[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 561



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 561 del primo marzo 2015

 

In questo numero:

1. Il nostro otto marzo

2. Un sito di riferimento

3. Cose gia' dette e da dire ancora

 

1. EDITORIALE. IL NOSTRO OTTO MARZO

 

Il nostro otto marzo e' cominciato il 14 febbraio, con la giornata mondiale di azione nonviolenta dell'"One Billion Rising". Per la terza volta.

E vibrava e splendeva in quel 14 febbraio tutta la forza e tutta la bellezza dell'otto marzo, della lotta delle donne contro la violenza maschilista, della lotta delle donne per la liberazione dell'umanita'.

E quelle buone vibrazioni, quel luminoso manifestarsi, fino all'otto marzo si protendono, ed oltre.

Poiche' il maschilismo e' la prima violenza e la prima radice di tutte le altre violenze - dalla guerra al razzismo, allo sfruttamento feroce e totalitario degli esseri umani e della natura -, la lotta delle donne contro la violenza maschilista e patriarcale e' quindi la corrente calda, il cuore pulsante della nonviolenza in cammino, e' l'insurrezione morale e intellettuale dell'umanita' per la liberazione comune.

In ogni luogo si manifesti l'8 marzo come gia' il 14 febbraio.

La nonviolenza e' in cammino, con voce e con volto di donna, con passo di danza, con lucido sguardo, saldo il cuore ed alta la testa: l'umanita' merita di essere libera, l'umanita' merita di essere felice.

 

2. UN SITO DI RIFERIMENTO

 

One Billion Rising: www.onebillionrising.org

 

3. REPETITA IUVANT. COSE GIA' DETTE E DA DIRE ANCORA

[Riproponiamo ancora i seguenti testi]

 

I. La prima radice

La prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.

*

II. Non solo l'8 marzo e' l'8 marzo

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il femminicidio e la violenza sessuale.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il maschilismo e il patriarcato.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro tutte le violenze e tutte le complicita' con la violenza e tutte le ideologie della violenza.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice di ogni altra violenza.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' il primo nemico dell'umanita'.

Vi e' questa ineludibile evidenza: ne discende il tuo primo dovere.

La lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' la corrente calda della nonviolenza in cammino. Questo significa l'8 marzo.

Sostenere la lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' il primo dovere di ogni persona decente. Questo significa l'8 marzo.

Ogni volta che fai la cosa giusta per contrastare la violenza maschilista, quel giorno e' l'8 marzo.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

*

III. Dal femminismo molti doni

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.

Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.

Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.

Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.

E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.

Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.

Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.

In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

*

IV. Sommessa un'opinione. Ed un ringraziamento

Se la viva commozione non m'inganna, mi sembra che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio 2013 contro la violenza sulle donne sia stata - per estensione planetaria, ma anche per chiarezza di contenuti, adeguatezza delle forme, capacita' di favorire la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole, mobilitando teste e cuori, pensieri e passioni, menti e corpi - la piu' grande manifestazione nonviolenta globale nel corso dell'intera storia umana.

Ancora una volta il movimento delle donne, la sapienza delle donne, il coraggio delle donne, la lotta delle donne si conferma essere la corrente calda della nonviolenza, si conferma essere l'esperienza storica decisiva nel cammino di liberazione dell'umanita'.

Ed ancora una volta si conferma questa cruciale verita': che solo se si riuscira' a contrastare, sconfiggere, abolire la violenza maschile, e l'ideologia e le strutture e le prassi della violenza maschilista e patriarcale, solo allora si riuscira' a difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a realizzare pace e giustizia, civile convivenza responsabile e solidale tra tutti gli esseri umani e tra gli esseri umani e l'intero mondo vivente.

La nonviolenza e' in cammino con volto e con voce di donna, con passo lieve di danza, in profonda schiudente armonia, in una trama relazionale che unisce in piena coerenza mezzi e fini, che avvicina persona a persona e l'umanita' intera raggiunge, riconosce, libera.

E che in questa luminosa giornata anche non pochi uomini mettendosi alla scuola e all'ascolto delle donne abbiano saputo cogliere l'occasione per esprimere la volonta' di rompere ogni omerta' e complicita' col femminicidio, col maschilismo, col patriarcato, per esprimere la scelta di opporsi alla violenza maschile, ebbene, anche questo e' un dono e un frutto dell'iniziativa delle donne, del pensiero e del movimento delle donne, di cui anche il vecchio che scrive queste righe ad esse e' grato con tutto il cuore.

E che dopo il 14 febbraio ogni giorno continui e si estenda ed ovunque si inveri quel che il 14 febbraio e' accaduto: il manifestarsi dell'impegno dell'umanita' affinche' cessi la violenza maschile sulle donne.

*

V. E quindi

Occorre opporsi al maschilismo e al patriarcato, ed opponendosi al maschilismo e al patriarcato ci si oppone anche al razzismo, alla guerra, alla devastazione dell'ecosistema, a tutti i poteri criminali, a tutte le forme di sfruttamento ed oppressione.

Occorre riconoscere, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

E quindi: occorre sostenere i centri antiviolenza e le case delle donne.

E quindi: occorre la parita' di rappresentanza di genere ovunque si decide cio' che tutte e tutti riguarda.

E quindi: occorre applicare subito pienamente la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Vi e' una sola umanita'.

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VI. Segni dei tempi

Sabato 14 febbraio in tutto il mondo milioni di donne, bambine e bambini (e un numero crescente di uomini finalmente postisi all'ascolto e alla scuola delle donne) hanno occupato piazze e strade e hanno danzato per mettere fine alla violenza contro le donne, per mettere fine alla storia dell'orrore e dare inizio alla storia della liberta'.

Aprendo spazi di felicita' condivisa nell'affermazione della solidarieta' che ogni essere umano riconosce e sostiene.

Indicando la via dell'azione nonviolenta per la salvezza dell'umanita' che e' una.

Lo abbiamo visto anche a Viterbo, per il terzo anno consecutivo, ed ancora una volta i nostri occhi si sono colmati di lacrime di gioia e di gratitudine.

E' stata, per il terzo anno consecutivo, la luminosa, aggettante, sublime esperienza di lotta e di condivisione dell'One Billion Rising, intimamente e coralmente vissuta e donata.

Lo stesso giorno in tanti, troppi luoghi del mondo i piu' tristi e feroci e smarriti epigoni della violenza maschilista e patriarcale hanno nuovamente ucciso ed ucciso, a colpi di mitra e di mortaio, con i bombardamenti e le coltellate, estinguendo ad un tempo le altrui vite e la parte migliore della propria stessa umanita', annichilendo le esistenze altrui e pietrificando il proprio stesso cuore, rendendo piu' misero, piu' infelice, piu' inabitabile, piu' disumano il mondo.

E a questo orrore tu devi opporti, con la forza della verita', con la forza della solidarieta', con la forza della civilta', con la forza della democrazia, con la forza della nonviolenza.

Due eventi antitetici che rivelano l'alternativa radicale che si apre dinanzi a un'umanita' sull'orlo dell'abisso.

Le donne che hanno dato vita, in fervore e splendore, all'One Billion Rising aprono una via alla pace, alla giustizia, alla convivenza, al bene comune ed alla comune sobria possibile felicita'; costruiscono un ponte oltre l'abisso del male: che l'intera umanita' sappia percorrerlo.

Chi ancora riproduce all'interno dell'unica umana famiglia l'infamia del fratricidio, chi ancora prosegue nell'adorazione della violenza, nell'asservimento al male, nell'agire assassino, contribuisce a precipitare l'umanita' nel baratro.

E' chiaro cosa occorre fare: opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

E' chiaro cosa occorre fare: abolire le guerre, gli eserciti e le armi; rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; scegliere la nonviolenza.

Poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

La nonviolenza che sa che l'umanita' e' una e plurale, capace del miracolo della nascita, affamata di pace e di giustizia, valore infinito incarnato in ogni persona, che reca in se' la sapiente virtu' procreatrice di bene.

La nonviolenza che sa contrastare in modo concreto e coerente, e sconficcare e sconfiggere quindi il male ad un tempo banale e radicale che l'umanita' strazia e corrompe ed annienta.

La nonviolenza di cui il pensiero e le lotte delle donne sono la corrente calda, la decisiva esperienza storica, la teoria e la prassi adeguate e feconde.

La nonviolenza che ha volto e voce di donna.

La nonviolenza con passo di danza in cammino.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Il primo dovere e' salvare le vite.

L'One Billion Rising indica all'umanita' la via della solidarieta' che salva, la via della responsabilita' per amore dell'umanita' e del mondo vivente, la via della liberazione comune.

In commozione e meditazione questo sento, questo so, questo dico.

E ad Anna, a Flavia, a Valentina ed a tutte le altre che ovunque nel mondo l'One Billion Rising hanno promosso e realizzato, e che giorno per giorno contrastano la violenza maschilista e patriarcale e cosi' difendono l'umanita' di tutti gli esseri umani, anche la mia, queste poche fragili e volatili parole esprimano intera la mia gratitudine.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 561 del primo marzo 2015

 

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