[Nonviolenza] Telegrammi. 2011



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2011 del 9 giugno 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. In breve

2. Giobbe Santabarbara: Per dirsela tutta

3. Un semplice calcolo

4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

5. Un appello per l'uscita dell'Italia dalla Nato

6. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza

7. Brenda Porster: Adrienne Rich (1929-2012), la responsabilita' della parola

8. Giancarla Codrignani presenta "Le pietre scartate" di Carmelina Chiara Canta e "Al di la' del 'genio femminile'" di Benedetta Selene Zorzi

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. IN BREVE

 

Tutta la questione si riduce a questo: se salvare o non salvare la vita dei bambini, delle donne e degli uomini che per sfuggire alla fame e alla guerra, alla miseria e alle persecuzioni, all'orrore e alla morte, abbandonano le loro case e i loro paesi, i loro averi e le loro comunita', e cercano di giungere in un luogo ove poter vivere in pace.

Tutta la questione si riduce a questo: salvarle o non salvarle queste vite innocenti, queste vite gia' cosi' brutalmente violate.

In breve: noi diciamo di si', che queste vite, queste persone, vanno salvate.

In breve: noi preferiamo essere solidali con le vittime piuttosto che con i carnefici.

 

2. DISCORSI, TRASCORSI. GIOBBE SANTABARBARA: PER DIRSELA TUTTA

 

La questione cosiddetta "dell'immigrazione" e' ovviamente una questione di oppressione di classe.

Ovvero e' la conseguenza dell'imposizione della rapina capitalistica sull'intero pianeta, con gli ovvi suoi effetti: sfruttamento degli esseri umani e della natura fino alla riduzione in schiavitu' degli uni e fino alla desertificazione dell'altra.

La fame e' insieme l'effetto della riduzione in schiavitu' e lo strumento per imporla, l'effetto della desertificazione e lo strumento per estenderla.

La guerra e' insieme lo strumento per imporre e mantenere il regime del massimo sfruttamento (della "massimizzazione del profitto" si dice nelle aule e nei salotti, intendendo il massacro degli esseri umani e del mondo per ricavarne l'appropriazione privata della ricchezza sociale), e per punire i popoli e le persone che rivendicano invece la propria dignita', la comune umanita', il bene comune.

I solerti funzionari imperiali, ed i barbari capi tribali di piccole patrie mafiose e hitleriane, sanno bene quel che vogliono: che i migranti - esseri umani innocenti costretti a una disperata fuga dalla fame e dalle guerre - siano schiavi, o che siano uccisi. Tertium non datur.

*

Cosa ne consegua per noi, fratelli e sorelle, compagne e compagni, mi sembra del tutto evidente.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Oppresse ed oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. RIFLESSIONE. UN SEMPLICE CALCOLO

 

Lo stato italiano spende ogni giorno oltre 70 milioni di euro per le spese militari.

La pensione minima mensile (assegno sociale) in Italia e' di circa 448 euro, importo con cui evidentemente secondo lo stato italiano una persona (una persona senza altri redditi ed in difficolta', altrimenti non riceverebbe l'assegno sociale) dovrebbe essere in grado di sopravvivere.

Dividendo questo importo per 30 (i giorni di un mese) otteniamo circa 15 euro; dividiamo ora 70 milioni (spese militari di un giorno) per 15 (pensione sociale di un giorno): otteniamo 4.666.666, il numero di persone che potrebbero vivere se si abolissero le spese militari.

Le spese militari servono a due cose: ad acquistare (ovvero produrre) armi, armi il cui fine reale e' uccidere gli esseri umani; e ad addestrare degli esseri umani ad usare le armi (e ad usarle realmente quando glielo si ordina), armi il cui uso effettivo consiste nell'uccidere gli esseri umani.

Noi riteniamo ragionevole, giusto, necessario che siano abolite le spese militari e che quei 70 milioni di euro al giorno di soldi pubblici del popolo italiano siano utilizzati non per minacciare o sopprimere ma per far vivere le persone.

Il disarmo salva le vite. Salva le vite che le armi non prodotte e quindi non utilizzate non uccideranno. E salva le vite di quanti possono essere aiutati utilizzando bene i soldi pubblici risparmiati abolendo le sciagurate spese militari.

 

4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

5. REPETITA IUVANT. UN APPELLO PER L'USCITA DELL'ITALIA DALLA NATO

[Nuovamente diffondiamo il seguente appello del Comitato promotore "No guerra, no Nato" (per contatti: e-mail: noguerranonato at gmail.com, sito: www.noguerranonato.it) "per l'uscita dell'Italia dalla Nato, per un'Italia neutrale, per portare l'Italia fuori dal sistema di guerra, per attuare l'articolo 11 della Costituzione"]

 

L'Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realta' superiore che l'Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace (Sipri) quantifica in 72 milioni di euro al giorno.

Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell'Alleanza, la spesa militare italiana dovra' essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.

E' un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, per un'alleanza la cui strategia non e' difensiva, come essa proclama, ma offensiva.

Gia' il 7 novembre del 1991, subito dopo la prima guerra del Golfo (cui la Nato aveva partecipato non ufficialmente, ma con sue forze e strutture) il Consiglio Atlantico approvo' il "Nuovo concetto strategico", ribadito ed ufficializzato nel vertice dell'aprile 1999 a Washington, che impegna i paesi membri a condurre operazioni militari in "risposta alle crisi non previste dall'articolo 5, al di fuori del territorio dell'Alleanza", per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e migratoria. Da alleanza che impegna i paesi membri ad assistere anche con la forza armata il paese membro che sia attaccato nell'area nord-atlantica, la Nato viene trasformata in alleanza che prevede l'aggressione militare.

La nuova strategia e' stata messa in atto con le guerre in Jugoslavia (1994-1995 e 1999), in Afghanistan (2001-2015), in Libia (2011) e le azioni di destabilizzazione in Ucraina, in alleanza con forze fasciste locali, ed in Siria. Il "Nuovo concetto strategico" viola i principi della Carta delle Nazioni unite.

Uscendo dalla Nato, l'Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, in particolare l'articolo 11, e danneggia i nostri reali interessi nazionali.

L'appartenenza alla Nato priva la Repubblica italiana della capacita' di effettuare scelte autonome di politica estera e militare, decise democraticamente dal Parlamento sulla base dei principi costituzionali.

La piu' alta carica militare della Nato, quella di Comandante supremo alleato in Europa, spetta sempre a un generale statunitense nominato dal presidente degli Stati Uniti. E anche gli altri comandi chiave della Nato sono affidati ad alti ufficiali statunitensi. La Nato e' percio', di fatto, sotto il comando degli Stati Uniti che la usano per i loro fini militari, politici ed economici.

L'appartenenza alla Nato rafforza quindi la sudditanza dell'Italia agli Stati Uniti, esemplificata dalla rete di basi militari Usa/Nato sul nostro territorio che ha trasformato il nostro paese in una sorta di portaerei statunitense nel Mediterraneo.

Particolarmente grave e' il fatto che, in alcune di queste basi, vi sono bombe nucleari statunitensi e che anche piloti italiani vengono addestrati al loro uso. L'Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione nucleare, che ha sottoscritto e ratificato.

L'Italia, uscendo dalla Nato e diventando neutrale, riacquisterebbe una parte sostanziale della propria sovranita': sarebbe cosi' in grado di svolgere la funzione di ponte di pace sia verso Sud che verso Est.

 

6. TESTI. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA

[I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente piu' volte ristampato dalla casa editrice Laterza.

Piero Calamandrei, nato a Firenze il 21 aprile 1889 ed ivi deceduto il 27 settembre 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 2006]

 

VIVI E PRESENTI CON NOI

FINCHE' IN LORO

CI RITROVEREMO UNITI

 

MORTI PER SEMPRE

PER NOSTRA VILTA'

QUANDO FOSSE VERO

CHE SONO MORTI INVANO

 

(In limine al libro Uomini e citta' della Resistenza)

 

*

 

DA QUESTA CASA

OVE NEL 1925

IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA

DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE

NON MOLLARE

FEDELI A QUESTA CONSEGNA

COL PENSIERO E COLL'AZIONE

CARLO E NELLO ROSSELLI

SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII

IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA

MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE

INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA

CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO

IL 9 GIUGNO 1937

A BAGNOLES DE L'ORNE

MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI

DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI

QUANDO SPUNTO' L'ALBA

SI VIDERO IN ARMI

SU OGNI VETTA D'ITALIA

MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO

VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI

CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO

GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE

GIUSTIZIA E LIBERTA'

 

(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in Firenze, via Giusti n. 38)

 

*

 

GIUSTIZIA E LIBERTA'

 

PER QUESTO MORIRONO

PER QUESTO VIVONO

 

(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel cimitero di Trespiano - Firenze)

 

*

 

NON PIU' VILLA TRISTE

SE IN QUESTE MURA

SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI

ARMATI SOL DI COSCIENZA

IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI

VOLLERO

PER RISCATTARE VERGOGNA

PER RESTITUIR DIGNITA'

PER NON RIVELARE IL COMPAGNO

LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE

NON TRADIRE

 

(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e che fu chiamata in quei mesi "Villa triste")

 

*

 

GIANFRANCO MATTEI

DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA

NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA

FECE DELLA SUA SCIENZA

ARMA PER LA LIBERTA'

COMUNIONE COL SUO POPOLO

SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO

 

SU QUESTA CASA OVE NACQUE

RIMANGANO INCISE

LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE

QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE

E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE

LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE

"SIATE FORTI - COME IO LO FUI"

 

Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 1944

 

(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 dicembre 1916 Gianfranco Mattei)

 

*

 

LA MADRE

 

QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI

SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE

IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO

PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO

MA QUANDO IN UN UNICO SPARO

CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO

LA MADRE DISSE

NON VI RIMPROVERO O FIGLI

D'AVERMI DATO TANTO DOLORE

L'AVETE FATTO PER UN'IDEA

PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI

DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA

MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA

SE PIU' LA SERA NON TORNERETE

IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI

DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO

MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA

O FIGLI CARI

VENGO CON VOI

 

(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro fucilazione)

 

*

 

A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA

AVVOLTA NEL NEMBO

QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO

MA LIVIO COMANDA

QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA

NON VALE SAGGEZZA

A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE

 

DALLA MONTAGNA NERA

DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO

S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA

L'HANNO RICONOSCIUTO

SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI

RICANTAN LE VECCHIE CANZONI

E' LIVIO CHE SALE

E' IL LORO CAPO

CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA

TRA I MORTI GIOVANI

GIOVANE ANCH'EGLI

E' VOLUTO RESTARE

 

ASCIUGHIAMO IL PIANTO

GUARDIAMO SU IN ALTO

IN CERCA DI TE

COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI

FERMO SULLA RUPE

LE SPALLE QUADRATE MONTANARE

LA MASCHIA FRONTE OSTINATA

L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA

FACCI UN CENNO LIVIO

SE VACILLEREMO

A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE

ANCHE SE QUESTO

E'

MORIRE

 

(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel luglio del 1953, per una sciagura di montagna)

 

*

 

DALL'XI AGOSTO MCMXLIV

NON DONATA MA RICONQUISTATA

A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI SANGUE

LA LIBERTA'

SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE

PER INSURREZIONE DI POPOLO

PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI

IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI

PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI

HA RIPRESO STANZA

NEI SECOLI

 

(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze)

 

*

 

SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO

NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA

O SUPPLIZIATI DI BELFIORE

O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA

DOPO UN SECOLO

MANTOVA VI AFFIDA

QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA PARTIGIANA

 

COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA MORTE

A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO

SENZA VOLTARSI INDIETRO

ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE

SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA

 

MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI

RADETZKY O KESSELRING

VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI

RISORGIMENTO O RESISTENZA

MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO

NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI

LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO

QUESTA FIAMMA RIBELLE

PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO

DOPO CENT'ANNI

QUANDO L'ORA SPUNTA

I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA'

DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE SCHIERA

L'AVANZATA RIPRENDE

FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' BANDITA

DAL MONDO PACIFICATO

 

(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954)

 

*

 

RITORNO DI KESSELRING

 

NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO

O FUCILATI DELLA RESISTENZA

O INNOCENTI ARSI VIVI

DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO

NON E' PIU' VERO

CHE NEL ROGO DEI CASALI

DIETRO LE PORTE INCHIODATE

MADRI E CREATURE

TORCENDOSI TRA LE FIAMME

URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA'

 

AI CAMERATI GUASTATORI

CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA

SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA

RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI

SI SCHIERINO IN PARATA

ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI

PER LA FELICITA' DEL MONDO

 

NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE

SONO STATI TUTTI REQUISITI

PER FARE LA FIORITA

SULLE VIE DEL LORO RITORNO

LI COMANDERA' ANCORA

COLL'ONORE MILITARE

CUCITO IN ORO SUL PETTO

IL CAMERATA KESSELRING

IL VOSTRO ASSASSINO

 

*

 

IL MONUMENTO A KESSELRING

 

LO AVRAI

CAMERATA KESSELRING

IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI

MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'

A DECIDERLO TOCCA A NOI

 

NON COI SASSI AFFUMICATI

DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO

NON COLLA TERRA DEI CIMITERI

DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI

RIPOSANO IN SERENITA'

NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE

CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO

NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI

CHE TI VIDE FUGGIRE

 

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI

PIU' DURO D'OGNI MACIGNO

SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO

GIURATO FRA UOMINI LIBERI

CHE VOLONTARI SI ADUNARONO

PER DIGNITA' NON PER ODIO

DECISI A RISCATTARE

LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

 

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE

AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI

MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO

CHE SI CHIAMA

ORA E SEMPRE

RESISTENZA

 

(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)

 

*

 

ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE

IL 12 SETTEMBRE 1943

POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI

ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI

FURONO LA PRIMA PATTUGLIA

DELLA RESISTENZA PIEMONTESE

CHE DOPO DUE INVERNI

CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO

PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI

DIVENTO'

L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'

DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA

 

NEL PRIMO DECENNALE

I VIVI SALUTANO I MORTI

DORMITE IN PACE COMPAGNI

L'IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME

VERSO L'AVVENIRE

NON E' CADUTO

 

(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio Parri)

 

*

 

CONTRO OGNI RITORNO

 

INERMI BORGATE DELL'ALPE

ASILO DI RIFUGIATI

PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME

ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI

I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI

FOSSE NOTTURNE SCAVATE

DAGLI ASSASSINI IN FUGA

PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI

QUESTO VI RIUSCI'

 

S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA

FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. LEONARDO

SCRIVETE QUESTI NOMI

SON LE VOSTRE VITTORIE

MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO

DI DOVE IL POPOLO APUANO

CAVATORI E PASTORI

E LE LORO DONNE STAFFETTE

TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA'

VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA

QUESTO NON VI RIUSCI'

ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI

 

E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE

CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA

MA QUESTA PACE NON E' OBLIO

STANNO IN VEDETTA

QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE D'ORO

AL VALORE PARTIGIANO

TAGLIENTI COME LAME

IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA

CONTRO OGNI RITORNO

 

(Epigrafe scolpita sul marmo della stele commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 1954)

 

*

 

FANTASMI

 

NON RAMMARICATEVI

DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA

SE GIU' AL PIANO

NELL'AULA OVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE

MURATA COL VOSTRO SANGUE

SONO TORNATI

DA REMOTE CALIGINI

I FANTASMI DELLA VERGOGNA

TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI

E' BENE CHE SIANO ESPOSTI

IN VISTA SU QUESTO PALCO

PERCHE' TUTTO IL POPOLO

RICONOSCA I LORO VOLTI

E SI RICORDI

CHE TUTTO QUESTO FU VERO

CHIEDERANNO LA PAROLA

AVREMO TANTO DA IMPARARE

MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI

VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE

I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA

TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO

L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO

QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE

PER FAR GRANDE LA PATRIA

APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA

LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI

PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE

I FIERI MINISTRI DI SALO'

APRIRANNO

I LORO ARCHIVI SEGRETI

DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA

DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO

CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO

TUTTE IN REGOLA

SAPREMO FINALMENTE

QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO

DI CARLO E NELLO ROSSELLI

MA FORSE A QUESTO PUNTO

PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA

PECCATO

QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO

AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE

 

(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni politiche del 7 giugno 1953)

 

7. BRENDA PORSTER: ADRIENNE RICH (1929-2012), LA RESPONSABILITA' DELLA PAROLA

[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente testo "scritto e letto il 18 marzo 2014 da Brenda Porster nell'ambito della rassegna fiorentina 'Perche' poeti in tempo di liberta'", originariamente apparso nel sito http://poetarumsilva.com col titolo "Adrienne Rich (1929-2012): la responsabilita' della parola" e il sommario "la politica e la poesia richiedono entrambe l'immaginare radicale del non-ancora, del se-soltanto".

Su Brenda Porster dal sito www.filidaquilone.it riprendiamo la seguente scheda di alcuni anni fa: "Brenda Porster e' nata a Philadelphia, Usa, dove ha compiuto gli studi in storia e lettere inglesi prima di trasferirsi a Firenze. Oltre all'insegnamento, si e' dedicata alla scrittura poetica e alla traduzione letteraria. Le sue poesie in inglese e italiano appaiono su diverse riviste e siti web in Italia (fra altri Le Voci della luna, Pagine, Sagarana, El Ghibli, Forma Fluens) e all'estero (The Browne Critique, India e Gradiva, New York). Poesie inglesi si trovano in numerose antologie, tra cui Furori (Avagliano, 2003), Uomini (Le Lettere, 2004), Gatti come angeli (Medusa, 2006), Corporea (Le voci della luna, 2009); mentre quelle scritte in italiano appaiono in Genesi (Gazebo, 2005), Varianti urbane (Damocle, 2011) e Prismi (Chemins de traverse, Parigi, 2011). Ha partecipato ai festival di poesia di Vetri sul mare, Parma poesia, Firenze, Roma Festival PoEtiche 2010 e Stirling Biennial Poetry Festival (Scozia, 2004). Attualmente fa parte della "Compagnia delle poete", con la quale ha partecipato a performance a Milano, Roma, Ferrara, Otranto, Firenze e Lugano. Dall'italiano in inglese ha tradotto Mario Luzi (Toscana Mater, Interlinea, 2004) oltre a molti poeti contemporanei, compresi Rosaria Lo Russo, Cristina Annino, Leda Palma, Michele Porsia, Fiorenza Mormile e Loredana Magazzeni; con Johanna Bishop ha tradotto For the Maintenance of Landscape: Selected Poems of Mia Lecomte (Guernica, Torino, 2012); ha collaborato alla versione inglese di video con testi di Marco Simonelli e di Maria Korporal. Dall'inglese all'italiano ha pubblicato, con Giorgia Sensi, Vicki Feaver, La fanciulla che ritrovo' le sue mani ("Poesia", ottobre 2006) e, con L. Magazzeni, F. Mormile e A. Robustelli, Corporea: la poesia femminile contemporanea di lingua inglese (Le voci della luna, 2009). E' stata per molti anni traduttrice per la lingua inglese del sito letterario El Ghibli: letteratura della migrazione".

Adrienne Rich (Baltimora, 16 maggio 1929 - Santa Cruz, 27 marzo 2012) e' stata una grandissima poetessa e saggista femminista americana di straordinaria intensita' e profondita', di forte impegno civile, militante per la pace e la dignita' umana. Presentando alcuni suoi versi anni fa scrivevamo che "Adrienne Rich e' l'autrice di Nato di donna, un libro la cui lettura e' ineludibile. Ma e' anche una poetessa che ha scritto versi che ti tolgono il respiro, ovvero te lo restituiscono. Ed una militante per la pace e i diritti umani di grande rigore e nitore". Dal sito www.crocettieditore.com riprendiamo la seguente scheda di alcuni anni fa: "Adrienne Rich e' nata il 16 maggio 1929 a Baltimora. Poetessa, saggista e militante femminista, a ventun anni ha vinto il Premio Yale per giovani poeti con A change of world (1951, Un mutamento di mondo). Ha, inoltre, pubblicato le raccolte poetiche Gli intagliatori di diamanti (1955, The diamond cutters), Necessita' del vivere (1966, Necessities of life), Esplorando il relitto (1973, Diving into the wreck), Il sogno di una lingua comune (1978, The dream of a common language), Atlante del mondo difficile (1991, Atlas of the difficult world); e i saggi Nato di donna (1976, Born of woman), Segreti silenzi bugie (1966-78, On lies, secrets and silence), Sangue, pane e poesia (1986, Blood, bread and poetry); e la raccolta Oscuri campi della repubblica (1991-95, Dark fields of the republic), che comprende anche numerose sequenze narrative". Tra le opere di Adrienne Rich in traduzione italiana: Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 2000; Esplorando il relitto, Savelli, Milano 1979; Segreti silenzi bugie, La Tartaruga, Milano 1982; Lo spacco alla radice, Estro, Firenze 1985; Come la tela del ragno, La Goliardica, Roma 1985; Cartografie del silenzio, Crocetti, Milano 2000]

 

In un'intervista del 1991, Adrienne Rich critica il suo uso della metafora del taglio di diamanti in una poesia di trent'anni prima, The Diamond Cutters (I tagliatori di diamanti), in quanto a quel tempo non prendeva in considerazione la realta' della vita dei lavoratori sudafricani.

Alla domanda, "allora la scelta di una metafora comporta una responsabilita' politica?" Rich risponde con un "si'" risonante. Per Rich, la parola scritta non puo' che essere politica, perche' non esiste cesura tra la nostra storia personale (my story) e quella condivisa con tutti gli altri che abitano e hanno abitato il nostro mondo (History). In risposta alla famosa frase del poeta W.H. Auden, "La poesia non fa succedere niente", Rich risponde che la poesia non ha senso se non viene per cambiare qualcosa, se serve solo per conservare lo status quo in un paese invecchiato e depresso, guidato da presidenti collusi con "trafficanti / di gas nervino", vergognosi rovesciamenti del Lincoln cantato da Whitman nel famoso "Capitano! mio Capitano!". La poesia per Rich e' la ricerca di un linguaggio comune (perche' scrivere e' ri-nominare), la creazione di un atlante per districarci in questo difficile mondo dove per sopravvivere e' necessario creare legami tra il personale e il politico, tra la "mia" e la "tua" storia. Nei suoi testi in poesia e in prosa e' in atto una re-visione, e' data voce a chi e' stato tradizionalmente zittito dalla storia, per capire che "questo modo di soffrire / e' condiviso, non necessario / e' politico" e che la politica non e' qualcosa "la' fuori ma qui dentro".

Con i suoi sessanta anni di scrittura poetica e saggistica, Adrienne Rich ha profondamente segnato la scena letteraria e intellettuale americana per piu' di mezzo secolo. Nata a Baltimora di padre ebreo, professore di patologia alla John Hopkins, e di madre di buona famiglia protestante del sud, a Rich l'appartenenza ebraica viene negata, quasi nascosta: e' persino battezzata metodista per motivi di convenienza. In seguito, riappropriarsi dell'appartenenza ebraica e' il primo passo verso una ri-creazione, un allargamento, della propria identita' che la portera' a riconoscersi lesbica dopo essere prima sposa e madre, come prevedeva il ruolo femminile degli anni '50 (interessante qui il confronto con la contemporanea Silvia Plath) (1). Da sempre studentessa brillante, la Rich si laurea al prestigioso Radcliffe College e pubblica la sua prima raccolta di poesie A Change of World nel 1951, che vince il prestigioso Yale Younger Poets Award. Come nella vita privata, anche nelle prime poesie Rich si conforma ai modelli dominanti - difatti, nella sua introduzione al libro, il poeta W.H. Auden loda "la grazia e la modestia di questa voce".

E' della meta' degli anni '60 l'inizio del suo risveglio politico, intimamente intrecciato con quello personale (la protesta contro la guerra in Vietnam, il divorzio, il lesbismo) e il relativo cambiamento della sua poesia, che passa ad affrontare temi sociali attraverso il verso libero. La svolta e' completa nella raccolta Diving into the Wreck del 1973, dove rivisita i parametri mitici del rapporto uomo-donna. Quando il libro riceve il prestigioso National Book Award, la Rich lo riceve, insieme alle altre vincitrici, le afroamericane Audre Lorde e Alice Walker, in nome di tutte le donne. Accanto alle poesie la Rich produce un rilevante corpus di opere in prosa, la cui influenza rischia in un certo senso di mettere in ombra la produzione poetica, in America ma ancor piu' in Italia. Di questo corpus ricordiamo qui solo Of Woman Born: Motherhood as Experience and Institution del 1976 (piu' volte ristampate in Italia da Garzanti come Nato di donna, ma oramai fuori commercio). Altrettanto importante, per l'influenza che ha avuto, e' il suo lavoro come insegnante di scrittura creativa in numerose scuole e universita' in tutti gli Stati Uniti. Tantissime sono le raccolte poetiche (l'ultima, Tonight No Poetry will Serve: Poems 2007-2010 e' del 2011). Purtroppo, di tutta questa vasta produzione le poche traduzioni in italiano sono attualmente fuori commercio, comprese le due belle antologie curate da Maria Luisa Vezzali per conto dell'editore Crocetti, Cartografie del silenzio del 2000 e la recente (ma gia' quasi introvabile) La guida nel labirinto (2011).

*

Note

1. Della riappropriazione della sua identita' ebraica parlera' in Split at the Root: an Essay on Jewish Identity (1982), pubblicata in Italia in 1985 con la traduzione di Liana Borghi, insieme alla raccolta "Sources" e un'importante postfazione della curatrice. Mentre l'esperienza del matrimonio e della maternita' e' sviluppata nel saggio sul tema della condizione femminile e della scrittura, When We Dead Awake: Writing as Re-vision (1971), e ovviamente nel citato Of Woman Born.

 

8. LIBRI. GIANCARLA CODRIGNANI PRESENTA "LE PIETRE SCARTATE" DI CARMELINA CHIARA CANTA E "AL DI LA' DEL 'GENIO FEMMINILE'" DI BENEDETTA SELENE ZORZI

[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente recensione apparsa nel fascicolo di gennaio 2015 dell'omonimo mensile.

Giancarla Codrignani, gia' presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005. Si veda anche l'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 343. Un profilo di Giancarla Codrignani scritto da Annamaria Tagliavini ed apparso sull'Enciclopedia delle donne abbiamo riportato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 513.

Carmelina Chiara Canta e' professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, insegna Sociologia dei Processi Culturali, Sociologia delle Religioni e Sociologia delle culture di genere presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' degli Studi di Roma Tre, dove dirige il Laboratorio sul Pluralismo Culturale (Pluc), nell'ambito del quale svolge attivita' seminariali e di ricerca sui temi del dialogo nel Mediterraneo. Studia i problemi del cambiamento sociale e culturale con particolare riferimento ai fenomeni religiosi, culturali, multireligiosi, multiculturali e del dialogo interreligioso. Su questi temi ha pubblicato saggi in riviste scientifiche e vari volumi tra cui gli ultimi: La religiosita' in Sicilia. Indagine sulle tipologie religiose e culturali (Sciascia 1995); Sfondare la notte. Religiosita', modernita' e cultura (Franco Angeli 2004); Ricostruire la societa'. Teoria del mutamento sociale in Karl Mannheim (Franco Angeli 2006); Abitare il dialogo. Societa' e culture dell'amicizia nel Mediterraneo (con M. Pepe, Franco Angeli 2007); Non facciamo come lo struzzo (con S. Rizza, Sciascia 2009);  Seminare il dialogo. Societa' e trame del Mediterraneo (Aracne 2010); Laicita' in dialogo. I volti della laicita' nell'Italia plurale (con dvd: I volti delle laicita' nell'Italia di oggi) (Sciascia 2011); Le pietre scartate. Indagine sulle teologhe in Italia (Franco Angeli, 2014).

Benedetta Selene Zorzi e' docente stabile straordinaria di Patrologia e Storia della Teologia all'Istituto Teologico Marchigiano e docente invitata presso l'Istituto Teologico Pugliese di Molfetta (2012-2014). Insegna Antropologia e Patrologia all'Issr di Ancona, dove ha ricoperto l'incarico di vicedirettrice dal 2008 al 2014. Gia' docente incaricata di Filosofia al Pontificio Ateneo S. Anselmo (2006-2013) e di Teologia Spirituale alla Pontificia Universita' Lateranense (2011-2012). Coredattrice della rivista telematica "Reportata. Passato e presente della teologia". Ha ideato e gestito il sito del Coordinamento Teologhe Italiane dal 2003 al 2013. E' Coach Acc accreditata presso la International Coach Federation. Tra le opere in volume di Benedetta Selene Zorzi: Desiderio della Bellezza (eros tou kalou) da Platone a Gregorio di Nissa: tracce di una rifrazione teologico-semantica, Studia Anselmiana 145. Historia Theologiae 1, Roma 2007; con E. Lopez-Tello Garcia (ed.), Church, Society and Monasticism. Acts of the international symposium Rome, may 31 - June 3 2006, Studia Anselmiana, Roma 2009; introduzione, traduzione e note (con M. Mejzner), Metodio d'Olimpo, La Risurrezione, Collana testi patristici, Citta' Nuova, 2010; con A. Gasperoni (a cura di), L'inculturazione della prassi sacramentaria: una traduzione? Atti del III seminario specilistico di teologia sacramentariane IV centenario della morte di P. Matteo Ricci, Cittadella, Assisi 2012; con I. Bossi Fedrigotti, La felicita', Il Margine 2013; con L. Manicardi, "Se fosse un profeta?" (Lc 7,39). Profezia e testimonianza cristiana oggi, Edizioni Studium, Roma 2013; con N. Brescianini, Politica ed economia: uno sguardo spirituale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014; Al di la' del "genio femminile". Donne e genere nella storia della teologia cristiana, Carocci, Roma 2014; Antropologia e teologia spirituale. Per una teologia dell'io, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014; introduzione, traduzione e note a Plotino, La bellezza, Garzanti 2014]

 

Due libri interessanti: Le pietre scartate. Indagine sulle teologhe in Italia. della sociologa Chiara Canta, e Al di la' del genio femminile, di suor Benedetta Zorzi, teologa. Si tratta di due volumi di evidente interesse religioso, ma vanno segnalati per la tematica tutta femminile.

Il primo nasce da una ricerca che ha contattato ben 335 teologhe - tutte cattoliche, tranne quattro valdesi, una anglicana e una battista - e porta a considerare le ragioni delle difficolta' che incontrano - ovviamente senza meraviglia - donne che studiano sia origini, storia, fondamenti delle religioni, sia l'organizzazione e la cultura della loro chiesa. "Uomini e preti" rappresenta un binomio carico non solo dei pregiudizi tradizionali nei confronti delle donne, ma delle deformazioni sessuofobe e discriminanti proprie delle religioni. Per giunta, sembra che i preti (e' una constatazione della ricerca) abbiano "paura delle competenze delle donne".

Benedetta Zorzi e', invece, una teologa che cerca di entrare in prima persona nel merito della recente "teologia di genere". Il suo libro prende le mosse da un excursus sulle concezioni antiche, in genere tutte sessiste, e dalla clericalizzazione della dottrina e delle interpretazioni cristiane che penalizzano il "genere" escludendolo dal sacro. Ovviamente la struttura del libro e' complessa: senza un'infinita' di passaggi non si parte da quel "genio femminile" del titolo - che rimanda alla Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II sulle doti femminili ritenute grandi ma sempre destinate "alla famiglia" - per arrivare al femminismo di Lucy Irigaray o della Muraro. La copertina lancia la domanda piu' provocatoria: "si puo' essere donne di oggi e credere in Dio?".

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Luciana Stegagno Picchio, La letteratura brasiliana, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1972, pp. 702.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2011 del 9 giugno 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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