Nonviolenza. Femminile plurale. 452



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 452 del 6 agosto 2013

 

In questo numero:

1. Un incontro a Viterbo in memoria delle vittime della bomba di Hiroshima

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

 

1. LA MEMORIA DELL'ORRORE, I COMPITI DELL'ORA. UN INCONTRO A VITERBO IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA BOMBA DI HIROSHIMA

 

Si e' svolto la mattina di martedi' 6 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria delle vittime della bomba atomica sganciata sulla citta' di Hiroshima il 6 agosto 1945.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha rievocato le principali riflessioni con cui l'umanita' ha cercato di rispondere alla sfida radicale dell'eta' atomica, ovvero al fatto epocale che l'umanita' ha sviluppato e messo in opera tecnologie in grado di portare alla sua estinzione: da queste riflessioni una risposta emerge, quella che Mohandas Gandhi diede subito all'indomani dell'orrore di Hiroshima, ovvero che l'umanita' deve scegliere la nonviolenza, unica risorsa che possa garantire un futuro alla civilta' umana, all'esistenza stessa del genere umano.

Questo implica il ripudio definitivo della guerra e delle uccisioni, degli eserciti e delle armi, e la costruzione di una societa' dell'universale solidarieta', solidarieta' inclusiva di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; questo implica l'esercizio personale e collettivo del "principio responsabilita'"; questo implica scelte di pace e di giustizia, di solidarieta' e di convivenza, di rispetto e di cura per la biosfera; questo implica comprensione, empatia, condivisione. Questo significa lotta contro tutte le violenze. E' la nonviolenza in cammino, e' la nonviolenza in quanto decisione esistenziale, coscienza condivisa, progetto sociale, azione politica, cammino comune.

Da Guenther Anders a Hannah Arendt, da Bertrand Russell ad Albert Einstein, da Ivan Illich a Vandana Shiva, da Emmanuel Levinas a Ernesto Balducci, da Aldo Capitini a Danilo Dolci, da Maria Montessori a Elinor Ostrom, da Herbert Marcuse ad Agnes Heller, da Rachel Carson a Maria G. Di Rienzo, da Hans Jonas a Enrique Dussel, da Ernst Bloch a Juergen Moltmann, da Gustavo Gutierrez a Luce Irigaray, da Martin Buber ad Andre' Chouraqui, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Albert Luthuli a Thich Nhat Hanh, da Martin Luther King a Nelson Mandela, da Margarete Buber Neumann a Christa Wolf, da Linus Pauling a Rigoberta Menchu', da Albert Schweitzer ad Aung San Suu Kyi, da Ingeborg Bachmann ad Adrienne Rich, da Rene' Cassin a Stephane Hessel, da Laura Conti a Hildegard Goss-Mayr, da Primo Levi ad Anna Bravo, da Norberto Bobbio a Rita Levi Montalcini, da Wangari Maathai a Zygmunt Bauman, da Maria Zambrano a Luce Fabbri, da Assia Djebar a Fatema Mernissi, da Germaine Tillion a Shirin Ebadi, da Martha C. Nussbaum a Silvia Vegetti Finzi, a innumerevoli altre pensatrici ed altri pensatori ed operatrici ed operatori di pace postisi all'ascolto e serbando la memoria delle vittime di Hiroshima, e di tutte le vittime di guerre, massacri e genocidi, questo messaggio e questo appello giunge chiaro e netto, nitido e forte: e' necessaria la scelta della nonviolenza.

Nel ricordo delle vittime di Hiroshima e Nagasaki, nel ricordo delle vittime della Shoah, nel ricordo delle vittime di tutte le guerre e di tutte le persecuzioni, sia questo il nostro impegno diuturno: opposizione integrale alla guerra, agli eserciti, alle armi; opposizione integrale a tutte le uccisioni ed a tutte le persecuzioni; difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e difesa dell'unica biosfera casa comune dell'intera umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcune settimane fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

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Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 452 del 6 agosto 2013

 

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