Nonviolenza. Femminile plurale. 344



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 344 del 13 maggio 2011

 

In questo numero:

1. Annamaria Rivera: La pacificazione della Libia e la pace eterna dei rifugiati

2. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

3. Riferimenti utili per l'informazione sui referendum. Per fermare il nucleare e per l'acqua bene comune

4. Lea De Negri: Lucia Albani Avogadro

5. Lea De Negri: Teresa Albarelli Vordoni

6. Lea De Negri: Luisa Bergalli Gozzi

7. Lea De Negri: Enrichetta Caracciolo Forino

8. Giovanna Minardi: Ines Amelia Camelo (Ines Arredondo)

9. Giovanna Minardi: Julieta Campos

10. Giovanna Minardi: Rosario Castellanos

11. Giovanna Minardi: Martha Cerda

12. Giovanna Minardi: Ana Clavel

 

1. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA PACIFICAZIONE DELLA LIBIA E LA PACE ETERNA DEI RIFUGIATI

[Dal blog di Annamaria Rivera nel sito di "MicroMega" (blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it) riprendiamo il seguente articolo dell'11 maggio 2011.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009; La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010]

 

Mentre scrivo,  si moltiplicano le voci che danno Gheddafi per fuggito, come sostengono gli insorti, oppure ucciso dai bombardamenti della coalizione. Chissa' che la Nato non abbia accolto il grido di dolore del sindaco di Lampedusa: perdio, ha protestato, per farci riavere i turisti uccidete subito il Colonnello come avete fatto con bin Laden! Il sindaco ha un senso profondo della dialettica locale-globale: un qualche afflusso turistico nell'isola val bene l'omicidio del capo di stato di un paese sovrano... In attesa che la Nato pacifichi la Libia con un altro rito sacrificale cruento, se non e' stato gia' consumato, constatiamo che per il momento l'unica pacificazione compiuta dalle truppe Nato e' la pace eterna imposta a molti civili innocenti, fra i quali bambini. E' il paradosso di ogni ingerenza "umanitaria" (ne abbiamo viste non poche finora): uccidere civili allo scopo proclamato di salvare i civili. Il carattere umanitario della missione e' perfettamente esemplificato dai bombardamenti reiterati contro le sedi tripoline di organismi per la difesa dei diritti delle donne e dei bambini. Siamo ben oltre il proverbiale "sparare sulla Croce Rossa"...

Ma non sono i soli danni collaterali della guerra. Secondo il bilancio reso pubblico pochi giorni fa da Valerie Amos, vicesegretario per gli Affari umanitari dell'Onu, dalla Libia sono fuggite 746.000 persone, 58.000 alloggiano tuttora in campi di fortuna nell'est libico, 50.000 rifugiati sono passati, in un solo mese, per il sud tunisino, 5.000 persone sono ancora bloccate alle frontiere con l'Egitto, la Tunisia e il Niger.

Sono cifre macroscopiche, se si considera che la Libia conta ufficialmente poco piu' di sei milioni di abitanti. Che mostrano come l'ingerenza "umanitaria" abbia precipitato la tragedia verso la catastrofe. Eppure, di fronte alla guerra civile il compito primario spettante alla cosiddetta comunita' internazionale (formula vaga e ingannevole, spesso buona a occultare politiche imperiali)  sarebbe stato garantire corridoi umanitari per salvare i civili, soprattutto quei civili doppiamente sventurati che sono gli immigrati e i rifugiati in Libia e fra questi i paria assoluti, cioe' i nostri ex colonizzati del Corno d'Africa.

Sono loro che pagano il tributo piu' alto in vite umane. Grazie alla denuncia di Moses Zerai, il sacerdote eritreo dell'Agenzia Habeshia, grazie anche a un tempestivo articolo del "Manifesto", all'inchiesta del "Guardian", alle testimonianze dei sopravvissuti, sappiamo del crimine compiuto da una portaerei della Nato. Che sia stata la francese "Charles De Gaulle", come sostiene il "Guardian", o l'italiana "Garibaldi", come precisa la Nato, la portaerei, benche' allertata, ha lasciato che una barca, partita da Tripoli il 25 marzo scorso, vagasse alla deriva per sedici giorni fino all'esito più tragico: dei 71 migranti diretti a Lampedusa - donne, bambini, rifugiati politici - 61 sono morti di fame e di sete.

E' un caso tutt'altro che isolato. Per esempio, non sono affatto chiare le circostanze della strage del 6 aprile scorso, quando annegarono almeno 250 persone, fra le quali donne e bambini, ugualmente provenienti dalla Libia e dirette a Lampedusa. Avrebbero dovuto salvarle due motovedette e un elicottero italiani, avvertiti dalle autorita' maltesi. Il mare agitato e la concitazione a bordo, ci hanno raccontato, avrebbero provocato il ribaltamento del barcone e l'ecatombe sotto gli occhi dei soccorritori.

A compensare tutto questo disastro, i media italiani ci hanno offerto la narrazione edificante dei 500 rifugiati che a Lampedusa, all'alba del 5 maggio scorso, sono stati salvati dalla commovente "catena umana alla quale hanno partecipato tutti, forze dell'ordine, volontari e cittadini". Sulle prime anch'io mi sono commossa nel guardare le immagini di due omoni della Croce Rossa che reggono teneramente fra le braccia due piccini salvati dai marosi. Non vorrei sembrare cinica ne' deludere Basilio, un commentatore di questo blog che invitava a raccontare non solo l'indifferenza e il razzismo ma anche il buon cuore degli italiani. Di fatto, pero', la catena umana ha lasciato in mare tre cadaveri, scoperti piu' tardi sotto il barcone incagliato fra gli scogli. Al di la' della generosita' dei cittadini che si sono prodigati per soccorrere i naufraghi, l'operazione di salvataggio si e' rivelata approssimativa e scriteriata.

Comunque vada a finire la "pacificazione", se fossimo davvero di buon cuore, dovremmo insorgere contro questa ecatombe infinita. Per cominciare, potremmo aderire alla campagna di "Cronache di ordinario razzismo": www.cronachediordinariorazzismo.org/la-nostra-campagna/. Per chiedere  l'evacuazione immediata dei rifugiati subsahariani dalla Libia, la fine dei respingimenti in mare e il rafforzamento dei  sistemi di soccorso; la garanzia del diritto di chiedere asilo; un sistema di accoglienza decentrato, concordato con le Regioni e i Comuni, in strutture di piccole dimensioni; il rispetto dei diritti umani degli "ospiti"; la fine delle espulsioni e dei rimpatri di massa.

Lo so, e' una goccia nel mare dell'indifferenza o del razzismo dilaganti in Europa, ma almeno e' una goccia d'impegno civile, di speranza e di utopia.

 

2. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Giova ripetere le cose che e' giusto fare.

Tra le cose sicuramente ragionevoli e buone che una persona onesta che paga le tasse in Italia puo' fare, c'e' la scelta di destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.

"Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli". Cosi' recita la "carta programmatica" del movimento fondato da Aldo Capitini.

Sostenere il Movimento Nonviolento e' un modo semplice e chiaro, esplicito e netto, per opporsi alla guerra e al razzismo, per opporsi alle stragi e alle persecuzioni.

Per destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' sufficiente apporre la propria firma nell'apposito spazio del modulo per la dichiarazione dei redditi e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione: 93100500235.

Per contattare il Movimento Nonviolento, per saperne di piu' e contribuire ad esso anche in altri modi (ad esempio aderendovi): via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

3. REPETITA IUVANT. RIFERIMENTI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUI REFERENDUM. PER FERMARE IL NUCLEARE E PER L'ACQUA BENE COMUNE

[Riproponiamo la seguente segnalazione]

 

Segnaliamo il sito del Comitato nazionale "Vota si' per fermare il nucleare": www.fermiamoilnucleare.it

Segnaliamo il sito del Comitato referendario "2 si' per l'acqua bene comune": www.referendumacqua.it

Segnaliamo anche il sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua: www.acquabenecomune.org

Quattro si' ai referendum: per la legalita' e la dignita', per la democrazia ed il bene comune, per la biosfera e per l'umanita'.

 

4. PROFILI. LEA DE NEGRI: LUCIA ALBANI AVOGADRO

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Lucia Albani Avogadro, nacque a Bergamo nel XIX secolo da Giovanni Gerolamo Albani, Collaterale generale della Repubblica di Venezia, e da Laura Longa, discendente da nobile casata. Lucia sposo' Faustino Avogadro, gentiluomo bresciano. Fece parte dell'Accademia degli Occulti. Fu ammirata dal Crescimbeni e dal Tasso. Matteo Bembo in una lettera del 1560 a proposito di Lucia scrisse: "Bellissima d'animo e nobilissima, la quale tra le altre sue virtu' si diletta grandemente delle buone lettere volgari e latine, d'historie e di poesie". Mori' nel 1568.

Opere: Rime in Ruscelli, Rime di diversi autori bresciani, Venezia, 1553; Rime in Rime di diversi nobilissimi ed eccellentissimi autori in morte della signora Irene delle Signore di Spilimpergo, Venezia, 1561; Rime in Rime degli accademici Occulti, Brescia, 1568; Rime in Bergalli Luisa, Componimenti poetici delle piu' illustri rimatrici di ogni secolo, Venezia, 1726; Rime in Mazzoleni Angelo, Rime oneste dei migliori poeti antichi e moderni, Bassano, 1821; Rime in Ronna A., Parnaso Italiano, Parigi, 1847; Rime, a cura di Arnaldo Foresti, Bergamo, 1903.

Bibliografia: Casati G., Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano, s. a.; Delle donne illustri italiane, s. n. t.; Aringo P., Sala D., Pianto in morte di Lucia Albani, in Rime degli accademici Occulti, Brescia, 1568; Crescimbeni G. M., Commentari, Roma, 1702-11; Crescimbeni G. M., Istoria della volgar poesia, Venezia, 1730;  Calvi P., Scena letteraria degli scrittori bergamaschi, Bergamo, 1773; Canonici Fachini G., Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura, Venezia, 1824; Ferri P. L., Biblioteca femminile italiana, Padova, 1842; Villani C., Stelle femminili. Dizionario bio-bibliografico, Napoli, 1915; Comba E., Donne illustri italiane proposte ad esempio delle giovinette, Torino, 1920; De Blasi I., Le scrittrici italiane dalle origini al 1800, Firenze, 1930; Bandini Buti M., Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Serie IV, Roma, Istituto Editoriale Tosi, 1941; Santoro A., Veglione F., Catalogo della scrittura femminile italiana a stampa presente nei fondi librari della Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli, Dick Peerson, 1990.

 

5. PROFILI. LEA DE NEGRI: TERESA ALBARELLI VORDONI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Teresa Albarelli Vordoni nacque a Verona da Francesco e da Anna de Rouer nel 1788 e mori' il 19 ottobre 1868. Ebbe come maestro di studi l'abate Giuseppe Barbieri. Scrisse sermoni, sonetti, canzoni ed epistole molto apprezzate dai suoi contemporanei tra i quali l'abate Antonio Cesari, Giuseppe Maffei e Vincenzo Monti che lodo' la sua opera intitolata Visione.

Opere; Novella in rima, Pisa, s. a.; Canzone e cantata, Venezia, 1820; Il pellegrino dell'Adige in Terra Santa, Livorno, 1831; Nuovi versi, Pisa, 1831; Scherzo poetico, in Poesie di rimatrici viventi, Venezia, 1832; Epistola a Francesco Trevisan, in Poesie in morte di Antonietta Trevisan Gabardi, Padova, 1835; Terzine in Ape, Verona, 1836; La grammatica, sermone in versi, Milano, 1858; Visione, in "Antologia femminile", anno I, 1840; Capitolo in lode dell'avarizia, Venezia, 1870; Versi, Padova, 1871; Lettere inedite all'abate Giuseppe Barbieri, Padova, 1871.

Bibliografia: Casati G., Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano, s. a.; Canonici Fachini G., Prospetto bibliografico delle donne italiane, Venezia, 1824; Ferri P. L., Biblioteca femminile italiana, Padova, 1842; Castreca Brunetti E., aggiunta alla Biblioteca Femminile italiana del Conte P. L. Ferri, Roma, 1844; Greco O., Bio-bibliografia femminile italiana del XIX secolo, Venezia, 1875; Centuria di donne illustri italiane, Milano, 1890; Nani Mocenigo F., Della letteratura veneziana del secolo XIX, Venezia, 1875; Villani C., Stelle femminili. Dizionario bio-bibliografico, Napoli, 1915; De Blasi I., Le scrittrici italiane dalle origini al 1800, Firenze, 1930; Bandini Buti M., Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Serie IV, Roma, Istituto Editoriale Tosi, 1941; Santoro A., Veglione F., Catalogo della scrittura femminile italiana a stampa presente nei fondi librari della Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli, Dick Peerson, 1990.

 

6. PROFILI. LEA DE NEGRI: LUISA BERGALLI GOZZI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Luisa Bergalli Gozzi, nacque a Venezia il 15 aprile 1703 da Giovan Giacomo, piccolo commerciante piemontese e da Diana Ingal. Da Antonio Alberghetti ricevette un cultura umanistica, dal padre eredito' la pratica della lingua francese, con lo Zeno ebbe fin dalla giovinezza una forte amicizia. Il suo debutto artistico infatti avvenne sotto il suggerimento del poeta ufficiale della corte viennese con un melodramma, l'Algide, rappresentato a Venezia al teatro di S. Moise' nel 1725. L'opera fu musicata da Giovanni Della Porta ed ebbe un discreto successo. L'anno successivo pubblico' a Venezia Componimenti poetici delle piu' illustri rimatrici di ogni secolo. Per la raccolta pote' giovarsi di illustri collaboratori tra i quali: Alvise Mocenigo, Orazio Amalteo, Antonio Sforza, lo stesso Zeno. Nel 1728 pubblico' un altro melodramma, Tebae, due anni dopo l'Elenia, rappresentato al tetro S. Angelo con la musica di T. Albinoni, e la commedia Avventure del poeta. Nel 1738 sposo' Gasparo Gozzi. Di quegli stessi anni e' la traduzione del Teatro raciniano. Dopo il 1747 divenne impresaria del teatro S. Angelo di Venezia, compose intermezzi e drammi giocosi come: Il conte Nespolo, Li tre cicisbei ridicoli; commedie romanzesche come La moglie fantastica, Le nozze non provvedute, Il vero gentiluomo, L'uomo di buon cuore e Pellegrino in Provenza. Opere quasi tutte pubblicate anonime. Fece parte dell'Arcadia con il nome di Irmida Partenide. Mori' nel 1779.

Opere: Algide re di Sparta, dramma per musica di Giovanni Porta, libretto: Luisa Bergalli; Rime, in Componimenti poetici delle piu' illustri rimatrici di ogni secolo raccolti da Luisa Bergalli, Venezia, Mora, 1726; L' Elenia, dramma per musica da recitarsi nel Teatro di S. Angelo l'anno 1730, dedicata a S. E. donna Teresa Buoncompagni Barberini, principessa..., Venezia, Valvasense Alvise, 1730; Le avventure del poeta, a cura di Luisa Ricaldone, s. n. t..

Traduzioni e curatele: Componimenti poetici delle piu' illustri rimatrici di ogni secolo raccolti da Luisa Bergalli, Venezia, Mora, 1726; Therentius (Publius) Afer, L'Eununco. Commedia... tradotta in verso sciolto da Luisa Bergalli..., Venezia, 1728; La Genesi ridotta in Ottava rima... dal dottore Ferdinando Caldari... divisa in due parti con gli argomenti della Signora contessa Luisa Bergalli Gozzi, Venezia, Stamp. S. Orlandini, 1747; Signora du Boccage: Le Amazzoni, tragedia. Tradotta nell'italiana favella da Luisa Bergalli Gozzi veneziana e stampata col testo francese, Venezia, P. Bassaglia, 1756.

Bibliografia: Nurra P., Luisa Bergalli in" Emporium", marzo 1899; Mioni M., Una letterata veneziana del sec. XVIII, Venezia, 1908; Rava' A., Un sonetto poco noto di Carlo Goldoni, in "Fanfulla della Domenica", XXXI, 1909; Pedrina F., L'accademia gozziana, Milano-Roma-Napoli, 1925; Brunelli B., Veneziane colte del settecento, in "Emporium", XLIII, 1937; Brunelli B., Corrispondenze Veneziane del Metastasio, in "Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti", CXI, 1952; Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana - Treccani, 1960; Tassistro C. E., Luisa Bergalli Gozzi. La vita e l'opera sua nel suo tempo, Roma, s.d.; Natali G., Il Settecento, Milano, s.a.; Santoro A., Veglione F., Catalogo della scrittura femminile italiana a stampa presente nei fondi librari della Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli, Dick Peerson, 1990; Le avventure del poeta, a cura di Luisa Ricaldone, nota biografica e bibliografia di Paola Serra, Manziana 1997; Morandini G., Sospiri e palpiti. Scrittrici italiane del Seicento, 2001.

 

7. PROFILI. LEA DE NEGRI: ENRICHETTA CARACCIOLO FORINO

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Enrichetta Caracciolo Forino nacque a Napoli nel 1821 da don Fabio Caracciolo di Forino, maresciallo dell'esercito napoletano, e da Teresa Cutelli, gentildonna palermitana. Una serie di circostanze fecero si' che a lei fosse destinata una monacazione forzata, in un'epoca in cui un articolo del codice civile consentiva espressamente ai genitori, se non di costringere le proprie figlie a pronunciare i voti, quanto meno di rinchiuderle in istituti religiosi, a qualsiasi eta'. Alla morte del padre fu affidata, ancora adolescente, alla tutela della madre, che, avendo deciso di risposarsi, a sua insaputa inizio' le pratiche per introdurre Enrichetta nel monastero di San Gregorio Armeno di Napoli, dove gia' si trovavano due zie paterne della fanciulla. Quindi Teresa parti' per Reggio, dove celebro' il suo secondo matrimonio, dopo aver promesso alla figlia che l'avrebbe condotta nella sua nuova dimora. Ma un parente avverti' la giovane di quanto si stava tramando alle sue spalle. Enrichetta, allora, rifiuto' di lasciare la sua temporanea dimora presso una sorella sposata. Ma il Ministro di Polizia Del Carretto, dietro la pressione di Teresa Cutelli (che accuso' la figlia di insubordinazione), ordino' che la giovane fosse "tratta a viva forza dai gendarmi sul piroscafo che doveva salpare per Reggio" (Caracciolo).

Stretta tra la prospettiva di essere rinchiusa in convento a Reggio o a Napoli, Enrichetta accetto' di entrare nel monastero napoletano di San Gregorio... Nel 1841 Enrichetta pronuncio' i voti solenni. Colta e amante degli studi, nel convento si scontro' con la grettezza e la diffidenza di monache ignoranti, per lo piu' analfabete. Si innamoro' di un giovane medico, senza osare rivelarsi. Poi l'ufficio di sagrestana, che la metteva in contatto con preti e chierici, la espose a maldicenze e scandali. Nel 1846, incoraggiata dal diffuso clima di speranza nel "papa liberale", presento' a Pio IX la prima di una serie di istanze volte ad ottenere lo scioglimento dai voti, o almeno una dispensa temporanea per motivi di salute. Ma l'arcivescovo di Napoli, Riario Sforza, le rivolse un'accanita persecuzione personale, negandole il suo nulla osta. Nel 1848, mentre le monache pregavano per lo "sterminio dei malvagi", Enrichetta innalzava "taciti voti all'Onnipossente per la caduta della tirannide e pel trionfo della nazione". Si procuro' la fama di "rivoluzionaria, aggregata a segrete societa', settaria, eretica" (Caracciolo 1864). Comprava senza nascondersi i giornali dell'opposizione, che leggeva ad alta voce nel convento, profittando della concessa liberta' di stampa. E di questa nuova liberta' progetto' di avvalersi per denunciare lo stato monastico imposto a tante giovani donne, "residuo di barbarismo orientale" e per "notificare al mondo intero" sulla stampa, in piu' lingue, l'iniquita' della sua condizione (ivi).

Il 15 maggio, allo scatenarsi della repressione borbonica, Enrichetta dette fuoco alle sue memorie, temendo ripercussioni per se' e la sua famiglia. Frattanto, ebbe dal papa l'autorizzazione a trasferirsi in un conservatorio. Parzialmente sconfitto, Riario Sforza le impose di lasciare in convento le argenterie e le pietre preziose ereditate dalle zie monache.

Nel Conservatorio di Costantinopoli, nonostante la presenza di alcune recluse "non nemiche del progresso e della civilta'", il "partito" riunito intorno alla badessa era totalmente ligio alla Curia e ai Borbone. Enrichetta subi' una drastica censura riguardo a quelle che erano diventate - come narra lei stessa - le sue fonti di sopravvivenza psichica: la lettura degli scritti storici di Cesare Cantu', l'esecuzione al piano dei brani di Rossini, la possibilita' di scrivere lettere o tenere un diario. Alla perquisizione, subita nel 1849, sfuggirono, fortunatamente, "un fascio di carte rivoluzionarie in cifra, un pugnale ed una pistola" affidatile da un cognato cospiratore (Sciarelli). Enrichetta ripiego' allora sulle letture consentite dalla badessa: nelle Vite delle sante martiri trovo' testimonianze del contributo delle donne al rinnovamento dell'umanita'. Continuò a inviare lettere, che sottraeva alla censura del convento nascondendole nel cesto della biancheria sporca, con la complicita' di una domestica.

Solo nel 1849, grazie ai disturbi nervosi di cui soffriva, Enrichetta ottenne finalmente il permesso di uscire con la madre per curarsi con i bagni. L'anno dopo, Riario Sforza torno' a perseguitarla: le nego' una nuova licenza, le sequestro' l'assegno costituito dai frutti della sua dote di monaca, costringendola a vivere della carita' dei parenti. Enrichetta allora, con la complicita' della madre, lascio' il conservatorio e - saputo che era stato emanato il suo ordine di arresto - si reco' a Capua, sotto la protezione del vescovo Serra di Cassano. Ma il suo protettore mori' pochi giorni dopo. Un altro amico ecclesiastico, il sacerdote Spaccapietra, riusci' a procurarle il permesso di abitare con la madre.

Riario Sforza, tuttavia, continuo' a perseguitarla, valendosi della sua influenza presso Ferdinando II: nel giugno 1851, il commissario di polizia Morbilli si presento' per arrestarla, accompagnato da un prete. Condotta nel ritiro di Mondragone, Enrichetta rifiuto' il cibo e medito' il suicidio. Dopo undici giorni, era quasi in fin di vita. Si colpi' al petto con un pugnale, riuscendo solo a ferirsi. Sopravvisse, superando un intero anno di isolamento. Un nunzio pontificio torno' ad intercedere per lei, le procuro' il permesso di ricevere i parenti, ma non di lasciare il ritiro, neppure per visitare la madre morente.

Dopo la scomparsa della madre, Enrichetta progetto' una nuova fuga, con la complicita' di una zia. Tuttavia, tento' ancora la via diplomatica. La zia ottenne dalla Sacra Congregazione dei Vescovi l'invio di un medico che prescrisse ad Enrichetta la cura dei bagni a Castellammare: era uno stratagemma attraverso il quale la Congregazione mirava a liberare Enrichetta dal suo persecutore. Enrichetta si reco' a Castellammare, dove godette di una relativa liberta'.

Ormai era entrata a tutti gli effetti nelle reti cospirative: sollecitata dagli amici, torno' clandestinamente a Napoli. Per sfuggire alle spie, cambio' - in sei anni - diciotto abitazioni e trentadue donne di servizio. Elaboro' un sistema di controspionaggio, con persone di sua fiducia incaricate di individuare e depistare i poliziotti in borghese messi alle sue costole.

"La mia storia finisce in questo giorno, che per l'Italia e' giorno di nuova creazione": il sette settembre 1860 Enrichetta, dopo esser rimasta quasi schiacciata dalla folla, nel tentativo di essere la prima donna di Napoli a stringere la mano a Garibaldi, nel Duomo, mentre il Generale assisteva al Te Deum di ringraziamento per la fuga di Francesco II, depose su un altare il suo nero velo di monaca. Recuperata la liberta', dopo pochi mesi, sposo' col rito evangelico il patriota napoletano di origine tedesca Giovanni Greuther.

Nel 1864 pubblico' le sue memorie presso la societa' editrice Barbera di Firenze. Il libro venne accolto con grande interesse e ripubblicato otto volte negli anni successivi. Fu tradotto in francese, inglese, spagnolo, tedesco, greco, ungherese. Venne apprezzato da Manzoni, Settembrini, dal principe di Galles. Alinari volle ritrarre l'autrice. Garibaldi le scrisse, invece, per ringraziarla di alcuni "bellissimi sonetti" (Sciarelli).

Nel 1866 pubblico' Un delitto impunito: fatto storico del 1838, che narra l'assassinio di un'educanda da parte di un sacerdote respinto dalla fanciulla. Un altro dramma, Un episodio dei misteri del Chiostro Napolitano, e' tratto dalle sue memorie. I miracoli, pubblicato nel 1874, e' una raccolta di poesie satiriche contro le superstizioni. Nel 1881 a Napoli si rappresento' il suo dramma La forza dell'onore.

Fu corrispondente di giornali politici, tra cui "La rivista partenopea" di Napoli, "La Tribuna" di Salerno e "Il Nomade" di Palermo. Entro' a far parte di numerose associazioni, tra cui l'Associazione della gioventu' studiosa di Napoli, la Societa' italiana per l'Emancipazione della Donna di Larino, l'Accademia Florimontana Vibonese degli Invogliati di Monteleone di Calabria, l'Accademia Poetica Stesicorea di Calabria. Ma il suo impegno principale fu nella loggia massonica Il Vessillo della Carita' ed Annita.

Nel 1866, in occasione della terza guerra d'indipendenza, pubblico' un Proclama alla Donna Italiana in cui esortava le donne a sostenere la causa nazionale. Nel 1867, con la sorella Giulia Cigala Caracciolo, fece parte del Comitato femminile napoletano di sostegno al disegno di legge di Salvatore Morelli per i diritti femminili. Nel 1869, durante lo svolgimento del Concilio Vaticano, prese parte, con altre donne, all'Anti-concilio del "libero pensiero", promosso a Napoli dal Ricciardi.

Nonostante la sua notorieta' e la sua infaticabile attivita', Enrichetta non ebbe alcun riconoscimento ufficiale dal governo italiano. Garibaldi, partendo per l'assedio di Capua, non fece in tempo a firmare il decreto con cui aveva intenzione di nominarla ispettrice agli educandati di Napoli. De Sanctis, dopo averle promesso un incarico, la dimentico'. Gli oggetti di sua proprieta' che Riario Sforza le aveva sequestrato non furono mai ritrovati. A settant'anni, quando Francesco Sciarelli ne scrisse la biografia, Enrichetta viveva, vedova, "ignorata dai suoi concittadini, modesta e solitaria". E' ignota la data della morte.

Opere: Un episodio dei misteri del Chiostro napolitano. Dramma in 5 atti..., Roma, Tip. Popolare, 1833; Misteri del chiostro napoletano. Memorie di ..., ex monaca benedettina. Quarta edizione. Firenze, Barbera ed., 1864; Proclama alle Donne d'Italia, Napoli, 1866; Un delitto impunito. Fatto storico del 1838. Dramma in 5 atti. Napoli, Tip. Dell'Ateneo, 1866; I miracoli, 1874; La forza dell'onore ( dramma).

Bibliografia: Francesco Sciarelli, Enrichetta Caracciolo dei principi di Forino ex monaca benedettina, Napoli, 1891; Fabris F., La genealogia della famiglia Caracciolo riveduta e aggiornata da Ambrogino Caracciolo, Napoli, 1966;  Alfonso Scirocco, Il dibattito sulle soppressioni delle corporazioni religiose nel 1864 e i Misteri del Chiostro napoletano di Enrichetta Caracciolo, "Clio", 2, 1992, pp. 215-233; Maria Rosa Cutrufelli, Nota critica, prefazione a Misteri del chiostro napoletano di E. Caracciolo, Firenze, Giunti 1998.

Siti internet: www.storia.unina.it/donne/invisi/profili, www.url.it/donnestoria/testi/trame/caracciolo.htm

 

8. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: INES AMELIA CAMELO (INES ARREDONDO)

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Dal medesimo sito riprendiamo per stralci la seguente notizia sull'autrice: "Giovanna Minardi, nata a Palermo il 21 aprile 1958, docente di ruolo di Spagnolo presso l'Istituto Magistrale "Regina Margherita" di Palermo e collaboratrice della Cattedra di Lingua e Letteratura spagnola dell'Universita' di Palermo. Laureate in Lingue e letterature straniere (Spagnolo) presso la Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Palermo con una tesi su "Le poesie minori di Jorge Manrique"; laureata in Filologia spagnola presso l'Università di Oviedo (Spagna); dottorato di ricerca in Letterature iberiche e iberoamericane presso l'Universita' di Palermo, con tesi su "Teoria e pratica del racconto in Julio Ramon Ribeyro". Ha studiato e insegnato in vari paesi europei e latinoamericani... Appartiene a varie associazioni culturali di area ispanica: Associazione ispanisti italiani (Aispi); Asociacion internacional de hispanistas (Aih); Associazione siciliana per lo studio delle culture iberiche; Instituto Literario y Cultural Hispanico; Instituto internacional de Literatura iberoamericana. Opere: Una hora con Julio Ramon Ribeyro, in "Quaderno dell'Istituto di Lingue e Letterature straniere della Facolta' di Lettere dell'Universita' di Palermo", n. 29, 1990, pp. 39-56; Voci poetiche femminili dell'America del Sud nel primo '900, in R. Calabrese (a cura), Felicita' del dialogo. Relazioni tra donne, Ila Palma, Palermo, 1991, pp. 183-95; Silvio nel roseto (traduzione racconti di Julio R. Ribeyro), Dharba, Palermo, 1992; Una voz del Peru': Julio Ramon Ribeyro, in Encuentros hispanoamericanos. Realidad y ficcion, Ayuntamiento de Oviedo, 1992, pp. 299-301; El arte poetica de Julio Ramon Ribeyro, in "La casa de carton", Lima, invierno 1993, pp. 20-25; Una hora con Rosina Valcarcel, in "Alba de America", Buenos Aires, julio 1993, 20-21, pp. 465-69; L'influenza della cultura italiana nel Peru' d'inizio secolo, in L'apporto italiano alla tradizione degli studi ispanici, Atti del Congresso Aispi, Instituto Cervantes, Roma, 1993, pp. 211-17 (La influencia de la cultura italiana en Riva-Aguero, Valdelomar y Mariategui, in "La casa de carton", Lima, invierno 1994, 4, pp. 12-17; Un rapido paseo a traves de la narrativa de mujeres en el Peru' contemporaneo, in "Fem", Mexico, mayo 1994, 135, pp. 35-38 (Que' escriben ultimamente las mujeres en el Peru'?, in "Alba de America, Montevideo, julio 1995, 24-25, pp. 355-65); La donna peruviana attraverso la storia, in "Leggere Donna", Ferrara, maggio-giugno 1994, pp. 34 e 36-7; Carmen, il caudillo e la liberta', in "Cronache parlamentari siciliane", Palermo, agosto 1994, 18, pp. 77-9; Una mujer canta en medio del caos: Rosina Valcarcel, in "Alba de America", Buenos Aires, julio 1994, 22-23, pp. 425-35; La letteratura delle donne nella Spagna degli anni '70: "El mismo mar de todos los veranos" di Esther Tusquets, in "Quaderno dell'Istituto di Lingue e Letterature straniere della Facolta' di Lettere", Universita' di Palermo, n. 6, 1994, pp. 9-22; Conversando con Julio Ramon Ribeyro, ganador del premio Juan Rulfo de Literatura latinoamericana 1994, in "Alba de America", Montevideo, julio 1995, 24-25, pp. 469-76 (riassunto in "Revista Universidad del Valle", Cali, noviembre 1995, 12, pp. 34-9); La escritura delirante de Julio Ramon Ribeyro, in P. Frohlicher - G. Guntert, Teoria e interpretacion del cuento, Peter Lang Ed., Bern 1995, pp. 475-87; Encuentro con ocho escritoras mexicanas, in "Hispamerica", Gaithersburg, agosto 1994, 68, pp. 61-71; Las coreutas. Antologia de narradoras mexicanas del siglo XX, Unmsm, Lima, 1995; L''America Latina vista dall'Europa, in "Latinoamerica", Roma, settembre-dicembre 1996, pp. 69-74; La letteratura delle donne in Colombia, in "Leggere Donna", Ferrara, nov.-dic. 1997, pp. 23-25; Josefina Pla'. Una voz a recuperar, in "Letras femeninas", University of Nebraska, I-II (primavera-autunno 1998), pp. 157-72; El imaginario femenino en la cuentistica de Ribeyro, in AA. VV., Primer Encuentro de Peruanistas (Lima, 4-6 de septiembre de 1996), Lima, Universidad de Lima, 1998, t. II, pp. 409-12; La donna nell'immaginario femminile di Julio Ramon Ribeyro. In "Quaderno dell'Istituto di Lingue e Letterature straniere della Facolta' di Lettere dell'Universita' di Palermo", 15 (1998), pp. 51-70 (La mujer en el imaginario femenino de Julio Ramon Ribeyro, in Actas XIII Congreso A. I. H., Castalia, Madrid 2000, tomo III, pp. 251-59); Bibliografia ragionata e commentata su Le letterature del Terzo Mondo, in AA. VV., Il mondo e' un'isola, Palermo, Ciss, 1998; Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998; Julio Ramon Ribeyro: El juego de la narracion, in P. Odber de Baubeta (a cura di), Actas del XII Congreso de la Asociacion Internacional de Hispanistas (agosto de 1995), Birmingham, University of Birmingham, 1998, t. II, pp. 110-18; La narrativa femenina del Peru' del siglo XX, in "La casa de carton", Lima, 17 (verano-otono de 1999), pp. 48-55; Duerme: La mascarada, perdida o conquista de una identidad?, in B. Droscher, C. Rincon, Acercamientos a Carmen Boullosa, Berlin, Ed. Tranvia, 1999, pp. 153-61; La critica letteraria in Peru' alle soglie del Duemila, in AA. VV., Fine secolo e scrittura: Dal medioevo ai giorni nostri, Bulzoni, Roma 1999, p. 499-508; La narrativa femminile nel Peru' del XX secolo. Intervista alla scrittrice peruviana Carmen Olle', in "Latinoamerica", Roma, 71, sett.-dic. '99, pp. 109-14 (Entrevista a Carmen Olle', in "Hispamerica", Gaithersburg, 83, agosto '99, pp. 55-9; Letteratura plurietnica e autobiografie di donne in America latina, in D. Corona (a cura di), Autobiografie e contesti culturali, Annali della Facolta' di Lettere, Universita' di Palermo, 1999, pp. 193-203; Cuentas. Narradoras peruanas del siglo XX, El Santo Oficio y Ed. Flora Tristan, Lima, 2000; Messico: il caso di tre pittrici scrittrici (Leonora Carrington, Remedios Varo, Frida Kahlo), in Atti XIX Convegno Aispi, Roma, settembre 1999. Partecipazione a convegni in qualita' di relatrice: comunicazione su L'influenza della cultura italiana nel Peru' d'inizio secolo, in Congresso Aispi, L'apporto italiano alla tradizione degli studi ispanici, Napoli 30 gennaio - I febbraio 1992; comunicazione su "De sobremesa" de Jose' Asuncion Silva: aproximacion a una lectura postmoderna, in Simposio internazionale di Letteratura Modernidad, modernismo y postmodernidad en la literatura latinoamericana, organizzato dall'Instituto Literario y cultural hispanico (California) a Montevideo nell'agosto 1993; comunicazione su Un rapido paseo a traves de la narrativa de mujeres en el Peru', in Incontro internazionale su Mujer y literatura latinoamericana organizzato da "Casa de las Americas" a L'Avana nel gennaio 1994; comunicazione su Julio Ramon Ribeyro o el juego de la narracion, in XII Congresso dell'A. I. H. organizzato dall'Universita' di Birmingham nell'agosto 1995; comunicazione su El imaginario femenino en la cuentistica de Julio Ramon Ribeyro, in I Encuentro de peruanistas organizzato dalla Universidad de Lima nel settembre 1996; comunicazione su Tina Modotti, in Taller internacional 60mo aniversario Guerra civil espanola organizzato dallo Instituto de Historia de Cuba di L'Avana nel novembre 1996; comunicazione su "Duerme" de Carmen Boullosa: la mascarada, o perdida o conquista de una identidad, in Simposio su Carmen Boullosa organizzato dalla Freie Universitat di Berlino nel novembre 1997; comunicazione su La critica letteraria nel Peru' alle soglie del Duemila, in Convegno dell'Aispi organizzato dall'Universita' di Siena nel marzo 1998; comunicazione su La mujer en el imaginario femenino de Julio Ramon Ribeyro, in XIII Congresso dell'A. I. H. organizzato dalla Uned di Madrid nel luglio 1998; comunicazione su La mujer en la cuentistica de Ribeyro, in Primer Encuentro de narradores organizzato dall'Universita' di Chiclayo (Peru') nell'ottobre 1998; comunicazione su Gli italiani nel Peru', in Giornate di incontri su "Memoria e diaspora", organizzate dall'Universita' di Lecce, 15-19 aprile 1999; comunicazione su Messico: Tre pittrici-scrittrici: L. Carrington, R. Varo, F. Khalo, in XIX Convegno dell'Aispi, Roma 16-18 settembre 1999; comunicazione su Literatura plurietnica y autobiografia de mujeres en America Latina, in Incontro internazionale su Europe-Amerique Latine a' l'aube du troisieme millenaire. Regards croises organizzato dall'Universita' di Pau, 2-6 novembre 1999; comunicazione su Il personaggio femminile nella narrativa di J. L. Borges, in Omaggio a Borges organizzato presso la Facolta' di Lettere, Palermo, dicembre 1999; quattro lezioni su Jorge Luis Borges presso la Facolta' di Lettere, Palermo, dicembre 1999 - gennaio 2000; comunicazione su Narrativa de mujeres en el Peru' del siglo XX, in XIX Simposio Internacional de Literatura de Ilch organizzato con "Universidad Mayor de San Marcos" 7-12 agosto 2000. Organizzazione di eventi culturali: Convegno Dal '98 a Garcia Lorca: lacerazioni e suture della cultura spagnola del Novecento, Palermo 11-12 maggio 1998, Universita' di Palermo - Facolta' di Lettere - Facolta' di Scienze della Formazione; Corso di aggiornamento Analisi dei linguaggi settoriali in spagnolo, 28 novembre 1997 - 5 febbraio 1998, Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, Facolta' di Scienze della Formazione; Corso di aggiornamento La didattica della lingua spagnola, 15 aprile 1996 - 27 maggio 1996, Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, Facolta' di Lettere; Convegno La cultura spagnola degli anni Ottanta, 4-6 maggio 1995, Cattedra di Spagnolo - Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, Facolta' di Lettere; Rassegna cinematografica Il cinema spagnolo di genere nel dopoguerra, 29 novembre - 4 dicembre 1993, Universita' di Palermo - Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, "Ars Nova"; Rassegna cinematografica Lo sguardo dell'altro, 10 dicembre 1996, Citta' di Palermo - Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, Cinema Marconi di Palermo; Convegno Il Culto di San Benedetto il Moro in America Latina, 15 settembre 1999, Citta' di Palermo - Associazione Siciliana Studio Culture iberiche, Convento S. Maria del Gesu' di Palermo"]

 

Ines Amelia Camelo, nota con lo pseudonimo di Ines Arredondo, e' nata a Culiacan nel 1928 e morta a Citta' del Messico nel 1989.

Ha studiato Lettere, biblioteconomia, filosofia e arte drammatica alla Unam. Ha collaborato con varie riviste culturali del paese e nel 1965, con l'apparizione del libro La senal, fece il suo ingresso nel mondo delle lettere messicane, dove nell'attualita' occupa un posto di rilievo, distinguendosi soprattutto nel campo della narrativa breve.

Opere: La senal (1965); Rio subterraneo (1979); Los espejos (1988). Nel 1988 la casa editrice "Siglo XXI" ha raccolto tutte le sue opere nel volume Obras completas.

Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.

 

9. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: JULIETA CAMPOS

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Julieta Campos, nata a L'Avana, dove si e' laureata in Lettere e Filosofia, dopo aver fatto il dottorato in Letteratura francese contemporanea alla Sorbonne di Parigi, si trasferi' in Messico, ove attualmente vive dedicandosi a varie attivita'. Ha lavorato come traduttrice per le case editrici "Fce" e "Siglo XXI" e ha collaborato con prestigiose riviste letterarie. Si e' occupata anche di teatro e, dal 1982 al 1990, ha diretto, nello stato di Tabasco, un interessante lavoro teatrale, Bodas de sangre, messo in scena dalla comunita' indigena del luogo.

Opere: a) prosa: Muerte por agua (1965); Celina o los gatos (1968); Tiene los cabellos rojizos y se llama Sabina (1974); El miedo de perder a Euridice (1979); b) teatro: Jardin de invierno (1988); c) saggi: Oficio de leer (1971); Funcion de la novela (1973); Un heroismo secreto (1988); Que' hacemos con los pobres? La reiterada querella por la nacion (1995); Tabasco: un jaguar despertado. Alternativas para la pobreza (1996).

Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.

 

10. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: ROSARIO CASTELLANOS

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Rosario Castellanos, nata a Citta' del Messico, nel 1925, e' forse la scrittrice messicana piu' amata e studiata nel suo paese e piu' conosciuta all'estero. Le femministe e le donne messicane in genere riconoscono in lei la pioniera del femminismo nazionale per il suo saggio Mujer que sabe latin, inoltre e' considerata una delle migliori rappresentanti della letteratura indigenista messicana e latinoamericana per la trilogia: Balun Canan, Ciudad Real, Oficio de tinieblas.

Passo' la sua infanzia a Comitan, nello stato del Chiapas, a contatto diretto con i problemi della realta' indigena. Si laureo' in Filosofia alla Unam e studio' estetica e stilistica e Madrid. Insegno' Lettere in varie Universita' messicane e americane. Fu promotrice culturale dell'Istituto Chiapaneco, collaboro' con l'Istituto Nazionale Indigenista, fu direttrice della sezione stampa della Unam ed ambasciatrice in Israele, dove perse la vita, nel 1974, a Tel Aviv, in un misterioso incidente.

Opere: a) prosa: Balun-Canan (1957); Ciudad real (1960); Oficio de tinieblas (1962); Album de familia (1971); Los convidados de agosto (1974); b) poesia: Apuntes para una declaracion de fe (1948); Trayectoria del polvo (1948); Dos poemas (1950); De la vigilia esteril (1950); Presentacion al templo (1951); El rescate del mundo (1952); Poemas 1953-1957 (1959); Salome' y Judith (1958); Livida luz (1960); Materia memorable (1969); La tierra de en medio (1969); Poesia no eres tu. Obra poetica 1948-1971 (1972) (tutti i suoi testi poetici, raccolti dal Fondo di Cultura Economica (Fce) in cinque volumi); c) teatro: Tablero de damas (1952); El eterno femenino (1975); d) saggi: Sobre cultura femenina (1950); La novela mexicana contemporanea y su valor testimonial (1966); Mujer que sabe latin (1974); El uso de la palabra (1974); El mar y sus pescaditos (1975); f) Obras (opere complete), Fondo di Cultura Economica (Fce), 1989. In Italia e' stato tradotto Balun Canan (Giunti, Firenze, 1993).

Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.

 

11. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: MARTHA CERDA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Martha Cerda, e' stata fondatrice e direttrice della Scuola per scrittori "Sogem" di Guadalajara e presidente del Pen Club nella sua citta'. Ha coltivato soprattutto il genere racconto, nel quale si distingue per la sua ironia, la sua picardia e la sua energia espressiva.

Opere: Juegos de damas (1988); La senora Rodriguez y otros mundos (1990); Y apenas era miercoles (1993); Cohabitantes/Cohabitants (poesia) (New York, 1994).

Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del sec. XX, Palermo, Anteprima, 1998.

 

12. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: ANA CLAVEL

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Ana Clavel, tra le voci piu' giovani dell'attuale letteratura messicana, ha studiato Lettere alla Unam e ha collaborato con giornali e riviste letterarie.

Opere: En un rincon del infierno y Casi ambar (1983); Tu bella boca rojo carmesi' (1983); Fuera de escena (1984); Amorosos de atar (1992).

Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 344 del 13 maggio 2011

 

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