Telegrammi. 503



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 503 del 23 marzo 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Due ragionamenti e due proposte (al secondo giorno di digiuno)

2. Maria G. Di Rienzo: Come lucciole sotto la luna

3. Maria G. Di Rienzo ricorda Satomi Oba

4. Il 26 marzo a Roma

5. A volte ritornano

6. Agnes Heller: La rivoluzione del Rinascimento

7. Martha C. Nussbaum: Se l'autentico scontro

8. Lauren Raine: La maledizione della Morrigan

9. Un quarto estratto da "Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009" a cura di Clara Jourdan

10. Per sostenere il Movimento Nonviolento

11. "Azione nonviolenta"

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE RAGIONAMENTI E DUE PROPOSTE (AL SECONDO GIORNO DI DIGIUNO)

 

Proprio mentre la catastrofe giapponese richiama l'umanita' intera alla solidarieta' e ad una responsabilita' condivisa nel fare scelte giuste ed impegnative affinche' le presenti e le future generazioni possano vivere una vita degna in un pianeta non devastato, senza l'incubo dell'apocalisse atomica, ovvero affinche' la civilta' umana non sia travolta, alcuni governanti irresponsabili scatenano una nuova guerra dagli esiti imprevedibili ma che certamente, come tutte le guerre, consiste di stragi nell'immediato e di una ennesima folle semina di odio e violenza per l'avvenire.

Come ogni persona ragionevole so quanto siano discutibili, e quindi non dirimenti, molti degli argomenti che pure tengono banco nella discussione pubblica in corso in questi giorni. Ma credo che almeno su questa premessa vi possa essere un consenso comune: che dobbiamo avere a cuore la vita degli altri esseri umani, se vogliamo sperare che anche gli altri esseri umani abbiano a cuore la nostra; e che quindi sia logicamente corretto e moralmente adeguato compiere solo quelle azioni che la nostra coscienza approverebbe anche se fossero compiute da altri nei nostri confronti.

*

Due ragionamenti

Vorrei quindi proporre i seguenti due semplici ragionamenti.

Il primo ragionamento: prendere atto che vi e' una sola umanita', che consiste di una irriducibile pluralita' di persone, esistente su un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, e pertanto vi e' un comune interesse sia alla difesa della biosfera, sia alla difesa della civilta', sia alla difesa della vita del genere umano e quindi di tutte le persone in cui esso si incarna.

Secondo ragionamento: che e' interesse comune dell'umanita' intera il ripudio della guerra, massime nell'epoca presente in cui essa puo' provocare l'inabissamento della civilta' umana ed una tremenda devastazione della biosfera. Il ripudio della guerra deve essere il primo punto del programma politico fondamentale dell'umanita' del nostro tempo. Tutti gli esseri umani devono farsi carico solidalmente del diritto alla vita di tutti gli esseri umani, e quindi dell'umanita' nel suo insieme.

Lo hanno dimostrato definitivamente in tanti loro scritti e discorsi le persone che con piu' rigore nell'ultimo tragico secolo hanno analizzato la presente distretta: tra tante altre Simone Weil e Hannah Arendt, Albert Camus e Bertrand Russell, Rosa Luxemburg e Virginia Woolf, Primo Levi ed Emmanuel Levinas, Ernesto Balducci ed Hans Jonas, ed oggi ad esempio Martha C. Nussbaum e Vandana Shiva.

Difendere il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, opporsi quindi ad ogni guerra ed uccisione, implica anche opporsi alle armi ed agli eserciti, strumenti e strutture alla guerra ordinati. Implica quindi l'impegno a disarmare e smilitarizzare i conflitti. Implica infine la scelta dalla nonviolenza come unica forma realmente adeguata di opposizione alla violenza.

*

Due proposte

Sulla base di questi ragionamenti, cosa puo' fare qui ed ora ogni persona ragionevole e di volonta' buona?

Occorre assumere in prima persona la responsabilita' di contrastare la guerra e le stragi di cui essa consiste.

Occorre assumere in prima persona la responsabilita' di difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Formulo due proposte.

La prima proposta: che le persone di volonta' buona agiscano qui e ora innanzitutto per rendere visibile l'opposizione alla guerra, opposizione che ritengo essere nel nostro paese molto piu' ampia e profondamente sentita di quanto appaia dalle rappresentazioni dei mass-media e dalle dichiarazioni formali e ufficiali di chi ha voce e funzioni pubbliche.

Occorre cioe' trovare le forme piu' adeguate per consentire alle persone di esprimere la propria opposizione alla guerra e alle stragi. Mi sembra che il modo piu' efficace per ottenere questo primo risultato possa essere in una pluralita' di forme tra loro collegate, ne indico alcune:

- i pubblici digiuni, per chi crede - come Mohandas Gandhi, come Danilo Dolci - che siano una straordinaria forma di azione nonviolenta;

- l'esposizione delle bandiere arcobaleno della pace e della nonviolenza ai balconi delle case;

- le lettere aperte alle autorita' (e per chi siede in pubblici consessi gli interventi in quella sede) affinche' le istituzioni si attengano al dettato costituzionale del ripudio della guerra;

- le "lettere al direttore" dei media affinche' trovi udienza e venga diffusa anche l'opinione delle persone che operano per la pace;

- le manifestazioni pubbliche (adeguate alla gravita' dell'ora, quindi rigorosamente nonviolente tanto nei contenuti quanto nei modi di espressione).

Non credo vi siano gerarchie tra l'una e l'altra di queste forme di iniziativa: ciascuna persona e ciascun gruppo di persone puo' assumere quella o quelle che ritiene piu' consone al suo sentire.

Ma non basta rendere visibile l'opposizione alla guerra, bisogna anche metterla in atto.

Di qui la seconda proposta: contrastare concretamente la macchina bellica.

Ad oggi, nella concreta situazione presente, non sono riuscito a trovare iniziative migliori dell'azione diretta nonviolenta che sperimentammo nel 1999: l'esperienza delle mongolfiere della pace con cui impedire i decolli dei bombardieri senza mettere in pericolo la vita di nessuno (quindi, ovviamente, neppure dell'equipaggio degli aerei).

Ho descritto altre volte in dettaglio (e conto di pubblicare di nuovo nei prossimi giorni sul nostro notiziario "La nonviolenza e' in cammino") le caratteristiche di quell'azione diretta nonviolenta, le sue implicazioni e come essa possa essere realizzata solo da persone assolutamente ferme nella scelta consapevole e rigorosa della nonviolenza.

Ma naturalmente se vi sono altre iniziative nonviolente efficaci, ben venga ogni proposta, ogni proposta rigorosamente nonviolenta.

*

Infine

Ovviamente in quanto persone amiche della nonviolenza che si oppongono alla guerra abbiamo delle proposte alternative di intervento nelle situazioni di crisi e di conflitto. Ma anche se non avessimo interventi alternativi da proporre, gia' il contrasto alla guerra e' cosa buona in se', gia' esso e' inteso ed efficiente a salvare delle vite umane.

Ma noi delle proposte alternative adeguate le abbiamo, e ad esempio:

- smilitarizzazione e disarmo dei conflitti per consentirne una gestione politica, cioe' civile, che salva le vite;

- forze di interposizione rigorosamente nonviolenta e di riconciliazione popolare dal basso nelle aree di conflitto (corpi civili di pace);

- aiuti umanitari recati da strutture civili e non militari, e gestiti democraticamente dalle popolazioni in loco;

- ed insieme accoglienza ed assistenza qui a profughi e migranti (non dimentichiamo che il regime libico tra l'altro perseguita ferocemente i migranti su istigazione e con il finanziamento del governo italiano: se invece di finanziare i lager l'Italia si fosse impegnata a un diverso rapporto fondato sulla promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani...; se invece di praticare una politica di persecuzione razzista l'Italia si fosse impegnata a rispettare ed inverare quanto scritto nella nostra Costituzione...);

- sostegno ai movimenti nonviolenti impegnati per la democrazia e i diritti umani, ed in particolare sostegno ai movimenti di liberazione e di solidarieta' delle donne.

Adoperiamoci per far cessare la guerra in Afghanistan.

Adoperiamoci per far cessare la guerra in Libia.

Adoperiamoci per far cessare la guerra.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: COME LUCCIOLE SOTTO LA LUNA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione questo intervento apparso sul suo blog lunanuvola.wordpress.com

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

E' un fatto non molto noto che i nazisti sponsorizzarono la distribuzione delle fiabe dei fratelli Grimm agli allievi delle scuole elementari. I nazisti consideravano i testi dei Grimm "tedeschi in quintessenza" e "alfieri valorosi della Germania in guerra" (vedasi Ruth B. Bottigheimer, saggio contenuto in "The Reception of Grimms' Fairy Tales", 1993). Ancor meno noto e' che le forze di occupazione inglesi e statunitensi requisirono tutti i libri dei Grimm dalle scuole tedesche e li ricollocarono in svariate biblioteche. Gli uni e gli altri, sembra, erano perfettamente a conoscenza dell'effetto di desensibilizzazione che le narrazioni violente, ripetute ad oltranza, generano in chi le riceve - e parecchie fiabe dei Grimm sono la versione efferata di storie preesistenti.

Gli anni dell'infanzia sono vulnerabili in modo particolare all'effetto della desensibilizzazione, ma non e' che la psiche adulta sia corazzata contro di esso: semplicemente, bisogna ripetere il messaggio di piu', e condirlo con qualche giustificazione pseudo-ideologica di cui i bambini non hanno bisogno. Alla fine, di fronte alla violenza, all'ingiustizia, alla sopraffazione, alla guerra, alla degradazione, noi potremo dire le parole di comodo che socialmente e' sensato dire, esprimere argomentati ragionamenti che razionalizzano gli abusi, e dormirci sopra: il nostro cuore non avra' avuto il minimo sussulto, i nostri occhi saranno rimasti asciutti ed i nostri affari - che, ci assicura la propaganda, resteranno intoccati da tutto cio' - andranno avanti come di consueto. Commettere abusi a danno di un altro essere vivente ci sembrera' sempre meno disdicevole, ed il nostro esempio di adulti rafforzera' l'effetto di desensibilizzazione prodotto nei piccoli dalle narrazioni e dalle immagini che glorificano la violenza, propinate loro da tutti i media con cui vengono a contatto.

La recita e' ossessivamente replicata, cosi' pervasiva che e' capace di cancellare persino la memoria recente. Fra persone che conosco stanno girando angosciosi quesiti del genere: se parliamo del disastro nucleare in Giappone ci dicono che ne stiamo approfittando, non e' meglio star zitti? Se ci opponiamo ai bombardamenti in Libia diranno che siamo complici delle crudelta' di Gheddafi, non e' meglio lasciar perdere? Se difendiamo ancora la scuola pubblica poi ci accuseranno di volere il 6 politico e le lauree collettive, non e' meglio parlare d'altro? A costoro, di fronte al massiccio spiegamento mediatico di menzogne, e grazie all'erosione desensibilizzante, le proprie cause appaiono deboli. Basta un insulto ipocrita e gratuito a farle vacillare.

Ma chi e' un avvoltoio o uno sciacallo: chi cerca di salvare esseri umani e l'intero pianeta con essi, o chi distrugge entrambi per avidita' di profitto? Solo per fare un esempio, nell'ex Unione Sovietica non c'e' stato solo Chernobyl tanti anni fa, sapete. Nel Kazakistan dell'est, dove si sono fatti "test atomici" a ripetizione, un milione e mezzo di persone sono state esposte all'avvelenamento nucleare ed il loro intero sistema di produzione e consumo di cibo e' tuttora contaminato: il tasso di cancri e' solo cinque volte piu' alto di quello nazionale, una bazzecola, che siano talleri, rupie, certificati di credito o contratti transnazionali, il vecchio buon soldo e' sempre qualcosa per cui vale la pena uccidere.

Chi sono i signori che oggi piangono le vittime di Gheddafi, non sono proprio quelli che gli hanno stretto la mano, o l'hanno persino baciata in perfetto stile mafioso, l'altro ieri? Credetemi, ad un morto ammazzato non fa differenza se la bomba - prodotta di solito negli stessi stabilimenti - gliela fa cadere addosso un dittatore o un presidente democraticamente eletto: avrebbe comunque preferito continuare a vivere. E chi e' che vi dice panzane sulla scuola pubblica, forse la Ministra che l'ha distrutta?

Chi vi propina le manovre economiche sacrificali, continuando ad infilare l'invisibile mano del mercato nelle tasche dei salariati, vi dice anche che se tutti i governi mondiali sottraessero un solo quarto alla cifra che spendono annualmente in armamenti (un trilione e mezzo di dollari) potrebbero dare cibo, istruzione e servizi sanitari a tutta la popolazione della Terra? Vi dicono che l'intero budget delle Nazioni Unite corrisponde all'1,8% delle spese militari mondiali?

Spesso mi domando, con un certo grado di sconforto, cosa gli italiani sono diventati. Sono sicura, tra l'altro, che lo sconforto ha una dimensione collettiva e che chi si arrovella su "cosa diranno di noi" (siamo pochi e soli eccetera) lo prova in modo considerevole. Ma e' tempo di uscire da questa sindrome, di creare passione e potere condiviso, di aver lingue veritiere e menti magiche, di essere profeti manovali, poeti guaritori, giullari della metamorfosi. E' tempo di guardare tutto con gli occhi resi splendenti dalle idee che ci frullano in testa come lucciole sotto la luna. E' tempo di tessere tanti fili provenienti da luoghi diversi nel piu' fantastico e desiderabile degli arazzi, un pianeta su cui si possa vivere, creare, condividere: in pace.

Post scriptum. Proverbio cinese: "Fa' felici coloro che ti sono vicini, e quelli che sono lontani verranno".

 

3. MEMORIA. MARIA G. DI RIENZO RICORDA SATOMI OBA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione questo intervento apparso sul suo blog lunanuvola.wordpress.com]

 

L'abbiamo persa il 24 febbraio del 2005, a 54 anni, per un'emorragia cerebrale. Il suo nome era Satomi Oba: viveva ad Hiroshima, era un'attivista antinucleare ed antimilitarista, un'attivista per i diritti umani, un'insegnante d'inglese, madre di quattro figli. Il Giappone ha l'usanza di onorare i propri cittadini di spicco quali "tesori nazionali"; chi l'ha conosciuta, e chi ancora oggi gode dei lasciti del suo instancabile impegno, sa che Satomi Oba era (ed e') un "tesoro internazionale". Oltre a dirigere "Plutonium Action Hiroshima" in Giappone, ha fatto parte di "Women and Life on Earth", "Abolition 2000", "Wise - World Information Service on Energy", "Nuclear Information and Resource Service"; "Global Network Against Weapons and Nuclear Power in Space".

"Il sistema nucleare, sia il suo uso militare o civile, e' uno dei piu' violenti che la societa' patriarcale ha inventato e sviluppato. Il potere dell'energia nucleare cresce particolarmente bene in atmosfere non democratiche" (Satomi Oba, 1999).

*

Quella che segue e' la traduzione di parte di un'intervista che Anna Gyorgy, di "Green Korea", le fece nell'autunno del 1996.

"Sono venuta a stare ad Hiroshima quando ero una studentessa universitaria nel 1969, e qui appresi per la prima volta i pericoli dell'energia atomica. Ho visto una quantita' enorme di immagini del dopo-bomba ed ho ascoltato di persona molte storie di sopravvissuti. Sentivo che quel che era accaduto era orribile, e che dovevamo fare tutto quanto in nostro potere per fermare la proliferazione di armi nucleari. Ma fu sempre allora che cominciai a chiedermi perche' la gente di Hiroshima fosse cosi' attiva contro le armi nucleari e non altrettanto contro gli impianti nucleari. Ho dato inizio a "Plutonium Action Hiroshima" nel 1991, quando lo stoccaggio di plutonio (proveniente dagli impianti di trattamento francesi) era appena cominciato. Ma prima di cio' avevamo gia' organizzato azioni dopo l'incidente di Chernobyl nel 1986. Da molti anni mi occupo della questione e ormai so, ho visto, che gli impianti nucleari e le armi nucleari sono in origine la stessa cosa...

"L'incidente di Monju (dicembre 1995, ndt) e' stato a suo modo epocale. Ha mostrato alla gente cos'e' davvero un reattore "fast-breeder", cos'e' il sodio liquido (tonnellate di sodio liquido colarono dal sistema di raffreddamento del reattore, ndt), quanti pericoli l'energia nucleare comporta. In Giappone ci sono oggi numerosi lavoratori che sono stati esposti alle radiazioni e stanno soffrendo. E il reattore di Monju, che e' costato 6 miliardi di dollari, e' oggi un pasticcio al di la' di ogni possibile utilizzo...

"Giappone e Francia vengono spesso citati come esempi di paesi che hanno avuto "successo" con l'energia nucleare, ma io ho visto gli impianti in entrambi i paesi, ne conosco gli effetti e i ritorni, e so che sono due fallimenti. In gennaio (1996, ndt) siamo andati in Francia: sopravvissuti, attivisti di base, residenti di seconda generazione, a tenere un'esposizione sul bombardamento atomico di Hiroshima, per opporci al test nucleare francese nel Pacifico del sud. Mentre a Parigi i sopravvissuti mostravano le immagini di Hiroshima e raccontavano le loro storie, io sono andata al Centro di La Hague, il porto vicino a Cherbourg da dove le scorie radioattive vengono mandate per mare, e al reattore Super-Phoenix... La questione delle scorie non ha una vera soluzione. L'unica soluzione e' smettere di produrne. A La Hague lo stoccaggio di scorie ha contaminato il territorio in maniera seria. Il governo non ha effettuato alcuna ricerca, e non possiede alcuna documentazione al proposito: sono i gruppi di cittadini che hanno sollevato la questione, osservato, fatto ricerche, prodotto la documentazione ed infine rivelato il ivello di contaminazione a La Hague. Di scorie radioattive ce ne sono gia' troppe, avrebbero dovuto pensarci prima, trent'anni fa, e quelle che ci sono vanno tenute d'occhio e al sicuro dove sono state prodotte, e non portate in giro per il mondo. Ma la cosa principale sarebbe almeno riconoscere onestamente che una soluzione per le scorie non c'e'...

"Dopo Chernobyl tantissime persone in Giappone, in maggioranza donne, hanno cominciato ad essere attive contro gli impianti nucleari, cosi' il governo e le industrie ci hanno pensato su un bel po' e se ne sono usciti dicendo che il nucleare e' "energia pulita", e ci hanno inondate di depliant e propaganda sulla "protezione dell'ambiente"; danno persino soldi ai gruppi ambientalisti, ma certo non a noi, che lottiamo contro le centrali. Le donne in Giappone sono le leader dei movimenti di questo tipo, che nascono dal basso. Non seguono nessuno, guidano e ispirano, e lo trovo meraviglioso. L'idea della mostra in Francia e' venuta dalle donne. E quando sono andata a Panama, per fermare l'imbarco di scorie altamente radioattive, gli altri tre membri del gruppo d'azione diretta erano donne. Dei 150 membri attivi di "Plutonium Action Hiroshima", la maggioranza sono donne".

 

4. INIZIATIVE. IL 26 MARZO A ROMA

[Dal sito www.acquabenecomune.org riprendiamo il seguente appello che ha come primo firmatario padre Alex Zanotelli]

 

Vogliamo l'acqua e il sole, mica la luna

Roma - Manifestazione nazionale 26 marzo

Vota si' ai referendum per l'acqua bene comune, si' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia

Sabato 26 marzo il popolo dell'acqua ha indetto a Roma una grande manifestazione nazionale per 2 si' ai referendum per l'acqua bene comune, per il si' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia.

Una piazza per l'acqua, una piazza per la vita.

Questi referendum sono fondamentali per tutte le donne e uomini che guardano ad un altro modello di societa', di sviluppo e al futuro del pianeta.

E' da anni che i movimenti in difesa dell'acqua bene comune si battono per il suo riconoscimento quale diritto umano universale, diritto calpestato da diverse norme che vogliamo abrogare con i referendum.

A questa battaglia contro la mercificazione dell'acqua si unisce la battaglia contro il ritorno al nucleare in Italia.

Il tremendo terremoto che ha colpito recentemente il Giappone e la drammatica situazione venutasi a creare nella centrale nucleare di Fukushima, con il disastro nucleare tuttora in corso e con conseguenze ancora imprevedibili ma in ogni caso tragiche per la popolazione coinvolta e per l'ambiente dell'intero pianeta, rendono l'appuntamento del 26 ancora piu' importante e urgente.

Per questo chiediamo a tutte le donne e gli uomini di questo Paese, che in queste ore guardano a quegli avvenimenti con crescente angoscia e con altrettanta indignazione, di dimostrare il proprio rifiuto a scelte dettate da interessi economici e di potere che disprezzano e distruggono il diritto alla vita, all'acqua, alla salute e ai beni comuni delle popolazioni e del pianeta.

Anche i comitati antinucleari, impegnati per fermare il ritorno del nucleare in Italia, hanno fatto appello a mobilitarsi e partecipare alla manifestazione di sabato prossimo.

Mobilitiamoci tutte e tutti da ogni parte d'Italia, riempiamo le strade e le piazze di Roma con i colori della vita contro le scelte di morte.

Perche' solo la partecipazione e' liberta', solo la condivisione e' speranza di futuro.

Vi aspettiamo.

 

5. RIFLESSIONE. A VOLTE RITORNANO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Come nella peggior tradizione della letteratura d'evasione e dell'orrore, il Comune di Viterbo annuncia per l'ennesima volta l'intenzione di devastare un bene dell'umanita' come l'area del Bulicame che ispiro' Dante Alighieri.

Devastarla oscenamente ed irreversibilmente per realizzarvi un'opera speculativa e nociva, inquinatrice e devastatrice, illegale ed insensata come un mega-aeroporto.

Per nostra fortuna la giusta lotta dei viterbesi onesti e ragionevoli (sostenuti da alcune delle figure piu' belle e prestigiose delle istituzioni e della vita civile, della cultura e della scienza, a livello nazionale ed internazionale) e' riuscita fin qui a impedire questo crimine e questa follia, e confidiamo di riuscire ad impedirlo anche per il futuro.

Ma e' a dir poco stupefacente come i mantengoli della lobby speculativa di estrema destra del mega-aeroporto perseverino nella volonta' di distruggere, con piu' atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, uno straordinario bene naturalistico, archeologico e termale come l'area del Bulicame.

*

E allora ripetiamo una volta di piu' quali sono i termini della questione.

La realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area archeologica, naturalistica e termale del Bullicame a Viterbo avrebbe come immediate e disastrose conseguenze:

a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;

b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;

c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;

d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');

e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';

f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;

g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

Quell'area va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.

*

Difendiamo il diritto alla salute.

Difendiamo i beni culturali e ambientali.

Difendiamo la storia e il territorio.

Difendiamo la dignita' e i diritti della popolazione di Viterbo.

Difendiamo le risorse di tutti, il bene comune.

Difendiamo la legalita'.

Difendiamo la democrazia.

No al mega-aeroporto.

*

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 22 marzo 2011

 

6. MAESTRE. AGNES HELLER: LA RIVOLUZIONE DEL RINASCIMENTO

[Da Agnes Heller, L'uomo del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1977, p. 668.

Agnes Heller, illustre filosofa ungherese, nata a Budapest nel 1929, sopravvissuta alla Shoah, allieva e collaboratrice di Lukacs, allontanata dall'Ungheria, ha poi insegnato in Australia e in America. In Italia e' particolarmente nota per la "teoria dei bisogni" su cui si ebbe nel nostro paese un notevole dibattito anche con riferimento ai movimenti degli anni '70. Su posizioni democratiche radicali, e' una interlocutrice preziosa anche laddove non se ne condividessero alcuni impianti ed esiti teorici. Dal sito della New school for social research di New York (www.newschool.edu) presso cui attualmente insegna traduciamo questa breve notizia biografica essenziale aggiornata al 2000: "Nata nel 1929 a Budapest. Sopravvissuta alla Shoah, in cui ha perso la maggior parte dei suoi familiari morti in diversi campi di concentramento. Allieva di Gyorgy Lukacs dal 1947 e successivamente professoressa associata nel suo dipartimento. Prima curatrice della 'Rivista ungherese di filosofia' nel dopoguerra (1955-'56). Destituita dai suoi incarichi accademici insieme con Lukacs per motivi politici dopo la rivoluzione ungherese. Trascorse molti anni ad insegnare in scuole secondarie e le fu proibita ogni pubblicazione. Nel 1968 protesto' contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, e subi' una nuova persecuzione politica e poliziesca. Nel 1973, sulla base di un provvedimento ad personam delle autorita' del partito, perse di nuovo tutti gli incarichi accademici. 'Disoccupata per motivi politici', tra il 1973 e il 1977 lavoro' come traduttrice. Nel 1977 emigro' in Australia. A partire dall'enorme cambiamento del 1989, attualmente trascorre parte dell'anno nella nativa Ungheria dove e' stata designata membro dell'Accademia ungherese delle scienze. Nel 1995 le sono stati conferiti il 'Szechenyi National Prize' in Ungheria e l''Hannah Arendt Prize' a Brema; ha ricevuto la laurea ad honorem dalla 'La Trobe University' di Melbourne nel 1996 e dall'Universita di Buenos Aires nel 1997". Da una scheda apparsa sul quotidiano "Il manifesto" nel 2008 riportiamo i seguenti dati: "Nata a Budapest nel 1929, espulsa una prima volta dal Partito comunista ungherese nel 1949, allieva e poi collaboratrice di Lukacs, dopo il '56 Agnes Heller venne destituita dai suoi incarichi accademici. Tra i principali animatori del gruppo che si raccolse attorno al filosofo ungherese negli ultimi anni della sua vita, dal 1963 al 1973 ha lavorato come ricercatrice presso l'Istituto di Sociologia della capitale ungherese. Nel 1973, colpevole di 'negare la qualita' rivoluzionaria vera e propria delle rivoluzioni socialiste', Agnes Heller perse di nuovo il lavoro e quattro anni dopo decise di trasferirsi in Australia, insegnando sociologia a Melbourne. Nel 1986 arrivo' a New York e oggi ricopre la cattedra intitolata a Hannah Arendt alla New School for Social Research. Dal 1989 insegna sia a New York che a Budapest. Tra i suoi numerosi libri, tradotti in molte lingue: Per una teoria marxista del valore (Editori Riuniti 1974), La Teoria dei bisogni in Marx (Feltrinelli 1974), Sociologia della vita quotidiana (Editori Riuniti 1975), L'uomo del Rinascimento (La Nuova Italia 1977), La filosofia radicale (Il saggiatore 1979). Le sue ultime opere sono dedicate all'estetica: The Concept of the Beautiful (1999); The Time is Out of Joint: Shakespeare as Philosopher of History (2000); Immortal Comedy: The Comic Phenomenon in Art, Literature, and Life (2005)". Dalla Wikipedia riportiamo la seguente bibliografia minima: "L'uomo del rinascimento (1963); Sociologia della vita quotidiana (1970); La teoria marxista della rivoluzione e la rivoluzione della vita quotidiana (1972); La teoria dei bisogni in Marx (1973); Struttura familiare e comunismo (1973); Per una teoria marxista del valore (1974); Il futuro dei rapporti tra i sessi (1974); Movimento radicale e utopia radicale (1974); L'irriducibile antagonismo dei bisogni (1977); Istinto e aggressivita'. Introduzione a un'antropologia sociale marxista (1978); Teoria dei sentimenti (1978); Le forme dell'uguaglianza (1978); L'ideale del lavoro dal punto di vista della vita quotidiana (1978); Morale e rivoluzione (1979); La filosofia radicale (1979); Il simposio di San Silvestro. Il principio d'amore (1981); Teoria della storia (1982); Il potere della vergogna (1983); Le condizioni della morale. La questione fondamentale della filosofia morale (1985); La condizione politica postmoderna (1988); Etica generale (1994); Filosofia morale (1997); Una teoria della modernita' (1999); La bellezza della persona buona (2009)". Piu in dettaglio tra le opere di Agnes Heller, nella sua vastissima ed articolata produzione, segnaliamo almeno: Per una teoria marxista del valore, Editori Riuniti, Roma 1974; La teoria dei bisogni in Marx, Feltrinelli, Milano 1974, 1978; Sociologia della vita quotidiana, Editori Riuniti, Roma 1975; L'uomo del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1977; La teoria, la prassi e i bisogni, Savelli, Roma 1978; Istinto e aggressivita'. Introduzione a un'antropologia sociale marxista, Feltrinelli, Milano 1978; (con Ferenc Feher), Le forme dell'uguaglianza, Edizioni aut aut, Milano 1978; Morale e rivoluzione, Savelli, Roma 1979; La filosofia radicale, il Saggiatore, Milano 1979; Per cambiare la vita, Editori Riuniti, Roma 1980; Teoria dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980, 1981; Teoria della storia, Editori Riuniti, Roma 1982; (con F. Feher, G. Markus), La dittatura sui bisogni. Analisi socio-politica della realta' est-europea, SugarCo, Milano 1982; (con Ferenc Feher), Ungheria 1956, Sugarco, Milano 1983; Il potere della vergogna. Saggi sulla razionalita', Editori Riuniti, Roma 1985; Le condizioni della morale, Editori Riuniti, Roma, 1985; (con Ferenc Feher), Apocalisse atomica. Il movimento antinucleare e il destino dell'Occidente, Milano 1985; Oltre la giustizia, Il Mulino, Bologna, 1990; (con Ferenc Feher), La condizione politica postmoderna, Marietti, Genova 1992; Etica generale, Il Mulino, Bologna 1994; Filosofia morale, Il Mulino, Bologna, 1997; Dove siamo a casa. Pisan Lectures 1993-1998, Angeli, Milano 1999. Tra le opere su Agnes Heller: Nino Molinu, Heller e Lukacs. Amicus Plato sed magis amica veritas: topica della moderna utopia, Montagnoli, Roma 1984; Giampiero Stabile, Soggetti e bisogni. Saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni, La Nuova Italia, Firenze 1979; la rivista filosofica italiana "aut aut" ha spesso ospitato e discusso la riflessione della Heller; cfr. in particolare gli studi di Laura Boella. Un'ampia bibliografia essenziale sulla riflessione politica di Agnes Heller, curata da Brenda Biagiotti, e' in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 58]

 

La rivoluzione del Rinascimento risulto' la rivoluzione della concezione dell'uomo. Liberta', fraternita' e uguaglianza diventarono insieme categorie antropologiche, e per la prima volta l'umanita' acquisto' coscienza di se' in quanto umanita'.

 

7. MAESTRE. MARTHA C. NUSSBAUM: SE L'AUTENTICO SCONTRO

[Da Martha C. NUssbaum, Non per profitto. Perche' el democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, Il Mulino, Bologna 2011, p. 154.

Martha C. Nussbaum e' una delle piu' influenti pensatrici contemporanee, insegna diritto ed etica all'Universita' di Chicago. Fra le opere di Martha Nussbaum: (con Gian Enrico Rusconi, Maurizio Viroli), Piccole patrie grande mondo, Donzelli, Roma 1995; La fragilita' del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca, Il Mulino, Bologna 1996, 2011; Il giudizio del poeta. Immaginazione letteraria e civile, Feltrinelli, Milano 1996; Terapia del desiderio. Teoria e pratica nell'etica ellenistica, Vita e Pensiero, Milano 1998; Coltivare l'umanita'. I classici, il multiculturalismo, l'educazione contemporanea, Carocci, Roma 1999; Diventare persone. Donne e universalita' dei diritti, Il Mulino, Bologna 2001; Giustizia sociale e dignita' umana. Da individui a persone, Il Mulino, Bologna 2002; Capacita' personale e democrazia sociale, Diabasis, 2003; L'intelligenza delle emozioni, Il Mulino, Bologna 2004; Nascondere l'umanita'. Il disgusto, la vergogna, la legge, Carocci, Roma 2005; Le nuove frontiere della giustizia. Disabilita', nazionalita', appartenenza di specie, Roma 2007; Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008; Lo scontro dentro le civilta', Il Mulino, Bologna 2009; Liberta' di coscienza e religione, Il Mulino, Bologna 2009; Non per profitto, Il Mulino, Bologna 2011. Un'ampia bibliografia delle opere di Martha Nussbaum, aggiornata fino al 2000, compilata da Eddie Yeghiayan, e' disponibile alla pagina web: http://sun3.lib.uci.edu/eyeghiay/nussbaum.html]

 

Se l'autentico scontro di civilta' e', come io credo, uno scontro interno all'anima di ciascuno di noi, dove grettezza e narcisismo si misurano contro rispetto e amore, tutte le societa' contemporanee sono destinate a perdere a breve la battaglia, se continueranno ad alimentare le forze che inevitabilmente portano alla violenza e alla disumanita' e se negheranno appoggio alle forze che educano alla cultura del rispetto e dell'uguaglianza.

 

8. MEMENTO. LAUREN RAINE: LA MALEDIZIONE DELLA MORRIGAN

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione (e con una sua postilla) questo testo apparso sul suo blog lunanuvola.wordpress.com

Lauren Raine e' pittrice, scultrice, coreografa, drammaturga e molte altre cose ancora (si veda il sito www.rainewalker.com)]

 

Voi che infliggete sofferenza ai bambini:

Possiate guardare negli occhi piu' dolci ed aperti ed urlare per la perdita della vostra innocenza.

Voi che ridicolizzate i poveri, i dolenti, i perduti, i caduti, i disarticolati ed i bambini feriti in corpi cresciuti:

Possiate, osservando ogni loro volto, vedere uno specchio. Possa l'intero intelletto vostro precipitare nell'abisso del vostro indicibile dolore, della vostra fame segreta. Possiate scrutare nel buco nero senza nome e trovare il tocco piu' tenero nella notte piu' buia, la mano che si tende.

Possiate voi afferrare quella mano. E possiate condurre infine tutto il vostro girovagare a casa, ed arrivati a casa, possiate voi sapere davvero dove siete.

Voi assassini degli alberi, voi inquinatori:

Possiate respirare la polvere amara, aver sete, camminare affamati in terre deserte, i luoghi desolati e sterili che voi avete creato. E quando compirete il prossimo passo, possiate vedere ai vostri piedi un singolo filo d'erba, verde, ostinatamente verde. E possiate essere rimodellati dalla sua generosita'.

E voi che siete avidi in tempi di carestia:

Possiate voi essere svuotati, possano i vostri cuori spaccarsi non in due meta', ma aprirsi completamente in migliaia di punti, e possano le acque del mondo versarsi da ognuno di essi e ripulirvi completamente.

E voi che scambiate il potere per l'amore:

Possiate conoscere la vera solitudine. E quando pensando alla vostra solitudine vi sembrera' di impazzire, quando non potrete sopportarla nemmeno un minuto di piu', possa un filo di luce essere gettato verso di voi, un filo della Grande Tela che brilla nel buio. E possiate da allora in poi vivere tenendo cara la vita.

Voi che non volete far nulla, voi che forzate gli altri a darvi forma e poi vi lamentate che la forma stessa non vi piace:

Possiate trovarvi in luogo difficile con la schiena contro il muro. Possiate urlare ed inveire, e smaniare sino a che non troviate la vostra volonta'. E possiate apprendere a darvi forma da voi stessi.

E voi che vi dilettate nello sfruttamento degli altri, pensandovi migliori di loro:

Possiate voi risvegliarvi in terra straniera, nudi come il giorno in cui siete nati e tre volte piu' inconsapevoli. Possiate cercare lo sguardo di ogni altra creatura, irradiando bisogno e terribile vulnerabilita'. Possiate arrivare a conoscere voi stessi, e ad essere benedetti dalla comunione con gli altri.

E tutti possiate amare bene, di piu' e di piu', ancora e ancora. Possiate tutti scoprire il vostro volto prima di venire alla luce. E possiate bere da profonde, profonde acque.

*

Postilla

"Morrigan" (o Mor Rioghan, Morrigu) significa "Grande Regina". E' il nome-titolo che prende la grande dea triplice celtica - le sue sorelle sono Badb e Macha - nel suo aspetto notturno e furioso. Morrigan e' una mutatrice di forma, ed oltre ad apparire come guerriera, vestita di rosso fiammante, prende le forme di giovenca bianca, di anguilla, di lupo, di foca e naturalmente del suo animale sacro, il corvo.

Il suo modo di guarire e purificare puo' non apparirci come una strada facile da seguire perche' la Terra, i cicli naturali, devono dissolvere e trasformare come nella morte, o tramutare l'energia statica in energia in movimento, come nel fuoco che consuma: questo modo di purificare la vita arriva sino alle nostre ossa, ma cio' che lei trasforma e' restituito alla salute. Quando i cicli naturali della Terra vengono sconvolti e danneggiati, l'aspetto di una battaglia e' esattamente cio' che dobbiamo aspettarci, ma se apprendiamo a cooperare con la Terra, e non a confliggere con essa, noi possiamo diventare parte del processo di guarigione.

Se guardiamo alla Morrigan (e cioe' alla Terra) come a qualcosa di oscuro e terribile tratteremo la vita allo stesso modo, ma se guardiamo a lei come guida e protettrice, ella ci garantira' la chiara e acuta vista dei suoi corvi, e la condivisione dei suoi doni.

(Maria G. Di Rienzo)

 

9. MATERIALI. UN QUARTO ESTRATTO DA "LUISA MURARO. BIBLIOGRAFIA DEGLI ANNI 1963-2009" A CURA DI CLARA JOURDAN

[Dall'ampio utilissimo saggio Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009, a cura di Clara Jourdan, con la collaborazione di Franca Cleis, edito dalla Libreria delle donne di Milano, stampato in proprio nel marzo 2010 (e disponibile nella versione integrale facendone richiesta all'indirizzo di posta elettronica: info at libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente estratto.

Clara Jourdan, prestigiosa intellettuale femminista, e' particolarmente impegnata nelle esperienze  della Libreria delle donne di Milano e della rivista "Via Dogana".

Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici femministe, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica aggiornata "Luisa Muraro, profonda conoscitrice del femminismo delle origini, e' tra le fondatrici della Libreria delle Donne di Milano (1975) e nel 1984 della Comunita' filosofica Diotima. Ha lavorato al concetto della differenza, favorendone la divulgazione e contribuendo a renderlo imprescindibile anche nel dibattito politico e filosofico italiano. Autrice di molte monografie, ha pubblicato numerosi saggi e articoli, ospitati in riviste accademiche, ma anche in quotidiani e riviste indirizzate al grande pubblico. Tra le sue pubblicazioni: La signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Milano, Feltrinelli, 1976; Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Milano, Feltrinelli, 1981; L'ordine simbolico della madre, Roma, Editori Riuniti, 1991; Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D'Auria, 1995; Le amiche di Dio, Napoli, D'Auria, 2001; Il Dio delle donne, Milano, Mondadori, 2003; Guglielma e Maifreda, Milano, La Tartaruga, 1985, 2003; Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio, Milano, Mondadori, 2009; Hipatia de Alejandria, Sabina Editorial, 2010"]

 

Introduzioni e postfazioni

1976 Quarta di copertina (siglata), in Charlotte Perkins Gilman, La carta gialla, La Tartaruga, Milano 1976.

1978 Nota introduttiva a "Miseria della psicanalisi", in Luce Irigaray, Miseria della psicanalisi, a cura di Luisa Muraro, "aut aut", maggio-agosto 1978, n. 165-166, pp. 1-2.

1979 Come, quando e perche' Anna O. si e' trasformata in Bertha Pappenheim, con Zulma Paggi, postfazione, in Lucy Freeman, La storia di Anna O., Feltrinelli, Milano 1979, pp. 141-170.

1979 Introduzione, in Virginia Woolf, Tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1979, pp. 5-14.

1980 Imprimatur, in Bibi Tomasi, La sproporzione, La Tartaruga, Milano 1980, pp. 7-9.

1983 Prefazione, in Richard Boyd e Thomas S. Kuhn, La metafora nella scienza, Feltrinelli, Milano 1983, pp. 7-16.

1984 Le ragioni che una donna puo' avere di odiare la sua simile, postfazione, in Patricia Highsmith, Piccoli racconti di misoginia, La Tartaruga, Milano 1984, pp. 97-104.

1990 Il pensiero della differenza, presentazione della quasi-collana degli Editori Riuniti diretta da Luisa Muraro, in Mary Daly, Al di la' di Dio Padre, Editori Riuniti, Roma 1990, p. IV; e poi negli altri libri della quasi-collana, fino al 1994.

1992 Introduzione, in Pat Carra, Donne moderne, Glenat Italia, Milano 1992, p. nn. (ma p. 1).

1993 Prefazione, in Franca Cleis, Ermiza e le altre. Il percorso della scrittura femminile nella Svizzera italiana con bibliografia degli scritti e biografie delle autrici, Rosenberg & Sellier, Torino 1993, pp. 9-11.

1995 Quarta di copertina, in Giuditta Lo Russo, Uomini e padri. L'oscura questione maschile, Borla, Roma 1995.

1997 Presentazione, in Helene von Druskowitz, Una filosofa dal manicomio, a cura di Maria Grazia Mangione, Editori Riuniti, Roma 1993, pp. IX-XI.

1997 Fotografare Dio, postfazione alla seconda edizione di Sebastiana Papa, Il femminile di Dio. Riflessioni fotografiche sulla donna 1964-1995, Fahrenheit 451, Roma 1997, pp. 95-96.

1998 Prefazione, in Elena Urgnani, La vicenda letteraria di Eleonora de Fonseca Pimentel, Edizioni del Sole, Napoli 1998, pp. 9-11.

1999 Bombe di riso (non sara' mica tornata la cuoca di Lenin?), in Pat Carra, Orizzonti di boria, Quaderni di Via Dogana, Libreria delle donne, Milano 1999, pp. nn (ma pp. 3-7).

2000 Postfazione, in Gloria Zanardo, Presente remoto, Luciana Tufani Editrice, Ferrara 2000, pp. 109-115.

2000 "Si', ricordo le fiabe, ma la vita?", postfazione a Bianca Tarozzi, Prima e dopo, Quaderni di Via Dogana, Libreria delle donne, Milano 2000, pp. 59-60.

2003 Le cose capitano, prefazione a Rossella De Vecchi (a cura di), Lavorare, esserci, raccontarlo. Conversazioni con donne e uomini di sei imprese sociali del veronese, Edizioni Mag, Verona 2003.

2004 In versi e in prosa, introduzione a Ida Travi, Diotima e la suonatrice di flauto, La Tartaruga, Milano 2004, pp. 7-23.

2004 E cosi' nulla mai si sistema, introduzione a Associazione Talents de femmes Burkina Faso , Miraggi, Libreria delle donne di Milano, 2004, pp. i-ii.

2005 Introduzione, in Diotima, La magica forza del negativo, Liguori, Napoli 2005, pp. 1-8. E cfr. Introduccion, in Diotima, La magica fuerza de lo negativo, trad. Gemma del Olmo Campillo, Horas y Horas, Madrid 2009, pp. 7-17.

2006 Introduzione, in Iris Murdoch, Esistenzialisti e mistici. Scritti di filosofia e letteratura, a cura di Peter Conradi, Il Saggiatore, Milano 2006, pp. 9-25.

2006 L'arte della prosa di Iris Murdoch nell'unico racconto da lei pubblicato, postfazione a Iris Murdoch, Una cosa speciale, traduzione di Elena Dal Pra, Nottetempo, Roma 2006, pp. 37-51.

2007 Presentazione, prefazione a Pseudo-Hadewijch, Poesie miste, testo brabantino a fronte, traduzione di Alessia Vallarsa, Marietti 1820, Genova-Milano 2007, pp. IX-X.

2007 Prefazione, con Chiara Zamboni Robotti, in Diotima, L'ombra della madre, Liguori, Napoli 2007, pp. 1-4.

2008 C'e' tanto, introduzione al libro a cura di Vita Cosentino e Marina Santini, in L'amore che non scordo. Storie di comuni maestre, documentario, regia di Daniela Ughetta e Manuela Vigorita, Libro+DVD, Libreria delle donne, Milano 2008.

2008 Partire da se' e perdersi nella ricerca delle rime, introduzione a Maria Enrica Castiglioni, Liriche amiche, La Chiocciola, Melendugno (Lecce) 2008, pp. 7-11.

2009 Prefazione, in Simonetta Pagnotti, Mi chiamo Margherita. La santa di Cortona scrive a suo figlio, Paoline, Cinisello Balsamo 2009, pp. 7-15.

2009 Prefazione, con Chiara Zamboni, in Diotima, Potere e politica non sono la stessa cosa, Liguori, Napoli 2009, pp. 1-3.

2009 Introduccion, in Diotima, La magica fuerza de lo negativo, trad. Gemma del Olmo Campillo, Horas y Horas, Madrid 2009, pp. 7-17.

 

10. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

11. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Maurice Merleau-Ponty, Elogio della filosofia, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 96.

- Maurice Merleau-Ponty, Umanismo e terrore, Sugarco, Milano 1978, pp. 192.

- Maurice Merleau-Ponty, Il corpo vissuto, Il Saggiatore, Milano 1979, pp. 248.

- Maurice Merleau-Ponty, Esistenzialismo marxismo cristianesimo, La Scuola, Brescia 1980, pp. 160.

- Andre' Robinet, Che cosa ha veramente detto Merleau-Ponty, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1973, pp. 100.

- Gian Luigi Brena, Alla ricerca del marxismo: M. Merleau-Ponty, Dedalo, Bari 1977, pp. 198.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 503 del 23 marzo 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it