[Nonviolenza] Telegrammi. 1641



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1641 del 18 maggio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Nella Giornata internazionale contro l'omofobia

2. Francesco Gesualdi: Per un'Europa capace di futuro

3. Dalla "Lettera a una professoressa" alla "Lettera ad un consumatore del Nord". Un incontro a Vetralla

4. Per promuovere incontri con Francuccio Gesualdi

5. Il 5 per mille a Erinna

6. Una scheda di presentazione dell'associazione Erinna - centro antiviolenza di Viterbo

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L'OMOFOBIA

 

Nella Giornata internazionale contro l'omofobia queste due semplici verita' mettera' conto enunciare ancora una volta: che l'umanita' si compone di persone tutte diverse l'una dall'altra; e che tutte le persone sono eguali in dignita' e diritti.

Regola aurea della morale e' di agire nei confronti delle altre persone cosi' come si vorrebbe che le altre persone agissero nei nostri confronti.

Rispettare la vita, la dignita' e i diritti altrui e' il primo dovere per la civile convivenza.

Ed il rispetto dell'altra persona e' il contrario dell'indifferenza, e' l'impegno all'aiuto reciproco, alla condivisione dei beni, alla promozione della liberta' di ciascuno, della giustizia che e' la condizione per la liberta' di tutti, della solidarieta' che riconosce la diversita' delle scelte e delle condizioni e che reca piu' aiuto a chi piu' ne ha bisogno.

L'essere umano e' relazionale: ogni io e' in relazione con molti tu, ed ogni tu e' a sua volta un io; l'umanita' e' il noi che comprende tutti gli esseri umani passati, presenti e venturi.

L'essere umano e' coscienza e corpo, ed ha bisogno del pane, delle rose, del riconoscimento da parte degli altri esseri umani, di un mondo vivibile di cui essere abitatore e parte.

*

Nella Giornata internazionale contro l'omofobia riconosciamo la pienezza e l'infinita' del bisogno d'amore e della capacita' d'amore dell'umanita', e riaffermiamo l'impegno ad opporci ad ogni violenza, l'impegno a volere il bene comune e ad agire per la felicita' di tutti.

Vi e' una sola umanita'.

E' quindi dovere e diritto di ogni persona senziente, che pensa pensieri, che ascolta il suo cuore, di limpido sguardo e di volonta' buona impegnarsi contro il fascismo, il razzismo, il maschilismo, l'omofobia, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le violazioni della dignita' umana, contro tutte le violenze. La liberta' e' indivisibile. Ognuno e' responsabile di tutto.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. RIFLESSIONE. FRANCESCO GESUALDI: PER UN'EUROPA CAPACE DI FUTURO

[Ringraziamo di cuore Francuccio Gesualdi (per contatti: tel. 050826354, fax: 050827165, e-mail: coord at cnms.it) per averci consentito di ripubblicare questo suo intervento]

 

Gli Indios la chiamano Pachamama, madre terra, a ricordarci che la nostra vita e' possibile solo grazie alla generosita' della natura che ci mette a disposizione tutto cio' che serve per i nostri bisogni. L'aria per respirare, l'acqua per bere e lavarci, il cibo per nutrirci, il legname per costruirci una casa, i minerali per fabbricare tutti gli altri oggetti utili alla nostra esistenza. Ma oltre al corpo, la natura nutre anche il nostro spirito mettendoci a disposizione la bellezza dei paesaggi, i canti degli uccelli, l'odore dei fiori,  la maestosita' dei colori.

Nei tempi passati anche in occidente si aveva venerazione per la natura. Ma a partire dal '500 l'attenzione si e' concentrata sulla nostra intelligenza. Scoprendoci capaci di inventare macchine, produrre manufatti, comporre nuovi materiali, ci siamo montati la testa fino a sentirci padroni del mondo. E se prima concepivamo la natura come una realta' nella quale inserirci rispettando i suoi ritmi e i suoi cicli, ad un tratto abbiamo pensato di poterla violentare per costringere lei ad adattarsi alla nostra idea di progresso che rincorre il mito della tecnologia, della velocita', della crescita. Cosi' la natura e' stata squarciata, depredata, contaminata, cementificata.

Ma ora i nodi della nostra superbia stanno venendo tutti al pettine. Dopo due secoli di crescita ossessiva abbiamo dimezzato le foreste, depredato i mari, eroso una gran quantita' di suoli, alterato il clima, avvelenato l'aria, ridotto al lumicino una gran quantita' di risorse. E mentre stiamo raschiando il fondo del barile di molte materie prime non rinnovabili o scarsamente rinnovabili (petrolio, acqua, minerali rari) ormai ce la vediamo brutta anche per cio' che concerne le risorse rinnovabili. Mathis Wackernagel, direttore del Global Footprint Network, l'istituto che si occupa di impronta ecologica, tutti gli anni ci annuncia che finiamo i frutti della Terra ben prima del 31 dicembre. Secondo il Wwf  il nostro consumo di natura supera del 30% la capacita' rigenerativa della terra, di questo passo fra il 2030 e il 2040 avremo bisogno di due pianeti. E non per garantire a tutti una vita dignitosa, ma solo per garantire lo spreco a una minoranza.

La parte ricca del mondo e' a un bivio. Deve decidere se continuare a saccheggiare il pianeta per i propri privilegi o imboccare la strada dell'equita' e della sostenibilita'. Deve decidere se rimanere nell'economia della quantita' o passare a quella della qualita'. La qualita' della vita, dell'ambiente, del lavoro, della partecipazione. Una trasformazione che Alex Langer aveva gia' sintetizzato magistralmente nel suo discorso del primo agosto 1994 ai Colloqui di Dobbiaco: "Sinora si e' agito all'insegna del motto olimpico citius, altius, fortius (piu' veloce, piu' alto, piu' forte), che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civilta', dove l'agonismo e la competizione non sono la nobilitazione sportiva di occasioni di festa, bensi' la norma quotidiana ed onnipervadente. Se non si radica una concezione alternativa che potremmo forse sintetizzare, al contrario, in lentius, profundius, suavius (piu' lento, piu' profondo, piu' dolce), e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sara' al riparo dall'essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso".

Nuovo benessere, diceva Alex Langer, ben sapendo che il benessere identificato con la quantita' di cose che gettiamo nel carrello della spesa non e' benessere, ma benavere. E' la persona ridotta a bidone aspiratutto. L'alternativa e' il benvivere, una filosofia diffusa fra gli indios che punta all'armonia con se stessi, con gli altri, con la natura. Forse la stessa concezione di vita che aveva Alex Langer quando ci incitava alla conversione ecologica intesa come radicale cambiamento del nostro modo di consumare e produrre al fine di permettere a tutti di vivere dignitosamente utilizzando meno risorse possibile e producendo meno rifiuti possibile. Una trasformazione che coinvolge gli stili di vita, il modo di organizzare l'abitare, le citta', il lavoro. Ma che presuppone anche una diversa organizzazione economica in modo da privilegiare il locale sul globale, da regolamentare il mercato per impedirgli di danneggiare l'interesse collettivo, da rafforzare la dimensione pubblica per garantire la piena inclusione lavorativa e il soddisfacimento dei bisogni fondamentali per tutti.

Un cammino non semplice, ma che la politica puo' favorire cominciando a fare scelte appropriate in ambito energetico, agricolo, industriale, educativo. Ad esempio facendo passare il sistema energetico dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, il sistema agricolo dalla produzione industriale a quella biologica, il sistema dei trasporti dall'auto privata ai mezzi pubblici, il sistema dei rifiuti dall'incenerimento al riciclo.

Anche l'Europa puo' fare molto per questi obiettivi, ma tocca a noi spingere affinche' lo faccia.

 

3. INCONTRI. DALLA "LETTERA A UNA PROFESSORESSA" ALLA "LETTERA AD UN CONSUMATORE DEL NORD". UN INCONTRO A VETRALLA

 

Si e' svolto sabato 17 maggio 2014 a Vetralla (Vt) con la partecipazione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, Peppe Sini, un incontro di riflessione sul tema: "Dalla 'Lettera a una professoressa' della scuola di Barbiana alla 'Lettera ad un consumatore del Nord' del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano".

Nel corso dell'incontro sono stati descritti i due libri rispettivamente del 1967 e del 1990, le preziose esperienze da cui sono scaturiti, gli svolgimenti che hanno suscitato in tante ulteriori iniziative di solidarieta' e di liberazione, di equita' e di giustizia, di pace e di rispetto delle persone e della natura, di promozione della dignita' umana e del bene comune.

Nel corso dell'incontro e' stata anche rievocata la figura, e il pensiero e l'azione, di don Lorenzo Milani, cosi' come di Alexander Langer e di altri maestri della nonviolenza.

*

L'incontro e' stato altresi' esplicita occasione di diffusione dell'informazione sulla candidatura alle elezioni europee nella lista "L'altra Europa con Tsipras" di Francuccio Gesualdi (uno dei protagonisti di ambedue le esperienze di Barbiana e di Vecchiano - e di molte altre iniziative coerenti con esse, tra cui la nascita della Rete Lilliput), e quindi di invito a sostenere questa candidatura per portare anche nel parlamento europeo le esperienze, le riflessioni, le lotte e le proposte della nonviolenza, di cui Gesualdi e' uno dei piu' autorevoli e generosi testimoni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. RIFERIMENTI. PER PROMUOVERE INCONTRI CON FRANCUCCIO GESUALDI

 

Contattare il Centro nuovo modello di sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pisa), tel. 050826354, fax: 050827165, e-mail: coord at cnms.it, sito: www.cnms.it

 

5. REPETITA IUVANT. IL 5 PER MILLE A ERINNA

[Dall'Associazione Erinna - centro antiviolenza (per contatti: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Dare il 5 per mille a Erinna vuol dire dare sostegno alle donne che vogliono uscire dalla violenza.

Vuol dire sostenere Erinna nel progetto di apertura della casa-rifugio per le donne e i loro figli che fuggono dalla violenza.

Grazie per la vostra sensibilita' nel volerci sostenere; ecco il nostro codice fiscale: 90058120560.

*

Erinna e' una piccola associazione di donne che risiede a Viterbo e, con caparbieta' e tenacia, si occupa di violenza alle donne dal 1997. E' riuscita negli anni ad ottenere un luogo fisico a cui le donne si possono rivolgere. I proventi del 5x1000 sono sempre stati destinati ad azioni di sensibilizzazione rivolte alle scuole e alla cittadinanza. Il progetto "Tana libera tutte" che ha consentito l'apertura della casa-rifugio ha bisogno di essere sostenuto per evitare la chiusura della casa. Il vostro aiuto e' prezioso.

 

6. RIFERIMENTI. UNA SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE "ERINNA" - CENTRO ANTIVIOLENZA DI VITERBO

[Dal sito dell'associazione Erinna (http://erinna.it) riprendiamo e diffondiamo la seguente breve scheda di autopresentazione]

 

L'associazione "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto).

Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza.

E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole.

Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia.

Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne.

Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne.

Il centro mette a disposizione:

- segreteria attiva 24 ore su 24;

- colloqui;

- consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio;

- attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione.

La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate.

L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Jesus Diaz, Las palabras perdidas, Editorial Anagrama, Barcelona 1996, pp. 350.

- Carlos Fuentes, El naranjo, Alfaguara, Mexico 1993, 1997, pp. 256.

- Gabriele Mandel, L'alfabeto ebraico. Stili, varianti, adattamenti calligrafici, Mondadori, Milano 2000, 2007, pp. 144.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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