Telegrammi. 292



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 292 del 24 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Massimo Grandicelli
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Anna Pascuzzo
3. Toshiko Hamamako: Affinche' l'incubo non si ripeta
4. Si e' svolto il 22 agosto a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta a Viterbo
5. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MASSIMO GRANDICELLI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Massimo Grandicelli.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un breve profilo di Massimo Grandicelli si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Massimo Grandicelli: Non si e’ trattato di un vero e proprio avvicinamento. Ho sempre letto molto e, grazie ai miei oltre 67 anni, posso dire di essere stato compagno d’epoca di don Milani, di Capitini e di Dolci; inoltre, la mia formazione intellettuale, oltre che a un’impostazione che oggi potrebbe essere definita liberal-progressista, ricevuta in famiglia, deve molto a Gandhi e a Bertrand Russell, del secondo dei quali ho assorbito pressoche’ l’intera opera. Per questo ci tengo a precisare che il mio pacifismo e la mia cultura nonviolenta non sono affatto di natura integralista, ma seguono la linea riconducibile proprio a Russell, che fini’ in carcere perche’ non interventista durante il primo conflitto mondiale, ma che all’alba del secondo non ebbe alcuna difficolta’ a sostenere che davanti a forze come nazismo e fascismo (che defini’ la copia deforme del comunismo), schierarsi diveniva un fatto di difesa personale e pubblica. Un atteggiamento che trovo’ sostegno anche in Einstein e altri intellettuali dell’epoca, anche se con varie graduazioni.
La mia posizione non deve essere pero’ essere considerata nei termini di un attivista della nonviolenza: nella frazione del mio tempo che concedo alle varie forme di partecipazione sociale sono attivista di Amnesty International; seguo anche con attenzione la situazione geopolitica mondiale, i suoi rapporti con le risorse disponibili e le ricadute ambientali che ne derivano, nonche’ la situazione politica del nostro Paese, che considero sempre piu’ infelice.
La mia nonviolenza e’ pertanto piu’ che altro una filosofia di vita, maturata negli anni della formazione, che non ho piu’ modo di mettere in discussione, anche se, a tratti, mi capita di rileggere Gandhi, don Milani e gli altri, soprattutto quando mi accade di dover sostenere qualche forma di confronto; per il resto ammetto di non essermi aggiornato piu’ che tanto, anche se anni addietro scopersi con sorpresa la figura di Badshah Khan. Negli ultimi anni, il nutrimento della mia teoretica della nonviolenza e’ debitore quasi esclusivo dei notiziari del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Massimo Grandicelli: Gandhi in primo luogo, che rimane di una universalita’ senza pari, anche se, ripeto, il suo messaggio risente della particolare cornice del rapporto India-Inghilterra, che aveva colonizzato il paese imponendo persino la lingua, sia pure con il metodo soft di condizionarvi l’accesso a determinate cariche pubbliche.
Poi tutti gli altri che ho nominato. Aggiungo pero’ che la nonviolenza difficilmente puo’ scaturire dalla semplice lettura di un testo, il quale puo’ al piu’ costituire un supporto ad adiuvandum; essa e’ infatti un modo di essere e puo’ derivare direttamente solo da un’impostazione mentale aperta basata sul rifiuto di qualsiasi assoluto o dogma. Sotto tale punto di vista e’ possibile ricondurre le cause di un siffatto sviluppo del pensiero (oltre che direttamente alla cultura dell’ambiente in cui ci si sviluppa) indirettamente a un numero veramente sterminato di soggetti, anche non direttamente connessi al tema, protagonisti di arte, cultura, politica e scienza, da Pericle a Cicerone, a Seneca, dagli Scolastici a Dante, a Petrarca, dagli Umanisti ai giganti del pensiero, soprattutto scientifico, sei-settecentesco, come Cartesio, Galilei e Newton, agli Illuministi, per finire nel nostro tempo (e mi scuso per il riassunto superveloce).
La nonviolenza e’ poi fenomeno squisitamente moderno, quando finalmente si sono creati gli assetti politico-sociali in grado di consentire la messa in discussione della guerra, per millenni strumento di politica nell’indifferenza generale, tranne che delle vittime, che pero’ sono state a lungo prive del diritto di parola.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Massimo Grandicelli: L’opera di Gandhi, Capitini, Dolci e don Milani rimane un esempio di sinteticita’; i loro piu’ attuali epigoni sono piu’ analitici e meno immediati nella fruibilita’. Russell richiede per un giovane un certo sforzo; infatti, non poche delle sue tesi possono oggi apparire a un giovane nato e vissuto nella disinibita cultura attuale come superate; diversamente andava per l’epoca fascista e ancor piu’ nel dopoguerra, quando costituirono altrettante sorgenti di liberta’ e verita’ in un periodo bigotto e oscurantista, in cui gli inossidabili avanzi di fascismo, sposati al clericalismo imperante, rendevano dura la vita a chiunque volesse mettere in discussione i dogmatismi “di stato” in misura persino piu’ intensiva che nel ventennio; si tratta  tuttavia di una patina dovuta al tempo; la sua concezione della liberta’ di pensiero e del rispetto per gli altri rimane tuttora un modello.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Massimo Grandicelli: Non sono molto al corrente sulle iniziative specifiche in materia, per i motivi esposti prima; tuttavia, le iniziative contro le guerre e le dittature di qualsiasi forma e dimensione rivendicano certo la priorita’, anche se le forme in cui la violenza si manifesta sono molte e subdole; in proposito, un ruolo fondamentale e’ rivestito dall’informazione: non si puo’ combattere cio’ che non si conosce e per combattere occorrono informazioni; in questo, il ruolo del Centro di Viterbo e’ fondamentale e mi risulta unico in Italia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Massimo Grandicelli: La nonviolenza e’ una necessita’ in tutti i campi dell’umano agire; non c’e’ segmento della politica e del sociale, in tutte le sue articolazioni, che non ne sia interessato; purtroppo in un’epoca i cui si osannano indegnamente i valori dell’individualismo piu’ sfrenato, gabellati per superiorita’, e si rinnega la cultura della collaborazione, che ha permesso all’umanita’ di sollevarsi dal paleolitico in qua, inneggiando a una malintesa competizione, il cui vettore e’ esattamente inverso, le iniziative sono certo in numero inferiore al necessario.  Premesso pertanto che e’ necessario avere un occhio fisso alle tematiche della guerra, della criminalita’, in particolare quella cosiddetta organizzata, dei diritti della donna, dei lavoratori, dei migranti e in genere di tutti gli oppressi, ritengo fondamentale mantenere l’attenzione rivolta al principio comune, di cui i casi elencati rappresentano solo applicazioni, che lo contengono come invariante; la sopraffazione dell’uomo sull’uomo e’ infatti un atteggiamento che si puo’ rintracciare continuamente persino nei solo apparentemente innocenti rapporti di lavoro tra un coordinatore e un esecutore, quale che sia il contesto. E’ quindi necessaria un’opera di educazione veramente fondamentale, che pero’ non scorgo neppure in embrione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Massimo Grandicelli: Gli consiglierei di iscriversi nella lista di questo notiziario e di seguirne con attenzione i solo apparentemente ripetitivi messaggi e la preziosa bibliografia. Poi gli consiglierei di attivarsi presso un’organizzazione come Amnesty o Emergency, solo pero’ dopo averlo messo in guardia di non aspettarsi miracoli; qualsiasi organizzazione umana, infatti, presto si inquina di personaggi le cui finalita’ sono tutt’altro che trasparenti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Massimo Grandicelli: Come il rifiuto di concepire i rapporti con qualcuno o qualche cosa in termini di prevaricazione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Massimo Grandicelli: Il femminismo fu/e’ una reazione a una concezione violenta, perche’ prevaricante, dei rapporti uomo/donna; tuttavia ha anche assunto forme in cui non e’ difficile percepire un’applicazione inversa di quello stesso fenomeno che si proponeva di combattere.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Massimo Grandicelli: Una diretta conseguenza di quanto espresso sopra definendo la nonviolenza. Lo denuncia la stessa terminologia: si sente e si legge prevalentemente di sfruttamento anziche’ di utilizzo (possibilmente intelligente) delle risorse.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Massimo Grandicelli: Idem come sopra. Una volta isolata e quindi eliminata la violenza dai rapporti tra i popoli, la prima conseguenza e’ la scomparsa di qualsiasi forma di razzismo e di negazione dei diritti a chicchessia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Massimo Grandicelli: Idem come sopra; la violenza e’ la base fondante di qualsiasi associazione mafiosa; una volta eliminata la violenza il rapporto di mafia svanisce.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Massimo Grandicelli: E’ un nesso raramente proposto; tuttavia e’ reale: lo sfruttamento e’ solo una della mille facce della violenza. Sostenevo prima che la violenza assume connotazioni subdole; una volta eliminata la violenza dai rapporti di lavoro, nei quali e’ presente con un’estensione sempre piu’ preoccupante, la prima forza a guadagnarne sarebbe proprio il lavoro stesso; c’e’ da dire che non di rado si rintraccia la violenza non solo nei rapporti datore/operatore, ma anche in quelli inversi. In cui e’ l’operatore a far violenza al datore; un esempio: negli anni Settanta (ma oggi sono cambiate le forme, non le sostanze) non era difficile sentire risuonare tesi del tipo: una volta che arrivo al lavoro, lo stipendio e’ gia’ guadagnato; il lavoro sarebbe quindi un surplus.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Massimo Grandicelli: Sono due modi di intendere non sempre allineati. La lezione di Gandhi e’ esplicita in materia; tuttavia, nel nostro tempo praticamente tutte le realta’ a mia conoscenza dove sia in corso qualche forma di rivendicazione, fanno uso della violenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Massimo Grandicelli: Il pacifismo e’ il rifiuto della guerra, che pero’ costituisce solo una delle possibili forme di violenza; ne deriva che il concetto di nonviolenza sia piu’ esteso di quello di pacifismo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Massimo Grandicelli: C’e’ un nesso assai delicato e attiene alla necessita’ della difesa; al nostro stadio di evoluzione vedo difficile liberarsi delle forze armate, che sopravvivono in qualita’ di una sorta di polizia. Quello che dovrebbe essere tassativamente vietato e’ l’attacco, l’aggressione, cioe’. Ne deriva che si puo’ essere nonviolenti, ma non necessariamente antimilitaristi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Massimo Grandicelli: Il disarmo e’ una dottrina da perseguire, ma in termini generali e non unilaterali; valgono le considerazioni di cui alla domanda precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Massimo Grandicelli: I diritti umani hanno carattere generale; la privazione di uno qualsiasi di quelli previsti deve rientrare tra le forme di violenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Massimo Grandicelli: La nonviolenza si acquisisce con l’educazione e con il riconoscimento dei diritti fondamentali; vedo la psicoterapia piu’ legata a casi di patologia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Massimo Grandicelli: Considero l’informazione un diritto fondamentale; si veda quanto dicevo prima sui diritti umani.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Massimo Grandicelli: Per me la nonviolenza e’ una deduzione di un corretto, ragionevole e coerente “fare filosofia” a partire dai diritti fondamentali.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Massimo Grandicelli: Qualsiasi religione che voglia dirsi coerente dovrebbe prevedere la nonviolenza tra le sue deduzione “prime”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Massimo Grandicelli: L’educazione, gia’ nel senso “greco” e poi in quello illuministico, che valgono tuttora, muove dal primato della ragione sulla forza; l’avere presente i temi della nonviolenza dovrebbe costituire un deterrente a evitare “scorciatoie”, convenienti solo in apparenza. L’educazione dovrebbe aver chiaro in primis che la violenza e’ solo l’ultimo rifugio degli incapaci.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Massimo Grandicelli: Tutte le proposte dell’economia che implichino qualche forma di sfruttamento conducono a contraddizioni evidenti. Ne e’ prova palmare il cosiddetto “liberismo” che impazza da trent’anni e ha prodotto guasti impressionanti. Un’economia di sfruttamento implica la violenza e viceversa; la nonviolenza si lega a una visione economica a carattere sociale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Massimo Grandicelli: La legge non necessariamente implica l’equita’, che e’ un concetto indipendente; una visione nonviolenta e’ indispensabile per pensare un corpus di leggi piu’ equo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Massimo Grandicelli: Un’etica puo’ essere equa o iniqua, a seconda dei principi morali a cui si informa; se tra questi concetti includiamo la nonviolenza avremo di necessita’ un’etica piu’ equa. La bioetica e’ pero’ un discorso a parte: in generale puo’ valere quanto affermato sopra, ma e’ necessario evitare di cadere in concezioni “assolute”, come quella che voleva la Englaro attaccata alle macchine senza limiti, o che vieta l’aborto quando l’embrione e’ ancora paradossalmente una morula di cellule staminali. Tali tesi estremiste non derivano da un’analisi logica dei concetti, ma dalla corruzione del concetto di nonviolenza con l’innesto di convinzioni religiose o comunque estranee.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Massimo Grandicelli: Penso a tutte le alternative possibili a tecniche come la vivisezione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Massimo Grandicelli: La nonviolenza e’ soprattutto un atteggiamento dell’animo; un po’ come la visione zen del mondo, illumina qualsiasi azione. Se c’e’ un campo in cui la corruzione soggettiva dei fatti ad opera del pregiudizio soggettivo e’ subdolamente in agguato questo e’ proprio la ricerca storica. E il falso e’ un’altra forma di violenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Massimo Grandicelli: Non capisco bene cosa si intenda; un consenso generale sincero e’ praticamente impossibile da conseguire; nel mio lavoro di dirigente ho sempre attribuito grande valore anche al dissenso, apparendomi il consenso una forma troppo simile all’omerta’; al momento di decidere, tuttavia, cercavo per quanto possibile di decidere in comitato; nei casi irrimediabilmente dubbi valeva la mia parola, perche’ la responsabilita’ in fondo era la mia. E’ evidente che menti preparate a un approccio nonviolento tendono a conciliarsi; torniamo quindi a un problema di educazione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Massimo Grandicelli: E’ importante in un dissidio mettere in luce tutti gli enunciati infondati e contradditori; ritengo fondamentale un’educazione, oltre che nonviolenta, anche logico-formale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Massimo Grandicelli: Metterei da subito, soprattutto ai giovanissimi, l’accento sulla priorita’ della cooperazione sulla competitivita’; esattamente il contrario del messaggio incivile che l’attuale societa’ trasmette ai giovani.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
- Massimo Grandicelli: Anche per mezzo dell’esercizio a sport cooperativi piu’ che competitivi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Massimo Grandicelli: Non sono molto informato: la mia impressione e’ che quasi si debba partire da zero, in materia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Massimo Grandicelli: Idem come per il punto precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Massimo Grandicelli: E’ cosi’; accade perche’ il concetto di nonviolenza non e’ incorporato nel messaggio educativo formalizzato da scuole e universita’.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
- Massimo Grandicelli: Piu’ che altro dovrebbero aumentare i movimenti che esplicitamente includano la nonviolenza tra i loro principi informatori.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Massimo Grandicelli: Non credo sia un problema di strumenti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Scarsi, ho l’impressione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Scarsi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Scarsi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho l’impressione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho l’impressione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Inesistenti, ho l’impressione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Massimo Grandicelli: Occasionali, direi.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Massimo Grandicelli: Pressoche’ tutte le persone che frequento tendono alla nonviolenza, anche inconsapevolmente. La nonviolenza e’ intrinseca all’amicizia, quella vera; un’amicizia che non rifiuti la violenza o accetta l’incoerenza o prima o poi si trovera’ nella condizione di rinnegare l’amicizia stessa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Massimo Grandicelli: La concezione dell’unicita’ del mondo, non solo dell’umanita’ e della vita, e’ l’assioma di base da cui la nonviolenza discende.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Nessuna o falsa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Il rispetto del “tutto”, di cui cio’ che ci e’ caro e’ solo parte, deve informare continuamente i nostri atti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Non solo dove si vive, vedi quanto dicevo prima.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Si vedano le risposte precedenti. L’amore puo’ vivere solo in un contesto esente dalla violenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Massimo Grandicelli: Non concepire la morte come violenza ma come componente del tutto.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Massimo Grandicelli: Gandhi, Badshah Kahn, Dolci, Capitini e don Milani; come ho gia’ scritto la mia conoscenza non va oltre.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Massimo Grandicelli: Marginale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Massimo Grandicelli: Meno che marginale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Massimo Grandicelli: Non saprei.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Massimo Grandicelli: Scarsa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Massimo Grandicelli: E’ necessario raggiungere le basi dell’educazione, che purtroppo stanno vivendo da noi uno dei momenti piu’ bassi della nostra storia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: La negazione della cultura rientra nella violenza contro un diritto fondamentale; naturalmente e’ necessario uno sforzo collettivo per espungere quelle forme che presso talune realta’ sono considerate forme di “costume”, mentre sono in realta’ vere e proprie forme di violenza contro la persona (leggi “infibulazione”, ecc.).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
La nonviolenza e’ la base per il rifiuto di qualunque eccesso, che sarebbe una violenza contro se’ stessi e il proprio corpo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Il linguaggio vive un periodo all’insegna della violenza come mai si e’ registrato dal neolitico a oggi. E’ importante agire su questa leva; ma i media e soprattutto l’abbassamento della cultura scolastica, ad onta dell’aumento del numero di laureati (ormai abbiamo i “dottori 300 parole”) non aiutano.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Massimo Grandicelli: Di nuovo vale quanto detto prima. Ogni nostra manifestazione dovrebbe ricordarci del valore della nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Massimo Grandicelli: E’ un discorso delicato. Anche difficile. L’industrialismo non e’ di per se’ una manifestazione di violenza; lo diviene quando in nome di un malinteso senso della “produttivita’” e del “mercato” (ormai due epiteti della violenza civile) si consente di fare a meno di un processo di analisi del minimo impatto.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Massimo Grandicelli: Come dicevo prima, l’assioma di base da cui la nonviolenza discende e' la concezione dell’unicita’ del mondo, della vita e dell’umanita’.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
- Massimo Grandicelli: Vedi la risposta precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
- Massimo Grandicelli: Nonviolenza non necessariamente comporta un unico modello di riferimento all’interesse generale. L’importante e’ che il “range” di scelte permanga nell’area della nonviolenza; le scelte di vita poi differenziano il grado di riferimento “all’altro”, che puo’ essere maggiore o minore a seconda della propria disponibilita’. I casi estremi di annullamento di se’ a favore di un altro mi sembrano ricadere nella violenza a se’ stessi.
* 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Massimo Grandicelli: Il concetto di fondo e’ quello di “Amore per il tutto”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Massimo Grandicelli: Internet e’ uno strumento. Importantissimo per allargare l’area di coinvolgimento.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Massimo Grandicelli: Ho 67 anni suonati e sono pensione. Nella vita sono stato dirigente in una grande istituzione, nell’ambito della quale ho avuto la fortuna di condurre i progetti piu’ complessi e decisivi di informatizzazione. Sono stato sposato 16 anni e ho avuto tre figli, ora molto grandi (da 36 a 42 anni) e ho due nipoti. Ora sono separato da 27 anni, ma dopo alcune vicissitudini, mantengo una relazione importante, che pero’ non implica la convivenza. La mia preparazione scolastica include il corso d’ingegneria alla Sapienza, dal quale ho dovuto ritirarmi prima della laurea per una serie di disgrazie familiari. Non ho pero’ mai smesso di studiare e leggo moltissimo, quasi sempre saggi di pressoche’ tutto il campo scientifico, economico, legale e politico; oltre a riviste come “Le Scienze”, “Limes”, “Micromega”, "JP4 Aeronautica", "Volare", "La Rivista Aeronautica Militare", "Meteorologia", e qualche altra, oltre a due quotidiani. Mi orizzonto quindi bene in fisica, ingegneria, matematica, astrofisica, logica formale, biologia, genetica, paleontologia, scienze del linguaggio, economia, diritto, ecc.; non per questo disdegno il campo umanistico e il libro presente costantemente sul mio comodino e’ la Commedia di Dante. Raramente pero’ leggo romanzi. Il mio patrimonio bibliotecario e’ di circa duemila unita’, piu’ i quasi mille che ho lasciato nella casa dove tuttora vive la mia ex-moglie. Quando ho tempo pratico l’arrampicata in montagna, sia su roccia che ghiaccio, lo sci-alpinismo; poi l’escursionismo spinto come forma di allenamento al dislivello e alla fatica continua. Sono in possesso dei brevetti di pilotaggio e pratico il volo acrobatico proprio a Viterbo. In gioventu’ e fino ai 50 anni ho anche esercitato molto l’immersione subacquea, con autorespiratori e senza, lasciando poi per ovvie esigenze di tempo. Sono alto 180 cm e peso 68 chili (dovrei perderne un paio per essere al meglio in montagna). Mangio poco (una volta al giorno) e bevo (pochissimo) solo in rare occasioni. Non fumo (ho smesso prima dei 28 anni), ne’ faccio uso di droghe e non ricorro mai ai medicinali per alcuna ragione, tranne ovviamente i casi eccezionali, come quando quattro anni fa dovetti ricorre a un antinfiammatorio. Oltre ai miei tre figli ho avuto la fortuna di incidere positivamente su due giovani, uno a 18 anni e l’altro a 27, oggi uno quarantunenne e felicemente pilota di lungo raggio, mentre l’altro, trentanovenne, e’ guida alpina, e con i quali intrattengo una splendida amicizia “alla pari”, che illumina la mia inevitabile decadenza. Spero basti cosi’.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Massimo Grandicelli: Si’; un concetto di minimizzazione del bisogno, che troppo spesso e’ alibi per le forme piu’ occulte e subdole di violenza.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ANNA PASCUZZO

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Anna Pascuzzo.

Per un breve profilo di Anna Pascuzzo si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Anna Pascuzzo: Sono stata educata alla nonviolenza fin da bambina e, come molte bambine sono cresciuta per fortuna in un ambito familiare sano nel quale la violenza in quanto tale non si coglieva nemmeno nella "sberla" materna. Se nasci e cresci in un contesto in cui la relazione fra gli esseri umani e' ricca e civile nello scambio libero delle idee, la direzione della nonviolenza diviene l'unica possibile.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Anna Pascuzzo: Amo molto Gandhi ma lo apprezzo piu' per il coraggio che come simbolo di nonviolenza. Credo che sia stato un uomo molto coraggioso ancor prima del non essere violento. Ho amato e continuo ad amare le donne del femminismo italiano, da quelle dell'800 (Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff) alle piu' recenti donne coraggiose nelle loro battaglie per i diritti, ma mai violente nella rivendicazione degli stessi (Luisa Muraro, Lidia Ravera, Lidia Menapace, Lorenza Rozzi, ecc.).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Anna Pascuzzo: il libro che in ogni caso consiglierei ad un adolescente, ripeto in ogni caso, e' il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery... credo che un libro del genere vada letto e riletto piu' volte nella vita.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Anna Pascuzzo: In Italia e nel mondo per fortuna si svolgono numerose iniziative contro la violenza, quelle che sostengo io personalmente (anche in quanto fondatrice del movimento antirazzista qui a Catanzaro) e' appunto il movimento antirazzista internazionale, ritengo infatti che la discriminazione sia la matrice di ogni violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Anna Pascuzzo: Il settore e' sempre quello della "diversita'". Essa per fortuna e' ovunque e in ognuno, discriminarla e tentare di negarla significa fomentare violenza (pensiamo a chi e' omofobico, razzista e fascista, il piu' delle volte e' solo un imbecille che non accetta la diversita', perche' non conoscendola la teme).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Anna Pascuzzo: Il movimento antirazzista.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Anna Pascuzzo: Per non incorrere in errori di valutazione o in ambiguita' che genererebbero equivoci, intendo precisare che "nonviolenza" non significhi "non reagire". Io non aggrediro' mai nessuno, ma nella disgraziata ipotesi in cui sia aggredita, o ci sia un tentativo di violenza nei miei confronti, mi difendero' in qualunque modo. E' la mia vita e desidero viverla, non permettero' a nessuno, finche' avro' forza e fiato per farlo, di violentarmi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Anna Pascuzzo: Io sono femminista e la nonviolenza e' la mia pratica femminista di relazionarmi con gli uomini, le donne e il mondo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Anna Pascuzzo: Coincidono.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Anna Pascuzzo: Le rivoluzioni, ahime', hanno sempre un prezzo, esso sovente e' frutto di una violenza subita o agita. Io ripudio la violenza e la guerra, credo importante il dialogo e in questo rilevante diviene la politica.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, tra nonviolenza e antimilitarismo, tra nonviolenza e disarmo?
- Anna Pascuzzo: Coincidono (e il disarmo e' indispensabile).

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Anna Pascuzzo: La salute e l'assistenza sono diritti primari, pertanto debbono essere assicurati e garantiti per tutti gli esseri umani, la loro assenza o carenza anche parziale puo' stimolare violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Anna Pascuzzo: Credo che le psicoterapie a volte siano violente ed invasive.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Anna Pascuzzo: L'informazione e' importante ma non e' un deterrente per la violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Anna Pascuzzo: Contributi altissimi di "humanitas" e di relazione fra esseri umani.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Anna Pascuzzo: La nonviolenza deve essere alla base delle religioni, una religione che contempli la violenza (anche solo quella verbale) diviene fanatismo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Anna Pascuzzo: E' condizione necessaria per una educazione civile e democratica.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Anna Pascuzzo: La nonviolenza dovrebbe rappresentare la base di ogni disciplina che regola la vita dell'essere umano, e sulle basi filosofiche, e su quelle etiche e su quelle economiche.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Anna Pascuzzo: E' condizione indispensabile per il rispetto delle leggi e la tutela dei diritti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Anna Pascuzzo: Anche in questo settore apporta civilta' e liberta' di scelta (la violenza impone e determina, nel senso che obbliga, le scelte).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Anna Pascuzzo: Liberta' di ricerca.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Anna Pascuzzo: Liberta'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Anna Pascuzzo: Il metodo del consenso deve partire dalla nonviolenza, non arrivarci come se fosse un traguardo; solo se il consenso e' libero e nonviolento si puo' arrivare a compiere scelte nonviolente e capaci di interessi collettivi e non solo personali.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Anna Pascuzzo: Chiedo scusa per questa risposta, ma a mio avviso non ci sono "tecniche" di nonviolenza, la nonviolenza e' prassi quotidiana, non teoria o tecnica.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Anna Pascuzzo: Indispensabile per un essere umano.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Anna Pascuzzo: Non mi piace il termine addestramento.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Anna Pascuzzo: Attualmente nessuno.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Anna Pascuzzo: Attualmente non ne conosco.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Anna Pascuzzo: Non e' cosi', la Rete di Lilliput e il movimento antirazzista sono molto attivi in Italia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
- Anna Pascuzzo: I movimenti in quanto tali non possono avere forme organizzate, non sarebbero piu' movimenti, ma diverrebbero sindacati, partiti o associazioni se si organizzassero. La spontaneita' e' la loro forza, sempre, anche allorquando sembri un limite.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Anna Pascuzzo: Vale quel che ho risposto alla domanda precedente.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: I movimenti sociali a volte adottano pratiche violente.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: Molto spesso le istituzioni sono violentissime.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Anna Pascuzzo: Attualmente le forze politiche in Italia sono violentissime.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: Dovrebbero coincidere, ma il condizionale e' d'obbligo.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: Se per agenzie della socializzazione s'intendono le scuole e gli ambiti culturale, i rapporti sono strettissimi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Anna Pascuzzo: L'arte non e' mai violenta; bisognerebbe capire cosa sia arte.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Anna Pascuzzo: Amicizia e nonviolenza coincidono.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Anna Pascuzzo: Se c'e' percezione dell'umanita' non deve esserci violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: Le relazioni di nonviolenza con la politica attuale sono inesistenti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: Attualmente quasi inesistenti.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Anna Pascuzzo:  Innanzitutto Gandhi...

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Anna Pascuzzo: Complesso e da costruire.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Anna Pascuzzo: Complesso e tutto da rifare.
*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Anna Pascuzzo: Non saprei.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Anna Pascuzzo: Non vedo percezione diffusa di nonviolenza.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Anna Pascuzzo: E' necessario educare alla nonviolenza fin dal piccolo nucleo familiare, arrivare ad apprendere pratiche di nonviolenza nelle scuole e in ogni ambito di aggregazione.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: Coincidono.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
- Anna Pascuzzo: Il discorso e' complesso, ma ritengo che la coscienza di se' preveda il rispetto per l'alterita'.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: La nonviolenza nasce con l'humanitas...

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione?

- Anna Pascuzzo: Il linguaggio nonviolento e' importantissimo, e' alla base di ogni civilta'.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Anna Pascuzzo: La nonviolenza si attua in stili di vita nonviolenti.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Anna Pascuzzo: Il rispetto per ogni vivente e' alla base della nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Anna Pascuzzo: Metto a disposizione alcuni dati estratti dal mio curriculum: nata a Catanzaro nel 1974, laurea in Lettere Moderne con indirizzo psicopedagogico (tesi di laurea sul "Ruolo dell’educazione nella formazione alla diversita'"), vari titolo post-laurea; tra le pubblicazioni scientifiche il libro informativo sulla legge 194/1978, pubblicato nell’ottobre 2009 con il patrocinio della Commissione per le Pari Opportunita' di Catanzaro "Io consapevole, io libera”; docente nel corso per mediatori transculturali promosso dall’Asp di Catanzaro, e referente sulla metodologia di accoglienza presso i centri antiviolenza delle donne abusate; docente e relatrice sulla violenza ai minori e la psicologia infantile nell’ambito del corso per mediatori transculturali; ideatrice e docente del corso di scrittura creativa “Io scrivo” presso gli istituti scolastici superiori della citta' di Catanzaro e associazioni di aggregazione giovanile, componente della Commissione per le Pari Opportunita' del Comune di Catanzaro (dal 6 giugno 2007); fondatrice del movimento antirazzista di Catanzaro (nato il 4 ottobre 2008); autrice e interprete (dal 2007) della lezione-spettacolo “Contro i diritti negati” per gli allievi degli istituti scolastici di primo e secondo grado; autrice dei romanzi: “Storia d’amore, di lotta e liberta'” e “Le colonne di Emma” pubblicati rispettivamente nel 2006 e nel 2008 dalle case editrici Rubbettino e Altromondoeditore; autrice e interprete del testo teatrale “Contro i diritti negati” premiato da Amnesty International come migliore spettacolo sui diritti umani nell’anno 2008...

 

3. TESTIMONIANZE. TOSHIKO HAMAMAKO: AFFINCHE' L'INCUBO NON SI RIPETA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente testimonianza di Toshiko Hamamako del 9 agosto 2010.

Toshiko Hamamako e' una delle persone sopravvissute ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, denominate in giapponese "hibakusha"]

 

Solo di recente ho cominciato a parlare della mia vita come sopravvissuta alla bomba atomica di Nagasaki. Ora ho 66 anni, ma ho trovato il coraggio di parlare agli altri di questo solo circa due anni fa. Fino ad allora, avevo mantenuto all'interno della mia famiglia la notizia del fatto di essere una sopravvissuta.

Il mio silenzio aveva varie ragioni, la principale era la paura dello stigma e della discriminazione. Nell'opinione pubblica c'e' ancora l'idea che noi si sia pericolosi, perche' contaminati dalle radiazioni. Percio' per molti anni mia madre non mi disse mai che ero una sopravvissuta, e non mi parlo' mai neppure dei danni che lei e mia sorella maggiore avevano ricevuto dalla bomba. Per cui non sapevo di essere stata esposta alle radiazioni e all'esplosione, a Nagasaki, quando avevo solo un anno. Non ho alcun ricordo di cio' che e' accaduto. Fu solo quando avevo vent'anni che mia madre mi disse di far domanda al governo per il documento che mi avrebbe identificato come “hibakusha”, un riconoscimento che permette di avere cure mediche gratuite. Fu allora che seppi la verita'. Ero gia' sposata all'epoca, e lo dissi a mio marito. Lui mi rispose di non dirlo mai a nessun altro.

Una delle piu' grandi paure fra gli hibakusha e' quella di essere respinti, di non potersi sposare. I giapponesi normali non vogliono sposarsi con noi, perche' temono che i nostri figli non saranno sani. Questo e' uno stigma che noi, specialmente se siamo donne, vogliamo evitare. Io sono considerata appartenente ai sopravvissuti alla bomba atomica "della giovane generazione". Questo gruppo comprende persone oggi sulla sessantina che erano infanti o bambini piccoli all'epoca dell'esplosione, percio' non abbiamo ricordi chiari sulla sofferenza fisica che i nostri genitori hanno sopportato, e raramente ci e' capitato di discutere con loro della bomba atomica. Siamo una generazione che a stento comprende la tragedia storica di quel periodo.

Quest'ignoranza mi e' divenuta ancora piu' chiara quando sono andata a New York, nel maggio scorso, per partecipare alla Conferenza del Trattato per la non-proliferazione nucleare delle Nazioni Unite. Il pubblico americano mi faceva domande. Una a cui e' stato particolarmente difficile rispondere mi chiedeva se ero arrabbiata con gli americani per aver gettato la bomba su Nagasaki. Puo' suonare strano ad un pubblico straniero, ma io davvero non provo odio verso gli americani e non desidero che si scusino con me. Io credo fermamente che la mia missione sia lavorare con gli americani e con il resto del mondo per arrestare la proliferazione delle armi nucleari. Questo e' il mio sogno, questa e' la ragione per cui ho infine deciso di parlare.

Oggi sento una forte responsabilita' nel lavorare per raggiungere tale scopo, e so che come sopravvissuta alla bomba atomica il mio ruolo e' speciale. Noi rappresentiamo la tragica testimonianza dell'incubo delle armi nucleari. Io voglio che l'opinione pubblica sappia e capisca che umana catastrofe causano le armi nucleari. Le bombe all'uranio lanciate su Hiroshima e Nagasaki hanno spazzato via decine di migliaia di persone, ne hanno ferite molte di piu', e causano sofferenza persino 65 anni dopo quei giorni fatali. Perche' la gente deve soffrire per gli errori commessi da politici irresponsabili? Quest'incubo non deve mai piu' ripetersi.

Io sono profondamente grata al Presidente degli Usa Obama per aver promesso di impegnarsi affinche' il mondo sia libero da armi nucleari. La visita dell'ambasciatore statunitense a Hiroshima, il 6 agosto scorso, ci ha portato molta speranza, e cosi' la visita del Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon: i discorsi che ha fatto ad Hiroshima e a Nagasaki erano meravigliosi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per l'ottenimento del nostro scopo.

Ho una figlia di 44 anni, sposata. Anche lei e' identificata come hibakusha di seconda generazione ed ha la tessera che lo certifica. Se penso all'imbarazzo e alla vergogna che io provavo, vedo che mia figlia non e' disturbata dagli stessi dubbi. Ha reagito alla mia spiegazione come ad un mero dato di fatto. Io penso che sia molto coraggiosa, e che rappresenti la nuova generazione giapponese, ansiosa di imparare dal passato. I libri di testo giapponesi non trattano queste importanti questioni in modo oggettivo, e la gioventu' ha bisogno di saperne di piu'. Questo e' il motivo per cui continuero' a fare il mio lavoro, che e' parlare della mia esperienza. So che la mia testimonianza e' un contributo alla pace, perche' la gente ascolta con attenzione noi che siamo la prova vivente dell'orrore della guerra nucleare.
 
4. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 22 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA
[Riceviamo e diffondiamo]

Si e' svolto domenica 22 agosto il trentottesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo.
Il gruppo continua a sollecitare le istituzioni sulla necessita' di salvaguardare la preziosa area termale del Bulicame di dantesca memoria istituendo un parco naturalistico, archeologico e termale, ed opponendosi alla realizzazione di un devastante ed illegale mega-aeroporto. Si decide di scrivere alle Commissioni Cultura della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
Si effettua poi una lettura collettiva della raccolta di articoli e frammenti di Simone Weil sulla tragedia greca: Il racconto di Antigone e Elettra (Il melangolo, Genova 2009), in cui l'autrice racconta la capacita' senza tempo dei classici di opporsi alla violenza ed all'ingiustizia.
Si continua il percorso di formazione alla nonviolenza condividendo esperienze ed idee con il metodo dell'intervista.
A conclusione ancora una lettura ed uno studio stilistico: utilizzando il libro di Max Aub, Delitti esemplari (Sellerio, Palermo 1981).
Il prossimo incontro sara' domenica 29 agosto alle 15,30, sempre al centro sociale "Valle Faul", in strada Castel d'asso snc a Viterbo.
*
Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 23 agosto 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
 
5. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

*

Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 1570.
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 292 del 24 agosto 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
 
 
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it