[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 559



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 559 del 16 febbraio 2015

 

In questo numero:

Parole di donne dette sabato 14 febbraio a Viterbo

 

POESIA E VERITA'. PAROLE DI DONNE DETTE SABATO 14 FEBBRAIO A VITERBO

[Sabato 14 febbraio 2015 a Viterbo nel corso dell'iniziativa "One Billion Rising", la più grande e partecipata azione nonviolenta oggi nel mondo, alle danze si sono alternate libere riflessioni ed appassionate letture di parole di donne di tutto il mondo. Il centro antiviolenza "Erinna", che a Viterbo fin dalla prima edizione promuove l'iniziativa "One Billion Rising", ci ha messo a disposizione i seguenti testi letti in quell'occasione. Con profonda gratitudine li diffondiamo, insieme all'invito alla partecipazione diffuso il giorno precedente. Per ulteriori informazioni e contatti: sito ufficiale: www.onebillionrising.org, sito italiano: http://obritalia.livejournal.com, facebook: https://www.facebook.com/obritalia; a Viterbo: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it]

 

14 febbraio 2015, One Billion Rising Revolution

Una donna su tre sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita.

Un miliardo di donne violate è un'atrocità.

Un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione.

In 207 nazioni nel mondo e in più di 100 città italiane, tra cui Viterbo, il 14 febbraio 2015 si ballerà per dire basta alla violenza contro le donne e le bambine.

Torna per il terzo anno consecutivo "One Billion Rising", la campagna ideata da Eve Ensler che ha spinto più di un miliardo di persone a danzare e manifestare contro le violenze subite dalle donne.

Dopo One Billion Rising (2013) e One Billion Rising for Justice (2014), l'appuntamento del 2015 è con One Billion Rising Revolution.

Il 14 febbraio, nel giorno di San Valentino: non fiori e cioccolatini, ma un vero atto d'amore, gioioso, celebrato dalle donne e dagli uomini che le rispettano, con la volontà di manifestare insieme per chiedere un mondo in cui le donne possano vivere al riparo dalla violenza e dall'abuso.

Anche quest'anno al centro della manifestazione ci saranno la musica e la danza e le note dell'inno "Break the Chain", per spezzare le catene della violenza e dimostrare che si può farlo con gioia, in maniera politica ma con il sorriso.

La danza è una delle più potenti forze sulla terra e noi abbiamo solo iniziato a sfruttarne il potenziale.

La danza è sfida. E' gioiosa e rabbiosa. E' contagiosa e libera, fuori dal controllo di Stati e corporazioni.

Abbiamo appena iniziato a danzare. Quest'anno dobbiamo andare oltre.

Dobbiamo andare fino in fondo e arrivare al cambiamento.

Dobbiamo creare la rivoluzione.

Con tutta la nostra gioia, con tutta la nostra rabbia,

Vi aspettiamo

Erinna

 

*

 

AMERICA

 

"La mia rivoluzione inizia nel corpo" di Eve Ensler

 

La rivoluzione vive nel mio corpo

Non aspetta più

La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso

Avviene perché deve avvenire in ogni quartiere, villaggio, città o cittadina

nei raduni delle tribù, tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull'autobus

Può essere graduale e morbida

Può essere spontanea e rumorosa

Potrebbe già stare avvenendo

La puoi trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe, nel moltiplicarsi delle tue

cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti

La mia rivoluzione cresce al ritmo del fremito insaziabile tra le mie gambe

La mia rivoluzione è disposta a morire per questo

La mia rivoluzione è pronta a vivere in grande

La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato

Mentale chiamato patriarcato

La mia rivoluzione non avrà una coreografia anche se comincerà con alcuni passi familiari.

La mia rivoluzione non è violenta ma non ha paura di rischiare forti dimostrazioni di resistenza che potrebbero

Farla scivolare in qualcosa di nuovo

La mia rivoluzione è in questo corpo

In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia

In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall'atrocità

La mia rivoluzione è

Connessione non consumo

Passione non profitto

Orgasmo non proprietà

La mia rivoluzione è della terra e verrà da lei

Per lei, grazie a lei

Capisce che ogni volta che perforiamo o trivelliamo

O bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralità

Violiamo l'anima del nostro futuro

La mia rivoluzione non si vergogna di spingere il mio corpo giù

Sul suo suolo fangoso davanti a

Baniani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori

Di chinarsi senza vergogna a uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far

scoppiare il cuore e mari verde acqua

La mia rivoluzione bacia volentieri i piedi di madri e infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie

E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita

La mia rivoluzione è in ginocchio

Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra

E a coloro che portano fardelli creati dall'impero dentro e sulle proprie teste e sulle proprie schiene e

Nei propri cuori

La mia rivoluzione richiede abbandono

Si aspetta l'originale

Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso

Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo,

La mia rivoluzione arriva inaspettatamente

Non è ingenua ma crede nei miracoli

Non può essere classificata, definita, marchiata

O perfino collocata

Offre profezie non ricette

E' determinata da mistero e gioia estatica

Richiede ascolto

Non è centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando

Avviene gradualmente e tutta a un tratto

Avviene dove vivi e ovunque

Capisce che le divisioni sono diversioni

Richiede di stare seduti immobili e fissare a fondo i miei occhi

Andare avanti.

 

*

 

EUROPA

 

Non porto bombe né bambini in grembo

Non porto fiori né miscugli incendiari

Porto scompiglio nella tua ragione, nelle tue teorie, nel tuo realismo

Perché non giacerò nelle tue trincee

Né scaverò trincee per te

Né mi unirò alla tua lotta armata

Per trincee più belle e più grandi

Non camminerò con te né per te,

Non vivrò con te, né morirò per te

Ma neppure cercherò di negarti Il tuo diritto a vivere e morire

Non dividerò con te neppure un centimetro di questa terra

Finché tu sei maledettamente proteso verso la distruzione

Ma neppure negherò che siamo fatti della stessa terra nati dalla stessa

Madre, non ti permetterò di legare la mia vita alla tua

Ma ti dirò che le nostre vite sono legate insieme

Ed esigerò che tu viva per comprendere

Questa cosa importante

Che sono una donna pericolosa

Perché devi sapere, signore, che

Sono una donna pericolosa

Perché non tacerò niente di tutto questo

Non colluderò con te

Non avrò fiducia in te né ti disprezzerò

Sono pericolosa perché non rinuncerò, non tacerò

Né mi adatterò alla tua versione della realtà

Tu hai congiurato per svendere la mia vita

E io sono molto pericolosa

Perché non potrò perdonare né dimenticare

Né mai congiurerò per svendere la tua in cambio.

 

*

 

AFRICA

 

Sono una roccia

Risoluta e forte.

Sono una roccia

Dannatamente robusta; non lo dimenticare.

Se così non fosse,

Non sarei qui a raccontarlo.

 

Non continuare a criticarmi. E smettila di stupirti oltremisura:

le crepe che vedi sono ferite di guerra, amico mio.

Giorno dopo giorno, io sono in battaglia,

Giorno dopo giorno, io dichiaro guerra,

Giorno dopo giorno, io schivo e corro e mi sottraggo e sorrido;

Schivando i colpi delle randellate,

Schivando i colpi sbadatamente scagliati verso di me;

Schivando i colpi sconsideratamente rovesciati addosso a me;

Schivando i colpi orditi con astuzia

E quei colpi, profondamente radicati nel profondo della psiche della nazione.

 

E a quel punto tu mi domandi: ma perché sanguini?

 

Sono una roccia

Risoluta e forte

Se così non fosse,

Non sarei qui a raccontarlo.

 

*

 

SUDAMERICA

 

Dalla donna che sono,

mi succede, a volte,

di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;

donne garbate, laboriose, buone mogli,

esempio di virtù,

come mia madre

avrebbe voluto.

Non so perché

tutta la vita

ho trascorso a

ribellarmi a loro...

... ho osato godere

del corpo sano e sinuoso

di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.

Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.

Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:

ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,

appena apro gli occhi,

sento le lacrime che premono,

nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,

rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,

vedo le altre donne che sono in me,

sedute nel vestibolo

che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.

Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili

contro di me;

contro questa donna fatta, piena,

la donna dal seno sodo

e i fianchi larghi,

che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere.

 

*

 

Per presentarsi, per chiedere scusa

Prendetela come volete, senza violenza,

ma in un modo che comunque potrebbe

risultare violento - e non senza ragione -

Perdonami occidente, per aver alterato le tue leggi

Per non chiedere perdono di quello che faccio

Per non aver acquisito i tuoi vecchi modi

Per aver osato maneggiare criteri

Per camminare da sola, senza guinzaglio.

Parlo senza permesso

Ma con diritto e, ovviamente, a modo mio.

 

*

 

Quando una donna non dorme

La magia si è sparsa sui suoi seni

E c'è da temere questo risveglio

Questo mito che comincia

Tra il sonno e l'oscurità.

Non ci saranno congiure né spiriti

Si sta riempiendo di miele il silenzio

Ed è tornata al tempo delle colombe

A riconciliarsi con le nuvole

E tutto intorno sentirà il pericolo dei suoi occhi

Cacciatori di stelle.

Stanotte non ho dormito e ti avverto:

quando una donna non dorme

qualcosa di terribile può svegliarti.

 

*

 

ASIA

 

Parla, perché le tue labbra sono libere,

parla, la tua lingua è ancora tua,

il corpo che porti diritto è ancora tuo,

parla, la tua vita è ancora tua.

 

Guarda come, nella fucina del fabbro,

le fiamme salgono alte e il carbone rosseggia,

i lucchetti aprono ampie le fauci,

e l'abbraccio di ogni catena si apre.

 

Parla, questo spicchio di tempo,

prima della morte di corpo e lingua, è abbastanza;

parla, perché la verità è ancora viva -

parla, e dì tutto quello che va detto...

 

*

 

MEDIO ORIENTE

 

Nessuno può immaginare quello che dico quando me ne sto in silenzio

Nessuno, nessuno sa quando ho fame, quando parto, quando cammino

e quando mi perdo,

nessuno sa che la mia debolezza è una maschera, e che la mia forza è una maschera,

e quel che seguirà è una tempesta.

Credono di sapere

E io glielo lascio credere

E avvengo.

Hanno costruito per me una gabbia

Affinché la mia libertà fosse una loro concessione

E io ringraziassi e obbedissi.

Ma io sono libera prima e dopo di loro,

con loro e senza di loro

sono libera nella vittoria e nella sconfitta.

Sono una donna.

Credono che la mia libertà sia loro proprietà

E io glielo lascio credere

E avvengo.

 

*

 

ITALIA

 

Io non ho bisogno di denaro

ho bisogno di sentimenti

di parole

di parole scelte sapientemente

di fiori detti pensieri

di rose dette presenze

di sogni che abitino gli alberi

di canzoni che facciano danzare le statue

di stelle che mormorino

all'orecchio degli amanti.

Ho bisogno di poesia

questa magia che brucia

la pesantezza delle parole

che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

 

*

 

IL SALUTO MAORI

 

Aloha è la parola più conosciuta di queste terre; non è solo un semplice saluto, è una sigla che raggruppa le caratteristiche dello stile di vita più gradevole e tipico degli abitanti della Nuova Zelanda:

 

A - akahai: cortesia che deve essere espressa con un sentimento di tenerezza;

L - lokahi: unità che deve essere espressa con un sentimento di armonia;

O - olu'olù: gradevolezza che deve essere espressa con sentimento di affabilità;

H - ha'aha'a: umiltà che deve essere espressa con sentimento di modestia;

A - ahonui: pazienza che deve essere espressa con sentimento di perseveranza.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 559 del 16 febbraio 2015

 

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