Telegrammi. 1239



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1239 del 9 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. In memoria delle vittime della Shoah

2. Una rilettura di Guy Debord a Viterbo

3. Alcuni testi del mese di giugno 2003 (parte seconda e conclusiva)

4. Fleba il fenicio

5. Una nota

6. Un giorno

7. La nonviolenza e' lotta. Contro tutte le violenze

8. Ancora

9. Dieci parole da Assisi a Gubbio

10. Ancora sulle dieci parole della nonviolenza in cammino da Assisi a Gubbio

11. Sulla proposta di Lidia Menapace e sulle nostre miserie

12. Dieci parole della nonviolenza in dieci profili di costruttrici di pace

13. Una sciocchezza

14. La "Carta" del Movimento Nonviolento

15. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA SHOAH

[Il seguente intervento e' stato diffuso ieri, 8 aprile 2013, dal responsbaile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo]

 

Ricorre oggi la Giornata del ricordo della Shoah (Yom HaShoah) che cade il ventisettesimo giorno del mese di nisan del calendario ebraico.

Insieme alla data del 27 gennaio e' uno dei giorni che convocano l'umanita' a un lutto immedicabile, a una meditazione profonda e ad un'autentica assunzione di responsabilita'.

La memoria della Shoah sia l'antidoto ad ogni complicita' col male.

La memoria della Shoah sia l'appello alla lotta diuturna contro la violenza, la menzogna, l'indifferenza.

Il ricordo delle vittime della Shoah ci chiama a un impegno morale e politico ineludibile: l'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.

E' compito di ogni persona di volonta' buona e di ogni ordinamento giuridico democratico contrastare ogni uccisione ed ogni persecuzione.

E' compito di ogni persona di volonta' buona e di ogni ordinamento giuridico democratico recare aiuto ad ogni essere umano.

Vi e' una sola umanita'.

 

2. INCONTRI. UNA RILETTURA DI GUY DEBORD A VITERBO

 

Si e' svolto lunedi' 8 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su Guy Debord (il pensatore, saggista e cineasta, nato a Parigi nel 1931 e deceduto nel 1994, autore di un testo fondamentale come La societa' dello spettacolo) e l'Internazionale Situazionista (1957-1972).

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dai saggi e dalle opere cinematografiche di Debord e dalla raccolta della rivista "Internazionale Situazionista".

 

3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2003 (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2003.

 

4. FLEBA IL FENICIO

 

I poveri cristi morti affogati nel cuore del Mediterraneo mentre in fuga da miseria, fame, guerre e dittature cercano di approdare nell'Europa che un tempo volle farsi maestra di liberta', uguaglianza e fraternita', e che oggi si presenta fortezza armata di rapinatori e assassini, con sanguinari governanti fautori della politica delle cannoniere. I poveri cristi.

E la gente perbene, che si commuove, che darebbe volentieri un soldino, che poi va alle urne ed affida la cosa pubblica alle camicie brune, e che poi scorrazza la notte per le vie cittadine alla caccia di sesso schiavo, e che gode di una vita di sperpero e dissipazione il cui tenore e' reso possibile solo dalla rapina delle risorse altrui, solo dalla condanna a morte per i quattro quinti dell'umanita'. La gente perbene.

E questa voce che qui scrive queste parole, questa voce impotente e maledetta che conta i morti e ha vergogna di se' e del laido privilegio di cui beneficia.

Vi sono cose che non si possono scrivere.

Ma questo si puo' scrivere: che un modo v'e' per far cessare le stragi di immigrati, ed e' la ragionevole proposta di consentire a tutti gli esseri umani l'accesso all'unica terra che abbiamo, e che e' di tutti. La ragionevole proposta di organizzare un servizio pubblico e gratuito di trasporto che consenta l'ingresso in Italia per tutti coloro che ne fanno richiesta avendone pieno diritto ai sensi di quanto disposto dall'art. 10, comma terzo, della Costituzione della Repubblica Italiana. E cosi' sottrarre tante vite innocenti alla morte; e cosi' strappare tanti uomini e donne dalle grinfie dei poteri criminali; e cosi' sconfiggere il razzismo assassino che ancora una volta ha mietuto le sue vittime, il razzismo assassino dei signori al potere in Italia e in Europa.

 

5. UNA NOTA

 

Come molti che trovarono il nome di "Ormanno F." per la prima volta nell'Ospite ingrato di Fortini pensai che fosse uno specchio, come Filippo Ottonieri per capirci. Anni dopo scoprii che invece era esistito davvero un Ormanno Foraboschi (scomparso nel 1973 lasciando un ricordo profondo e scintillante di se' tra quanti lo conobbero), che alle pp. 126-128 del suo libro su Bianciardi (Vita agra di un anarchico, Baldini & Castoldi, Milano 1993) Pino Corrias ci restituisce di scorcio. Credo di non saperne altro. Questi suoi "proverbi militari" trascrivo di li', dove sono citati - a memoria, da Fortini - a p. 127.

 

6. UN GIORNO

 

Se l'ordine mondiale non fosse l'ordine dei vampiri che condanna alla miseria e alla morte i quattro quinti dell'umanita'; se al comando del nostro paese e del mondo non vi fossero un pugno di razzisti razziatori; se ad ogni essere umano fosse riconosciuto il diritto di muoversi liberamente su tutto il pianeta che e' uno e di tutti, come una e' l'umanita'; allora non vi sarebbero piu' clandestini, ne' in fondo al mare, ne' schiavi e schiave lungo i viali di periferia, nei grevi sottoscala della storia, negli infiniti opifici del dolore.

E tu affrettalo il giorno che finisca questo orrore. E qui e adesso aiuta i fratelli e le sorelle immigrate, e contrasta la norma assassina degli assassini al potere.

In nome della Costituzione della Repubblica Italiana, per quel diritto che l'articolo 10, comma terzo, riconosce a tutti gli esseri umani: sia abolita l'incostituzionale legge Bossi-Fini, siano aboliti i campi di concentramento istituiti dalla legge Turco-Napolitano, sia denunciato il trattato di Maastricht laddove confligge con fondamentali diritti umani, sia riconosciuto il diritto d'asilo a tutti coloro che appunto ne hanno diritto, si salvino le vite innocenti che oggi il nostro ordine fa morire in terra e in mare e tra le fiamme o getta tra le fauci e sotto gli artigli dei poteri criminali; e si istituisca un servizio di trasporto pubblico e gratuito per consentire l'ingresso legale in Italia in condizioni di sicurezza e dignita' a tutte le persone che ne fanno richiesta e ne hanno diritto.

Verra' un giorno in cui generazioni venture - emerse da questi flutti - ci chiederanno conto del nostro operato, e delle nostre parole o del nostro silenzio, mentre infuriava la strage, la strage che oggi infuria. Tutti verremo giudicati; ci verra' chiesto: mentre accadeva questo, tu che facevi?

 

7. LA NONVIOLENZA E' LOTTA. CONTRO TUTTE LE VIOLENZE

 

Capita sovente di ascoltare persone argomentare che apprezzano la nonviolenza ed aggiungono "ma ci vuole anche il conflitto". Quel "ma" e' il sintomo di un equivoco e di un'ignoranza. Poiche' la nonviolenza e' proprio gestione oltre che risoluzione del conflitto, ed anche suscitamento del conflitto quando vige ingiustizia e ad essa occorre opporsi.

Poiche' la nonviolenza e' lotta contro tutte le violenze. E' la forma e la scelta di lotta la piu' limpida e la piu' intransigente. E' la lotta che si oppone alla violenza, ad ogni violenza, nel modo piu' netto; e' la lotta piu' radicale, che va piu' alla radice.

In un tazebao affisso su un muro del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo negli anni '90 c'erano scritte queste frasi, certo volutamente enfatiche ed iterative fino all'ecolalia, che ci piace trascrivere ancora una volta:

"La nonviolenza e' lotta.

E' lotta. E' lotta contro la violenza, contro l'ingiustizia, contro la menzogna. E' lotta perche' ogni essere umano sia riconosciuto nella sua dignita'; e' lotta contro ogni forma di sopraffazione; e' lotta di liberazione per l'uguaglianza di tutti nel rispetto e nella valorizzazione della diversita' di ognuno.

E' la forma di lotta piu' profonda, quella che va piu' alla radice delle questioni che affronta. E' lotta contro il potere violento, cui si oppone nel modo piu' completo, rifiutando la sua violenza e rifiutando di riprodurre violenza.

Afferma la coerenza tra i mezzi ed i fini, tra i metodi e gli obiettivi. Tra la lotta e il suo risultato c'e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta. Chi lotta per la liberazione di tutti, deve usare metodi coerenti. Chi lotta per l'uguaglianza deve usare metodi che tutti possano usare. Chi lotta per la verita' e la giustizia deve lottare nel rispetto della verita' e della giustizia.

E' lotta contro il male, non contro le persone. E' lotta per difendere e liberare, per salvare e per convincere, e non per umiliare o annientare altre persone.

E' lotta fatta da esseri umani che non dimenticano di essere tali. Che non si abbrutiscono, che non vogliono fare del male, bensi' contrastare il male.

E' lotta per l'umanita'.

La nonviolenza e' il contrario della vilta'. E' il rifiuto di subire l'ingiustizia; e' il rifiuto di ogni ingiustizia, sia di quella contro di me, sia di quelle contro altri. La nonviolenza e' lotta. E' lotta per la verita', e' lotta per la giustizia, e' lotta di liberazione e di solidarieta', e' lotta contro ogni oppressione".

 

8. ANCORA

 

E' il razzista che crea il clandestino, prima lo crea e poi lo uccide. E cosi' gode di quel godimento che Elias Canetti ha individuato in Masse und Macht come specifica sindrome del dittatore.

E' il buon padre di famiglia, l'esuberante giovinotto, il rampante in carriera, a favoreggiare i trafficanti di carne umana schiava.

E' la legge criminale e criminogena che porta il nome di due attuali ministri che fa morire degli innocenti, che innocenti sfuggiti alla tortura riconsegna nelle mani dei loro aguzzini, che a chi chiede umana solidarieta' offre nuovo disprezzo e sevizie e peggio.

E' la legge criminale e criminogena che porta il nome di due precedenti ministri che ha riaperto in Italia i campi di concentramento che la sconfitta del nazifascismo aveva cancellato.

E sono taluni infami accordi giuridici e politici dell'Europa l'orgogliosa, l'Europa la tronfia, a erigere muraglie e valli di filo spinato e patiboli per i miseri che chiedono asilo, a soffocare per sempre la voce e la vita di Samira e delle infinite Samira. Noi non dimentichiamo i nomi delle vittime.

Gli assassini in parlamento, gli innocenti nelle gabbie, o schiavi, o in fondo al mare. Il Mediterraneo una grande tonnara, di carne di figlie e di figli di donna e di uomo.

Si', tutti saremo giudicati: ci verra' chiesto: mentre accadeva questo, tu cosa facevi?

Essere di quelli che dissero di no. Essere di quelli che hanno fatto tutto quanto in loro potere per opporsi a questa barbarie, per salvare vite umane innocenti.

La legge sull'immigrazione e' incostituzionale e razzista: cosa aspetta la Corte costituzionale a cassarla? E perche' non c'e' un movimento democratico di massa che impugnando la Costituzione come bandiera imponga l'abrogazione di quella legge subito, prima ancora che ci pensi l'alta Corte il cui pronunciamento troppo tarda (ed ogni giorno di ritardo altre persone muoiono)?

I cosiddetti centri di permanenza temporanea sono campi di concentramento, eredita' hitleriana: perche' si permette che esistano ancora?

L'imposizione della condizione di clandestinita' significa costringere innumerevoli persone a una vita di stenti e di paura, gettarle in pugno ai poteri criminali: perche' i pubblici poteri si fanno complici dei poteri mafiosi?

La riconsegna di persone in fuga da guerre e dittature nelle mani dei loro aguzzini equivale a condannarle a morte: perche' la repubblica italiana fa questo?

Se si vuole essere fedeli al dettato della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, vi e' l'obbligo di dare asilo a tutti coloro che nel loro paese di provenienza non hanno garantiti gli stessi diritti che lo stato italiano riconosce ai suoi cittadini. Perche' non si applica la Costituzione? Cosa e' diventato questo paese, cosa siamo diventati tutti noi?

Accogliere ed assistere per quanto possibile tutti i bisognosi, questa e' legge dell'umanita'. Questo penso. Questo ho scritto.

 

9. DIECI PAROLE DA ASSISI A GUBBIO

 

1. Forza della verita'

La nonviolenza e' ahimsa e satyagraha:

opposizione sempre alla violenza,

tenersi stretti a cio' che e' vero sempre.

*

2. Coscienza

La nonviolenza e' scelta di coscienza

conoscere insieme, e insieme la scienza

di voler scegliere l'azione buona.

*

3. Amore

La nonviolenza e' forza dell'amore

virtu' che eleva, bene dell'incontro,

e' convivenza, comunione, pace.

*

4. Festa

La nonviolenza e' festa, e' riconoscersi

fraterni sororali, umanita'

tutta abbracciata contro male e morte.

*

5. Sobrieta'

La nonviolenza e' la gioia possibile

nel condividere il mondo che e' di tutti:

non la sprecare questa buona vita.

*

6. Giustizia

La nonviolenza suscita la lotta

contro vilta', ingiustizia ed ignoranza:

e' unita'-amore che tutti degnifica.

*

7. Liberazione

La nonviolenza e' questo lungo andare

che apre strada e lungo questa strada

si riconosce uguale ogni diverso.

*

8. Potere di tutti

La nonviolenza e' l'omnicrazia

il potere di agire di tutti

il potere tra tutti condiviso.

*

9. Bellezza

La nonviolenza e' la bellezza quando

anime e corpi, rotte le catene,

riconoscendosi emergono alla luce.

*

10. Persuasione

La nonviolenza e' la scelta del tu,

la scelta del tu-tutti, il saldo stare

umani tra gli umani. E' cosa buona.

 

10. ANCORA SULLE DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO DA ASSISI A GUBBIO

 

1. Forza della verita'

Nell'afferrarsi alla verita'

e' l'unica speranza, nella lotta

con l'angelo si compie per l'intera

notte la prova, e trovi il vero nome.

*

2. Coscienza

La giovinetta Antigone per prima

seppe che viene l'ora in cui si deve

dire di no.

E' con quel no che sorge la coscienza

e' la coscienza che fa luce al mondo.

*

3. Amore

Come insegno' di Mantinea la donna

all'ateniese che sapeva l'arte

piu' necessaria, della levatrice,

l'amore e' cio' che unisce e cio' che salva

ti strappa su' dalla palude e t'alza

dove piu' pura e' l'aria e finalmente

possiamo respirare.

*

4. Festa

Non l'ordine chiuso, non le solenni

maschere del potere, non il passo

che come lama cade e calpesta.

Ma la danza, ma il volto ritrovato.

*

5. Sobrieta'

Non lasciare che a goccia a goccia

ti secchino il midollo i simulacri.

Nella misura e' l'unico segreto

cio' che tu sprechi ad altri manchera'

nel dissipare dissipi te stesso

vuol esser sobria la felicita'.

*

6. Giustizia

Rendere bene per male

avere misericordia

non cedere di un passo all'oppressione.

*

7. Liberazione

Di questo dolore che e' di tutti

lenire la piaga solo e' dato

se di tutti e per tutti e con tutti si sceglie

la parte, il cammino, l'amicizia.

*

8. Potere di tutti

Ascolta la voce dell'altro ed ascolta

con piu' grande attenzione il silenzio dell'altro.

Accogli la spina e la borraccia.

Non ci si libera da soli

non si compie da soli questo lungo viaggio.

E come un bozzolo, chi non si apre

perisce.

*

9. Bellezza

L'errore era nel credere che l'attimo

fuggente fosse bello. Era l'errore

nella fuga del tempo in fumo ed ombra.

Era nell'occhio invece la bellezza

era nel cuore, nel volto accarezzato.

E quella luce resta per sempre.

*

10. Persuasione

Io che sempre appartenni al partito

dei perplessi, che giusta il poeta

di Augusta, di Treviri l'esule ardito,

alle nobili idee sono uso

chiedere cosa celino invisibile

e che del sinolo di lancia e di scudo

sempre sentii la spina nel cuore,

pure volli viandante tra viandanti

incamminarmi con questi compagni

di pieta' persuasi.

 

11. SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE E SULLE NOSTRE MISERIE

 

1. Dal balcone del mio appartamento sventola ancora la bandiera della pace; battezzata da un uccellino, aspetto che la lavino le prossime piogge. Non l'ho piu' tolta, credo per pigrizia. Non so quando lo faro'.

2. Che la guerra in Iraq continui, non ne ho mai dubitato. Continuera' almeno finche' vi saranno truppe euroamericane d'occupazione. Poi, se mai quelle truppe d'occupazione se ne andranno (a seguito di un lungo stillicidio di morti, probabilmente; visto che noi non siamo stati capaci d'impedire che vi s'installassero), forse continuera' altrimenti, ma le televisioni e i giornali del nord del mondo non saranno piu' li' per dircelo.

3. E - se cosi' posso esprimermi - non e' mai finita neppure la seconda guerra mondiale, a onor del vero: la guerra che Hitler non perse del tutto se riusci' a disseminare non solo i suoi complici ma soprattutto la sua ideologia e i suoi metodi un po' ovunque nel mondo, incistandoli nei suoi stessi avversari; e non fini' anche perche' vi fu la bomba di Hiroshima, dopo della quale la guerra e' entrata in una nuova fase, in cui anche la pace, cosi' come la intendono i potenti, e' un pezzo di guerra, della guerra che l'intera umanita' puo' annientare in un soffio. Sarebbe bene non dimenticare.

4. Ci ho messo parecchio prima di decidermi a sciorinar la bandiera arcobaleno al balcone.

Primo, perche' non mi piacciono i feticci, e meno che mai le bandiere, se non una, quella rossa che ho sempre considerata lo straccio che dice il dolore e la verita' degli ultimi (c'e' una poesia di Pasolini su questo, che sento magnifica; e un articolo di Fortini che nitidamente spiega che quella bandiera e' la bandiera dei fucilati da Stalin, non di Stalin e dei suoi infiniti sgherri e compari e discepoli).

Secondo, perche' temevo potesse implicare un equivoco, l'equivoco secondo cui bastava testimoniare il proprio "dissenso" - come si dice oggi, offendendo i dissenzienti veri che finirono nel gulag - e cosi' eludere il dovere della concreta lotta contro la guerra, lotta che e' da condurre non a passeggiate e raduni e salotti tv (non dico dell'idiota spaccar vetrine, la cui unica utilita' e' quella di favorire gli affari di Charlot nel "Monello"), ma con l'azione diretta nonviolenta che praticamente fronteggi e contrasti la macchina bellica e i poteri assassini: operativamente, sul terreno.

Terzo, perche' sono lento a decidermi in generale, e riottoso dinanzi alle cose che vengono proposte in toni entusiasti. Sono un vecchio marxista leopardiano, cresciuto alla scuola di Timpanaro e Fortini, ho letto da giovane Il nipote di Rameau, vorranno perdonarmi i lettori.

5. Ma per strada mi sono convinto che quel gesto, per poco che fosse, valeva la pena. Ed ho fatto io pure lo sforzo di appendere il drappo al ferro, vincendo tutte le mie riserve di spaccacapelliinquattro e di rigido aniconista. E, perplesso ancora, ho dato retta a Diego e Nicoletta, e Lidia, ed Enrico, e Marigia, e Dario, e tante e tanti ancora.

6. Non mi piacciono le esagerazioni, e nel movimento per la pace di sciocchezze sesquipedali se ne dicono in quantita' pari a quelle della propaganda di guerra, con l'aggravante che per noi la verita' dovrebbe essere un valore e un criterio e una scelta.

Mi ripugnano i trionfalismi, massime quelli irragionevoli. Farsi tra noi tanti salamelecchi per aver fatto - come dire - garrire una stoffa, mi pare smodato; come mi pare insensato complimentarsi l'un l'altro per la mera estensione del movimento per la pace in Italia e nel mondo, succubi di una logica stravolta da sfilata di moda o peggio da adunata oceanica.

Poiche' il nocciolo della questione e' che ancora una volta non abbiamo saputo impedire la guerra, che era l'unica cosa che contava. E non abbiamo saputo fermare la guerra perche' non abbiamo saputo fare la scelta della nonviolenza, la scelta della lotta nonviolenta, la scelta dell'azione diretta nonviolenta per contrastare e paralizzare e disarmare gli eserciti assassini e i loro comandi onnicidi.

7. Cosicche' questa riflessione mi pare utile a condizione che non si ricada per l'ennesima volta nella situazione dell'abusato apologo cinese: che si guardi il dito che indica la luna, invece della luna dal dito indicata; occorre, mi sembra, che si ragioni su quanto di concreto e' da farsi, e che la scelta dell'esposizione delle bandiere della pace, per un giorno o un anno o per sempre, comunque segnala. Come fosse una spina nella carne.

8. Mi sembra preziosa questa nostra comune riflessione, vorrei che proseguisse, e che andasse piu' in profondita'. E confido, anzi bramerei, che Lidia, quando vorra', raccogliesse quanto sta emergendo e ne ricavasse e restituisse anche ulteriori proposte di pensiero e di azione. Ahime', che chiusa mazziniana che mi denuncia per quel vecchio barbogio che sono.

 

12. DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA IN DIECI PROFILI DI COSTRUTTRICI DI PACE

 

1. Etty Hillesum, o la forza della verita'

 

Scegliere il bene, pensare col cuore,

condividere il dolore, avere cura

degli afflitti, totalmente ripudiare

la violenza, rifiutare

la salvezza per se' che affoga gli altri.

 

Fare la scelta della compassione

in nulla cedere al male

salvare tutti dinanzi all'orrore

salvare almeno l'umanita' futura.

*

2. La coscienza di Virginia Woolf

 

Alla corsa per l'accaparramento

sottrarsi, e preferire

altro sentiero, la propria autonomia

l'uso corretto delle tre ghinee

l'analisi serrata che connette

e smaschera per sempre

il maschilismo, il fascismo, la guerra.

 

E la guerra, il fascismo, il maschilismo

combattere con voce e forme proprie

trovando in  se' la stanza denegata.

 

E' questo che chiamiamo nonviolenza.

*

3. Maria Callas inventa l'amore

 

E' la voce che chiama e che trae

fuori dal gorgo verso la salvezza.

 

E' la voce che rompe del niente

il deserto, che la solitudine

svela, e consente che l'io si faccia noi.

*

4. Cathy Berberian, la festa dell'umanita'

 

Era sapiente di tutte le sapienze

parlava tutte le lingue, sapeva

e sapeva fare tutto.

 

Scioglieva in canto una voce che incantava

ed al convivio ed alla convivenza

l'umanita' chiamava intera a festa.

*

5. La sobrieta' di Rosa Luxemburg

 

Quando e' normale prendere il fucile

e strappare la vita alla gente

allora la galera e' il posto giusto

per le persone giuste, e li' era Rosa.

 

Quando e' normale che la gente buona

per prima venga presa e assassinata

per prima Rosa viene data ai pesci.

 

Ma questa norma dei vampiri Rosa

insegno' a smascherare, a contrastare,

per costruire un mondo non piu' barbaro

in cui normale sia esser d'aiuto.

*

6. La giustizia secondo Hannah Arendt

 

Sempre all'opposizione, sempre nitida

nella ricerca della verita'.

 

E sempre innamorata e sempre agile

nell'inseguire i pensieri fino in fondo

come riflessi nelle acque cangianti

vivi guizzanti pesciolini d'oro.

 

Sempre nemica dei poteri assassini

sempre nemica dell'astratto che uccide,

sempre il dialogo e lo spazio politico

in cui si possa vivere da umani

pronta a tessere di nuovo, a ragionare,

invito al concreto, invito al vivo incontro.

 

Del nascere il miracolo incessante,

il gesto morale del pensare,

la liberta' fondata sul dialogo,

nessuno seppe dire come lei

nssuno come lei seppe donare.

*

7. Simone de Beauvoir, maestra di liberazione

 

Cosa sarebbe la Francia che amiamo

senza i libri di Simone de Beauvoir?

Cosa sapremmo senza quei libri

di cio' che conta del pensiero e della vita

d'Europa del secolo ventesimo?

 

Ma soprattutto quante lotte

sarebbero state sconfitte e cancellate

senza la voce del Castoro, senza

la sua presenza, la sua dedizione?

 

Ci insegno' tutto

in verita' e in errore

Simone de Beauvoir:

l'ascolto e l'arte

della parola, e l'essere vicini

- che e' l'unica cosa che conta.

*

8. Luce Fabbri, il potere di tutti

 

La prima scoperta fu la guerra: l'orrore sovrano

che uomini accettassero di uccidere

e di essere uccisi.

 

L'intera vita dedico' alla lotta

contro la guerra, contro ogni oppressione,

per un'umanita' di liberi ed eguali.

 

Se avra' l'umanita' degno un futuro

come nel canto comunardo e' detto

e se tanto dolore avra' riscatto

nell'internazionale futura umanita',

in quel futuro che e' gia' compresente

ogni volta che fai l'azione buona

ci attende luminosa Luce Fabbri.

*

9. Frida Kahlo, della bellezza

 

Sognare tutti i sogni, raccontare

di se' e di tutti il volto e il cammino.

 

Rosa gelata, fiore appena nato

felicita' promessa a tutti e data

per sempre nel piu' lieve dei sussurri.

*

10. Simone Weil e la persuasione

 

Una cosi' profonda liberta'

nessuno deve averla mai provata

ed un cosi' profondo lucido strazio.

 

Maestra di attenzione e verita'

che tutti rovescia i pigri pregiudizi

e tutte combatte le intime vilta'.

 

Figura dell'umanita'

lo specchio e l'enigma piu' chiaro

l'ardua la cruda la candida e lucente

incandescente

nonviolenza in cammino fatta donna.

 

13. UNA SCIOCCHEZZA

[Messer Rovina capita d'incontrarlo nella Trinuzia di Agnolo Firenzuola]

 

In questi giorni vari autorevoli portavoce del movimento pacifista amano dire di non aver mai creduto, ne' loro ne' il movimento, che le mobilitazioni dei mesi scorsi potessero fermare la guerra. Farebbero meglio a pensarci sopra su quanto e' implicato da simili opinioni. Poiche' o le mobilitazioni erano un tentativo di impedire la guerra, oppure erano teatro.

E credo che a nessuna delle persone che generosamente negli ultimi mesi si sono mobilitate piaccia sentirsi dire che si faceva per scherzo. Noi almeno non facevamo per scherzo.

E se non abbiamo cessato di dire che occorreva fare qualcosa di piu' e di meglio (la scelta della nonviolenza, la scelta della lotta nonviolenta, la scelta dell'azione diretta nonviolenta con cui contrastare concretamente ed operativamente la macchina bellica e i poteri assassini), cionondimeno tutte le iniziative ragionevoli e dignitose di opposizione limpida e democratica alla guerra nei mesi scorsi messe in campo da tante e tanti abbiamo ritenuto comunque meritevoli di lode e sostegno in quanto erano un tentativo di fermare la guerra, seppure inadeguato e confuso.

Che oggi personalita' note e sovente egregie dicano che non si pensava di fare davvero, e' peggio che una menzogna, e' una pusillanimita'.

 

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

15. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1239 del 9 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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