Telegrammi. 1270



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1270 del 10 maggio 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" aderisce all'appello a sostegno delle proposte della ministra Kyenge in difesa dei diritti umani

2. Il partito di Attila alle elezioni comunali di Viterbo

3. Peppe Sini: L'orrore

4. Un incontro di studio su Saffo a Viterbo

5. Saffo

6. Saffo tradotta da Salvatore Quasimodo

7. Saffo tradotta da Manara Valgimigli

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" ADERISCE ALL'APPELLO A SOSTEGNO DELLE PROPOSTE DELLA MINISTRA KYENGE IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI

 

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" aderisce all'appello promosso dall'Associazione "Respirare" a sostegno delle proposte di legge della ministra Cecile Kyenge in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Esprimiamo gratitudine e sostegno alla ministra Cecile Kyenge.

*

Chiediamo che siano al piu' presto approvate da governo e parlamento leggi che riconoscano:

- che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia;

- che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune;

- che una persona puo' essere perseguita penalmente solo se commette un effettivo reato, non per il solo fatto di esistere;

- che i campi di concentramento vanno aboliti;

- che tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita';

- che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

*

Chiediamo quindi anche che siano al piu' presto abolite tutte le abominevoli misure razziste imposte in anni passati da precedenti governi, che violano la Costituzione della Repubblica Italiana e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi"

Viterbo, 9 maggio 2013

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi", composto da ricercatrici e ricercatori indipendenti che collaborano con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e che si sono formati nei prolungati cicli di seminari di accostamento alla nonviolenza svoltisi a Viterbo e nel viterbese dagli anni Novanta e che tuttora proseguono, ha condotto tra 2010 e 2012 una prolungata ricerca-azione sulla nonviolenza in Italia coinvolgendo a livello nazionale centinaia di studiosi e attivisti amici della nonviolenza; tutti i materiali del lavoro svolto sono stati pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e molti di essi sono presenti su numerosi siti internet al tema dedicati.

 

2. L'ORA. IL PARTITO DI ATTILA ALLE ELEZIONI COMUNALI DI VITERBO

 

Alle elezioni comunali di Viterbo si presenta in tutto il suo fiammeggiare il partito di Attila, quello che dove passava non cresceva piu' niente.

Ed infatti quasi tutte le liste si presentano infarcite di manutengoli consci e inconsci della lobby affaristica di estrema destra che voleva massacrare la salute e i diritti dei viterbesi e devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame realizzandovi un nocivo, distruttivo, illegale ed insensato mega-aeroporto.

Che dire del signore che si sbracciava in pro del mega-aeroporto e che ora si candida "a vicesindaco" (la legge non lo prevede: in realta' ci si candida solo a sindaco o a consigliere comunale; ma la destra italiana ha poca confidenza col rispetto delle regole e col principio di realta', Berlusconi docet) addirittura pretendendo di presentarsi come difensore di cultura e ambiente? Come mettere il lupo a custode delle pecore.

E che dire della lista leghista e mussoliniana che oggi tromboneggia di termalismo ed invece ha tra l'altro un consigliere comunale uscente che e' stato punta di lancia dell'azione della lobby del mega-aeroporto e finanche segretario della sua acrobatica organizzazione propagandistica? Fosse dipeso da loro, il termalismo a Viterbo avrebbe ricevuto un colpo mortale.

E che dire delle due coalizioni che andarono al ballottaggio nel 2008 al grido unanime "Mega-aeroporto o morte" neanche fossero una sorta di Garibaldi e Nino Bixio oscenamente degradati e carnevalizzati?

La destra neofascista, la destra berlusconiana, la destra andreottiana e filomafiosa rediviva dopo aver turpemente e tristamente colonizzato il Pd e dintorni, i neofascisti travestiti da giovanilisti, tutti costoro sono stati complici della lobby del mega-aeroporto: di quell'immane inganno, di quell'immane danno: molti pubblici denari sono stati sperperati assurdamente; molto tempo e' stato dissipato follemente; ed invece molte cose buone e necessarie non sono state fatte mentre potevano benissimo essere realizzate dal 2007 ad oggi se amministratori insipienti ed irresponsabili non fossero stati complici, ovvero non fossero caduti nella grottesca trappola di una lobby scandalosa, nella mega-truffa del mega-aeroporto.

*

Sara' quindi opportuno ricordare ancora una volta cio' che abbiamo piu' volte ripetuto, ovvero che "la realizzazione del mega-aeroporto nel cuore della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, di cui fece memoria Dante nella Divina Commedia, avrebbe avuto come inevitabili immediate e disastrose conseguenze: lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio. L'area del Bullicame va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita. E nell'ambito della mobilita' la provincia di Viterbo ha bisogno piuttosto di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, Orte e Civitavecchia; una mobilita' adeguata e coerente con la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive dell'Alto Lazio".

*

E per fortuna che la lotta della Viterbo onesta e ragionevole e' riuscita ad impedire quel crimine contro la natura, contro la storia, contro la civilta', contro la popolazione viterbese e l'umanita'. Cosicche' alla fine lo stesso Ministro dei Trasporti con l'Atto di indirizzo per la definizione del piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale emanato il 29 gennaio 2013 ha dovuto effettualmente riconoscere che un mega-aeroporto nocivo e distruttivo nel cuore dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame sarebbe un crimine e una follia, e quindi non si deve fare.

*

Alle elezioni comunali di Viterbo i cittadini solleciti del pubblico bene non votino le liste e i candidati del partito di Attila.

Votino per liste decenti e per candidati che siano persone oneste, coscienti, responsabili.

Difendere la nostra terra, la civilta' umana, la biosfera, e' diritto e dovere di ogni persona. Vi e' una sola umanita' in un'unica Terra casa comune di tutti gli esseri umani.

*

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 9 maggio 2013

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti ha promosso e guidato dal 2007 la vittoriosa mobilitazione popolare che ha difeso la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria dalla minaccia di una illegale ed irreversibile devastazione. Il comitato e' animato da alcune delle piu' stimate personalita' dell'impegno morale e civile nell'Alto Lazio; tra i suoi fondatori anche il compianto Alfio Pannega (1925-2010), luminoso maestro di dignita', simbolo indimenticabile della Viterbo popolare, antifascista e solidale.

 

3. L'ORA. PEPPE SINI: L'ORRORE

 

"L'orrore. L'orrore"

(Joseph Conrad, Cuore di tenebra)

 

Elezioni comunali a Viterbo. Trovo nella cassetta della posta un volantino con cui la lista ad personam di un assessore provinciale gia' democristiano, poi berlusconiano, poi casiniano, i cui galoppini in questa campagna elettorale sono stati gia' denunciati per violazione della legge, promette che "offrira' visite dentistiche gratuite per i bambini".

Un personaggio membro da decenni del sistema di potere che ha devastato la sanita' pubblica, che ha massacrato i diritti sociali, che ha ridotto alla miseria il paese, che sta distruggendo la democrazia, che a Viterbo da anni ci costringe a bere acqua avvelenata con la quale non ci si dovrebbe nemmeno lavare i denti. Adesso costui si presenta alle elezioni con la sua lista ad personam e promette che "offrira' visite dentistiche gratuite per i bambini".

Non credevo si potesse arrivare a tanto.

L'orrore. L'orrore.

 

4. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO SU SAFFO A VITERBO

 

Si e' svolto giovedi' 9 maggio 2013 a Viterbo un incontro di studio dell'opera superstite di Saffo, alle origini della poesia lirica.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati tutti i frammenti residui della poetessa, utilizzando ove disponibili alcune delle piu' prestigiose traduzioni in lingua italiana (Quasimodo e Valgimigli in particolare) ovviamente riscontrandole sul testo greco.

 

5. MAESTRE. SAFFO

[Riproponiamo ancora una volta la seguente nota e i seguenti testi di Saffo nella traduzione di Salvatore Quasimodo e di Manara Valgimigli]

 

"Con Saffo nasce, nella poesia del mondo, l'interiorita'" (cosi' Enzo Mandruzzato, Lirici greci dell'eta' arcaica, Rizzoli, Milano 1994, 2001, p. 169). "Saffo e' tra i piu' grandi creatori di linguaggio" (cosi' Filippo Maria Pontani nella prefazione a Saffo, Alceo, Anacreonte, Liriche e frammenti, Einaudi, Torino 1965, 1997, p. 6).

Con Saffo per la prima volta nella coscienza e nella storia umana, cosi' come noi le conosciamo, affiora e prende forma l'idea e la prassi della nonviolenza.

*

Saffo e' fiorita nell'isola di Lesbo, ove visse quasi sempre a Mitilene, tra il VII e il VI secolo a. C.

Salvatore Quasimodo, tra i maggiori poeti del Novecento, nacque nel 1901 e scomparve nel 1968. Manara Valgimigli, grecista insigne, nacque nel 1876 e scomparve nel 1965.

Alcune altre traduzioni: quelle di Gennaro Perrotta ora si possono leggere in Lirici greci, a cura di Umberto Albini, traduzione di Gennaro Perrotta, Le Monnier, Firenze 1972, Garzanti, Milano 1976, 1980; quelle di Enzo Mandruzzato in Id. (a cura di), Lirici greci dell'eta' arcaica, Rizzoli, Milano 1994, 2001; quelle di Filippo Maria Pontani in Id. (a cura di), Saffo, Alceo, Anacreonte, Liriche e frammenti, Einaudi, Torino 1965, 1997.

Tra le edizioni economiche recenti segnaliamo particolarmente: Saffo, Poesie, traduzione e note di Fanco Ferrari, con ampia ed impegnata introduzione di Vincenzo Di Benedetto, Rizzoli, Milano 1987. E ancora: Saffo, Poesie, a cura di Ilaria Dagnini, Newton Compton, Roma 1982, 1991; e naturalmente: Lirici greci. Saffo, Alceo, Anacreonte, Ibico, a cura di Giulio Guidorizzi, Mondadori, Milano 1993. Tutte con testo a fronte.

L'edizione critica oggi di riferimento e' quella curata da Eva-Maria Voigt, Sappho et Alcaeus. Fragmenta, Amsterdam 1971.

Tra innumerevoli altri trascegliendo, tre libri ancora almeno mettera' forse conto segnalare: Gennaro Perrotta, Bruno Gentili, Polinnia. Poesia greca arcaica, D'Anna, Messina-Firenze 1948 e piu' volte ristampata (e' un'antologia ad uso dei licei, ma la raccomanderemmo ad ogni lettore e lettrice); Salvatore Nicosia, Tradizione testuale diretta e indiretta dei poeti di Lesbo, Edizioni dell'ateneo, Roma 1976 (utile per farsi un'idea di alcune questioni filologiche ed esegetiche); Bruno Gentili, Poesia e pubblico nella Grecia antica, Laterza, Roma-Bari 1984.

Ovviamente chi volesse accostare la letteratura greca nel suo ampio respiro troverebbe un amico e un compagno di viaggio buono e fedele in Albin Lesky, Storia della letteratura greca, 3 voll., Il Saggiatore, Milano 1962, 1996.

 

6. MAESTRE. SAFFO TRADOTTA DA SALVATORE QUASIMODO

[Da Salvatore Quasimodo, Lirici greci, Edizioni di "Corrente", Milano 1940, poi piu' volte ristampato presso Mondadori; noi qui abbiamo utilizzato l'edizione Mondadori, Milano 1979]

 

Ad Afrodite

 

O mia Afrodite dal simulacro

colmo di fiori, tu che non hai morte,

figlia di Zeus, tu che intrecci inganni,

o dominatrice, ti supplico,

non forzare l'anima mia

con affanni ne' con dolore,

 

ma qui vieni. Altra volta la mia voce

udendo di lontano la preghiera

ascoltasti, e lasciata la casa del padre

sul carro d'oro venisti.

 

Leggiadri veloci uccelli

sulla nera terra ti portarono,

dense agitando le ali per l'aria celeste.

 

E subito giunsero. E tu, o beata,

sorridendo nell'immortale volto

chiedesti del mio nuovo patire,

e che cosa un'altra volta invocavo,

 

e che piu' desideravo

nell'inquieta anima mia.

"Chi vuoi che Peito spinga al tuo amore,

o Saffo? Chi ti offende?

 

Chi ora ti fugge, presto t'inseguira',

chi non accetta doni, ne offrira',

chi non ti ama, pure contro voglia,

presto ti amera'".

 

Vieni a me anche ora;

liberami dai tormenti,

avvenga cio' che l'anima mia vuole:

aiutami, Afrodite.

 

*

 

A me pare uguale agli dei

 

A me pare uguale agli dei

chi a te vicino cosi' dolce

suono ascolta mentre tu parli

 

e ridi amorosamente. Subito a me

il cuore si agita nel petto

solo che appena ti veda, e la voce

 

si perde sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e ho buio negli occhi e il rombo

del sangue alle orecchie.

 

E tutta in sudore e tremante

come erba patita scoloro:

e morte non pare lontana

a me rapita di mente.

 

*

 

Invito all'Erano

 

Venite al tempio sacro delle vergini

dove piu' grato e' il bosco e sulle are

fuma l'incenso.

 

Qui fresca l'acqua mormora tra i rami

dei meli: il luogo e' all'ombra di roseti,

dallo stormire delle foglie nasce

profonda quiete.

 

Qui il prato ove meriggiano i cavalli

e' tutto fiori della primavera,

e gli aneti vi odorano soavi.

 

E qui con impeto, dominatrice,

versa Afrodite nelle tazze d'oro

chiaro vino celeste con la gioia.

 

*

 

Plenilunio

 

Gli astri d'intorno alla leggiadra luna

nascondono l'immagine lucente,

quando piena piu' risplende, bianca

sopra la terra.

 

*

 

A Gongila

 

O mia Gongila, ti prego:

metti la tunica bianchissima

e vieni a me davanti: intorno a te

vola desiderio d'amore.

 

Cosi' adorna, fai tremare chi guarda;

e io ne godo, perche' la tua bellezza

rimprovera Afrodite.

 

*

 

Tramontata e' la luna

 

Tramontata e' la luna

e le Pleiadi a mezzo della notte;

anche giovinezza gia' dilegua,

e ora nel mio letto resto sola.

 

Scuote l'anima mia Eros,

come vento sul monte

che irrompe entro le querce;

e scioglie le membra e le agita,

dolce amara indomabile belva.

 

Ma a me non ape, non miele;

e soffro e desidero.

 

*

 

E di te nel tempo

 

Tu morta, finirai li'. Ne' mai di te

si avra' memoria; e di te nel tempo

mai ad alcuno nascera' amore,

poi che non curi le rose della Pieria.

 

E sconosciuta anche nella casa dell'Ade,

andrai qua e la' fra oscuri

morti, svolazzando.

 

*

 

Sulle belle chiome metti ghirlande

 

Tu, o Dice, sulle belle chiome metti ghirlande,

dalle tenere mani intrecciate con steli di aneto,

perche' le Cariti felici accolgono

chi si orna di fiori: fuggono chi e' senza ghirlande.

 

*

 

Ho parlato in sogno

 

Ho parlato in sogno con te, Afrodite.

 

*

 

Sulla tenera erba appena nata

 

Piena splendeva la luna

quando presso l'altare si fermarono:

 

e le Cretesi con armonia

sui piedi leggeri cominciarono spensierate a girare intorno all'ara

sulla tenera erba appena nata.

 

*

 

Vorrei veramente essere morta

 

Vorrei veramente essere morta.

Essa lasciandomi piangendo forte,

 

mi disse: "Quanto ci e' dato soffrire,

o Saffo: contro mia voglia

io devo abbandonarti".

 

"Allontanati felice" risposi

"ma ricorda che fui di te

sempre amorosa.

 

Ma se tu dmenticherai

(e tu dimentichi) io voglio ricordare

i nostri celesti patimenti:

 

le molte ghirlande di viole e rose

che a me vicina, sul grembo

intrecciasti col timo;

 

i vezzi di leggiadre corolle

che mi chiudesti intorno

al delicato collo;

 

e l'olio da re, forte di fiori,

che la tua mano lisciava

sulla lucida pelle;

 

e i molli letti

dove alle tenere fanciulle joniche

nasceva amore della tua bellezza.

 

Non un canto di coro,

ne' sacro, ne' inno nuziale

si levava senza le nostre voci;

 

E non il bosco dove a primavera

il suono..."

 

*

 

A Ermes

 

Ermes, io lungamente ti ho invocato.

In me e' solitudine: tu aiutami,

despota, che' morte da se' non viene;

nulla m'allieta tanto che consoli.

 

Io voglio morire:

voglio vedere la riva d'Acheronte

fiorita di loto fresca di rugiada.

 

*

 

Ad Attide ricordando l'amica lontana

 

Forse in Sardi

spesso con la memoria qui ritorna

 

nel tempo che fu nostro: quando

eri Afrodite per lei e al tuo canto

moltissimo godeva.

 

Ora fra le donne Lidie spicca

come, calato il sole,

la luna dai raggi rosa

 

vince tutti gli astri, e la sua luce

modula sull'acque del mare

e i campi presi d'erba:

 

e la rugiada illumina la rosa,

posa sul gracile timo e il trifoglio

simile a fiore.

 

Solitaria vagando, esita

a volte se pensa ad Attide:

di desiderio l'anima trasale,

il cuore e' aspro.

E d'improvviso: "Venite!" urla;

 

e questa voce non ignota

a noi per sillabe risuona

scorrendo sopra il mare.

 

*

 

Muore il tenero Adone

 

"Muore il tenero Adone, o Citerea:

e noi che faremo?"

"A lungo battetevi il petto, fanciulle,

e laceratevi le vesti".

 

*

 

Quale dolce mela

 

Quale dolce mela che su alto

ramo rosseggia, alta sul piu'

alto, la dimenticarono i coglitori;

no, non fu dimenticata: invano

tentarono di raggiungerla...

 

*

 

Come il giacinto

 

Come il giacinto che i pastori pestano

per i monti, e a terra il fiore purpureo

sanguina.

 

*

 

Quanto disperse la lucente Aurora

 

E'spero, tutto riporti

quanto disperse la lucente Aurora:

riporti la pecora,

riporti la capra,

ma non riporti la figlia alla madre.

 

*

 

Fanciullezza

 

"Fanciullezza, fanciullezza, mi lasci, dove vai?"

"Non tornero' piu' da te, mai piu' ritornero'".

 

*

 

Ho una bella fanciulla

 

Ho una bella fanciulla

simile nell'aspetto ai fiori d'oro,

la mia Cleide diletta.

Io non la darei ne' per tutta la Lidia

ne' per l'amata...

 

7. MAESTRE. SAFFO TRADOTTA DA MANARA VALGIMIGLI

[Da Manara Valgimigli, Saffo, Archiloco e altri lirici greci, Le Lettere, Firenze 1989; la prima edizione delle traduzioni da Saffo di Valgimigli era apparsa col titolo Saffo e altri lirici greci, Edizioni del Pellicano, Vicenza 1942; il testo che utilizziamo riproduce fedelmente l'edizione Mondadori, Milano 1968]

 

Lira divina

 

Orsu', lira divina,

tu parla,

sii tu la mia voce.

 

Per la gioia delle mie compagne

questi canti

con bella voce io voglio ora cantare.

 

*

 

Amore

 

Scuote amore il mio cuore

come vento nei monti

si abbatte su querce.

 

Dolce madre,

non posso piu' tessere la tela:

desiderio di un fanciullo mi ha vinta,

e la molle Afrodite.

 

Fermati, caro, rimani

davanti a me; distendi

la grazia che e' nel tuo sguardo.

 

*

 

Preghiera ad Afrodite

 

Afrodite dal trono dipinto,

Afrodite immortale, figlia di Zeus,

tessitrice d'inganni, ti prego,

non domare con pene e con ansie d'amore,

o Regina, il mio cuore.

 

E qui vieni. Altra volta venisti;

pur di lontano udisti la mia voce,

e del padre lasciasti la reggia

su l'aureo cocchio aggiogato.

 

Te conducevano leggiadri passeri snelli

sopra la nera terra

fitte agitando giu' dal cielo le ali

per gli eterei spazi.

 

Rapidamente giunsero. E tu, o Beata,

sorridendo dal tuo volto immortale,

mi chiedevi che pena ancora pativo,

che cosa ancora invocavo,

 

e chi nel mio cuore in delirio

follemente desideravo - "Chi cerchi

che ancora Peito riporti al tuo amore?

chi ti fa male, o Saffo?

 

Oh, ma se ora ti fugge, presto t'inseguira',

se doni rifiuta, presto doni fara',

se gia' non ti ama, presto ti amera',

anche contro sua voglia".

 

Vieni a me anche ora: da cosi' triste

pena di amore mi sciogli; quanto

brama il mio cuore si compia, tu compi;

tu stessa mi assisti.

 

*

 

Gioia di amore

 

Beato e', come un dio,

chi davanti ti siede e ti ode,

e dolci parole tu dici e dolce-

mente sorridi.

 

Subito mi sobbalza, appena

ti guardo, dentro nel petto il cuore,

e voce piu' non mi viene,

e mi si spezza

 

la lingua, e una fiamma sottile

mi corre sotto la pelle,

con gli occhi piu' niente vedo,

romba mi fanno

 

gli orecchi, sudore mi bagna,

tremore tutta mi prende,

piu' verde dell'erba divento

e quasi mi sento,

 

o Agallide, vicina a morire.

...

 

*

 

La tua veste mi fa tremare...

 

Vieni, ti prego, Gongila, nel tuo

mantello di latte;

ancora a te dattorno volano

e Poto e Peito,

tanto sei bella.

Questa stessa tua veste

solo a guardarla

mi fa tremare; di gioia

rabbrividisco.

 

*

 

Gelosia

 

Ecco che Amore ancora

mi da' tormento:

Amore che scioglie le membra,

amore dolce e amaro,

fiera sottile e invincibile.

 

Attide, di volermi bene

ti venne fastidio

e corri da Andromeda.

 

Di me ti prese

dimenticanza

ed altri tu ami piu' di me.

 

*

 

Lontana

 

...

Lontana, in Sardi, ella e',

ma qui abita sempre il suo cuore.

 

Quando eravamo insieme

tu eri una dea per lei,

e il tuo cantare

la sua gioia piu' grande.

 

Ora, tra le donne di Lidia,

brilla di bellezza quale,

caduto il sole,

splende la luna dalle dita di rosa

 

tutte le stelle vincendo;

e la sua luce posa

sul salso mare

e sopra le campagne fiorite,

 

e la fresca rugiada discende,

e si aprono le rose

e i teneri timi

e il meliloto in fiore.

 

E sempre, lontana, la cara

Attide rammentando,

di desiderio si strugge

e tristezza le pesa sul cuore.

 

E alto grida che andiamo cola',

e il suo grido, attraverso il mare,

ce lo ridice

la notte dalle molte orecchie.

 

*

 

Distacco

 

...

"Morire vorrei, veramente".

In grande pianto ella mi lasciava.

 

E anche questo mi disse:

"Ahime' quale pena, Saffo, io patisco,

con quanto dolore ti lascio".

 

E a lei io rispondevo:

"Va', sii lieta z ricorda

quante cose dolci e belle godemmo insieme.

 

Molte corone di viole

e di rose e di intrecciati crochi

intorno al capo vicina a me tu cingevi,

 

e ghirlandette molte

al tenero collo annodavi

di fiori di primavera;

 

e di molto e lucido unguento

stillato da fiori e di regale

nardo la morbida chioma ti ungevi..."

...

 

*

 

Malinconia

 

Tramontata e' la luna;

tramontate sono le Pleiadi;

a mezzo e' la notte; l'ora

passa; io sono qui, sola.

 

*

 

La riviera di Acheronte

 

Gioia di vivere non ho piu':

voglia di morire mi prende

e di vedere i loti freschi di rugiada

su la riviera di Acheronte.

 

*

 

Cariti e muse

 

O pure Cariti dalle braccia di rosa,

a me venite, vergini figlie di Zeus...

 

Cariti delicate, Muse di belle chiome...

 

E me gloriosa fecero

col dono di loro canti le Muse.

 

*

 

Non e' lecito il pianto

 

Non e' lecito il pianto

nella casa di chi serve alle Muse:

piangere a noi non si addice.

 

*

 

A donna incolta

 

Mentre tu giacerai,

ne' piu' memoria sara' di te

ne' piu' rimpianto, che' non cogliesti

le rose della Pieria;

e ombra ignota anche nell'Ade

ti aggirerai

tra buie ombre di morti

via volando sperduta.

 

*

 

Collera

 

Quando la collera gonfia il tuo cuore

tieni in freno la lingua

che abbaia parole vane.

 

*

 

Donna rozza

 

E come puo' molcerti il cuore

cosi' rustica donna e goffa

che nemmeno sa alzarsi la gonna

sulle caviglie?

 

*

 

Quanta spocchia!

 

Sciocca,

quante arie ti dai per un anello!

 

*

 

Verginita'

 

Verginita', verginita',

perche' mi lasci, dove vai?

Non piu' verro' da te

non piu' verro'.

 

Come la dolce mela rosseggia

in alto sul ramo,

alta sul ramo piu' alto.

Se ne scordarono i coglitori;

no, non se ne scordarono,

ma non la poterono giungere.

 

Quale sui monti fiore di giacinto,

lo pestano coi piedi i pastori,

e a terra

il fiore purpureo giace.

 

*

 

Tu sei piu' bianca...

 

Tu sei piu' bianca del latte,

sei piu' sottile dell'acqua,

nella voce hai piu' canto della pectide,

se scuoti il capo

piu' baldanza hai di un polledro,

e piu' tenera sei di una rosa

e piu' morbida che una calda veste:

tu sei piu' oro dell'oro.

 

*

 

Fanciulle

 

Come figlio alla madre

io volo a te con le ali distese.

 

Fanciulla io vidi

leggera sul prato

cogliere fiori.

 

Ti volli bene, Attide, un tempo:

piccola bimba tu eri,

non anche tocca da grazia di amore.

 

*

 

Voglio una cosa dirti

 

"Voglio una cosa dirti,

ma mi trattiene pudore".

 

"Se di cose nobili e belle

desiderio tu avessi,

se cose brutte a dire

la tua lingua non agitasse,

non velerebbe pudore i tuoi occhi

e cio' ch'e' onesto dire diresti".

 

*

 

Eleganze e mollezze

 

Stanca sei:

su morbidi cuscini

lascia ch'io ti distenda.

 

Veli per il capo

che avevano

soffi e bagliori di porpora

le mando' da Focea

Mnaside, doni preziosi.

 

E intorno di dense e soffici lane

bene stretta si avvolse.

 

Ai piedi,

lucenti di vario colore,

calzaretti bellissimi di Lidia.

 

Quando tu dormi sul cuore

di una tua dolce compagna.

 

*

 

Nel giardino di Afrodite

 

Un boschetto di giovani meli,

sopra gli altari

fumano incensi.

Mormora fresca l'acqua tra i rami

soavemente: tutto il luogo e' ombrato

di rose.

 

Stormiscono le fronde e ne discende

molle sopore.

E di fiori di spigo come a festa

fiorito e' il prato, esalano gli aneti

fragranza di miele.

 

Questa e' la tua dimora, Cipride,

qui tu recingi

le infule sacre e in auree coppe versi,

copiosamente,

nettare e gioia.

 

*

 

Fiori e colori

 

Tutta incoronata di fiori e' la terra,

di fiori di ogni colore.

 

Ceci di oro crescevano

lungo la spiaggia del mare.

 

*

 

Vespero

 

Di tutte le stelle tu sei la piu' bella,

stella del vespero.

 

Tutto riporti

quanto disperse la lucente aurora,

riporti l'agnello,

riporti la capra,

riporti il figlio alla madre...

 

*

 

Quale nei plenilunii sereni...

 

Le stelle intorno alla bella luna

velano il volto lucente

quando piena, al suo colmo,

argentea,

splende su tutta la terra.

 

*

 

Mnasidica

 

E tu di ghirlande recingi

le belle tue chiome, o Dica,

ramoscelli di aneto intrecciando

con delicate mani;

perche' solo a fanciulle incoronate

di fiori

volgono l'occhio le Cariti beate,

dalle altre torcono il volto.

 

*

 

Eros purpureo

 

Ecco, scende dal cielo Eros,

avvolto in una clamide di porpora.

 

*

 

Danze notturne

 

Piena sorgeva la luna

e intorno all'are le fanciulle stettero.

...

Intorno all'amabile ara

fanciulle cretesi, in cadenza,

con molli piedi danzavano,

leggermente sul tenero fiore

dell'erba movendo.

 

*

 

Peito

 

Ha il fulgore dell'oro Peito,

l'ancella di Afrodite.

 

*

 

Colombelle

 

Un gelo si apprese al loro cuore,

e lasciarono cadere le ali.

 

*

 

Il rosignolo

 

Messaggero di primavera,

verde usignolo dal canto soave.

 

*

 

Canti nuziali

 

Coro di vergini, allo sposo:

 

Sposo felice, le nozze

che tu bramavi

sono compiute; la vergine

che tu bramavi

ora e' con te.

 

Coro di giovani, alla sposa:

 

Di grazia il tuo aspetto,

di miele i tuoi occhi,

spande amore il tuo volto soave;

a te sopra tutte le altre

diede suoi doni Afrodite.

 

Coro di vergini, allo sposo:

 

A chi, dolce sposo,

ti posso paragonare?

A ramoscello snello

ti posso paragonare.

 

Giovani e vergini insieme:

 

Salve a te, sposa,

e a te,

sposo gentile,

piu' volte salve.

 

*

 

Hymenaon

 

In alto l'architrave,

Imeneo!

Su in alto levatelo, amici,

Imeneo!

 

E' qui lo sposo simile ad Ares,

Imeneo!

Di un uomo grande piu' grande,

Imeneo!

 

*

 

Veglia nuziale

 

E noi, fanciulle,

tutta la notte cantiamo il tuo amore

e della sposa dal seno di viola.

 

*

 

Il guardiano della porta nuziale

 

Piedi di sette spanne

ha il portiere;

cinque pelli ci vollero di bovi

per le sue scarpe,

dieci calzolai

ci lavorarono.

 

*

 

Nozze in Olimpo

 

Quivi di ambrosia gia' colmo

era il cratere.

Prese Ermes il ciato

e verso' bere agli dei.

E tutti gli dei tenevano in mano

le larghe coppe e libavano

augurando allo sposo

felicita'.

 

*

 

Le nozze di Ettore e Andromaca

 

Venne l'araldo correndo,

Idao messaggero veloce,

e disse:

"Ettore e i suoi compagni,

su navi e navi per il salso mare,

da Tebe sacra e dalle irrigue fonti

della Placia perenni,

la dolce Andromaca scortano

dagli occhi splendenti.

E molte recano armille d'oro,

e molte

trascoloranti vesti di porpora,

e molti

di vario lume gioielli

e tazze di argento e di avorio

innumerevoli".

 

Cosi' disse l'araldo. Prontamente

si levo' il padre. La novella corse

per le ampie vie della citta', giunse

agli amici.

Or ecco le donne di Ilio

a carri di agili ruote

aggiogano i muli. Vi salgono in folla

e madri e vergini di snelle caviglie.

Avanzano anche a lor volta,

su carri distinti,

le figlie del re.

E ai cocchi ricurvi di guerra

sospingono i loro cavalli

giovani in arme.

 

Ora con grande corteggio muovono insieme

verso la sacra Ilio. Si odono cetre

e flauti di dolce suono e strepito

di crotali; con acute voci le vergini

cantano un puro canto: eco di giubilo

ineffabile sale fino al cielo.

E ovunque per le vie sono crateri

e fiale; e bruciano e si mescono profumi

di mirra di casia di olibano, e tutti,

uomini e donne, levano grida e inni.

E alto su tutti squilla il peana ad Apollo,

ad Apollo arciere, ad Apollo dalla bella lira:

e tutti cantano in coro Ettore e Andromaca,

Ettore e Andromaca simili agli dei.

 

*

 

Preghiera per il fratello Carasso

 

O dea di Cipro, e voi Nereidi, fate

che incolume ritorni

qui mio fratello,

e che quanto nel cuore e' a lui piu' caro

tutto si compia. Fate

che quanti nel passato

commise errori tutti li disperda,

e sia di gioia a chi l'ama, e a chi non l'ama

perturbamento;

ne' piu' ci siano nemici tra di noi.

E alla sorella voglia degli onori

suoi fare parte, le doglianze amare

dimenticando ed i rimbrotti

che lui stesso facevano soffrire

e me con lui.

 

*

 

La cosa piu' bella

 

Chi dice un esercito

di cavalieri, e chi di fanti,

e chi di navi schierate

presso la terra nera:

io dico chi uno ama.

...

...

E vedere vorrei di Anactoria

l'amabile passo

e il raggiante splendore del volto.

 

*

 

La figlia di Saffo

 

Una figlietta bella io ho:

pare nel volto un fiorellino d'oro

la mia Cleide.

Per lei

tutta darei la Lidia

e anche l'amata Lesbo.

 

*

 

Alla figlia Cleide

 

Mi diceva mia madre che al suo tempo

se taluna si fosse

con un nodo di porpora legati

giovinetta, i capelli,

gia' questo era per lei grande ornamento;

 

e cosi' di tal altra se al suo capo,

di un color biondo acceso come fiamma,

avesse sovrapposto una ghirlanda

di fiori appena colti.

 

Ma tu vuoi che da Sardi un diadema,

o Cleide, io ti procuri,

un lavorato diadema quali

ci venivano allora

delle citta' della Meonia.

...

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1270 del 10 maggio 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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