[Nonviolenza] Telegrammi. 2136



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2136 del 14 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Sic et simpliciter

2. "Critica letteraria ed impegno civile". Un incontro di riflessione a Viterbo

3. In memoria di Hannah Arendt e di Remo Cantoni

4. Alcune poesie di Wislawa Szymborska

5. Alcune poesie di Giuseppe Ungaretti

6. Hic et nunc, quid agendum

7. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

8. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. SIC ET SIMPLICITER

 

A chi pretende che noi ci si schieri dalla parte di un regime assassino contro un altro regime assassino noi rispondiamo semplicemente che ci opponiamo a tutti i regimi assassini.

Semplice e' il nostro programma: riconoscere che vi e' una sola umanita'; riconoscere che tutti gli esseri umani sono eguali in diritti; riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; riconoscere che il primo dovere e' salvare le vite.

Ci opponiamo quindi alla guerra e a tutte le uccisioni; al razzismo e a tutte le persecuzioni; al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Ci collochiamo dalla parte delle vittime.

Lottiamo contro tutte le violenze.

 

2. INCONTRI. "CRITICA LETTERARIA ED IMPEGNO CIVILE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 13 ottobre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Critica letteraria ed impegno civile: percorsi, strumenti e verifiche tra ricerca antropologica, ermeneutica del testo ed azione concreta per i diritti umani".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

 

3. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI HANNAH ARENDT E DI REMO CANTONI

 

Ricorre oggi, 14 ottobre, l'anniversario della nascita di Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 - New York, 4 dicembre 1975) e della nascita di Remo Cantoni (Milano, 14 ottobre 1914 - 3 febbraio 1978).

*

Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009; Olivia Guaraldo, Arendt, Rcs, Milano 2014. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.

*

Remo Cantoni, filosofo italiano (1914-1978), docente di filosofia morale, fondatore con Antonio Banfi della rivista "Studi filosofici" di cui fu redattore capo, fondatore e direttore della rivista "Il pensiero critico". Il suo approccio filosofico e' noto come umanesimo critico e apporta cospicui contributi ad una cultura della pace e della nonviolenza. Opere di Remo Cantoni: Antropologia quotidiana, 1975; Che cosa ha veramente detto Hartmann, 1972; Che cosa ha veramente detto Kafka, 1970; Crisi dell'uomo. Il pensiero di Dostoevskij, 1948, 1975; Illusione e pregiudizio, 1966, 1970; Il pensiero dei primitivi, 1968, 1974; La coscienza inquieta. Soeren Kierkegaard, 1949, 1976; La vita quotidiana, 1966, 1973; Mito e storia, 1953; Tragico e senso comune, 1963; Umano e disumano, 1958.

*

Anche nel ricordo e alla scuola di Hannah Arendt e di Remo Cantoni proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

4. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA

[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.

Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]

 

Wislawa Szymborska: Vietnam

 

Donna, come ti chiami? - Non lo so.

Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.

Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.

Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.

Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.

Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.

Da che parte stai? - Non lo so.

Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.

Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.

Questi sono i tuoi figli? - Si'.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Discorso all'Ufficio oggetti smarriti

 

Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,

e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.

Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.

Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.

Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,

chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.

Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva

e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.

Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,

me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.

Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,

ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.

 

Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.

Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:

una persona singola per ora di genere umano,

che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Sulla morte senza esagerare

 

Non s'intende di scherzi,

stelle, ponti,

tessiture, miniere, lavoro dei campi,

costruzione di navi e cottura di dolci.

 

Quando conversiamo del domani

intromette la sua ultima parola

a sproposito.

 

Non sa fare neppure cio'

che attiene al suo mestiere:

ne' scavare una fossa,

ne' mettere insieme una bara,

ne' rassettare il disordine che lascia.

 

Occupata a uccidere,

lo fa in modo maldestro,

senza metodo ne' abilita'.

Come se con ognuno di noi stesse imparando.

 

Vada per i trionfi,

ma quante disfatte,

colpi a vuoto

e tentativi ripetuti da capo!

 

A volte le manca la forza

di far cadere una mosca in volo.

Piu' d'un bruco

la batte in velocita'.

 

Tutti quei bulbi, baccelli,

antenne, pinne, trachee,

piumaggi nuziali e pelame invernale

testimoniano i ritardi

del suo ingrato lavoro.

 

La cattiva volonta' non basta

e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni

e', almeno finora, insufficiente.

 

I cuori battono nelle uova.

Crescono gli scheletri dei neonati.

Dai semi spuntano le prime due foglioline,

e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.

 

Chi ne afferma l'onnipotenza,

e' lui stesso la prova vivente

che essa onnipotente non e'.

 

Non c'e' vita

che almeno per un attimo

non sia stata immortale.

 

La morte

e' sempre in ritardo di quell'attimo.

 

Invano scuote la maniglia

d'una porta invisibile.

A nessuno puo' sottrarre

il tempo raggiunto.

 

*

 

Wislawa Szymborska: La fine e l'inizio

 

Dopo ogni guerra

c'e' chi deve ripulire.

In fondo un po' d'ordine

da solo non si fa.

 

C'e' chi deve spingere le macerie

ai bordi delle strade

per far passare

i carri pieni di cadaveri.

 

C'e' chi deve sprofondare

nella melma e nella cenere,

tra le molle dei divani letto,

le schegge di vetro

e gli stracci insanguinati.

 

C'e' chi deve trascinare una trave

per puntellare il muro,

c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra

e montare la porta sui cardini.

 

Non e' fotogenico,

e ci vogliono anni.

Tutte le telecamere sono gia' partite

per un'altra guerra.

 

Bisogna ricostruire i ponti

e anche le stazioni.

Le maniche saranno a brandelli

a forza di rimboccarle.

 

C'e' chi, con la scopa in mano,

ricorda ancora com'era.

C'e' chi ascolta

annuendo con la testa non mozzata.

Ma presto li' si aggireranno altri

che troveranno il tutto

un po' noioso.

 

C'e' chi talvolta

dissotterrera' da sotto un cespuglio

argomenti corrosi dalla ruggine

e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

 

Chi sapeva

di che si trattava,

deve far posto a quelli

che ne sanno poco.

E meno di poco.

E infine assolutamente nulla.

 

Sull'erba che ha ricoperto

le cause e gli effetti,

c'e' chi deve starsene disteso

con una spiga tra i denti,

perso a fissare le nuvole.

 

*

 

Wislawa Szymborska: L'odio

 

Guardate com'e' sempre efficiente,

come si mantiene in forma

nel nostro secolo l'odio.

Con quanta facilita' supera gli ostacoli.

Come gli e' facile avventarsi, agguantare.

 

Non e' come gli altri sentimenti.

Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.

Da solo genera le cause

che lo fanno nascere.

Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.

L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.

 

Religione o non religione -

purche' ci si inginocchi per il via.

Patria o no -

purche' si scatti alla partenza.

Anche la giustizia va bene all'inizio.

Poi corre tutto solo.

L'odio. L'odio.

Una smorfia di estasi amorosa

gli deforma il viso.

 

Oh, quegli altri sentimenti -

malaticci e fiacchi.

Da quando la fratellanza

puo' contare sulle folle?

La compassione e' mai

giunta prima al traguardo?

Il dubbio quanti volenterosi trascina?

Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

 

Capace, sveglio, molto laborioso.

Occorre dire quante canzoni ha composto?

Quante pagine ha scritto nei libri di storia?

Quanti tappeti umani ha disteso

su quante piazze, stadi?

 

Diciamoci la verita':

sa creare bellezza.

Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.

Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.

Innegabile e' il pathos delle rovine

e l'umorismo grasso

della colonna che vigorosa le sovrasta.

 

E' un maestro del contrasto

tra fracasso e silenzio,

tra sangue rosso e neve bianca.

E soprattutto non lo annoia mai

il motivo del lindo carnefice

sopra la vittima insozzata.

 

In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.

Se deve aspettare, aspettera'.

Lo dicono cieco. Cieco?

Ha la vista acuta del cecchino

e guarda risoluto al futuro

- lui solo.

 

*

 

Wislawa Szymborska: La veglia

 

La veglia non svanisce

come svaniscono i sogni.

Nessun brusio, nessun campanello

la scaccia,

nessun grido ne' fracasso

puo' strapparci da essa.

 

Torbide e ambigue

sono le immagini nei sogni,

il che puo' spiegarsi

in molti modi.

La veglia significa la veglia

ed e' un enigma maggiore.

 

Per i sogni ci sono chiavi.

La veglia si apre da sola

e non si lascia sbarrare.

Da essa si spargono

diplomi e stelle,

cadono giu' farfalle

e anime di vecchi ferri da stiro,

berretti senza teste

e cocci di nuvole.

Ne viene fuori un rebus

irrisolvibile.

 

Senza di noi non ci sarebbero sogni.

Quello senza cui non ci sarebbe veglia

e' ancora sconosciuto,

ma il prodotto della sua insonnia

si comunica a chiunque

si risvegli.

 

Non i sogni sono folli,

folle e' la veglia,

non fosse che per l'ostinazione

con cui si aggrappa

al corso degli eventi.

 

Nei sogni vive ancora

chi ci e' morto da poco,

vi gode perfino di buona salute

e ritrovata giovinezza.

La veglia depone davanti a noi

il suo corpo senza vita.

La veglia non arretra d'un passo.

 

La fugacita' dei sogni fa si'

che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.

La veglia non deve temere l'oblio.

E' un osso duro.

Ci sta sul groppone,

ci pesa sul cuore,

sbarra il passo.

 

Non le si puo' sfuggire,

perche' ci accompagna in ogni fuga.

E non c'e' stazione

lungo il nostro viaggio

dove non ci aspetti.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Le tre parole piu' strane

 

Quando pronuncio la parola Futuro,

la prima sillaba gia' va nel passato.

 

Quando pronuncio la parola Silenzio,

lo distruggo.

 

Quando pronuncio la parola Niente,

creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Contributo alla statistica

 

Su cento persone:

 

che ne sanno sempre piu' degli altri

- cinquantadue;

 

insicuri a ogni passo

- quasi tutti gli altri;

 

pronti ad aiutare,

purche' la cosa non duri molto

- ben quarantanove;

 

buoni sempre,

perche' non sanno fare altrimenti

- quattro, be', forse cinque;

 

propensi ad ammirare senza invidia

- diciotto;

 

viventi con la continua paura

di qualcuno o qualcosa

- settantasette;

 

dotati per la felicita'

- al massimo poco piu' di venti;

 

innocui singolarmente,

che imbarbariscono nella folla

- di sicuro piu' della meta';

 

crudeli,

se costretti dalle circostanze

- e' meglio non saperlo

neppure approssimativamente;

 

quelli col senno di poi

- non molti di piu'

di quelli col senno di prima;

 

che dalla vita prendono solo cose

- quaranta,

anche se vorrei sbagliarmi;

 

ripiegati, dolenti

e senza torcia nel buio

- ottantatre'

prima o poi;

 

degni di compassione

- novantanove;

 

mortali

- cento su cento.

Numero al momento invariato.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Fotografia dell'11 settembre

 

Sono saltati giu' dai piani in fiamme -

uno, due, ancora qualcuno

sopra, sotto.

 

La fotografia li ha fissati vivi,

e ora li conserva

sopra la terra verso la terra.

 

Ognuno e' ancora un tutto

con il proprio viso

e il sangue ben nascosto.

 

C'e' abbastanza tempo

perche' si scompiglino i capelli

e dalle tasche cadano

gli spiccioli, le chiavi.

 

Restano ancora nella sfera dell'aria,

nell'ambito di luoghi

che si sono appena aperti.

 

Solo due cose posso fare per loro -

descrivere quel volo

e non aggiungere l'ultima frase.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Tutto

 

Tutto -

una parola sfrontata e gonfia di boria.

Andrebbe scritta fra virgolette.

Finge di non tralasciare nulla,

di concentrare, includere, contenere e avere.

E invece e' soltanto

un brandello di bufera.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Esempio

 

Una bufera

di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero

tranne una fogliolina,

lasciata

a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.

 

Con questo esempio

la Violenza dimostra

che certo -

a volte le piace scherzare un po'.

 

*

 

Wislawa Szymborska: Vermeer

 

Finche' quella donna del Rijksmuseum

nel silenzio dipinto e in raccoglimento

giorno dopo giorno versa

il latte dalla brocca nella scodella,

il Mondo non merita

la fine del mondo.

 

5. POESIA E VERITA'. ALCUNE POESIE DI GIUSEPPE UNGARETTI

[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Ungaretti estratte da Giuseppe Ungaretti, Vita d'un uomo. Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1969, 2005.

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 1970) e' uno dei maggiori poeti del Novecento. Nei Meridiani Mondadori sono apparsi i volumi Vita d'un uomo. Tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni; Vita d'un uomo. Saggi e interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay; Vita d'un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi; ed un Album Ungaretti, con iconografia ordinata e commentata da Paola Montefoschi e un saggio biografico di Leone Piccioni. Per un avvio alla conoscenza cfr. anche almeno: Leone Piccioni (a cura di), Per conoscere Ungaretti, Mondadori, Milano 1971, 1979; Giuseppe Faso, La critica e Ungaretti, Cappelli, Bologna 1977]

 

Giuseppe Ungaretti: In memoria

Locvizza il 30 settembre 1916

 

Si chiamava

Moammed Sceab

 

Discendente

di emiri di nomadi

suicida

perche' non aveva piu'

Patria

 

Amo' la Francia

e muto' nome

 

Fu Marcel

ma non era Francese

e non sapeva piu'

vivere

nella tenda dei suoi

dove si ascolta la cantilena

del Corano

gustando un caffe'

 

E non sapeva

sciogliere

il canto

del suo abbandono

 

L'ho accompagnato

insieme alla padrona dell'albergo

dove abitavamo

a Parigi

dal numero 5 della rue des Carmes

appassito vicolo in discesa

 

Riposa

nel camposanto d'Ivry

sobborgo che pare

sempre

in una giornata

di una

decomposta fiera

 

E forse io solo

so ancora

che visse

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Veglia

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

 

Un'intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d'amore

 

Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Destino

Mariano il 14 luglio 1916

 

Volti al travaglio

come una qualsiasi

fibra creata

perche' ci lamentiamo noi?

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Fratelli

Mariano il 15 luglio 1916

 

Di che reggimento siete

fratelli?

 

Parola tremante

nella notte

 

Foglia appena nata

 

Nell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilita'

 

Fratelli

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Sono una creatura

Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916

 

Come questa pietra

del S. Michele

cosi' fredda

cosi' dura

cosi' prosciugata

cosi' refrattaria

cosi' totalmente

disanimata

 

Come questa pietra

e' il mio pianto

che non si vede

 

La morte

si sconta

vivendo

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: In dormiveglia

Valloncello di Cima Quattro il 6 agosto 1916

 

Assisto la notte violentata

 

L'aria e' crivellata

come una trina

dalle schioppettate

degli uomini

ritratti

nelle trincee

come le lumache nel loro guscio

 

Mi pare

che un affannato

nugolo di scalpellini

batta il lastricato

di pietra di lava

delle mie strade

ed io l'ascolti

non vedendo

in dormiveglia

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Pellegrinaggio

Valloncello dell'Albero Isolato il 16 agosto 1916

 

In agguato

in queste budella

di macerie

ore e ore

ho strascicato

la mia carcassa

usata dal fango

come una suola

o come un seme

di spinalba

 

Ungaretti

uomo di pena

ti basta un'illusione

per farti coraggio

 

Un riflettore

di la'

mette un mare

nella nebbia

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: San Martino del Carso

Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

 

Di queste case

non e' rimasto

che qualche

brandello di muro

 

Di tanti

che mi corrispondevano

non e' rimasto

neppure tanto

 

Ma nel cuore

nessuna croce manca

 

E' il mio cuore

il paese piu' straziato

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Allegria di naufragi

Versa il 14 febbraio 1917

 

E subito riprende

il viaggio

come

dopo il naufragio

un superstite

lupo di mare

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Solitudine

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

 

Ma le mie urla

feriscono

come fulmini

la campana fioca

del cielo

 

Sprofondano

impaurite

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Mattina

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

 

M'illumino

d'immenso

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Lontano

Versa il 15 febbraio 1917

 

Lontano lontano

come un cieco

m'hanno portato per mano

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Sempre notte

Vallone il 18 aprile 1917

 

La mia squallida

vita si estende

piu' spaventata di se'

 

In un

infinito

che mi calca e mi

preme col suo

fievole tatto

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Un'altra notte

Vallone il 20 aprile 1917

 

In quest'oscuro

colle mani

gelate

distinguo

il mio viso

 

Mi vedo

abbandonato nell'infinito

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Girovago

Campo di Mailly maggio 1918

 

In nessuna

parte

di terra

mi posso

accasare

 

A ogni

nuovo

clima

che incontro

mi trovo

languente

che

una volta

gia' gli ero stato

assuefatto

 

E me ne stacco sempre

straniero

 

Nascendo

tornato da epoche troppo

vissute

 

Godere un solo

minuto di vita

iniziale

 

Cerco un paese

innocente

 

*

 

Giuseppe Ungaretti: Soldati

Bosco di Courton luglio 1918

 

Si sta come

d'autunno

sugli alberi

le foglie

 

6. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

[Riproponiamo ancora una volta]

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

7. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

8. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- AA. VV., Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi, Torino 1972, 1977, pp. 336.

- Cesare Pianciola, Filosofia e politica nel pensiero francese del dopoguerra, Loescher, Torino 1979, pp. 298.

*

Riedizioni

- Jack London, Storie di boxe, Newton Compton, Roma 2012, Il sole 24 ore, Milano 2015, pp. 80, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2136 del 14 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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