Archivi. 50



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 50 del 19 febbraio 2011

 

In questo numero:

1. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Asdrubale Scarrone

2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Barberino Bavarozzi

 

1. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ASDRUBALE SCARRONE

[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 398. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Asdrubale Scarrone e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Dagli anni Settanta del secolo scorso, rendendo sempre piu' nitido e rigoroso il mio impegno politico di militante e dirigente della sinistra rivoluzionaria antimilitarista e antitotalitaria, e di suscitatore ed animatore di movimenti di lotta, di solidarieta', di liberazione degli oppressi e di difesa della biosfera.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

- Asdrubale Scarrone: Vittorio Emanuele Giuntella, Danilo Dolci, Rosanna Benzi, Alfio Pannega. Ma anche una piu' vasta costellazione di riferimenti e di influenze parimenti decisiva per la mia formazione e le mie scelte: Socrate, Erasmo, Diderot e Kant, Leopardi; la Resistenza e la scuola di Francoforte; Dubcek e Solzenicyn, Hannah Arendt e Agnes Heller, Guenther Anders e Erich Fromm, Boell e Camus, Sartre e Fanon, Rosa Luxemburg e Simone de Beauvoir, Victor Serge e Claude Levi-Strauss, Franco Basaglia e Gregory Bateson, Lelio Basso e Nuto Revelli, Giulio A. Maccacaro e Marcello Bernardi, Ernesto De Martino e Franco Fortini, Giulio Girardi e Michel Foucault, Ernst Bloch e Gustavo Gutierrez, Emmanuel Levinas e Hans Jonas, e soprattutto il femminismo, le esperienze latinoamericane e il dissenso dell'est, la scuola di Barbiana, poi la rivoluzione sandinista e la lotta antinucleare, Gandhi e Capitini, Murray Bookchin e Colin Ward, il movimento antimafia e la solidarieta' col movimento antiapartheid...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Asdrubale Scarrone: Le vignette di Scalarini; molti testi di Brecht; tutto Voltaire; Obbedienza all'autorita' di Stanley Milgram; I sommersi e i salvati di Primo Levi; tutto Guenther Anders e tutta Hannah Arendt, l'autobiogafia di Nelson Mandela, le opere di Vandana Shiva. E naturalmente tutti i classici greci, Dante, Shakespeare e Cervantes. Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, gli Scritti sulla nonviolenza di Capitini (e l'altra fondamentale antologia capitiniana: Il messaggio di Aldo Capitini), L'antibarbarie di Giuliano Pontara.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia occorre promuoverne urgentemente due: contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia nei due appena citati: l'opposizione alla guerra assassina e l'opposizione al colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Asdrubale Scarrone: Il Movimento Nonviolento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Asdrubale Scarrone: E' stato gia' detto e ripetuto: della nonviolenza il femminismo e' il piu' rilevante inveramento storico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Asdrubale Scarrone: Occorre fare un'analisi concreta della situazione concreta; le tecniche di lotta nonviolente vanno considerate nel contesto in cui sono utilizzate. E' questione assai complessa e qui non aggiungo altro, mi limito a rinviare al repertorio e alle analisi contenuti nel secondo volume della monumentale Politica dell'azione nonviolenta di Gene Sharp, e anche all'aureo libretto di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Nell'ultimo decennio innanzitutto questo foglio telematico quotidiano. Poi ovviamente alcune benemerite riviste: "Azione nonviolenta", "Qualevita", "Mosaico di pace", "Quaderni Satyagraha".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Ve ne sono diverse, di diverso valore. Trovo ovviamente eccezionali la testimonianza di Tolstoj, il lavoro di Mario Lodi, l'esperienza della scuola di Barbiana, la riflessione e le opere di Gianni Rodari, Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti; e naturalmente i decisivi contributi di Francisco Ferrer, Maria Montessori, John Dewey, Celestin Freinet, Alexander S. Neill, Paulo Freire, Ivan Illich, Emilia Ferreiro. E l'azione maieutica di Danilo Dolci, la ricerca pedagogica di Aldo Capitini, e ancora Lamberto Borghi, Ernesto Balducci, Mario Alighiero Manacorda, Aldo Visalberghi. Ma anche le riflessioni di Vygotskij, Piaget, Bruner... Il lavoro della comunita' filosofica femminile di Diotima; ed ovviamente le riflessioni di cruciale rilevanza anche pedagogica di Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Martin Buber, Emmanuel Levinas, Franca Ongaro Basaglia, Vandana Shiva, Silvia Vegetti Finzi, Virginia Woolf...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Asdrubale Scarrone: Il mio punto di vista (ve ne sono molti altri molto diversi e finanche opposti al mio) e' che la nonviolenza sia innanzitutto una risorsa politica, una scelta politica, un progetto politico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Asdrubale Scarrone: Purtroppo caricaturale; anche per responsabilita' di chi ne straparla senza avervi seriamente riflettuto (atteggiamento di cui e' traccia, ahinoi, anche in alcune di queste interviste), o di chi la considera solo un insieme di tecniche (delle quali oscenamente abusare).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Promuovendo iniziative e campagne nonviolente rigorose e adeguate; adoperandosi come persone amiche della nonviolenza a viverla e presentarla pubblicamente nella sua complessita' e nella sua profondita', nella sua contestualita' e concretezza di azione politica e sociale, resistenziale, costruttiva e giuriscostituente; ponendosi alla scuola del pensiero e dei movimenti delle donne. Uscendo dalla subalternita', dismettendo le ambiguita', rompendo le complicita'. Hic et nunc contrastando la guerra assassina, il colpo di stato razzista, il femminicidio, la devastazione della biosfera; decidendosi a difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Asdrubale Scarrone: La lotta contro la violenza; empatica, fallibilista, processuale, aperta, dialogica, plurale, in cammino. La scelta di salvare le vite. Coscienza del limite, principio responsabilita'.

 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO BARBERINO BAVAROZZI

[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 360. Barberino Bavarozzi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Innanzitutto per una ragione politica: la lotta di liberazione dell'umanita' dalle molteplici forme di flagrante ingiustizia che la opprimono e umiliano non potra' avere esito positivo se non sara' nonviolenta; tutte le esperienze storiche novecentesche lo dimostrano "modo negativo". Ma tutte le sconfitte non dimostrano che la rivoluzione necessaria - e necessariamente nonviolenta - sia impossibile: dimostrano solo che e' ancora il nostro orizzonte, il "non ancora" ancora realizzabile. Inoltre per una ragione morale: proprio perche' sento dentro di me una fortissima spinta al rigore intellettuale e morale, all'intransigenza "azionista" nella lotta politica, ebbene, la scelta della nonviolenza mi aiuta a temperarla con un atteggiamento misericordioso nei confronti degli altri, fallibilista nei confronti di ogni riflessione, aperto alla meraviglia e al mutamento, primieramente rispettoso della vita. Infine per una ragione intellettuale: solo la nonviolenza lotta adeguatamente, coerentemente, efficacemente contro la violenza e la menzogna; solo la nonviolenza autenticamente schiude all'incontro del novum e dell'altro e del se'; solo la nonviolenza favorisce un accesso empatico, accudente, libero e fecondo alla relazione, alla complessita' e alla pluralita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: Hannah Arendt e Simone Weil, sapienti di tutta la sapienza politica e morale; e ancora Virginia Woolf e Simone de Beauvoir; Rosa Luxemburg e Luce Fabbri; Franca Ongaro Basaglia e Silvia Vegetti Finzi; Anna Bravo e Maria G. Di Rienzo; Vandana Shiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Barberino Bavarozzi: Infiniti. Se non ha avuto gia' la fortuna di averli letti, legga quel giovane Cervantes, Melville, Kafka; I miserabili, le tragedie di Shakespeare, la Commedia dantesca; Tucidide, Tacito, le Operette morali di Leopardi; le Lettere a Lucilio, Giobbe e Qohelet; i tragici greci, Mary Wollstonecraft, Franco Basaglia; Raul Hilberg, Arcipelago Gulag, Kapuscinski; Fuenteovejuna, Germinal, le lettere dei condannati a morte della Resistenza; Arguedas, Jean Amery, tutte le Antigoni; i Delitti esemplari di Max Aub, gli atti del processo a don Milani raccolti col titolo L'obbedienza non e' piu' una virtu', gli scritti di Voltaire contro la guerra e contro l'intolleranza (ovvero tutti gli scritti di Voltaire); Montaigne, Pascal e Balducci; Svevo, Fanon, Bateson; la Storia della colonna infame, tutto Dostoevskij e tutto Tolstoj; Maria Montessori, Paulo Freire, Ivan Illich; la Bibbia, i sonetti romaneschi del Belli, Levi-Strauss; Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, l'autobiografia di Nelson Mandela, gli Scritti sulla nonviolenza di Aldo Capitini; Walter Binni, Sebastiano Timpanaro, Renato Solmi. Quanto alle biblioteche: oltre i gia' citati, tutto di Guenther Anders; tutto di Hannah Arendt; le poesie di Ingeborg Bachmann; Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; Il principio speranza di Ernst Bloch; qualunque cosa di Norberto Bobbio; tutto di Heinrich Boell; Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; di Bertolt Brecht quel che si trova; di Albert Camus soprattutto La peste e L'uomo in rivolta; Elias Canetti, Massa e potere; tutto di Danilo Dolci, ma almeno Esperienze e riflessioni e Creatura di creature; di Erasmo almeno il Dulce bellum inexpertis e la Querela pacis, ma anche i Colloquia con cui ogni persona puo' imparare a parlare, ad ascoltare, a capire; tutti i libri di Eduardo Galeano e particolarmente Memoria del fuoco; Allen Ginsberg, particolarmente l'antologia Jukebox all'idrogeno; Giulio Girardi, Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza; gli scritti sull'ecologia di Andre' Gorz; Robert Jungk; Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'; la Brevissima relazione di Bartolome' de Las Casas; tutte le opere di Primo Levi; Emmanuel Levinas; Maurice Merleau-Ponty, Umanismo e terrore; le cose fondamentali di Emmanuel Mounier; Franca Ongaro Basaglia; Erich Maria Remarque; l'autobiografia di Bertrand Russell; tutto di Vandana Shiva; tutto di Tzvetan Todorov e particolarmente Memoria del male, tentazione del bene; Silvia Vegetti Finzi; la Cassandra e la Medea di Christa Wolf; Una stanza tutta per se' e Le tre ghinee di Virginia Woolf. E ancora: Auerbach, Bachtin, Buber; Cesare Luporini, Franco Fortini, Rossana Rossanda; le lettere dal carcere e i quaderni di Gramsci, i Manoscritti economico-filosofici del giovane Marx, Rosa Luxemburg; Saba, Montale, tutte le opere di Franco Venturi. A voler dire un libro solo: la Bibbia, per chi legge il francese nella traduzione di Andre' Chouraqui.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Barberino Bavarozzi: nel mondo, le lotte delle donne per la liberta' comune e per la difesa della biosfera, da Aung San Suu Kyi a Vandana Shiva, da Shirin Ebadi a Wangari Maathai, a infinite altre. In Italia innanzitutto l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista: ma sono iniziative che pressoche' nessuno conduce col necessario impegno e col necessario rigore; vi e' quasi solo la predicazione di questo foglio, ripetitiva e noiosa come tutte le voci clamantes in deserto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Barberino Bavarozzi: In verita' in ogni campo la nonviolenza gia' agisce, attraverso l'azione di persone che sovente di nonviolenza non hanno mai neppure sentito parlare e che si meraviglierebbero come monsieur Jourdain se qualcuno dicesse loro che cio' che stanno facendo e' esattamente cio' che qui si chiama nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Barberino Bavarozzi: Non so se e' inelegante rispondere cosi', riprendendo in guisa di schidionata alcuni dei termini in cui sono state formulate le domande gia' riprodotte in molte precedenti interviste: la nonviolenza e' il femminismo, l'ecologia, l'impegno antirazzista e la lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta antimafia, la corrente calda delle lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse e delle lotte di liberazione dei popoli oppressi; e' l'impegno di pace con mezzi di pace, e' antimilitarismo e disarmo; e' impegno diretto e concreto per il diritto alla salute e all'assistenza, alla condivisione e alla solidarieta', che inveri tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; e' educazione alla civile convivenza; percezione dell'unita' dell'umanita', politica della vita quotidiana, cura del territorio in cui si vive e delle persone con cui si vive, intercultura e conoscenza di se'; rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; stile di vita sobrio e sostenibile, coscienza del limite, fallibilismo. La nonviolenza? e' lotta come amore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza eredita i grandi acquisti delle rivoluzioni storiografiche otto-novecentesche, dalla storiografia marxista alla scuola delle "Annales", all'impatto sulle scienze storiche delle prassi, dei metodi e delle riflessioni dell'antropologia (levi-straussiana in primis) e piu' in generale delle scienze umane, al portato delle lotte dei movimenti di liberazione contemporanei (anticoloniali, femministi, ecologisti...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Barberino Bavarozzi: La persuasione - e quindi la capacita' di essa inveratrice - che e' possibile sempre raggiungere delle decisioni col consenso di tutti gli attori coinvolti. Nella storia di solito ci si adopera a tal fine dopo le guerre, tra i superstiti; la nonviolenza sa che e' possibile farlo prima e invece delle guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: A costo di apparire un vecchio barbogio, lo sciopero generale. Poi: lo sciopero alla rovescia, una delle forme di lotta piu' immediatamente ed evidentemente costruttive, dalle rilevantissime implicazioni anche sul piano concettuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Come una progressiva presa di coscienza agita nel nesso con la prassi. I suoi primi modelli sono Antigone e Socrate.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Barberino Bavarozzi: Essendo l'azione diretta nonviolenta il cuore della nonviolenza in quanto lotta concreta e coerente contro la violenza, la preparazione personale a questo agire e' elemento e passaggio decisivo per compiere la scelta della nonviolenza non solo sul piano mentale e interiore, ma come forma di azione pratica sulla realta' sociale, come impegno realmente politico (e la nonviolenza e' dal mio punto di vista eminentemente lotta politica, coscienza politica, azione politica, programma politico: ovvero afferente alla vita in comune dell'umanita' in un mondo che e' uno e di tutti, delle presenti, passate e future generazioni). Uno strumento di lavoro formativo assai utile e' il Decalogo di Kieslowski (la visione e discussione dei dieci film, ma anche la lettura e discussione della sceneggiatura, nel volume di Kieslowski e Piesiewicz); altri libri utili: Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco, Donne disarmanti; Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta; Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, I conflitti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Questo notiziario telematico quotidiano; la rivista mensile "Azione nonviolenta"; i "Quaderni Satyagraha"; tra le case editrici le Edizioni cultura della pace (Ecp); le Edizioni Gruppo Abele (Ega), le Edizioni Missionarie Italiane (Emi); le Edizioni Qualevita; Gandhi Edizioni; La Meridiana; la Libreria Editrice Fiorentina; ma con l'avvertenza che non pochi libri pubblicati da talune di queste benemerite case editrici sono scandalosamente scadenti; libri molto buoni pubblica sovente Bollati Boringhieri; tra le case editrici storiche (novecentesche) della cultura italiana Einaudi e Laterza hanno pubblicato molti utili libri (ma proprio l'amatissima Laterza ha recentemente pubblicato un pessimo libro contro la nonviolenza, capita anche questo).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Forse qui e' preferibile stendere un pietoso velo di silenzio. In questo specifico campo mi sembra che nell'ambito dell'educazione informale si fa molto di piu' che nelle istituzioni preposte al diritto allo studio. Tra le esperienze-guida, ovviamente il lavoro di Mario Lodi che tuttora prosegue; quello di Danilo Dolci; la scuola di Barbiana...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Barberino Bavarozzi: Propenderei per il no. Potrebbe essere utile tuttavia una collaborazione su singole campagne e una frequente consultazione comune, ad esempio per evitare di intraprendere iniziative che possano essere di nocumento ad altre gia' esistenti e di non minor valore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Barberino Bavarozzi: Bisognerebbe innanzitutto fare un'opera di ecologia della comuncazione, riducendo la produzione e propalazione di scempiaggini e farneticazioni. Invitando a cianciare di meno e a leggere di piu' e meglio. Invece di continuare a compilare diecimila manualetti e volantoni sovente deliranti sulla globalizzazione neoliberista o sull'azione diretta nonviolenta non sarebbe meglio leggere o rileggere il Critone di Platone, il Contr'uno di Etienne de La Boetie, il Manifesto marx-engelsiano, La guerra dei poveri di Nuto Revelli, Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt? Invece di ammannire bolsi predicozzi senza venusta' veruna e di una banalita' che e' peggiore della menzogna, non sarebbe meglio rileggere i Demoni di Dostoevskij o i Minima moralia o Arcipelago Gulag? Invece di flautare nebulosi elogi di una nonviolenza che svapora zuccherosa nel "volemose bene" senz'arte ne parte, non sarebbe meglio guardare in faccia l'orrore della violenza e cosi' approntare i propri e comuni necessari strumenti di resistenza leggendo Guenther Anders, Franca Ongaro Basaglia, Primo Levi?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: Dei movimenti sociali la nonviolenza e' la principale risorsa sul piano delle tecniche organizzative, deliberative, operative; sarebbe bene ne fosse anche l'autocoscienza e il metro di valutazione delle scelte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza deve farsi giuriscostituente, ispiratrice di diritto e di istituti giuridici, gestrice degli ordinamenti sociali, governo della cosa pubblica. Il nesso nonviolenza-istituzioni e' la frontiera decisiva del nostro lavoro. Non si parte da zero: tanta parte del lavoro dell'Onu (della parte migliore del lavoro dell'Onu); la Dichiarazione universale dei diritti umani; il lavoro di insigni giuristi e filosofi del diritto da Norberto Bobbio a Luigi Ferrajoli; ebbene, questi ed innumerevoli altri apporti forniscono gia' strumenti e materiali, modelli interpretativi, strumentazioni metodologiche, proposte applicative, verifiche empiriche. Un'esperienza come quella della Commissione per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu in Sudafrica fornisce la prova provata della possibilita' concreta di una gestione nonviolenta finanche del diritto penale. E la storia del costituzionalismo moderno e' in re ipsa la storia stessa dell'espansione della scelta della nonviolenza nelle strutture stesso degli ordinamenti giuridici progressivamente vieppiu' democratici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Barberino Bavarozzi: Un militante politico della sinistra novecentesca che dagli anni Settanta del secolo scorso colse l'indispensabilita' della scelta della nonviolenza per il movimento di liberazione dell'umanita' e di preservazione della biosfera.

 

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Numero 50 del 19 febbraio 2011

 

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