[Nonviolenza] Telegrammi. 2033



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2033 del 3 luglio 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Gianni Alasia

2. Nicholas Winton

3. "Agire in difesa dei diritti umani". Un incontro di riflessione a Viterbo con Marco Ambrosini e Vito Ferrante

4. Una franca parola ai governanti europei

5. "Lei sa". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

6. Ai Presidenti delle Camere: il Parlamento legiferi per salvare le vite

7. Una lettera aperta all'Alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione Europea

8. "La giusta via per la salvezza comune". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

9. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica

10. Una ragionevole proposta al Presidente del Consiglio dei Ministri: "Una persona, un voto"

11. Una lettera alla Presidente della Camera dei Deputati: "Una persona, un voto"

12. Al Presidente del Senato della Repubblica. Una lettera aperta

13. Dal profondo del cuore. Una lettera aperta

14. Segnalazioni librarie

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. LUTTI. GIANNI ALASIA

 

E' deceduto il primo luglio 2015 Gianni Alasia, partigiano, militante del movimento operaio, parlamentare.

Con gratitudine lo ricordiamo.

 

2. LUTTI. NICHOLAS WINTON

 

E' deceduto il primo luglio 2015 Nicholas Winton, che salvo' centinaia di bambini ebrei dalla persecuzione nazista.

Con gratitudine lo ricordiamo.

 

3. INCONTRI. "AGIRE IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO CON MARCO AMBROSINI E VITO FERRANTE

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 2 luglio 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Agire in difesa dei diritti umani".

All'incontro hanno preso parte Marco Ambrosini e Vito Ferrante.

*

Marco Ambrosini, con una pluriennale pratica di formatore alla nonviolenza e di impegno in difesa dei diritti umani e della biosfera, operatore culturale, videomaker, cooperante agricolo, e' impegnato nell'esperienza del movimento degli ecovillaggi ed e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; tra il 2010 e il 2012 insieme a Paolo Arena e Marco Graziotti e' stato uno degli animatori dell'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese (inchiesta che e' restata un esempio unico di ricerca sociologica in questo ambito e costituisce tuttora uno strumento di riflessione cui far riferimento). E' stato tra i principali promotori ed animatori dell'attivita' di accostamento alla nonviolenza svoltasi con cadenza settimanale per alcuni anni a Viterbo e a Blera (Vt) ed ha preso parte come formatore al ciclo di incontri di accostamento alla nonviolenza a Soriano nel Cimino (Vt). Cura il blog "Note minime - Gruppo di informazione nonviolenta" (per contatti: e-mail: noteminime at tiscali.it, sito: noteminime.wordpress.com).

*

Vito Ferrante, persona di straordinario rigore morale e di sconfinata generosita', e' il presidente e l'anima dell'"Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia" (Afesopsit), una fondamentale esperienza di solidarieta', di partecipazione, di democrazia, di difesa nitida e intransigente dei diritti umani. Gia' consigliere comunale di Viterbo, apprezzatissimo scultore, presidente della Consulta dipartimentale per la salute mentale della Asl di Viterbo, Vito Ferrante e' una delle personalita' piu' stimate nell'ambito del volontariato e dell'impegno sociale e civile, promotore di innumerevoli iniziative di solidarieta' concreta, diuturnamente impegnato nel recare aiuto a chi piu' ne ha bisogno; e' a Viterbo un luminoso punto di riferimento per la societa' civile, per le esperienze di solidarieta' e di liberazione, per i movimenti democratici, per i servizi pubblici impegnati nell'assistenza rispettosa e promotrice della dignita' e dei diritti umani.

 

4. REPETITA IUVANT. UNA FRANCA PAROLA AI GOVERNANTI EUROPEI

 

La maggiore responsabilita' per le stragi nel Mediterraneo e' dei governi dei paesi dell'Unione Europea.

Se i governi dell'Unione Europea consentissero alle persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte di poter giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente e salvare cosi' le loro vite, nessuna di esse si affiderebbe ai trafficanti illegali o salirebbe su un "barcone della morte", ma tutte ovviamente utilizzerebbero mezzi di trasporto legali e sicuri.

Per salvare le vite di tutte le persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte che attualmente rischiano di morire nel Mediterraneo occorre quindi questo e non altro: che l'Unione Europea, o almeno l'Italia, consenta loro di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

E nell'attuale drammatico frangente la prima cosa da fare e' approntare uno straordinario intervento di trasporto pubblico e gratuito, navale ed aereo, che queste persone soccorra e tragga in salvo nel Mediterraneo, ma anche nel deserto e lungo l'intero tragitto intrapreso in cerca di salvezza.

Soccorrere, accogliere ed assistere gli esseri umani in pericolo di morte e' un dovere non solo morale ma anche giuridico: omettere di soccorrere chi rischia di morire significa infatti farsi complici della sua morte, reato previsto e punito da tutti i codici penali del mondo.

*

Questo e' il dovere dei governi dell'Unione Europea: soccorrere, accogliere ed assistere le persone in fuga dall'orrore e in pericolo di morte; consentire a tutti gli esseri umani di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e adeguati.

Viterbo, 23 aprile 2015

 

5. REPETITA IUVANT. "LEI SA". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa che la rete criminale dei trafficanti di esseri umani - che gestisce il trasporto illegale attraverso il Mediterraneo dei migranti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte - esiste e trae ingenti profitti dal suo illecito e scellerato mercato solo perche' ai migranti e' proibito dai governi europei di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

E quindi: decida il governo italiano di consentire a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ed innumerevoli vite sarebbero salve, ed ipso facto la mafia degli scafisti sarebbe annientata.

*

Non dica che gli accordi in sede di Unione Europea proibiscono all'Italia un atto di umanita' peraltro stabilito nella Costituzione della nostra Repubblica; quegli sciagurati accordi che violano superiori e supremi diritti e doveri - il diritto alla vita, il dovere di soccorso - sono gia' nel comune sentire delle genti e nella coscienza di ogni essere umano null'altro che pactum sceleris, carta straccia e marchio d'infamia.

E non acceda alla barbara idea di impedire di lasciare il suolo africano a migranti innocenti e indifesi - che gia' hanno attraversato deserti e affrontato pericoli immani e subito vessazioni indicibili - facendoli recludere nei lager libici: non voglia rendersi complice di un crimine effettualmente nazista che cumula altresi' le abominevoli eredita' del razzismo e del colonialismo.

*

E' in suo potere, e' in potere del governo italiano, come di tutti i governi dell'Unione Europea, salvare innumerevoli vite riconoscendo a tutte le persone in pericolo, a tutti i migranti, a tutti gli esseri umani, il diritto di ingresso legale e sicuro in Italia e in Europa viaggiando con mezzi di trasporto legali e sicuri.

Non perseverate nell'errore e nell'orrore di impedire a innumerevoli innocenti di salvare le proprie vite; non perseverate in una criminale politica razzista e disumana che gia' troppe stragi ha provocato.

*

Vi e' una sola umanita', in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

La prego di ascoltare e meditare queste parole, di interrogare la sua stessa coscienza e di farsi da essa guidare.

Le rivolgo fraterno un saluto di pace.

Viterbo, 24 aprile 2015, vigilia dell'anniversario della Liberazione

 

6. REPETITA IUVANT. AI PRESIDENTI DELLE CAMERE: IL PARLAMENTO LEGIFERI PER SALVARE LE VITE

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: Vi e' una sola umanita', il parlamento legiferi per salvare le vite

Egregio Presidente del Senato della Repubblica ed egregia Presidente della Camera dei Deputati,

il Parlamento italiano non sia corrivo alla trista menzogna che occulta le vere cause della tragedia dei naufragi nel Mediterraneo di innumerevoli esseri umani; e non sia corrivo alla prosecuzione di un crimine che e' in potere degli stati europei far cessare immediatamente.

Se innumerevoli persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dall'orrore, dalle persecuzioni e dalla morte, muoiono durante la loro fuga prima di giungere in un luogo in cui poter vivere in pace e sicurezza, e' innanzitutto perche' i governi europei proibiscono loro di arrivare in Europa in modo legale e sicuro.

Se gli stati europei consentissero loro di entrare in Europa in modo legale e sicuro, di usare mezzi di trasporto legali e adeguati, nessuno affiderebbe la sua vita nelle grinfie delle mafie dei trafficanti, nessuno perirebbe lungo il tragitto.

Questo e' il punto.

Questo e' cio' che occorre riconoscere e legiferare, dando concreta applicazione a quanto stabilito nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, in tutti i monumenti giuridici e morali della civilta' umana degni di questo nome.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano, ed a fortiori e' il primo dovere di ogni civile istituzione.

Tutti i membri del Parlamento italiano sanno che nessun essere umano e' "clandestino" nell'unico pianeta casa comune dell'intera umanita', ma tutti dell'umanita' fanno parte; tutti i membri del Parlamento italiano sanno che vale nei confronti di ogni essere umano in pericolo di vita il dovere di soccorrerlo, accoglierlo, assisterlo; ebbene, deliberi quindi il Parlamento italiano che poiche' ogni essere umano ha diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese per salvare la propria vita, siano immediatamente abrogate tutte le misure che lo impediscono, e siano approntati tutti gli interventi che quel diritto rendano effettivo: dalla predisposizione di un ponte aereo e navale che salvi le vite di tutti i fuggiaschi, ad un piano di accoglienza che coinvolga tutti i Comuni d'Italia, alla rinegoziazione degli accordi europei per coinvolgere gli altri paesi dell'Unione Europea in una corale azione di soccorso dismettendo finalmente le sciagurate politiche razziste e assassine: vi e' una sola umanita', ogni vittima ha il volto di Abele.

Vogliate gradire distinti saluti,

Viterbo, 27 aprile 2015

 

7. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALL'ALTA RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA DELL'UNIONE EUROPEA

 

Gentilissima Alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione Europea,

da settimane pensavo di scriverle questa lettera, che spero vorra' leggere come un fraterno invito.

*

Credo che lei, come me e come chiunque, si renda perfettamente conto di due cose assolutamente evidenti.

La prima: che l'esistenza di una rete illegale di trafficanti di esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre e' diretta conseguenza della politica dei governi europei che impediscono a quelle vittime innocenti di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

Per annientare la mafia dei trafficanti basterebbe una semplice decisione dei governi europei: consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Europa in modo legale e sicuro. Questo e' il provvedimento necessario ed urgente che l'Unione Europea deve indicare a tutti i governi dei Paesi membri.

La seconda: che interventi bellici, comunque mascherati, provocheranno altre morti, altri orrori, ulteriore barbarie. Lei vede bene quali sono gli esiti delle guerre condotte e fomentate negli scorsi anni e tuttora in corso in un crescendo di orrore: certo, in quei paesi dominavano regimi criminali, ma cosa e' venuto dopo? Una barbarie di gran lunga peggiore.

E quindi: due cose l'Unione Europea sarebbe bene facesse, nell'interesse proprio e dell'umanita' intera: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro; cessare di fare le guerre e di armare gli assassini.

*

So che alcuni governanti obiettano che i loro paesi non hanno le risorse necessarie per accogliere ed assistere le innumerevoli persone in fuga dalla violenza; ma quei governanti destinano ingenti quote dei bilanci dei loro stati alle spese militari e a sostegno dell'industria armiera che rifornisce anche regimi e gruppi criminali: ebbene, convertano quelle risorse - oggi destinate a strutture, strumenti ed azioni atte a procurare la morte - in opere buone; esse basteranno.

So anche che alcuni governanti obiettano che i loro paesi non hanno la "capacita' di carico" necessaria per accogliere ed assistere le innumerevoli persone in fuga dalla violenza; ma se attuassero una politica della solidarieta' internazionale ed intergenerazionale, dell'autentica promozione globale dei diritti umani e dell'autentica difesa della biosfera, della pace con mezzi di pace, in una parola: della nonviolenza, ebbene, col tempo le condizioni di esistenza migliorerebbero ovunque e nessuno lascerebbe la sua casa e il suo paese se nel luogo in cui e' nato potesse vivere una vita degna.

*

Ma finche' innumerevoli innocenti nei loro luoghi natali non possono vivere perche' vittime delle devastazioni, delle dittature, delle guerre e della fame, le migrazioni continueranno, e quindi occorre predisporre adeguati interventi di soccorso, accoglienza ed assistenza.

Lei sa, tutti sappiamo, che ogni essere umano in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Lei sa, tutti sappiamo, che quel diritto si invera soltanto se tutti gli altri esseri umani, le loro aggregazioni, ed a maggior ragione gli ordinamenti giuridici democratici, adempiono al dovere di salvare le vite, di recare aiuto.

*

Questa lettera e' gia' troppo lunga. L'essenziale mi sembra sia detto, lo ripeto un'ultima volta: riconoscano i governi dell'Unione Europea a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro; e cessino i governi dell'Unione Europea di fare le guerre e di armare gli assassini.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Distinti saluti,

Viterbo, 18 maggio 2015

 

8. REPETITA IUVANT. "LA GIUSTA VIA PER LA SALVEZZA COMUNE". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

ovviamente ignoro se il giovane arrestato nel milanese sia responsabile della strage di decine di innocenti che gli viene imputata; sara' la magistratura a stabilirlo.

Ma so che i governi europei sono responsabili della strage di migliaia e migliaia di innocenti morti nel Mediterraneo, e morti perche' i governi europei impediscono loro di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

La strage nel Mediterraneo puo' essere fermata: e' sufficiente che i governi europei riconoscano a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita'; e' sufficiente che i governi europei riconoscano a tutti gli esseri umani - e particolarmente a quelli in fuga dalla fame e dalle guerre, dalle dittature e dal terrorismo, dalla desertificazione e dalle devastazioni - il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

Occorre contrastare tutte le stragi, occorre opporsi a tutte le uccisioni, occorre difendere ogni vita umana.

Cominciamo col far cessare le stragi di cui sono responsabili i governi europei.

L'Italia dia l'esempio necessario: riconosca il diritto di ogni essere umano a salvare la propria vita; riconosca il diritto di ogni essere umano ad entrare in modo legale e sicuro in Italia e in Europa; riconosca il diritto di ogni innocente perseguitato, di ogni innocente in pericolo, a trovare qui accoglienza, assistenza, rispetto e solidarieta'. Facendo questo, l'Italia salvera' innumerevoli vite; facendo questo, l'Italia fara' cessare il massacro nel Mediterraneo; facendo questo, l'Italia indichera' all'umanita' intera la giusta via per la salvezza comune.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni essere umano - e quindi anche il primo dovere di ogni umano istituto - e' salvare le vite.

Vi e' una sola umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Distinti saluti,

Viterbo, 20 maggio 2015

 

9. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Egregio Presidente della Repubblica,

lei sa, come tutti sappiamo, che vi e' un solo modo per far cessare la strage dei migranti nel Mediterraneo: ed e' consentire a tutti gli esseri umani di giungere in Italia e quindi in Europa in modo legale e sicuro.

Questo annienterebbe il business delle mafie dei trafficanti di esseri umani; questo salverebbe innumerevoli vite.

*

Certo, questo implica assumersi una responsabilita' dinanzi all'umanita', la responsabilita' di prendere sul serio gli impegni scritti nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Costituzione della Repubblica Italiana, che tutte a questo fine supremo sono ordinate: salvare le vite umane, promuovere la civile convivenza, la solidarieta', la giustizia.

Certo, questo implica una politica internazionale non piu' di guerra, ma di cooperazione; non piu' fondata sullo scellerato principio "mors tua, vita mea" ma sul suo opposto: "non uccidere"; non piu' ispirata allo sciagurato motto "si vis pacem, para bellum" ma sul suo opposto: "ama il prossimo tuo come te stesso"; in breve: una politica internazionale non piu' supina alla violenza, ma che sceglie con piena coscienza la nonviolenza; una politica internazionale finalmente degna dell'umanita'.

Possa l'Italia fare questa scelta: ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite e' il primo dovere.

*

Egregio Presidente della Repubblica,

voglia ascoltare queste parole.

Voglia impegnarsi a tal fine.

E gradisca distinti saluti,

Viterbo, 30 maggio 2015

 

10. REPETITA IUVANT. UNA RAGIONEVOLE PROPOSTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

vivono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone che non avendo la cittadinanza italiana sono escluse dal diritto di voto e quindi dalla partecipazione alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Ma queste persone contribuiscono al bene del nostro paese con la loro umana presenza, con il loro lavoro, con le tasse che pagano, con l'educazione dei figli che saranno l'Italia di domani.

Non vi e' nessun impedimento logico a riconoscere loro almeno il diritto di voto nelle elezioni amministrative. Vi e' anzi il dovere morale di riconoscere subito a tutti loro l'elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative: poiche' e' indubitabile che delle comunita' locali queste persone facciano parte a pieno titolo.

Continuare a negare il diritto di voto nelle elezioni amministrative ad una parte cosi' rilevante della popolazione che in questo paese vive configura una flagrante violazione di un fondamentale diritto umano: il diritto a partecipare alle decisioni che riguardano tutti.

Continuare a negare questo essenziale diritto ha effetti nefasti per chi ne e' privato ma anche per l'intera collettivita' che avrebbe tutto da guadagnare dal pieno dispiegarsi della democrazia.

Tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona ne sono persuase da decenni.

Mi permetto pertanto di segnalarle non solo l'opportunita', ma la necessita' e l'urgenza, di un impegno legislativo in tal senso.

"Una persona, un voto".

Voglia gradire distinti saluti,

Viterbo, 6 giugno 2015

 

11. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: "Una persona, un voto". Per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti

*

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

lei sa che risiedono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone straniere, che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, educano i loro figli, sono di reale e cospicuo beneficio per il nostro paese; persone a cui dovrebbe andare la sincera gratitudine di tutto il popolo italiano.

Ma queste persone, in quanto non hanno la formale cittadinanza italiana, sono private del fondamentale diritto di partecipare alle decisioni politiche ed amministrative che riguardano le vite di tutti coloro che in Italia vivono, quindi anche le loro stesse vite.

Fondamentale principio della democrazia e' "Una persona, un voto".

Nulla, in termini di logica giuridica e coerenza ordinamentale, si oppone al riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) di tutte le persone residenti nelle elezioni amministrative degli enti locali e delle Regioni.

Cosicche' mentre per il riconoscimento dell'esercizio del diritto di voto in occasione delle elezioni politiche sarebbe verosimilmente necessaria una specifica modifica costituzionale, per il riconoscimento dell'esercizio del diritto di voto nelle elezioni amministrative si puo' senz'altro provvedere con legge ordinaria: e lei ricordera' che questa era gia' vent'anni fa l'autorevole opinione dell'on. Nilde Jotti, anch'ella Presidente della Camera dei Deputati.

*

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

mi permetto di scriverle per sollecitare una volta ancora che il parlamento italiano legiferi al piu' presto il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti.

E' una questione di giustizia.

E sarebbe un grande bene per il nostro Paese.

*

Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,

Viterbo, 19 giugno 2015

 

12. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA. UNA LETTERA APERTA

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

Oggetto: "Una persona, un voto". Per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti

*

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

oltre cinque milioni di stranieri risiedono regolarmente in Italia, producono ricchezza per il nostro paese, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono sotto tutti i punti di vista al bene comune.

Ma ad essi viene negato il diritto di voto.

Orbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto per l'elezione del Parlamento occorre verosimilmente procedere a una modifica della Costituzione, nulla osta a che si riconosca celermente con legge ordinaria l'elettorato attivo e passivo per quanto riguarda i Comuni e le Regioni.

L'essenziale, lapidaria formulazione del principio democratico e' "una persona, un voto".

Si adempia finalmente la democrazia nelle elezioni amministrative nel nostro paese.

Legiferi il Parlamento la fine di un odioso e insensato regime di esclusione.

Si riconosca il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

*

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

voglia adoperarsi a tal fine, per la democrazia, per la giustizia, per il bene comune; inviti autorevolmente il Parlamento a riconoscere ed inverare un fondamentale diritto umano.

Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,

Viterbo, 24 giugno 2015

 

13. REPETITA IUVANT. DAL PROFONDO DEL CUORE. UNA LETTERA APERTA

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

mentre le scrivo questa lettera aperta so gia' che l'attenzione di tutti i mass-media (e quindi dell'opinione pubblica da essi plasmata) sara' prevalentemente rivolta alla vicenda della riforma della scuola, ma oggi lei ha detto - riferiscono unanimi le principali agenzie di stampa - parole assai gravi su un altro, decisivo argomento, e queste parole, che possono avere conseguenze disastrose, occorre che lei le corregga al piu' presto.

*

Lei avrebbe detto: "i richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati".

Temo che non si sia reso conto che i cosiddetti "migranti economici" hanno altrettanto diritto dei perseguitati politici ad essere accolti, poiche' la poverta' - e sovente l'estrema poverta', la desertificazione, la fame - imposta nei loro luoghi d'origine da un ordine internazionale iniquo (coadiuvato sovente da ordinamenti locali dispotici) e da una lunga storia di rapine e violenze che tuttora continuano, e' essa stessa una forma di oppressione politica, una violazione dei diritti umani, una denegazione di democrazia, talche' a tutti gli effetti i cosiddetti "migranti economici" rientrano tra le persone per le quali l'articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana prevede il diritto di asilo.

*

Corregga pertanto le sue parole e dica invece: "Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita; tutte le persone bisognose di aiuto devono essere soccorse; tutti gli esseri umani costretti ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro paesi, hanno diritto ad essere accolti e assistiti; l'Italia e' una repubblica democratica che riconosce i diritti umani e tra essi il primo e fondamentale diritto e' certamente quello alla vita, alla dignita', alla solidarieta' - diritto che si puo' inverare solo se gli altri esseri umani e le istituzioni che garantiscono e promuovono la civile convivenza si impegnano per questo".

Ed aggiunga quindi: "Pertanto l'Italia ripudia il razzismo e la guerra, e riconosce, rispetta e sostiene il diritto di ogni essere umano a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera per salvare la propria vita e migliorare le condizioni dell'esistenza propria e delle persone amate; l'Italia non respinge nessuno, l'Italia non riconsegna le vittime nelle mani dei carnefici, non abbandona l'affamato alla morte; il popolo italiano fa parte dell'umanita'".

*

Vi e' una sola umanita'. In un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Dal profondo del cuore la esorto a dire parole di pace e di giustizia, di fraternita' e di verita'.

Dal profondo del cuore la esorto a contrastare ed abolire subito tutte le scellerate pratiche e misure razziste e violente purtroppo ancora presenti anche nel nostro paese, e ad avviare una politica umana, una politica di pace, una politica nonviolenta.

Molte altre cose ancora vorrei aggiungere ed argomentare, ma non in questa lettera che vorrei lei leggesse al piu' presto, che vorrei la persuadesse a correggere immediatamente quella sua improvvida e non meditata dichiarazione ed a modificare profondamente la politica del suo governo in direzione di necessarie ed urgenti scelte nonviolente; mi permetta di concludere con una sola osservazione ancora, che sono certo lei condividera' (e che del resto e' sapienza condivisa dall'umanita' intera fin dai piu' remoti tempi): solo facendo il bene ci si oppone al male.

*

Un saluto di pace,

Viterbo, 25 giugno 2015

 

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174.

- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001, pp. 212.

- Chiara Volpato, Deumanizzazione. Come si legittima la violenza, Laterza, Roma-Bari 2011, pp. VI + 186, euro 12.

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2033 del 3 luglio 2015

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