Coi piedi per terra. 428



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 428 del 27 novembre 2010

 

In questo numero:

1. Una lettera aperta alle commissioni parlamentari Cultura

2. Una lettera aperta alle commissioni parlamentari Ambiente

3. Una lettera aperta alle commissioni parlamentari Sanita'

4. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. DOCUMENTI. UNA LETTERA APERTA ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI CULTURA

[Nuovamente diffondiamo il seguente documento gia' apparso nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]

 

Ai presidenti delle Commissioni parlamentari Cultura

e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Viterbo, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, all'assessore all'ambiente del Comune di Viterbo, a tutti i consiglieri del Comune di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, alla ministra dell'Ambiente, al ministro dei Beni Culturali, al ministro della Salute, al ministro dei Trasporti, alla ministra del Turismo, ai mezzi d'informazione locali e nazionali

Oggetto: Segnalazione ed appello in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame; contro la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge

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Egregi presidenti delle Commissioni Cultura della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,

vi segnaliamo che l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, di dantesca memoria, un vero e proprio bene dell'umanita', e' gravemente minacciata di irreversibile devastazione e catastrofico inquinamento da manovre speculative di selvaggia aggressione sia del territorio e dei beni naturali e culturali, sia della salute e dei diritti della popolazione locale.

Punta di lancia di questa aggressione e' il progetto dissennato ed illecito di realizzare, nel cuore di un'area cosi' unica e preziosa, un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.

La realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze:

a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;

b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;

c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;

d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');

e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';

f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;

g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

Quell'area va tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.

Con la presente lettera sollecitiamo tutte le istituzioni variamente competenti a un impegno in difesa di questa preziosa area, assurdamente minacciata di irreversibile devastazione, e in difesa del diritto alla salute della popolazione viterbese; un impegno che si opponga alla realizzazione di un insensato ed illegale mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bullicame a Viterbo.

Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, distinti saluti,

*

le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 21 novembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo

Viterbo, 22 novembre 2010

 

2. DOCUMENTI. UNA LETTERA APERTA ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI AMBIENTE

[Nuovamente diffondiamo il seguente documento gia' apparso nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]

 

Ai presidenti delle Commissioni parlamentari Ambiente

e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Caprarola, al sindaco del Comune di Ronciglione, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri del Comune di Caprarola, a tutti i consiglieri del Comune di Ronciglione, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, alla ministra dell'Ambiente, al ministro dei Beni culturali, al ministro della Salute, alla ministra del Turismo, ai mezzi d'informazione locali e nazionali

Oggetto: Richiesta di intervento per il risanamento del lago di Vico, per la salubrita' delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione

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Egregi presidenti delle Commissioni Ambiente della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,

vi e' gia' nota la grave situazione delle acque del lago di Vico, sulla quale da tempo e' stato sollecitato un intervento delle competenti istituzioni al fine dell'adozione di urgenti e adeguati provvedimenti per il risanamento del lago di Vico, per la salubrita' delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione.

Non risulta tuttavia che i Ministeri variamente competenti abbiano fin qui esercitato una adeguata, tempestiva, efficace azione, e la situazione continua ad essere assai preoccupante.

*

Un quadro della situazione si evince dal recente esposto inviato dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)" al Commissario Europeo all'Ambiente il 24 maggio 2010, che di seguito testualmente riproduciamo:

"Al Commissario all'Ambiente dell'Unione Europea, al Ministro della Salute, al Ministro dell'Ambiente

e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, al Servizio veterinario della Asl di Viterbo, al Direttore generale dell'Istituto superiore di sanita', al Presidente dell'Istituto superiore di sanita', all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell'Ato 1 - Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio, al Direttore dell'Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, al Direttore Regionale Energia e Rifiuti, al Direttore del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc, all'Assessore all'Ambiente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio, all'Assessore alla Sanita' della Regione Lazio, al Presidente della Commissione  Ambiente del Senato, al Presidente della Commissione Igiene e sanita' del Senato, al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, al Presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati

Oggetto: Un contributo di analisi ed una ennesima richiesta di intervento in relazione agli sviluppi della vicenda del lago di Vico dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo.

L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde di Viterbo il  30 marzo 2010  ha presentato un esposto (in allegato) al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della Salute sul gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall'inquinamento dell'ecosistema del lago di Vico.

L'esposto, oltre a fornire un quadro dettagliato, documentato e circostanziato delle problematiche ambientali e del rischio sanitario determinato dal rapido deterioramento della qualita' delle acque del lago, ha indicato anche le proposte, piu' volte formulate, dell'Isde di Viterbo per l'avvio di una rapida ed efficace bonifica e tutela dell'intero ecosistema lacustre e per garantire acque salubri e potabili alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.

A seguito di questo esposto sono state presentate numerose interrogazioni da parte di deputati, senatori ed europarlamentari.

L'Isde, in relazione ai piu' recenti sviluppi di questa situazione, intende con il presente documento mettere a disposizione un ulteriore contributo sia di informazione, sia di replica a erronee dichiarazioni altrui e sia di rinnovata proposta di interventi ormai non piu' procrastinabili.

L'attuale situazione ambientale del  lago di Vico

Sono evidenti e ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago di Vico (presenza di periodiche fioriture dell'alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica e cancerogena, marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e della loro trasparenza, presenza di metalli pesanti in elevata concentrazione nelle acque e nei suoi sedimenti, etc.).

Nella riunione, promossa dall'Assessorato all'Ambiente della Provincia di Viterbo, svoltasi il  2 marzo 2010, sul tema "Attivita' di contrasto al degrado della qualita' delle acque del lago di Vico", sono stati presentati dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico (As) e di  altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e  Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) -.

Ulteriori risultati di indagine, presentati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo alla riunione svoltasi il 10 maggio 2010 presso il  Dipartimento Regionale Rifiuti ed Energia, hanno confermano la presenza di Arsenico in concentrazioni molto elevate nei sedimenti lacustri.

Un recente documento del Centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia riferisce i risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della Difesa per la ricerca di masse anomale interrate presso il Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione (indagine che ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito).

Da questo documento emerge che da carotaggi ed analisi chimiche su campioni di terreno prelevati sono stati rilevati valori di Arsenico superiori a quanto previsto dalla normativa in vigore e pertanto il sito militare in prossimita' del lago risulta contaminato.

Questi dati e documenti confermato il degrado e l'inquinamento del lago di Vico e impongono immediate norme di tutela ed interventi di bonifica non piu' rimandabili: riduzione immediata e drastica dell'uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole; controllo e verifica di  tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimita' del lago; intensificazione dei controlli di tutte le attivita' all'interno della riserva; avvio della bonifica del sito militare Nbc di Ronciglione.

La potabilizzazione  delle acque erogate alla popolazioni di Ronciglione e Caprarola

I comuni di Caprarola e Ronciglione utilizzano per la maggior parte acque captate dal lago di Vico.

Le acque in relazione alla loro classificazione devono subire un efficace processo di filtrazione e potabilizzazione prima di essere distribuite alle popolazioni per uso umano.

L'inadeguatezza della filtrazione e quindi della potabilizzazione delle acque distribuite alla popolazioni di Caprarola e Ronciglione risulta evidente da una nota del  4 gennaio 2008, con la quale il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica, sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, in considerazione dei risultati degli esami effettuati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo che evidenziavano la presenza di Cianobatteri - Plankthotrix spp -, proponeva ordinanza di non potabilita' dell'acqua ai sindaci di Caprarola e Ronciglione.

L'inadeguatezza della filtrazione risulta anche da alcuni esami condotti sempre dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo nel periodo compreso da marzo 2008 a dicembre 2009, che evidenziano l'abbondante e costante presenza di alghe (Diatomee, Cloroficee e Microflagellati) e in particolare la massiccia presenza di Cianobatteri anche dopo l'esecuzione di lavori di adeguamento dei potabilizzatori nei Comuni lacustri.

Una conferma del pregresso cattivo stato dell'impianto di potabilizzazione nel comune di Ronciglione e' inoltre contenuta in un   "Memorandum" redatto in data 23/12/2009 dal  Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo; nella  relazione  tecnica "Verifica delle condizioni tecnico-qualitative dell'acquedotto comunale di Ronciglione - Vt" redatta dalla societa' Sif (Sistema Integrato di Fitodepurazione) e nell'ordinanza n. 12/2010 del sindaco di Ronciglione nella quale si fa addirittura risalire al maggio 2002 il riscontro dell'inadeguatezza dei filtri e quindi il loro non utilizzo.

Le pregresse e le attuali condizioni di funzionamento dei potabilizzatori comunali sembrano pertanto non garantire in modo completo ed efficace la potabilita' delle acque captate dal lago e tale situazione accresce la preoccupazione per il rischio sanitario al quale sono state esposte e sono esposte le popolazioni anche in considerazione della presenza dei nuovi ed eterogenei elementi inquinanti rilevati di recente nelle acque del lago e nei suoi sedimenti.

E' urgente quindi che siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l'ospedale di Ronciglione e per tutte le industrie alimentari locali.

E' altresi' necessario avviare, come piu' volte richiesto dall'Isde di Viterbo, uno studio di fattibilita' finalizzato alla realizzazione di pozzi da dotare di dearsenificatori per  garantire un approvvigionamento idrico di migliore qualita' e sicurezza e che siano posti in opera in tempi brevissimi impianti di filtrazione e potabilizzazione cosiddetti pilota per studiare le migliori tecniche di purificazione dell'acqua in relazione alle peculiari problematiche di degrado ed inquinamento del lago di Vico.

Il monitoraggio della microcistina tossica e cancerogena nelle acque destinate a consumo umano

Il microrganismo Planktothrix rubescens, detta comunemente alga rossa e segnalata dal 2007 nelle acque del lago di Vico, produce numerosi tipi di tossine dette microcistine a valenza epatotossica, gastroenterica e con possibile azione cancerogena.

Gli effetti delle microcistine sulle persone e gli animali possono essere cosi' riassunti: epatotossicosi acuta per ingestione diretta; polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, nel corso di attivita' ricreative e sportive in sistemi idrici contaminati da alghe in fase di fioritura; promozione di tumori, se ingerite in dosi sub-acute per diverso tempo (tumori epatici, gastrointestinali, epiteliali).

Le persone possono essere esposte alle tossine attraverso l'ingestione di acqua potabile contaminata, tramite la balneazione, l'inalazione di aerosol durante attivita' ricreative in prossimita' delle aree di fioritura dell'alga, con l'assunzione di alimenti trattati e realizzati con acque contaminate (la microcistina non e' termolabile), durante i trattamenti di emodialisi.

La  fauna ittica che vive nei bacini e negli invasi contaminati e' anch'essa esposta alle tossine cosi' come gli animali che vivono in allevamenti, nel caso vengano abbeverati con acque contaminate dalle microcistine, e le specie vegetali irrigate con le stesse.

La flora e la fauna contaminata da queste microcistine possono divenire ulteriori vettori di esposizione per le persone in quanto entrano a far parte della  catena alimentare.

Da quanto sopra esposto risulta del tutto evidente che sarebbe stato indispensabile e di grande importanza, a partire dal 2007, un costante monitoraggio della concentrazione e della presenza di questa microcistina nelle acque del lago, nella fauna ittica e soprattutto, e per evidenti motivi di tutela della salute pubblica, nelle acque destinate a consumo umano.

Dalla documentazione in possesso dell'Isde: il Memorandum del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, e un carteggio tra questo stesso Dipartimento, l'Arpa Lazio - sezione di Viterbo e l'Ato1 -Lazio, non risulta che finora sia stato attuato alcun monitoraggio di questa microcistina.

In tre lettere inviate all'Isde dal Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell'Istituto Superiore di Sanita', rispettivamente: n. di protocollo 11/05/2010 - 0020790, n. 11/05/2010 - 0020791 e n. 11/05/2010 - 0020792, si afferma che non esiste alcuna convenzione tra l'Istituto Istituto Superiore di Sanita' e le amministrazioni comunali di Caprarola e Ronciglione ma che sono stati effettuati finora solo esami estemporanei su alcuni campioni di acqua prelevati il 5 marzo 2010 a Caprarola e il 7 aprile 2010 a Ronciglione, mentre e' iniziata solo dal 15 marzo 2010, e in forma sperimentale, una ricerca "sull'eventuale presenza e rimozione di tossine algali nelle acque da destinare e destinare a consumo umano prelevate dal lago di Vico" ad integrazione di una precedente convenzione sempre tra l'Istituto Istituto Superiore di Sanita' e l'Ato 1 - Lazio.

Il mancato monitoraggio, dal 2007 ad oggi, della presenza e della concentrazione di questa microcistina tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano ed in quelle utilizzate nei pubblici esercizi, nelle scuole e per le preparazioni di alimenti ha di fatto determinato una condizione di elevato rischio sanitario derivante dall'esposizione cronica e non quantificata a questa sostanza per le popolazioni e in particolare per i bambini, le donne in gravidanza e i malati.

L'Isde ribadisce l'estrema urgenza dell'avvio del monitoraggio nelle acque destinate a consumo umano di questa sostanza e di tutti gli altri possibili inquinanti, soprattutto di quelli individuati dalle recenti ricerche dell'Arpa Lazio - sezione di Viterbo nelle acque e nei sedimenti del lago.

L'Isde, per le ragioni esposte, ribadisce la necessita' e il dovere che gli enti preposti programmino e diano inizio a studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.

L'Arsenico, gli IPA e i metalli pesanti nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico

Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/02, disciplina la qualita' delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrita' e la pulizia.

Il valore limite ammesso da questo Decreto per l'Arsenico nelle acque destinate a consumo umano e' di 10 microgrammi/litro e solo per  continue deroghe regionali e' stato innalzato a 50 microgrammi/litro per i Comuni dell'Alto Lazio appartenenti all'Ato1 - Lazio.

L'arsenico in considerazione della sua cancerogenicita' e tossicita' e della possibile interazione con le altre sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall'inquinamento del lago di Vico, dovrebbe essere monitorato con una frequenza di sicuro maggiore rispetto a quanto fatto finora e secondo quanto prescritto e disposto dal D. Lgs. 31/2001 all'art. 8 comma 1, che, in situazioni di criticita' delle acque, impone di aumentare i controlli rispetto a quelli effettuati di routine in modo tale da "garantire la significativa rappresentativita' della qualita' delle acque distribuite durante l'anno, nel rispetto di quanto stabilito dall'allegato II".

I recenti dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di Vico di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) , Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) - costituiscono un'ulteriore e seria preoccupazione per le possibili conseguenze sanitarie e ambientali.

E' del tutto evidente inoltre che devono essere indagate ed individuate provenienza  e responsabilita' per le sostanze tossiche e cancerogene rilevate nel lago di Vico che di norma sono estranee agli ecosistemi lacustri.

L'Isde ritiene necessario ed urgente, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati nei sedimenti del lago, un monitoraggio piu' frequente di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, in quanto esiste la possibilita' che gli elementi inquinanti presenti nei sedimenti possano essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali anche in concentrazioni dannose per la salute soprattutto se il livello delle acque del lago dovesse essere ridotto.

E' inoltre un dato scientificamente acquisito che piu' elementi tossici e/o cancerogeni possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi.

Relativamente all'Arsenico, presente nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico, e' noto che l' Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica questo elemento come cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.

L'assunzione cronica di Arsenico e' indicata da numerosissimi studi scientifici quale responsabile anche di patologie cardiovascolari  (in particolare della "malattia del piede nero - black foot disease" per compromissione della vascolarizzazione periferica); di  neuropatie periferiche; di diabete di tipo 2; di lesioni cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi); di disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

L'Isde torna quindi a ribadire la necessita' di un monitoraggio che sia effettuato con maggiore frequenza e su un piu' largo e  rappresentativo numero di fonti e punti di distribuzione rispetto a quanto fatto in passato e rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga.

L'informazione ai cittadini

L'Isde, come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31,  torna a chiedere la convocazione di assemblee pubbliche, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, dell'Arpa Lazio - sezione di Viterbo insieme ai Sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulle problematiche ambientali del lago di Vico e sulle possibili conseguenze sanitarie che ne possono derivare.

E' necessario convocare queste assemblee anche per rispondere alla motivata e crescente preoccupazione dei cittadini di Caprarola e Ronciglione e per dare consigli ed istruzioni per un corretto utilizzo dell'acqua  teso a ridurre il rischio sanitario in attesa di interventi risolutivi e definitivi.

Conclusioni

Il lago di Vico e' una risorsa idrica fondamentale per l'intero territorio viterbese oltre ad essere un'area di inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed economico per le tante attivita' legate al turismo.

Il suo attuale inquinamento e degrado sono anche la conseguenza di quella stessa mancanza di legalita' e senso di responsabilita' che ha generato e continua a generare disastri ambientali e sanitari in tante parti d'Italia.

Il lago di Vico deve essere subito protetto, tutelato e risanato e questo e' possibile, come indicato in piu' occasioni dall'Isde, attraverso l'uso di specifiche tecnologie di bonifica, interventi mirati di studio, monitoraggio e l'eliminazione di ogni fonte di inquinamento.

L'Isde chiede un impegno concreto e collegiale perche' si arrivi rapidamente ad una soluzione positiva di questa vicenda nell'interesse della collettivita' e per il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia ambientale e sanitaria e per la tutela del diritto alla salute per tutte le persone e in particolare per i bambini".

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Successivamente il Commissario Europeo all'Ambiente e' intervenuto preannunciando che "La Commissione Europea chiedera' alle autorita' italiane di riferire in merito agli ultimi risultati dei controlli effettuati sull'acqua destinata al consumo umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione e continuera' a monitorare attentamente l'osservanza della normativa, prendendo all'occorrenza i necessari provvedimenti, tra cui l'eventuale attivazione della procedura di infrazione".

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Ma la situazione non e' successivamente migliorata: nell'ultima seduta del tavolo tecnico istituito dalla Provincia di Viterbo sull'emergenza delle acque del lago di Vico del 7 ottobre 2010 la rappresentante dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ha esposto la situazione attuale nei termini che di seguito riportiamo riprendendo la sintesi del suo intervento:

"L'"Associazione italiana medici per l'ambiente" di Viterbo esprime apprezzamento per tutte le iniziative delle istituzioni messe in programma per il risanamento e la tutela dell'ecosistema del lago di Vico ma al tempo stesso deve ribadire la forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari connessi al ben documentato degrado della qualita' delle acque del lago.

La maggior parte delle acque erogate dagli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono infatti captate dal lago di Vico e anche recentissimi  esami, eseguiti nel mese di agosto 2010 dall'Arpa Lazio continuano ad evidenziare una massiccia e costante presenza di alghe e di cianobatteri, a cui appartiene anche il Plankthotrix rubescens, detto comunemente alga rossa, sia prima che dopo i sistemi di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola.

Questa situazione non permette di garantire in modo sicuro e costante la pulizia e la salubrita' delle acque erogate alle popolazioni, come disposto dal Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/2002, che all'art. 4 afferma: "1. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. 2. Al fine di cui al comma 1, le acque destinate al consumo umano: a) non devono contenere microrganismi e parassiti, ne' altre sostanze, in quantita' o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana".

Il Servizio igiene alimenti e nutrizione e il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 Vetralla - della Asl di Viterbo hanno inviato gia' in data 8 luglio 2010 le comunicazioni n. protocollo 34971 e n. protocollo 34972 rispettivamente al sindaco di Caprarola e a quello di Ronciglione, nelle quali chiedevano di adottare le seguenti misure: " a) divieto di uso potabile, cioe' quale bevanda abituale; b) divieto d'incorporazione in alimenti prodotti da industrie alimentari; c) divieto di utilizzo per la cottura di alimenti di consumo familiare e nelle attivita' di ristorazione collettiva..." e invitavano i due sindaci a disporre: "l'espletamento di un approvvigionamento idrico alternativo mediante l'utilizzo di acqua idonea al consumo umano erogata da autobotte al fine di poter garantire un livello essenziale di assistenza alla popolazione, in alternativa alle limitazioni d'uso imposte per l'acqua".

L'"Associazione italiana medici per l'ambiente" torna quindi a chiedere che, per quanto esposto, nel rispetto del principio di precauzione e delle gia' citate comunicazioni dei servizi della Asl di Viterbo, tutte le istituzioni e gli enti preposti avvino al piu' presto interventi e programmi tali da garantire con assoluta certezza acque salubri e pulite ai cittadini di Caprarola e Ronciglione e che, in attesa di questi interventi, sia erogata acqua da fonti alternative a quella lacustre".

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Alla luce di tutto quanto precede, ci uniamo a quanti - medici e scienziati, servizi pubblici e pubblici amministratori consapevoli, associazioni professionali, movimenti ambientalisti, comitati di cittadini - sollecitano un adeguato, tempestivo, efficace intervento in difesa del diritto alla salute della popolazione locale e per il risanamento dell'ecosistema lacustre.

Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, distinti saluti,

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le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 21 novembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo

Viterbo, 23 novembre 2010

 

3. DOCUMENTI. UNA LETTERA APERTA ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI SANITA'

[Nuovamente diffondiamo il seguente documento gia' apparso nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]

 

Ai presidenti delle Commissioni parlamentari Sanita'

e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Viterbo, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, all'assessore all'ambiente del Comune di Viterbo, a tutti i consiglieri del Comune di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, all'assessore all'ambiente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, alla ministra dell'Ambiente, al ministro della Salute, ai mezzi d'informazione locali e nazionali

Oggetto: Segnalazione ed appello per la dearsenificazione dell'acqua destinata a consumo umano

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Egregi presidenti delle Commissioni Sanita' della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,

1. la Commissione Europea giustamente richiama le istituzioni italiane a non avvelenare ulteriormente la popolazione con l'eccesso di arsenico presente nell'acqua destinata a consumo umano;

2. una lobby di irresponsabili, di corrotti e di avvelenatori vorrebbe invece che in Italia si proseguisse in un regime di deroga dai parametri europei, regime tale per cui in alcune aree italiane la popolazione e' esposta a gravissimo rischio ed effettuale danno sanitario essendo erogata acqua destinata a consumo umano che contiene una quota parte di arsenico assai superiore a quella ritenuta tollerabile dalla normativa europea;

3. non c'e' bisogno di aggiungere che ragionevolezza vorrebbe che nell'acqua destinata a consumo umano di arsenico non ve ne fosse affatto;

4. uno studio del Cordinamento dell'Alto Lazio dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia)" evidenzia la gravissima situazione locale e richiede interventi urgenti e adeguati.

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Riproduciamo di seguito un ampio estratto dello studio della prestigiosa associazione medica:

"Coordinamento dell'Alto Lazio dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia): L'arsenico nelle acque destinate a consumo umano nell'Alto Lazio: problematiche sanitarie, ambientali, e proposte d'intervento

La storia

L'Arsenico, simbolo chimico As, e' un elemento molto diffuso e presente nella struttura geologica terrestre.

L'Arsenico e' un semimetallo o metalloide in quanto possiede proprieta' intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli.

Da sempre conosciuto per il suo potere venefico, e' usato come componente di leghe metalliche e del vetro; viene impiegato anche nella realizzazione di semiconduttori ed e' stato utilizzato per lungo tempo in alcuni tipi di preparazioni per il legno.

Fin dai tempi di Ippocrate e' stato impiegato in preparazioni per la cura di diverse malattie: in epoca pre-antibiotica se ne ricorda l'uso nel trattamento della sifilide.

Nel  2000, la Fda (Food and Drug Administration) ha approvato un composto: il triossido di arsenico, per il  trattamento della leucemia promielocitica acuta.

Il problema ambientale

In epoca industriale la presenza dell'arsenico nell'ambiente e' stata notevolmente incrementata dalla combustione del carbone e di altri combustibili di derivazione fossile.

Centrali elettriche alimentate a carbone, a gas, ad olio combustibile e a biomasse, fonderie, cementifici, traffico veicolare ed aereo, incenerimento dei rifiuti e l'uso di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura, hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione di questo elemento nell'aria, nei terreni e nelle acque.

La centrale riconvertita a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia e quella ad olio combustibile di Montalto di Castro contribuiscono notevolmente con le loro emissioni all'aumento del quantitativo di arsenico nell'aria e quindi per ricaduta anche nel territorio dell'Alto Lazio.

Inoltre gli sversamenti illegali di rifiuti tossici e la contaminazione di corpi idrici con percolato, proveniente da discariche non a norma o del tutto abusive di rifiuti anche tossici, possono incrementare la presenza di arsenico nei  terreni e nelle falde acquifere.

Questa immissione e diffusione nell'ambiente dell'arsenico altera gli ecosistemi e contamina la catena alimentare.

Gli esseri umani possono essere esposti all'Arsenico principalmente attraverso l'assunzione di acqua, dove esso e' presente in forma inorganica: sia come Arsenico trivalente (As III) che Arsenico pentavalente (As V), ma anche tramite l'aria, le bevande, gli alimenti (principalmente con l'assunzione di pesce, molluschi, crostacei, carne, pollame, alghe e derivati, cereali e derivati, riso e derivati, verdure).

L'esposizione  delle persone all'Arsenico puo' avvenire anche durante comuni attivita' come il lavarsi e il nuotare.

Il territorio dell'Alto Lazio, a causa della sua origine geologica, presenta acque sotterranee e superficiali utilizzate per consumo  umano con concentrazioni elevate di  arsenico, fluoro e vanadio che superano i limiti previsti dalle vigenti disposizioni di legge e gli obiettivi di qualita' indicati per le acque potabili.

Gli effetti sulla salute derivanti dell'esposizione cronica all'Arsenico

Le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall'arsenico sono ben note e sono costante oggetto di studi e ricerche; sul sito on-line di una delle piu' importanti biblioteche mediche internazionali "PubMed" (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ ), digitando "arsenic drinking water" sono presenti, al novembre 2010, ben 1592 pubblicazioni scientifiche.

L'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) (http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/index.php) classifica l'Arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare  con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.

L'esposizione ad Arsenico attraverso l'acqua destinata a consumo umano e' stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Gli effetti dell'As sull'epigenoma cellulare potrebbero spiegare i meccanismi di cancerogenicita' di questo elemento e questi effetti  avvalorano la tesi che anche dosi ridottissime di Arsenico possono esercitare effetti negativi sulla salute.

L'azione cancerogena e pro-cancerogena dell'Arsenico come di altri metalli e' stata finora indagata essenzialmente in ambito tossicologico, privilegiando lo studio dei meccanismi genotossici (mutageni) diretti e indiretti (produzione di radicali liberi).

E' importante sottolineare come la cancerogenesi da Arsenico e da metalli in genere rappresenti invece un esempio ideale per introdurre i nuovi modelli "epigenetici" di cancerogenesi, basati sull'esposizione continua a quantita' minimali di agenti epi-genotossici, in grado di indurre in varie popolazioni cellulari uno stato di stress genomico persistente e, per questa via, una condizione di flogosi cronica, con progressiva attivazione di specifiche pathways cellulari, favorenti la trasformazione del tessuto in senso neoplastico.

L'ipotesi piu' accreditata e' che l'Arsenico possa agire come promotore tumorale attraverso la produzione di ROS (Radicali liberi dell'Ossigeno) e l'attivazione e/o ipersecrezione di citochine pro-infiammatorie e fattori di crescita.

Tuttavia, l'Arsenico potrebbe esercitare la sua azione cancerogena anche attraverso meccanismi epigenetici, che determinano ipometilazione del DNA (la deplezione di gruppi metilici potrebbe essere dovuta al fatto che l'Arsenico deve essere continuamente metilato).

I possibili meccanismi di cancerogenicita' comprendono: genotossicita' diretta, stress ossidativo, co-cancerogenesi, inibizione dei sistemi di riparazione del DNA, la promozione della proliferazione cellulare, ma anche alterazioni della trasduzione del segnale e alterata metilazione del DNA.

L'assunzione cronica di Arsenico e' indicata inoltre da numerosissimi studi scientifici anche quale responsabile di  patologie cardiovascolari (in particolare della "malattia del piede nero - black foot disease" per compromissione della vascolarizzazione periferica, infarto del miocardio, ictus, coronaropatie etc.); patologie neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi, melanosi); disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

E' importante considerare che nel metabolismo dell'Arsenico e quindi nel rischio di malattia da esposizione all'Arsenico, gioca un ruolo importante anche la diversa suscettibilita' individuale determinata dalla presenza di particolari polimorfismi che codificano enzimi coinvolti nel processo di metilazione dell'Arsenico.

Un aspetto emergente e sempre piu' studiato della tossicita' dell'Arsenico e' inoltre quello relativo alla sua azione quale Endocrine Disruptor (EDCs), termine corrispondente all'italiano interferente endocrino (IE).

Gli interferenti endocrini (IE) sono un gruppo eterogeneo di sostanze e miscele di sostanze che interferiscono sul normale funzionamento del sistema endocrino umano e su quello di  molteplici organismi quali: pesci, foche, uccelli, rettili, anfibi, primati e persino invertebrati.

L'azione di interferenza endocrina puo' determinare un aumento o una riduzione della quantita' di ormone prodotta e della sua attivita' metabolica e un'azione appunto d'interferenza tra l'ormone e il legame con i suoi recettori.

Gli interferenti endocrini dotati di potenzialita' mimetiche e in grado di interagire con recettori di membrana e nucleari e, quindi, direttamente o indirettamente, con i (co)fattori di trascrizione, modificando l'espressione genica e, nel lungo termine, l'assetto (epi)genetico di cellule, tessuti, organismi, ecosistemi.

E' stata dimostrata l'associazione significativa tra l'esposizione ad elevati valori di Arsenico inorganico e diabete di tipo 2; studi sperimentali hanno mostrato che l'Arsenico e' in grado di inibire la produzione e secrezione dell'insulina e la tolleranza al glucosio, nonche' di modificare l'attivita' del recettore nucleare per i glucocorticoidi.

Altri studi evidenziano come l'esposizione all'Arsenico durante la gravidanza (questo elemento attraversa la barriera placentare) puo' causare dei cambiamenti nell'espressione genica del feto che possono determinare la comparsa di gravi patologie, anche di tipo neurocognitivo, nel corso della vita e anche a decenni di distanza dall'esposizione materna.

E' inoltre estremamente importante considerare la possibile interazione e sinergia tra le diverse sostanze tossiche e cancerogene che oltre all'arsenico possono essere riscontrate nell'acqua.

Il Vanadio, il Selenio, il Fluoro, i metalli pesanti ed elementi radioattivi, i pesticidi, i fitofarmaci, le diossine, i sottoprodotti della disinfezione dell'acqua per clorazione, batteri, virus, parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di alghe e cianobatteri (come nel caso del Plankthotrix rubescens,detto anche alga rossa, presente nel lago di Vico), etc.; tutti questi elementi possono determinare rischio e danno alla salute con molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione.

Le vigenti disposizioni di legge

Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, disciplina la qualita' delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrita' e la pulizia. Questo decreto legge, in recepimento della Direttiva  europea 98/83/CE, dal dicembre 2003 ha abbassato il limite previsto per l'Arsenico nelle acque  potabili da 50 a 10 microgrammi/litro, proprio in considerazione della sua  cancerogenicita' e dell'evidente rischio per la salute umana.

L'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanita') fornisce chiare indicazioni riguardo alla tossicita' dell'arsenico nelle acque potabili ed indica come accettabile e solo in via transitoria, il valore da 1 a 10 microgrammi/litro di Arsenico nelle acque destinate a consumo umano mentre auspica valori tra lo 0 e i 5 microgrammi/litro come obiettivo realistico, in considerazione delle attuali problematiche di dearsenificazione e dell'incertezza relativa al rischio per la salute umana determinato da esposizioni anche a bassissime concentrazioni di questo elemento (http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/gdwq3rev/en/index.html).

In Italia le acque di alcune regioni: Lombardia, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania e Trentino  presentano elevati valori di Arsenico.

La Regione Lazio sin dal 2003 ha continuamente fatto ricorso all'istituto della deroga, tuttora vigente, che ha innalzato il limite previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per l'Arsenico (ma anche i limiti per altri elementi quali: il Fluoro, il Vanadio, il Selenio) e di fatto ha reso potabili per deroga acque che in realta' non lo sono.

I periodi di deroga sono concessi perche' i gestori presentino ed attuino piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento delle acque captate e/o individuando nuove risorse idriche sostitutive che permettano di assicurare acque salubri e pulite.

Durante i periodi di deroga dunque devono essere individuate e realizzate le soluzioni definitive ed efficaci per le problematiche per le quali la deroga stessa e' concessa.

Al momento e dopo anni dal recepimento della Direttiva europea 98/83/CE, nell'Alto Lazio non risulta che sia stata ancora realizzata alcuna definitiva, efficace e complessiva soluzione per i tutti i Comuni facenti parte dell'Ato-1 Lazio: tutti i  Comuni della Provincia di Viterbo e i Comuni di Bracciano, di Mazzano e Magliano, appartenenti alla Provincia di Roma.

I controlli sulla qualita' e potabilita' delle acque

I controlli sulla qualita' e potabilita' delle acque destinate a consumo umano sono demandati alle Asl che si avvalgono della struttura tecnica delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (Arpa).

Il D. Lgs. 31/2001 prevede controlli esterni, quelli predisposti dall'Asl, e controlli interni, sotto la diretta responsabilita' dei gestori degli acquedotti, in modo da stabilire un doppio controllo (interno ed esterno) a garanzia della qualita' e salubrita' delle acque.

I controlli relativamente all'Arsenico dosano il quantitativo totale di Arsenico nelle acque e dovrebbero sempre rilevare ed indicare i valori di Arsenico anche al di sotto della soglia di 10 microgrammi/litro.

Il D. Lgs. 31/01 prevede che il giudizio di qualita' e di idoneita' d'uso delle acque destinate al consumo umano, fondato sulle risultanze dell'esame ispettivo e dei controlli analitici, sia emesso dalle Asl territorialmente competenti.

Il numero dei controlli programmati in situazioni di criticita' delle acque, come previsto all'art. 8 comma 1 del D. Lgs. 31/2001, dovrebbero aumentare rispetto a quelli effettuati di routine e dovrebbero essere tali da "garantire la significativa rappresentativita' della qualita' delle acque distribuite durante l'anno, nel rispetto di quanto stabilito dall'allegato II".

L'informazione alle popolazioni

Le popolazioni sul cui  territorio ricadano provvedimenti di deroga devono essere sempre prontamente avvisate ed informate secondo quanto previsto dall'art. 13 comma 11 del D. Lgs. 31/2001: " La Regione o Provincia autonoma che si avvale delle deroghe di cui al presente articolo provvede affinche' la popolazione interessata sia tempestivamente e adeguatamente informata delle deroghe applicate e delle condizioni che le disciplinano. Ove occorra, la Regione o Provincia autonoma provvede inoltre a fornire raccomandazioni a gruppi specifici di popolazione per i quali la deroga possa costituire un rischio particolare.

Le informazioni e raccomandazioni fornite alla popolazione fanno parte integrante del provvedimento di deroga. Gli obblighi di cui al presente comma sono osservati anche nei casi di cui al comma 9, qualora la Regione o la Provincia autonoma lo ritenga opportuno".

L'informazione deve essere la piu' ampia e diffusa, deve fornire consigli comportamentali e indicazioni circa il corretto uso dell'acqua soprattutto in particolari situazioni e per particolari gruppi di persone: infanzia, donne in gravidanza e in stato preconcezionale, malati ed anziani.

A distanza ormai di anni dall'entrata in vigore del D. Lgs. 31/2001 gli abitanti della Regione Lazio, in  particolare quelli che risiedono in aree con caratteristiche geologiche di natura vulcanica come il territorio dell'Alto Lazio, sono ancora esposti all'assunzione di acque con valori di Arsenico superiori a 10 microgrammi/litro in assenza di una efficace e capillare informazione relativamente alle problematiche sanitarie determinate dall'assunzione di acqua ed alimenti con elevato contenuto di Arsenico.

Monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni

Le popolazioni che vivono in territori, come quello dell'Alto Lazio, dove le acque presentano valori di Arsenico ben al di sopra degli obiettivi di qualita' e di quanto disposto dalle vigenti normative di legge, dovrebbero essere sottoposti ad un attento e periodico monitoraggio del proprio stato di salute anche attraverso studi osservazionali: in particolare i bambini per le peculiarita' del loro metabolismo e poiche' in fase di costante e rapido accrescimento organico.

Il monitoraggio delle condizioni di salute dovrebbe essere effettuato con  periodiche visite ambulatoriali, con la raccolta dell'anamnesi e un attento esame obiettivo, e dovrebbe prevedere l'esecuzione di test mirati alla valutazione del quantitativo di Arsenico e dei suoi metaboliti nel sangue, nelle urine, nei capelli e nelle unghie delle persone esaminate.

Questi test sono in grado di quantificare l'esposizione all'Arsenico ma non sono in grado di predire come l'esposizione stessa possa influenzare lo stato di salute di ogni singola persona e in particolare di ogni bambino poiche' la suscettibilita' individuale nei processi di disintossicazione gioca un ruolo in gran parte sconosciuto nei suoi meccanismi.

Le soluzioni per la rimozione dell'Arsenico dalle acque

Le acque possono essere depurate dalla presenza dell'Arsenico come di altre sostanze tossiche.

Sono attualmente disponibili diverse soluzioni tecnologiche, gia' operative in Italia e nel mondo, che, con procedimenti e metodiche diversificate, riescono a riportare nei limiti indicati dal D. Lgs. 31/2001 i valori dell'Arsenico. Le metodiche piu' utilizzate sono: la precipitazione, i processi a membrana, i processi di adsorbimento, la rimozione biologica, i processi a scambio ionico. Tutte queste tecniche presentano elevate percentuali di rimozione dell'Arsenico che possono arrivare sino al  99% del totale.

La scelta di una tecnica piuttosto che un'altra, si deve basare sulla conoscenza delle proprieta' dell'acqua da trattare, sulla  speciazione del tipo di Arsenico presente (l'Arsenico puo' essere presente in forma trivalente - As III - o pentavalente - As V-), sul numero e sulle caratteristiche delle fonti di approvvigionamento, sul numero degli utenti a cui e' rivolto il servizio, sulle caratteristiche dell'impianto, relativamente anche ai costi e alla manutenzione, sull'eventuale possibilita' di ridurre la concentrazione di Arsenico con la miscelazione di acque prive o con minor contenuto di Arsenico, sulla minor produzione di fanghi e rifiuti generati dal  processo di depurazione, sulla conservazione delle qualita' organolettiche dell'acqua una volta depurata.

Conclusioni

L'acqua e' un elemento fondamentale e prezioso per la vita del pianeta e di ogni essere umano.

E' una risorsa non illimitata che va protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per approvvigionamento di acque potabili, con il  miglioramento del sistema degli acquedotti e della depurazione.

" Ex aqua salus". L'accesso e la disponibilita' di acque, salubri, pulite e di qualita', sono le condizioni necessarie ed indispensabili per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute di tutte le persone ed in particolare dei bambini.

L'Arsenico presente nelle acque insieme ad altre sostanze tossiche e cancerogene crea una inaccettabile condizione di rischio e danno alla salute delle persone e altera l'intero ecosistema.

L'uso delle tecnologie oggi disponibili, insieme ad una sana politica di trasformazione e controllo di tutte quelle attivita' industriali ed agricole, che immettono nell'ambiente Arsenico insieme ad un numero sempre piu' elevato di sostanze tossiche e dagli effetti ancora poco conosciuti, e' l'unica, rapida e fattibile soluzione per garantire in modo compiuto il diritto alla salute e alla vita per tutti".

Cosi' il documento a firla del dottor Gianni Ghirga, della dottoressa Antonella Litta e del dottor Mauro Mocci per il coordinamento dell'Alto Lazio dell'Isde - Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia), datato Viterbo, 6 novembre 2010.

*

Con la presente lettera sollecitiamo tutte le istituzioni variamente competenti a un impegno affinche':

a) si faccia divieto di uso per consumo umano di acqua contenente arsenico e si provveda laddove occorra a forme alternative di approvvigionamento di acqua potabile per la popolazione;

b) si informi correttamente la popolazione in merito;

c) si adottino immediatamente tutti i provvedimenti necessari a dearsenificare l'acqua destinata a consumo umano.

Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, distinti saluti,

*

le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 21 novembre 2010 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo

Viterbo, 24 novembre 2010

 

4. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 428 del 27 novembre 2010

 

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