Archivi. 6



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 6 del 6 gennaio 2011

 

In questo numero:

1. La scelta della nonviolenza, in poche parole

2. Aut aut

3. Brevissima parabola del bicchiere

4. Benito D'Ippolito: Un distico superstite

5. Osvaldo Caffianchi: Una lieve cabaletta

6. Luciano Bonfrate: Qualche misero ottonario

7. Luciano Bonfrate: La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul

8. Nicola Calipari, due anni dopo

9. Benito D'Ippolito: Sulla strada dell'aeroporto

10. Benito D'Ippolito: Alcuni altri omissis da un rapporto

11. Un'epigrafe a "Tre scorciatoie lungo il cammino"

12. Questo sappiamo, questo diciamo

13. Luciano Bonfrate: Chi vota per la guerra e' un assassino

14. Fosco Funesti: Una lettera del 1914

15. O la guerra o la pace

16. Una vita, tutte le vite

17. Ostaggi

18. Prime ed ultime risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di Nassiriya

19. Nel nome di Achille

20. L'autista

21. Benito D'Ippolito: Ancora un foglio, una foglia nel vento

22. Fosco Funesti: La rosa

23. Il valletto

24. Il paese dei passi perduti

25. Annibale Scarpante: Chi vvota pe la guerra, pe la morte

26. Misero ai voti il prezzo della carne

27. Un'epigrafe a "Contro la pena di morte (e per la correzione fraterna)"

28. Afghanistan

29. Solo

30. Occorre

31. Orazio Demacari: Pochi stupidi ottonari in ricordo di K. V.

32. Luciano Bonfrate: Le regole d'ingaggio

33. Ceux qui

 

1. EDITORIALE. LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA, IN POCHE PAROLE

[Riproponiamo i seguenti testi gia' ripubblicati in "Voci e volti della nonviolenza" n. 329 del primo maggio 2009]

 

Qui abbiamo raccolto alcuni testi in versi (ed alcune brevissime prose) apparsi nel notiziario tra febbraio ed aprile 2007. Abbiamo omesso alcuni testi piu' volte riproposti inclusi nelle "Minime" n. 27 del 13 marzo 2007, in "Voci e volti della nonviolenza" n. 52 del 13 marzo 2007, nelle "Minime" n. 35 del 21 marzo 2007; abbiamo invece riprodotto testi precedenti in quel periodo ripubblicati (due dei tre dedicati a Calipari, e quello sulla strage di Nassiriya).

 

2. AUT AUT

 

La guerra, che consiste dell'uccisione di esseri umani.

La guerra, che porta il fascismo.

La guerra, che la Costituzione ripudia.

Solo la nonviolenza e' coerente con la democrazia.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Solo la nonviolenza.

 

3. BREVISSIMA PARABOLA DEL BICCHIERE

 

Il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Di sangue.

 

4. BENITO D'IPPOLITO: UN DISTICO SUPERSTITE

 

Tu non temere altro male che il male.

Tu non cercare altro bene che il bene.

 

5. OSVALDO CAFFIANCHI: UNA LIEVE CABALETTA

 

Il parlamento degli assassini

ama i bagliori delle battaglie

purche' distanti, e ridotti a frattaglie

siano i corpi di altri meschini.

 

Il parlamento degli assassini

ama il clamore delle fanfare

purche' a morire, a cadere, a immolare

le loro vite sian altri tapini.

 

Il parlamento degli assassini

vota zelante il riarmo e la guerra

purche' a macchiare di rosso la terra

sia sempre il sangue di altri omarini.

 

Il parlamento degli assassini

lindi, azzimati, sportivi, eleganti,

callidi, pingui, voraci briganti,

dall'altrui morte trae lauti bottini.

 

6. LUCIANO BONFRATE: QUALCHE MISERO OTTONARIO

 

Al servizio della guerra

tanti cadono asserviti

ne son ben retribuiti

dai signori della guerra.

 

Nella gora della guerra

tanti cadono stecchiti

fiera offa ai laidi riti

dei signori della guerra.

 

Delle vittime di guerra

menan vanto assai impettiti

sulle salme e sui detriti

i signori della guerra.

 

E dei frutti della guerra

tra i cadaveri anneriti

i profitti son graditi

ai signori della guerra.

 

7. LUCIANO BONFRATE: LA BEFFA DELL'ASSASSINO, OVVERO: IL SEGRETO DI KABUL

 

Traduco nella lingua di noi plebei

le lunghe concioni dei prominenti

dinanzi alle gelide tombe degli assassinati:

morire vi abbiamo lasciati morire

a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati

noi siamo ancora vivi.

Quanto e' bella la luce del mondo.

 

8. NICOLA CALIPARI, DUE ANNI DOPO

 

Salvare le vite, questa e' una buona idea.

Salvare le vite, questo faceva Nicola Calipari.

Salvare le vite, questo ogni essere umano dovrebbe fare.

 

9. BENITO D'IPPOLITO: SULLA STRADA DELL'AEROPORTO

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende sbigottito il cacciatore

nel buio attende franco il cacciatore

sulla strada dell'aeroporto.

 

E tu non sai che sei la selvaggina.

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende nel buio la nera

signora che parla rafficando

e riga i volti di lacrime di sangue.

 

E non c'e' ombrello che fermi questa pioggia.

 

Sulla strada dell'aeroporto

la guerra terrorista ti raggiunge

la guerra, che e' sempre terrorista

il terrorismo, che nella guerra culmina.

 

Denti di drago seminava Giasone.

 

Sulla strada dell'aeroporto

dove tu sei la selvaggina

dove l'alito del male ti fa cenere.

 

Ah buon Nicola, che salvavi il mondo,

tu, buon amico della nonviolenza.

 

10. BENITO D'IPPOLITO: ALCUNI ALTRI OMISSIS DA UN RAPPORTO

 

La notte era assai buia

l'auto aveva quattro ruote

i nostri ragazzi sono impetuosi

gli italiani e' difficile distinguerli

dagli arabi, dai terroristi, dai cani.

 

La notte era assai buia

sparano i mitra, servono a questo

ve lo avevamo detto mille volte

di starci dietro, dietro e non di fronte

di starvene accucciati, come tutti.

 

La notte era assai buia

per questo mancammo gli altri due.

 

11. UN'EPIGRAFE A "TRE SCORCIATOIE LUNGO IL CAMMINO"

 

"Tutti questi chiacchieroni,

ti ci metti pure tu?"

(Stratone di Stanzavecchia, Epicedi senza volto)

 

12. QUESTO SAPPIAMO, QUESTO DICIAMO

 

Questo sappiamo: che la guerra uccide.

Ne' v'e' maggior delitto della guerra:

ogni vita e virtu' soffoca e irride

tutto travolge, acceca, spezza, atterra

 

nessuno scampa dalle sue corride

nulla si salva di cio' ch'essa afferra

son le sue imprese sempre fratricide

brucia e devasta sia cielo che terra.

 

Questo diciamo: che nella coscienza

di ogni persona e' incisa quella legge

che afferma "non uccidere". Sapienza

 

che reca vita e ogni speranza regge.

Chiamiamo questa scelta: nonviolenza.

Felice chi a sua massima la elegge.

 

13. LUCIANO BONFRATE: CHI VOTA PER LA GUERRA E' UN ASSASSINO

 

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"

(Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 11)

 

Chi vota per la guerra e' un assassino

razzista, imperialista, disumano.

Nessuno spezzi il pane o beva il vino

alla sua mensa, o stringa la sua mano.

 

Il voto per la guerra e' artiglio, uncino

che tutto sgarra, strazia, rende vano

annienta anime e corpi, lana e lino

per sempre macula d'orrore arcano.

 

La guerra dell'umanita' e' nemica

come puo' un parlamento darle il voto?

la legge chiede si spezzi la sica,

 

la legge che contrasta ogni mal coto,

la legge della pace nuova e antica:

le vite salva dall'orrendo vuoto.

 

14. FOSCO FUNESTI: UNA LETTERA DEL 1914

 

"Yo os aconsejo, mas bien, una posicion esceptica frente al escepticismo"

(Antonio Machado, Juan de Mairena, XVII)

 

Ricordo ancora, Aristo, quel morale

discorrere tra noi nell'altro inverno:

dicevi che la guerra e' sempre un male

e che le armi recano l'inferno

 

nulla si salva dall'orgia mortale

di guerra, tutto e' rotto in sempiterno

la guerra e' il crimine piu' colossale.

Cosi' dicevi. Ed ora sei al governo

 

e dici che la guerra e' buona e giusta

le nostre armi benedette, i morti

modico prezzo al trionfar del nostro

 

dominio su quei barbari, e la frusta

l'emblema e lo strumento di noi forti.

Specchiati Aristo, il tuo volto ora e' un rostro.

 

15. O LA GUERRA O LA PACE

 

O la guerra o la pace, la pretesa

di uccidere e sanare, di recare

aiuto e insieme morte, e' bieca offesa

a chi gode del ben del ragionare.

 

Chi alle vite vuole offrir difesa

cominci allora con il disarmare,

chi vuole costruir dialogo e intesa

rinunci all'aggressione militare.

 

O il fascismo o la democrazia:

un parlamento che vota la guerra

s'asserve alla barbarie, all'anomia

 

ogni diritto umano vi sotterra

s'arrende del terrore alla follia.

E questo sa ogni mente che non erra.

 

16. UNA VITA, TUTTE LE VITE

 

Cessare la guerra e' salvare le vite.

 

17. OSTAGGI

 

Liberate tutti gli ostaggi.

Salvate tutte le vite.

Distruggete tutte le armi.

Salvate l'umanita' altrui e vostra.

E' la consegna.

 

18. PRIME ED ULTIME RISULTANZE DI UN'INCHIESTA PRIVATA SULLA STRAGE DI NASSIRIYA

 

1. Queste sono le certe risultanze

di un'inchiesta privata sulla strage

di Nassiriya.

 

2. Ci siamo chiesti: sul luogo del delitto

chi trasse le vittime e le espose

all'agguato?

 

Ci siamo chiesti: quando una strage

in una sequenza si colloca di stragi

e' leggendo la sequenza che si coglie

chi muove i pezzi, li prende e li sacrifica

per quale piano, per quali vantaggi.

Quale partita si sta giocando qui?

Chi usa vite umane come scacchi?

 

Ci siamo chiesti: le vittime di guerra

di chi sono vittime?

Ci siamo chiesti: la guerra che uccide,

chi la scatena, chi ne trae frutto, chi

ne gode i profitti irrorati di sangue?

 

3. Abbiamo voluto ascoltare il coro dei morti.

Dei vivi il frastuono non ci ha distratto.

Sappiamo che sul luogo del delitto

torna poi l'assassino e con le fanfare. Sappiamo

che chi fa morire gli altri poi pretende

pronunciarne funebre l'elogio. Sappiamo

che chi altri fa morire, per cupo lucro,

per ideologia bestemmiatrice, per algida ignavia,

altri ancora continuera' a far morire

se non lo si ferma.

 

4. E questo abbiamo concluso:

quali siano stati i sicari ci e' ignoto, non cosi'

i mandanti.

E chi abbia mandato i sicari ci e' ignoto, non cosi'

chi ha mandato le vittime a morire.

 

E anche questo abbiamo concluso:

prima che altri debbano morire

quei mandanti possiamo arrestare:

da se stessi si sono smascherati

ora essi devon essere arrestati.

 

5. Era illegale mandare italiani in armi

nell'Iraq in guerra. Tutti

sapevamo che era illegale, sapevamo che era criminale.

 

Perche' si e' permesso al governo e al parlamento

di condannare questi innocenti a morte?

 

Perche' il presidente della Repubblica Italiana

non ha loro salvato la vita? Era suo dovere,

era in suo potere. Morire li ha lasciati.

 

Perche' nessun magistrato ha impedito quel crimine

che e' all'origine di questa strage ancora?

 

Era illegale mandare italiani in armi

nell'Iraq in guerra. Ora tornano essi nelle casse

non piu' vivi, inerti, per sempre

privati della luce dei giorni.

 

6. Perche' non abbiamo saputo salvarli?

Perche' non abbiamo voluto salvarli?

 

7. Questa relazione inviamo alle piu' alte

cariche dello stato italiano, poiche' hanno diritto

di sapere di cosa li accusiamo.

 

Questa relazione inviamo ancora

ai magistrati cui gravoso incombe

ed urgente il dovere di perseguire

i mandanti italiani a tutti noti

della famosa strage di Nassiriya.

 

Questa relazione inviamo inoltre

a tante persone amiche e a tante

che amiche non sono ma che hanno

parimenti il diritto e il dovere

di conoscere questi risultati

della nostra inchiesta privata,

di valutare se meritino ascolto,

di decidere cosa sia in capo a loro fare.

 

Questa relazione inviamo infine

ai sopravvissuti,

e ai colleghi, agli amici, ai familiari

delle vittime, il loro dolore

tra tante cose dopo la strage avvenute

e' l'unica cosa degna, l'unica cosa umana:

in quel dolore e in null'altro noi troviamo

la nostra patria: la comune umanita'.

 

19. NEL NOME DI ACHILLE

 

"Non c'e' un al di la' dello specchio, l'orribile immagine

del terrorista, che la levigata lastra

fedele ti rimanda, signore, e' la tua immagine"

(Dalle Prediche del pio barbiere al visir eccellentissimo di questa antica citta' di Samarcanda)

 

Col nome di Achille la bestia assassina

chiamano le stragi che vanno menando

in terra afgana i nostri eroi assassini.

 

La guerra assassina pretendono chiamare

pacificazione, "missione di pace".

 

Governi assassini, parlamenti

assassini.

 

Sale dirotto al cielo un pianto infinito.

 

20. L'AUTISTA

 

Non c'e' altro deserto che il deserto

ne' altra vita oltre la muraglia.

 

Chi uccide nel nome del bene

ogni bene ha ucciso per sempre.

 

Lo stesso rogo si leva da Troia, dagli autodafe'

da Auschwitz, da Hiroshima, da Falluja.

 

Dal pozzo tirammo su' la luna

pesante come fosse d'argento.

 

Nessuno pianse per la morte dell'autista.

 

21. BENITO D'IPPOLITO: ANCORA UN FOGLIO, UNA FOGLIA NEL VENTO

 

"E gia' la luna e' sotto i nostri piedi:

lo tempo e' poco omai che n'e' concesso,

e altro e' da veder che tu non vedi"

(Inf., XXIX, 10-12)

 

Poiche' in questa storia sempre solo vincono

gli assassini, voi assassini non dovete diventare

e un'altra storia e' ancora da inventare.

 

Poiche' nei governi solo siede chi e' disposto

a mangiare carne umana, nei governi

voi non potete ancora trovar posto.

 

Poiche' ogni persona deve fare la sua scelta

e voi scegliete di ripudiare le uccisioni:

e ripudiando le uccisioni voi dovete

opporvi alle guerre, agli eserciti, alle armi. Dovete

salvare le vite, non sopprimerle.

 

22. FOSCO FUNESTI: LA ROSA

 

Quando il partito del proletariato

voto' la guerra, Rosa non si arrese:

organizzo' la lotta per la pace

per il pane, il diritto, l'internazionale

futura umanita' e presente.

 

Quando i governi decretarono i corpi

degli esseri umani non altro fossero

che carne da cannone, allora Rosa

non si arrese: continuo' la lotta

per la dignita' e i diritti di ogni essere umano,

per la liberazione di tutti gli oppressi,

perche' l'unico mondo che abbiamo cessasse di essere

vulcano, fornace, inferno

e fosse invece un luogo in cui abitare

libere, liberi, tutti.

 

Quando molti si arresero alla menzogna che uccide

allora resisteva Rosa Luxemburg:

nella sua cella soltanto vi era liberta'

tutta la verita' serbava nel suo cuore

tutta l'umanita' quella donna salvava.

 

Quando la uccisero e nel canale la gettarono

da quel canale la sua voce, il suo volto

tutti i mari raggiunse e tutti i cieli:

ci convoca ancora alla lotta la Rosa rossa

per la pace, la liberazione

la responsabilita' che di ogni persona

si prende cura ed ogni oppressione contrasta.

 

Questo chiamiamo nonviolenza in cammino.

 

23. IL VALLETTO

 

"Mentre allo specchio s'aggiusta la cravatta

benevolo sorride l'assassino"

(Le buone maniere spiegate ai governanti e ai cortigiani, fr. I)

 

Il valletto

che furbetto

l'occhio e il labbro stretto stretto

dal suo pero in mezzo ai rami

sbuffa, ghigna e guarda in giu'

 

E che audace

si compiace

della guerra eppero' pace

preferisce la si chiami

e non se ne parli piu'

 

quel valletto

meschinetto

come puoi credergli tu?

 

24. IL PAESE DEI PASSI PERDUTI

 

Passeranno queste ore, questi giorni

e qualcuno sara' morto per sempre.

Passeranno i mesi e gli anni

e forse di nuovo c'incontreremo

e ci ricorderemo di adesso e ci diremo

tu votasti la guerra, tu facesti

morire tanti innocenti

e nulla varra' piangere ora insieme.

 

25. ANNIBALE SCARPANTE: CHI VVOTA PE LA GUERRA, PE LA MORTE

 

Chi vvota pe la guerra, pe la morte

vota, e condanna a mmori' ammazzati

'na massa de pori ciuchi

che nun so' peggio d'esso.

 

Chi vvota pe la guerra e' un mascarzone

che ppe gusto je va' de sfragne all'antri

le zucche loro che ccome la sua

so' vvote e de bbrutti penzieri bullicheno.

 

Chi vvota pe la guerra e' 'n'assassino

je pozza pija' 'n corpo che je secchi

quela manaccia quanno s'arza a di' ammazzamole.

 

26. MISERO AI VOTI IL PREZZO DELLA CARNE

 

Misero ai voti il prezzo della carne

umana, e lo trovaron conveniente:

un ministero, qualche comparsata

televisiva, fondi e posti pubblici.

 

Votarono di uccidere gli afgani

(che tanto e' gente povera e lontana)

e qualche giovane in divisa se va male.

 

Votarono di uccidere. La guerra

votarono. Di uccidere votarono.

Per sempre

si resero assassini.

 

27. UN'EPIGRAFE A "CONTRO LA PENA DI MORTE (E PER LA CORREZIONE FRATERNA)"

 

"Anche il carnefice non lesinava

il di' di festa la sua lacrimuccia"

(Triboletto Senzaveri, Cose inaudite ed altre strambe ancora, I, 1)

 

28. AFGHANISTAN

 

Quanti ancora morire ne dovranno

finche' cessi per sempre la guerra?

 

29. SOLO

 

Solo la pace ferma la guerra.

Solo la democrazia sconfigge il terrorismo.

Solo il disarmo riduce le uccisioni.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza.

Solo la giustizia invera la liberta'.

Solo il dialogo riconosce umanita'.

Solo la misericordia fonda la convivenza.

 

30. OCCORRE

 

Smilitarizzare i conflitti occorre.

L'umanita' e la guerra sono incompatibili.

 

31. ORAZIO DEMACARI: POCHI STUPIDI OTTONARI IN RICORDO DI K. V.

 

"Chi vuol esser lieto, sia,

di doman non c'e' certezza"

(Lorenzo de' Medici, Canzona di Bacco)

 

Questo Curzio che ora giace

non si diede giammai pace

finche' visse rise e amo'

guerra e stragi contrasto'

 

contrasto' i fascisti tutti

le cui gesta grondan lutti

mai volle esser della corte

dell'impero della morte

 

della morte e del dolore

mai volle essere cantore

delle fabbriche di esequie

fu nemico senza requie

 

senza requie e senza inganni

via strappava agli orchi i panni

smascherando eccidi e borie

della storia e nelle storie

 

nelle storie che inventava

la menzogna denunciava

nelle fiabe sue beffarde

la pieta' perenne arde

 

arde e illumina la via

della pace e tuttavia

non si diede giammai pace

questo Curzio che ora giace.

 

32. LUCIANO BONFRATE: LE REGOLE D'INGAGGIO

 

Qui vi ricordo le regole d'ingaggio:

mirare al cuore, predare i telefonini

bruciare al semaforo il lavavetri

bere, vestire, inalare profumo

parlare con voce di cane, di topo

uscire dal folto nelle notti senza stelle

cucinare a fuoco lento gli asini

 

che nessuno esca vivo da Falluja.

 

33. LE ULTIME COSE. CEUX QUI

 

"Ceux qui tricolorent"

(Jacques Prevert, Tentative de description d'un diner de tetes a' Paris-France)

 

Quelli che si opponevano alla guerra quando al governo c'erano altri partiti

quelli che si opponevano alle stragi quando non avevano un ministero

quelli che erano per il disarmo prima di avere una presidenza

quelli che erano antimilitaristi prima d'imparare a sbattere i tacchi

 

Quelli che tutto il potere ai gulag

quelli che l'uomo e' uomo

quelli che i nostri ragazzi

quelli che la nostra civilta'

 

Quelli che o Francia o Spagna

quelli che non e' un pranzo di gala

quelli che mors tua vita mea

quelli che la guerra vinciamola noi

 

Quelli che Dio riconoscera' i suoi

quelli che Parigi val bene una messa

quelli che non vedono l'ora di metterti spalle al muro

quelli che non vedono l'ora di metterti al muro

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 6 del 6 gennaio 2011

 

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