evidente che occorre abolire le frontiere.

E' del tutto evidente che vi e' una sola umanita'.

E' del tutto evidente che salvare le vite e' il primo dovere.

 

7. ERGO

 

Se salvare le vite e' il primo dovere, abolire le guerre e' la prima azione da compiere.

E per abolire le guerre: abolire gli eserciti e le armi.

 

8. IL NOSTRO DOVERE NEI CONFRONTI DEL MONDO VIVENTE

 

Nessuno ignora quale sia il nostro dovere di esseri umani nei confronti del mondo vivente: fermare il disastro ambientale globale, difendere la biosfera casa comune dell'umanita'. Molte sono le buone azioni possibili, e necessarie, e urgenti. E tra esse votare si' al referendum del 17 aprile.

Salvare le vite e' il primo dovere. E dunque: salvare il mondo vivente e' il primo dovere.

 

9. SAN MARTINO AL CIMINO DICE SI'

 

Lunedi' 11 aprile nella frazione viterbese di San Martino al Cimino il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha diffuso un appello per il si' al referendum di domenica 17 aprile incontrando la popolazione ed interloquendo con i cittadini desiderosi di maggiori informazioni sul quesito referendario e sulle ragioni per cui votare.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, interloquendo con le persone interessate ad approfondire le conseguenze e le implicazioni del referendum ha particolarmente sottolineato la necessita' di esercitare il diritto di voto - che e' strumento principe della democrazia - per contrastare il regime della corruzione, i poteri criminali, l'economia illecita, i potentati avvelenatori e devastatori del mondo vivente che e' casa comune dell'umanita'.

 

10. SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'

 

Basta aprire gli occhi per accorgersene

 

11. "VITERBO OLTRE IL MURO": IL 17 APRILE VOTIAMO SI'

 

Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" invita a votare si' al referendum del 17 aprile.

Si' per difendere l'ambiente marino e le coste italiane dalla devastazione.

Si' per difendere i beni comuni contro l'aggressione dell'economia illecita, dei poteri criminali, del regime della corruzione.

Si' per difendere il diritto alla salute per le persone oggi viventi e per le generazioni future.

Si' per promuovere la valorizzazione delle energie pulite e rinnovabili.

Si' per la democrazia che si fonda sulla partecipazione dei cittadini.

Il 17 aprile votiamo si'.

"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta

Viterbo, 12 aprile 2016

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Una minima notizia sul gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro"

Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ha realizzato tra il 2009 e il 2011 una intensa attivita' formativa, con una prolungata serie di incontri a cadenza settimanale presso il centro sociale autogestito "Valle Faul". Alla sua esperienza ha preso parte fino al termine della sua vita l'indimenticabile Alfio Pannega, figura esemplare della Viterbo popolare e antifascista. Alcuni degli animatori del gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" hanno realizzato nel 2010 una rilevante ricerca sulla situazione attuale della nonviolenza in Italia, con centinaia di interviste ai principali studiosi ed attivisti della nonviolenza nel nostro paese. Il gruppo ha sostenuto altre associazioni impegnate in iniziative di difesa dei diritti umani, per la pace, per la difesa della biosfera, sia partecipando ad incontri formativi, di studio e di riflessione, sia contribuendo a mobilitazioni civiche caratterizzate dalla scelta nitida e intransigente della democrazia, della solidarieta', della responsabilita' e della nonviolenza, sia collaborando attivamente col "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che dagli anni Settanta del secolo scorso e' la memoria storica e il principale punto di riferimento dell'impegno pacifista, antimilitarista, ecologista e nonviolento nell'Alto Lazio e che da diciassette anni pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

 

12. SEMPRE

 

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, sempre.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto, sempre.

 

13. IL 18 BRUMAIO 2016

 

La riforma costituzionale che una Camera dei Deputati dimezzata ha teste' approvato per quanto in suo potere in via definitiva, diciamolo chiaro, e' un golpe.

Che fa strame di fondamentali elementi della Costituzione repubblicana del nostro paese, e che porta a compimento una nuova tappa dell'attivita' eversiva dei gruppi dominanti che alla repubblica democratica intende sostituire un regime autoritario.

*

Per respingere questo golpe resta adesso il referendum di ottobre.

Li' sara' il popolo italiano - il corpo elettorale per esso - ad esprimere il suo consenso o la sua opposizione a questo degrado; ad asservirsi vieppiu' o a resistere.

Nel referendum di ottobre occorre votare "no" al golpe dei piccoli epigoni di Napoleone il piccolo.

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E frattanto, il 17 aprile, occorre votare "si'" al referendum per difendere i beni comuni e contrastare l'economia illecita e venefica, i poteri vampiri e criminali, il regime dell'abuso e della corruzione.

 

14. UN APPELLO DELLA REDAZIONE DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

Il 17 aprile occorre votare si' al referendum in difesa dell'ambiente marino e delle coste italiane, della legalita' e della democrazia, del diritto alla salute e a un ambiente salubre, del diritto delle future generazioni a un mondo vivibile.

Il 17 aprile occorre votare si' al referendum per opporsi all'economia illecita, avvelenatrice e distruttiva; per opporsi ai poteri criminali, rapinatori e devastatori; per opporsi al regime della corruzione.

Il 17 aprile occorre votare si' al referendum per far valere il diritto di tutti a decidere insieme di cio' che tutti riguarda.

Il 17 aprile occorre votare si' al referendum per fermare il disastro ambientale globale, per promuovere una politica energetica fondata sulle fonti pulite e rinnovabili, per iniziare a costruire una societa' della responsabilita', della sobrieta', della solidarieta', della condivisione, della civile convivenza, in cui tutti gli esseri umani si diano reciproco aiuto e si prendano cura del mondo vivente casa comune dell'umanita'.

 

15. UNA LETTERA APERTA AL SINDACO DI VITERBO AFFINCHE' TORNI VISIBILE LA LAPIDE CHE RICORDA MARIANO BURATTI, MARTIRE DELLA RESISTENZA

 

Egregio sindaco,

a pochi giorni dal 25 aprile la lapide che ricorda il martire della Resistenza Mariano Buratti, posta presso quello che dovrebbe essere l'ingresso principale del liceo classico a lui intitolato, continua ad essere inaccessibile e quasi invisibile mentre tutto intorno e' ingombro di arnesi di cantiere, di oggetti abbandonati e di guano di volatili, e tutta l'area interna al colonnato e' chiusa e inaccessibile per lavori che da anni sono fermi.

Ancora una volta chiediamo che l'area sia pulita e resa decorosa, e la lapide che ricorda Mariano Buratti sia finalmente visibile e visitabile non per un solo giorno all'anno al passaggio del corteo del 25 aprile, ma ogni giorno: monito e conforto per i giovani studenti e per la cittadinanza tutta, omaggio a un educatore e un resistente, testimonianza delle radici autentiche della repubblica democratica, memoria della barbarie nazifascista e dell'eroismo di chi ad essa si oppose, esortazione al bene comune come dovere quotidiano di ogni persona di volonta' buona.

Distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 13 aprile 2016

 

16. E' DECEDUTO PIERO PINNA

 

E' deceduto Piero Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare e fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento.

Una delle figure piu' vive dell'Italia civile del Novecento e uno degli animatori piu' illustri dell'impegno piu' necessario per il futuro dell'umanita': l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, e quindi a tutti gli eserciti e a tutte le armi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Salvare le vite e' il primo dovere.

La testimonianza di Piero Pinna che l'intera sua vita ha dedicato all'azione nonviolenta per la pace illumini l'umanita' intera.

 

17. A VILLANOVA UN'INIZIATIVA PER IL SI' AL REFERENDUM

 

Giovedi' 14 aprile nel quartiere viterbese di Villanova il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha diffuso un appello per il si' al referendum di domenica 17 aprile per difendere l'ambiente marino e le coste italiane.

Nelle ultime settimane la struttura nonviolenta viterbese ha raggiunto tutti i principali quartieri e tutte le principali frazioni del territorio del comune di Viterbo diffondendo materiale di documentazione ed interloquendo con numerosi cittadini. Quante persone sono state raggiunte da un'informazione adeguata, tante hanno espresso la volonta' di votare si'.

Come e' noto, poiche' si vota questa domenica la campagna d'informazione si conclude venerdi'. Anche oggi il responsabile del centro per la pace e i diritti umani viterbese, Peppe Sini, ha rivolto un invito a tutti gli interlocutori ad un impegno comune per far giungere l'informazione e la documentazione alle persone che ancora ignorano quale sia l'oggetto del referendum e quindi l'importanza del voto. "Tra oggi e domani occorre fare un ultimo sforzo in difesa dell'ambiente e della salute, in difesa della legalita' e della democrazia, in difesa dei diritti di tutti comprese le generazioni future; un ultimo sforzo per far si' che domenica almeno il 50% piu' uno degli elettori si rechi alle urne, per far si' che la maggioranza del popolo italiano voti si' al bene comune; un ultimo sforzo affinche' il 17 aprile la volonta' corale del popolo italiano sconfigga la lobby dei devastatori e degli avvelenatori, sconfigga l'economia illecita, sconfigga il regime della corruzione, sconfigga l'indifferenza e la menzogna, il sopruso e la rapina. Il referendum di domenica ha lo stesso valore dei referendum con cui negli scorsi anni si fermo' per due volte la follia atomica e si difese l'acqua come diritto umano e come pubblico bene. Che ogni persona persuasa del diritto e del dovere di partecipare alle decisioni che tutti riguardano si adoperi in queste ultime ore ad invitare le altre persone con cui e' in contatto a recarsi anch'esse domenica a votare per il bene di tutti".

 

18. PER PIERO PINNA

 

Della nonviolenza Piero Pinna e' stato in Italia uno dei testimoni maggiori, uno degli apostoli.

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Con Aldo Capitini, con Danilo Dolci, ha condiviso fondamentali esperienze e riflessioni; ma gia' con l'iniziale sua obiezione di coscienza al servizio militare colse e indico' la lotta cruciale: opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi quindi agli strumenti tutti dell'uccidere: alle armi, alle organizzazioni armate, e pertanto innanzitutto a quei piu' grandi e potenti e feroci gruppi armati che sono gli eserciti.

Antimilitarismo e disarmo sono il banco di prova decisivo, il decisivo impegno dell'azione nonviolenta.

Poiche' per salvare le vite, e salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano, occorre innanzitutto opporsi alle uccisioni; e per opporsi alle uccisioni occorre innanzitutto abolire gli eserciti e le armi.

*

Dopo la sua obiezione, dopo il carcere militare, fu collaboratore di Danilo Dolci, e lungamente e intensamente di Aldo Capitini con cui lavoro' alla prima marcia Perugia-Assisi, fondo' il Movimento Nonviolento e del movimento la rivista "Azione Nonviolenta" di cui fu direttore responsabile fino alla fine dei suoi giorni.

*

Del Movimento Nonviolento, dopo la morte di Capitini nel 1968, Piero Pinna e' stato piu' che dirigente e animatore, e' stato il simbolo vivente; ed ancora negli anni recenti era sentito da tutte le persone amiche della nonviolenza come un imprescindibile punto di riferimento, volto fraterno ed autorita' morale, la persona saggia e sapiente cui rivolgersi per consiglio.

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Ora che ha cessato di vivere - ovvero che vive nel ricordo e nell'azione di chi all'ascolto della sua voce e del suo fare ha saputo e sapra' porsi - lascia a tutte le persone della nonviolenza persuase, ed anche a tutte le persone di volonta' buona che - sia pur confusamente e contraddittoriamente - si accostano alla necessaria lotta contro la violenza e in difesa dell'umanita' e del mondo vivente, un dono grande e un'impegnativa eredita': il dono della nitida e luminosa sua intelligenza e testimonianza, l'eredita' del suo incessante e intransigente impegno.

Abolire gli eserciti e le armi.

Salvare tutte le vite.

Opporsi a tutte le violenze.

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Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna la nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

19. UN COMIZIO ARISTOTELICO

 

Con un intervento del responsabile Peppe Sini si e' conclusa nel pomeriggio di venerdi' 15 aprile a Viterbo, con un'iniziativa nel quartiere di Santa Barbara, la campagna di informazione promossa dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" per il si' al referendum di domenica.

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Ricordo di un maestro

Il responsabile della storica struttura nonviolenta ha innanzitutto ricordato Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza nonviolento in Italia, che e' deceduto due giorni fa. "Da Pietro Pinna abbiamo tutti appreso che non basta dichiarare che uccidere e' un male: occorre opporsi all'uccidere; e poiche' le armi e le organizzazioni armate servono a uccidere, occorre opporsi a tutte le armi ed a tutte le organizzazioni armate. Il primo passo per difendere la vita, la dignita' e i diritti delle persone e' opporsi alla guerra, agli eserciti, alle armi, a tutti i poteri e gli strumenti assassini. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza".

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Un appello e le sue ragioni

Il responsabile del centro per la pace viterbese ha poi nuovamente illustrato l'appello per il si' al referendum sottoscritto insieme a Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia ed Alessandro Pizzi, appello che ha avuto ampia circolazione in citta' e nell'alto Lazio.

Successivamente ha riassunto le "dieci ragioni piu' una" per votare si' questa domenica.

Ed ha poi evidenziato come le inchieste della magistratura abbiano definitivamente smascherato i sordidi crimini e lo squallido "modus operandi" della lobby del petrolio e del regime della corruzione suo manutengolo.

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Una replica aristotelica

La parte finale del discorso si e' concentrata su una replica "in termini di logica aristotelica" alle ultime illusionistiche e fraudolente dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri (e dei suoi ecolalici cortigiani).

"Il presidente del consiglio dichiara che il referendum non cambia niente: se cosi' fosse non si spiega perche' con tanto strepito si adoperi per cercar di impedire che raggiunga il quorum ed il suo esito abbia valore cogente.

Il presidente del consiglio dichiara che e' meglio non andare a votare: bizzarro concetto del diritto di voto dei cittadini e della democrazia che proprio su quel diritto innanzitutto si regge.

Il presidente del consiglio dichiara che il referendum non ha a che vedere con le scelte energetiche: forse non lo hanno informato che invece proprio di questo si tratta.

Il presidente del consiglio dichiara che il referendum e' "una bufala": e poiche' come sapevano gli illuministi "lo stile e' l'uomo", e' sufficiente considerare con quale linguaggio un signore si esprima per capire come non sia in grado di produrre argomenti decenti (tutti i prepotenti quando in una controversia non dispongono di argomenti adeguati passano agli insulti, fin dai tempi della favola di Fedro).

Ma il presidente del consiglio non si ferma qui.

Dopo aver giurato e spergiurato che il referendum di domenica non cambia niente, che e' meglio non andare a votare, che non ha a che vedere con le scelte energetiche, che e' "una bufala", nella sua escalation di cattiva retorica di colpo passa al registro apocalittico: e dichiara che col referendum si perdono innumerevoli posti di lavoro, si aumenta la dipendenza italiana dall'estero, si danneggia l'economia italiana, e chi piu' ne ha piu' ne metta.

Ma come? Se il referendum e' una bazzecola, una quisquilia, una perdita di tempo, come e' possibile che sia insieme anche la catastrofe delle catastrofi? Non si accorge il signor presidente della contraddizione in cio' che dice? Nessuno gli ha mai rivelato che una cosa non puo' essere contemporaneamente il contrario di se stessa? Se il referendum e' una inutile perdita di tempo non puo' essere contemporaneamente la fine del mondo.

La banale, sgradevole verita' e' che il presidente mente sapendo di mentire; e non e' una bella cosa.

E tutti i sofismi del presidente del consiglio e dei suoi maldestri cortigiani non riescono a nascondere che il referendum e' una cosa seria; che il referendum danneggia i rapinatori e gli avvelenatori (ed i loro complici), ma salvando i beni comuni aiuta l'economia italiana; che il referendum imponendo il ripristino di regole certe e limiti invalicabili difende la legalita', e non aumenta la dipendenza dall'estero ma promuovendo una adeguata politica energetica fondata su fonti pulite e rinnovabili mira a rendere finalmente autosufficiente il nostro paese; che a parita' di impegni di spesa il passaggio dal fossile alle rinnovabili non riduce ma aumenta i posti di lavoro; infine, che solo la scelta promossa dal referendum e' coerente con l'impegno a ridurre il disastro ambientale globale (impegno che anche il governo italiano nei consessi internazionali dichiara di condividere).

E non occorre aggiungere che difendere l'ambiente significa anche difendere la salute delle persone; e che non votare significa lasciare decisioni che tutti riguardano, e beni che sono di tutti, proprio nelle mani - nelle grinfie - di quei signori che giustamente la magistratura in questi giorni ha incriminato ed ha condannato per gravi reati.

Il presidente del consiglio queste cose le sa; per quale perversione finge di ignorarle?".

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Il cuore oltre l'ostacolo

Concludendo il suo discorso il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato le vicende di passati referendum sui temi ambientali: di quelli vittoriosi, come i due contro la follia atomica, come quello in difesa dell'acqua; ma anche di quelli in cui non si ottenne un risultato valido. Il rischio del prevalere dell'astensione e' reale: molte persone ormai non vanno a votare in nessun caso; se ad esse si sommano le persone condizionate dalla lobby dell'economia rapinatrice ed avvelenatrice e dal regime della corruzione suo complice, o anche solo frastornate, ipnotizzate, narcotizzate dalla propaganda ad un tempo "apocalittica e integrata" di retori mentitori e fraudolenti, ebbene, la possibilita' che non si raggiunga il quorum e' reale, e con cio' prevarrebbe ancora una volta il potere occulto delle minoranze organizzate a danno di tutti i cittadini, a danno dell'umanita'.

Oggi si conclude la campagna referendaria, domenica si vota: in queste ore che restano ogni persona di volonta' buona sollecita del pubblico bene informi amici, parenti, colleghi di studio e di lavoro, conoscenti con cui condivide un comune ragionare; e li inviti a non rinunciare al proprio diritto, li inviti ad andare a votare, a votare si' "per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni; per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita; per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre; per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile; per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile; per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili; per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali; per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'; con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune".

 

20. UNA BREVE NOTIZIA SU PIERO PINNA

 

Pietro Pinna (Finale Ligure, 1927 - Firenze, 13 aprile 2016), attivista della nonviolenza.

Pietro Pinna, nato a Finale Ligure nel 1927 e deceduto a Firenze il 13 aprile 2016, e' stato il primo obiettore di coscienza al servizio militare per motivazioni non confessionali ma specificamente nonviolente, e' una delle figure di riferimento per i movimenti e le iniziative per la pace e una delle personalita' piu' illustri della vita civile italiana.

Di origine sarda, Pinna viveva a Ferrara quando, alla fine del 1948, fu chiamato alle armi. Diventato fortemente antimilitarista dopo aver vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale, e influenzato dal pensiero di Aldo Capitini, decise di rifiutare di prestare il servizio di leva, passando alla storia come il primo obiettore di coscienza d'Italia per motivi politici.

Processato per disobbedienza, fu condannato al carcere una prima volta per dieci mesi, e successivamente per altri otto. Al processo venne difeso dall'avvocato Bruno Segre, che diventera' uno dei piu' famosi difensori italiani nel campo dell'obiezione di coscienza. Venne infine riformato per "nevrosi cardiaca".

Pinna in seguito divenne uno dei piu' stretti collaboratori di Capitini, con cui organizzo' la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 (e dopo la scomparsa del filosofo perugino le tre successive), e con Capitini fu fondatore del Movimento Nonviolento di cui fu anche segretario nazionale dal 1968 al 1976. Ha continuato ad operare nel Movimento Nonviolento per tutta la vita e ad essere direttore responsabile della rivista "Azione nonviolenta".

Infaticabile promotore della nonviolenza, per le sue storiche, luminose azioni dirette nonviolente per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, pago' piu' volte in prima persona con il carcere le sue scelte.

Il 17 gennaio 1973, gia' segretario del Movimento Nonviolento, in seguito ad una affissione contro la celebrazione delle Forze armate il 4 novembre ("Non festa ma lutto"), fu arrestato a Perugia e condannato per direttissima per vilipendio alle Forze armate. In seguito alle manifestazioni avvenute in suo sostegno in diverse citta', venne liberato quattro settimane dopo su istanza di grazia dell'allora Presidente della Repubblica.

Nell'aprile del '79 fu condannato dalla Corte d'Appello di Trieste ad una pena di otto mesi di reclusione per blocco stradale, pena successivamente condonata.

Fu tra gli organizzatori della Marcia Catania-Comiso (24 dicembre 1982 - 3 gennaio 1983) per protestare contro l'installazione della base missilistica statunitense, prima azione concreta di lotta nonviolenta contro le installazioni militari in Italia.

Nel 2008 e' stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza.

Nel 2012 la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace.

Tra le opere di Pietro Pinna, fondamentale e' "La mia obbiezione di coscienza", Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1994; numerosi suoi contributi sono stati pubblicati in vari volumi, oltre ai molti suoi scritti apparsi su "Azione Nonviolenta".

 

21. DALL'ISOLA DI LESBO

 

Dall'isola di Lesbo, da cui sorse la prima voce umana che all'amore, alla pace, alla nonviolenza chiamava, oggi vengono dette le parole ancora necessarie: che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona che di aiuto abbia bisogno; che salvare le vite e' il primo dovere; che occorre far cessare le guerre e le stragi.

Dall'isola di Lesbo oggi l'umanita' parla a se stessa e si dice: vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; chi non salva le vite le sopprime.

Dall'isola di Lesbo oggi un messaggio raggiunge il cuore di ogni persona: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

22. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA PIERO PINNA

 

L'associazione "Respirare" ricorda Piero Pinna, luminosa figura della nonviolenza in cammino.

Pietro Pinna e' deceduto il 13 aprile a Firenze, dove quest'oggi si svolgono i funerali.

Obiettore di coscienza al servizio militare e per questo a lungo detenuto, collaboratore di Danilo Dolci e di Aldo Capitini, con Capitini organizzo' la prima marcia per la pace Perugia-Assisi, fondo' il Movimento Nonviolento e la rivista "Azione nonviolenta" di cui e' stato direttore responsabile fino ad ora. Con Carlo Cassola e Davide Melodia fu animatore della "Lega per il disarmo unilaterale". Sono innumerevoli le iniziative di pace che promosse e cui partecipo'.

Pensatore ed organizzatore della nonviolenza, ha condotto indimenticabili azioni contro la guerra e tutte le uccisioni, per l'abolizione degli eserciti e delle armi. Lascia una testimonianza sublime di come l'umanita' potrebbe e dovrebbe essere: generosa, pacifica, solidale, accudente.

Lo ringraziamo e lo salutiamo.

Anche grazie a lui, al suo pensiero e alla sua azione, la nonviolenza e' in cammino.

Che possa lo nonviolenza riuscire a fermare la "terza guerra mondiale a pezzi".

Che possa la nonviolenza riuscire a salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

23. ESSERI UMANI

 

Salvarne le vite.

 

24. NATURALMENTE SI'

 

Si vota oggi dalle ore 7 alle ore 23.

Prima si va a votare, meglio e'.

Il diritto di voto e' il cuore della democrazia.

 

25. SULL'ESITO DEL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

E' una grave sconfitta per la democrazia, per l'ambiente, per l'umanita'.

Attraverso l'astensionismo vince l'irresponsabilita' complice dei poteri rapinatori ed avvelenatori; vince il regime della corruzione.

Ma la lotta in difesa del mondo vivente, la lotta in difesa del diritto alla salute, la lotta per il bene comune, non cessa, non puo' cessare.

Questa sconfitta convoca tutte le persone di retto discernimento e di volonta' buona ad un piu' intenso impegno intellettuale, morale e politico per contrastare la violenza distruttiva e l'irresponsabilita' che la favoreggia.

Questa sconfitta convoca ad una piu' nitida ed intransigente, persuasa e persuasiva azione nonviolenta in difesa della biosfera, della civilta', della verita', dell'umanita'.

 

26. DUE MESSAGGI DA LESBO

 

Da Lesbo - l'isola in cui nacque la poesia e la civilta' dell'amore, in cui una poetessa creo' la prima comunita' nonviolenta - ci giungono due messaggi.

Da un lato la povera gente dell'isola che si adopera a soccorrere persone ancora piu' povere in fuga dalla guerra e dalla fame; e con tutti loro ieri tre religiosi, che hanno detto le parole che occorreva dire all'umanita': che ogni essere umano va salvato, che ogni essere umano va accolto, che tutti siamo una sola umanita' e che tra noi il primo dovere e' l'aiuto reciproco sempre.

Dall'altro lato quei governi europei che hanno imposto i campi di concentramento e le deportazioni, che hanno preso accordi col dittatore turco per rigettare nell'inferno gli innocenti in fuga dall'orrore, che hanno aggredito e ridotto in macerie e alla merce' della barbarie interi paesi, che hanno voluto e avallato le guerre e la fame, le dittature e le devastazioni che straziano l'Africa e l'Asia, che hanno allevato, addestrato ed armato il terrorismo globale, che hanno favoreggiato le mafie schiaviste e i trafficanti di carne umana, che sono tra i principali corresponsabili del disastro ambientale che provoca devastazioni e carestie e conseguenti esodi biblici; quei governanti europei - comitato d'affari del capitale finanziario globalizzato e militarizzato - che insieme al loro mentore e imperatore americano sono i primi responsabili dell'orrore presente.

*

Da Lesbo ci giungono due messaggi opposti, ed entrambi ci interpellano e ci chiedono di schierarci.

Il messaggio bellicoso e razzista dei governi europei e dei loro pretoriani che stanno condannando a morte la gran parte dell'umanita' pur di mantenere il loro immorale, barbaro, brutale privilegio di oligarchi.

E di contro il messaggio delle grandi culture religiose e del popolo umile di Grecia - umile ma erede e portavoce della civilta' che ha nutrito l'intera l'umanita', della civilta' che ha ideato la democrazia e che tutte e tutti ci ha reso eguali in diritti - che ci esorta alla dignita' umana, alla verita' umana, alla solidarieta' umana: poiche' questo e non altro e' la civilta': avere a cuore il bene comune, sentirsi parte della medesima umana famiglia e quindi responsabili per ogni altra persona e per l'intero mondo vivente, scegliere di fare la cosa giusta, e la cosa giusta e' salvare le vite, costruire la pace, la giustizia, la liberta', la civile convivenza.

*

Con le lacrime agli occhi abbiamo ascoltato le parole del papa che sono anche da sempre le nostre: opporsi alla guerra e alle armi, salvare tutte le vite; soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.

Ogni essere umano e' innanzitutto un essere umano, ed in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni essere umano e' innanzitutto un essere umano, ed in quanto tale ha il dovere di prestare aiuto a chi di aiuto ha bisogno.

*

Abolire gli eserciti e le armi.

Opporsi alla violenza con la nonviolenza.

Contrastare il male facendo il bene.

Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Per la difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

27. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Michel Foucault, Antologia. L'impazienza della liberta', Feltrinelli, Milano 2005, 2008, pp. LVI + 280.

- Paolo Veronesi (a cura di), Foucault: il potere e la parola, Zanichelli, Bologna 1978, pp. IV + 154.

 

28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

29. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2468 dell'11 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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