[Nonviolenza] Telegrammi. 1701



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1701 del 17 luglio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Cessi il massacro a Gaza

2. Da molte senatrici e molti senatori presentati i primi tre disegni di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza

3. Una bozza di lettera al governo

4. Una bozza di lettera ai parlamentari

5. Una bozza di lettera ai Comuni

6. Carlo Sansonetti: Siamo in emergenza

7. "Eredita' dell'architettura bizantina". Un incontro di studio

8. Francesco Gesualdi: Liberarci dal debito

9. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. CESSI IL MASSACRO A GAZA

 

Ogni persona sa che uccidere e' un male.

Ogni persona sa che la guerra e' un crimine.

Ogni persona sa che le armi sono nemiche dell'umanita'.

Ogni persona sa che per risolvere i conflitti occorre innanzitutto smilitarizzarli.

Ogni persona sa che solo la pace salva le vite.

Ogni persona chiede quindi che cessi immediatamente il massacro a Gaza.

Ogni persona chiede quindi che cessino tutte le guerre, le uccisioni, le persecuzioni.

Ogni persona chiede quindi disarmo e smilitarizzazione.

Ogni persona chiede quindi democrazia, giustizia, rispetto e solidarieta'.

Vi e' una sola umanita'.

Tutti abbiamo diritto a vivere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

2. INIZIATIVE. DA MOLTE SENATRICI E MOLTI SENATORI PRESENTATI I PRIMI TRE DISEGNI DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

 

Accogliendo l'invito del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo la senatrice Loredana De Petris, il senatore Luigi Manconi, la senatrice Rita Ghedini, la senatrice Valeria Fedeli, il senatore Paolo Corsini, la senatrice Silvana Amati, il senatore Sergio Lo Giudice, la senatrice Daniela Valentini, la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, il senatore Miguel Gotor, la senatrice Elena Ferrara, il senatore Marco Scibona, la senatrice Adele Gambaro, il senatore Marino Germano Mastrangeli, il senatore Daniele Gaetano Borioli, la senatrice Maria Spilabotte, la senatrice Erica D'Adda, la senatrice Monica Cirinna', la senatrice Manuela Serra, la senatrice Francesca Puglisi, il senatore Pasquale Sollo, il senatore Francesco Giacobbe, hanno presentato le prime tre proposte di legge in questa XVII legislatura per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

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Si tratta rispettivamente del disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; del disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; del disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014.

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E' in previsione che altri disegni di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza vengano presentati nei prossimi giorni sia al Senato che alla Camera.

Molti altri parlamentari hanno gia' espresso interesse e sostegno all'iniziativa.

Gia' nel 2001 decine di parlamentari di tutti gli schieramenti politici promossero e sostennero un'analoga iniziativa, ma allora essa non giunse all'esito dell'adozione della legge proposta. E' auspicabile che si riesca adesso.

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Come e' stato piu' volte sottolineato, "la nonviolenza e' una grande risorsa per la democrazia, la legalita', i diritti umani; ed oggi piu' che mai vi e' bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalita', della democrazia, dei diritti umani"; e "proprio perche' le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalita', di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, cosi' come prevede l'ordinamento vigente, e' utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo".

 

3. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AL GOVERNO

 

Al/alla Ministro/a ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale, ovvero collegiale nell'ambito del Consiglio dei Ministri di cui fa parte, per la promozione e l'adozione di un atto normativo che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza

Gentile ministro/a ...,

le scrivo per formularle la richiesta di un atto legislativo ovvero regolamentare che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.

Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.

Distinti saluti,

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

4. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI PARLAMENTARI

 

Al/alla senatore/senatrice/onorevole ...

Oggetto: proposta di presentazione di un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza

Gentile parlamentare,

le scrivo per formularle una proposta: di voler presentare un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

Lei gia' sapra' che un analogo disegno di legge fu gia' presentato nel 2001, dopo la tragedia di Genova, sottoscritto da parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ma allora non fu poi "calendarizzato" nei lavori parlamentari e quindi non giunse a buon fine.

Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.

Distinti saluti,

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

5. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI COMUNI

 

Al Sindaco del Comune di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori della Giunta Comunale

a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale

alla Segretaria generale del Comune

Oggetto: Proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.

Gentile sindaco,

forse sapra' gia' che in varie realta' territoriali, da Milano a Palermo, da diversi anni si svolgono attivita' di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per gli operatori dei vari Corpi di Polizia.

La nonviolenza appronta infatti strumenti di grande utilita', anche dal punto di vista comunicativo e relazionale, per gli operatori pubblici che nello svolgimento delle loro delicate funzioni possono trovarsi a dover fronteggiare situazioni complesse e critiche.

Con la presente lettera si avanza la proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.

Distinti saluti

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

6. APPELLI. CARLO SANSONETTI: SIAMO IN EMERGENZA

[Riproponiamo il seguente appello dell'Associazione Sulla Strada onlus (per contatti: via Padre Pio da Pietralcina 15, 05012 Attigliano (Tr), tel. 0744992760, sito: www.sullastradaonlus.com, e-mail: info at sullastradaonlus.com).

Carlo Sansonetti e' l'amico che tutti vorrebbero avere per amico nell'ora del bisogno, una delle persone che illuminano il mondo con la loro bonta']

 

Per favore, leggete e condividete questo appello.

Cari amici,

abbiamo bisogno di condividere con voi il dramma che stiamo vivendo in questi giorni: questo mese non sappiamo ancora se riusciremo a garantire ai 300 bambini della scuola in Guatemala il cibo e l'assistenza di cui hanno bisogno.

Lo stesso vale per i bambini della casa-famiglia in Italia: non abbiamo piu' la possibilita' di sostenere le spese per il loro mantenimento, costi che dovrebbero essere sostenuti dalle istituzioni italiane che, come ben sapete, ci hanno abbandonato ormai da tempo.

Abbiamo bisogno di un aiuto urgente.

E' venuto dunque il tempo della notte. E' un tempo naturale che ha certamente il suo termine ("ogni notte e' promessa di una nuova aurora"). Ma noi siamo "figli della luce" e, quando arriva, lottiamo con tutte le nostre forze contro il buio.

Si sa che in tempo di crisi i primi a soccombere sono sempre i piu' deboli e noi percio' vi lanciamo un "help", un'accorata richiesta di aiuto, perche' questo non sia vero per noi: nelle famiglie sane si convogliano tutte le risorse sui figli piu' gracili. E insieme, tutti noi, siamo una meravigliosa famiglia sana che vuole vita e forza per i suoi figli piu' a rischio.

Se ciascuno di noi in questo mese di luglio fara' un bonifico di soli 10 euro a favore dell'Associazione Sulla Strada, io sono certo che bastera' per farci superare indenni questo pericoloso momento, perche' "la somma di tanti pochi fa il molto".

Sono sicuro che sentirete e penserete come me e insieme con voi abbraccio i nostri bambini con la forza dell'amore e della solidarieta',

Carlo Sansonetti, fondatore dell'Associazione Sulla Strada

*

Come aiutare:

c/c postale: n. 12055059

c/c bancario: BANCA POPOLARE ETICA IBAN: IT 56 F 05018 03200 000000 114501

Se vuoi fare una donazione per aiutare i bambini della Casa Famiglia in Italia, le coordinate sono:

BANCA PROSSIMA: IT57W 03359 01600 1000 000 7172 8

*

Associazione Sulla Strada onlus, via Padre Pio da Pietralcina 15, 05012 Attigliano (Tr), tel. 0744992760, sito: www.sullastradaonlus.com, e-mail: info at sullastradaonlus.com

 

7. INCONTRI. "EREDITA' DELL'ARCHITETTURA BIZANTINA". UN INCONTRO DI STUDIO

 

Si e' svolto la mattina di mercoledi' 16 luglio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Eredita' dell'architettura bizantina nella storia dell'arte dell'Europa orientale", con la partecipazione di Giselle Dian.

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Giselle Dian, critica d'arte, studiosa di fenomeni artistici e comunicazione multimediale, disegnatrice, pittrice, grafica, collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta"; nel 2010 ha realizzato un ampio studio su Keith Haring dal titolo "Keith Haring: segno artistico, gesto esistenziale, impegno civile", per il quale ha anche effettuato una serie di interviste a varie personalita' di vari campi del sapere (critici d'arte, filologi, filosofi, psicologi, sociologi, storici, operatori sociali, studiosi dei nuovi linguaggi artistici e dei media...). E' impegnata in esperienze di solidarieta' concreta e di volontariato. Ha pubblicato saggi, interviste e recensioni sul quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino"; ha tenuto conferenze presso biblioteche pubbliche, mostre in spazi di impegno sociale e culturale, e sta realizzando un progetto artistico sui temi della memoria storica e della dignita' umana.

 

8. TESTI. FRANCESCO GESUALDI: LIBERARCI DAL DEBITO

[Ringraziamo di cuore Francuccio Gesualdi (per contatti: tel. 050826354, fax: 050827165, e-mail: coord at cnms.it, sito: www.cnms.it, blog: http://blog.francescogesualdi.eu/) per averci consentito di ripubblicare il seguente estratto dal suo libro Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia edizioni, Milano 2012.

Francuccio Gesualdi e' stato allievo di don Lorenzo Milani nell'esperienza della scuola di Barbiana, e' animatore dell'esperienza del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano, insieme a padre Alex Zanotelli ha promosso la nascita della "Rete di Lilliput", e' da sempre impegnato in molte iniziative concrete di solidarieta' e di difesa dei diritti umani e dell'ambiente, ha contribuito in misura decisiva a far nascere e crescere in Italia la consapevolezza, l'azione e le reti del consumo critico ed etico, del commercio equo e solidale, degli stili di vita sobri e responsabili, della solidarieta' dei consumatori del Nord del mondo con i lavoratori del Sud contro la violenza sfruttatrice delle multinazionali, dell'impegno contro la trappola del debito che dopo averli rapinati affama e strozza i popoli, dell'azione per garantire a tutta l'umanita' il diritto al cibo, all'acqua, a un ambiente vivibile, alla dignita']

 

... bisogna difendere tutto cio' che abbiamo conquistato in termini di beni comuni, sicurezza sociale, servizi pubblici. Ma... tutti i nostri tentativi di difesa dell'economia pubblica rischiano di infrangersi contro il muro del debito pubblico.

Un meccanismo, lo abbiamo gia' detto, che ci priva ogni anno di risorse importanti. 70 miliardi nel 2010, destinati a diventare 80-90 miliardi nel 2012 non solo per l'aumento dei tassi di interessi provocato dalla speculazione, ma anche per l'aumento del debito dovuto alla partecipazione ai fondi salva-stati creati dall'Unione Europea. Un aggravio di 30 miliardi nel 2011 che ha portato il nostro debito pubblico complessivo a quasi duemila miliardi di euro.

Se non ci liberiamo di questo macigno pagheremo sempre di piu' per godere sempre di meno, perche' una quantita' crescente di entrate pubbliche finiranno nelle tasche di pochi, invece che finanziare i servizi a beneficio di tutti.

Ormai il problema ha assunto una tale dimensione che non puo' piu' essere risolto con gli artifici contabili che in ogni caso lasciano un segno. Non e' piu' il tempo dei numeri, ma delle scelte politiche.

Dobbiamo scegliere da che parte stare, se dalla parte dei creditori, che non si accontentano mai della rendita raggiunta, o dalla parte dei cittadini. Se facciamo la seconda scelta, dobbiamo aver chiaro che di fronte a noi abbiamo solo strade scomode che ci procureranno condanne e scomuniche da parte dell'intero sistema di potere a livello mondiale. Ma ormai il debito pubblico e' diventato una guerra che a seconda di chi la vince potra' avere effetti devastanti per la democrazia e lo stato sociale dei prossimi trecento anni.

In campo ci sono le comunita' nazionali contro i poteri della finanza, ma piu' che di scontro bisognerebbe parlare di assedio. Disgraziatamente per noi, il vantaggio e' dell'oligarchia della finanza e non per merito proprio, ma per il tradimento della classe politica che mentre distraeva i cittadini con spettacoli di bassa demagogia, spalancava i portoni nazionali all'esercito mercantilista affinche' i suoi guerrieri occupassero tutti i posti strategici.

Ed oggi, che l'intera economia mondiale e' sottomessa al loro dominio e che le loro regole sono applicate come fossero leggi della natura, tutti si affrettano a dirci che non c'e' altro da fare se non accettare i diktat dei mercati, ossia dei signori della finanza, che usano la speculazione e ogni altra strategia di ricatto per raggiungere i loro obiettivi di arricchimento.

La scelta che oggi si impone e' se chinare la testa e cedere al ricatto dei mercati, o drizzare la schiena e organizzarci per rompere l'assedio. Ragioni di democrazia, dignita', e giustizia suggeriscono di imboccare la seconda strada, adottando subito una misura d'urgenza, definita congelamento o moratoria del debito, che consiste nella sospensione del pagamento di capitale e interessi, per uno o due anni, verso banche, fondi e assicurazioni, avendo cura di salvaguardare le famiglie che detengono appena il 14% del nostro debito pubblico.

Due gli scopi principali della manovra: neutralizzare la speculazione e toglierci di dosso l'ansia delle scadenze immediate che ci costringono a scelte avventate. Tamponando l'emorragia degli interessi non avremmo bisogno di ricorrere a manovre finanziarie d'urgenza e senza la pistola dei mercati alla tempia potremmo concentrarci sulla messa a punto di un piano ben ponderato di uscita dal debito.

Un piano che deve necessariamente partire da una perfetta conoscenza delle ragioni per cui il debito si e' formato. E' perfino superfluo doverlo affermare, ma la prima cosa che si fa quando si e' chiamati ad aiutare una famiglia o un'azienda a tirarsi fuori dai debiti e' capire bene la situazione, che non vuol dire solo mettere a fuoco l'ammontare dei debiti, ma anche se ci sono dei debiti illegittimi, come gli interessi usurai. Nel qual caso non si consiglia di pagare, ma di portare le carte in tribunale per denunciare l'abuso.

Se l'illecito puo' annidarsi nei debiti privati, tanto piu' puo' nascondersi nel debito pubblico, un mare magnum dai mille gestori che non sempre hanno dato prova di onesta' e rispetto per il denaro pubblico. Per questo un secondo passaggio imprescindibile e' la nomina di commissioni di inchiesta, autorevoli e indipendenti, che conducano serie indagini, a tutti i livelli (audit, per dirla all'inglese), per dirci chiaramente cosa ha contribuito a formare il debito pubblico. Solo l'aumento sconsiderato delle spese o anche la riduzione delle entrate? E parlando di spese quanto hanno pesato gli interessi che in certi periodi sono stati a due cifre? E quanto hanno pesato gli eccessi di spesa dovuti a ruberie e corruzione? E quanto hanno pesato operazioni finanziarie torbide come la sottoscrizione di derivati di cui sono rimasti vittime Comuni, Provincie, Regioni, la stessa amministrazione centrale?

Nel marzo 2012 l'agenzia informativa Bloomberg ha reso noto che lo stato italiano ha pagato alla banca americana Morgan Stanley 3,4 miliardi di dollari per uscire da una scommessa sui tassi di interesse aperta negli anni '90. Ma rispondendo a un'interpellanza parlamentare, il Sottosegretario Marco Rossi Doria ha rivelato che i contratti derivati stipulati dallo Stato Italiano si riferiscono a un valore complessivo di 160 miliardi di dollari ed hanno come controparte Goldman Sachs, Bank of America e altri istituti bancari (1). Scommesse che, a sentire i tecnici del Tesoro, sono state effettuate per proteggere l'Italia contro l'aumento dei tassi di interesse. Ma tutti sanno che alla fine i veri vincitori sono sempre le banche.

Quanti debiti dai contorni torbidi sono ancora aperti con le banche di tutto il mondo? Dovremo pur saperlo per poi aprire un grande dibattito pubblico teso a stabilire se abbiamo l'obbligo di pagare tutto il debito contratto o solo quello che ha una base di legittimita'.

Molti giuristi affermano che il popolo ha l'obbligo di restituire solo quella parte di debito che e' stata utilizzata per il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse equi. Tutto il resto, dovuto a ruberie, sprechi, corruzione, puo' essere dichiarato illegittimo e in quanto tale da ripudiare, come ci insegnano i popoli del Sud del mondo.

Se ben fatta, l'indagine ci mostrera' non solo la vera dimensione del debito legittimo da ripagare, ma ci fornira' anche indicazioni sulle politiche da seguire per mettere a punto un piano equo di uscita dal debito.

Se risultera' che al debito hanno contribuito privilegi e regalie alle fasce piu' ricche, sotto forma di interessi esosi, contributi indebiti, abbattimenti fiscali ingiustificati, sara' un motivo in piu' per prevedere sacrifici piu' alti a loro carico.

In Italia sappiamo che abbiamo un tasso di evasione altissimo e che dal 1982 ad oggi si sono abbassate le aliquote oltre i 75.000 euro dal 72 al 43%. Per lo stato ha significato un mancato incasso che gli ha procurato un doppio danno: il peggioramento del debito e un maggiore esborso per interessi. Per i ricchi, invece, si e' trattato di un doppio guadagno: mancato esborso fiscale e incasso di interessi perche' la beffa e' che i soldi risparmiati sono finiti comunque allo stato, ma sotto forma di prestito. E allora chi e' il vero debitore: il popolo depredato dai ricchi o i ricchi che hanno derubato il popolo?

Cosi' arriviamo alla terza iniziativa che e' l'individuazione delle politiche da adottare per sbarazzarci del debito senza danno sociale. Un tabu' da sfatare e' che non si possa ristrutturare il debito, ossia patteggiare con i creditori una riduzione delle quote in loro possesso. Lo ha fatto nel marzo 2012 la Grecia liberandosi di un terzo del suo debito e lo hanno fatto molti altri paesi in precedenza, rimettendosi in carreggiata.

Dobbiamo rivendicare il diritto di poter rinegoziare il debito per decurtarlo, sapendo che in ambito privato e' prassi corrente. Quando un'impresa e' in difficolta' il curatore fallimentare ridefinisce le somme vantate da ciascun creditore in base a criteri di necessita' e urgenza, tenuto conto dei soldi disponibili. Nel caso della banche succede di peggio: lo stato le libera dai debiti senza che neanche debbano chiederlo. Ma cio' che vale per banche ed imprese non dovrebbe valere ancora di piu' per la comunita'?

Se vivessimo in un mondo normale la risposta sarebbe scontata. Tutti riconoscerebbero che il massimo bene e' quello comune e sceglierebbero, senza battere ciglio, di salvaguardare l'interesse generale a scapito di quello privato. Ma non viviamo in un mondo normale e succede il contrario: la cassa comune e' esposta al ricatto degli usurai affinche' possa essere depredata a vantaggio di pochi.

Rivendicando la ristrutturazione del debito operiamo un terremoto prima ancora che finanziario, culturale e politico. Rigettiamo la visione classista della societa', affermiamo la supremazia delle persone sui soldi, ripristiniamo la sovranita' popolare sulla prepotenza dei mercati.

La paura che la gente si svegli, che contesti l'ordine costituito, e' l'aspetto che terrorizza di piu' gli attuali manovratori, perche' se viene meno l'adesione al modello ideologico, non viene perso solo qualche miliardo di euro, ma l'intero potere.

Per questo il sistema usa tutti i mezzi che puo' per convincerci che la ristrutturazione del debito sarebbe una catastrofe economica e un'ignominia sociale.

Ma noi dobbiamo andare avanti e oltre a rivendicare la ristrutturazione del debito, dobbiamo pretendere una seria revisione delle entrate e delle uscite del bilancio pubblico, per un'uscita equa e definitiva dal debito.

Sul piano delle entrate, prima di tutto dobbiamo rivendicare una politica fiscale di tipo progressivo come prescrive l'articolo 53 della Costituzione. Si e' sempre difeso l'abbassamento delle aliquote sui redditi alti sostenendo che i ricchi avrebbero utilizzato i soldi lasciati nelle loro mani per gli investimenti produttivi. Oggi sappiamo che li utilizzano per attivita' speculative, addirittura contro i titoli del debito pubblico per costringere lo stato a pagare tassi di interesse piu' alti.

Ebbene, quei soldi oggi usati contro la comunita' vanno recuperati per ripagare in parte il debito accumulato, in parte per finanziare il rilancio dell'economia basata sull'economia locale, sul miglioramento e ampliamento delle infrastrutture che stanno alla base dei servizi pubblici: acquedotti, ferrovie locali, edilizia pubblica.

Contemporaneamente bisogna reintrodurre una seria patrimoniale che colpisca la ricchezza accumulata oltre misura sotto ogni forma: beni mobili e immobili, depositi e titoli. Oggi perfino la Confindustria sostiene una simile proposta, evidentemente per paura che l'eccesso di disuguaglianza o di sacrifici sociali possa scatenare una pericolosa sollevazione popolare. Di sicuro il risultato sarebbe garantito: Pellegrino Capaldo, storico banchiere ed esperto di finanza pubblica, ha calcolato che un'imposta sui grandi patrimoni, fra il 5 e il 20 per cento del loro valore, potrebbe garantire un introito sufficiente a dimezzare il debito pubblico.

Il discorso sulle entrate potrebbe continuare con misure contro l'evasione fiscale e l'economia in nero che procura un mancato incasso di oltre 120 miliardi di euro l'anno.

Ma nel contempo si dovrebbe lavorare anche sul piano delle uscite. Bisognerebbe eliminare ogni forma di spreco e di privilegio a vantaggio di politici, alti funzionari e dirigenti di imprese pubbliche. Bisognerebbe ridurre le spese militari ritirandoci da ogni missione neo-coloniale e cancellando qualsiasi sistema d'arma a scopo offensivo. Si dovrebbero abbandonare tutte le opere faraoniche, come nuove autostrade, alta velocità, il ponte sullo stretto di Messina, utilizzando gli stessi soldi per il risanamento dei territori, la riconversione della produzione in un'ottica di sostenibilita', il miglioramento dei servizi sociali con il coinvolgimento delle comunita'.

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Campagne in atto per un'altra uscita dal debito:

Smonta il debito, www.cnms.it

Rivolta il debito, www.rivoltaildebito.org

No debito, www.nodebito.it

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Note

1. Risposta del 15 marzo 2012 all'interpellanza n. 2-01385 dell'on. Antonio Borghesi.

 

9. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

*

Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1701 del 17 luglio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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