Telegrammi. 672



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 672 dell'8 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. L'unica risorsa

2. Sette domande a Raffaele Barbiero

3. Una lettera di Valeria Bertarelli

4. Sette domande a Fabrizio Fersini

5. Sette domande ad Alessandro Giuliani

6. Sette domande a Massimo Maisto

7. Sei domande a Tonino Perna

8. Danilo Dolci: Poiche' non possiamo essere tanto ingenui...

9. Luce Irigaray: Il razzismo piu' inconsapevole

10. Vandana Shiva: Biodiversita'

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. L'UNICA RISORSA

 

L'unica risorsa contro la guerra e' la pace.

L'unica risorsa contro la barbarie e' la civilta'.

L'unica risorsa contro la violenza e' la nonviolenza.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A RAFFAELE BARBIERO

[Ringraziamo Raffaele Barbiero (per contatti: raffaele.barbiero at cisl.it) per questa intervista.

Raffaele Barbiero e' impegnato nell'"Associazione locale obiezione e nonviolenza" (www.alon.it) e nell'Iscos-Cisl di Forli'-Cesena]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Raffaele Barbiero: Quello di aver tenuto nella mente delle persone, anche per un solo giorno, che la pace e la nonviolenza richiedono un impegno quotidiano e costante che va costruito nel tempo con azioni concrete e non solo con semplici enunciazioni di principio.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Raffaele Barbiero: Il fatto di essere il cinquantenario della marcia ideata da Aldo Capitini nel 1961. Inoltre l'avere un forte messaggio di fratellanza fra i popoli e di invito all'impegno per superare con la nonviolenza e la pace le molteplici situazioni di ingiustizia e violenza che ancora esistono nel mondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Raffaele Barbiero: A mio modo di vedere la nonviolenza e' piu' conosciuta di qualche decennio fa, ma rimane confinata all'idea di una "cosa bella" difficilmente praticabile. Fatica a passare l'idea che la nonviolenza sia concreta, ma che ovviamente richieda studio, formazione, sperimentazione, azione, ricerca e risorse umane e finanziarie per poterla rendere operativa. Ritengo che per fare questo le associazioni e i movimenti che ritengono di avere come loro vocazione l'affermazione dell'idea della nonviolenza come metodologia per affrontare i conflitti, dovrebbero abbandonare i loro particolarismi ed unire le forze per essere incisivi nella societa'. Piu' specificatamente, per esempio, invece di avere molte piccole riviste di area che finiscono per rivolgersi sempre allo stesso pubblico, varrebbe la pena tentare di unire le risorse per riuscire a raggiungere il grande pubblico.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Raffaele Barbiero: Quello che ho detto prima. Essere motore e portatore non della propria bandiera, ma dell'idea di mettere insieme le energie. Un altro esempio: oggi in Italia ci sono molte campagne di azione: contro le spese militari, contro le armi, contro gli arsenali atomici, per i Corpi civili di pace, etc. Alla fine si disperdono le poche forze in mille rivoli e si ottengono pochi risultati. Inoltre ci si muove troppo sulle emergenze: Kosovo, Libia, Iraq, etc. Se si pensa, per esempio, che un obiettivo forte sia quello della creazione dei corpi civili di pace per svolgere interventi in zone di conflitto, si lavori solo su questo finche' non si e' raggiunto l'obiettivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Raffaele Barbiero: Il movimento No Tav poteva essere una buona palestra per mostrare l'efficacia della nonviolenza. Purtroppo la nostra non capacita' di essere presenti, convincenti ed incisivi nei processi decisionali e nelle azioni di questi movimenti non ci permette di evidenziare all'opinione pubblica le potenzialita' della nonviolenza. Noi le enunciamo, qualcuno le menziona, ma la maggioranza si affida alla strumentazione "tradizionale". Poi dentro questi movimenti od associazioni forse c'e' l'idea che la nonviolenza funziona solo in determinati contesti e richiede troppo tempo per vedere i risultati. Alla fine quindi si prendono le vie piu' corte, ma gia' percorse con risultati non sempre positivi (G8 2001 a Genova).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Raffaele Barbiero: Una sola di carattere operativo: la creazione dei Corpi civili di pace europei, sull'idea gia' avuta da Alex Langer negli anni Novanta. Un'altra nell'ambito informativo: trovare un mezzo (rivista, giornale, ecc.) che, raccogliendo le risorse finanziarie ed umane possibili, sia in grado di comunicare con l'opinione pubblica italiana sapendo raccogliere l'attenzione del grande pubblico.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Raffaele Barbiero: La nonviolenza puo' essere intesa come uno stile di vita, apertura all'esistenza, alla liberta', allo sviluppo di tutti; opposizione all'oppressione, alla distruzione. Resistenza attiva. Un modo di essere e di vivere i rapporti con gli altri che prima di acquisire un valore come azione sociale (esterna a noi), deve penetrare nelle nostre coscienze ed essere parte di noi. O come una scelta pragmatica per risolvere, gestire, trasformare i conflitti: si puo' vedere nella nonviolenza un metodo efficace che da' piu' risultati, o meno danni, dell'azione violenta. In questo caso il "minimo" richiesto e' il rispetto dei due capisaldi della nonviolenza - non usare violenza fisica e non offendere la dignita' dell'altro - per tutta la durata del conflitto. Il "vero obiettivo" non e' neanche quello di essere nonviolenti, ma piuttosto amici della nonviolenza e anche rispetto alla nonviolenza lo scopo si concentra nel ridurre ai minimi termini possibili la presenza della violenza nell'agire umano e nelle attivita' umane. La violenza va intesa nel suo significato piu' ampio, per cui non e' solo quella della guerra o delle armi, ma ogni atto che comporta distruzione, oppressione, costrizione, verso persone, animali, cose. Infine la nonviolenza non e' per anime belle, quindi se una persona si vuole accostare alla nonviolenza deve sapere che richiede studio, impegno, energie quotidiane. Richiede risorse umane e finanziarie e la volonta' di mettersi in un percorso di formazione-azione-ricerca svolta a partire da se stessi per poi allargarsi agli altri e con gli altri.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UNA LETTERA DI VALERIA BERTARELLI

[Ringraziamo Valeria Bertarelli (per contatti: valeria at mostramida.it) per questo intervento che estraiamo da una piu' ampia lettera di risposta a una richiesta di intervista.

Valeria Bertarelli, impegnata nei movimenti delle donne, nell'educazione ambientale e nella solidarieta' internazionale, tra le persone promotrici dell'esperienza di un ecovillaggio, partecipa agli incontri di accostamento alla comunicazione nonviolenta che si svolgono da mesi a Blera (Vt)]

 

... La lotta che sento piu' vicina e' quella che espressi nell'intervento contro la violenza sulle donne pubblicato nel supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" del 7 marzo 2011 (fascicolo monografico "Dal 13 febbraio all'8 marzo"); lotta che come ben sai ha acquisito un volto reale e attuale nella mia esistenza...

Ma anche lotta quotidiana contro modi di dire, di scherzare, di sottintendere.

La mia prima forma di lotta e' contro la cultura patriarcale, purtroppo insita in tutti noi, uomini piu' o meno sottilmente radicati nel loro essere padroni, e donne, spesso inconsapevoli complici dell'oppressione di cui sono vittime.

Credo che la nostra sfida piu' grande dovrebbe essere questa.

A cambiare il mondo basterebbe poco davvero...

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FABRIZIO FERSINI

[Ringraziamo Fabrizio Fersini (per contatti: fabrizio.fersini at virgilio.it) per questa intervista.

Fabrizio Fersini e' diplomato Perito elettronico, diplomato in Scienze religiose, diplomato in Consulenza familiare, consigliere comunale del Partito Democratico nel Comune di Viterbo, fondatore e coordinatore del Movimento di cittadinanza attiva "Gens Nova", fondatore e membro del direttivo dell'Associazione "Don Armando Marini", volontario presso la Cappellania della Casa Circondariale "Mammagialla", collaboratore e formatore nel settore Formazione nazionale per le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani - Acli]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi 50 anni?

- Fabrizio Fersini: Mettere in comunione diverse culture, diverse mentalita', diversi costumi, diverse educazioni, diverse tradizioni, diversi linguaggi e diverse ideologie in nome della pace, per dimostrare a se stessi e al mondo che gli esseri umani quando hanno la vocazione, la determinazione e l'intenzionalita', possono realmente aspirare ed arrivare ad essere quello che sono e per cui sono nati, superando ogni barriera: e cioe' essere fratelli, unico antidoto contro ogni forma di violenza e di guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Fabrizio Fersini: La riscoperta della volonta' di partecipare, di unirsi, di comunicare, di entrare in relazione, affievolitasi sempre piu' negli ultimi anni generando nel quotidiano vivere comune sfiducia, incomunicabilita', aggressivita', scarsa tolleranza nei confronti del prossimo, solitudine interna e esterna dell'essere umano. Queste sono le prime guerre in atto nel mondo di oggi, prima di qualsiasi altra guerra combattuta attraverso le armi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Fabrizio Fersini: Una discreta crescita della cultura della nonviolenza nell'ultimo secolo e' sicuramente avvenuta in Italia, scaturita dalla profonda sofferenza prodotta dalle due guerre succedutesi e dalla macchia nera del terrorismo e in genere delle organizzazioni criminali cui ha fatto seguito un lungo periodo di pacificazione sociale; ma se questa crescita e' potuta avvenire e' stato grazie a molti uomini e donne che hanno testimoniato con la loro vita quotidiana, talvolta mettendola a serio rischio, morendo anche per questo, valori autentici di educazione alla nonviolenza. Nonostante tutto, e' fondamentale nel nostro tempo non dare nulla per scontato e mantenere sempre alta l'attenzione, alimentando la cultura della nonviolenza attraverso la formazione e l'educazione alla vita buona, perche' possano nascere e crescere i nuovi ed autentici testimoni costruttori della nonviolenza. Opponendosi alla subdola crescita silenziosa di una nuova aggressivita' mista a rabbia relativizzante la vita, che vede vittime e protagonisti le giovani generazioni, nelle quali sta avvenendo la percezione del passaggio per il futuro della loro vita: da Futuro-Speranza a Futuro-Minaccia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Fabrizio Fersini: C'era un detto che recitava cosi': "Il mio Io e' importante, ma cosa sarebbe senza un Tu?". Le associazione e i movimenti, chiamati a creare incontri di confronto civile tra gli uomini, rappresentano il sale che da' il sapore, la luce che da' la luminosita' alle nostre vite. Di contro alla violenza, che e' non-incontro, scontro non diplomatico, rifiuto a partecipare, abbandono, solitudine, razzismo, affermare invece la presenza di questo tipo di realta' associative significa generare una nuova societa' che vuole andare con determinazione verso l'attuazione del bene comune e della giustizia sociale come luoghi imprescindibili ed essenziali di incontro, dove scocca la scintilla della nonviolenza e della pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Fabrizio Fersini: La rivendicazione di un diritto passa prima dall'esercizio di un dovere. Troppo spesso negli ultimi tempi in Italia ci siamo lamentati della carenza di diritti, che ha generato e genera ancora oggi abbandono, violenza e impedimento alla crescita sociale nei confronti delle fasce piu' disagiate; e troppo spesso siamo stati incapaci di partecipare al dovere di essere protagonisti affinche' le cose cambiassero, preferendo delegare. Ma la straordinaria partecipazione e il successo acquisito nell'ultima tornata referendaria ha costituito a mio avviso la manifestazione della volonta' di sconfiggere la violenza politica in Italia nell'ultimo periodo. Nel mondo ho visto e sentito un grande messaggio di invito alla nonviolenza nel raduno delle Giornate Mondiali dei Giovani di Madrid. Il cristianesimo e la cultura dell'incontro interreligioso e multietnico possono e potranno essere un ottimo filone di discussione e incontro tra popoli schierati per la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Fabrizio Fersini: Nel rigenerare, nuovi impulsi educativi che facciano riferimento a valori autentici, stabili, alti, comprensibili, condivisibili, vissuti e testimoniati particolarmente alle giovani generazioni da parte degli educatori ai vari livelli, che troppo spesso negli ultimi anni si sono scoperti demotivati. Dare maggiore informazione dell'esistenza e dell'attualizzazione del nuovo mercato economico equo e solidale, perche' ogni singola persona sia consapevole fino in fondo a quale progetto economico sta aderendo e veicoli dentro di se' quella giustizia sociale senza la quale la violenza non potra' mai essere sconfitta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Fabrizio Fersini: La nonviolenza e' essere capaci intenzionalmente di vivere nel "qui ed ora" della relazione umana la regola d'oro di "Non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto a te", essere capaci di "Amare il tuo prossimo come ameresti te stesso", di vedere nel volto dell'altro, anche se nemico, una persona con cui cercare di stabilire comunque una relazione, essere capaci di amare per primi e sempre. Ci si accosta alla nonviolenza intraprendendo la strada dentro di noi e decidendo di fare spazio accanto al nostro "Io" ad un "Tu" che diverra' un "Noi", pensando sempre che il "Tu" e il "Noi" valgono almeno quanto il mio "Io", ma sicuramente molto di piu'.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ALESSANDRO GIULIANI

[Ringraziamo Alessandro Giuliani (per contatti: alessandro.giuliani at iss.it) per questa intervista.

Alessandro Giuliani e' Primo Ricercatore del Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell'Istituto Superiore di Sanita'. Nato a Roma il 14 febbraio 1959, laurea in Scienze Biologiche 110/110 con lode all'Universita' di Roma "La Sapienza". Incarichi: professore a contratto di Biofisica, Universita' di Roma "La Sapienza"; membro del Collegio Docenti, Dottorato di Ricerca in Biofisica, Universita' di Roma "La Sapienza"; Visiting Professor, Universita' di Chicago; Visiting Professor, Istituto di Bioinformatica, Singapore; Visiting Professor, Universita' Keio, Tsuruoka, Giappone; membro dell'Editorial Board "Current Bioinformatics"; membro dell'Editorial Board "Systems and Synthetic Biology". Attivita' di ricerca: Analisi dei dati in Biologia, con particolare riguardo all'applicazione della statistica multivariata e metodi nonlineari (analisi delle ricorrenze, misure di complessita') allo studio di segnali biologici e delle sequenze proteiche; Bioinformatica e Biofisica di sistemi reticolari. Impegnato in vari progetti di ricerca. Incarichi istituzionali: Membro del gruppo Oecd tossicogenomica; Esaminatore di concorso Iss; piu' volte Valutatore Eu. Membership: Societa' Italiana di Biofisica Pura e Applicata; Societa' Italiana Caos e Complessita'. E' autore di numerose pubblicazioni scienfiche, un elenco delle quali e' nella pagina dedicata del sito www.iss.it]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Alessandro Giuliani: Mettere insieme persone di idee e formazione culturale molto diversa su un piano finalmente non ideologico ma immediatamente di "buona volonta'".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Alessandro Giuliani: Non saprei ma spero che si riuscira' a parlare di tutto e a non fare differenze tra "guerre giuste" e "guerre ingiuste" o, peggio ancora, essere strumentalizzati dalla politica per cui la marcia sia "questione di schieramenti politici"... mi piacerebbe poi una riflessione sulla violenza della finanza per cui fosse chiaro che le esigenze del "capitalismo anonimo" o "del mercato" non sono le conseguenze di un evento naturale ma una deliberata guerra alle popolazioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Alessandro Giuliani: Nonviolenti non sono coloro che lo fanno per mestiere ma chi pratica la nonviolenza nella sua vita quotidiana, non ha senso perpetuare l'errore che ha insanguinato gli scorsi decenni per cui si manifestava per il Vietnam ma poi non si sopportava il vicino rumoroso o il collega di un altro schieramento politico o magari la zia un po' bacchettona. L'Italia da questo punto di vista ha un patrimonio di convivenza non violenta enorme che e' stato sempre snobbato da molti nonviolenti di professione, preferisco insomma i pescatori di Mazara che giorno per giorno lavorano fianco a fianco con i pescatori tunisini a chi pretende che per la convivenza si debba far piazza pulita di tutte le tradizioni particolari che innervano la nostra storia o che nega la necessita' di un livello fisiologico di aggressivita' e violenza tra i ragazzi che se le danno di santa ragione urlando subito al bullismo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Alessandro Giuliani: Dare un esempio vivente di moderazione e dialogo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Alessandro Giuliani: L'aiuto dato dai lampedusani ai migranti in difficolta' entrando in acqua a salvarli, la lotta nonviolenta dei cristiani in India in favore dei senza casta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Alessandro Giuliani: Lo sforzo di trovare occasioni comuni e condivise di dialogo che impediscano il ripresentarsi di vecchie e superate ideologie di odio di classe.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Alessandro Giuliani: Prendi seriamente il Vangelo.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MASSIMO MAISTO

[Ringraziamo Massimo Maisto (per contatti: segreteria.vicesindaco at comune.fe.it) per questa intervista.

Massimo Maisto e' vicesindaco e assessore a Personale, Cultura, Turismo e Area Giovani del Comune di Ferrara. Nato a Ferrara il 26 febbraio 1968, coniugato, prima dell'incarico nell'Amministrazione comunale ha svolto diverse attività professionali nel mondo associazionistico, legate - in particolare - alla cultura, al mondo del cinema ed all'organizzazione di spettacoli. Laureato al Dams di Bologna, e' divenuto presidente provinciale del comitato Arci nel 2002 e presidente dell'Arci Emilia-romagna nel 2004, incarichi lasciati nel 2007 con la nomina ad assessore comunale alla Cultura, Pubblica istruzione e Cooperazione internazionale]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Massimo Maisto: Credo siano due: la grande capacita' simbolica che questa iniziativa ha assunto negli anni e l'avere fatto confluire, in un intreccio fecondo, culture di matrice diversa sui temi della pace e della pratica nonviolenta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Massimo Maisto: L'ultimo anno ha visto l'emergere di spazi di vita democratica in contesti apparentemente refrattari ad essi (gli stati arabi), grazie a movimenti pacifici e nonviolenti. Per questo credo che la marcia di quest'anno debba porre in primo piano come la nonviolenza non sia solo una pratica utopica, ma un mezzo concreto per cambiare il contesto in cui viviamo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Massimo Maisto: La pratica della nonviolenza e' radicata e diffusa nel nostro paese, grazie alla fitta rete di associazioni e movimenti che agiscono sul territorio, e a culture come quella di matrice cattolica e quella laica di difesa e promozione dei diritti civili. Anche gli Enti Locali, negli ultimi anni, hanno prestato molta attenzione a queste tematiche. Forse, mancano i riflettori delle prime pagine, troppo impegnati come siamo ad inseguire la contingenza quotidiana e a non riflettere sulle grandi questioni che riguardano gli stili di vita dell'Occidente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Massimo Maisto: Il ruolo che ha svolto con efficacia fino ad oggi, vale a dire promuovere la conoscenza e la pratica diffusa della cultura nonviolenta in Italia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Massimo Maisto: Credo che sia molto importante il risveglio di un senso civico degli italiani, la volonta' di impegnarsi su tematiche che riguardano la sfera civica della vita quotidiana.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Massimo Maisto: Occorre, a mio avviso, promuovere iniziative che avvicinino a noi le culture e le societa' di altre aree geografiche del mondo. La pratica nonviolenta, infatti, e' un modo non solo per prevenire e risolvere i conflitti ma per confrontare, accettare, riconoscere ed intrecciare i diversi contesti sociali e stili di vita. Inoltre, conoscere le altre culture e societa' contribuisce a farci diventare a pieno titolo "cittadini del mondo", condizione imprescindibile per vivere nell'universo attuale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Massimo Maisto: La nonviolenza ci insegna che le nostre idee devono essere sempre portate avanti in maniera pacifica e nel rispetto assoluto di chi non condivide il nostro punto di vista; diversamente, non sono piu' idee, ma dogmi e ideologie. Per accostarsi ad essa, consiglierei i grandi classici del pensiero nonviolento, ma anche testi dei pensatori illuministi, come, ad esempio, il Trattato sulla tolleranza di Voltaire.

 

7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A TONINO PERNA

[Ringraziamo Tonino Perna (per contatti: tperna at aliceposta.it) per questa intervista.

Tonino Perna, economista e sociologo, docente universitario di economia e di sociologia economica; dal 1979 al 1983 ha collaborato con il Centro studi Cisl del mezzogiorno, l'Ervet di Bologna, Rai 3 Calabria, il Centro Studi Cgil di Roma; e' stato uno dei promotori del movimento per la pace nel sud d'Italia e presidente dell'Associazione per la pace "24 ottobre" di Reggio Calabria; nel 1983 ha fondato il Cric (Centro regionale d'intervento per la cooperazione, ong italiana nata su una strategia di cooperazione sud-sud, con un forte impegno sul territorio di Calabria e Sicilia e diversi progetti di cooperazione nei Balcani, nel Mediterraneo, in Medio Oriente, Africa e America Latina); presidente del parco nazionale dell'Aspromonte e presidente del Comitato etico della Banca popolare etica di Padova. Tra le opere di Tonino Perna: Mercanti imprenditori consumatori, Angeli, Milano 1984; Lo sviluppo insostenibile, Liguori, Napoli 1994; Fair Trade. La sfida etica al mercato mondiale, Bollati Boringhieri, Torino 1998; Aspromonte. I parchi nazionali nello sviluppo locale, Bollati Boringhieri, Torino 2002; Quando i funghi piu' belli..., Terre di Mezzo, 2003; Destra e sinistra nell'Europa del XXI secolo, Terre di Mezzo, Milano 2006; Cari amici del Nord. C'era una volta il Sud... e c'e' ancora, Intra Moenia, Napoli 2006; Al Magnifico Rettore. Tesi di laurea, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Il manuale del piccolo usuraio e del grande speculatore, Altreconomia, 2009; Eventi estremi. Come salvare il pianeta e noi stessi dalle tempeste climatiche e finanziarie, Altreconomia, 2011]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Cosa caratterizzera' maggiormente la marcia Perugia-Assisi che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Tonino Perna: La richiesta di taglio alle spese militari: lo impone il mostruoso debito pubblico italiano.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Tonino Perna: E' cresciuta la sensibilita', il disgusto per tutte le guerre, ma ci sono meno persone che sognano un mondo senza guerre. E sono disposte a marciare per la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Tonino Perna: Non saprei rispondere. Penso che la nonviolenza attiva dovrebbe essere un punto di riferimento anche nella lotta alla borghesia mafiosa ed ai suoi bracci armati come 'ndrangheta, camorra e mafia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Tonino Perna: Mi sembra molto significativa la nascita del movimento contro la corruzione in India, con un leader di cui non ricordo il nome, che rilancia la tradizione gandhiana. Certamente, grande impatto hanno avuto le rivolte (pacifiche in gran parte) in Egitto e Tunisia che hanno portato all'espulsione dei dittatori.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Tonino Perna: Credo che siamo di fronte ad un'occasione unica, in tutto l'Occidente, per abbattere le spese militari e la partecipazione alle guerre (Afghanistan, ecc.).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Tonino Perna: L'impegno con mezzi pacifici per un mondo piu' giusto e per la salvaguardia del Creato (Natura).

 

8. MAESTRI. DANILo DOLCI: POICHE' NON POSSIAMO ESSERE TANTO INGENUI...

[Da Danilo Dolci, Verso un mondo nuovo, Einaudi, Torino 1965, pp. 206-207.

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

Poiche' non possiamo essere tanto ingenui da pensare che chi ha oggi pesanti privilegi si decida a perderli solo perche' gli si propone un'idea razionale, bisogna gia' sapere che le forze monopolistiche interne ed esterne ora predominanti nel paese cercheranno di reagire anche con la violenza per mantenere i propri privilegi, tenteranno di reagire all'avanzata di ogni strutturazione che intenda salvaguardare e conquistare posizioni di interesse collettivo...

 

9. MAESTRE. LUCE IRIGARAY: IL RAZZISMO PIU' INCONSAPEVOLE

[Da Luce Irigaray, Io tu noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992, pp. 99-100.

Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice di ricerca al Cnrs a Parigi, e' tra le piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni. Tra le opere di Luce Irigaray: Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano 1978;  Amante marina. Friedrich Nietzsche, Feltrinelli, Milano 1981, Luca Sossella Editore, 2003; Passioni elementari, Feltrinelli, Milano 1983; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1985; Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007; Il tempo della differenza, Editori Riuniti, Roma 1989; Parlare non e' mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; L'oblio dell'aria, Bollati Boringhieri, Torino 1996; Tra Oriente e Occidente, Manifestolibri, Roma 1997; Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1997, 2000; In tutto il mondo siamo sempre in due, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2006; Preghiere quotidiane, Heimat, 2007; Oltre i propri confini, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007; La via dell'amore, Bollati Boringhieri, Torino 2008; Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009; Il mistero di Maria, Paoline, Milano 2010; Una nuova cultura dell'energia. Al di la' di Oriente e Occidente, Bollati Boringhieri, Torino 2011]

 

... Tutte le lotte antirazziste dovrebbero averci insegnato tali verita', anche se e' crudele per le donne dover passare attraverso questa dimostrazione per farsi ascoltare. Ma il sessismo e' il razzismo piu' inconsapevole, e produce una moltitudine di contraddizioni prima di togliersi la maschera.

 

10. MAESTRE. VANDANA SHIVA: BIODIVERSITA'

[Da Vandana Shiva, Campi di battaglia. Biodiversita' e agricoltura industriale, Edizioni Ambiente, Milano 2009, p. 61.

Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009]

 

Tutti coloro che dipendono dalla biodiversita' per la propria sopravvivenza sanno di doverla mantenere viva. Per loro i valori economici sono strettamente connessi ai valori ecologici e al valore intrinseco di ogni specie. Cio' e' reso evidente dal fatto che nelle culture indigene sostenibili le specie da cui gli esseri umani dipendono di piu' sono considerate sacre, onorate e conservate, anche se vengono utilizzate per il sostentamento.

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Lev Tolstoj, Il cammino della saggezza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2010, 2 voll. rispettivamente di pp. 144 e 160.

- Lev Tolstoj, I quattro libri di lettura, Longanesi, Milano 1961, 1979, pp. IV + 300.

- Lev Tolstoj, Il regno di Dio e' in voi, Bocca, Roma 1894, Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988, pp. XLVI + 388.

- Lev Tolstoj, La confessione, SE, Milano 1995, pp. 120.

- Lev Tolstoj, La legge della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1998, pp. 96.

- Lev Tolstoj, La vera vita. Il denaro. Come leggere il Vangelo, Manca, Genova 1991, pp. XIV + 296.

- Lev Tolstoj, Quale scuola?, Emme, Milano 1975, Mondadori, Milano 1978, pp. II + 284.

- Lev Tolstoj, Patriottismo e governo e altri scritti antimilitaristi, Edizioni Senzapatria, Sondrio 1987, pp. 64.

- Lev Tolstoj, Perche' la gente si droga? E altri saggi su societa', politica e religione, Mondadori, Milano 1988, pp. 768.

- Lev Tolstoj, Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1991, 2005, 2 voll. per pp. CXXXVI + 1240 (vol. I) + 1516 (vol. II).

- Lev Tolstoj, Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze 1967, pp. LV + 1790.

- Tolstoj verde, Manca, Genova 1990, pp. XXXVI + 276.

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 672 dell'8 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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