Nonviolenza. Femminile plurale. 424



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 424 del 9 luglio 2013

 

In questo numero:

1. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

2. Alcuni testi del mese di giugno 2013 (parte seconda)

3. La sconfitta della destra eversiva berlusconiana

4. Ricordato a Viterbo Giacomo Matteotti nell'anniversario dell'uccisione

5. Il nostro massacro quotidiano. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

6. Associazione "Respirare": Nel secondo anniversario della vittoria referendaria

7. Nella Giornata mondiale contro il lavoro minorile

8. La guerra afgana, questo crimine che tutto avvelena. Cessi immediatamente la partecipazione italiana

9. Meno armi, piu' vite salvate

10. Fermare la guerra, il riarmo, la militarizzazione

11. Nel sacco dell'immondizia

12. Il motivo essenziale

13. Fermare il femminicidio

14. E' sempre il momento giusto per salvare le vite

15. A casa, a scuola

16. Ricordato Marc Bloch a Viterbo

17. L'insistenza

18. Fermare la guerra, fermare le stragi

19. Chiedo venia

20. Il segreto di Pulcinella, e di Dracula

21. Nello scatolone

22. Il lapsus del Generale Segretario Generale

23. Dicono di voler fare la pace

24. Opporsi al femminicidio, opporsi alla violenza maschilista e patriarcale

25. Ricordato Piero Gobetti a Viterbo

 

1. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni giorni fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

*

Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2013 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2013.

 

3. LA SCONFITTA DELLA DESTRA EVERSIVA BERLUSCONIANA

 

Dai ballottaggi in vari Comuni italiani emerge un dato sostanziale: la sconfitta della destra eversiva berlusconiana.

E' un buon segno.

 

4. RICORDATO A VITERBO GIACOMO MATTEOTTI NELL'ANNIVERSARIO DELL'UCCISIONE

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 10 giugno 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell'anniversario della morte del martire antifascista il 10 giugno 1924.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani.

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Al termine dell'incontro i partecipanti hanno approvato all'unanimita' le tre mozioni allegate in calce: Per l'immediata cessazione dell'illegale e insensata partecipazione italiana alla guerra afgana; Per la cessazione della criminale persecuzione e discriminazione razzista in Italia; Per la liberazione di Bradley Manning, difensore dei diritti umani che ha denunciato crimini di guerra.

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Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su "La rivoluzione liberale" poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio". Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e' nel volumetto Reliquie, Dall'Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de "La storia siamo noi" riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: "Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo 'La Lotta'. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne' come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e' fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e' un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita'... Quando viene eletto deputato - nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l'esperienza di amministratore locale. Ma e' con l'opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l'importanza della questione morale. Nell'ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario... Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d'affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e' pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell'11 giugno, ma il giorno prima e' rapito e trucidato dai fascisti". Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: "La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen - Aufstieg - Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d'edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal "Popolo d'Italia", Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L'avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012"; b) opere su Giacomo Matteotti: "Luigi Cyaheled, Matteotti e' vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l'Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell'ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell'Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in "Patria indipendente", 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L'Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012".

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Allegato primo: Per l'immediata cessazione dell'illegale e insensata partecipazione italiana alla guerra afgana

I partecipanti all'incontro in memoria di Giacomo Matteotti svoltosi il 10 giugno 2013 a Viterbo reiterano la richiesta che cessi immediatamente l'illegale, insensata e pluriomicida partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in corso in Afghanistan; torni l'Italia al rispetto della sua carta costituzionale che "ripudia la guerra"; siano fatti rientrare immediatamente in Italia vivi tutti i soldati assurdamente inviati a rischiare di morire e di uccidere in quella guerra. E si adoperi l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione del conflitto, gli aiuti umanitari, la cooperazione internazionale civile e pacifica per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo la pace salva le vite; la guerra e' nemica dell'umanita'.

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Allegato secondo: Per la cessazione della criminale persecuzione e discriminazione razzista in Italia

I partecipanti all'incontro in memoria di Giacomo Matteotti svoltosi il 10 giugno 2013 a Viterbo reiterano la richiesta che siano immediatamente abrogate le criminali e criminogene misure razziste imposte in Italia negli scorsi anni da governanti golpisti e filomafiosi. Cessi la persecuzione dei migranti; cessi la discriminazione razzista. Siano immediatamente approvate le giuste, doverose, necessarie ed urgenti proposte di legge formulate dalla Ministra dell'Integrazione finalmente coerenti con i fondamenti e le finalita' tanto della Dichiarazione universale dei diritti umani quanto della Costituzione della Repubblica Italiana. Ed in particolare affermano ancora una volta "che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia; che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune; che una persona puo' essere perseguita penalmente solo se commette un effettivo reato, non per il solo fatto di esistere; che i campi di concentramento vanno aboliti; che tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita'; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera".

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Allegato terzo: Per la liberazione di Bradley Manning, difensore dei diritti umani che ha denunciato crimini di guerra

I partecipanti all'incontro in memoria di Giacomo Matteotti svoltosi il 10 giugno 2013 a Viterbo si associano alla richiesta che sia liberato e scagionato da ogni accusa Bradley Manning, il difensore dei diritti umani che ha denunciato efferati crimini di guerra.

Tutti i codici giuridici dei paesi civili concordano nel sostenere che chi viene a conoscenza della commissione di omicidi e di stragi ha il dovere di denunciarli; tutte le autentiche tradizioni morali della civilta' umana concordano nel sostenere che occorre adoperarsi per salvare le vite umane, e quindi per impedire agli assassini di poter continuare impunemente a commettere stragi; tutte le esperienze intellettuali costitutive del progresso dell'umanita' concordano nel sostenere che la verita' e' un valore e far conoscere la verita' e' un dovere, a maggior ragione quando dire la verita' salva le vite, mentre il silenzio e' complicita' con la commissione di crimini come omicidi e stragi.

Bradley Manning ha fatto quello che tutti i codici giuridici, tutte le tradizioni morali, tutte le esperienze intellettuali degni di questo nome sostengono che un essere umano abbia il dovere di fare: opporsi alla commissione di crimini, adoperarsi per salvare le vite, far conoscere la verita', difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani ed in primo luogo il primo dei diritti che tutti gli altri fonda: il diritto a non essere uccisi.

Bradley Manning, che per aver agito secondo diritto, secondo morale, secondo ragione e secondo coscienza ha gia' subito detenzione e torture, deve essere liberato, scagionato da ogni accusa, ed onorato per aver rifiutato l'omerta' e la complicita' con le stragi; onorato per aver fatto conoscere la verita' sugli orrori della guerra all'umanita' intera; onorato per essersi opposto alla commissione di crimini e per essersi adoperato per salvare vite umane.

 

5. IL NOSTRO MASSACRO QUOTIDIANO. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

non passa giorno senza che dall'Afghanistan giunga notizia di massacri.

Innumerevoli esseri umani sono gia' morti e continuano a morire vittime di una guerra scellerata e insensata che nessuno puo' illudersi di vincere.

Una guerra scellerata e insensata cui l'Italia partecipa da oltre dieci anni in flagrante violazione della Costituzione della Repubblica Italiana.

Una guerra illegale in cui sono morti anche decine di italiani.

Una guerra costosissima, in cui per uccidere degli esseri umani si sperperano da decenni immense risorse economiche che dovrebbero essere utilizzate invece in difesa ed a promozione della vita, della dignita' e dei diritti degli esseri umani.

Lei queste cose le sa gia'.

Faccia dunque l'unica cosa legittima e ragionevole, moralmente decente, necessaria ed urgente: decida la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra; ed impegni concretamente il nostro paese per la fine della guerra, per il disarmo e la smilitarizzazione del conflitto, per salvare le vite anziche' sopprimerle.

Cessi di essere complice della criminale violazione della Costituzione italiana.

Cessi di essere complice dello sperpero di enormi risorse economiche a fini di morte.

Cessi di essere complice di innumerevoli omicidi.

Cessi di essere complice di questo orrore.

In quanto capo del governo lei e' ora il primo responsabile di una decisione ineludibile: facendo proseguire la partecipazione italiana alla guerra afgana lei e' tra i principali colpevoli delle uccisioni; facendo cessare la partecipazione italiana alla guerra afgana lei puo' diventare un esempio di buona politica, di rispetto del diritto, di agire morale.

Se queste parole la raggiungono, vi rifletta.

E sappia decidersi a fare la cosa giusta: solo la pace salva le vite. La guerra e' nemica dell'umanita'.

Faccia cessare il nostro massacro quotidiano.

 

6. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA REFERENDARIA

 

Il 12 e 13 giugno 2011 la maggioranza del popolo italiano voto' a favore dei quesiti referendari contro la follia nucleare; perche' l'acqua potabile fosse bene comune e diritto umano, e non merce su cui speculare; contro l'impunita' dei potenti.

Due anni dopo la volonta' del popolo italiano continua ad essere violata: vi sono ancora aree del paese in cui la gestione dei servizi idrici e' di fatto privatizzata, ed aree in cui l'acqua potabile non e' erogata. E continua la pretesa dei potenti di restare impuniti per i crimini loro. E l'impegno contro il nucleare e' ancora necessario.

Occorre ancora impegnarsi per il rispetto delle leggi e della volonta' popolare; occorre ancora impegnarsi per i diritti umani fondamentali.

Contro il nucleare civile e militare: in primo luogo per la messa al bando delle armi all'uranio impoverito; per cure adeguate alle persone vittime dell'uranio impoverito; per la bonifica delle aree contaminate; per la gestione adeguata, democratica e trasparente delle scorie; contro l'armamento atomico Usa presente in Italia; contro l'acquisto dei cacciabombardieri F35 predisposti per portare anche armamento atomico.

Per l'acqua bene comune e diritto umano: contro ogni privatizzazione dei servizi idrici; perche' a tutta la popolazione sia erogata acqua potabile.

Per l'uguaglianza di tutte le persone dinanzi alla legge.

Nel secondo anniversario della vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011, deve continuare l'impegno per il diritto alla salute, alla pace, a un ambiente vivibile; per l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

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L'associazione "Respirare" di Viterbo

Viterbo, 12 giugno 2013

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

7. NELLA GIORNATA MONDIALE CONTRO IL LAVORO MINORILE

 

Ricorre il 12 giugno la Giornata mondiale contro il lavoro minorile.

L'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) rileva che sono 215 milioni i minori asserviti al lavoro, e di essi 115 milioni svolgono lavori particolarmente pericolosi.

L'Unicef rileva che sono 150 milioni i bambini tra i 5 e i 14 anni costretti al lavoro, e conferma che 115 milioni di minori tra i 5 e i 17 anni sono sfruttati nelle forme peggiori di lavoro minorile.

La Giornata mondiale contro il lavoro minorile sia occasione di presa di coscienza per tutte le persone di volonta' buona come per la societa' civile globale come per tutte le istituzioni democratiche della assoluta necessita' di un impegno corale con azioni concrete e adeguate per far cessare lo sfruttamento dei bambini, per contrastare la poverta' e la violenza, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi"

Viterbo, 12 giugno 2013

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi", composto da ricercatrici e ricercatori indipendenti che collaborano con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e che si sono formati nei prolungati cicli di seminari di accostamento alla nonviolenza svoltisi a Viterbo e nel viterbese dagli anni Novanta e che tuttora proseguono, ha condotto tra 2010 e 2012 una prolungata ricerca-azione sulla nonviolenza in Italia coinvolgendo a livello nazionale centinaia di studiosi e attivisti amici della nonviolenza; tutti i materiali del lavoro svolto sono stati pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e molti di essi sono presenti su numerosi siti internet al tema dedicati.

 

8. LA GUERRA AFGANA, QUESTO CRIMINE CHE TUTTO AVVELENA. CESSI IMMEDIATAMENTE LA PARTECIPAZIONE ITALIANA

 

La guerra afgana, e la partecipazione italiana a quel massacro.

Non rinascera' in Italia un movimento per la pace finche' non si agira' - con la forza della verita', della democrazia, della legalita'; con la scelta dell'umanita', della solidarieta', della nonviolenza - per porre termine a questo crimine.

Non si tornera' alla legalita' costituzionale finche' non si porra' termine a questo crimine.

Ogni giorno di attesa e' un giorno di stragi in piu'. Ogni giorno di silenzio e' un giorno di sanguinaria complicita' in piu'.

Tutti sanno che quella guerra e' illegale.

Tutti sanno che quella guerra e' criminale.

Tutti sanno che quelle stragi porteranno altro odio e altre stragi.

La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra.

Si adoperi finalmente l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.

Si adoperi finalmente l'Italia per il dialogo e la cooperazione tra i popoli. Vi e' una sola umanita'.

Si adoperi finalmente l'Italia per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ed innanzitutto per il primo e fondamentale diritto: il diritto a non essere uccisi.

Si adoperi finalmente l'Italia per far cessare le stragi e salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

9. MENO ARMI, PIU' VITE SALVATE

 

La tragedia avvenuta in un quartiere alla periferia di Roma, come molte altre analoghe, conferma una dolorosa verita' nota fin dai tempi di Omero: che la disponibilita' delle armi trascina gli esseri umani a uccidere.

Anni fa in Brasile un grande movimento popolare promosse una campagna di distruzione di armi da fuoco e un referendum per abolirne il commercio. La campagna fu efficace, ed anche se il referendum fu perso, resto' una luminosa indicazione di civilta'.

Credo che anche in Italia sia ora di promuovere un movimento popolare contro le armi (per la loro distruzione e per abolirne l'uso, il possesso, il commercio e la produzione), a tutti i livelli: a partire dalle pistole, fino agli F-35, ai proiettili a uranio impoverito, alle bombe atomiche americane stoccate nel nostro paese.

Le armi minacciano e uccidono gli esseri umani. Meno armi, piu' vite salvate.

 

10. FERMARE LA GUERRA, IL RIARMO, LA MILITARIZZAZIONE

 

Solo chi e' accecato non vede come la guerra, il riarmo, la militarizzazione stiano aggredendo l'umanita' e divorando innumerevoli vittime innocenti.

Solo chi e' accecato non vede come la guerra, il riarmo, la militarizzazione siano gli strumenti del potere dittatoriale locale e globale che schiavizza e annienta le persone, devasta e distrugge la biosfera.

Solo chi e' accecato non vede come la guerra, il riarmo, la militarizzazione siano il primo nemico dell'umanita' intera.

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Cominci l'Italia a fermare la guerra, il riarmo, la militarizzazione.

Cominci l'Italia con la cessazione immediata della partecipazione alla guerra afgana.

Cominci l'Italia a difendere il primo diritto di ogni essere umano: il diritto a non essere ucciso.

 

11. NEL SACCO DELL'IMMONDIZIA

 

In una citta' italiana una giovane donna albanese e' stata massacrata di botte e poi chiusa in un sacco dell'immondizia e lasciata su un pianerottolo.

Soccorsa prima che sopravvenisse la morte, e' ora in coma farmacologico.

Tutto e' cosi' nitido in questo orrore: la violenza maschilista, schiavista e razzista, la violenza femminicida, che infierisce sul corpo di una donna considerandola non un essere umano - cosi' fragile, cosi' prezioso -, una persona in cui ti specchi, un valore infinito, ma una cosa, una merce, che si compra e si vende, che si possiede, che si puo' usare senza limiti, che si puo' rompere senza scrupoli, che si getta infine nel sacco dell'immondizia.

Tutto e' cosi' nitido e cosi' sconvolgente: Auschwitz sul ballatoio del condominio.

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Lo stesso giorno: altre notizie di aggressioni, di uccisioni di donne.

E appena ieri: il culmine di una eruzione di barbarie contro una ministra, la nostra ministra Cecile Kyenge, che tutte - tutte - le persone oneste e pensanti ammirano e sostengono; una ministra, la nostra ministra Cecile Kyenge, che propone leggi giuste e necessarie, le leggi giuste e necessarie che tutti - tutti - gli italiani onesti e pensanti desiderano e invocano da anni ed anni: che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia; che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune; che una persona puo' essere perseguita penalmente solo se commette un effettivo reato, non per il solo fatto di esistere; che i campi di concentramento vanno aboliti; che tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita'; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

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Come possiamo sperare di far cessare la guerra, di fermare la distruzione dell'ecosistema, di sconfiggere per sempre il fascismo, se non contrastiamo in modo efficace la violenza maschilista, schiavista e razzista, se non fermiamo il femminicidio?

So che la violenza maschilista e patriarcale e' alla radice di tutte le altre.

So che la violenza maschilista e patriarcale spacca l'umanita' in due, e negando la piena umanita' e la piena titolarita' di diritti alle donne non solo esse opprime con sadica violenza, ma disumanizza altresi' gli uomini riducendoli a carnefici e complici di carnefici.

Sono un uomo, so che questo orrore mi riguarda, mi interpella, non voglio esserne complice.

Sono un uomo, so che oppormi alla violenza maschilista e patriarcale, alla violenza maschilista, schiavista e razzista, alla violenza femminicida, e' il mio primo dovere.

 

12. IL MOTIVO ESSENZIALE

 

Ci sono anche altri motivi per cui l'Italia deve immediatamente cessare di partecipare alla guerra afgana.

Ad esempio quello giuridico: la Costituzione della Repubblica Italiana proibisce all'Italia di partecipare a quella guerra. Lo proibisce e basta. E quindi partecipare a quella guerra e' un crimine. Un crimine che ha gia' provocato innumerevoli morti.

Ad esempio quello economico: l'enorme sperpero di soldi pubblici che la partecipazione italiana alla guerra afgana comporta; soldi rubati ai cittadini italiani; soldi sottratti ai servizi pubblici; soldi che in Italia servirebbero come il pane. E che invece sono gettati nella fornace della guerra afgana per far morire le persone.

Ma il motivo essenziale per cui l'Italia deve immediatamente cessare di partecipare alla guerra afgana e' semplicemente questo: che la guerra uccide gli esseri umani. E che mandare i soldati italiani a morire e ad uccidere in Afghanistan e' un orrore indicibile. Indicibile: infatti tutti coloro che della guerra sono complici cercano di nasconderlo, di occultarlo, di non dirlo. Diciamola invece la tragica verita': la guerra uccide gli esseri umani.

La guerra uccide gli esseri umani, per questo l'Italia ripudia la guerra.

Facciamo valere la legge. Facciamo valere la morale. Facciamo valere la ragione. Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Diciamolo ai governanti. Gridiamolo dai tetti. Scriviamolo sui giornali e sui muri, su tutte le pagine lette e su tutte le pagine bianche, sui vetri e sulle lamiere.

La guerra uccide gli esseri umani.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Solo la pace difende e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

 

13. FERMARE IL FEMMINICIDIO

 

Quanto si e' fatto finora non basta.

Occorrono leggi.

Occorrono interventi amministrativi.

Occorre una piu' forte ed estesa rete di solidarieta'.

Occorre una piu' adeguata azione educativa e di coscientizzazione.

Occorre una mobilitazione politica, una insurrezione nonviolenta.

Quanto si e' fatto finora non basta.

*

Fermare il femminicidio e' il primo dovere: solo se si contrasta la violenza sessuale, la violenza maschilista e patriarcale, la violenza che dimidia e denega l'umanita' di tutti gli esseri umani, la violenza che e' prima radice di tutte le altre violenze, ebbene, solo se si contrasta questa primaria violenza si puo' conseguentemente, concretamente, adeguatamente lottare contro le ideologie e le prassi, i concreti poteri e le effettuali strutture che impongono la schiavitu', il razzismo, la guerra, la distruzione della biosfera.

Fermare il femminicidio. Contrastare la violenza maschilista e patriarcale. E' il primo dovere.

Da questa lotta comincia la liberazione dell'umanita'.

Questa lotta invera la liberta' come bene comune e condivisa responsabilita', l'uguaglianza di diritti come pieno rispetto della dignita' e della diversita' di ogni persona, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene.

Tutto si tiene.

Fermare il femminicidio e' il primo dovere.

 

14. E' SEMPRE IL MOMENTO GIUSTO PER SALVARE LE VITE

 

E' sempre il momento giusto per salvare le vite.

E' sempre il momento giusto per cessare di uccidere.

E' sempre il momento giusto per opporsi alla guerra, nemica dell'umanita'.

*

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. A CASA, A SCUOLA

 

Ieri altre due donne uccise.

Una madre uccisa in casa dal figlio, riferiscono le cronache, per non avergli portato un bicchiere d'acqua. A forza di botte, in un lago di sangue, le ha strappato la vita.

Una professoressa uccisa da un bidello a scuola perche', riferiscono le cronache abbia dichiarato l'assassino, non si era mai accorta che lui in segreto l'amava. Cosi' le ha sparato una, due, tre, quattro, cinque volte.

Fermare il femminicidio: e' il primo dovere.

 

16. RICORDATO MARC BLOCH A VITERBO

 

Si e' svolta la mattina di domenica 16 giugno 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione di Marc Bloch, nell'anniversario dell'uccisione per mano nazista il 16 giugno 1944.

Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune luminose pagine del grande storico ed eroico resistente.

*

Concludendo la commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha messo in rilievo il rigore intellettuale e morale di Bloch, il lascito grande della sua opera, l'imperituro suo insegnamento, la testimonianza inestinguibile. Lo stesso rigore che dispiegava nel suo lavoro di storico presiedeva alle sue scelte civili, all'impegno antifascista. Chi ha meditato sulla sua "Apologia della storia", chi ha letto le sue ricerche e i suoi studi, le sue riflessioni e memorie, ne ha appreso una lezione che non si dimentica: la dirittura personale; la fedelta' al vero nella ricerca attenta, nella ricostruzione acuta e complessa, nell'interpretazione paziente e prudente e rispettosa delle altrui voci; la consapevolezza della civilta' umana come processo inclusivo, e quindi il dovere di prendere e tenere la propria posizione nella lotta comune contro la barbarie, nella lotta dell'umanita' contro l'inumano: il dovere di difendere la verita' dei passati, che non possono piu' difendersi da soli e vivono solo nel nostro ricordo, nella nostra fedelta', nella nostra solidarieta'; il dovere di difendere la possibilita' dei venturi, che vivranno nel mondo che noi gli lasceremo e sta a noi decidere che sia il mondo della fratellanza, dell'uguaglianza, della liberta', o il mondo infero dell'ordine hitleriano, la terra desolata della biosfera ridotta a deserto e rovine, della societa' ridotta a filo spinato e forni crematori; il dovere di difendere la vita dei presenti dalla violenza dei poteri assassini. Lo storico Marc Bloch, il resistente Marc Bloch, il Marc Bloch assassinato dai nazisti ma ancora e per sempre vivo nel cuore e nella mente di ogni persona di retto sentire e di volonta' buona, ci ha insegnato che tu devi difendere l'umanita' intera, che tu sei responsabile di tutto. Non abbiamo dimenticato. Non dimenticheremo mai. La nonviolenza e' in cammino.

*

Marc Bloch, iIlustre storico, nato a Lione nel 1886, docente universitario a Strasburgo e alla Sorbona, fondatore con Lucien Febvre delle "Annales d'histoire economique et sociale" che hanno cosi' potentemente contribuito al rinnovamento della storiografia. Impegnato nella Resistenza, fu assassinato dai nazisti nel 1944. Opere di Marc Bloch: tra i suoi lavori segnaliamo almeno I re taumaturghi, La societa' feudale, Apologia della storia, tutti editi da Einaudi. Opere su Marc Bloch: per un avvio cfr. Massimo Mastrogregori, Introduzione a Bloch, Laterza, Roma-Bari 2001.

 

17. L'INSISTENZA

 

Continuiamo a insistere nella richiesta della cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan, e nella conseguente richiesta dell'impegno italiano per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione: per salvare le vite e promuovere il dialogo, la cooperazione tra i popoli, il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo la pace salva le vite.

Continuiamo a insistere. Col dolore di non aver ancora persuaso il governo, il parlamento, il presidente della repubblica a tornare al rispetto della Costituzione italiana: ci fossimo riusciti, quante vite umane sarebbero state risparmiate.

Continuiamo a insistere, e chiediamo ancora una volta a chi ci legge di riflettere, prendere una decisione, agire: se ritiene che l'iniziativa che stiamo proponendo di inviare lettere al presidente del consiglio dei ministri (e non solo) valga la pena di essere sostenuta, gli chiediamo di farlo. Se ha idee migliori, le metta in atto. Ma facciamo cessare di grazia l'omerta' sul massacro in corso, sulla complicita' italiana, sull'orrore della guerra. Facciamo cessare il silenzio che uccide.

Continuiamo a insistere: cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

 

18. FERMARE LA GUERRA, FERMARE LE STRAGI

 

Fermare la guerra, fermare le stragi.

Deve valere sempre ed ovunque il dovere di non uccidere, di salvare le vite.

Fermare la guerra, fermare le stragi.

Pace, disarmo, smilitarizzazione; rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Fermare la guerra, fermare le stragi.

 

19. CHIEDO VENIA

[Riproduciamo qui una lettera inviata alla mailing-list nonviolenti at lists.nonviolenti.org, lettera che forse reca qualche utile indicazione di metodo]

 

Chiedo venia, ma essendo stato a suo tempo uno dei promotori dell'esperienza della "rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo, la nonviolenza", la cui mailing-list credo sia poi confluita in questa, vorrei esprimere alcuni desiderata in riferimento al suo uso. Chi vorra' ne tenga conto.

*

1. Comunicazione di iniziative. Che questa mailing-list serva per far conoscere alle persone interessate innanzitutto le iniziative delle persone amiche della nonviolenza e delle loro esperienze organizzate;

*

2. Circolazione di materiali di riflessione e di proposte di mobilitazione. Che questa mailing-list serva per far circolare materiali di riflessione (e quindi anche proposte di mobilitazione) che siano essi stessi frutto di riflessione (e la cui veridicita', ragionevolezza ed adeguatezza sia preventivamente verificata anche da chi li ridiffonde);

*

3. Discussione di questioni controverse. Che questa mailing-list serva anche per discutere di tutte le questioni controverse di comune interesse: ma a tal fine suggerirei di adottare cinque criteri:

a) evitare gli insulti e non replicare agli insulti;

b) essere ragionevolmente certi della veridicita' e della correttezza di cio' che si afferma o si riporta;

c) evitare di falsificare il pensiero altrui e non replicare alle falsificazioni del proprio pensiero;

d) intervenire nel dibattito solo se si ha qualcosa da dire che altri non abbiano gia' detto;

e) adottare nell'esprimersi i tre criteri del cosiddetto ""decalogo del giornalista": verita' almeno presuntiva dei fatti riferiti, interesse pubblico delle questioni proposte, "continenza" nell'espressione.

*

Postilla

Ricordarsi che siamo fallibili.

Ricordarsi che il male fatto e' irreversibile.

Cordialmente,

 

20. IL SEGRETO DI PULCINELLA, E DI DRACULA

 

Anni ed anni di massacri.

Un oceano di sangue umano versato.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

 

21. NELLO SCATOLONE

 

Le agenzie di stampa riferiscono che nei pressi di una cittadina umbra e' stato ritrovato in uno scatolone il corpo morto di una donna.

Lo scatolone in cui si collocano gli oggetti, gli oggetti rotti. L'abbandono nei campi in guisa di discarica. Il corpo umano come fosse nulla. L'estrema denegazione di una persona e con essa dell'intera storia della civilta' umana; l'oltraggio all'intera umanita': dei defunti, dei viventi, dei venturi.

Scriviamo queste parole mentre ci manca il respiro.

*

Ripubblichiamo ancora l'appello seguente che reca una forte, nitida, adeguata proposta di azione.

*

E pensiamo che occorrerebbe anche uno sciopero di tutti gli uomini di volonta' buona.

Di tutti gli uomini che nelle loro menti e nelle loro viscere sentono di non poter sopportare piu' questo orrore: il femminicidio, la violenza sessuale, il maschilismo e il patriarcato.

Di tutti gli uomini che vogliono uscire dalla subalternita' alla cultura della violenza, che vogliono rompere la complicita' con la pratica della violenza.

Di tutti gli uomini che alla scuola del femminismo hanno appreso la verita' sulla loro medesima lacerata condizione di uomini, sui loro propri doveri di esseri umani.

Di tutti gli uomini che sanno che una e la stessa e' la lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta in difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera, la lotta per la pace e la giustizia, la lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione, la solidarieta' verso l'umanita' intera e l'intero mondo vivente, la scelta necessaria e urgente della nonviolenza.

 

22. IL LAPSUS DEL GENERALE SEGRETARIO GENERALE

 

Leggo una notizia d'agenzia secondo cui il Segretario Generale della Difesa, generale Claudio Debertolis, avrebbe definito "suicide" le "polemiche sui giornali" in relazione ai famigerati cacciabombardieri F-35.

L'illustre personalita' deve essere incorsa in un lapsus nella sua ardita metafora: non e' suicida la stampa che riferisce delle ragioni dell'opposizione agli F-35: e' omicida l'uso dei cacciabombardieri.

Ed essendo omicida l'uso di questi cacciabombardieri (predisposti per recare anche armamento atomico), e' finalizzata all'omicidio anche la loro realizzazione.

Le armi servono a uccidere gli esseri umani. Meno armi, piu' vite umane salvate.

 

23. DICONO DI VOLER FARE LA PACE

 

Dicono di voler fare la pace.

Bene, smettano di fare la guerra.

 

24. OPPORSI AL FEMMINICIDIO, OPPORSI ALLA VIOLENZA MASCHILISTA E PATRIARCALE

 

All'unanimita' il Senato ha approvato oggi la ratifica della "Convenzione di Istanbul" contro la violenza sulle donne. La Camera lo aveva fatto, sempre all'unanimita', alcune settimane fa. E' un buon inizio. Occorrono adesso azioni concrete.

*

Sempre oggi le agenzie di stampa riferiscono di un'altra donna uccisa a coltellate, in un paese vicino Udine.

*

Opporsi al femminicidio, opporsi alla violenza maschilista e patriarcale: e' il primo dovere di ogni persona decente.

 

25. RICORDATO PIERO GOBETTI A VITERBO

 

Si e' svolta la mattina di mercoledi' 19 giugno 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione di Piero Gobetti, nell'anniversario della nascita avvenuta a Torino il 19 giugno 1901.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati con viva commozione alcuni indimenticabili scritti del grande intellettuale antifascista.

*

Concludendo la commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricordato che sono cosi' tanti e cosi' grandi i doni che il movimento di liberazione dell'umanita' ha ricevuto da Piero Gobetti che ci si trova in enorme difficolta' a volerne indicare alcuni a mo' di sintesi.

La virtu' dell'intransigenza, che lungi dall'essere la stolta cecita' dei dogmatici e' il fervido impegno - la profonda fedelta' a se stessi e all'umanita' - di chi sa che di tutto si puo' e si deve dubitare ma di una cosa no: del dovere di opporsi alla menzogna e alla violenza, del dovere di opporsi ad ogni potere che opprime.

La persuasione che "chi sa combattere e' degno di liberta'" (come scrive a conclusione del capitolo sulla lotta di classe ne La rivoluzione liberale), e le molte cose che ne discendono: la fiducia nella lotta (analoga a quella che fu di Gramsci contro ogni determinismo); la visione conflittualista della societa' e delle sue dinamiche, della civilta' umana e dei suoi progressi (nel nesso conflitto-cooperazione, che corrisponde a quello uguaglianza-diversita' che fonda la democrazia); l'appello alla buona battaglia, senza esitazioni.

La sua "volonta' di riforma e di luce" (sono parole di Franco Venturi).

Il suo essere "l'uomo che sapeva dare l'esempio" (sono parole sue riferite a Giacomo Matteotti, nel ritratto che ne pubblico' all'indomani dell'assassinio).

Da Gobetti forse piu' che da chiunque altro scaturisce la piu' luminosa delle caratteristiche condivise dell'antifascismo e della Resistenza italiana: da Gobetti forse piu' che da chiunque altro l'antifascismo e la Resistenza italiana ereditano quella moralita' che e' il cuore pulsante della lotta contro lo scellerato ordine mussoliniano ed hitleriano, quella moralita' che e' il cuore pulsante della Costituzione della Repubblica Italiana, quella Costituzione che e' ancora oggi non solo unico fondamento di un'identita' nazionale decente, ma programma politico di democrazia progressiva da adempiere ancora.

E nella vicenda dell'Italia repubblicana, e nei compiti nostri dell'ora presente, e' eredita' gobettiana la lotta antimafia. E' eredita' gobettiana la lotta contro il regime della corruzione. E' eredita' gobettiana la lotta in difesa dei beni comuni. E' eredita' gobettiana la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Gobetti e' per noi concreto maestro di nonviolenza in cammino.

*

I partecipanti all'incontro, nel ricordo di Gobetti, dell'intransigenza di Gobetti, dell'impegno intellettuale, morale e civile di Gobetti, della testimonianza eroica di Gobetti, hanno espresso condivisione delle iniziative in cui la struttura nonviolenta viterbese e' particolarmente impegnata:

a) per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan;

b) per la rinuncia dello stato italiano alla produzione e all'acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35, e per una politica di disarmo e smilitarizzazione: meno armi, piu' vite salvate;

c) per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza;

d) contro il razzismo, per la cessazione della scellerata persecuzione dei migranti, per l'immediata abolizione delle incostituzionali misure razziste imposte da governi golpisti; e per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ed in particolare per una normativa fondata sulle seguenti evidenze: che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia; che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune; che una persona puo' essere perseguita penalmente solo se commette un effettivo reato, non per il solo fatto di esistere; che i campi di concentramento vanno aboliti; che tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita';

e) contro il femminicidio, la violenza sessuale, il maschilismo e il patriarcato - di cui il femminicidio e' la manifestazione estrema.

*

Piero Gobetti, nato a Torino nel 1901 e deceduto in esilio a Parigi nel 1926, editore, scrittore, organizzatore, e' stato una delle coscienze piu' lucide ed alte dell'antifascismo. Opere di Piero Gobetti: le Opere complete sono edite da Einaudi (Scritti politici, Einaudi, Torino 1960; Scritti storici, letterari e filosofici, Einaudi, Torino 1969; Scritti di critica teatrale, Einaudi, Torino 1974); l'edizione anastatica de "La Rivoluzione Liberale" e' stata pubblicata da Guanda, Parma 1967; la ristampa anastatica de "Il Baretti" dalla Bottega d'Erasmo, Torino 1977; una edizione economica e commentata del fondamentale saggio gobettiano La rivoluzione liberale e' stata pubblicata dalla Newton Compton, Roma 1998. Opere su Piero Gobetti: si vedano almeno - tra molti altri - i volumi di Paolo Bagnoli, Norberto Bobbio, Saverio Festa, Umberto Morra di Lavriano, Claudio Pogliano, Paolo Spriano, e naturalmente di Ada Gobetti. Di fondamentale utilita' il sito del Centro studi Piero Gobetti: www.centrogobetti.it

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 424 del 9 luglio 2013

 

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