Telegrammi. 671



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 671 del 7 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Dallo sciopero generale alla caduta del regime della corruzione

2. Peppe Sini: Se non ci si batte contro la guerra si e' complici della guerra

3. Mao Valpiana: Marciare insieme per la nonviolenza

4. Sette domande a Maria Grazia Caprioli

5. Sette domande a Luigi Spagnolli

6. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

7. Movimento Nonviolento: Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. DALLO SCIOPERO GENERALE ALLA CADUTA DEL REGIME DELLA CORRUZIONE

 

Lo sciopero generale del 6 settembre ha superato di slancio limiti e ambiguita' delle piattaforme di convocazione.

Se si ha l'intelligenza di non lasciar ridurre tutto alle ridicole dimensioni cui tutto riduce il tritacarne televisivo, dalla grande partecipazione popolare allo sciopero generale emerge un messaggio esplicito ed inequivocabile.

E questo messaggio esplicito ed inequivocabile e': si dimetta il governo della guerra e del razzismo; si dimetta il governo che brucia quantita' ingentissime di pubblici denari per massacrare afgani, libici e migranti mentre taglia i fondi per scuola, sanita', assistenza e diritti; si dimetta il governo della corruzione, della contiguita' ai poteri criminali, dell'internita' all'economia illegale; si dimetta il governo golpista.

E questo messaggio esplicito ed inequivocabile e': lottare per il bene comune ed i beni comuni e' possibile e necessario; unire l'area democratica in difesa della legalita', della civilta', dei diritti umani di tutti gli esseri umani, dell'ambiente casa comune dell'umanita' intera, della pace che salva le vite, e' possibile e necessario; costruire l'alternativa nonviolenta, femminista ed ecologista, e' possibile e necessario.

E questo messaggio esplicito ed inequivocabile e': pace e disarmo subito; drastico taglio delle spese militari; abrogazione di tutte le criminali misure razziste; riconversione ecologica dell'economia; legalita' e democrazia contro crimine e corruzione.

E questo messaggio esplicito ed inequivocabile e': viva la Costituzione della Repubblica Italiana.

E questo messaggio esplicito ed inequivocabile e': qui non si arrende nessuno. Ci si salva tutti insieme. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. EDITORIALE. PEPPE SINI: SE NON CI SI BATTE CONTRO LA GUERRA SI E' COMPLICI DELLA GUERRA

 

Se non ci si batte contro la guerra mentre la guerra e' in corso, si e' complici della guerra.

E poiche' la guerra consiste dell'uccisione di esseri umani, chi non si oppone alla guerra consente all'uccisione di esseri umani.

La marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, che esplicitamente si richiama ad Aldo Capitini, a questo impegno in primo luogo convoca: all'opposizione integrale alla guerra.

 

3. EDITORIALE. MAO VALPIANA: MARCIARE INSIEME PER LA NONVIOLENZA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per averci messo a disposizione il seguente editoriale che apre il fascicolo di agosto-settembre 2011 della rivista "Azione nonviolenta", monografico sulla marcia Perugia-Assisi.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Questo numero doppio di "Azione nonviolenta" esce con un numero ridotto di pagine. Non e' una contraddizione, e nemmeno un presa in giro. Abbiamo fatto una precisa scelta editoriale, sicuri che i nostri fedeli abbonati la comprenderanno e condivideranno. Il "risparmio" di pagine (24 anziche' 40), ci permette di aumentare considerevolmente la tiratura (5000 copie anziche' 1700) per una diffusione straordinaria alla Marcia Perugia-Assisi.

Abbiamo redatto un numero monografico sulla prima Marcia del 1961 e il suo ideatore Aldo Capitini. E' un numero speciale, dedicato particolarmente ai giovani che per la prima volta cammineranno con noi da Perugia ad Assisi, per aiutarli a conoscere le motivazioni profonde, lo spirito e gli obiettivi di questo evento e quindi diventarne i protagonisti.

La marcia Perugia-Assisi, ideata ed organizzata da Aldo Capitini nel 1961, ha segnato l'irrompere del movimento per la pace sulla scena politica come soggetto autonomo ed indipendente dai partiti. Capitini volle inoltre offrire "l'aggiunta nonviolenta" allo stesso movimento pacifista.

La marcia del 2011, che mantiene lo stesso titolo della prima edizione "per la pace e la fratellanza dei popoli", registrera' una grandissima partecipazione popolare, alla ricerca dell'idea originaria della marcia "di tutti e per tutti". La marcia e' dei marciatori, che esprimeranno con forza e determinazione la volonta' di "opposizione integrale alla guerra e alla sua preparazione".

Ma la Marcia e' solo l'inizio. Ognuno e' chiamato a proseguirla con impegni ed iniziative, a coltivarne e valorizzarne gli obiettivi nel proprio ambiente. "La Marcia non e' fine a se stessa - diceva Capitini - crea onde che vanno lontano". Tocca a noi far andare lontano le onde della nonviolenza.

Le amiche e gli amici della nonviolenza, che si riconoscono nella "nonviolenza organizzata", sono ancora una minoranza della minoranza, forse anche all'interno della stessa Marcia. C'e' quindi bisogno, per rendere piu' incisiva ed efficace l'azione della nonviolenza organizzata, che chi si sente parte di questo movimento se ne assuma la  responsabilita' con l'adesione formale al Movimento Nonviolento, il sostegno attivo alla stampa e all'informazione nonviolenta. Prima di chiedere alla nonviolenza maggior incisivita' nella societa' italiana, bisogna interrogarsi se si e' fatta la propria parte con l'iscrizione al Movimento Nonviolento e l'abbonamento alla rivista mensile "Azione nonviolenta".

Nei mesi successivi alla Marcia l'impegno principale dovra' essere quello per far uscire l'Italia dalle guerre in cui e' coinvolta. Una campagna da costruire e' quella per il disarmo, a partire da noi stessi e dal nostro paese, unica strada per evitare le guerre future. Insieme a questo dobbiamo impegnarci per il riconoscimento e la costituzione dei Corpi Civili di Pace, intesi come alternativa agli eserciti, per la risoluzione nonviolenta dei conflitti armati.

Il Movimento Nonviolento ha investito molto, in termini economici e di energie, per la buona riuscita di questa Marcia. Siamo ben coscienti, pero', che essa assolve ad un compito importante ma non sufficiente, quello di chiamare a raccolta e rendere visibile il piu' ampio movimento per la pace. C'e' bisogno di piu'. Dobbiamo gia' guardare avanti, ed immaginare una marcia specifica che ponga il tema decisivo della nonviolenza al centro dell'agire politico.

Il Movimento Nonviolento trova la sua fondamentale ragion d'essere nel promuovere la teoria e la pratica della nonviolenza, svilupparne il pensiero ed il metodo. Oggi il Movimento e' chiamato ad indicare la via d'uscita dalla profonda crisi che stiamo vivendo, con il superamento delle strutture militari, l'abolizione degli eserciti, l'abbandono della preparazione delle guerre che sono causa ed effetto della crisi stessa.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARIA GRAZIA CAPRIOLI

[Ringraziamo Maria Grazia Caprioli (per contatti: mariagrazia.caprioli at gmail.com) per questa intervista.

Maria Grazia Caprioli vive e insegna a Viterbo; di immensa intelligenza ed empatia ed altrettanta generosita' e modestia, e' in verita' una delle figure piu' luminose della nonviolenza in questa citta']

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Maria Grazia Caprioli: Il significato della Marcia e' quello di ricordarci che per affrontare situazioni di conflitto un'altra strada e' possibile. Oppressi come siamo da informazioni "ufficiali", corriamo il rischio di scambiare la strada proposta dai governanti come l'unica percorribile. Spesso siamo distratti e la nostra coscienza sopita ("ci penseranno gli altri... cosa posso fare io?"). La Marcia ci ricorda che ognuno e' responsabile e puo' fare qualcosa. Ci ricorda che le guerre non sono "affare" di militari e politici, ma di ogni cittadino degno di tale nome. Ci ricorda, insomma, che non siamo sudditi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Maria Grazia Caprioli: Sono passati cinquanta anni dal 1961, dalla prima Marcia, un anniversario importante e che si potrebbe leggere in diversi modi: dopo cinquanta anni c'e' ancora bisogno di stare a marciare? Ma allora cosa e' stato fatto in tutto questo tempo? C'e' pero' un'altra interpretazione, per la quale io propendo e che, secondo me, caratterizzera' la Marcia di quest'anno: dopo cinquant'anni e nonostante lo scarso appoggio al movimento nonviolento dato dal mondo politico e da gran parte della stampa, c'e' ancora un cosi' grande (in quantita' e in qualita') popolo che continua a credere e a testimoniare il proprio impegno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Maria Grazia Caprioli: Oggi i valori proposti dalla nonviolenza non hanno vita facile, perche' tutte le agenzie educative stanno formando le persone in maniera smisurata al senso dell'"io" e poco o niente al senso del "noi". Quindi prevalgono tutti quei valori che male si coniugano con quelli fondanti, a mio parere, la nonviolenza: accoglienza, sintonia con l'altro, condivisione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Maria Grazia Caprioli: Credo che sia importante radicarsi maggiormente nelle realta' locali. Penso, ad esempio, alla strutturazione di percorsi formativi da proporre non solo alle scuole, ma anche ad altre realta' presenti sul territorio: progetti che l'amministrazione comunale attiva per i giovani; iniziative culturali promosse presso i centri sociali, anche quelli per gli anziani; attivita' dei movimenti scouts e delle parrocchie. Sarebbe importante che in questi ambiti ci fosse uno spazio dedicato alle tematiche della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Maria Grazia Caprioli: La lotta che sta conducendo Hazare in India per ottenere una legge contro la corruzione e la grande civilta' con la quale la popolazione di Lampedusa sta accogliendo i migranti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Maria Grazia Caprioli: Le emergenze umanitarie hanno tutte uguale drammaticita', e' quindi difficile dare delle priorita'. Dovendo dare un'indicazione, posso dire che sarebbe importante impegnarsi per un autentico dialogo tra le diverse culture che si affacciano sul Mediterraneo, perche' questo mare sia finalmente considerato elemento di unione e non di divisione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Maria Grazia Caprioli: Credo che farei incontrare questa persona con altre persone amiche della nonviolenza. Non per scaricarmi ogni responsabilita', ma perche' sono convinta che le idee, i valori si comprendono nella loro pienezza soltanto se si viene a contatto con chi li vive.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LUIGI SPAGNOLLI

[Ringraziamo Luigi Spagnolli (per contatti: sindaco at comune.bolzano.it) per questa intervista.

Luigi Spagnolli e' sindaco di Bolzano dal 2005, rieletto nel 2010. Dal sito www.comune.bolzano.it riprendiamo la seguente scheda biografica: "nato a Bolzano il 10 febbraio 1960, residente a Bolzano, coniugato con due figli. Studi: 1979 maturita' classica presso il Liceo "G. Carducci" di Bolzano. 1985 Laurea in Scienze Forestali presso l'Universita' degli Studi di Firenze, 1985 Abilitazione all'esercizio della professione di Dottore Forestale ed iscrizione all'albo degli Agronomi e Forestali della Provincia di Bolzano. Attivita' lavorative: 1985-1990: Insegnante precario e di ruolo di diverse materie in scuole medie e superiori. 1986-2003: Rapporto di lavoro in varie forme con il Comune di Bolzano: consulente, coordinatore della segreteria del Sindaco (capo di gabinetto), funzionario tecnico area ambientale dal 1992, direttore dell'Ufficio Ambiente dal 1996, direttore della Ripartizione Ambiente e Verde Pubblico dal 2001. Nel 2001 nomina a componente il Comitato di Gestione della parte altoatesina del Parco Nazionale dello Stelvio in rappresentanza del Cai Alto Adige. Dal 2003 al 2005 incarico di coordinatore con funzioni di direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, in Bormio (So), a seguito di concorso. Dal 5 novembre 2005 Sindaco di Bolzano, rieletto il 16 maggio 2010 per il secondo mandato. Altre attivita': Culturali: socio del Circolo Cittadino di Bolzano dal 1989, componente del Direttivo dal 1990 al 1994. Religiose: dal 1995 fondatore e membro del Gruppo Diocesano per l'Impegno Socio Politico (Geis). Socio-sanitarie: fondatore nel 1992 e primo Presidente di Admo Alto Adige - Associazione Donatori di Midollo Osseo fino al 1997. Dal 1998 componente di diversi organismi in Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue) Comunale e Provinciale. Sportive: dal 1975 tesserato Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera), in qualita' di atleta, tecnico, giudice e dirigente (dal 1988) con vari incarichi tra cui revisore dei conti e componente del Comitato Provinciale e della Commissione Nazionale Carte Federali. Componente della Giunta Provinciale del Coni dal 1992 al 2000. Organizzatore e speaker di manifestazioni nazionali ed internazionali. Ambientaliste: socio, o gia' socio, Wwf, Legambiente, Greenpeace, Cai, Ana. Interessi: viaggi, escursioni in montagna, fotografia, letteratura italiana, storia, scienze della natura"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Luigi Spagnolli: A mio avviso il fatto di ripetersi ogni anno evolvendosi ogni volta in un evento nuovo al passo coi tempi. Il concetto di pace si e' dimolto evoluto in questo periodo, nel senso che la pace e' stata metabolizzata in modo assai diverso dai diversi popoli e dalle diverse persone, con l'ovvio denominatore comune della volonta' di nonviolenza. Per cui ogni anno assistiamo e/o partecipiamo ad una Perugia-Assisi che e' tradizione e novita' insieme, con temi sempre nuovi e con il bello dello stare insieme a persone belle.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Luigi Spagnolli: La pace oggi e' avvolta in una nuvola di dubbi legata ai recenti fatti di Egitto, Siria, Libia oltreche' i "soliti" Darfur, Iraq, Afghanistan ecc. Nessuno ha una ricetta certa, in particolare oggi, per riportare pace dove manifestamente non c'e'. Importante e', pero', ribadire in tanti che la pace e' sempre fortemente presente nelle prospettive di futuro di tante singole persone anche molto diverse tra loro per lingua, provenienza, estrazione ed eta'. Dobbiamo continuare a ripetercelo e a gridarlo, che la vogliamo, la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Luigi Spagnolli: Le statistiche dicono che ci sono posti al mondo dove si sta peggio. Io credo pero' che in particolare il mondo mediatico italiano debba fare un balzo in avanti culturale su questo tema, perche' finche' il fatto di violenza sara' uno scoop e il comportamento nonviolento no, i media si occuperanno sempre molto di piu' di violenza che di nonviolenza stimolando processi emulativi. La nonviolenza deve essere nel cuore e nella testa delle persone, ma se non c'e' ancora arrivata bisogna cercare di farcela arrivare, non di farci arrivare tutt'altro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Luigi Spagnolli: Cogliere ogni occasione per continuare a picchiare sul chiodo della nonviolenza, che entri sempre piu', come detto sopra, nel cuore e nel cervello delle persone.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Luigi Spagnolli: Ogni volta che si verifica un fatto di sangue e le persone colpite si esprimono in termini di perdono e di giustizia, e non in termini di rabbia e di vendetta, si fa nonviolenza. Accade ancora, per fortuna.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Luigi Spagnolli: Abbiamo davanti un periodo di sofferenza economica che colpira' naturalmente le fasce deboli della popolazione: chi persegue la nonviolenza dovra' cogliere ogni occasione per evitare che le tensioni conseguenti si traducano in volonta' di rivalsa o di sopraffazione, e riaffermare sempre che la pace e' un bene supremo per tutti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Luigi Spagnolli: Sono un credente cattolico, e spiegherei il principio del porgere l'altra guancia. Che oggi e' piu' che mai moderno, anche se va necessariamente attualizzato: io mi posso sentire in dovere di porgerla, l'altra guancia, ma non ho il diritto di imporre ad altre persone di porgerla anche loro.

 

6. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

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Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

7. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: MOZIONE DEL POPOLO DELLA PACE: RIPUDIARE LA GUERRA, NON LA COSTITUZIONE

[Riproponiamo il seguente appello del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

 

Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia - Assisi, 25 settembre 2011

Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

"Una marcia non e' fine a se stessa; continua negli animi, produce onde che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'" Aldo Capitini (1962)

Quando Aldo Capitini scriveva queste parole a commento della "Marcia per la  pace e la fratellanza tra i popoli" del 1961 era consapevole di aver aperto un  varco nella storia del '900 attraverso il quale per la prima volta era entrato in scena ed aveva preso la parola, in prima persona, il "popolo della pace" che, convocato in una "Assemblea itinerante" partita da Perugia e giunta alla Rocca  di Assisi, approvava la Mozione del popolo della pace.

Da quel settembre di 50 anni fa il popolo della pace non e' piu' uscito di scena e non ha piu' rinunciato al diritto alla parola. Molte altre volte si e' riconvocato in assemblea ed ha marciato da Perugia ad Assisi, ponendo problemi, indicando orientamenti, promuovendo attivita'.

L'onda prodotta dalla prima Marcia e' ora giunta fino a noi. Noi ci assumiamo la responsabilita' di convocare ancora il popolo della pace, non solo perche' c'e' da celebrare il suo cinquantesimo anniversario, ma soprattutto perche' e' necessario che esso faccia sentire ancora la sua voce, approvi oggi una  nuova Mozione del popolo della pace. Faccia ancora sorgere problemi, orientamenti, attivita'.

Il problema fondamentale che vuole far sorgere il popolo della pace, nel 50mo anniversario della prima Marcia per la pace e nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, e' il rispetto integrale della Costituzione della Repubblica italiana.

La Costituzione e' da tempo sotto attacco sotto molteplici aspetti, ma sotto uno in particolare e' gia' profondamente e dolorosamente lacerata, anzi ripudiata. I padri costituenti hanno accuratamente selezionato le parole con le quali scrivere il Patto fondativo della nazione e solo nei confronti della guerra  hanno usato, all'articolo 11, il verbo "ripudiare" - che vuol dire rinnegare,  sconfessare, respingere - non solo "come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Da tempo ormai, attraverso l'artificio retorico dell'"intervento umanitario", e' invece questo articolo della Costituzione ad essere stato ripudiato (rinnegato, sconfessato, respinto) e la guerra e' tornata ad essere strumento e mezzo accettato, preparato e utilizzato. Inoltre la preparazione di questo mezzo risucchia la parte piu' consistente della spesa pubblica che non puo' essere utilizzata ne' per garantire i diritti sociali affermati dalla stessa Costituzione, ne' per costruire e sperimentare altri mezzi di risoluzione delle controversie internazionali coerenti con la lettera e lo spirito della Costituzione.

Questo e' il problema fondamentale che pone il popolo della pace e riguarda le basi stesse del nostro ordinamento democratico, del nostro patto civile nazionale: occorre ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Il popolo della pace non si limita a denunciare il problema, ma indica un orientamento per la sua soluzione: la nonviolenza. Che non e' principio astratto ma concreta ricerca di mezzi alternativi alla violenza e alla guerra.

Mentre i padri costituenti sanciscono il ripudio della guerra come "mezzo" di  risoluzione delle controversie, i padri e le madri della nonviolenza si concentrano proprio sulla ricerca dei "mezzi" per affrontare e trasformare positivamente i conflitti. "Nella grossa questione del rapporto tra il mezzo e il fine, la nonviolenza porta il suo contributo in quanto indica che il fine della pace non puo' realizzarsi attraverso la vecchia legge 'Se vuoi la pace,  prepara la guerra', ma attraverso un'altra legge: 'Durante la pace prepara la  pace'", scrive Aldo Capitini. Perche', come spiega Gandhi, "tra mezzo e fine vi e' lo stesso inviolabile nesso che c'e' tra seme e albero".

L'orientamento che indica il popolo della pace e' di investire le risorse pubbliche non piu' per le ingenti, e sempre crescenti, spese militari e per armamenti, ma per ricercare, promuovere e sperimentare efficaci strumenti e mezzi di pace. Sia sul piano culturale di una diffusa educazione alla pace e alla nonviolenza, volta a rivitalizzare sentimenti di responsabilita' individuale, di partecipazione democratica, di apertura alla convivenza. Sia sul piano dell'organizzazione sociale, economica ed energetica fondata sulla  sostenibilita', la semplicita', i beni comuni. Sia sul piano dell'approntamento degli strumenti non armati per gli interventi veri e propri nelle situazioni di  oppressione e di conflitto, interni e internazionali.

Nel porre il problema del ripudio della guerra, e non della Costituzione, nell'indicare l'orientamento alla nonviolenza e ai mezzi non armati per la risoluzione dei conflitti, il popolo della pace promuove le attivita' e le campagne necessarie: il disarmo e la costituzione dei corpi civili di pace.

La guerra, comunque aggettivata - umanitaria, preventiva, giusta, chirurgica  ecc. - e' un costo insostenibile sia in termini di vite umane e sofferenze per le popolazioni, sia in termini di tenuta del patto democratico, sia in termini di  bilanci economici. Mentre tutti i settori della spesa pubblica subiscono pesanti e continue contrazioni, mentre i settori produttivi risentono delle crisi finanziarie internazionali, solo il settore delle spesa pubblica militare lievita incessantemente e solo il settore dell'industria degli armamenti diventa piu' florido. In questo preparare quotidianamente, ed economicamente, il mezzo della guerra, la Costituzione e' gia' ripudiata. L'invio dei bombardieri ne e' solo la tragica ma inevitabile conseguenza. Percio' la condizione preliminare e necessaria per il ripudio della guerra e' il disarmo. In tempo di crisi, l'invito del presidente Pertini e' sempre piu' attuale: "Svuotare gli arsenali e riempire i granai": questa e' la prima attivita'.

La seconda attivita' e' darsi i mezzi e gli strumenti necessari per intervenire all'interno dei conflitti, come prevedono sia la Costituzione italiana che la Carta delle Nazioni Unite, ossia costituire i Corpi Civili di Pace nazionali e internazionali. Dotare il nostro Paese, e orientare in questo senso le Organizzazioni internazionali, di Forze disarmate costituite da personale formato ed equipaggiato, presente nei luoghi dei conflitti prima che questi degenerino in guerra. Corpi civili esperti nella complessa ma indispensabile arte della prevenzione, mediazione, interposizione e riconcliazione tra le parti.

Significa costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla nonviolenza. Se poi tutti gli interventi civili messi in campo, fino in fondo, all'interno di un conflitto non saranno stati efficaci e sara' necessario un intervento, limitato e circoscritto, di una forza armata, sara' compito della Polizia internazionale al servizio delle Nazioni Unite. La quale, come tutte le polizie, non fara' guerre e bombardamenti ma separera' i contendenti, neutralizzando i soggetti piu' violenti e arrestando chi si rende responsabile di crimini.

Per il popolo della pace questo e' il nuovo varco da aprire oggi nella storia.

Questa la sua mozione: ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Per questo marcera' ancora una volta da Perugia ad Assisi

*

Il Movimento Nonviolento

Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail: azionenonviolenta at sis.it

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Henry David Thoreau, Walden ovvero la vita nei boschi, Rizzoli, Milano 1964, pp. 320.

- Henry David Thoreau, Walden ovvero la vita nei boschi e il saggio La disobbedienza civile, Neri Pozza, 1958, Mondadori, Milano 1970, 1977, pp. 410.

- Henry David Thoreau, La disobbedienza civile. Vita senza principi, Demetra, Bussolengo (Vr) 1995, pp. 96.

- Henry David Thoreau, La disobbedienza civile. Apologia per John Brown, Rcs, Milano 2010, pp. 100.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 671 del 7 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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