Archivi. 3



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 3 del 3 gennaio 2011

 

In questo numero:

1. Altri versi per il 25 aprile

2. Benito D'Ippolito: Resurrectio mortuorum

3. Osvaldo Caffianchi: Piccola ode in memoria di Saban Bajramovic

4. Corinzio Piegapini: Una canzoncina da incarto di caramella

5. La socievolezza di Sbrindellone

6. Osvaldo Caffianchi: A Civitavecchia il 24 giugno

7. Osvaldo Caffianchi: Il silenzio e il suo silenzio

8. Benito D'Ippolito: Alla deriva e sotto il riflettore

9. Carlo Federico Quarantotti: Riti pagani alla Torre di settentrione della Citta' vecchia

10. Luciano Bonfrate: Nei cpt

11. Osvaldo Caffianchi: Da Tricastin

12. Osvaldo Caffianchi: Eis eauton

13. L'umanita' dopo Hiroshima

14. Dopo Hiroshima l'umanita'

15. Come

16. Se dell'orrore

17. Declinando un invito

18. Consigli di saggezza

19. Le stragi afgane

20. Luciano Bonfrate: Pane e vino

21. Osvaldo Caffianchi: Nulla si dica della guerra afgana

22. Osvaldo Caffianchi: Esercizi di ipocrisia

23. Benito D'Ippolito: Non ti chiede il potere assassino

24. Breve un invito alla resistenza nonviolenta

 

1. EDITORIALE. ALTRI VERSI PER IL 25 APRILE

[Riproponiamo i seguenti testi gia' raccolti in "Voci e volti della nonviolenza" n. 327 del 25 aprile 2009]

 

Riproponiamo alcuni interventi in versi apparsi sul notiziario nei mesi tra maggio e settembre 2008. Abbiamo rinunciato a riproporre qui i testi del quaderno sulle "Dieci parole della nonviolenza in cammino" che avevamo nuovamente riproposto nel fascicolo n. 236 del 27 settembre 2008 di "Voci e volti della nonviolenza"; ed ugualmente abbiamo rinunciato a riproporre qui alcuni interventi contro il razzismo gia' riproposti nelle "Minime" n. 492 del 20 giugno 2008 e in "Voci e volti della nonviolenza" n. 187 del 10 giugno 2008 e n. 188 dell'11 giugno 2008.

 

2. BENITO D'IPPOLITO: RESURRECTIO MORTUORUM

 

Poi viene livida la luce ed e' domani.

 

E quando li ripesca il pescatore

ormai irrigiditi ormai gonfiati

dall'acqua, immobili, non fanno piu' paura.

 

Sono tornati ad essere

esseri umani.

Che triste sorte

esser persone solo dopo morte.

 

3. OSVALDO CAFFIANCHI: PICCOLA ODE IN MEMORIA DI SABAN BAJRAMOVIC

 

Aveva imparato la musica in galera

Saban Bajramovic

 

Sapeva che gli eserciti e l'amore

insieme non possono andare

 

Sapeva cantare, inventare, ridire le voci

che fanno crescere le foglie sugli alberi

convincono il sole e la luna a risorgere

salvano la vita dell'umanita'.

 

4. CORINZIO PIEGAPINI: UNA CANZONCINA DA INCARTO DI CARAMELLA

 

In un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'

 

l'altro e' specchio dello stesso

che riceve quel che da'

 

o pieta' prevale adesso

o ciascuno morira'

 

in un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'.

 

5. LA SOCIEVOLEZZA DI SBRINDELLONE

 

Ah quanto costa ammazzare la gente.

Facciamo di grazia finta di niente.

 

6. OSVALDO CAFFIANCHI: A CIVITAVECCHIA IL 24 GIUGNO

 

Fredde, precise, le agenzie di stampa

danno notizia che a Civitavecchia

nel cupo assolato cantiere di Torre Nord

un dipendente della ditta Pichler,

Ivan Ciffary, di 24 anni,

di nazionalita' slovacca, addetto

al montaggio del nastro trasporto carbone,

e' precipitato da un'altezza stimabile

in 15-20 metri

ed e' deceduto sul colpo. Lo rende

noto dell'Enel un comunicato.

 

E l'amministratore delegato

ha chiesto subito di effettuare

i necessari accertamenti all'Organismo

di Vigilanza per la Sicurezza.

Sono sensibili gli amministratori delegati

e che il sangue sporchi gli impianti

trovano disdicevole per il pubblico decoro

e l'efficienza dell'azienda.

 

Strizzate, gelide, pronte all'ossequio

di stampa le agenzie.

Ebbre di lettere maiuscole. il Migliore

dei Mondi Possibili e' certo

questo. E sempre ha ragione Chi Comanda.

E la notizia di un misero Effetto

Collaterale dello Sviluppo

gia' la cancella la notizia prossima,

una pausa di pubblicita', il pettegolezzo

sul divo alla moda, la dichiarazione

tonitruante del fedele cortigiano.

 

Non dicono pero' che gia' era morto

in quel cantiere Michele Cozzolino

colpito da un tubo innocenti

non molti mesi fa. Non dice l'Enel

che questo cantiere di furia procede

e che tante persone di tutto l'Alto Lazio

non vogliono quella centrale a carbone

che se realizzata uccidera' lentamente

tante persone, come di furia

in questi mesi gia' ne ha uccise due.

Non dicono

quanto feroce sia lo sfruttamento.

Quanto razzista, quanto totalitario

sia l'odio dei ricchi per i poveri

il disprezzo dei ricchi per i poveri

la guerra di classe dei ricchi contro i poveri

la guerra di classe dei rapinatori

contro l'umanita' sfruttata e rapinata

povera perche' da sempre impoverita.

 

Lo dico allora io. E dico anche:

unitevi, lavoratori

di tutti i paesi.

Sorelle e fratelli, unitevi.

Solo chi e' oppresso puo' salvare il mondo.

 

Chi trae profitto dallo sfruttamento

non salva le vite, le uccide.

Chi salva una persona salva il mondo:

chi salva il mondo salva tutte le persone.

 

Una e la stessa e' la lotta

per la dignita' umana di ogni essere umano

per la vita degli esseri umani e del pianeta.

Se non lo dicono le agenzie di stampa,

e dillo allora tu.

 

7. OSVALDO CAFFIANCHI: IL SILENZIO E IL SUO SILENZIO

 

Quei pacifisti che per ben due anni

hanno applaudito all'empia guerra afgana

e agli assassini reso omaggio e ricevuto

dagli assassini l'obolo previsto

per chi degli assassini si fa complice,

certo che tacciono ora

certo che ora anche se gridassero

sarebbe come se tacessero, la loro

parola ormai per sempre e' solo nulla.

 

8. BENITO D'IPPOLITO: ALLA DERIVA E SOTTO IL RIFLETTORE

 

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

gelido ed empio delle telecamere.

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

vacuo e lubrico delle telecamere.

 

Chi a sopravvivere s'era azzardato

veniva posto in gabbia per la colpa

di essere ancor vivo, di aver volto

e voce e cuore e fiele e carne umana.

 

Chi poi riusciva tra i piu' crudi stenti

ad arrivare a terra ed a sfuggire

ai mastigofori delle galere

ridotto a fame e a preda, alla paura

ed alla schiavitu' veniva. Questo

in quel paese detto del tramonto

in quegli anni accadeva.

 

In quel paese in cui l'umanita'

vaniva in cieco carcere, in oscura

selva d'orrore, coro di fantasime.

 

9. CARLO FEDERICO QUARANTOTTI: RITI PAGANI ALLA TORRE DI SETTENTRIONE DELLA CITTA' VECCHIA

 

La lama di ossidiana ostesa al sole

e al popolo in ginocchio, l'officiante

ministro proclamava che gradito

il sacrificio era agli alti dei

degli operai gia' morti nel cantiere

e il sacrificio ancora che verra'

della plebaglia etrusca che il veleno

inalera' negli anni che saranno.

 

10. LUCIANO BONFRATE: NEI CPT

 

Nei cpt le morti silenziose

nei cpt della paura il morso

nei cpt le voci dolorose

nei cpt ove il sangue e' gia' scorso.

 

Sono dieci anni che queste obbrobriose

istituzioni hanno nuovo corso

e del fascismo le gesta piu' odiose

rinnovano in un macabro ricorso.

 

Che sono campi di concentramento

e campi son d'iniqua prigionia

e sono campi di vile tormento

 

per chi gia' abbandono' la sua natia

terra e subi' persecuzione e stento:

e qui ha accoglienza si' malvagia e ria.

 

11. OSVALDO CAFFIANCHI: DA TRICASTIN

 

Da Tricastin nessuna voce giunge?

Su Tricastin nessuno vuol parlare?

gli araldi del ritorno al nucleare

insisteranno e alcuna spina punge

 

i cori loro? E da presso e da lunge

a quali dei si elevan turpi are

e quante vittime sacrificare

ancora occorre? E quale mano unge

 

questo ingranaggio onnidevastatore

e quale braccio sega questo ramo

su cui ristiamo e sotto vi e' l'abisso?

 

E tutto e' disquatrato e tutto e' scisso

e tutto putrido e' reso, e gramo.

E tu contrastalo il potere distruttore.

 

12. OSVALDO CAFFIANCHI: EIS EAUTON

 

La guerra e chi la guerra ha consentito

la guerra e chi la guerra ha sostenuto

la guerra e chi la vita altrui ha venduto

la guerra e chi la vita altrui ha rapito.

 

La guerra in cui si uccide con un dito

la guerra in cui si uccide stando muto

la guerra e come disfa ogni tessuto

la guerra ed il deserto suo infinito.

 

E cosa hai fatto tu per contrastarla?

E cosa hai fatto tu per salvar vite?

Eri distratto dalla vacua ciarla?

 

Eri sedotto dal vile sorite?

Eri ingannato da chi sempre parla?

Degli assassini ormai complice mite.

 

13. L'UMANITA' DOPO HIROSHIMA

 

Ora sappiamo che ci basta il cuore

di fare cenere del mondo intero.

 

Ora sappiamo che l'intelligenza

sa esser piu' feroce di ogni bruto.

 

Ora sappiamo di avere lo strumento

che eradica ogni seme e tutti i sogni

che dell'intera umanita' sa fare

un unico falo', un silenzio immenso,

l'ultima notte senza piu' respiro:

 

ed e' questo strumento l'obbedienza.

 

14. DOPO HIROSHIMA L'UMANITA'

 

Elenco adesso i compiti dell'ora:

sii vigile, abbiamo un solo mondo.

 

Sii vigile, da quell'azione astieniti

che toglie altrui la luce e la parola.

 

Sii vigile, alla guerra sempre opponiti

opponiti agli eserciti e alle armi.

 

Sii vigile, la dignita' difendi

di ogni essere umano, una e' la carne.

 

Sii vigile. E misericordioso.

 

Dopo Hiroshima ogni persona deve

sapersi responsabile di tutto.

 

15. COME

 

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il riarmo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il militarismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il nazionalismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il razzismo?

 

Come si puo' costruire la pace

se non si contrasta la guerra?

 

Se non si contrasta la guerra

come si puo' difendere la democrazia?

 

16. SE DELL'ORRORE

 

Se dell'orrore si provasse orrore

e del dolor dolore si sentisse

ogni tuo sforzo e tutte le tue ore

daresti a far cessar queste empie risse.

 

Ma nulla piu' ti scuote dal torpore

ne' la morale legge ne' le fisse

stelle sai piu', che divorato il core

t'hanno gli inganni dei potenti, e scisse

 

ormai sono del nosse, il posse, il velle

le facolta', e l'anima e' gia' stanca

gia' al sol sentir si' rie novelle e felle:

 

cupa un'eclisse tutto involve e abbranca.

Ma tu resister devi alle procelle

e reca aita e di' con voce franca.

 

17. DECLINANDO UN INVITO

 

Che me ne frega della guerra afgana?

Io sto scrivendo un denso e acuto saggio

su nonviolenza ed etica cristiana:

fermar le stragi e' fuori del mio raggio.

 

L'Italia e' in guerra? Si', pero' e' lontana,

a un popolo barbarico e selvaggio,

e finira' anche questa di buriana,

la civilta' esige il suo pedaggio.

 

E poi adesso ho in corso un importante

progetto di ricerca finanziato

dal ministero sulle opere sante

 

di chi alla salvaguardia del creato

alla giustizia, ed alla pace tante

dedico' cure. Son troppo impegnato.

 

18. CONSIGLI DI SAGGEZZA

 

Contro la guerra afgana protestare?

Ma dura da una vita, e' fuori moda,

certo dispiace che ogni giorno esploda

qualche povero fesso, e bombardare

 

convengo che non sia degno di loda.

Ma se siam li' bisogna pur ballare

e ci son cose dolci e cose amare

e giocoforza e' che chi fa s'imbroda.

 

Adesso protestar contro la guerra

mi pare - posso dirlo? - da cafone,

e che figura fai in televisione?

 

il solito strillone zappaterra...

Suvvia, perche' vuoi farti dar la baia?

Stattene zitto e buono in piccionaia.

 

19. LE STRAGI AFGANE

 

Le stragi afgane. Gia', le stragi afgane.

Come riesci a non pensarci tu?

 

20. LUCIANO BONFRATE: PANE E VINO

 

Vorrebber l'ex ministro e il caudatario

che discutessimo di pace e guerra

come si fa tra gente del bel mondo

pacati, eleganti e fra i sorrisi.

 

No. Noi non sediamo

alla mensa degli assassini,

noi non siam complici degli assassini,

noi non chiudiamo gli occhi sulle vittime.

 

Siam gente vecchia, dalla testa dura,

chiamiamo massacro un massacro

chiamiamo assassino l'assassino, noi

non ci siamo mai prostituiti al carnefice.

 

Sono una cosa il pane e il vino

un'altra il sangue e la carne.

 

21. OSVALDO CAFFIANCHI: NULLA SI DICA DELLA GUERRA AFGANA

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Quei morti non son morti, quei massacri

non sono stati, quegli orrori mai

si sono dati. E chi se ne preoccupa

certo e' un fellone, e mente per la gola.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non ci disturbino nei nostri riti

certe notizie sordide e penose,

dobbiamo concentrarci sui problemi

veri: la forfora, il deodorante.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si faccia l'elenco dei partiti

che hanno votato per le stragi, il ghigno

contratto di chi gode del potere

di togliere la vita, di ammazzare.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Ne' si faccia l'elenco dei solerti

pretesi pacifisti e nonviolenti

d'un subito arruolatisi giulivi

a fare propaganda allo sterminio.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si disturbino gli assassini

che qui in Italia quegli orrori hanno

voluto, e votato, e sostenuto.

Perche' mai rovinarci le vacanze?

 

22. OSVALDO CAFFIANCHI: ESERCIZI DI IPOCRISIA

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

Pretendersi pacifisti e nonviolenti

ed esser complici della guerra afgana,

aver votato per la guerra afgana,

avere fatto propaganda per la guerra,

e sui cadaveri degli assassinati

sputato sentenze peggiori del catarro.

 

Non capire che proprio il cedimento

alla guerra assassina ha aperto il varco

alla vittoria anche nel nostro paese

del razzismo piu' cupo e feroce,

del potere fascista e mafioso.

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

23. BENITO D'IPPOLITO: NON TI CHIEDE IL POTERE ASSASSINO

 

Non ti chiede il potere assassino

di afferrare libro e moschetto.

Il potere assassino ti chiede

di adagiarti davanti allo schermo

di lasciargli eseguire il lavoro

di non disturbare

il manovratore.

 

Il potere assassino riduce

a suoi servi a suoi complici a succubi

tanti un tempo - un tempo - avversari

non chiedendo che indossino nera

la camicia marciando sudati

ma imponendo la ciarla infinita

ed a tutti i massacri la resa.

 

Il potere assassino e' ben lieto

che invochiate la pace e l'amore

e si associa alle vostre preghiere

basta solo che non disturbiate

le manovre del manovratore

il lavoro che esegue sapiente.

 

Il potere assassino non vuole

il tuo plauso, soltanto la tua

comprensione, la tua rilassata

indulgenza alle stragi che compie.

 

La sa lunga il potere assassino

lo sa fare il lavoro che estingue.

 

24. BREVE UN INVITO ALLA RESISTENZA NONVIOLENTA

 

Normali cittadini con la spranga

le gesta emulan del freddo drone:

in questa apocalisse nessun pianga,

si esegue qui la legge del padrone.

 

La legge che prescrive che alla stanga

si stia lo schiavo, ed a disposizione

di tutti i maschi ogni donna, e s'infranga

pure ogni corpo ed anima; il bastone

 

reca il diritto e la filosofia,

e' del bastone l'ultima parola,

chi non lo adora se ne vada via

 

da questa terra, da quest'alma scuola

che di fascismo ha nome. A tal follia

sappi resister: hai una vita sola.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

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Numero 3 del 3 gennaio 2011

 

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