Coi piedi per terra. 497



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 497 dell'8 marzo 2012

 

In questo numero:

1. Alcuni versi italiani di Luce Fabbri

2. "Azione nonviolenta" di marzo 2012

 

1. MAESTRE. ALCUNI VERSI ITALIANI DI LUCE FABBRI

[Riproponiamo i seguenti testi. Scrivevamo in occasione della loro prima presentazione sul nostro foglio: "Grazie alla squisita cortesia di Gianpiero Landi che ce li ha messi a disposizione presentiamo di seguito i testi delle poesie scritte in lingua italiana da Luce Fabbri raccolte nel libro recentemente pubblicato - e che vivamente raccomandiamo - Propinqua libertas, che raccoglie in edizione bilingue venticinque poesie di Luce Fabbri, presentandole nella lingua originale in cui sono state composte (16 in italiano e 9 in castigliano) e tutte tradotte anche nell'altra delle due lingue che l'autrice maggiormente uso' (le traduzioni dallo spagnolo all'italiano sono di Furio Lippi, le traduzioni dall'italiano allo spagnolo sono di Ana Fiallo Caballero). Amorevolmente curato da Gianpiero Landi, una cui intensa testimonianza funge da presentazione della raccolta, il volumetto e' di 64 pagine, ed esce per la casa editrice Biblioteca Franco Serantini di Pisa (per contatti:  largo C. Marchesi s.n.c., 56124 Pisa, tel. 050570995); della distribuzione si incarichera' "A rivista anarchica", a cui tutti gli interessati potranno rivolgersi per richieste (per contatti: c. p. 17120, 20170 Milano, tel. 022896627, fax: 0228001271, e-mail: arivista at tin.it, sito: www.arivista.org); e' una pubblicazione fuori commercio e senza un prezzo vero e proprio, destinata alle persone amiche di Luce Fabbri o che hanno comunque conosciuto ed apprezzato la sua figura, il suo pensiero, la sua azione, le sue opere; alle persone interessate a ricevere il libro verra' chiesta una cifra modesta (minimo 3 euro) per ogni copia; il ricavato, dedotte le spese di spedizione postale, andra' a beneficio della Biblioteca libertaria "Armando Borghi" di Castel Bolognese. Per contattare direttamente il curatore si puo' scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: gplandi at racine.ra.it".

Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutte le persone amiche della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista  a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e' l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org)]

 

Vecchissimi versi d'amore (1933): Scherzo affettuoso a Ermes, il muratore che amo

 

Ho preso la penna

in mano

per te,

la penna mia buona,

che canta, che suona,

ma solo con me.

 

Se s'apre la porta,

se s'ode una voce,

nell'aria gia' morta

il canto non c'e'.

 

Ho preso la penna,

la penna veloce,

in mano

per te.

 

Arriva lontano

l'incanto tessuto

di tenui parole,

di fili di sole;

t'avvolge di se'.

 

Quell'ombra che sfiora,

passando, le cose,

quel soffio che ora

ti ferma le mani,

le mani callose

che amo, cos'e'?

 

Non sa la tua fronte,

serena nell'onde

del sole, che il velo

che vedi nel cielo,

e' stato trapunto

lontano

da me.

 

In alto, nel raggio

che brucia, lavori.

Ti cresce nell'ore

la casa che fai.

E intanto la mano

che ami, la penna

veloce,

la voce

che sai

confidano al sole,

ch'e' buono, se vuole,

un dolce messaggio

d'amore

per te.

 

(12 novembre 1933)

 

Nota: al verso 16 e' incerto se una parola del manoscritto originale sia da leggere "incanto" o "incauto".

 

*

 

Vecchissimi versi d'amore (1934): L'appuntamento a Pocitos

 

Corre l'omnibus, brontola e s'affanna,

corre incontro all'azzurro ch'e' laggiu'.

La strada corre via sotto le ruote,

e la', in fondo alla strada, ci sei tu.

 

(11 febbraio 1934)

 

*

 

A Luisella

 

Quando ancora non c'eri e preparavo

per te che t'annunciavi il nido e il mondo,

venne al molo il naviglio di Montale

(portava liberta' per pochi eletti)

e stetti per salire;

ma c'era il fior di croco e tu venivi.

 

L'intravidi di nuovo nella bruma

della notte di Rio giganteggiare;

ma ritornai tagliando il carnevale:

guardai se all'altro lato c'eri tu.

 

Oggi mi par di non saper nuotare.

Fischia per me l'antica vaporiera

nella nebbia crescente;

ma sul Limay c'e' luce e ci sei tu.

(Tu sei tu e sei per me chi mi t'ha dato,

sei l'avvenire e sei colui che giace

da quindici anni e sta sempre con me).

 

*

 

Ultima solitudine

 

Chiazze di muffa, muro scortecciato,

di la', il deserto. Dove sta il giardino?

Dov'e' rimasto il canto, dov'e' il sangue

rosso delle ferite gloriose?

Hanno tradito tutti i Paladini?

Dov'e' il tamburo e dove sta l'amore?

E i giochi, e i bimbi e l'acquazzone puro?

E quel silenzio gonfio di parole?

Ora il silenzio e' sporco e l'acqua stagna

e tutti gli occhi e i fuochi sono spenti.

Nella nebbia si perdono i miei morti.

Guardo fissa la nebbia che m'assalta.

 

*

 

Thanatos

 

Usci' a sinistra, dritta, dai cespugli

Thanatos. Disse: "Non mi riconosci?

Son la sorella - bella - dell'Amore".

Era nata dal nero.

Fra noi non la feri' la troppa luce.

Le chiedemmo affannosi:

"Questa tua mano, dove ci conduce?"

"Dove finisce, dove tace Amore".

 

*

 

Apocalissi

 

Viene il giorno dell'ira.

Viene l'inferno, ingoia gl'innocenti.

L'apprendista stregone,

dopo aver scatenati tutti i venti,

preme ridendo l'ultimo bottone.

Le montagne di scoria

si sciolgono in fusione.

E' finita la storia.

Gli oceani puzzolenti

affogano il bisonte d'Altamira.

 

*

 

Il diluvio

 

L'acqua cresce, s'ingorga, mangia il prato

e poi la casa e assalta la collina.

Trema il cipresso d'ali rifugiate.

E' nera e densa l'acqua e il suo gonfiore

monta e minaccia. Restan poche ore

per questo sole trepido, isolato,

per noi che lo beviamo, per la fina

catena che ci lega all'aspettato

domani, che, or lo vedo, non verra'.

 

*

 

Natura quasi morta

 

Sotto la foglia grinza il coleottero

muove le sue zampette arrovesciato.

E' vivo e disperato

e sente tutt'intorno la minaccia:

aspetta li' la scarpa che lo schiaccia.

Tutta la vita in quell'armeggio fragile,

tutta la morte in quella foglia gialla,

che il sole scalda invano.

Le rane fanno coro di lontano.

Passa neutra nell'aria una farfalla.

 

*

 

La siepe

 

Ci porta volonta' come un destino,

non verso il sonno della fiera in lustra,

ma all'insonne caverna di Leonardo.

Sol si conosce ben quel che si crea.

Crea la ginestra il fiore ed il profumo.

Resisteranno al flusso della lava?

 

Stiam facendo una casa per la gente

all'incrocio di tutte le autostrade.

Nessun di noi voleva far la siepe.

Ma l'abbiam fatta tutta di ginestre

contro l'ondata nera e puzzolente

che ci porta il riflusso d'Hiroshima.

 

*

 

Le parole

 

Vorrei giocar col vento a dir parole

ed a buttarle fuori

come palle, perche' me le rimandi

ed io riscopra in loro il mio messaggio.

 

Vorrei sporger la mano che lavora,

dalla finestra di questa mia cella,

a stringer mani, a accarezzar capelli,

a chiedere e ad offrire un po' d'amore.

 

Ma il buio mangia tutte le parole

ch'escon di casa prima dell'aurora.

 

*

 

Rilettura leopardiana

 

La terra, l'alto cielo, il nulla in mezzo.

Dove sta l'uomo?

Il pastore cammina, ma non sa

che han violato la luna

ed han riempito il nulla di satelliti.

 

Dove sta l'uomo?

Il pastore cammina, ma il suo gregge

vaga disperso

e le fontane sono avvelenate;

l'erba si secca.

Ma profuma il deserto una ginestra

che raccoglie la sfida del futuro.

 

*

 

Sordita' crescente

 

Fa tacere le cose

il fragore remoto del tempo.

E' remoto, ma cresce

a misura che cresce il passato.

 

La cicala e' gelosa di tutto.

Fa cri-cri sulla voce sommessa

dell'amore, sul grido

solidale del grande dolore.

Ed eleva pian piano,

muratore ostinato,

la sua parete opaca ed incolore.

 

*

 

Le parole nuove

 

Ogni parola trova la sua carne.

Io volevo cercare nella selva

del mondo le parole trasparenti,

parole d'aria,

da leggere, da scrivere, da dire,

da proiettare al buio sullo schermo,

ma che non pesino

e che non gettin ombra sulla strada.

 

Queste parole, amici, non esistono,

ma c'e' nel caos qualcosa che le cerca,

qualcosa che ha potenza di crearle.

E allora cantero' con quelle, alfine,

cantero' alfine un canto di vittoria.

 

*

 

Patagonia (variazione italiana)

 

Il deserto accogliente in riva al fiume

stava un tempo nei libri;

lo vedevo di sera nel soffitto,

al riverbero tenue della strada:

c'era il giaguaro e il puma

e la' sul monte, nero contro il cielo,

Buffalo Bill chiamato Martin Fierro.

 

Poi fuggirono i puma e ritrovai

quel deserto nel fondo dell'esilio,

dopo molti anni e molto mare, quando

l'esilio smemorato era gia' patria.

 

Il fiume ha preso un nome, ed e' il Limay.

Sulla riva ho una torre di speranza

da cui guardo lontano. Il mondo e' scuro,

il mondo e' freddo e il tempo e' troppo poco.

Ma li' c'e' un po' di fuoco.

Stringo due mani e non ho piu' paura.

 

*

 

Ancora un poco

 

Frullo di voli sulla soglia oscura.

Ancora un poco; ancor debbo pensare

a come possa misurare il nulla;

ancor debbo imparare

a scandagliare il fondo del silenzio,

a camminare nell'oscurita'.

Non sono preparata: dammi tempo

prima d'entrare.

Non c'e' bisogno

che nessuno mi spinga: solo debbo

abituarmi a un sonno senza sogni,

al vuoto opaco dell'eternita'.

 

*

 

L'ultima parete

 

Una vecchia e' seduta vacillante

sull'ultima parete e non si volta.

C'e' nebbia dietro e nella nebbia e' sciolta

la morte: i vivi guardan tutti avanti.

 

La vecchia sa. La casa sta la' dietro,

la casa con il fuoco, il pane e il sale

per tutti. Ma le camere, le scale,

la cucina si sgretolano. Il vetro

 

delle finestre e' cieco, perche' il vento

l'ha coperto di terra del deserto.

Dio, cos'abbiamo fatto! Era la casa,

la nostra casa e l'abbiam data al mostro.

 

E' l'odio nostro che avvelena i pozzi:

non sazierem mai piu' la nostra sete.

La vecchia guarda il vuoto.

E' seduta sull'ultima parete.

 

2. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI MARZO 2012

[Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

 

E' uscito il numero di marzo 2012 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

In questo numero: La festa nonviolenta prefigura la compresenza e l'omnicrazia, di Mao Valpiana; Il contesto culturale e politico nel quale e' nato il Movimento Nonviolento, di Goffredo Fofi; L'influenza del pensiero di Gandhi nel Movimento Nonviolento di Capitini, di Gianni Sofri; Il Movimento Nonviolento alla prova della visione di Capitini e delle sfide di oggi, di Daniele Lugli; Se la festa e la musica sono rivoluzionarie, di Paolo Predieri; Costruire i prossimi 50: dopo la festa, le campagne, di Pasquale Pugliese; Cinquant'anni e non sentirli: il Movimento Nonviolento rilancia, di Mao Valpiana, Raffaella Mendolia e Pasquale Pugliese; Festeggiamo i 90 anni di Sandro Canestrini, di Marco Boato; Il nostro avvocato Canestrini, di Mao Valpiana.

Le rubriche: Mafie e antimafie. Se ti portano via anche la strada ed il cortile..., a cura di Roberto Rossi; Educazione. Amare il silenzio per riposare la mente, a cura di Gabriella Falcicchio; Servizio Civile. Stranieri per la patria, cittadini per il giudice, a cura di Francesco Spagnolo; Osservatorio internazionale. L'alta velocita' rallentata dalla resistenza nonviolenta, a cura di Caterina Bianciardi e Ilaria Nannetti; Cinema. Nemici o fratelli? Gli "altri" siamo noi, a cura di Enrico Pompeo; Religioni e nonviolenza. Religioni e nuovo umanesimo: dal sospetto alla fiducia, a cura di Enrico Peyretti; Il Calice. Essere "giusti", a cura di Christoph Baker.

In copertina: Momenti festosi.

In seconda: Il bilancio festoso.

In terza di copertina: Balducci, Turoldo, vent'anni dopo.

In ultima: L'ultima di Biani, Siria, Afghanistan, Somali, Cecenia, etc, etc.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 497 dell'8 marzo 2012

 

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