[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 658



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 658 del 16 marzo 2015

 

In questo numero:

1. Iniziata a Viterbo l'XI settimana d'azione contro il razzismo. Un appello al Consiglio comunale

2. Proposta di deliberazione del Consiglio comunale di Viterbo per l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione

3. Proposta di deliberazione del Consiglio comunale di Viterbo per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

 

1. INIZIATIVE. INIZIATA A VITERBO L'XI SETTIMANA D'AZIONE CONTRO Il RAZZISMO. UN APPELLO AL CONSIGLIO COMUNALE

 

Con un incontro di riflessione sul tema "Vi e' una sola umanita': ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e' iniziata a Viterbo la mattina di lunedi' 16 marzo 2015 la "XI settimana d'azione contro il razzismo", promossa dall'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) in collaborazione con l'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia) e con il Miur (Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca).

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L'incontro e' stato aperto da una introduzione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese; nel corso dell'incontro e' stata confermata la necessita' e l'urgenza di un concreto impegno in difesa dei diritti umani coerente con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Costituzione della Repubblica Italiana; un impegno nitido e intransigente in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; un impegno allo stesso tempo contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

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Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno approvato una mozione con cui si chiede al Consiglio comunale di Viterbo di approvare tempestivamente le due proposte di deliberazione formulate dal "Tavolo per la pace" di Viterbo: l'una "per l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione", l'altra "per la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa".

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Di seguito il testo della mozione approvata:

"Le persone partecipanti all'incontro su "Vi e' una sola umanita': ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'" del 16 marzo 2015 a Viterbo in occasione della XI settimana d'azione contro il razzismo chiedono che il Consiglio comunale di Viterbo esamini ed approvi con la maggior tempestivita' possibile le due importante proposte di deliberazione formulate dal "Tavolo per la pace" di Viterbo "per l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione" e "per la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa".

 

2. DOCUMENTI. PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VITERBO PER L'ISTITUZIONE DELLA CONSULTA COMUNALE PER L'IMMIGRAZIONE

 

Oggetto: Istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione

Il Consiglio Comunale

Premesso che il Comune di Viterbo riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della città;

considerato che della comunità cittadina di Viterbo fanno parte a pieno titolo migliaia di persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;

riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;

ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attività amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;

vista la propria deliberazione dell'8 luglio 2014 con la quale ha inserito nel novero delle Consulte comunali anche la Consulta comunale per l'immigrazione;

visto il "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" deliberato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Viterbo con atto n. 13 del 4 febbraio 2011;

visto l'art. 3 del regolamento citato che dispone che il consiglio Comunale può istituire Consulte di propria iniziativa, con apposita deliberazione;

delibera

I. di istituire la Consulta comunale per l'immigrazione.

Essa sarà regolamentata secondo le modalità previste ai sensi e per gli effetti del "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011) tenuto conto delle ovvie specificità. Il testo allegato al presente atto come "Allegato 1. Linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione" ne costituisce parte integrante e sostanziale.

II. di informare la cittadinanza mediante avviso pubblico, avviso pubblico che abbia anche la funzione di invitare le associazioni interessate a presentare domanda per partecipare alla Consulta.

Il testo allegato al presente atto come "Allegato 2. Testo dell'avviso pubblico" ne costituisce parte integrante e sostanziale.

III. di dare mandato alla Giunta per tutti gli adempimenti amministrativi successivi.

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Allegato 1. Linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione

Premessa: le seguenti linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione riprendono ed articolano quanto previsto nel "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011) tenuto conto delle ovvie specificità della Consulta stessa; come stabilito dall'art. 7 dell'atto citato, nella prima seduta della Consulta l'assemblea, dopo aver provveduto all'elezione di un coordinatore, procederà alla "approvazione di un regolamento interno che contenga i principi generali appresso indicati. Tale regolamento sarà trasmesso alla Commissione tecnica per le consulte entro 15 giorni dalla sua approvazione, per le eventuali osservazioni in merito".

1. Istituzione, finalità e funzioni della Consulta

E' istituita la Consulta comunale per l'immigrazione.

Essa:

- promuove la partecipazione alla vita collettiva, sociale e culturale;

- promuove la partecipazione della popolazione all'amministrazione locale e al procedimento amministrativo;

- esercita l'iniziativa in riferimento agli atti di competenza del Consiglio Comunale;

- può sollecitare il Sindaco o la Giunta ad adottare atti di propria competenza;

- può esprimere pareri scritti, comunque di carattere consultivo e non vincolante, sui bilanci preventivi e consuntivi, sui piani di investimento, nonché sugli altri atti del Consiglio Comunale per quanto attiene il settore di primario interesse della Consulta, trasmettendoli al Presidente del Consiglio Comunale;

- si pronuncia sulle questioni che gli Organi Comunali ritengono di sottoporle;

- può promuovere assemblee pubbliche su temi di suo specifico interesse;

- può promuovere il coordinamento tra le Consulte per le materie di competenza comune.

2. Composizione della Consulta

Partecipano alla Consulta come membri effettivi con diritto di parola e di voto un rappresentante per ogni associazione che ne faccia richiesta e che dimostri di averne i requisiti ai sensi del regolamento ed attraverso le procedure previste dall'avviso pubblico.

In rappresentanza del Consiglio Comunale partecipano il Presidente della Commissione Comunale competente per materia e due componenti della stessa, di cui uno appartenente ai gruppi di minoranza, nonché l'eventuale Consigliere delegato dal Sindaco ad argomenti o progetti affini alle materie trattate dalla Consulta.

Partecipano inoltre alla Consulta come invitati permanenti con solo diritto di parola un rappresentante rispettivamente dell'Amministrazione Provinciale, della Prefettura, della Questura, della Asl, dell'Ufficio scolastico provinciale, dell'Ufficio provinciale del lavoro, dell'Ater di Viterbo, dell'Inps provinciale, dell'Inail provinciale.

Possono partecipare ai lavori della Consulta, con solo diritto di parola, gli operatori dell'Amministrazione comunale, i funzionari, i Consiglieri comunali, i membri della Giunta.

Per particolari temi da trattare possono essere altresì invitati, con solo diritto di parola, comprovati esperti di settore non facenti parte della Consulta medesima.

3. Organi della Consulta

Gli organi della Consulta sono:

1. l'Assemblea, costituita da un rappresentante di ciascuna associazione, indicato nella istanza di adesione. Tutti i componenti hanno diritto di voto.

2. Il Coordinatore, eletto a maggioranza tra i membri dell'Assemblea nel corso della prima seduta con mandato rinnovabile. Il coordinatore presiede l'Assemblea e la rappresenta nelle sedi istituzionali.

L'Assemblea si riunisce almeno due volte l'anno e il Consiglio Comunale è rappresentato dal Presidente della Commissione Comunale competente per materia e da due componenti della stessa, di cui uno appartenente ai gruppi di minoranza, nonché dall'eventuale Consigliere delegato dal Sindaco ad argomenti o progetti affini alle materie trattate dalla Consulta.

4. Prima seduta della Consulta

Nella prima seduta della Consulta l'Assemblea provvede all'elezione di un Coordinatore quale rappresentante eletto a maggioranza, nonché alla successiva approvazione di un Regolamento interno che contenga i principi generali relativo alla funzione ed al funzionamento della Consulta stessa. Tale regolamento sarà trasmesso alla Commissione Tecnica per le Consulte entro 15 giorni dalla sua approvazione, per le eventuali osservazioni in merito.

5. Scioglimento della Consulta

Vale quanto stabilito all'art. 12 del "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011).

6. Supporto tecnico-amministrativo

Con specifico atto deliberativo alla Consulta verranno assegnati un segretario, una sede e risorse adeguate.

7. Per tutto quanto non previsto

Per tutto quanto non previsto vale quanto stabilito dal "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011), dalle leggi vigenti, dai principi generali della pubblica amministrazione.

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Allegato 2. Testo dell'avviso pubblico

Comune di Viterbo

Il Consiglio comunale di Viterbo ha deliberato con atto n. ... del ... di procedere all'istituzione di una Consulta comunale per l'immigrazione.

Tutte le associazioni che intendono farne parte possono presentare domanda entro 60 giorni dalla data del presente avviso. Nella domanda va anche indicato il nome della persona designata dall'associazione a rappresentarla nella Consulta.

Alla domanda vanno allegati i seguenti documenti:

1. atto costitutivo e statuto dell'associazione, ovvero documentazione equipollente;

2. dichiarazione attestante che: a) l'associazione è composta da persone immigrate o ha comunque una prevalente o almeno significativa presenza di persone immigrate; ovvero b) che l'associazione anche se non composta da persone immigrate opera nel campo dell'accoglienza, dell'assistenza, della solidarietà, della mediazione culturale e dell'integrazione delle persone immigrate;

3. ove occorra, ovvero laddove gli atti indicati ai punti 1 e 2 non ne diano già piena ed evidente contezza, ulteriore opportuna documentazione comprovante quanto attestato nella dichiarazione.

Le domande verranno esaminate dalla Commissione tecnica per le consulte e successivamente il Consiglio comunale istituirà formalmente la Consulta in oggetto, approvandone la specifica composizione rappresentativa che potrà essere comunque integrata successivamente come da Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011).

Per ulteriori informazioni: INDICARE QUI L'UFFICIO COMUNALE DI RIFERIMENTO RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO.

Il Sindaco

Viterbo, DATA

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Proposta formulata dal Tavolo per la pace di Viterbo

 

3. DOCUMENTI. PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VITERBO PER L'ATTRIBUZIONE DELLA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE E AI BAMBINI NON CITTADINE E CITTADINI ITALIANI CON CUI LA COMUNITA' VITERBESE HA UNA RELAZIONE SIGNIFICATIVA E QUINDI IMPEGNATIVA

 

Testo della proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

Il Consiglio Comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in età da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanità, e pertanto dell'umanità intera sono il bene più prezioso, ed è quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto è in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana così come di ogni consesso civile è rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignità e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone più fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere città amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunità viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla città il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunità cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi è una sola umanità e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarietà e quindi di civiltà espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione" (ed è opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziché con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor più adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parità e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civiltà umana ed alla sua possibilità di bene;

- intendendo altresì dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresì la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parità e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, così come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, così come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verità: che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanità intera così come espressa dalle più alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinché alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinché i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a ciò non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalità democratica, della civile convivenza. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunità alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunità cittadina. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

Proposta formulata dal Tavolo per la pace di Viterbo

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 658 del 16 marzo 2015

 

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