Voci e volti della nonviolenza. 410



 

==============================

VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

==============================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 410 del 30 agosto 2011

 

In questo numero:

1. Franco Fortini, Fausto Amodei: La marcia della pace

2. Alcuni cartelli della marcia Perugia-Assisi del 1961

3. Mao Valpiana: Un gesto che commuove

4. Sette domande a Stefano Dall'Agata

5. Sette domande ad Alfredo Mori

 

1. MEMORIA. FRANCO FORTINI, FAUSTO AMODEI: LA MARCIA DELLA PACE

[Riproponiamo il testo della seguente canzone, estratto da Giuseppe Vettori (a cura di), Canzoni italiane di protesta 1794-1974, Newton Compton, Roma 1974, 1976, p. 196. Dalla stessa fonte riprendiamo anche la seguente nota (pp. 403-404): "Improvvisata nel settembre 1961 da Franco Fortini e Fausto Amodei durante la marcia della pace Perugia-Assisi, 'manifestazione popolare contro l'imperialismo, il razzismo, il colonialismo, lo sfruttamento'. Incisa da Maria Monti in Le canzoni del no, questa canzone provoco' il sequestro dell'intero disco; la strofetta 'E se la patria chiama, lasciatela chiamare' non andava giu' ai benpensanti di allora...".  Per i versi di questa canzone Franco Fortini fu incriminato. La marcia Perugia-Assisi in cui furono improvvisate queste strofe, come e' noto, e' uno dei doni grandi all'umanita' recati da Aldo Capitini.

Franco Fortini (all'anagrafe Lattes, Fortini e' il cognome della madre assunto come nom de plume) e' nato a Firenze nel 1917, antifascista, partecipa all'esperienza della repubblica partigiana in Val d'Ossola. Nel dopoguerra e' redattore del "Politecnico" di Vittorini; in seguito ha collaborato a varie riviste, da "Comunita'" a "Ragionamenti", da "Officina" ai "Quaderni rossi" ed ai "Quaderni piacentini", ad altre ancora. Ha lavorato nell'industria, nell'editoria, come traduttore e come insegnante. E' stato una delle persone piu' limpide e piu' lucide (e per questo piu' isolate) della sinistra italiana, un uomo di un rigore morale ed intellettuale pressoche' leggendario. E' scomparso nel 1994. Opere di Franco Fortini: per l'opera in versi sono fondamentali almeno le raccolte complessive Poesie scelte (1938-1973), Mondadori; Una volta per sempre. Poesie 1938-1973, Einaudi; Versi scelti. 1939-1989, Einaudi; cui si aggiungano l'ultima raccoltina Composita solvantur, Einaudi, e postuma la serie di Poesie inedite, sempre presso Einaudi. Testi narrativi sono Agonia di Natale (poi riedito col titolo Giovanni e le mani), Einaudi; e Sere in Valdossola, Mondadori, poi Marsilio. Tra i volumi di saggi, fondamentali sono: Asia Maggiore, Einaudi; Dieci inverni, Feltrinelli, poi De Donato; Tre testi per film, Edizioni Avanti!; Verifica dei poteri, Il Saggiatore, poi Garzanti, poi Einaudi; L'ospite ingrato, De Donato, poi una nuova edizione assai ampliata col titolo L'ospite ingrato. Primo e secondo, presso Marietti; I cani del Sinai, Einaudi; Ventiquattro voci per un dizionario di lettere, Il Saggiatore; Questioni di frontiera, Einaudi; I poeti del Novecento, Laterza; Insistenze, Garzanti; Saggi italiani. Nuovi saggi italiani, Garzanti (che riprende nel primo volume i Saggi italiani apparsi precedentemente presso De Donato); Extrema ratio, Garzanti; Attraverso Pasolini, Einaudi; e adesso il postumo incompiuto Un giorno o l'altro, Quodlibet, Macerata 2006. Si veda anche l'antologia fortiniana curata da Paolo Jachia, Non solo oggi, Editori Riuniti; la recente bella raccolta di interviste, Un dialogo ininterrotto, Bollati Boringhieri; e la raccolta di Saggi ed epigrammi, Mondadori, Milano 2003. Tra le opere su Franco Fortini in volume cfr. AA. VV., Uomini usciti di pianto in ragione, Manifestolibri, Roma 1996; Alfonso Berardinelli, Fortini, La Nuova Italia, Firenze 1974; Romano Luperini, La lotta mentale, Editori Riuniti, Roma 1986; Remo Pagnanelli, Fortini, Transeuropa, Jesi 1988; Daniele Balicco, Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico, Manifestolibri, Roma 2006. Su Fortini hanno scritto molti protagonisti della cultura e dell'impegno civile; fondamentali sono i saggi fortiniani di Pier Vincenzo Mengaldo; la bibliografia generale degli scritti di Franco Fortini e' in corso di stampa presso le edizioni Quodlibet a cura del Centro studi Franco Fortini; una bibliografia essenziale della critica e' nel succitato "Meridiano" mondadoriano pubblicato nel 2003.

Fausto Amodei, nato nel 1934, architetto, cantautore, ha preso parte all'esperienza dei Cantacronache con Sergio Liberovici, Michele Straniero, Emilio Jona, Italo Calvino, Franco Fortini; successivamente ha preso parte all'esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano con Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli e altri; sue sono alcune delle canzoni piu' vive dei movimenti di lotta in Italia. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Fausto Amodei (Torino, 1935) e' un cantautore e musicologo italiano. Inizia a studiare la fisarmonica da giovanissimo, passando poi al pianoforte, e, infine, alla chitarra. Studia e si diploma presso il Liceo Alfieri, a Torino, per poi laurearsi in architettura. Allo stesso tempo continua la pratica musicale, e inizia la sua attivita' politica nel movimento laico di sinistra Unita' Popolare, fondato da Ferruccio Parri; nel 1966 diverra' anche deputato del Psiup. Il nome di Fausto Amodei e' legato indissolubilmente a quello del gruppo dei Cantacronache, da lui fondato a Torino nel 1958 assieme a Michele L. Straniero, Giorgio De Maria, Margot, Emilio Jona, Sergio Liberovici, ed al quale contribuirono e collaborarono anche letterati e poeti come Italo Calvino e Franco Fortini: il loro intento era quello di scrivere canzoni che si staccassero dagli standard dell'epoca, basati su melodie facili e testi d'amore, trattando anche tematiche politiche o d'attualita': e' cosi' che Amodei compose canzoni quali Il tarlo, feroce critica dell'economia capitalistica, o La badoglieide, satira su Pietro Badoglio, o ancora Qualcosa da aspettare, riproposta poi nel 1965 da Enzo Jannacci. Tra le sue caratteristiche, che lo distinguono dagli altri membri del gruppo, l'uso dell'ironia e della satira, mediati certamente da Georges Brassens: infatti, sul finire degli anni '50, Amodei scopre il repertorio del grande cantautore francese, che in seguito ispirera' la prima produzione di Fabrizio de Andre'; e' per lui un'autentica folgorazione, e decide di tradurre diverse canzoni di Brassens in lingua piemontese, traduzioni che in seguito saranno definite da Brassens stesso, assieme a quelle in milanese di Nanni Svampa, come tra le migliori mai eseguite in ogni idioma (ricordiamo che Brassens, di madre napoletana, era capace di intendere piuttosto bene l'italiano). Nel 1960, in occasione dei moti popolari contro il governo di Fernando Tambroni che coinvolsero molte citta' italiane con scontri sanguinosi, morti e feriti, scrive la sua canzone piu' famosa, Per i morti di Reggio Emilia, ancora conosciutissima ed eseguita spesso in occasione di ogni manifestazione operaia e studentesca. La canzone e' stata anche interpretata e registrata da Milva e dagli Stormy Six. Nel 1972 incide l'album Se non li conoscete: la canzone omonima e' una feroce satira sul Msi. Collabora anche al Nuovo Canzoniere Italiano di Ivan Della Mea e Giovanna Marini e incide per i Dischi del Sole. Dalla collaborazione con il gruppo bolognese Canzoniere delle Lame nasce il disco Il prezzo del mondo. Nel 1975 riceve il Premio Tenco; l'anno successivo compone una cantata per sei strumenti e quattro voci intitolata Il Partito, ispirata alle memorie politiche di Camilla Ravera. Si defila poi dall'attivita' musicale fino alla fine del 2005, in cui fa uscire un nuovo album, intitolato con ironia Per fortuna c'e' il cavaliere, e riprende i concerti. Piu' volte, in interviste e in libri, Francesco Guccini ha citato Amodei tra i cantautori che lo hanno influenzato di piu'".

Maria Monti e' cantautrice, attrice teatrale, cinematografica e televisiva. Dal sito www.mariamonti.it a lei dedicato riprendiamo la seguente scheda: "uno dei personaggi piu' vivaci e inventivi della canzone d'autore del secolo scorso. Maria Monti esordi' nei cabaret milanesi alla meta' degli anni Cinquanta, in un periodo di vivaci fermenti nel mondo dello spettacolo. Da allora ha contribuito come cantante a spettacoli, concerti, interventi a festival. Qualcuno ricorda la sua partecipazione al Festival di Sanremo, dove nel 1961 interpreto' con Giorgio Gaber la spiritosa Benzina e cerini. Ma indimenticabile fu la sua apparizione allo storico concerto della Festa dell'Unita' di Bologna nel 1974, con Dalla, De Gregori e Venditti. Di questo periodo ci restano diversi album, incisi con il chitarrista Luca Balbo: Maria Monti e i Contrautori, Il Bestiario, Muraglie: canzoni che si staccavano dalle logiche commerciali per esplorare temi e argomenti inusitati e stimolanti. L'ultima fatica e' Il mostro a due teste, un recital di un'ora e mezza presentato nel luglio 2005. La Maria Monti attrice non e' meno innovativa e originale. Nel 1959 fu la protagonista del primo telefilm italiano: La svolta pericolosa, di Gianni Bongioanni. Indimenticabile il suo contributo a Giu' la testa di Sergio Leone, mentre straordinaria e' stata la sua interpretazione in Novecento e Strana la vita di Bertolucci, senza contare la sua attivita' nelle produzioni cinematografiche di Leto, Bolognini e M. Risi. In teatro e' stata applaudita in alcune comme ie con Paolo Poli (Il candelaio, Il diavolo) e in musical come Pardon Monsieur Moliere di Garinei-Terzoli-Vaime. In televisione le sue apparizioni sono innumerevoli: l'abbiamo vista nel 1967 nello spassoso Circolo Picwick, diretto da Gregoretti, e in Il calzolaio di Vigevano; poi nei Promessi Sposi realizzato da S. Nocita; piu' recentemente in Angeli caduti di Fenoglio e infine in Vento di ponente, dove interpreta (a quanto si e' visto finora) un personaggio tutt'altro che banale. Questo sito e' dedicato a Maria Monti attrice teatrale, di cinema e di televisione. A Maria Monti interprete di canzoni folk e canzoni satiriche. A Maria Monti cantautrice di rara originalita' e raffinatezza". Dal sito www.raidue.rai.it riprendiamo la seguente scheda: "Maria Monti e' nata a Milano. Ha debuttato in tv a vent'anni nel 1955 in Primo applauso condotto da Silvana Pampanini ed Enzo Tortora. Due anni dopo e' stata cantante ospite di Lascia o raddoppia. Nei primi anni Sessanta, affianca alla carriera televisiva una proficua attivita' di cantautrice di qualita' (era l'epoca del boom di Paoli, Bindi, Gaber, Endrigo, Tenco, Jannacci e tanti altri). Allo stesso tempo debutta in teatro con la compagnia Tognazzi-Masiero in Uno scandalo per Lilly. Fino ad oggi ha continuato a conciliare con successo questi tre campi artistici. Tra i momenti salienti della sua carriera ricordiamo: per la tv, Il circolo Pickwick con la regia di U. Gregoretti; Il calzolaio di Vigevano, regia di E. Fenoglio; I promessi sposi, regia di S. Nocita, e Incantesimo. Per il teatro, Ambleto di Testori, con F. Parenti; L'impresario delle Smirne, regia di G. Corbelli; I due gentiluomini di Verona, regia di L. Salvati; la sua collaborazione con Giorgio Gaber; L'opera da tre soldi di Brecht, regia di T. Russo, ripresa nel '95 dopo sei anni dalla prima edizione. Al cinema Maria Monti ha recitato anche in Giu' la testa di Sergio Leone, Novecento di Bertolucci, Oh Serafina di Lattuada, Gran Bollito di Bolognini e di recente in L'Ultimo capodanno di Marco Risi, Controvento di Peter Del Monte e in Come si fa un Martini di C. Stella".
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Giuseppe Vettori, musicologo, ricercatore sul campo delle tradizioni popolari ed in particolare delle canzoni di lotta delle e degli oppressi, ha curato molti volumi sulla musica e le tradizioni popolari; tra i suoi libri ricordiamo come particolarmente rilevanti - anche per il ruolo educativo che svolsero all'epoca - almeno i seguenti: Canzoni italiane di protesta, Newton Compton, Roma 1974, 1976; Canti popolari italiani, Newton Compton, Roma 1974, 1976; (con Agata Curra' e Rosalba Vinci), Canti della protesta femminile, Newton Compton, Roma 1977; negli anni recenti ha curato diverse pubblicazioni per Scipioni Editore]

 

E se Berlino chiama, ditele che s'impicchi:

crepare per i ricchi, crepare per i ricchi;

e se Berlino chiama, ditele che s'impicchi:

crepare per i ricchi no, non ci garba piu',

no, non ci garba piu'.

 

E se la Nato chiama, ditele che ripassi:

lo sanno pure i sassi, non ci si crede piu'.

 

Se la ragazza chiama, non fatela aspettare:

servizio militare solo con lei faro'.

 

E se la patria chiama, lasciatela chiamare:

oltre le Alpi e il mare un'altra patria c'e'.

 

E se la patria chiede di offrirgli la tua vita,

rispondi che la vita per ora serve a te.

 

2. DOCUMENTAZIONE. ALCUNI CARTELLI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 1961

[Da Aldo Capitini (a cura di), In cammino per la pace. Documenti e testimonianze sulla marcia Perugia-Assisi, Einaudi, Torino 1962, ora in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, pp. 236-237, riprendiamo l'elenco di alcuni dei cartelli portati dai partecipanti durante la Marcia svoltasi da Perugia ad Assisi domenica 24 settembre 1961.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

Pace per rinnovare la scuola

Guerra = rovina dell'educazione dei giovani

Libri e case, non cannoni

La scienza per la pace non per la guerra

Pace per i bambini di tutto il mondo

La pace e' diritto dei popoli

Non c'e' progresso senza pace

La guerra non risolve i problemi, li crea

Paix et coexistence

We want peace

Siamo sull'orlo dell'abisso: basta con le guerre

Non piu' guerra - siamo tutti fratelli

Le donne vogliono la pace

La scienza atomica al servizio della pace

La scienza deve costruire non distruggere

Piu' guerra vuol dire piu' violenza e piu' tirannia

Ogni nazione e' il complemento dell'altra (Gandhi)

Un'altra guerra: ne' vincitori ne' vinti, tutti distrutti

Scuole e ospedali non cannoni

La nonviolenza fa bene a chi la fa e a chi la riceve (Gandhi)

La nonviolenza unisce

Amore per tutti gli esseri viventi: questo e' la nonviolenza

Il vegetarianesimo e' un passo sulla strada della nonviolenza

Buddha Cristo Francesco Gandhi

Ci vuole molto coraggio per essere veri nonviolenti

La nonviolenza fonda una societa' aperta

La nonviolenza e' il culmine del coraggio

L'odio suscita odio, la violenza suscita violenza

Rispetto per tutto cio' che vive (Schweitzer)

Rispetto per la vita (Schweitzer)

Riconoscere il diritto all'obbiezione di coscienza

Costituite centri per la nonviolenza

Non conosco peccato piu' grave dell'opprimere l'innocente in nome di Dio (Gandhi)

Io non vorrei vivere in questo mondo, se non dovesse essere un mondo unito (Gandhi)

L'amore chiama amore da tutti (Gandhi)

Il solo modo di vincere un nemico e' di trasformarlo in amico

Il rispetto reciproco e' la base della democrazia

La vera democrazia puo' essere solo una conseguenza della nonviolenza (Gandhi)

Il principio della nonviolenza esige completa astensione dallo sfruttamento in ogni sua forma (Gandhi)

Ordinamenti liberi e democratici in tutto il mondo

Liberta' e indipendenza per tutti i popoli

Le dittature sono fonte di guerra

Sei milioni di ebrei uccisi - non deve piu' accadere

Centomila negri uccisi nell'Angola

Unita' nonviolenta dell'Occidente e dell'Oriente

Solidarieta' e collaborazione con i popoli di Belgrado

Disarmo ad Occidente e ad Oriente

Le due Germanie concordi e smilitarizzate

Nessuna giustificazione e' valida per la ripresa degli esperimenti nucleari

Basta con gli esperimenti nucleari!

La radioattivita' e' nociva a tutti

No more nuclear tests

Negoziati non guerra

Uniamoci con i popoli afroasiatici

Anna Frank e' con noi

Hammarskjoeld e' morto per la pace

Emma Thomas nonviolenta inglese e' con noi

Noi tutti siamo solidali con Russell

Ricordate il monito di Einstein: una guerra atomica sarebbe la fine dell'umanita'

 

3. EDITORIALE. MAO VALPIANA: UN GESTO CHE COMMUOVE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Accade spesso che gli abitanti lungo il percorso della marcia offrano acqua e generi di conforto ai marciatori piu' affaticati.

E' un gesto di accoglienza, di ospitalita', di condivisione, che commuove.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A STEFANO DALL'AGATA

[Ringraziamo Stefano Dall'Agata (per contatti: e-mail: agaste at yahoo.it blog: http://sdallagata.wordpress.com/) per questa intervista.

"Sono nato a Treviso il 6 dicembre 1960, ho conseguito il diploma di Perito chimico industriale presso l'Itis "Enrico Fermi" di Treviso. Sin dalla gioventu' la mia grande passione e' la musica, ho anche collaborato come Dj a varie radio locali. Lavoro come carrellista e sono iscritto al sindacato Filt Cgil di Treviso. Ho iniziato a partecipare alla politica attiva nel 1994 prima con il Pds, poi con i Ds. Al loro scioglimento ho deciso di non aderire al Pd e ho proseguito il mio percorso prima con Sinistra Democratica e ora con Sinistra Ecologia e Liberta'. Alle elezioni amministrative del 2006 sono stato eletto al Consiglio Provinciale di Treviso per il mandato 2006/2011. Parallelamente si e' svolto anche il mio impegno nell'associazionismo, nel volontariato e nella cooperazione con Banca Etica, la Rete Lilliput, Coop Adriatica e con Legambiente]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Stefano Dall'Agata: Il portare avanti le ragioni della pace anche quando la maggior parte del Paese se ne disinteressava.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Stefano Dall'Agata: Spero la fine delle ipocrisie sulle troppe guerre "umanitarie".

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Stefano Dall'Agata: Molte realta' di base scollegate, e le organizzazioni storiche che non sono state in grado di essere lievito.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Stefano Dall'Agata: Se prova a rinnovarsi, uscendo un po' dal gruppo degli ex-obiettori di coscienza, guardando alle esperienze internazionali e alla questione di genere, puo' essere un forte catalizzatore.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Stefano Dall'Agata: Le rivoluzioni nonviolente in Egitto e Tunisia, e le istanze di liberazione che attraversano il mondo arabo (da non schiacciare sul concetto di musulmano).

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Stefano Dall'Agata: Riparlare di disarmo, ricordando che non c'e' pace senza giustizia, anche economica.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Stefano Dall'Agata: E' azione diretta per modificare il mondo, organizzata in maniera consapevole senza l'utilizzo di violenza. Per accostarsi vale il principio di reciprocita': non fare agli altri cio' che non vorresti fosse fatto a te.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ALFREDO MORI

[Ringraziamo Alfredo Mori (per contatti: serenina.mori at libero.it) per questa intervista.

Alfredo Mori e' da sempre impegnato nei movimenti nonviolenti, di cui e' uno dei rappresentanti piu' autorevoli in Italia. Cura la realizzazione di "Informati & partecipa", periodico degli amici del Centro per la nonviolenza di Brescia. Cfr. anche l'ampia intervista nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 202]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Alfredo Mori: Credo che in verita' si debbano considerare in modo diverso le diverse marce Perugia-Assisi che hanno fatto seguito all'iniziativa voluta nel 1961 da Aldo Capitini. Bisogna ricordare che la riproposizione di una seconda edizione della Marcia e' avvenuta solo nel 1978, cioe' 17 anni dopo quel fatidico 1961 che vide sorgere come un fungo il muro di Berlino, e a 10 anni dalla morte di Aldo Capitini. Fu una scommessa vinta di Pietro Pinna, che si azzardo', in epoca di terrorismo militante che aveva colpito il cuore dello stato con l'assassinio di Aldo Moro, a riproporre una seconda edizione della Perugia-Assisi. Mi ricordo che ne parlammo in Sardegna durante la Marcia antimilitarista internazionale, e trovai "conciliante" la posizione di Pinna che non voleva una marcia di duri e puri (come quelli li' presenti davanti alla base atomica della Maddalena) ma espressione di un sentimento, largamente diffuso e da far riemergere, di rifiuto della guerra per i motivi piu' diversi. Fu un successo enorme: 15.000 marciatori a riaprire un fronte che per la politica ufficiale sembrava irrimediabilmente chiuso. A questa segui' la marcia del 1981, con 100.000 presenze (ma gia' erano iniziate in tutte le capitali europee le grandi mobilitazioni di massa contro gli euromissili) e con la nascita di numerosissimi comitati per la pace che le forze di sinistra in concorrenza tra loro cercavano di cavalcare e monopolizzare. Ricordo poi la marcia del 1985 - inizio ottobre - con uno stupendo cartello apparso nel centro di Assisi con la scritta "Forza Gorbaciov", un nome a quel tempo sconosciuto e appena eletto segretario del Pcus. Il Movimento Nonviolento in quel periodo e' stato la forza di traino di quelle marce, assumendosi il carico di promotore con Pietro Pinna a pieno tempo e con il sostegno delle istituzioni perugine. Con il crollo del muro, il Movimento Nonviolento e' stato estromesso dall'organizzazione della Marcia, che e' passata direttamente nelle mani del Pds che ha promosso la costituzione della cosiddetta Tavola della Pace, presenti molte delegazioni di Comuni a maggioranza di sinistra. Tutto il resto e' cosa nota, e credo che le mie opinioni in proposito non abbiano molta importanza.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Alfredo Mori: Se mi e' permessa una risposta abbastanza sgradevole, io la chiamerei "la Marcia Napolitano": e' davvero scandaloso che nell'appello alla partecipazione non ci sia alcun accenno alla guerra in corso in Libia, pur essendo l'Italia coinvolta da mesi con un ruolo tutt'altro che marginale, con tutte le nostre basi Nato a disposizione per bombardamenti aerei "a protezione dei civili". Quali civili? Quelli inermi o quelli col mitra in mano? E allora diventa quasi un vilipendio la solita litania dell'accenno all'art. 11 della Costituzione, che sembra quasi sia da applicarsi su un altro pianeta, ogni volta che la sinistra e' coinvolta in responsabilita' istituzionali. Questo mi sembra il "peccato originale" di questa marcia che la svuota di senso del reale, con il rischio che, invece di opporsi alla guerra, di cui tutti - politici, mass-media e afoni pacifisti - hanno fatto a gara per ridurre il tema al silenzio, di trasformarsi in un ennesimo generico ritornello antigovernativo sulla manovra anticrisi che lascera' il tempo che trova. E magari qualche guerrafondaio che manda la sua adesione e il suo saluto. Speriamo che qualcuno si ribelli ad una simile impostazione.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Alfredo Mori: Sono un po' preoccupato di questo andazzo, che riduce la nonviolenza ad un pietistico buonismo che fa finta di interessarsi a tutti i drammi del mondo, solo per accodarsi a proposte di soluzione tutto sommato demagogiche per non dire rischiose, come l'esempio della Libia e' li' a dimostrarci. Le scorciatoie non fanno parte della nonviolenza: la nonviolenza e' pazienza, disponibilita' a soffrire, ad assumersi responsabilita', non a scaricarle sui soliti noti solo per alleggerirsi la coscienza e dire "io ho fatto purtroppo solo quel poco possibile, il resto non tocca a me".

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Alfredo Mori: Questa e' una domanda molto importante, perche' forse e' giunto il momento di approfondire meglio l'humus politico e culturale che ha dato il la ad Aldo Capitini per costituire il Movimento Nonviolento. Credo che sarebbe opportuno fare un lavoro di discernimento delle idee-guida di Aldo Capitini per vedere se sono oggi compatibili con un ruolo politico che i nonviolenti vorrebbero assumere o se sono contraddittorie in se stesse, specie in alcuni passaggi. Con questo non voglio mettere in discussione la figura di Aldo Capitini, che personalmente non ho conosciuto, ma che ho ammirato in alcuni suoi scritti che ritengo fondamentali per dar credito alla nonviolenza. Trovo invece problematico quel tu-tutti di capitiniana memoria che pero' si scontra con alcune scelte di rottura e di separazione che Capitini ha pubblicamente rivendicato, mi riferisco in particolare allo sbattezzo e alla sua separazione dalla Chiesa Cattolica per motivi politici, motivazione che diventa - e forse giustamente - il pretesto rivendicabile per ogni divisione o presa di distanza, ma a questo punto il tu-tutti diventa un tu-tutti meno qualcuno. Secondo me, i movimenti nonviolenti devono fare questi approfondimenti, fare insomma chiarezza, per poter poi rivendicare un ruolo di traino nella societa' italiana come lo furono quando sostennero la battaglia per l'obiezione di coscienza al servizio militare, invece che, come pare stia succedendo oggi, si accodino a rivendicazioni alla moda chiamate anche "nuovi diritti" che vanno vagliati alla luce gandhiana che afferma che "ogni diritto e' l'ombra di un dovere gia' compiuto". Molte rivendicazioni dei giorni nostri, con questo criterio di valutazione, perderebbero ogni spessore di utilita' sociale e sparirebbero come neve al sole.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Alfredo Mori: In campo politico a livello mondiale non mi pare ce ne siano, salvo ridurre la nonviolenza a qualcosa dove non ci si bastona piu' di tanto. Credo che solo quando vedremo davvero elementi importanti di riconciliazione fra le parti, potremo considerare come nonviolente ad esempio le rivoluzioni primaverili che si sono viste nel nord Africa, ma che per ora stanno ancora facendo i conti col passato, anche se e' vero che hanno messo in crisi regimi apparentemente solidi, ma non mi pare che stiano emergendo nuove classi dirigenti, ma qualcuno che si e' riciclato per tempo dopo aver fatto parte dei precedenti regimi. Non si puo' comunque pretendere che il nuovo nasca dal niente. Buona mi e' sembrata in Italia la mobilitazione referendaria, che e' riuscita nell'intento di limitare i danni verso le proposte di "nuovo che avanza" che si rifanno a filosofie che la gente ha bocciato, avendo capito dove volevano andare a parare. Mentre la contestazione studentesca in Italia non mi pare si sia fatta permeare dalla nonviolenza, anche perche' il clima di scontro politico che c'e' nel paese non consente un simile approccio. Ci si schiera a priori, e questo non facilita la comprensione dei problemi e un confronto sulle soluzioni migliori. Sempre pero' che la nonviolenza non la si voglia intendere solo come capacita' di ironia, anche perche' l'ironia si trasforma presto in sarcasmo. E il confronto si trasforma subito in scontro. Purtroppo la logica dello scontro prevale ancora su tutti i fronti. Si getta il discredito su tutto e su tutti - c'e' del vero, evidentemente, ma la generalizzazione non consente vie d'uscita - e allora dobbiamo aspettarci tempi difficili. C'e' stato infine il silenzio assordante dei cosiddetti pacifisti di fronte alla guerra di Libia, e i movimenti nonviolenti hanno fatto veramente poco per stimolare questi ambienti lasciandoli tranquilli nel loro letargo: ha prevalso l'antiberlusconismo sull'antimilitarismo e il ruolo superinterventista di Napolitano ha spiazzato tutta la sinistra che si e' chiusa in un mutismo imperdonabile. Questo e' un gran brutto segno per il prossimo futuro.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Alfredo Mori: Penso che sara' importante riprendere i temi referendari, che hanno visto una grossa mobilitazione dal basso, anche perche' tutti sentono che il sistema attuale e' in una crisi irreversibile e bisognera' trovare ricette per quanto riguarda il lavoro, il lavoro dei giovani, i rapporti economici, e l'uso di quali risorse energetiche. Anche sulle istituzioni, che in questo dopoguerra si sono moltiplicate a dismisura creando una classe politica superprivilegiata e incontrollabile, bisognera' fare dei ragionamenti seri, non soltanto a come cambiare loro nome come si sta facendo in questi giorni sapendo che comunque bisognera' assorbire dirigenti e maestranze degli enti aboliti in altri enti, ma pensare addirittura ad un vero giubileo dove si azzeri per quanto possibile tutto il passato per ricominciare davvero su basi nuove e meno dispendiose, riducendo i debiti al minimo, con tempi brevi e certi di rientro e con responsabili precisi.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Alfredo Mori: Risponderei con Capitini che la nonviolenza e' un modo di fare che deriva da un modo di essere. Aggiungerei inoltre che la nonviolenza non va accolta in termini ideologici che possono creare gravi incomprensioni, molte illusioni e grandi delusioni, ma che se ne verifica l'enorme valore sperimentandola in ogni pratica quotidiana, a partire dal rispetto assoluto per ogni persona umana con cui si ha a che fare, affermando il diritto di tutti all'esistenza e alla considerazione sociale, una nonviolenza insomma che rispetti le persone ma non le idee e le opinioni che non ci convincono, che vanno combattute apertamente per trovare punti di incontro piu' avanzati che tengano anche conto delle esperienze fatte da altri, sempre che si possano ricondurre ad un'utilita' personale e sociale. Infine cercare maestri in grado di offrirci limpide testimonianze, insomma, come ricordava don Milani nei suoi primi anni in seminario dopo la sua conversione, cercare di scoprire i segreti dei santi, di tutte le epoche e di tutti i continenti.

 

==============================

VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

==============================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 410 del 30 agosto 2011

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it