[Nonviolenza] Telegrammi. 2443



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2443 del 17 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Severino Vardacampi: La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo

2. La pace non verra' da se'

3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

5. "Il linguaggio della Costituzione della Repubblica Italiana". Un incontro di studio a Viterbo

6. Enrico Peyretti: Trentaquattro formulazioni della "regola d'oro" dell'etica umana universale

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. VERSO IL REFERENDUM. SEVERINO VARDACAMPI: LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL GOVERNO E' UNO SCANDALO

 

La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo.

Al referendum votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo che mutila il parlamento prostituendolo all'esecutivo e distrugge la separazione e l'equilibrio dei poteri sostituendo alla repubblica democratica un regime autoritario.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma elettorale che nega il basilare principio democratico della proporzionalita' delle rappresentanze.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma della scuola che la sussume a logiche e fini di universale sfruttamento e narcosi.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma del mercato del lavoro a vantaggio dei vampiri e degli schiavisti.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica (anti)sociale che distruggendo i servizi pubblici nega i diritti di tutti e pretende sostituirli con la beneficienza.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica (anti)economica che aiuta gli sfruttatori, i rapinatori, i devastatori e che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica estera fatta di partecipazione alle guerre e di fornitura d'armi ai regimi terroristi e stragisti.

*

La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo.

Al referendum votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. SCORCIATOIE. LA PACE NON VERRA' DA SE'

 

Non come la pioggia, non come l'alba, non come la vecchiaia.

Non come il vento, non come la luna, non come le stagioni, no.

La pace non verra' da se'.

Verra' quando gli esseri umani decideranno di farla, con sforzo tenace, in un persuaso colloquio corale che nessuna persona esclude.

*

Cessare di uccidere.

Salvare le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

5. INCONTRI. "IL LINGUAGGIO DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 16 agosto 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Il linguaggio della Costituzione della Repubblica Italiana".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

6. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: TRENTAQUATTRO FORMULAZIONI DELLA "REGOLA D'ORO" DELL'ETICA UMANA UNIVERSALE

[Ringraziamo Enrico Peyretti per averci messo a disposizione questo testo.

Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica "Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente", che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

 

Raccolgo qui le 34 formulazioni che ho rintracciato, nelle religioni e nelle sapienze di tutta l'umanita', della regola fondamentale e universale dell'etica umana.

Consiglio anche di vedere nel libro di Pier Cesare Bori, Per un consenso etico tra culture, seconda edizione, Marietti 1995, la nota 206 a p. 106.

Una prima raccolta parziale fu pubblicata su "il foglio" n. 226, Torino, gennaio 1996 (www.ilfoglio.info) e poi in "Servitium, Quaderni di ricerca spirituale" (s.egidio at servitium.it), n.152, marzo/aprile 2004, fascicolo Riconoscimento e disprezzo, pp. 103-108. Aggiornamento del 13 maggio 2009, poi del 16 agosto 2016.

Enrico Peyretti, 16 agosto 2016

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I - Induismo

1. "Ecco la somma della vera onesta': tratta gli altri come vorresti essere trattato tu stesso. Non fare al tuo vicino cio' che non vorresti che egli poi rifacesse a te. Tratta tutti gli altri come tratteresti te stesso"

(Mahabharata XIII.113-8.115-19)

2. "Non ci si dovrebbe comportare con gli altri in un modo che sarebbe sgradevole a noi stessi; questa e' l'essenza della morale"

(Mahabharata 13, 148.8)

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II - Ebraismo

3. "Non fare a nessuno cio' che non piace a te"

(Bibbia, libro di Tobia, 4,15)

4. "Ama il prossimo tuo come te stesso"

(Legge ebraica in Levitico, 19,18; cfr anche 19,34).

5. "Cio' che e' odioso a te, non farlo al tuo vicino"

(Hillel, Talmud, Shabbath 31a)

6. "Una volta un pagano (...) disse: 'Convertimi, a condizione di imparare tutta la Torah nel tempo in cui si puo' stare ritti su di un solo piede'. (...). Hillel lo converti' dicendogli: 'Cio' che a te non piace non farlo al tuo prossimo! Questa e' tutta la Torah, il resto e' commento; va' e studia'"

(Ebraismo, Shabbat 31a, cit. in R. Pacifici, Midrashim, Marietti, Genova 1986, p.177-8)

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III - Filosofia cinese

7. "La Via non e' lontana dall'uomo. Se l'uomo segue una via lontana dalla natura umana, questa non puo' dirsi la Via. (...) Chi ha il senso della lealta' e della reciprocita' non e' lontano dal giungere alla Via: cio' che non vuole sia fatto a se' non fa agli altri"

(Confucio, Chung-Yung, L'invariabile mezzo, n. 13)

8. "Il sapiente ha detto: la mia dottrina e' semplice, e il suo significato e' facile da penetrare. Essa consiste nell'amare il prossimo come se stessi"

(Confucio, Lun-yu, I Dialoghi, cit. in Lev Tolstoj, Pensieri per ogni giorno, Introduzione e traduzione di Pier Cesare Bori, Edizioni Cultura della Pace, Fiesole 1995, p. 121. E' giusto avvertire che Tolstoj compilo' questa raccolta di pensieri sapienziali con un interesse non tanto storico-letterario quanto essenzialmente formativo, per cui i testi sono da lui non solo tradotti ma spesso interpretati e parafrasati. Ma la cura filologica non e' assente, essendo anzi richiesta dal carattere e dallo scopo stesso dell'opera, che non nasce dalla voce di Tolstoj, ma da voci di ogni tempo, lingua, cultura, religione. Cfr Introduzione al volume, di Pier Cesare Bori, pp.7 e 8-10. Postilla: il libro di Tolstoj, Pensieri per ogni giorno, Un calendario di saggezza, curato da Pier Cesare Bori, e' ripubblicato nel 2016 dalle edizioni Piano B, Bologna, euro 16)

9. "Dominare se stessi quanto e' necessario per onorare gli altri come se stessi e comportarsi con loro come vogliamo che gli altri si comportino con noi: ecco quel che si puo' chiamare dottrina della virtu' dell'umanita'. Non c'e' nulla di piu' elevato"

(Confucio, cit. in Tolstoj, op. cit., p. 167)

10. "Ching-Kung interrogo' sulla carita'. Confucio rispose: '(...) Nel comandare al popolo comportati come se offrissi il grande sacrificio; cio' che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri'"

(Confucio, Lun-yu, I Dialoghi, 12,2)

11. "Tzu-kung domando': 'Vi e' una parola su cui si possa basare la condotta di tutta la vita?'. 'Essa e' shu, reciprocita' - rispose Confucio. - Cio' che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri'"

(Confucio, Lun-yu, I Dialoghi, 15,23)

12. "Il principe non tratta gli inferiori nel modo che gli dispiace nei superiori"

(Commento di Tseng-Tzu al Grande studio di Confucio, n. 10)

13. "Sicuramente questo e' il massimo della bonta': non fare agli altri cio' che non vorresti che essi facessero a te"

(Confucianesimo, Analetti 15,23)

14. "L'uomo buono deve compatire le cattive tendenze degli altri; rallegrarsi della loro eccellenza; aiutarli se sono in distretta; considerare i loro successi come i suoi propri e cosi' i loro insuccessi"

(Taoismo, Thai-Shang, 3).

15. "Guarda al guadagno del tuo vicino come fosse tuo, ed alla sua perdita come se fosse la tua perdita"

(T'ai Shang Kan Ying P'ien, 213-218)

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IV - Giainismo

16. "L'uomo dovrebbe comportarsi con indifferenza nei confronti di tutte le realta' mondane e trattare tutte le creature del mondo come egli stesso vorrebbe essere trattato"

(Sutrakritanga I.11.33)

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V - Buddhismo

17. "Uno stato che non e' gradevole o piacevole per me, non deve esserlo neppure per lui; e uno stato che non e' gradevole o piacevole per me, come posso io pretenderlo per un altro?"

(Samyutta Nikaya 5, 353.35-354.2)

18. "Tutti tremano al castigo, tutti temono la morte, tutti hanno cara la vita: mettendoti al posto degli altri, non uccidere, ne' fa uccidere"

(Buddha, Dhammapada, I versi della legge, 10, 129-130)

19. "Non ferire gli altri in modi dai quali anche tu ti sentiresti ferito"

(Udana-Varga 5,18)

20. "Questo e' il centro del dovere: non fare agli altri cio' che causerebbe dolore se fatto a te"

(Mahabharata 5: 1517)

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VI - Zoroastrismo

21. "Buona e' soltanto quella natura che non fa agli altri cio' che non e' buono per lei"

(Zoroastrismo, Dadistan-i-Dinik 94,5)

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VII - Cultura greco-romana

22. "Tratta l'inferiore come vorresti essere trattato dal tuo superiore"

(Seneca, Lettere a Lucillo, lettera 47, sul trattamento umano degli schiavi)

23. "Il bene maggiore e' operare secondo la legge della propria ragione. Ma questa legge ti comanda incessantemente di fare il bene degli altri, come il massimo bene per te stesso"

(Marco Aurelio, cit. in Tolstoj, Pensieri per ogni giorno, op. cit, p. 79)

24. "Gli uomini sono nati l'uno per l'altro"

(Marco Aurelio, Ricordi [Eis eauton], VIII, 59 e in altri luoghi)

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VIII - Cristianesimo

25. "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Questa e' la legge e i profeti"

(Gesu' di Nazareth, Vangelo secondo Matteo 7,12; 22, 39 e Vangelo secondo Luca 6,31)

26. "La legge trova la sua pienezza in una sola parola: amerai il tuo prossimo come te stesso"

(Lettere di Paolo ai Galati 5,14 e ai Romani 13,9)

27. "Quanto vuoi che non sia fatto a te, anche tu non fare ad altri"

(Didache', insegnamento cristiano della fine del primo secolo, 1,3)

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IX - Islam

28. "Nessuno di voi e' un credente fino a quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per se stesso"

(Islam, dagli hadith (detti) del Profeta Muhammad, in Detti e fatti del Profeta dell'Islam raccolti da al-Buhari, a cura di V. Vacca, S Noja e M. Vallaro, Utet, Torino 1982, cap. II; e in 40 Hadith di an-Nawawi, in H. Kung - K.J. Kuschel, Per un'etica mondiale. Dichiarazione del Parlamento delle religioni mondiali, Rizzoli, Milano 1995, pp. 78-79)

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X - Illuminismo

29. "Mettersi al posto degli altri"

(Voltaire, Lettere inglesi, n. 42)

30. "Agisci in modo che la regola della tua volonta' possa valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale". Oppure: "Agisci in modo da trattare l'umanita', nella tua come nell'altrui persona, sempre come fine, mai come semplice mezzo"

(Immanuel Kant, 1724-1804, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari 1974, p.39, e Fondamenti della metafisica dei costumi, La Nuova Italia, Firenze 1973, pp. 95-96, 103-104, cit. anche, come espressione di etica universale, in Hans Kung, Progetto per un'etica mondiale, Rizzoli, Milano 1991, p.82-83)

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XI - Fede baha'i

31. "Benedetto chi a se' preferisce il fratello"

(Tavole di Baha'u'llah, iniziatore della fede baha'i)

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XII - Umberto Eco

32. "Anche Lei attribuisce al laico virtuoso la persuasione che l'altro sia in noi. Ma non si tratta di una vaga propensione sentimentale, bensi' di una condizione fondante"

(Umberto Eco, in dialogo con Carlo Maria Martini, "Liberal", febbraio 1996, e "Adista", 17 febbraio 1996, p. 9; ora in U. Eco - C. M. Martini, In che cosa crede chi non crede?, Atlantide ed., 1996 e in U. Eco, Cinque scritti morali, Bompiani 1997, p. 85)

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XIII - Dichiarazione dei doveri dell'uomo

33. "Tutti gli uomini dotati di ragione e di coscienza devono assumere responsabilita', in spirito di solidarieta', nei confronti di ciascuno e di tutti: cioe' famiglie, comunita', razze, nazioni e religioni. Cio' che tu non vuoi che ti venga fatto non farlo a nessun altro"

(Dichiarazione Universale dei Doveri dell'Uomo, art. 4; proposta dall'InterAction Council all'Onu; "Die Zeit", 3 ottobre 1997; "il foglio", n. 244, Torino, dicembre 1997)

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XIV - Filosofia della nonviolenza

34. "La Regola d'Oro puo' allora enunciarsi cosi': 'Agisci verso gli altri in modo che gli altri possano agire nello stesso modo verso chiunque'. Cio' implica in primo luogo e anzitutto l'imperativo categorico seguente: 'Non agire verso gli altri in modo tale che se gli altri agissero nello stesso modo la vita sarebbe impossibile'. E questo esige anzitutto da ciascuno che egli rinunci a esercitare la violenza verso altri. Cosi', solo la nonviolenza puo' fondare l'universalita' della legge morale alla quale devono conformarsi gli esseri ragionevoli"

(Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Plus, Pisa University Press, 2004, p. 79-80)

*

Due note

1. Kant e la Regola aurea (29 luglio 2007)

Pier Cesare Bori, nell'articolo "L'insegnamento di morale religiosa nelle carceri", in L'ospite ingrato, Semestrale del Centro Studi Franco Fortini (ospiteingrato at prometeo.lett.unisi.it), Biblioteca della facolta' di lettere e filosofia, via Fieravecchia 19, 53100 Siena, n. 2/2006, Il disagio nella civilta' cristiana, alle pp. 51-56, Edizioni Quodlibet, Macerata 2006, a p. 54 scrive: "Uno strumento efficace e' la cosiddetta Regola d'oro. (...) Conosciamo i limiti della regola. Sappiamo che va distinta dall'imperativo categorico kantiano perche' la regola d'oro si riferisce a un punto di vista individualistico e utilitaristico (per questo Kant la ritiene 'triviale'). La regola riceve il suo pieno significato solo al termine di un processo pedagogico in cui la persona ha la possibilita' di conoscere meglio se stessa e i suoi bisogni (...)". Riferisce poi l'essenziale della riflessione confuciana sulla Regola d'oro, che distingue tra due componenti: zhon, che significa la lealta' alla propria comunita', e shu, l'idea dell'amore e della cura dell'altro nella sua corporeita'. Nella sintesi di queste due componenti, shu ha sempre il primato (da Q.J. Wang, Golden Rule and Interpersonal care, "Philosophy East and West", 49/4, 1999).

2. La critica di Paul Ricoeur

"La regola appare suscettibile di due interpretazioni: una interessata, l'altra disinteressata. Solo il comandamento puo' decidere in favore della seconda contro la prima" (Amore e giustizia, Morcelliana 2000, p. 41, ma da 36 a 45, ripresa dal curatore nella sua Postfazione, alle pp. 54-58). Nella prima interpretazione, in base al principio dell'equivalenza, potrebbe essere avvicinata alla legge del taglione (Albrecht Dihle, citato a p. 37). A p. 37 Ricoeur fa notare come in Luca 6,32-35 il comandamento della sovrabbondanza segue subito, quasi per correggerla, l'enunciazione della regola d'oro nel v. 31.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Raymond Carver, Cattedrale, Einaudi, Torino 2011, 2014, pp. XIV + 232, euro 12.

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Riletture

- Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano 1975, 1976, pp. 424.

- Giovanni Reale, Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani-Rcs, Milano 2004, pp. 460.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2443 del 17 agosto 2016

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