Ricordato Pippo Fava a Viterbo nella Giornata internazionale della liberta' di stampa



 

RICORDATO PIPPO FAVA A VITERBO NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LIBERTA' DI STAMPA

 

Si e' svolto venerdi' 3 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", in occasione della Giornata internazionale della liberta' di stampa, un incontro in memoria del grande giornalista e scrittore di straordinario impegno civile Pippo Fava, assassinato dalla mafia a Catania nel 1984.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Pippo Fava.

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Giuseppe Fava, detto Pippo, nacque a Palazzolo Acreide (Siracusa) il 15 settembre 1925. Laureato in giurisprudenza nel 1947, giornalista professionista dal 1952, redattore e inviato speciale nei settori di attualita' e di cinema per riviste come "Tempo illustrato" e "La domenica del Corriere", corrispondente di "Tuttosport", variamente collaboro' a "La Sicilia", dal 1956 al 1980 capocronista del quotidiano "Espresso sera". Drammaturgo, romanziere, autore di libri-inchiesta; nel 1975 ottiene grande successo il suo romanzo Gente di rispetto; nel 1977 pubblica un altro grande romanzo: Prima che vi uccidano. Nel 1983 pubblica L'ultima violenza, da molti considerato il suo capolavoro drammaturgico. Nei primi anni '80 si consuma l'esperienza di direzione del quotidiano catanese "Giornale del Sud", due anni di limpide battaglie civili, antimafia e pacifiste, ed una rottura conclusiva di testimonianza esemplare. Nel gennaio del 1983 esce il primo numero del mensile "I Siciliani" che Fava fonda con un gruppo di giovani: sara' una delle esperienze decisive per il movimento antimafia che si sta formando in Italia, e resta un punto di riferimento fondamentale. Il 5 gennaio 1984 Pippo Fava e' assassinato dalla mafia a Catania. Opere di Giuseppe Fava: I. Opere letterarie e teatrali di Fava pubblicate in volume: Pagine, Ites, Catania 1969; Gente di rispetto, Bompiani, Milano 1975; Prima che vi uccidano, Bompiani, Milano 1977; Passione di Michele, Cappelli, Firenze 1980; Teatro, Tringale, Catania 1988; II. Libri-inchiesta: Processo alla Sicilia, Ites, Catania 1967; I Siciliani, Cappelli, Firenze 1980; Mafia. Da Giuliano a Dalla Chiesa, Siciliani Editori - Editori Riuniti, Roma 1983; III. Opere teatrali di Giuseppe Fava messe in scena: Vortice - Le vie della gloria, Palazzolo Acreide 1947; La qualcosa, Catania 1960; Cronaca di un uomo, Catania 1967; La violenza, Catania 1970; Il proboviro, Catania 1972; Bello bellissimo, Catania 1974; Opera buffa, Taormina 1977; Delirio, Catania 1979; Foemina ridens, Catania 1981; Ultima violenza, Catania 1983; Maffia - Parole e suoni, Catania 1984; Sinfonie d'amore, Catania 1987; IV. Opere teatrali di Giuseppe Fava mai rappresentate: La rivoluzione; America America; Dialoghi futuri imminenti; Il Vangelo secondo Giuda; Paradigma; L'uomo del Nord (incompiuta). [Questa nota e' ripresa dal libro di Rosalba Cannavo', di seguito segnalato]. Opere su Giuseppe Fava: Claudio Fava, La mafia comanda a Catania, Laterza, Roma-Bari 1991; Idem, Nel nome del padre, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Nando dalla Chiesa, Storie, Einaudi, Torino 1990 (e particolarmente il capitolo primo, "I carusi di Fava"); Riccardo Orioles, L'esperienza de "I Siciliani", in Umberto Santino (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 1989; Rosalba Cannavo', Pippo Fava. Cronaca di un uomo libero, Cuecm, Catania 1990.

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Riportiamo di seguito un testo in memoria di Giuseppe Fava gia' piu' volte pubblicato sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

 

Degli infiniti mondi questo era

dei ciarlatani il mondo.

E dei mafiosi.

 

E delle oppresse e degli oppressi in lotta

per il riscatto e per la dignita'.

 

Ti offrivano casse di vini pregiati e sorridendo

ti dicevano di smettere, ma chi te lo fa fare, pensa

alla salute.

 

Ministri e cavalieri, stallieri e magnati

ti guardavano come una sfinge, cosa poteva volere

quella faccia di greco antico

che certo amava la vita.

 

Amava la vita ed amava la Sicilia

che e' la vita quando la vita e' insieme felice e amara.

Amava la Sicilia che e' la Grecia

di Empedocle e il mondo quando tutto

era colmo di dei e di dee. Amava

la Sicilia che non si arrende, la Sicilia

dei contadini e degli zolfatari,

degli emigranti e delle magre donne

forti come la roccia.

 

Era uno come Diderot: fece piu' che delle opere

fece delle persone.

Trovo' compagni e suscito' la lotta, quando

tutti tacevano e lui levo' la voce, e cosi' quando

sarebbe stato facile cedere in una smorfia,

in un ammiccare ironico e lieve, e invece lui

levo' la voce.

 

Lo avevano avvisato, non dite di no. Avvisato

lo avevano, ma lui

niente

e con quel sorriso e con quel cercare grane

sempre d'attorno andando col fiuto e con la tigna.

Lo avevano avvisato ma lui niente

testa dura che voleva spianare le montagne.

 

Poiche' non lo fermarono i sorrisi

poiche' non lo fermavano gli avvisi

poiche' cresceva intorno a lui, tramite lui

quella cosa che si chiama Resistenza

e puoi dirla solamente in lieve soffio,

mandarono a fermarlo infine i killer.

 

Sono passati anni e a quella notte

tante altre fredde notti di dolore

si sono aggiunte tale che s'incrina

il mondo sotto il peso della mole.

 

Sono passati anni e Pippo Fava

e' ancora qui, compagni, e vive ancora

e vivra' ancora finche' tu non cedi.

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 3 maggio 2013

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/