Telegrammi. 663



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 663 del 30 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Cinque domande a Luigi de Magistris

2. Sette domande a Paolo Candelari

3. Sette domande a Luisa Mondo

4. Sette domande a Carlo Ruta

5. Si e' svolto il 28 agosto a Viterbo un incontro in preparazione della marcia Perugia-Assisi

6. Si e' svolto il 29 agosto a Viterbo un incontro di studio su "Crisi economica ed alternativa nonviolenta"

7. Giulio Vittorangeli: Nelle scarpe altrui

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. CINQUE DOMANDE A LUIGI DE MAGISTRIS

[Ringraziamo Luigi de Magistris (per contatti: comunicazione.demagistris at gmail.com) per questa intervista.

Luigi de Magistris (Napoli, 20 giugno 1967) magistrato, poi parlamentare europeo, e' attualmente sindaco di Napoli. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Da ragazzo, ha frequentato il Liceo Adolfo Pansini del quartiere del Vomero di Napoli, diplomandosi con 51/60. Dopo la laurea in Giurisprudenza (con la votazione di 110/110 e lode), ha intrapreso nel 1995 - come il padre, il nonno e il bisnonno, che fu a suo tempo oggetto di un attentato per aver perseguito il malaffare nei primi anni dell'Unita' d'Italia - la carriera di magistrato. Dal 1998 al 2002 ha operato come Uditore Giudiziario presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro. Nel 2009 lascia la magistratura e si candida alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente nell'Italia dei Valori. Eletto europarlamentare viene anche designato in data 20 luglio 2009 presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario. Tra le inchieste condotte come magistrato: l'inchiesta Poseidone; l'inchiesta SbP; l'inchiesta Why not; l'inchiesta Toghe lucane... L'attivita' di de Magistris si e' scontrata più volte con il mondo politico, e parte della stampa ha sottolineato che da parte degli organi di potere vi sono stati tentativi di fermare le sue inchieste... Il 17 marzo del 2009 annuncia a sua candidatura con l'Italia dei Valori per le elezioni Europee del 2009, lasciando "un lavoro al quale ho dedicato quindici anni della mia vita e che e' stato il mio sogno, come ha detto qualcuno, la missione di questi anni". Luigi de Magistris rammenta di essere "stato in qualche modo ostacolato" nelle attività di Pubblico Ministero: "che non mi e' piu' possibile esercitare da alcuni mesi. Quello che ancora mi inquieta di piu', in questo momento storico, e' l'attivita' di delegittimazione, di ostacolo e di attacco nei miei confronti e della mia professione, e nei confronti di tutti coloro che hanno cercato, in questi mesi, in queste settimane e in questi anni di accertare i fatti". E' stato eletto al Parlamento di Strasburgo durante la tornata europea del 6 e 7 giugno 2009... Nel febbraio 2011 si e' candidato a Sindaco di Napoli per le elezioni comunali di maggio, e al ballottaggio viene eletto sindaco con il 65,37% dei consensi: la proclamazione ufficiale, con conseguente inizio del mandato, ha luogo il primo giugno 2011. Una delle prime iniziative da sindaco e' stata la trasformazione della Azienda Risorse Idriche di Napoli (Arin) da S.p.A. in soggetto giuridico di diritto pubblico... Per cio' che riguarda la raccolta differenziata, il 16 giugno 2011 la nuova giunta ne ha deliberato l'estensione agli interi quartieri di Vomero, Posillipo, Barra, Ponticelli e Scampia, e il proposito di estenderla all'intera citta'. Tra le pubblicazioni di Luigi de Magistris: Giustizia e potere, a cura di Sergio Nazzaro, Roma, Editori riuniti, 2009; Assalto al PM, con prefazione di Marco Travaglio, Milano, Chiarelettere, 2010"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi 50 anni?

- Luigi de Magistris: La "Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli", prevista per il 25 settembre, ha rappresentato, dal 1961 ad oggi, uno degli appuntamenti piu' significativi per la democrazia italiana e non solo. Il suo merito, infatti, e' quello di ricordare, da cinquant'anni a questa parte, come la nonviolenza sia l'unica strada percorribile per garantire i diritti degli esseri umani e la loro convivenza, smascherando l'inganno del razzismo e dell'intolleranza, oltre che delle politiche a loro ispirate, che sono soltanto strade cieche incapaci di offrire un futuro agli esseri umani, soprattutto in una epoca che volge sempre piu' alla multietnicita'. Gli anni di piombo e il terrorismo, la guerra fredda, la fine dei regimi del socialismo reale con il crollo del Muro di Berlino, poi l'avvento della globalizzazione con il potere totalizzate del mercato, con la guerra per le risorse energetiche e la disparita' del mondo: cambiamenti imponenti che hanno riguardato l'Italia e che la Marcia della pace ha saputo cogliere, rinnovando ogni anno la sua piattaforma di priorita' in base al mutamento del contesto politico-sociale, sempre mantenendo intatto, pero', il suo messaggio originario perche' profondamente attuale, ovvero che non esiste alternativa rispetto alla pace e alla fratellanza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Luigi de Magistris: Quest'anno la Marcia potrebbe rappresentare e veicolare due temi in particolare: la difesa dei beni comuni - peraltro in piena crisi economica mondiale quando imperversano le inutili ricette della privatizzazione forzata - come elemento fondante una democrazia dell'uguaglianza e, poi, quello del sostegno verso la "primavera del Nord Africa", cioe' il vento di democratizzazione e liberazione dalle tirannidi che spira nel Mediterraneo e che il nostro paese deve supportare in virtu' della sua posizione geo-politica e della sua storia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia? E quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Luigi de Magistris: I movimenti, le associazioni e i gruppi nonviolenti possono essere di fondamentale importanza per spingere la politica verso forme di legislazione meno razziste e violente, perche' quello che ancora fatica a maturare nella classe che amministra e governa questo paese e' la coscienza che la legislazione, in particolare in materia di migranti e convivenza fra "diversi", deve ispirarsi alle normative comunitarie e ai diritti umani: quindi superamento dei Cpta, dei respingimenti, del reato di immigrazione clandestina. In questi ultimi anni, infatti, l'aspetto che maggiormente colpisce e' la violenza di alcune misure e di alcune leggi che sono state introdotte. Misure e leggi violente perche' ispirate all'intolleranza e alla diffidenza che assumono, purtroppo, il volto istituzionale e la forma dello Stato. Allo stesso tempo sarebbe importante che venisse introdotta, anche a livello parlamentare, una discussione in merito agli impegni militari dell'Italia all'estero. In alcuni territori, penso alla Libia per esempio, le nostre forze armate partecipano di fatto ad un conflitto vero e proprio che non ha un quadro politico chiaro e che manca di sbocco diplomatico. Le spese militari, soprattutto, andrebbero riviste cercando di spostare le risorse ad altri settori come la cooperazione allo sviluppo o il welfare ed evitando che l'Italia sia fra i principali paesi esportatori di armi, come accade oggi invece. Fondamentale, poi, e' sempre l'operazione culturale, quella dell'educazione alla pace, che significa una diffusa campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle universita' rispetto al tema dei diritti umani, della democrazia, della tolleranza, dell'informazione libera e plurale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Luigi de Magistris: Mi vengono in mente due esperimenti significativi: la protesta degli indignados alla Porta del Sole a Madrid e i refusnik israeliani che praticano l'obiezione di coscienza non accettando di prestare servizio militare nei Territori occupati della Palestina. Mentre in Italia penso al movimento di opposizione civile nato nell'ultimo anno, come le donne di "Se non ora quando" e le manifestazioni del mondo del lavoro e della scuola: tutte mobilitazioni pacifiche e importanti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Luigi de Magistris: Risponderei citando l'articolo 1 della Dichiarazioni Universale dei Diritti Umani che campeggia anche sul sito della Tavola per la pace e per la Marcia Perugia-Assisi: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". Questa e' la nonviolenza e ogni singolo cittadino dovrebbe praticarla, nel quotidiano, semplicemente rispettando la legge, che si fonda sull'uguaglianza umana e garantisce la convivenza pacifica, e ispirandosi al principio universale del Vangelo: "Non fare all'altro cio' che non vorresti ti fosse fatto".

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PAOLO CANDELARI

[Ringraziamo Paolo Candelari (per contatti: paolocand at gmail.com) per questa intervista.

Paolo Candelari, nato a Savona nel 1954, vive a Torino dal 1961. Sposato dal 1980, ha quattro figli. Dopo alcune brevi supplenze lavora come informatico in un grosso centro di calcolo. Si avvicina alla nonviolenza alla fine degli anni '70.

Nel fare obiezione di coscienza al servizio militare conosce il Movimento Nonviolento di Torino a cui si iscrive dal 1981 fino ad oggi. Dal 1982 iscritto al Movimento internazionale della riconciliazione (Mir), partecipa alla campagna di Obiezione alle spese militari, di cui svolge l'incarico di membro del comitato dei garanti, e successivamente della segreteria. Dal 1985 al 1993 segretario nazionale del Mir, presidente dello stesso dal 2003 al 2007, attualmente ne e' segretario e rappresentante presso l'Ifor. Tra i fondatori del Centro Sereno Regis di Torino. Negli anno '80 e' stato per un breve periodo rappresentante sindacale (Rsu) per la Fiba-Cisl. Ha partecipato alla fondazione della lista verde torinese e piemontese di cui ha fatto parte fino al '90. Ha partecipato alle attivita' della Rete Lilliput. Nell'attivita' prevalentemente nei movimenti nonviolenti ha svolto diverse conferenze soprattutto su Difesa popolare nonviolenta, alternative alla guerra, risoluzione dei conflitti, storia della nonviolenza, spiritualita' della nonviolenza, autori della nonviolenza come Gandhi, King, Tolstoj. Ha partecipato alla stesura di alcuni capitoli del libro "Teoria e pratica della riconciliazione", edito da Qualevita e dal Mir in occasione dell'anno internazionale della riconciliazione 2009]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Paolo Candelari: La marcia e' un appuntamento importante per tutto il movimento per la pace italiano. Anche se essa ha perso molto della caratterizzazione datagli da Aldo Capitini nel 1961 rimane comunque una occasione di visibilita' che tiene desto il desiderio di pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Paolo Candelari: Quest'anno con l'occasione del cinquantesimo della prima marcia c'e' stato il tentativo del Movimento Nonviolento, sostenuto anche da noi del Mir, di rimarcare l'adesione alla nonviolenza; il tentativo e' in parte riuscito: la nonviolenza e' una delle "parole chiave" di questa marcia, la presenza del Movimento Nonviolento e il suo coinvolgimento alla preparazione, per quanto inferiore alle aspettative, sono significativi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Paolo Candelari: Il discorso qui si fa lungo e complesso. Apparentemente la nonviolenza ha fatto notevoli passi avanti rispetto a 50 anni fa. La diffusione e l'adesione di molti movimenti e associazioni, persino di settori di alcuni partiti, sembrano poter parlare di successo della nonviolenza. Abbiamo anche un riconoscimento istituzionale, tramite la legge per il servizio civile che parla esplicitamente di "difesa civile non armata e nonviolenta" con la costituzione di un apposito organismo consultivo. La realta' pero' non la vedo cosi' rosea. La politica continua ad essere improntata alla filosofia del "fine giustifica i mezzi", rimane la totale separazione tra morale e politica al di la' delle affermazioni in senso opposto, e la base della politica estera continuano ad essere i rapporti di forza militare, mentre come anche il recente esempio della Libia rivela non si riesce a vedere altro mezzo per la soluzione dei conflitti che quello militare. Potremmo dare la colpa agli "altri" ed autoassolverci, ma vedo responsabilita' per questa situazione anche tra i nonviolenti. Il problema maggiore lo vedo in un certo semplicismo nell'affrontare i problemi da parte dell'insieme dei movimenti nonviolenti. Ci si adagia troppo facilmente su facili slogan, si fa fatica ad affrontare i problemi nella loro complessita', manca un coordinamento tra le molte realta' che si definiscono nonviolente; soprattutto la nonviolenza non e' ancora riuscita a diventare progetto politico. Occorrerebbe un salto di qualita', proprio perche' nel passato ci sono stati successi significativi, ora ci sono maggiori aspettative.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Paolo Candelari: Penso che soprattutto i movimenti della nonviolenza organizzata (Movimento Nonviolento e Mir) potrebbero far fare alla nonviolenza quel salto di qualita' di cui parlavo sopra. Essi non devono accontentarsi pero' di "gestire l'esistente". Dovrebbero favorire l'approfondimento dei temi della nonviolenza, proporla come metodo per la trasformazione della societa' in questi tempi di crisi, valorizzare i loro legami internazionali (Wri e Ifor). Per svolgere questo ruolo propulsivo devono pero' unire le loro forze coordinandosi di piu' tra loro, proporre la nonviolenza come mezzo di cambiamento sociale. Penso ad una federazione di nonviolenti che sia luogo di incontro non solo dei due movimenti citati ma anche delle numerose associazioni, centri studi, gruppi spontanei che alla nonviolenza si rifanno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Paolo Candelari: Non vedo fatti particolarmente significativi in Italia negli ultimi mesi specificamente nonviolenti; penso pero' che tutta la mobilitazione che ha portato al successo dei referendum soprattutto su acqua pubblica e contro il nucleare sia stata frutto anche della diffusione della pratica nonviolenta. A livello internazionale direi le rivoluzioni arabe che pur con ambiguita' e contraddizioni (ma anche le campagne per l'indipendenza dell'India contenevano ambiguita' e contraddizioni) sono state condotte ricorrendo a metodi nonviolenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Paolo Candelari: Sarebbero tante le iniziative da prendere in un momento cosi' critico come quello attuale; tenendo conto pero' delle forze ridotte dei movimenti nonviolenti direi che fondamentale sarebbe l'impegno per la realizzazione dei Corpi civili di pace ed un rinnovato impegno per la costituzione di Gruppi di azione nonviolenta (Gan).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Paolo Candelari: Questa e' la domanda piu' difficile: io stesso sono in imbarazzo nel rispondere; volendo racchiuderla in una semplice definizione direi che la nonviolenza e' la ricerca di una societa' piu' giusta con mezzi coerenti al fine stesso, evitando ogni forma di oppressione del prossimo. Capisco che a questo punto si aprirebbero altre domande (cosa e' la giustizia, cosa si intende per mezzi coerenti, ecc); allora aggiungerei il riferimento a Kant: "ogni uomo sia il fine e mai il mezzo". Per quanto riguarda l'accostarsi suggerirei di avvicinarsi e prender parte alla vita dei movimenti della nonviolenza organizzata, Mir e Movimento Nonviolento.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LUISA MONDO

[Ringraziamo Luisa Mondo (per contatti: luisa.mondo at epi.piemonte.it) per questa intervista.

Luisa Mondo, epidemiologa, pacifista, vegana e animalista, instancabilmente coinvolta nella difesa del diritto di tutti a star meglio. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 254]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Luisa Mondo: Per me riveste un grandissimo valore il fatto che si ripeta negli anni fedele a se stessa, una ricorrenza che e' un appuntamento certo nel popolo della pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Luisa Mondo: Il mezzo secolo di vita e' un passo importante. Sara' necessario ricordare Capitini e tutti i suoi allievi, la pace, il vegetarismo, la nonviolenza, la mediazione affinche' i conflitti non esplodano... Ci sono fin troppi esempi terribili in giro in Italia e nel mondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Luisa Mondo: La mia sensazione e' che la parola "pace" sia finita in ambiti che le sono lontanissimi quali la definizione "missione di pace" usata a nascondere azioni di guerra ed i dannanti finanziamenti alla Difesa che invece potrebbero davvero servire a tutelare la pace, a curare ammalati, a sistemare infrastrutture, a garantire miglior assistenza a fasce disagiate, miglior accoglienza a chi e' piu' sfortunato di noi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Luisa Mondo: Il ruolo che siamo chiamati a svolgere e' legato all'informazione, a dichiarare e mostrare che un'altra via e' possibile, a metterci in gioco in prima persona con scelte etiche (vegetarismo, nonviolenza quotidiana, acquisti consapevoli).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Luisa Mondo: Lo sciopero della fame per i detenuti, i fiori sulla barricata del cantiere Tav, e, nel mondo, Kim Puch ambasciatrice per la pace per l'Unesco.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Luisa Mondo: La difesa della Costituzione: dal diritto allo studio, alle cure, alla liberta' di espressione, alla possibilita' di lavorare in condizioni umane, al ripudio della guerra...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Luisa Mondo: Rispetto, cura, attenzione, amore verso tutti i viventi, tutela dell'ambiente...

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CARLO RUTA

[Ringraziamo Carlo Ruta (per contatti: carlo.ruta at tin.it) per questa intervista.

"Carlo Ruta, laureato in filosofia e in teorie della conoscenza e della comunicazione presso le universita' di Messina e Urbino, da vari decenni opera negli ambiti della ricerca storiografica e dell'informazione italiana. Negli anni ottanta-novanta e' stato direttore di una rivista bibliografica. Nello stesso periodo ha prestato collaborazione a diverse case editrici mentre scriveva, saltuariamente, su varie testate, tra cui il settimanale "Avvenimenti". E' autore di numerosi reportage giornalistici e lavori di analisi sociale. Negli ultimi anni ha scritto su "il manifesto", "Narcomafie", "L'isola possibile", mensile del settimanale "Left Avvenimenti", "Libera Informazione", il portale telematico per la pace "Peacelink", il settimanale on-line "Domani", del gruppo Arcoiris Tv. Suoi reportage e lavori di analisi sono stati pubblicati inoltre da "Articolo 21", "Antimafia 2000", Attac, Osservatorio della Legalita', Arcoiris, e altri giornali. E' socio onorario di Libera e di altre realta' associative. E' referente di Libera Informazione, fondata da Roberto Morrione. E' membro del comitato scientifico dell'Associazione Giovanni Spampinato. A partire dal 2001, fino al dicembre 2004, ha curato sul web il sito di documentazione storica accadeinsicilia.net, che ha raccolto migliaia di documenti, in particolare su Portella della Ginestra e le trame della prima repubblica. Dal febbraio 2005 fino al marzo 2009 ha curato il sito leinchieste.com. Ha pubblicato diversi studi di carattere storico, riguardanti soprattutto l'evoluzione dell'immagine della Sicilia dal medioevo all'eta' contemporanea. Ha scritto numerosi saggi di argomento sociale e civile. Per Rubbettino ha pubblicato, tra l'altro, "Gulag Sicilia" (1993) e "Il Binomio Giuliano-Scelba" (1995). Per Edi.bi.si. di Messina ha pubblicato "Giuliano e lo Stato" (2000) e "L'unita' d'Italia, la Sicilia, la scoperta della mafia" (2011). Per le Edizioni La Zisa di Palermo ha pubblicato "Cono d'ombra" (1997) e altri titoli. Per le edizioni Mimesis di Milano ha pubblicato "Guerre solo ingiuste. La legittimazione dei conflitti dal Vietnam all'Afghanistan" (2010). Per Castelvecchi Editore di Roma ha pubblicato "Narcoeconomy. Business e mafie che non conoscono crisi" (2011). Ancora per Castelvecchi ha in preparazione un libro-inchiesta sul caso Pio La Torre, la cui uscita e' prevista per aprile 2012". Cfr. anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 305]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carlo Ruta: La marcia ideata e realizzata da Aldo Capitini e' stata fino a oggi una rappresentazione forte e il termometro del pacifismo in Italia. Ha avuto questo significato per chi ha partecipato e come tale e' stata percepita dall'opinione pubblica nazionale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carlo Ruta: La marcia cade in un momento difficile. Purtroppo, come era prevedibile, l'attacco alla Libia, che secondo l'Onu avrebbe dovuto salvaguardare i civili, e' sfociato in un bagno di sangue. Gli stessi vertici del Cnt hanno dichiarato che si contano gia' diverse decine di migliaia di morti. E il massacro continua, a riprova di cosa siano veramente le guerre "giuste" e "umanitarie" dell'Occidente. Bisogna testimoniare allora con forza che il massacro in corso non e' fatto in nostro nome. La marcia dovrebbe costituire uno sprone alla societa' civile perche' possa ritrovare la forza di esprimersi, di manifestare il proprio disgusto, di proporre percorsi realistici di pace. C'e' stato un tempo in cui il pacifismo si esprimeva con pienezza. Esso era uno dei valori irrinunciabili dei movimenti popolari e studenteschi. Diversamente, in questo momento si registrano lacerazioni, distinguo, silenzi, rinunce. La marcia e' importante allora che faccia argine a questa caduta e solleciti il rilancio dell'iniziativa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carlo Ruta: Da tempo la nonviolenza vive in Italia una condizione di quasi isolamento, soprattutto perche' sono mutati in profondo alcuni scenari della vita politica. Espressioni del centrosinistra che si riconoscevano nella tradizione pacifista, sono passate su posizioni interventiste, prima con la guerra in Kosovo, poi in Afghanistan, infine e tanto piu' in Libia. La subordinazione al militarismo di Washington a alle opzioni del Pentagono e' diventata quindi, con pochissime eccezioni, il comune denominatore della politica nazionale. E su questo sfondo di derive, che non sono senza ricadute sulla societa' civile, la nonviolenza ha finito per ritrovarsi in nicchie sempre piu' minuscole, sempre piu' oscurate dalle propagande di guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carlo Ruta: Non c'e' nulla di ineluttabile. Il Movimento Nonviolento puo' svolgere un ruolo importante purche' sia determinato, capace di intensificare il proprio impegno su vari terreni: la giustizia sociale, i diritti dei popoli, ma soprattutto i conflitti armati. Tutte le guerre "giuste", "umanitarie" e "morali" degli ultimi decenni si sono trasformate in guerre infinite. E tutte si sono tradotte in una ecatombe. Wikileaks, Emergency, Amnesty International e altre organizzazioni hanno rivelato fatti sconcertanti. Su questo punto, nodale, e' importante allora che si concentri il massimo dell'impegno testimoniale. Occorre recuperare poi sul piano delle idee, dove insistono numerosi equivoci. Con le dottrine sulla "guerra giusta", negli ultimi decenni sono stati messi in discussione principi cardini della nonviolenza e del pacifismo, pure con un certo successo. E' opportuno allora che queste dottrine, oggi predilette, non a caso, dal Pentagono e dalle amministrazioni statunitensi, vengano sottoposte a un vaglio critico piu' serrato di quanto sia avvenuto fino a oggi. Un argomento che merita di essere considerato con maggiore attenzione e' infine quello informativo. Non va dimenticato che gli americani cominciarono a perdere la guerra in Vietnam nel 1971, quando il "New York Times" comincio' a pubblicare i documenti segreti del Pentagono, i "Pentagon papers", sulle operazioni in Indocina dal dopoguerra al 1967. Gran parte dell'opinione pubblica comprese a quel punto che si trattava di un affare sporco. Le realta' pacifiste e nonviolente e' importante allora che vadano a una mobilitazione piu' mirata in questa direzione, con la produzione e la diffusione costante di reportage, analisi, testimonianze, documenti, anche attraverso il web.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Carlo Ruta: Se ne possono sottolineare alcuni: la mobilitazione civile delle donne e dei giornalisti messicani contro la guerra dei narcos; il lavoro di Emergency di Gino Strada nelle realta' in guerra; le prese di posizione contro il nucleare che si sono registrate in tutti i continenti. Anche il recente lavoro di documentazione di Wikileaks sui segreti delle diplomazie statunitensi, dopo quello degli anni scorsi sulla guerra in Afghanistan e in altri Paesi, e' una bella manifestazione di nonviolenza, in direzione di una civilta' pacifica, giusta e trasparente. Sono maggiori tuttavia gli eventi significativi della prospettiva opposta, primo tra tutti il ritorno dell'opzione colonialista nelle politiche dell'Europa occidentale, quale rimedio alla crisi globale. Si tratta di una svolta preoccupante, su cui e' essenziale che le realta' della nonviolenza si esprimano, con un costante lavoro di denuncia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carlo Ruta: Il degrado morale della politica ha finito per liquidare in Italia tradizioni di portata epocale. Nella societa' civile tende a crescere quindi, con lo sconforto, il disorientamento. E' opportuno allora che le organizzazioni pacifiste e nonviolente aiutino a rimuovere queste difficolta' con un rinnovato impegno analitico. Lo si diceva gia' prima. Per quanto riguarda le iniziative sul terreno, nel nostro Paese, credo che occorra partire da quel che sta avvenendo nel Mediterraneo e in particolare da quello che sta accadendo in Libia. Con l'affermarsi delle nuove logiche, si annunciano nei prossimi anni serie instabilita' in tutta l'Europa occidentale, e l'Italia potrebbe costituire un po' la prima linea. E' auspicabile allora che il movimento pacifista e nonviolento non si faccia sorprendere dagli eventi, e che dimostri bensi' quella capacita' di comprensione dei fatti e di previsione che sempre piu' difetta nei partiti e negli stessi governi. Si tratta di porsi in gioco con determinazione e di saper indicare soluzioni che siano realistiche e razionali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carlo Ruta: Direi intanto quel che e' la violenza. Si tratta di un vizio primordiale, distruttivo, che attraversa le societa' e la storia. E' la logica del "sangue chiama sangue", di cui la guerra e' la sintesi suprema. La nonviolenza e' il contrario di tutto questo. Diversamente da quel che si cerca di far credere, essa non e', nella sua essenzialita', la cultura dei perdenti. E' bensi' la pars costruens dell'agire umano, che alle cecita' e allo stato di necessita' del "realismo" militarista e' in grado di opporre, prima ancora che la pietas, un realismo piu' autentico e lungimirante: quello della ragione.

 

5. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 28 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO IN PREPARAZIONE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI

 

Nella mattinata di domenica 28 agosto 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro in preparazione della prossima marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 25 settembre 2011, nel cinquantesimo anniversario della prima ideata e organizzata da Aldo Capitini (1899-1968), l'illustre filosofo fondatore del Movimento Nonviolento.

 

6. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 29 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO SU "CRISI ECONOMICA ED ALTERNATIVA NONVIOLENTA"

 

Lunedi' 29 agosto 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio sul tema "Crisi economica ed alternativa nonviolenta" anche come contributo alla preparazione della partecipazione allo sciopero generale del 6 settembre.

La relazione introduttiva e' stata tenuta dal responsabile della struttura ecopacifista viterbese, Peppe Sini, che ha svolto un'analisi della situazione attuale ed indicato alcune linee per un programma alternativo di governo dell'economia caratterizzato dalla scelta della nonviolenza come modello di gestione del ciclo produttivo e riproduttivo, ovvero delle relazioni tra esseri umani e tra umanita' e natura, fondato sulla promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e sulla difesa della biosfera.

Tra le proposte per un intervento immediato: il drastico taglio delle spese militari; lo stop alle "grandi opere" nocive e distruttive; l'opposizione alla privatizzazione dei beni pubblici; la difesa intransigente dei beni comuni e dei servizi sociali; una politica economica mirata alla conversione ecologica delle attivita' produttive, al risanamento del territorio, alle energie rinnovabili e al risparmio energetico, alla gestione sostenibile e partecipata del ciclo produttivo.

 

7. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: NELLE SCARPE ALTRUI

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questa intervista.

Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (VT) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Donne in America latina, Celleno, luglio 1997; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; La cultura del nuovo impero: l'uomo a dimensione di merce, Celleno, luglio 2002; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003; America Latina: l'alternativa al neoliberismo, Viterbo, aprile 2004; Mulukuku: un progetto di salute mentale in Nicaragua, Viterbo, novembre 2010. Ha coordinando il Gruppo di approfondimento "Vivere nel nord  impegnati nel sud", all'interno del Convegno "Vivere e amare attraverso le contraddizioni", promosso dall'Associazione Ore Undici, e svolto a Trevi nell'Umbria (Pg), 25-30 agosto 2001. Ha partecipato alla trasmissione di "Rai Utile", del 24 gennaio 2006, dal titolo "America Latina e' sviluppo". Ha contribuito alla realizzazione, stesura, pubblicazione e presentazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'". Cfr. anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 325]

 

Tutti parlano del disastro italiano dei conti pubblici, pochissimi del baratro morale e culturale in cui questo Paese e' precipitato.

Continua la guerra assassina in Afghanistan ed in Libia, recentemente rifinanziata in violazione della stessa Costituzione, e di cui ci accorgiamo e parliamo solo quando muore un nostro soldato.

Continua il dilagare del piu' feroce razzismo, oramai istituzionalizzato dal governo del vegliardo barzellettiere e dell'uomo del popolo vestito di verde.

Continua l'esasperato menefreghismo. "Homo homini lupus" dicevano gli antichi e il detto e' tragicamente sempre piu' vero.

L'indifferenza e' tanto assassina quanto chi afferra un'arma e ammazza il suo prossimo: "Mai stare dalla parte dei pezzenti. Mai stare con i perdenti, per usare una parolaccia radicatasi da qualche decennio. Non vanno nemmeno guardati troppo a lungo. In passato ci si e' intrattenuti con loro, nella prospettiva del loro riscatto. Adesso l'unica cosa che evocano alla mente e' un precipitare nella loro stessa condizione: non si sa mai. Percio', alla larga. Quando si guarda a un pezzente e si vede solo un pezzente (lo si dovrebbe ricordare, ma sono ricordi ideologici lontani) la passivita', se non l'assenso di fronte al suo sterminio, e' vicina. Lo si chiamera' effetto collaterale" (Lidia Campagnano).

Certo il centrodestra che ci governa e' in piena crisi, ma all'orizzonte si prospetta il permanere del berlusconismo senza Berlusconi, la "sostanza" che nel corso degli ultimi vent'anni ha plasmato negativamente l'Italia.  Perche' il berlusconismo ha vinto antropologicamente. Non e' stato solo un attacco al cuore della legalita' costituzionale: e' stato ed e' un'idea di societa'.

Senza un'idea radicalmente diversa, archiviarlo non sara' possibile.

Sapra' il fronte democratico ripudiare la guerra, tagliare le spese militari, superare il patriarcato, proporre un vero piano economico e sociale alternativo alle politiche liberiste?

Avra' il coraggio di cancellare tutte le misure razziste, abrogazione indispensabile per ripristinare la legalita' costituzionale, per costruire l'alternativa democratica e antifascista, per l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani?

Non e' uno scherzo, la dimensione umana della politica: per chi la conserva e per chi la ripudia.

Senza questa dimensione non c'e' politica e non c'e' Paese.

Perche' la sinistra, la politica e il Paese possono tornare ad esistere, e' dalla dignita' umana e dalla speranza che bisogna ripartire.

Il problema e' che, con un immaginario danneggiato dalla paura (che si mangia dignita', anima e cervello), non si riesce a coltivare la speranza.

Cosi', da una parte, siamo prigionieri di un senso di impotenza che nasce dalla frustrazione continua di un cambiamento che riterremmo necessario e che non sappiamo come innescare, mancando le forme adeguate. E' un'impasse da cui non sembra esserci via d'uscita.

Dall'altra, l'ideologia dominante si sforza di persuaderci dell'impossibilita' del cambiamento radicale, dell'impossibilita' dell'abolizione del capitalismo, dell'impossibilita' di creare una democrazia che non si riduca a un corrotto gioco parlamentare, riuscendo al tempo stesso a rendere invisibile l'antagonismo che attraversa la nostra societa'.

La postmodernita' proclama la rinuncia alle "grandi narrazioni" e il sonnambulismo delle "grandi cause", perche' le vede impraticabili o inutili, perche' opta sistematicamente per il pragmatismo palpabile e per il consumismo quotidiano.

Passato il vento forte delle bandiere da innalzare, sono tanti quelli che si sono assestati al ritmo dell'opportunismo o delle sicurezze, tanto piu' in questo momento di forte insicurezza economica.

Molte persone, anche tra quelle che poco tempo fa erano critiche nei confronti del progetto capitalista e della dominazione imperialista, ora - introiettando la visione dell'oppressore - accettano la versione che il capitale e l'impero danno di "quanto e' avvenuto".

In realta', vivere non significa arrendersi al "realismo", ma al contrario sapersi ribellare anche quando il potere che ci sovrasta e' fortissimo; ed in questo senso riscoprire il ruolo della politica, che e' quello dell'organizzazione della speranza. E la speranza consiste nella capacita' degli esseri umani di mettersi le scarpe altrui, quelle del "pezzente", e provare a camminarci dentro.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Miguel Cordero (a cura di), Murillo, Skira'-Rcs, Milano 2005, pp. 192.

- Giorgia Mancini (a cura di), Ribera, Skira'-Rcs, Milano 2004, pp. 192.

- Maurizia Tazertes (a cura di), El Greco, Skira'-Rcs, Milano 2004, pp. 192.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 663 del 30 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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