Voci e volti della nonviolenza. 439



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 439 del 7 novembre 2011

 

In questo numero:

1. Peppe Sini: Ed ora

2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Claudia Cernigoi: A Trieste

4. "Comitato pace, disarmo e smilitarizzazione del territorio" della Campania: A Napoli

5. Giovanni Gadda: L'inizio della fine

6. Federico La Sala: Essere giusti con Kant (e con noi stessi)

7. Giovanni Russo Spena: Fondamentale proseguire

8. Daniele Taurino: Attuare la nonviolenza

9. Veniero Zimarroni: A Viterbo da dieci anni

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: ED ORA

 

In molte citta' italiane il 4 novembre si sono realizzate commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che sono state altresi' azioni dirette nonviolente contro la guerra assassina, convocazione del popolo italiano a difendere la legge fondamentale del proprio ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con le parole di Heinrich Boell, "Ogni vittima ha il volto di Abele", si e' smascherato e denunciato l'orrore delle guerre e delle uccisioni - e degli eserciti e delle armi che all'esecuzione di guerre e uccisioni sono intesi -; e si e' convocata ogni persona di volonta' buona e di retto sentire al primo impegno di ogni essere umano: salvare le vite, essere a tutti di aiuto.

Dopo la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, dopo la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, le commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre del 4 novembre hanno proseguito, approfondito, esteso a tutta Italia l'impegno della nonviolenza in cammino a contrastare tutte le uccisioni e le persecuzioni, ad opporsi alla guerra e al razzismo assassini.

Ed ora deve continuare questo impegno ineludibile. Nella memoria e nel nome delle vittime, per impedire che altri esseri umani vengano uccisi.

E quindi diciamolo una volta ancora quali siano i compiti dell'ora:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi;

- che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. CLAUDIA CERNIGOI: A TRIESTE

[Ringraziamo Claudia Cernigoi (per contatti: nuovaalabarda at yahoo.it) per questo intervento.

Claudia Cernigoi, nata a Trieste nel 1959, dove ha conseguito la maturita' scientifica, ha cominciato l'attivita' giornalistica all'interno di Radio Citta' Trieste Canale 89, la prima radio libera (nel senso di politicamente impegnata a sinistra) alla fine degli anni Settanta. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1990 dirige il periodico triestino "La Nuova Alabarda". E' stata tra i fondatori di Radio Onda Libera nel 1980, ha collaborato per diversi anni con l'emittente radiofonica bilingue "Radio Opcine" di Trieste ed ha diretto per alcuni anni "il Movimento", periodico del Movimento dei Finanzieri democratici. Il suo ambito di ricerca verte sulla seconda guerra mondiale, il neofascismo, la strategia della tensione. E' stata una dei consulenti storici per la difesa di Oskar Piskulic nel cosiddetto "processo per le foibe" di Roma. Di formazione storica marxista, negli anni '70 ha militato nella nuova sinistra (Partito di Unita' Proletaria per il comunismo, aderendo successivamente al progetto di Democrazia Proletaria); ha poi fatto parte dell'Associazione culturale Civilta' Mitteleuropea ed e' stata attiva nel Movimento Trieste, emanazione politica dell'associazione. Si e' impegnata (e si impegna tuttora) in numerose battaglie ambientaliste ed e' attiva nei movimenti contro tutte le guerre. E' stata iscritta a Rifondazione comunista tra il 1999 ed il 2000, partito col quale ha collaborato anche successivamente, ed oggi e' vicina al progetto della Federazione della Sinistra. Pubblicazioni: "Operazione foibe a Trieste" (Kappa Vu Udine 1997); "La memoria tradita" (con Mario Coglitore, Zeroincondotta Milano 2002); "Operazione foibe tra storia e mito" (Kappa Vu Udine 2005). Cura la collana i dossier de "La Nuova Alabarda" (disponibili anche nel sito Internet del periodico www.nuovaalabarda.org), all'interno della quale ha pubblicato i seguenti titoli: "Luci ed ombre del Cln di Trieste" (2003); "L'ombra di Gladio. Le foibe tra mito ed eversione" (2003); "La "foiba" di Basovizza" (2005); "Le inchieste dell'ispettore De Giorgi" (2005); "1972. Ricordi della strategia della tensione" (2003); "La strategia dei camaleonti" (2004); "No Gud. Breve dossier sulla cultura fascista"(2005); "Strani casi di morte a Trieste" (2007); "Operazione Plutone" (2010); "La Banda Collotti: appunti su Resistenza e repressione al confine orientale" (2010); "Lo sguardo di Almirante" (2011); "Il caso Norma Cossetto" (2011), ed "I Diari di Diego de Henriquez" (2006) in collaborazione con Vincenzo Cerceo. Ha partecipato come relatrice a svariati convegni sulla tematica della seconda guerra mondiale e del neofascismo. Nelle pubblicazioni degli atti del convegno internazionale svoltosi ad Ancona il 10 febbraio 2007 ("La frontiera orientale, conflitti relazioni memorie", atti pubblicati a cura di Nazareno Re, Ancona 2007) e del convegno di Sesto San Giovanni (Mi) "Foibe: la verita'. Contro il revisionismo storico" del 9 febbraio 2008 (atti pubblicati in "Revisionismo di Stato e amnesie della repubblica", Kappa Vu, Udine 2008) si trovano anche i suoi interventi. Ha pubblicato anche una raccolta di poesie dal titolo "Anch'io son poeta!" (2006)]

 

4 novembre, Trieste contro la guerra ed il militarismo, Trieste in piazza in diversi modi.

Noi del Comitato Danilo Dolci e del Coordinamento 15 ottobre, con i Beati costruttori di pace siamo andati come prima cosa al costruendo (da trent'anni...) Museo di guerra per la pace. Un ossimoro? no, l'utopia di un uomo che passo' la propria vita a raccogliere testimonianze di violenza perche' voleva insegnare la nonviolenza, un uomo che mori' in circostanze mai chiarite nel 1974, quel Diego de Henriquez, che diceva che solo prendendo coscienza del male si sarebbe potuto eliminarlo dal mondo e liberare l'umanita', e che si sarebbe trovato perfettamente d'accordo con Axel Munthe nel dire "perche' si spende tanto per insegnare l'arte di uccidere e cosi' poco per insegnare l'arte di curare?".

In questo Museo che non e' ancora un Museo, alla presenza (molto apprezzata) della vicesindaco, abbiamo letto testi e poesie contro la guerra e la violenza, e poi siamo andati a portare una corona con la bandiera della pace al monumento ai caduti sul colle di San Giusto, un monumento voluto dal fascismo per la gloria di quella che fu un pontefice a definire "inutile carneficina". In quel posto noi abbiamo invece voluto ricordare le vittime di tutte le guerre, con un pensiero particolare nei confronti delle vittime delle guerre che sono oggi in corso, guerre alle quali anche il nostro Paese partecipa, in spregio ai dettami della nostra Costituzione; ed abbiamo anche ricordato tutti coloro che muoiono ogni giorno nel Mediterraneo perche' cercano di raggiungere quei Paesi in cui sperano di trovare una vita migliore.

Ci siamo poi uniti agli studenti che da giorni ormai occupavano piazza Unita', la piazza centrale di Trieste, e che avevano dovuto spostarsi in una piazza laterale, perche' la piazza Unita' serviva alla parata militare del 4 novembre. Ragazzi che vestiti da clown hanno inscenato una controparata militare, con il kazoo a ritmare il passo della "clown army", pernacchie a simulare gli spari, mimando in modo grottesco la gestualita' militarista.

Questi giovani e meno giovani hanno voluto evidenziare in questo modo inusuale, ma che e' stato compreso da chi passava in piazza, il fatto che la prosopopea di morte non ci appartiene e che i soldi che vengono stanziati per l'esercito sono tolti all'istruzione, all'assistenza, alla ricerca; sono tolti, in sintesi, al vero progresso, quello che consiste nello sviluppo culturale ancora prima che economico dei cittadini, e che garantisce loro uno stato sociale in cui vivere dignitosamente.

Ed il fatto che abbiano ottenuto piu' applausi che critiche mi sembra essere un buon segnale positivo del fatto che davvero qualcosa sta cambiando nella coscienza della gente, se consideriamo anche che la manifestazione nazionalista indetta il giorno dopo dall'estrema destra, piena di simboli fascisti, ha invece destato in chi li vedeva passare disapprovazione e condanna.

Penso che stiamo vivendo un momento di svolta positiva, dopo tanti anni di letargo delle coscienze, e cio' deve spronarci a continuare la nostra lotta di dignita' per un mondo in cui "l'uomo un amico sia all'uomo", come scrisse Bertolt Brecht.

 

4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. "COMITATO PACE, DISARMO E SMILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO" DELLA CAMPANIA: A NAPOLI

[Ringraziamo Livio Miccoli (per contatti: comitatoclaudiomiccoli at tin.it) per averci inviato questo intervento del "Comitato pace, disarmo e smilitarizzazione del territorio" della Campania]

 

A Napoli domenica 6 novembre, a poche centinaia di metri da dove le forze armate esponevano in bella mostra i loro strumenti di morte, un gruppo di amici della nonviolenza, riuniti nel "Comitato pace, disarmo e smilitarizzazione del territorio" ha reso omaggio ai tredici milioni di vittime (di cui 680.000 italiane) dell'"inutile strage" conclusasi in Italia il 4 novembre 1918.

Sono stati distribuiti due volantini: l'uno consisteva nel breve ma chiaro messaggio "I militari non fanno la pace, fanno la guerra. 4 novembre: non c'e' niente da festeggiare"; l'altro suggeriva il modo secondo noi piu' idoneo per onorare quei morti: riflettere ed agire per scongiurare nuove guerre e nuovi morti.

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Eccone il testo:

4 novembre: l'Italia che ripudia la guerra non ha niente da festeggiare

Nel tempo necessario per leggere questo volantino l'Italia sta spendendo oltre 50.000 euro per le spese della difesa. Nel 2010, infatti, sono stati gia' spesi 27 miliardi di euro, cioe' 76 milioni ogni giorno, 3 milioni ogni ora e, appunto, circa 51.000 euro al minuto!

In aggiunta a quest'enorme quantita' di risorse economiche assegnate al Ministero della Difesa nello scorso anno, il Parlamento italiano - su proposta del Governo - ha approvato una spesa di altri 17 miliardi di euro nei prossimi anni, per l'acquisto di 131 cacciabombardieri F35. Rinunciando ad un solo cacciabombardiere si potrebbero costruire 183 asili per 12.810 bambine e bambini...

La partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan ci costa 2 milioni di euro al giorno ed ha causato finora decine di migliaia di vittime, in maggioranza civili. L'operazione armata contro la Libia, teoricamente appena conclusa, ci e' costata 700 milioni di euro!

Nel 2009, l'Italia ha esportato armi per un valore di circa 5 miliardi di euro, contribuendo ad alimentare focolai di guerra in tutto il mondo!

L'art. 11 della Costituzione della nostra Repubblica dichiara solennemente: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Ma i 27 miliardi all'anno gia' spesi ed i 17 previsti solo per i nuovi cacciabombardieri che cosa hanno a che fare con la "difesa della Patria" che - secondo l'art. 52 della stessa Costituzione - sarebbe "sacro dovere del cittadino"? E le missioni armate, passate e presenti, non sono forse atti di quella guerra che dovremmo "ripudiare"?

Il Governo ha tagliato 8 miliardi alla scuola ed ai servizi sociali, pero' non vuol rinunciare neanche ad uno dei 131 bombardieri F35, il cui solo costo permetterebbe di realizzare ben 183 asili!

Il 4 novembre e' stato definito "giorno dell'unita' nazionale" e "giornata delle forze armate". Per noi non c'e' niente da festeggiare ma molto da riflettere e da agire, contro la guerra, in nome della pace e della nonviolenza.

 

5. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. GIOVANNI GADDA: L'INIZIO DELLA FINE

[Ringraziamo padre Giovanni Gadda (per contatti: gadda.giovanni at pime.org) per questo intervento.

Padre Giovanni Gadda opera nel centro missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Milano, ed e' assistente spirituale dell'Associazione Laici Pime]

 

Pace e bene.

Per far fronte alle stratosferiche spese militari, nei vari Paesi in cui la Nato o l'Onu operano, facendoci bere che sono in missioni "di pace" (con aerei, carri armati, navi da guerra, elicotteri superarmati, etc.) i nostri governi hanno tagliato drasticamente gli aiuti alla cooperazione internazionale e fanno di tutto per salvare le banche e gli speculatori, che creano crisi e morti, ancor piu' numerosi delle guerre.

Se chi ha un po' di coscienza non si mobilita o sta solo a guardare, tutto questo sara' l'inizio della fine, quando invece oggi abbiamo intelligenza e strumenti per intenderci e risolvere i problemi, senza farli pagare sempre ai piu' deboli.

 

6. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. FEDERICO LA SALA: ESSERE GIUSTI CON KANT (E CON NOI STESSI)

[Ringraziamo Federico La Sala (per contatti: federicolasala at tin.it) per questo intervento.

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista, collaboratore di varie testate, nel sito de "Il dialogo" (www.ildialogo.org) cura particolarmente la sezione della riflessione filosofica]

 

Dopo le lezioni dei maestri del sospetto, e dei maestri del decostruzionismo, forse e' venuto il tempo di reinterrogarsi - come voleva Foucault - su "Che cos'e' l'Illuminismo? Che cos'e' la Rivoluzione?" (1984), e riprendere - per capire meglio la portata della rivoluzione copernicana di Freud - la lezione di Kant, a partire dall'interpretazione de "i sogni di un visionario spiegati con i sogni della metafisica" (1766). In questo lavoro "pre-critico" Kant ha posto le premesse non solo per "pesare" i sogni dei visionari e dei metafisici ma anche dato gli strumenti per non confonderli con i "sogni" di chi ha cercato e ha lavorato a trovare - come Mose' (e come anche Marx) - la via per uscire "dallo stato di minorita'", dallo Stato del Faraone.

Sulle spalle dei suoi giganti, Newton e Rousseau, Kant ha aperto una via del tutto nuova, subito sommersa da montagne di sabbia proveniente dal deserto dei vecchi faraoni d'Egitto. Con una mossa, che ha alle spalle tutta la tradizione del "conosci te stesso" e dell'esame di coscienza (decisiva per Kant la lettura della "Professione di fede del vicario savoiardo" dell'Emilio di Rousseau) e della tradizione astronomica (Storia naturale universale e teoria dei cieli, 1755) con la sua preziosa indicazione del metodo della parallasse, ha individuato (dentro di se' e fuori di se') uno spazio di dialogo articolato con un'istanza superiore (la bilancia del commercio come dell'intelletto, che diventera' poi il tribunale della Ragione, il tribunale della Coscienza e la Legge morale) che lo porta sulla strada della "Critica" della ragione pura, della ragion pratica e del giudizio, di una conoscenza matura di "se stesso come un altro" e, finalmente, fuori dalla preistoria e dai suoi "totem e tabu'".

Dopo Copernico, contrariamente a quanto pensava Freud, non c'e' Darwin e lo stesso Freud, ma - prima di tutti e due - Kant! E il frutto di tutto il suo eccezionale lavoro e' un'acquisizione perenne per tutta l'umanita'. L'unica strada possibile per uscire "dallo stato di minorita'" (1784) e lavorare "per la pace perpetua" (1795) e' quella del dialogo - con "se stesso come un altro", alla luce della Legge morale. Tutte le altre portano da nessuna parte e, alla fine, solo allo sterminio totale!

Una lezione da Londra. Ieri come oggi, "il problema del nostro mondo e' che e' molto piu' facile creare un estremista che un uomo del dialogo, un ideologo che uno spirito critico. Cio' detto, solo gli uomini di dialogo sono uomini di pace e, siccome non si puo' vivere eternamente nel conflitto, sono loro che hanno le chiavi del futuro. Jonathan Sacks, grande rabbino di Londra, scriveva che, a memoria del passato, doveva ricordarsi delle atrocita' commesse dai suoi nemici ma che, per costruire il futuro, il dialogo si imponeva come un imperativo morale: 'Per l'amore dei miei figli e dei figli dei miei figli che non sono ancora nati, non potrei costruire il loro futuro sugli odi del passato, ne' insegnare loro che ameranno di piu' Dio amando meno le persone'" (cfr.: Antoine Nouis, "Il dialogo, una relazione esigente", "Reforme", n. 3374, 24 giugno 2010). Questo il problema - dell'epoca gia' di Kant, come e ancor di piu' della nostra: l'imperativo categorico della legge morale del dialogo, non dell'ubbidienza cieca alla legge astuta del Super-io di turno - dentro di noi e fuori di noi!

 

7. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. GIOVANNI RUSSO SPENA: FONDAMENTALE PROSEGUIRE

[Ringraziamo Giovanni Russo Spena (per contatti: g.russospena at libero.it) per questo intervento.

Giovanni Russo Spena, militante politico, giurista, gia' parlamentare, e' impegnato nella sinistra e nei movimenti per i diritti. Tra le opere di Giovanni Russo Spena: Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riportiamo per minimi stralci la seguente scheda: "Giovanni Russo Spena (Acerra, 10 novembre 1945), laureatosi in giurisprudenza nel 1969, docente universitario a Napoli. Impegnato nel Movimento Politico dei Lavoratori, poi nel Partito di Unita' Proletaria, divenuto poi Pdup per il comunismo, nel 1978 aderi' a Democrazia Proletaria, partito di cui fu segretario nazionale dal 1987 fino al 1991. Sempre nel 1987 fu eletto deputato. Nel 1991 fu favorevole allo scioglimento di Dp in Rifondazione Comunista. Fu riconfermato deputato nel 1992. Nel 1996 fu eletto senatore. Nel 2001 viene rieletto alla Camera. Nel 2006 viene rieletto senatore ed e' presidente del gruppo parlamentare del Prc al Senato. Dopo la caduta del secondo governo Prodi annuncia di non volersi piu' candidare al Parlamento. Dal settembre 2008 e' responsabile del Dipartimento Giustizia del Prc"]

 

L'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" del 4 novembre e' molto importante e trova proiezione futura perche' contrasta la vera e propria tendenza alla guerra dell'attuale contesto globale. Il mondo in questa fase di crisi della globalizzazione liberista e' molto instabile ed e' percorso da gravi conflitti (come quello libico) che vengono portati in nome del tremendo ossimoro "guerre umanitarie" ma che, nella realta' dei conflitti interimperiali, sono conflitti competitivi tra le grandi potenze.

La guerra permanente che Bush lancio' (e che, in forme diverse, prosegue), al contrario di quanto l'umanita' spero' con la nascita dell'Onu, considera l'instabilita' e le tensioni belliche un fattore della "governabilita' globale". La guerra e' diventata parte organica degli squilibri geopolitici. Percio' la Nato sostituisce, di fatto, l'Onu, le guerre unilaterali sono combattute da potenze "a geomatria variabile", i razzistici "scontri di civilta'" sono una costante della politica internazionale.

Credo (come ci insegno' padre Balducci) che la pace non sia solo assenza di guerra ma un tessuto plurale, molteplice e quotidiano di iniziative di disarmo, pace, educazione delle coscienze alla cooperazione tra i popoli e alla diplomazia preventiva. Per questo motivo (che e' etico, storico, ma anche di contesto politico) ritengo fondamentale proseguire iniziative di grande "utopia realistica" come quella "Ogni vittima ha il volto di Abele" del 4 novembre.

 

8. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. DANIELE TAURINO: ATTUARE LA NONVIOLENZA

[Ringraziamo Daniele Taurino (per contatti: nonviolenzalitoraleromano at gmail.com) per questo intervento.

Daniele Taurino e' nato a Roma il 14 aprile 1992. Attualmente vive a Fiumicino. Si e' diplomato nel 2011 al Liceo classico Anco Marzio di Ostia dove era anche rappresentante d'Istituto con la votazione di 100 e lode con una ricerca dal titolo "Principia philosophia reiectionis. La nonviolenza come destino in una societa' impura". Ora studia alla Facolta' di Filosofia della Sapienza. Fino a dicembre sara' un volontario del servizio civile nazionale con Focus-Cds. Fa parte del Movimento Nonviolento, tra i fondatori e responsabile del Centro territoriale sul Litorale Romano]

 

Sono molto contento del successo che ha avuto l'iniziativa "gni vittima ha il volto di Abele" e dell'impegno profuso dai vari centri della nonviolenza in Italia. Penso che sia stata l'ennesima conferma dell'apertura che e' sottesa al nostro pensiero e alla nostra azione quotidana; per questo mi viene da proporre la possibilita' di accordarsi su un calendario della nonviolenza come punto di partenza di iniziative coordinate a livello nazionale. Perche' ci piace ragionare sempre con tutti, perche' siamo persuasi che questa realta' vada liberata dai suoi limiti, che non possiamo negare il valore.

Presumo che sia ormai incontestabile il fatto che la guerra e' composta di una serie di azioni, di battaglie, di bombardamenti, ma anche di parate e blocchi commerciali, e di conseguenza la pace e' una serie di azioni e non un principio trascendentale; dobbiamo allora ritornare a chiederci criticamente, con Capitini: sono gli uomini e le donne preparati a tutti questi atti che la pace esige per stabilirsi durevole su tutta la estensione dei continenti e degli oceani?

Abbozzo una (non) risposta citando Spinoza: "La pace non e' l'assenza della guerra: e' una virtù che nasce dalla forza dell'anima".

Moltiplichiamo allora tutte queste forme di riflessione per rafforzare dal basso questa forza dell'anima aperta, per orientare il nostro Paese verso una socialita' e moralita' nuova poiche' si disvela ai nostri occhi l'inutilita' che le persone e le cose circolino in un mondo globale se questa globalita' non e' anche una unita' fondata su questa concezione di umanita' piu' alta e pura che salvaguardi la vita, la diversita', la liberta'.

Attuare la nonviolenza e' appunto tradurre in amore questa esigenza collettiva, un amore comprendente i viventi e i morti, un amore che e' diventato atto concreto nelle commemorazioni nonviolente del 4 novembre, dove si e' attinto, in una chiara manifestazione di alternativa agli schemi e alla retorica del potere, il valore "da un intimo che e' la presenza eterna di tutti": ma questo per noi deve essere il punto di partenza, e non d'arrivo.

 

9. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. VENIERO ZIMARRONI: A VITERBO DA DIECI ANNI

[Veniero Zimarroni e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Da dieci anni a Viterbo il 4 novembre - l'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale - le persone amiche della nonviolenza realizzano commemorazioni delle vittime delle guerre. Ed in questi dieci anni e' cresciuta una consapevolezza ed una tradizione.

La consapevolezza che e' abominevole che nel giorno del ricordo delle vittime delle guerre vi sia chi festeggi i poteri e le macchine che le guerre decidono ed eseguono, e che quelle vittime hanno ucciso.

La consapevolezza che solo chi si oppone alle guerre e' degno di commemorare le vittime della guerra, e proprio nel loro ricordo e nel loro nome deve impegnarsi affinche' non vi siano altre vittime, affinche' non vi siano altre guerre, affinche' cessi la criminale follia delle uccisioni.

E una tradizione: la tradizione ormai decennale della nonviolenza in cammino che strappa dalle grinfie dei poteri assassini il giorno della memoria delle vittime. La tradizione ormai decennale della nonviolenza in cammino che raccoglie su di se' l'impegno della memoria e dell'omaggio agli estinti, l'impegno dell'azione incivilitrice che salva le vite umane, che difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

E cosi' come a Viterbo, da anni anche in altre citta' italiane si e' iniziato a realizzare il 4 novembre le commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele".

E che in pochi anni possa avvenire il miracolo che queste commemorazioni nonviolente divengano le sole commemorazioni ammesse il 4 novembre in tutta Italia, poiche' le sole fedeli alla memoria degli uccisi dalla guerra, poiche' le sole fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, poiche' le sole fedeli all'umanita' che e' una.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Cessino tutte le guerre, cessino tutte le uccisioni.

Solo la pace salva le vite.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 439 del 7 novembre 2011

 

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