[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 656



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 656 del 20 febbraio 2015

 

In questo numero:

1. Nel cinquantesimo anniversario della morte di Malcolm X

2. Associazione "Respirare": Dal 14 febbraio all'8 marzo

3. Una scheda di presentazione dell'associazione Erinna - centro antiviolenza di Viterbo

4. Vicenza: cinque cose da fare ora

5. Enrico Peyretti: L'aria puzza di guerra

 

1. MEMORIA. NEL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MALCOLM X

 

Cinquanta anni fa, il 21 febbraio 1965, veniva assassinato a New York Malcolm X.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda come un fratello e un compagno di lotte che "passato attraverso tragiche esperienze e dolorose rotture in un percorso di progressivo approfondimento morale e politico era divenuto una delle maggiori e piu' acute personalita' della lotta contro il razzismo" e la cui azione pubblica e riflessione morale e politica quando fu assassinato era in pieno creativo svolgimento nella direzione della nonviolenza.

E ad argomentare il nostro sentire riproponiamo, allegandola in calce, una riflessione di qualche anno fa.

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Nel ricordo del nostro fratello e compagno Malcolm X proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Peppe Sini: Una testimonianza per Malcolm X

Ai miei giovani studenti racconto spesso che nel mio accostamento alla nonviolenza ben poco - o affatto - ha contato la pubblicistica accademica e quella predicatoria e molto invece hanno contato le vicende, le riflessioni e le opere di Ernesto Guevara, Frantz Fanon, Malcolm X; e' stato anche studiando le loro storie e i loro scritti, prendendo sul serio i problemi che si posero e ci pongono, cogliendone le aperture e le aporie, le ragioni e le contraddizioni, le verita' e gli errori, le scommesse e la tragedia, e soprattutto non eludendo la questione delle questioni: se la violenza possa essere uno strumento di lotta per la liberazione dell'umanita', che sono giunto alla nonviolenza. Cosicche' Guevara, Fanon e Malcolm X mi sono stati quindi fondamentali maestri di nonviolenza (non solo loro, naturalmente; ma anche loro), poiche' per me la nonviolenza e' innanzitutto una teoria-prassi di lotta per la liberazione dell'umanita', per la difesa della biosfera, per un civile, dignitoso, responsabile e solidale condursi, comprendersi e convivere; ed e', dopo i gulag ed i lager, dopo Auschwitz ed Hiroshima, l'unica via per dare una speranza di futuro decente all'umanita'; essendo in riferimento ai compiti dell'ora - dell'ora presente, del Novecento e del secolo attuale - cio' che il socialismo scientifico era stato per il movimento operaio ottocentesco e primonovecentesco, quanto di vero e di forte nel socialismo scientifico c'e' ereditando ed inverando, ed insieme criticando e dialetticamente integrando nella verifica ad esempio con la condizione contadina, con la questione ecologica, con la cruciale riflessione femminista.

Non mi sono mai nascosto cio' che di Malcolm X e' scandaloso; cio' che e' talvolta grottesco e sovente patetico; ma in quel tragitto esistenziale e religioso e militante ho colto una metanoia e una sincerita' il cui esito ultimo (ultimo perche' la sua vita fu stroncata dalle pallottole, ma ultimo anche perche' era ormai acquisizione teoretica e finanche radicalmente antropologica ed intimamente sentita e vissuta, e quindi pratica - scilicet: morale, ed essendo morale, politica - definitiva ed irreversibile) sostanzialmente null'altro era che l'indicazione della necessita' per la nostra comune lotta della scelta della nonviolenza, della nonviolenza in cammino.

 

2. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": DAL 14 FEBBRAIO ALL'8 MARZO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

E' forse ancora presto per avere una chiara percezione dell'impatto della terza edizione dell'One Billion Rising.

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Eppure sentiamo che questa iniziativa e' schiudente e liberatoria come nessun'altra azione nonviolenta condotta fin qui dall'umanita'; che ci testimonia e ci indica la via della ricomposizione delle scissure, della guarigione delle ferite, della lotta che aiuta e che salva, del riconoscimento e della riconoscenza, della sapienza accudente, della "ironia che resiste e contesa che dura", della solidarieta' impavida e del conflitto necessario.

Per il terzo anno consecutivo il 14 febbraio abbiamo sentito vibrare ancora questo messaggio nei corpi e nei volti, questa volonta' buona che smascherando e denunciando e contrastando l'oppressione maschilista, la violenza maschilista, l'ordine patriarcale del discorso e del mondo, ipso facto contrasta tutte le violenze, contrasta tutte le guerre e tutte le uccisioni, contrasta il razzismo e tutte le persecuzioni, contrasta ogni asservimento e ogni devastazione, contrasta lo sfruttamento feroce e la furiosa distruzione delle umane esistenze e dell'unico mondo vivente.

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Cosi' il 14 febbraio; e tra un paio di settimane e' l'8 marzo: che e' la storica giornata di celebrazione e meditazione e continuazione della lotta delle donne per la liberazione dell'umanita'; che e' insieme memoria, testimonianza e prefigurazione; la tradizione viva, l'anello forte, l'eredita' feconda e il cuore del progetto di quanto di meglio le classi sociali sfruttate ed oppresse hanno espresso nella lotta comune contro ogni ingiustizia, contro ogni vilta', contro ogni menzogna.

Invano il potere patriarcale, la violenza maschilista, il modo di produzione capitalistico esercita ogni sua subdola arte ed ogni suo potere di comando per svuotare l'8 marzo del suo significato e ridurlo a merce e menzogna, spettacolo ed alienazione: l'8 marzo e' ancora e sempre quello di Clara Zetkin e di Rosa Luxemburg, dell'umanita' che si solleva in piedi: "walk, dance, rise", per dirla con le parole della canzone "Break the chain", "spezza le catene", danzata ovunque nel mondo il 14 febbraio nell'One Billion Rising.

Si possa ovunque anche l'8 marzo ripetere il miracolo del 14 febbraio.

La nonviolenza e' in cammino. Femminile e plurale. Con volto e con voce di donna.

Vi e' una sola umanita'.

 

3. REPETITA IUVANT. UNA SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE "ERINNA" - CENTRO ANTIVIOLENZA DI VITERBO

[Dal sito dell'associazione Erinna (per contatti: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it) riprendiamo e diffondiamo la seguente breve scheda di autopresentazione]

 

L'associazione "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto).

Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza.

E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole.

Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia.

Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne.

Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne.

Il centro mette a disposizione:

- segreteria attiva 24 ore su 24;

- colloqui;

- consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio;

- attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione.

La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate.

L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza.

 

4. REPETITA IUVANT. VICENZA: CINQUE COSE DA FARE ORA

 

A tutte le persone che ci leggono, ed a tutte le esperienze collettive di cui fanno parte - associazioni, istituzioni, movimenti, redazioni... -, chiediamo di nuovo di esprimere il proprio sostegno alla "Casa per la Pace" di Vicenza, associandosi alla richiesta rivolta al sindaco di quella citta' che sia al piu' presto restituita un'adeguata sede alla "Casa per la Pace", che da alcune settimane ne e' stata privata a seguito della vendita dell'immobile che ospitava gli uffici dell'Assessorato comunale presso cui la "Casa per la Pace" era ospitata.

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Ricordiamo ancora una volta che la "Casa per la Pace" di Vicenza e' un prezioso punto di riferimento, non solo a livello cittadino ma a livello nazionale ed internazionale, per tutte le persone impegnate per la pace, i diritti umani, la solidarieta' concreta, la difesa dell'ambiente, la democrazia autenticamente partecipata, la nonviolenza.

E ricordiamo che molte illustri personalita' della cultura e dell'impegno morale e civile hanno gia' espresso al Comune di Vicenza la loro persuasa condivisione della richiesta che alla "Casa per la Pace", che e' una "istituzione pubblica" (a seguito di specifica deliberazione del Consiglio Comunale di Vicenza del 1993, in adempimento dell'art. 2 dello Statuto Comunale), sia tempestivamente restituita una sede in cui poter continuare ad operare.

Tra le prime di queste illustri personalita' ricordiamo il professor Alberto L'Abate gia' collaboratore di Aldo Capitini e di Danilo Dolci e figura storica della nonviolenza in Italia; il professor Sergio Paronetto vicepresidente di Pax Christi; l'on. Michele Boato presidente dell'Ecoistituto del Veneto; il sen. Gigi Malabarba figura storica del movimento operaio e della solidarieta' internazionale; la dottoressa Antonella Litta dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.

Ed anche dal Parlamento italiano e da quello europeo molte personalita' hanno espresso il loro sostegno, tra esse le senatrici e i senatori Ornella Bertorotta, Enrico Cappelletti, Paolo Corsini, Roberto Cotti, Loredana De Petris, Nerina Dirindin, Laura Fasiolo, Gianni Girotto, Luigi Manconi, Maria Mussini, Stefania Pezzopane, Laura Puppato, Manuela Serra, le deputate e i deputati Roberta Agostini, Massimiliano Bernini, Luisa Bossa, Luigi Gallo, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Simonetta Rubinato, Daniela Sbrollini, Arturo Scotto, Pierpaolo Vargiu, Sandra Zampa, gli europarlamentari David Borrelli e Gianni Pittella.

Ricordiamo ancora infine che tra le persone che animano la "Casa per la Pace" di Vicenza vi e' il professor Matteo Soccio, una delle personalita' piu' autorevoli della nonviolenza in Italia - tanto sul piano del contributo teorico ed educativo quanto su quello dell'azione concreta come della luminosa testimonianza personale.

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Vi chiediamo di esprimere la vostra solidarieta' con la "Casa per la Pace" di Vicenza nei seguenti modi:

1. inviando una lettera al sindaco di Vicenza (ma anche all'amministrazione comunale nel suo complesso) chiedendo che sia al piu' presto restituita un'adeguata sede alla "Casa per la Pace", prezioso bene comune della citta' e di ogni persona di volonta' buona. Gli indirizzi di posta elettronica del sindaco e dell'amministrazione comunale di Vicenza sono i seguenti: sindaco at comune.vicenza.it; vicesindaco at comune.vicenza.it; assessore.crescita at comune.vicenza.it; assessore.curaurbana at comune.vicenza.it; assessore.risorse at comune.vicenza.it; assessore.partecipazione at comune.vicenza.it; assessore.progettazione at comune.vicenza.it; assessore.formazione at comune.vicenza.it; assessore.sicurezza at comune.vicenza.it; assessore.comunita at comune.vicenza.it; assessore.semplificazione at comune.vicenza.it; presidenteconsiglio at comune.vicenza.it; direttoregenerale at comune.vicenza.it; segreteriadirezionepersonale at comune.vicenza.it; segreteriagen at comune.vicenza.it; uffstampa at comune.vicenza.it; urp at comune.vicenza.it; e' anche possibile (ed opportuno) scrivere a tutti i singoli consiglieri comunali di Vicenza attraverso le loro pagine personali nel sito del Comune www.comune.vicenza.it

2. inviando per conoscenza la vostra lettera (o una lettera in cui riferite di essa o comunque del vostro sostegno alla "Casa per la Pace") anche ai mezzi d'informazione vicentini affinche' informino la cittadinanza della vasta e crescente attenzione e solidarieta'; gli indirizzi di posta elettronica dei principali sono i seguenti: redazioneweb at ilgiornaledivicenza.it; info at vicenzareport.it; vicenzatoday at citynews.it; redazione at vicenzapiu.com; vicenza at gazzettino.it; corriereveneto at corriereveneto.it; regione at mattinopadova.it; direttore at lavocedeiberici.it; info at editriceveneta.it; info at televeneto.it; info at bluradioveneto.it; redazione at bluradioveneto.it; redazione at birikina.it; info at radioreb.org; redazione at stellafm.it; diretta at stellafm.it; radioplanet at radioplanet.it; info at radio24.it; amministrazione at mediaveneto.com; redazione at radiovicenza.fm; ladomenica at tvavicenza.it; info at lineanews.it; radio at lineanews.it; regioni at adnkronos.com; ansa.venezia at ansa.it

3. inviando per conoscenza la vostra lettera anche agli ulteriori mass-media locali e nazionali che riterrete utile ovvero opportuno informare;

4. inviando la vostra lettera e/o questo appello agli altri vostri interlocutori invitando anch'essi ad aderire all'iniziativa;

5. inviando ovviamente la vostra lettera anche direttamente agli amici della "Casa per la Pace" di Vicenza: casaperlapace at gmail.com

Il momento e' ora.

 

5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: L'ARIA PUZZA DI GUERRA

[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: enrico.peyretti at gmail.com) per questo intervento.

Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

 

In questi giorni l'aria puzza di guerra, di sangue, di bombe, di minacce, di sferragliare di armi e scalpitare di ministri. Ci scambiamo analisi su jihadisti armati e finanziati per calcoli oscuri da potenze petroliere, su stragi esibite in rete, su precedenti storici, su fondamentalismi religiosi e abusi di religione, ecc. Sapevamo gia' che nessuno e' innocente. Nessuno ha titolo per scagliare la prima pietra. Ma le pietre, e cose ben peggiori, volano. Che fare?

Tutto bisogna pensare. Qualcuno immagina, sul lontano mirabile precedente di Francesco d'Assisi, che, per esempio, un notabile musulmano, un vescovo cristiano, una donna leader pacifista, vadano insieme a chiedere di fare visita agli uomini vestiti di nero, per parlare con loro, a viso aperto. Potrebbe aggiungersi un portavoce dei popoli, che sono sempre le vittime della guerra nel diritto di vivere. Se si potesse appena appena parlare, un piede sarebbe gia' fuori dall'inferno. Difficile, rischioso, certamente. Forse sbloccante. Ma tutto va pensato.

E la politica? Incerta, vede impossibile l'inerzia e impossibile far guerra alla guerra. Si chiede la copertura dell'Onu, come se questa signora potesse assolvere preventivamente i sanguinosi peccati di guerra. Poi c'e' anche chi esorta a non esser timidi nel far guerra, che, a parer suo, regna perennemente sulla storia ed e' unica madre di tutte le cose nuove.

Una via d'uscita, l'unica che possa proseguire oltre il primo passo o l'impasse, e' tornare ad imporre, ognuno a se stesso, il "non uccidere" che arriva dappertutto, dai tempi piu' lontani, nonostante che le guerre lo svuotino a proprio uso.

Questa regola e' triste quando diventa necessario invocarla, ma e' bella, come il primo umile gradino della difesa effettiva della vita, quando ci tutela, tutti. Andando al campo degli uomini neri, dovremmo dire: "Noi non vi uccidiamo. Troppo, fin dal lontano passato abbiamo ucciso, come ora fate voi. E allora vi chiediamo: uccidere, basta! Ditelo voi a noi, diciamolo insieme". Subito parleremo di vite umane, di terre, di popoli, sciogliendo l'ossessione della conquista, condividendo i tesori e il cibo che la terra ci da'. Se una maschera si aprira', ci sara' dentro un uomo, una donna, che ha le stesse gioie e speranze e angosce di noi tutti. Se potra' rilassare lo spasimo della paura feroce, sara' una persona uguale a noi. Nella parola e nell'ascolto, pur in faticoso cammino, la guerra e' fugata. Se potremo parlare, mangiare qualcosa insieme, potremmo vedere insieme cio' che e' comune nelle religioni, nelle culture, cio' che e' comune negli interessi.

Ma questo possiamo intanto farlo davvero, nelle nostre citta' multietniche: possiamo vedere nelle nostre religioni (islam e cristianesimo) che cosa hanno in comune, quali riferimenti di storia e di umanita', quali progetti di umanizzazione stanno curando, quale tessuto sociale costruiscono, e imparare cosi' che le differenze (anche quelle che non accettiamo per noi) arricchiscono e non accaniscono. Lo stesso potremo fare delle nostre culture: letterature, musica, arti, manufatti (che sono sempre piu' fatti insieme). Ci sono iniziative avviate, per fare che l'abitare qui, con gli stessi problemi, sia un abitare insieme. Queste azioni sono nella possibilita' di ogni cittadino, sul territorio prossimo, per integrare ghetti ed emarginazioni, che non diventino covi di risentimento e violenza.

La politica agisca a smontare quei processi storici, dalle crociate in qua, fino alle logiche di potenza di appena ieri, su quelle terre, che alimentano di semi tossici e taglienti la convivenza dei popoli.

Soprattutto, l'opinione pubblica e la politica devono ridurre drasticamente produzione, possesso, circolazione degli armamenti, che viaggiano per mano di mercanti senza coscienza, ma anche per l'azione cinica degli stati, che lo permettono per secondi fini.

Blocco delle armi, indagini sui movimenti di capitali, sorveglianza delle emittenze di messaggi bellicosi, sono cosa da fare, ma anzitutto occorrono azioni positive: comunicazione tra le culture, tra le religioni, dialogo nel quotidiano, condivisione costruttiva dei comuni problemi esistenziali.

Il mondo globalizzato non ha solo i gravi problemi della tensione fra le differenze, ma anche la bella opportunita' di una umanita' che avvicina tutta la varieta' dei suoi colori e delle sue note: a noi fare della pericolosa frizione un concerto vivibile, un'armonia. Col tempo, ma presto.

L'opposizione alla guerra non e' un'altra guerra, ma la costruzione di culture e costumi, e anche leggi, e relazioni umane, che compongano la vita di ognuno col suo vicino. Ma la riflessione continua.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 656 del 20 febbraio 2015

 

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