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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 2 del 2 gennaio 2011

 

In questo numero:

1. Xenia, Satura, Versuche

2. Luce Fabbri come educatrice

3. Per Marco Bemporad

4. In epigrafe a "Gli assassini e i loro complici"

5. In epigrafe a "La rimozione"

6. Osvaldo Caffianchi: Da Capitini, a quarant'anni dalla scomparsa

7. La domandina del facinoroso

8. Per il 4 novembre giorno di lutto

9. Poiche' le armi

10. Per la giornata del dialogo

11. Giobbe Santabarbara: Breve una lettera a Sperone Speretti

12. Benito D'Ippolito: Nell'anniversario della notte dei cristalli

13. Benito D'Ippolito: Lacrime per Miriam Makeba

14. Giobbe Santabarbara: I pacifisti parastatali

15. Severino Vardacampi: Le vittime al rogo

16. In cammino

17. Fidelio Forcanti: Istruzioni per sopprimere le zingarelle

18. Fidelio Forcanti: Istruzioni per sopprimere le donne usate e in esubero

19. Fidelio Forcanti: Istruzioni per sopprimere le Costituzioni

20. Fidelio Forcanti: Del futuro, se vi sara'

21. Luciano Bonfrate: La lavatrice

22. Il presidente latra sui cadaveri

 

1. EDITORIALE. XENIA, SATURA, VERSUCHE

[Riproponiamo i seguenti testi gia' raccolti in "Voci e volti della nonviolenza" n. 326 del 24 aprile 2009]

 

Riproponiamo di seguito alcuni interventi in versi apparsi sul notiziario nei mesi tra ottobre e dicembre 2008.

Abbiamo rinunciato a riproporre qui i "Dieci sonetti a Vicenza" cui abbiamo dedicato l'intero fascicolo n. 242 del 13 ottobre 2008 di "Voci e volti della nonviolenza" (in cui riproponemmo anche i testi di un vecchio quaderno di un corso di educazione alla pace) ed analogamente abbiamo rinunciato a riproporre i testi ripresi ne "La domenica della nonviolenza" n. 191 del 23 novembre 2008 in cui riportavamo alcuni interventi della campagna per il referendum brasiliano contro le armi del 2005 (idem per il testo "Mi hanno ammazzato e non potro' votare" che riproponemmo in "Voci e volti della nonviolenza" n. 267 del 28 novembre 2008, fascicolo anch'esso tutto dedicato all'impegno contro la produzione e circolazione delle armi).

Abbiamo incluso invece alcuni frammenti in versi pubblicati in exergo ad interventi in prosa; ed abbiamo incluso altresi' alcuni brevissimi editoriali in prosa che possono esser letti anche come versi. I testi a firma di Fidelio Forcanti avevano come titolo comune Galgenlieder.

 

2. LUCE FABBRI COME EDUCATRICE

 

Illuminava tutto quella luce

e quella luce era Luce Fabbri

dell'anarchia memoria, storia, volto

e della nonviolenza.

 

Contrasto' sempre il male e sempre volle

giustizia e liberta'. Insegno' sempre

la scienza e la coscienza, e degli oppressi

sempre fu voce, e braccio, e intelligenza.

 

Illuminava tutto quella luce

e quella luce era Luce Fabbri.

 

3. PER MARCO BEMPORAD

 

Un messaggero giunge al contrafforte:

Compagni, reco adesso due notizie.

E' triste l'una, e' quella della morte

di Marco Bemporad che alle ingiustizie

 

sempre si oppose, e tra i forti il piu' forte

combatter volle tutte le nequizie

e tutte raddrizzar le cose storte

e contrastare tutte le malizie.

 

L'altra notizia che vi reco ancora

e' lieta questa, e fatevi coraggio:

che Marco fino all'ultima sua ora

 

e' stato un uomo buono, e il suo viaggio

servi' l'umanita', e ognor l'onora.

Gli renda ogni persona buona omaggio.

 

4. IN EPIGRAFE A "GLI ASSASSINI E I LORO COMPLICI"

 

"Non possono piu' chiedere pieta' gli assassinati

e muto e' d'essi il coro.

Furenti la pretendono invece gli assassini

mentre continuano ghignanti l'opra loro.

Chi gli assassini serve le lor vittime ancide

e nulla giova poi tardivo ploro"

(Persio Malestri)

 

5. IN EPIGRAFE A "LA RIMOZIONE"

 

"- Geronte: Solo restasti?

- Tetragono: Con il vero solo.

E con le vittime di tanta strage.

- Geronte: Non solo dunque..."

(Eufemio Cecidi, Torneamento di vanitati)

 

6. OSVALDO CAFFIANCHI: DA CAPITINI, A QUARANT'ANNI DALLA SCOMPARSA

 

Da Capitini ho imparato questo:

che adesso e' l'ora che devi resistere,

non aspettare che comincino altri

sii tu a dare inizio a cio' che e' giusto.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che vince chi non cessa di persistere

nel vero, il giusto, il buono e non dimentica

che la misericordia salva il mondo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che tutto e' da salvare e che mai nulla

di cio' che e' buono e' inutile o va perso

il bene resta bene eternamente.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che quel che conta e' mettersi in cammino

e la buona battaglia ovunque attende

te, proprio te; non perdere altro tempo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

le molte vie, le molte lingue, i molti

diversi volti ad una stessa cosa

convocan tutti: al dono della pace.

 

7. LA DOMANDINA DEL FACINOROSO

 

Gentile, egregio, illustre signor il Presidente,

a presentar domanda vengo con la presente

a un posto anche part-time come facinoroso.

 

Del santo manganello, del tosto sfollagente

so l'uso, e meno pugni come se fosse niente:

mi assuma, gesummio, che sono bisognoso.

 

Se penso a certa gente che lei ministri ha fatto

(e c'e' chi si e' creduto che fosse uscito matto)

mi dico: che mi manca? anch'io sono un razzista

 

mi dia quest'occasione che sara' soddisfatto

chissa' che poi un domani se bene m'arrabatto

mi trova un portierato, o mi fa giornalista.

 

8. PER IL 4 NOVEMBRE GIORNO DI LUTTO

 

Fini' quell'inutile strage

giurarono i superstiti: mai piu'.

 

Altre ne vennero poi

ed oggi ancora.

 

Non vi sara' salvezza per l'umanita'

se non si aboliscono le armi

se non si aboliscono gli eserciti

se non si ripudia per sempre la guerra.

 

9. POICHE' LE ARMI

 

Poiche' le armi servono a uccidere

tu a tutte le armi opponiti sempre.

 

Poiche' gli eserciti servono a uccidere

tu a tutti gli eserciti opponiti sempre.

 

A tutte le guerre, a tutte le stragi

tu opponiti sempre. Opponiti sempre.

 

10. PER LA GIORNATA DEL DIALOGO

 

Da questo si potrebbe cominciare:

cessar le guerre, smettere di uccidere.

 

11. GIOBBE SANTABARBARA: BREVE UNA LETTERA A SPERONE SPERETTI

 

Sperone Speretti sostiene

che quando la guerra la fanno gli amici suoi

sia il male minore (e quindi quasi un bene).

Lo racconti agli afgani assassinati.

 

Sperone Speretti evidentemente ritiene

che quando la Costituzione la violano gli amici suoi

non sia piu' reato, ma trascurabile quisquilia.

Lo stesso pensano tutti i golpisti.

 

Sperone Speretti si stupisce infine

e come lui quanti prostituitisi

alla guerra e all'illegalita'

che le elezioni poi le vinca Berlusconi.

 

Sperone Speretti una volta mi sembrava

un ingenuo nei suoi stessi errori amabile

ora non piu': che fa la differenza

il sangue sparso, il sostegno agli uccisori.

 

Quanto vorrei che presto rinsavisse

quanto vorrei che infine si pentisse

quanto vorrei che potessero tornare

in vita della guerra le vittime.

 

12. BENITO D'IPPOLITO: NELL'ANNIVERSARIO DELLA NOTTE DEI CRISTALLI

[Riproponiamo questo vecchio testo del nostro buon amico Benito D'Ippolito]

 

Nella notte tra il nove ed il dieci novembre

dell'anno millenovecentotrentotto, nella Germania

che fu di Goethe e di Heine, di Hegel e di Beethoven

caduta in pugno alla ciurma hitleriana

fu scatenata la strage che reca

questo nome orribile di notte dei cristalli.

 

E tu che leggi queste spente righe

fermati a considerare

e accendi una lampada ancora

a fare luce, a far memoria delle vittime,

a tener sveglia l'umanita' sempre.

 

13. BENITO D'IPPOLITO: LACRIME PER MIRIAM MAKEBA

 

Stava sul palco come su una barricata

la nostra sorella Miriam Makeba

con la sua voce combatteva il fascismo.

 

Contro il fascismo aveva combattuto

in Sud Africa, aveva combattuto

in America, aveva combattuto

ovunque nel mondo il fascismo assassino.

La nostra compagna Miriam Makeba

con la sua voce che resuscitava i morti.

 

Venne infine qui tra noi dove il fascismo

col nome di camorra col nome di governo

perseguita e assassina.

La nostra sorella Miriam Makeba

la nostra compagna Miriam Makeba.

 

Contro i poteri criminali tutti

lottava Miriam Makeba

per l'umanita' che e' una soltanto

lottava Miriam Makeba.

 

Stava sul palco come su una barricata

la nostra sorella Miriam Makeba

con la sua voce combatteva il fascismo.

 

E la sua lotta tu portala avanti.

 

14. GIOBBE SANTABARBARA: I PACIFISTI PARASTATALI

 

I pacifisti parastatali

quando lo stato ha in corso una guerra

stanno buonini, garbati, curiali

ne' fan pipi' ne' sputan per terra.

 

I pacifisti parastatali

mentre lo stato massacra la gente

son servizievoli e fin serviziali

non si scompongono manco per niente.

 

I pacifisti parastatali

basta a tenerli tranquilli ed inerti

qualche soldino e due cerimoniali

modico e' il prezzo con cui li perverti.

 

I pacifisti parastatali

sono una gioia, sono un giulebbe:

ciechi alle gesta ferine e ferali

quale governo non li apprezzerebbe?

 

15. SEVERINO VARDACAMPI: LE VITTIME AL ROGO

 

Dei morti del rogo non dire parole

che oltraggio suonino o beffa.

Vittime sono dell'oppressione di classe.

 

Mai cosi' forte, mai cosi' violenta

mai cosi' totalitaria, mai

cosi' introiettata da tutti coloro

che non sono tra i reietti

e tra i reietti anche.

 

La lotta di classe dei ricchi contro i poveri,

dei rapinatori contro i rapinati,

degli sfruttatori contro gli sfruttati,

degli avidi contro gli affamati,

non si e' mai interrotta.

 

Che riprenda

anche la lotta delle oppresse e degli oppressi.

 

16. IN CAMMINO

 

In cammino e' la nonviolenza.

Speriamo che arrivi in tempo.

 

17. FIDELIO FORCANTI: ISTRUZIONI PER SOPPRIMERE LE ZINGARELLE

 

Si prenda uno specchio, uno specchio lucente.

Dal sacchetto di sabbia che avete alla finestra

versate in un cucchiaio pochi grani.

Dieci bottiglie d'acqua minerale

basilico, cipolla e un ombrellone.

Aggiungete una folla di bagnanti, un giorno

di festa, afa quanto basta. Dite a tutti

di guardare per un po' da un'altra parte, il tempo

di prendere le impronte digitali, di scrivere

sul telefonino gli auguri alla morosa, di stringere

bene

il cappio

al collo.

Di diventare ministri. Di varare

le leggi speciali in difesa della razza.

Di riaffermare, giurabacco, la virilita' ariana.

E' cosi' facile, e' cosi' igienico.

 

18. FIDELIO FORCANTI: ISTRUZIONI PER SOPPRIMERE LE DONNE USATE E IN ESUBERO

 

Avete una donna in esubero? Una schiava

che si ribella, una soffocante

parlatrice? Una squinzia, una di quelle,

una povera e goffa femmina, e non sapete

come sbarazzarvene, il servizio a richiesta

dei rifiuti ingombranti non risponde al telefono?

 

Fate da soli quello che lo stato

e' troppo torpido per fare presto e bene.

Comprate una mazza da baseball, un ferro

da golf, un completo da tennis.

Oppure trovate nel cassetto in cucina

la lama affilata, il fucile da caccia,

la dentiera da lupo. O nel garage

il crick con le tacche sul calcio

il trapano con la fiocina, l'accetta

a uranio impoverito.

Ma per fare prima bastano i pugni.

 

Il segreto e' colpire con decisione

e' la decisione che uccide, il resto segue.

 

Possibilmente disponete prima

un telo di plastica sul pavimento:

quanto tempo si risparmia e quanto invece

e' noioso dover ripulire dal sangue

il parquet immacolato o i mattoni

gia' rotti e porosi.

 

Abbiate l'avvertenza di scegliere

un cassonetto che non sia stracolmo.

Poi fatevi una birra con gli amici

e candidatevi pure al parlamento.

 

19. FIDELIO FORCANTI: ISTRUZIONI PER SOPPRIMERE LE COSTITUZIONI

 

Basta cosi' poco

che quasi ci si vergogna a spiegarlo.

 

In questo antico regno di Nusmundia

con il sostegno di poteri innominabili

e incappucciati presto diventate

imprenditore edile, poi create

una rete di televisioni. Fondate

un partito. Vincete

piu' e piu' volte le elezioni, dichiarate

che unica legge e' quella del piu' forte.

 

Aprite la stagione

di caccia al marocchino, rivendicate

il diritto di saccheggio ai vincitori,

chiudete

nel fondo della caverna platonica tutti

i volontari alla leva degli schiavi.

 

Mettetevi d'accordo con tutti

coloro che sono disposti a sedere alla mensa

dove dolce si mesce il sangue umano.

Per gli altri i campi e le forche,

le ronde, la lama e il manganello

e i bombardieri se proprio ci vuole.

 

Ricordatevi il motto immortale

delle signore che incontro' Macbeth.

 

20. FIDELIO FORCANTI: DEL FUTURO, SE VI SARA'

 

Altre ed altri verranno, migliori di noi,

dei nostri sordidi segreti rideranno.

Non ruberanno il pane all'affamato

non calcheranno il piede sopra i volti.

Sapranno dire le parole vere

sapranno dire le parole buone.

Ci guarderanno come statue di sale

forse di noi avranno compassione.

 

21. LUCIANO BONFRATE: LA LAVATRICE

 

Eravamo cosi' poveri che guardavamo

la televisione nelle lavatrici

dietro la vetrina della lavanderia.

Le matte risate ricordo

ricordo lo sguardo sgomento

dei passanti che ci condannavano:

Sono poveri, si sa, sono stupidi.

 

Poi al bar dello sport una sera guardando

la televisione mi accorsi che anch'essa

altro non era che una lavatrice

in cui i panni degli assassinati

del sangue venivano lavati

e quelli che li avevano indossati

dimenticati erano per sempre.

 

22. IL PRESIDENTE LATRA SUI CADAVERI

 

Proclama il presidente che il paese

e' unito nel sostegno ai militari

che nella guerra afgana a tante imprese

d'arme e di gloria s'appalesan pari.

 

Ahilui che le sonanti, alate, accese

parole di discorsi si' preclari

e della propaganda il lustro arnese

non bastano a nascondere gli amari

 

frutti del crimine: le genti uccise,

le stragi infami, il mare di dolore

l'umanita' straziata e resa niente

 

e sul deserto altro deserto e intrise

di sangue spoglie ovunque, e ovunque orrore.

E sulle spoglie latra il presidente.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

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Numero 2 del 2 gennaio 2011

 

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