[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 691



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 691 del primo maggio 2015

 

In questo numero:

1. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" ricorda Alfio Pannega

2. Se "Erinna" non ci fosse...

3. Dopo la strage

4. Dinanzi al naufragio dell'umanita'

5. Heri dicebamus

6. Quello che si potrebbe e si dovrebbe fare per porre fine alle stragi nel Mediterraneo

7. Una volta ancora

8. Salvare tutte le vite: il messaggio della Resistenza, la legge della Repubblica

9. E ancora e ancora

10. Dinanzi alla prefettura

11. Una franca parola ai governanti europei

12. Il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita

13. "Lei sa". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

14. Le stragi dei migranti continueranno...

15. "Auschwitz sta figliando nel mondo"

16. Salvare le vite

17. Ancora del mondo capovolto

18. Dixit

19. Ai Presidenti delle Camere: il Parlamento legiferi per salvare le vite

20. Hic manebimus optime

21. Tra pochi giorni

22. Due cose chiare

23. Le vite, salvarle

24. Dei governi e dei popoli europei

 

1. MEMORIA. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" RICORDA ALFIO PANNEGA

 

Nella Giornata di festa e di lotta del movimento dei lavoratori per la liberazione dell'umanita' ricordiamo il nostro maestro e compagno Alfio Pannega, deceduto cinque anni fa ma ancora vivo nella nostra memoria, nel nostro riflettere, nel nostro agire.

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi"

Viterbo, primo maggio 2015

*

Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i  motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622, 1623, 1624, 1763, 1971, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" n. 687-690 (tutti disponibili dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).

 

2. APPELLI. SE "ERINNA" NON CI FOSSE...

 

Se "Erinna" non ci fosse, tante donne vittime di violenza resterebbero senza alcun aiuto, resterebbero nel dolore, nella paura, nella solitudine, e nel concreto, continuo, estremo pericolo di nuove violenze.

Ma il centro antiviolenza "Erinna" a Viterbo c'e', e da molti anni opera incessantemente.

Ed e' necessario che continui ad esserci ed a portare avanti tutte le attivita' in cui le donne che lo animano sono impegnate, dall'ascolto alla consulenza, dall'assistenza all'ospitalita', dalla formazione all'orientamento, dall'informazione alla sensibilizzazione, dall'intervento psicologico a quello legale, dall'aiuto materiale all'accoglienza e alla protezione nella casa-rifugio.

Decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente negato al centro antiviolenza "Erinna" i fondi a suo tempo ad esso attribuiti ed illegittimamente ed insensatamente da anni trattenuti dall'ente locale incaricato di trasmetterglieli; decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente preteso di negare l'esistenza stessa della piu' importante esperienza di donne che aiutano le donne vittime di violenza nell'Alto Lazio.

Occorre che ogni persona di volontà buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione repubblicana, nell'ambito delle proprie possibilita', sostengano "Erinna" in questo momento.

*

Dal profondo del cuore chiediamo a chi legge queste righe di inviare al Centro antiviolenza "Erinna" un contributo economico affinche' possa continuare nella sua indispensabile azione, ed un messaggio di solidarieta'.

I contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

*

Facciamo circolare questo appello, facciamo sapere che occorre sostenere il Centro antiviolenza "Erinna". E sosteniamolo insieme.

 

3. RIFLESSIONE. DOPO LA STRAGE

 

Ripubblichiamo alcuni testi gia' apparsi su questo foglio nei giorni successivi alla strage nel Mediterraneo del 18 aprile.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. REPETITA IUVANT. DINANZI AL NAUFRAGIO DELL'UMANITA'

 

C'e' un modo semplice per salvare le vite dei migranti che ogni giorno muoiono attraversando il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna: consentire a tutti gli esseri umani di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita', e quindi permettere a tutti gli esseri umani di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

Se l'Unione Europea permettesse a tutti di giungervi in modo legale e sicuro nessuno si affiderebbe alle mafie dei trafficanti, nessuno viaggerebbe sui barconi della morte, nessuno rischierebbe di morire tra le onde.

Questa e' la decisione che occorre per salvare le vite: consentire ad ogni persona, e soprattutto a chi e' in fuga da orribili violenze e pericoli estremi, di muoversi liberamente e di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro.

Molte altre cose ancora si possono e si debbono fare: far cessare le guerre attraverso il disarmo; soccorrere i paesi ridotti alla miseria da secoli di rapina colonialista; abbattere le dittature sostenendo le lotte nonviolente per i diritti umani; ridurre l'inquinamento e risanare la biosfera. Ma anche questa occorre fare subito: consentire a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla morte di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro; garantire trasporto, accoglienza ed assistenza a persone altrimenti condannate a morire.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona morale, di ogni civile istituzione.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

5. REPETITA IUVANT. HERI DICEBAMUS

 

Riproponiamo di seguito alcuni interventi apparsi sul nostro foglio nel dicembre 2002, oltre dieci anni fa.

Sono cose che ripetiamo incessantemente dal secolo scorso, condivise da molte persone di retto sentire e di volonta' buona.

Le grandi migrazioni hanno evidenti cause strutturali, pensare di fermarle con le cannoniere e' l'ultima e la piu' scellerata delle follie.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. REPETITA IUVANT. QUELLO CHE SI POTREBBE E SI DOVREBBE FARE PER PORRE FINE ALLE STRAGI NEL MEDITERRANEO

 

Consentire a tutti gli esseri umani di muoversi in modo legale e sicuro sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Mettere a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti alle persone in fuga dalla morte.

Abrogare immediatamente tutte le misure razziste in vigore nell'Unione Europea e in Italia che costringono milioni di innocenti in fuga dall'orrore e dalla morte ad affidarsi a poteri illegali e criminali che li espongono ancora e di nuovo all'orrore e alla morte.

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Salvare le vite e' il primo dovere.

Vi e' una sola umanita'.

 

7. REPETITA IUVANT. UNA VOLTA ANCORA

 

Ripubblichiamo una volta ancora questi testi di uno e di due anni fa.

Possa presto venire il tempo in cui non sia piu' necessario ripetere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Possa presto venire il tempo in cui non sia piu' necessario ripetere che vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Possa presto venire il tempo in cui da ciascuno sia dato secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni.

Possa presto venire il tempo della pace, dell'uscita da questa preistoria, della giustizia e della liberta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la comune liberazione.

La nonviolenza e' in cammino.

 

8. REPETITA IUVANT. SALVARE TUTTE LE VITE: IL MESSAGGIO DELLA RESISTENZA, LA LEGGE DELLA REPUBBLICA

 

Vittime due volte della nostra crudelta' le persone costrette a fuggire dalle loro case, dai loro paesi.

Vittime della rapina delle loro risorse di cui noi, ricco nord del mondo, siamo i primi colpevoli.

Vittime delle guerre di cui noi, ricco nord del mondo, siamo i primi colpevoli.

Vittime delle dittature, delle mafie, dei terrorismi, dei colonialismi, dei razzismi, degli imperialismi di cui noi, ricco nord del mondo, siamo i primi colpevoli.

Vittime delle catastrofi ambientali di cui noi, ricco nord del mondo, siamo i primi colpevoli.

E vittime ancora una volta della nostra ferocia quando costretti alla fuga dinanzi all'orrore ancora una volta noi neghiamo loro la salvezza, li condanniamo a sottostare ai trafficanti schiavisti, li lasciamo morire - li facciamo morire - nel mare tinto di sangue.

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Diciamolo chiaro: se l'Unione Europea - e l'Italia con essa - riconoscesse a tutti gli esseri umani il diritto alla vita - il diritto alla vita - non vi sarebbero piu' ne' scafisti ne' barconi, poiche' le persone in fuga dai continenti della fame e dell'orrore potrebbero venire in Europa in modo legale e sicuro, usando mezzi di trasporto pubblici e adeguati: ed innumerevoli vite sarebbero salve.

Diciamolo chiaro: se l'Italia rispettasse quello che e' scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana - frutto luminoso "di questo patto / giurato fra uomini liberi / che volontari si adunarono / per dignita' non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo" (cosi' in una lapide dettata da Piero Calamandrei in memoria della Resistenza) - non vi sarebbero piu' ne' scafisti ne' barconi, poiche' le persone in fuga dai continenti dell'orrore potrebbero venire in Italia in modo legale e sicuro, usando i mezzi di trasporto pubblici e adeguati: ed innumerevoli vite sarebbero salve.

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Il primo dovere di ogni persona decente e' salvare le vite. Ed e' quindi a maggior ragione anche il primo dovere di ogni civile istituzione.

Accogliere ed assistere chi e' in fuga dalla fame e dalla morte: l'umanita' ha sempre saputo che questo fonda la civilta'.

Cessare di fare le guerre occorre, poiche' esse consistono sempre e solo dell'uccisione di esseri umani.

Cessare di armare criminali, dittatori e terroristi occorre, poiche' quelle armi sempre e solo uccidono degli esseri umani.

Cessare di rapinare ed opprimere occorre, poiche' il male fatto e' irredimibile e sempre altro male cagiona.

Vi e' una sola umanita'. In un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

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Salvare tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e' possibile e necessario: e' sufficiente che l'Unione Europea - e l'Italia in primo luogo - riconosca a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e' possibile e necessario: e' sufficiente che l'Unione Europea - e l'Italia in primo luogo - consenta a tutti gli esseri umani di muoversi liberamente sull'unico pianeta di tutti.

Salvare tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e' possibile e necessario: e' sufficiente che l'Unione Europea - e l'Italia in primo luogo - consenta a tutti di servirsi di mezzi di trasporto pubblici, legali, sicuri; ed annienti cosi', semplicemente, in un sol colpo, il turpe mercato dei trafficanti di esseri umani, giacche' nessuno si rivolgerebbe ai trafficanti se potesse muoversi liberamente usufruendo di mezzi di trasporto pubblici, legali, sicuri.

Salvare tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e' possibile e necessario: e' finché non si farà quanto sopra abbiamo ricordato, e' necessario che l'Unione Europea - e l'Italia in primo luogo - organizzi subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito che salvi gli innumerevoli innocenti gia' in fuga.

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La politica che occorre, la politica democratica, la politica dell'autentica legalita', la politica dell'umanita', e' quella scritta nella Carta di Lampedusa; e' quella scritta nella Costituzione della Repubblica Italiana; e' quella scritta nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Salvare tutte le vite: e' il messaggio della Resistenza; e' la legge della Repubblica. Ricordiamolo in questi giorni di dolore e di orrore mentre ci si appresta a celebrare la Liberazione del nostro paese il 25 aprile: non e' degno di celebrare il 25 aprile chi non s'impegna per salvare le vite dei migranti; non e' degno di celebrare il 25 aprile chi continua a negare accoglienza e assistenza a chi rischia la vita; non e' degno di celebrare il 25 aprile chi non capisce che quella lotta di Liberazione che chiamiamo Resistenza continua oggi su scala planetaria contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

La Resistenza oggi si chiama nonviolenza.

Salvare tutte le vite: e' il messaggio della Resistenza; e' la legge della Repubblica; e' il compito dell'umanita'.

 

9. REPETITA IUVANT. E ANCORA E ANCORA

 

Ripubblichiamo nuovamente anche questi altri testi di uno e di due anni fa.

E ancora e ancora diciamo: cessi subito la strage nel Mediterraneo, e per far cessare la strage occorre che l'Unione Europea - e l'Italia in essa, o almeno l'Italia sola ma subito - riconosca il diritto di tutti gli esseri umani a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita'.

E ancora e ancora diciamo: cessi subito la strage nel Mediterraneo, e per far cessare la strage occorre che l'Unione Europea - e l'Italia in essa, o almeno l'Italia sola ma subito - consenta a tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese, per trovarvi scampo, accoglienza e assistenza.

E ancora e ancora diciamo: cessi subito la strage nel Mediterraneo, e per far cessare la strage occorre che l'Unione Europea - e l'Italia in essa, o almeno l'Italia sola ma subito - appronti immediatamente un piano straordinario di trasporto pubblico e gratuito che salvi tutte le vite dei fuggiaschi.

E ancora e ancora diciamo: cessi subito la strage nel Mediterraneo, e per far cessare la strage occorre che l'Unione Europea - e l'Italia in essa, o almeno l'Italia sola ma subito - consentendo a tutti i migranti di muoversi in modo legale e sicuro usufruendo di mezzi di trasporto pubblici e adeguate annienti cosi' - ipso facto - le mafie dei trafficanti, poiche' nessuna persona si rivolgerebbe ai trafficanti se le fosse consentito di servirsi di mezzi di trasporto pubblici, legali, sicuri, adeguati.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di tutti e' salvare le vite.

 

10. REPETITA IUVANT. DINANZI ALLA PREFETTURA

[Ricostruite a memoria queste sono alcune cose dette parlando a braccio il 21 aprile 2015 a Viterbo in piazza del Comune dinanzi alla prefettura in occasione della Giornata di mobilitazione nazionale per fermare la strage nel Mediterraneo]

 

Cinque storie io so.

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Nella prima un uomo nudo e coperto di sale giunge naufrago in un'isola, ed il re di quell'isola non lo fa uccidere, non lo fa imprigionare, non lo fa torturare, non lo fa ricacciare in mare, ma lo ospita nella sua casa, gli dona i suoi vestiti, lo invita alla sua mensa, e dopo la cena gli fa ascoltare un cantore che racconta la storia di un uomo che e' tutti gli uomini, la storia di un uomo che e' Ulisse. E quel naufrago e' Ulisse.

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Nella seconda storia un prigioniero condannato a morte mentre gia' e' nella fila dei destinati al carnefice si rivolge al re che assiste alle esecuzioni e gli dice: "Potente re, luce delle genti, siamo tuoi prigionieri, destinati a morte sicura, ma prima di farci uccidere di' ai tuoi servitori che ci diano da bere; abbiamo sete, non negarci questo estremo sollievo". Ed il re acconsente. Dissetatisi il prigioniero e i suoi compagni di sventura, egli ancora apostrofa il re: "Potente re, luce delle genti, ci hai dissetato, sazia anche la nostra fame, facci dare da mangiare". Ed il re dispone che i condannati a morte siano anche sfamati. Ed allora il prigioniero: "Potente re, luce delle genti, prima eravamo tuoi prigionieri ma ora tu ci hai dissetato e ci hai sfamato, e quindi siamo ormai tuoi ospiti; ed essendo tuoi ospiti, salva dunque le nostre vite". Ed il re salva loro la vita.

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La terza storia e' quella di un professore tedesco che con teutonica regolarita' e cronometrica precisione ogni giorno alla stessa ora si reca da casa all'universita' e dall'universita' a casa. E mentre cammina per le strade di Koenigsberg Herr Professor Immanuel Kant pensa a come si possa realizzare la pace perpetua tra gli esseri umani, e questo ragionamento svolge: se la Terra fosse una distesa piatta e infinita, all'essere umano costretto dalla sofferenza e dalla persecuzione ad abbandonare la sua casa e il suo paese che si presentasse in un luogo ove altri esseri umani vivono, costoro potrebbero dire: qui ci siamo insediati gia' noi, ma la Terra e' infinita, spostati dunque ancora oltre e troverai dove abitare. Ma la forma della Terra e' invece sferica, e se quel sofferente, perseguitato fuggiasco trovasse solo persone che gli negassero solidarieta' e gli imponessero di proseguire il suo viaggio per trovare un luogo ove abitare, finirebbe per tornare al punto di partenza, dove vivere non puo': ed allora, conclude il professore, quell'essere umano ha diritto di essere accolto dagli altri esseri umani e vivere con loro, e cosi' salvare la propria vita. Pensa questo pensiero il professor Kant, e continua la sua passeggiata: e senza parere ha dato il suo contributo a rendere l'umanita' piu' libera, piu' giusta, piu' umana.

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La quarta storia e' di uomini e donne usciti di pianto in ragione che scrivono insieme una legge che valga per sempre. Ed essendo uomini e donne che hanno conosciuto la persecuzione, la dittatura e la guerra, essendo donne e uomini che hanno conosciuto le bastonature delle squadracce e gli agguati dei sicari, le carceri e l'esilio, la deportazione e il Lager, essendo le donne e gli uomini della Resistenza al fascismo, queste donne e questi uomini scrivono nella legge della loro Repubblica che "L'Italia ripudia la guerra"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". E quella legge che quelle donne e quegli uomini hanno scritto e' la Costituzione della Repubblica Italiana, alla quale tutte le altre leggi italiane devono adeguarsi, e che e' una buona legge, una legge buona. E quella legge dice: salva tutte le vite, nessun essere umano ti e' estraneo, salva tutte le vite.

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La quinta storia e' la storia di un saggio cinese, di un sapiente ebreo, di un condannato a morte dall'imperialismo romano, e di innumerevoli altri uomini, di innumerevoli altre donne, che in tempi e luoghi infinitamente distanti tutte e tutti affermano questa medesima massima morale, questa stessa regola di condotta: "Tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; salva le altrui vite in pericolo come vorresti fosse salvata la tua; rispetta l'altrui dignita' come vorresti lo fosse la tua; reca soccorso alle altre persone nel bisogno come vorresti che a te nel bisogno soccorso fosse recato".

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Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni persona decente, ed a maggior ragione di ogni civile istituzione, e' quello di salvare le vite.

*

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, consenta a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e dalla morte di giungere in modo legale e sicuro ove trovare scampo, accoglienza e assistenza.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, metta a disposizione degli innocenti in pericolo mezzi di trasporto pubblici e gratuiti che li traggano in salvo.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, permetta a tutti gli esseri umani costretti a lasciare le loro case e le loro terre di poter giungere in modo legale e sicuro ove siano accolti ed assistiti, con mezzi di trasporto pubblici, legali, idonei, e trovando infine soccorso, accoglienza, assistenza e rispetto nel nostro continente, nel nostro paese.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto alla vita; soccorrendo ed accogliendo gli innocenti in fuga, ed insieme cessando di fare le guerre, cessando di rapinare interi continenti, cessando di alimentare dittature, mafie e terrorismi, cessando di praticare razzismo, colonialismo e imperialismo, cessando di devastare la biosfera.

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Fermare la strage nel Mediterraneo e' possibile. Annientare le mafie dei trafficanti e' possibile. Salvare tutte le vite a rischio di naufragio e' possibile.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia consentano l'ingresso legale e sicuro nel nostro continente e nel nostro paese, viaggiando con mezzi di trasporto pubblici e idonei, a tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore, dalla morte.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia rispettino quanto e' proclamato solennemente nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

11. REPETITA IUVANT. UNA FRANCA PAROLA AI GOVERNANTI EUROPEI

 

La maggiore responsabilita' per le stragi nel Mediterraneo e' dei governi dei paesi dell'Unione Europea.

Se i governi dell'Unione Europea consentissero alle persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte di poter giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente e salvare cosi' le loro vite, nessuna di esse si affiderebbe ai trafficanti illegali o salirebbe su un "barcone della morte", ma tutte ovviamente utilizzerebbero mezzi di trasporto legali e sicuri.

Per salvare le vite di tutte le persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte che attualmente rischiano di morire nel Mediterraneo occorre quindi questo e non altro: che l'Unione Europea, o almeno l'Italia, consenta loro di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

E nell'attuale drammatico frangente la prima cosa da fare e' approntare uno straordinario intervento di trasporto pubblico e gratuito, navale ed aereo, che queste persone soccorra e tragga in salvo nel Mediterraneo, ma anche nel deserto e lungo l'intero tragitto intrapreso in cerca di salvezza.

Soccorrere, accogliere ed assistere gli esseri umani in pericolo di morte e' un dovere non solo morale ma anche giuridico: omettere di soccorrere chi rischia di morire significa infatti farsi complici della sua morte, reato previsto e punito da tutti i codici penali del mondo.

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Questo e' il dovere dei governi dell'Unione Europea: soccorrere, accogliere ed assistere le persone in fuga dall'orrore e in pericolo di morte; consentire a tutti gli esseri umani di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e adeguati.

 

12. REPETITA IUVANT. IL PRIMO DIRITTO DI OGNI ESSERE UMANO, IL DIRITTO ALLA VITA

 

Le innumerevoli persone costrette ad abbandonare le loro case, i loro paesi, le loro famiglie e i loro beni per scampare alla morte hanno diritto ad essere soccorse: e' il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita.

Che sia quindi finalmente consentito a tutte queste vittime innocenti di giungere nel nostro continente e nel nostro paese in modo legale e sicuro e di trovarvi accoglieza, assistenza, rispetto, una vita degna: e' il primo diritto di ogni essere umano, il diritto alla vita.

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Il mercato illegale dei trafficanti di esseri umani esiste solo perche' alle vittime innocenti in fuga dalla morte i governi europei proibiscono di muoversi in modo legale e sicuro, proibiscono di usare mezzi di trasporto legali e adeguati, proibiscono l'esercizio del primo diritto di ogni essere umano: il diritto alla vita.

La semplice, doverosa, necessaria e urgente decisione degli stati europei di consentire finalmente a tutte le persone di giungere in Europa legalmente annienterebbe in un sol colpo il mercato illegale su cui prosperano le mafie dei trafficanti; ed invererebbe il primo diritto di ogni essere umano: il diritto alla vita.

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Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

 

13. REPETITA IUVANT. "LEI SA". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa che la rete criminale dei trafficanti di esseri umani - che gestisce il trasporto illegale attraverso il Mediterraneo dei migranti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte - esiste e trae ingenti profitti dal suo illecito e scellerato mercato solo perche' ai migranti e' proibito dai governi europei di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

E quindi: decida il governo italiano di consentire a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ed innumerevoli vite sarebbero salve, ed ipso facto la mafia degli scafisti sarebbe annientata.

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Non dica che gli accordi in sede di Unione Europea proibiscono all'Italia un atto di umanita' peraltro stabilito nella Costituzione della nostra Repubblica; quegli sciagurati accordi che violano superiori e supremi diritti e doveri - il diritto alla vita, il dovere di soccorso - sono gia' nel comune sentire delle genti e nella coscienza di ogni essere umano null'altro che pactum sceleris, carta straccia e marchio d'infamia.

E non acceda alla barbara idea di impedire di lasciare il suolo africano a migranti innocenti e indifesi - che gia' hanno attraversato deserti e affrontato pericoli immani e subito vessazioni indicibili - facendoli recludere nei lager libici: non voglia rendersi complice di un crimine effettualmente nazista che cumula altresi' le abominevoli eredita' del razzismo e del colonialismo.

*

E' in suo potere, e' in potere del governo italiano, come di tutti i governi dell'Unione Europea, salvare innumerevoli vite riconoscendo a tutte le persone in pericolo, a tutti i migranti, a tutti gli esseri umani, il diritto di ingresso legale e sicuro in Italia e in Europa viaggiando con mezzi di trasporto legali e sicuri.

Non perseverate nell'errore e nell'orrore di impedire a innumerevoli innocenti di salvare le proprie vite; non perseverate in una criminale politica razzista e disumana che gia' troppe stragi ha provocato.

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Vi e' una sola umanita', in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

La prego di ascoltare e meditare queste parole, di interrogare la sua stessa coscienza e di farsi da essa guidare.

Le rivolgo fraterno un saluto di pace.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 24 aprile 2015, vigilia dell'anniversario della Liberazione

 

14. REPETITA IUVANT. LE STRAGI DEI MIGRANTI CONTINUERANNO...

 

Le stragi dei migranti continueranno finche' i governi dell'Unione Europea non si decideranno a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita'.

Le stragi dei migranti continueranno finche' i governi dell'Unione Europea non si decideranno a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Europa in modo legale e sicuro.

Le stragi dei migranti continueranno finche' i popoli europei consentiranno ai loro governi di perseverare in una politica razzista e assassina.

Questo occorre oggi in Europa: una politica nonviolenta della solidarieta' umana, una politica che salvi le vite.

Questo occorre oggi in Europa: una insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze, che imponga ai governi una politica che salvi le vite.

Questo occorre oggi in Europa: far rispettare le buone leggi che fanno obbligo a tutte le istituzioni democratiche di rispettare la vita umana, di recare soccorso agli esseri umani in pericolo, di accogliere ed assistere le vittime in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle catastrofi e dall'orrore, dalla persecuzione e dalla morte.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

15. REPETITA IUVANT. "AUSCHWITZ STA FIGLIANDO NEL MONDO"

 

Scriveva Danilo Dolci: "Auschwitz sta figliando nel mondo / non sentite l'odore del fumo?".

Il recente vertice dell'Unione Europea ha confermato la scellerata scelta di condannare alle sevizie e alla morte inumerevoli innocenti in fuga dall'orrore.

Ogni persona ragionevole sa che due cose occorreva che quel vertice decidesse, due e soltanto due: consentire a tutti i fuggiaschi di entrare in Europa in modo legale e sicuro; mettere subito a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare quanti sono gia' in mare, o nei lager libici, o nel deserto, in cammino o in catene nelle grinfie delle mafie dei trafficanti che lucrano ingenti profitti grazie alla complicita' dei governi dell'Unione Europea che quelle mafie potrebbero annientare con un semplice rigo di penna: riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di ingresso legale e sicuro in Europa.

*

Il recente vertice dell'Unione Europea ha confermato la scellerata scelta di condannare alle sevizie e alla morte inumerevoli innocenti in fuga dall'orrore.

Ogni persona ragionevole sa che occorre che i popoli europei impongano subito ai loro governi di dismettere questa infame politica razzista e assassina ed iniziare finalmente a rispettare l'umanita', ad adottare i provvedimenti necessari e urgenti per salvare le vite umane in pericolo.

Ogni persona ragionevole sa che il primo dovere, delle persone come delle istituzioni, e' salvare le vite.

 

16. REPETITA IUVANT. SALVARE LE VITE

 

Altre notizie di altre tragedie non cancellino la consapevolezza che e' possibile, e' necessario, e' urgente far cessare le stragi nel Mediterraneo.

E per far cessare le stragi nel Mediterraneo occorre che i governi dei paesi dell'Unione Europea riconoscano subito il diritto di tutti gli esseri umani a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera; riconoscano subito il diritto d'ingresso in Europa di tutte le persone in modo legale e sicuro; riconoscano subito il proprio dovere di dare soccorso, accoglienza e assistenza a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dalle dittature, dall'orrore e dalla morte; riconoscano subito il bisogno di un intervento straordinario che metta a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare innumerevoli innocenti.

I governi dei paesi dell'Unione Europea operino un drastico taglio alle spese militari ed utilizzino quei fondi per aiuti umanitari, per promuovere pace e diritti umani, per accogliere ed assistere le vittime dei disastri e degli orrori che taluni di essi governi dei paesi dell'Unione Europea hanno contribuito a provocare con scellerate e dissennate politiche rapinatrici e devastatrici, razziste e colonialiste, imperialiste e guerriere, complici e fomentatrici di dittature e terrorismi.

I governi dei paesi dell'Unione Europea tornino al rispetto delle loro stesse leggi fondamentali che chiamano all'impegno per la pace, per i diritti umani, per il bene comune.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni istituzione civile.

 

17. REPETITA IUVANT. ANCORA DEL MONDO CAPOVOLTO

 

I governanti degli stati dell'Unione Europea pretendono di farci credere che gli effetti siano cause e le cause siano effetti.

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia "stroncare manu militari il traffico degli esseri umani", mentre quel traffico esiste unicamente in quanto essi governi degli stati dell'Unione Europea proibiscono ai disperati in fuga dalla fame e dalla guerra di giungere in Europa in modo legale e sicuro e di trovarvi salvezza e protezione (e basterebbe quindi che i governi europei finalmente consentissero a tutti gli esseri umani di giungere in Europa in modo legale e sicuro per far cessare i floridi quanto sanguinari affari delle mafie dei trafficanti).

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia impedire loro di lasciare l'Africa, condannandoli all'orrore e alla morte li'.

Cosi' lorsignori dichiarano che per salvare le vite dei migranti, che loro stesso innanzitutto fanno morire, la priorita' sia fare nuove guerre, che altre morti ed altri disastri provocheranno.

Non hanno studiato logica, si sa, i governanti degli stati dell'Unione Europea. E neppure morale. Ad altri studi, altre pratiche hanno atteso. Se ne vedono purpurei gli effetti.

*

C'e' un solo modo hic et nunc per salvare la vita di innumerevoli innocenti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte: consentire a tutti gli esseri umani di muoversi liberamente sul pianeta casa comune dell'umanita' intera; consentire a tutte le persone in fuga l'ingresso legale e sicuro in Europa; approntare immediatamente un intervento di soccorso, accoglienza e assistenza da realizzare mettendo a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti e garantendo effettualmente pieno diritto d'asilo nel nostro continente.

E abrogare quindi tutte le infami attuali misure razziste e schiaviste. E cessare di fare le guerre. E cessare di rapinare interi continenti. E cessare di sostenere ed alimentare i poteri criminali e i regimi del terrore, le dittature e le mafie, lo sfruttamento onnidistruttivo.

Il resto e' silenzio.

 

18. REPETITA IUVANT. DIXIT

 

"Abbiamo finalmente deciso di concentrare la nostra attenzione sulla lotta alle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani", cosi' riferisce la stampa che abbia detto l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

*

Ebbene, se quelle organizzazioni criminali esistono e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea; se innumerevoli esseri umani sono ridotti in schiavitu' e subiscono violenze inenarrabili e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea; se migliaia di esseri umani hanno perso la vita nel Mediterraneo e' innanzitutto per responsabilita' dei governi dell'Unione Europea.

*

Poiche' se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, scomparirebbe di colpo il mercato illegale su cui lucra immensi profitti la mafia dei trafficanti; se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, nessun essere umano in fuga porrebbe la propria vita tra gli artigli dei trafficanti ma tutti userebbero mezzi di trasporto legali, sicuri e adeguati; se i governi dell'Unione Europea consentissero a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro, nessuno morirebbe piu' cercando di attraversare il Mediterraneo sulle imbarcazioni di fortuna approntate dai trafficanti.

*

Facciano i governi dell'Unione Europea l'unica cosa necessaria e urgente: consentano a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera; consentano a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere in Europa in modo legale e sicuro; e mettano subito a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare immediatamente le vite di chi sta attraversando deserti, zone di guerra e mare in tempesta per sfuggire alla morte.

*

Soccorrere, accogliere ed assistere ogni essere umano la cui vita e' in pericolo: e' il primo dovere di ogni civile istituto.

L'Unione Europea deve decidere se continuare a provocare immani stragi o se salvare le vite di innumerevoli innocenti: consenta ad ogni essere umano l'ingresso legale e sicuro nel continente, e il massacro finira' immediatamente.

Soccorrere, accogliere ed assistere ogni essere umano la cui vita e' in pericolo: e' il primo dovere di ogni civile istituto.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

19. REPETITA IUVANT. AI PRESIDENTI DELLE CAMERE: IL PARLAMENTO LEGIFERI PER SALVARE LE VITE

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: Vi e' una sola umanita', il parlamento legiferi per salvare le vite

Egregio Presidente del Senato della Repubblica ed egregia Presidente della Camera dei Deputati,

il Parlamento italiano non sia corrivo alla trista menzogna che occulta le vere cause della tragedia dei naufragi nel Mediterraneo di innumerevoli esseri umani; e non sia corrivo alla prosecuzione di un crimine che e' in potere degli stati europei far cessare immediatamente.

Se innumerevoli persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dall'orrore, dalle persecuzioni e dalla morte, muoiono durante la loro fuga prima di giungere in un luogo in cui poter vivere in pace e sicurezza, e' innanzitutto perche' i governi europei proibiscono loro di arrivare in Europa in modo legale e sicuro.

Se gli stati europei consentissero loro di entrare in Europa in modo legale e sicuro, di usare mezzi di trasporto legali e adeguati, nessuno affiderebbe la sua vita nelle grinfie delle mafie dei trafficanti, nessuno perirebbe lungo il tragitto.

Questo e' il punto.

Questo e' cio' che occorre riconoscere e legiferare, dando concreta applicazione a quanto stabilito nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, in tutti i monumenti giuridici e morali della civilta' umana degni di questo nome.

Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano, ed a fortiori e' il primo dovere di ogni civile istituzione.

Tutti i membri del Parlamento italiano sanno che nessun essere umano e' "clandestino" nell'unico pianeta casa comune dell'intera umanita', ma tutti dell'umanita' fanno parte; tutti i membri del Parlamento italiano sanno che vale nei confronti di ogni essere umano in pericolo di vita il dovere di soccorrerlo, accoglierlo, assisterlo; ebbene, deliberi quindi il Parlamento italiano che poiche' ogni essere umano ha diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese per salvare la propria vita, siano immediatamente abrogate tutte le misure che lo impediscono, e siano approntati tutti gli interventi che quel diritto rendano effettivo: dalla predisposizione di un ponte aereo e navale che salvi le vite di tutti i fuggiaschi, ad un piano di accoglienza che coinvolga tutti i Comuni d'Italia, alla rinegoziazione degli accordi europei per coinvolgere gli altri paesi dell'Unione Europea in una corale azione di soccorso dismettendo finalmente le sciagurate politiche razziste e assassine: vi e' una sola umanita', ogni vittima ha il volto di Abele.

Vogliate gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 27 aprile 2015

 

20. REPETITA IUVANT. HIC MANEBIMUS OPTIME

 

Non essere uccisi.

Essere salvati dalla morte.

Ricevere soccorso, accoglienza, assistenza.

Il primo diritto.

*

Cessare di fare le guerre.

Salvare le vite.

Soccorrere, accogliere, assistere.

Il primo dovere.

*

Una sola umanita'.

Un unico mondo vivente.

Un'unica casa comune.

La civile convivenza.

 

21. REPETITA IUVANT. TRA POCHI GIORNI

 

Tra pochi giorni

ancora una volta

tutto sara' dimenticato.

 

I morti resteranno morti

i vivi parleranno d'altro.

 

Poi verra' un nuovo massacro

e poi altri ancora.

 

Finche' i governi europei non saranno costretti

dai popoli europei a riconoscere

che ogni essere umano ha diritto alla vita

che ogni essere umano va accolto e assistito.

 

Che occorre cessare di fare le guerre

cessare di rapinare e schiavizzare

cessare la strage dei fragili e degli indifesi

cessare di saccheggiare e desertificare il mondo vivente.

 

Salvare le vite e' il primo dovere.

Unico e' il nostro destino.

Una sola Terra, una sola umanita'.

 

22. REPETITA IUVANT. DUE COSE CHIARE

 

La prima: occorre cessare di uccidere.

E quindi lo stato italiano cessi di partecipare alle guerre; cessi di sostenere regimi belligeranti e violatori dei diritti umani; cessi di produrre e commerciare armi; riduca drasticamente le folli spese militari; denunci la Nato e le altre alleanze e gli altri accordi internazionali che lo rendono complice di crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.

Torni al rispetto della Costituzione che ripudia la guerra.

*

La seconda: occorre salvare le vite.

E quindi lo stato italiano consenta finalmente a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla morte di entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese, appronti un servizio di trasporto pubblico e gratuito che salvi le vite in pericolo, impegni tutti gli enti locali in un grande piano di accoglienza ed assistenza, denunci gli accordi razzisti in sede di Unione Europea e sposti l'Europa intera dalla politica della morte alla politica del rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Torni al rispetto della Costituzione che riconosce e difende i diritti umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

23. REPETITA IUVANT. LE VITE, SALVARLE

 

Consenta l'Italia a tutte le persone in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Metta a disposizione l'Italia mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per salvare le vite.

Appronti l'Italia un piano adeguato per soccorrere, accogliere ed assistere nel nostro paese tutte le persone in pericolo di vita.

Si adoperi l'Italia affinche' l'Unione Europea abbandoni le politiche razziste e assassine e s'impegni a salvare tante persone innocenti che soffrono e muoiono oggi per primaria responsabilita' dei governi europei.

Cessi l'Italia di partecipare alle guerre e di produrre armi, si impegni per la pace e il disarmo.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

24. REPETITA IUVANT. DEI GOVERNI E DEI POPOLI EUROPEI

 

Dinanzi all'infinita strage nel Mediterraneo i governi europei si spremono qualche lacrimuccia di circostanza, rimbombano solenni processioni di parole vuote, attribuiscono a remoti capri le colpe che sono invece loro, e si guardano bene dal fare la sola cosa veramente necessaria e urgente: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera; consentire a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte di giungere in Europa in modo legale e sicuro e trovarvi accoglienza, protezione e assistenza; garantire mezzi di trasporto pubblici e gratuiti a tutti i fuggiaschi in pericolo di vita; cessare di fare le guerre e di armare gli assassini; cessare di rapinare gli altri continenti.

I governi europei.

*

E i popoli europei, perche' tacciono i popoli europei? Perche' non insorgono contro il razzismo assassino? Perche' non impongono ai governi di rispettare la prima delle leggi: non uccidere, salvare le vite?

Ai popoli europei incombe il dovere di costringere i governi europei alla pace, alla solidarieta', al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Ai popoli europei incombe il dovere di un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze che imponga ai governi europei di tornare alla legalita' che salva le vite, di tornare alla democrazia che salva le vite, di tornare alla civilta' che salva le vite, di tornare all'umanita' che salva le vite.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 691 del primo maggio 2015

 

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