Telegrammi. 284



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 284 del 16 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. La guerra assassina, il colpo di stato razzista
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giuseppe Moscati
3. Si e' svolto il 15 agosto a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta
4. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
5. "Azione nonviolenta"
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. LA GUERRA ASSASSINA, IL COLPO DI STATO RAZZISTA
 
Questo orrore
La guerra assassina, il colpo di stato razzista.
Cosa aspetta il popolo italiano a sollevarsi, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro la guerra e il razzismo?
La guerra assassina, il colpo di stato razzista.
Cosa aspetta il popolo italiano a sollevarsi, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita' costituzionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
La guerra assassina, il colpo di stato razzista.
Questo orrore.
 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIUSEPPE MOSCATI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giuseppe Moscati.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un breve profilo di Giuseppe Moscati si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Giuseppe Moscati: Attraverso la lettura di Aldo Capitini, che mi ha aperto un nuovo orizzonte e - in buona parte - cambiato vita e prospettiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Giuseppe Moscati: Dicevo di Capitini, che e' stato e rimane per me il primo riferimento, essenzialmente per quel suo argomentare persuaso intorno alla necessita' e anzi urgenza di apportare - ciascuno a suo modo, nessuno escluso - la propria “aggiunta” di opposizione alla “insufficienza della realta'” (a piu' livelli). E per aggiunta dobbiamo intendere quella "facolta' di innovare non solo una parte ma la totalita' del mondo umano e naturale, senza togliervi nulla" (S. Paolini Merlo, La teoria della compresenza di Aldo Capitini. Fisionomia logica di una categoria religiosa, in “Itinerari”, n. 3/2009, p. 60). Poi, dopo Capitini, anche Danilo Dolci, Tolstoj, Gandhi ovviamente, ma sempre letti e riletti con gli occhi di Capitini. Forse e' un limite, pero'... E, se mi permettete, tra gli autori della nonviolenza vorrei inserire anche un Kafka, lucido interprete delle dinamiche vittima-carnefice e a mio avviso suggeritore di un’opposizione nonviolenta molto originale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Giuseppe Moscati: Non posso che citare gli Elementi di un’esperienza religiosa e Religione aperta di Capitini che, contrariamente a quanto possa sembrare, non trattano di religione quanto piuttosto del’apertura religiosa che dovrebbe innescare la co-evoluzione dell’educazione nonviolenta. Ma, tanto piu' che e' stata ristampata una seconda volta a distanza di poco tempo - fatto singolare considerando tema e autore -, di Capitini segnalerei l’antologia Le ragioni della nonviolenza curata da Mario Martini per la Ets di Pisa. Chiedo un’altra licenza: suggerisco di inserire, tra i libri dei grandi nonviolenti, anche i lavori editoriali di tanti artigiani della nonviolenza: penso alla rivista “Azione Nonviolenta”, alla stessa “Nonviolenza in cammino”... Quella della nonviolenza, credo, e' una tematica di cui discutere senza sosta e quindi ai classici accosterei gli scritti “minori” di chi riesce a tenere vivo il dibattito su di essa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne

di essere sostenute con piu' impegno?

- Giuseppe Moscati: Nel mondo vanno sicuramente sottolineate le energie impiegate dai movimenti nonviolenti internazionali, dagli organismi piu' noti alle associazioni meno in vista; in Italia mi permetto di ricordare il lavoro svolto dall’Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, di cui sono il segretario (presidente ne e' il nipote di Aldo, Luciano Capitini): l’Anaac nel suo piccolo si sforza di far circolare delle idee ri-partendo soprattutto dai giovani. Questo significa che non c’e' bisogno di un Eurostar ad alta velocita' per veicolare la nonviolenza, ma anche che non guasterebbero gli aiuti a spingere anche i piccoli, carichi carretti nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Giuseppe Moscati: C’e' ancora tanto da fare - e subito - per fermare le guerre e al contempo le logiche che dietro ad esse risiedono feroci e indifferenti. Poi non mancano angoli dimenticati della Terra dove bisogna ricominciare da zero per affermare e tutelare i diritti dei piu' deboli, siano quelli dei bambini costretti al lavoro piu' nero e triste possibile o quelli delle donne calpestati in vario modo da questo o quell’oppressore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Giuseppe Moscati: Sono talmente tanti che si rischia di segnalarne troppo pochi: direi che a partire dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) il giovane (e non solo lui) puo' accedere a tutta una serie di sollecitazioni e di rimandi utili a farsi una panoramica degli impegni possibili.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Giuseppe Moscati: La definirei come una persuasione ad avere cura che l’alterita' (il vicino di casa e il maori lontanissimo) venga realmente rispettata nella sua autonomia. Nel momento in cui questa cura - perdendo la sua creativita' costitutiva - mirasse a proteggere l’altro allo scopo di renderlo simile a noi, al nostro clan e alle sue peculiarita', la nonviolenza decade.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Giuseppe Moscati: Accennavo prima alla questione della donna oppressa. Se ancora nel 2010 dobbiamo parlare di casi di soprusi e violenze ai danni delle donne nel mondo, allora abbiamo ancora bisogno della forza propulsiva del femminismo, anche come elaborazione teorica e quindi - ancora una volta - come un prendersi cura di qualcosa di essenziale al progresso dell’uomo tutto. Mi viene in mente Simone de Beauvoir che pioneristicamente ha scardinato il dominio colonialista dell’immaginario maschile, senza peraltro tacere della “colpa morale” di quelle donne che hanno contribuito a costruirlo e fortificarlo, quell’immaginario: un grande esempio di coraggio intellettuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Giuseppe Moscati: L’atteggiamento nonviolento non conosce compartimenti stagni. Esso e' tale se sa accompagnare alla cura di cui dicevo anche in generale la cura per tutti gli esseri (fino alla formica e oltre): nonviolenza e' necessariamente nonviolenza per il cosmo e per il microcosmo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Giuseppe Moscati: La lotta al razzismo come in generale gli sforzi per il riconoscimento dei diritti umani costituiscono delle vere e proprie espressioni della nonviolenza. Quest’ultima e' una sorta di vocabolario e come tale ha piu' voci che non solo la costituiscono, ma la determinano, la contestualizzano, la attualizzano.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Giuseppe Moscati: Vale un po’ il discorso appena fatto: pure la lotta alla mafia, o meglio alle mafie, e' un’espressione nonviolenta che deve tendere sempre a riconvertire le energie (umane e non) dallo stato alienato a uno stato "liberato". Penso a Libera e a tutte le campagne che ogni volta e' capace di ideare e realizzare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Giuseppe Moscati: Il loro legame per me si chiama socialismo, che definirei come l’anelito a coniugare liberta' e socialita' (qui torna il Capitini del liberalsocialismo, assieme a Guido Calogero pur nella differenza di accenti) in vista di un mondo migliore. Non un ottimo mondo, ma un mondo oggi migliore di ieri e tuttavia non ancora come domani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Giuseppe Moscati: Questo accostamento mi fa pensare alla teologia della liberazione: e' significativo che cio' che avrebbe dovuto fare, laicamente, la politica in quanto condivisione socio-politica di un di piu' di democrazia lo hanno fatto, subendo strali anche dalle gerarchie ecclesiastiche, i teologi della liberazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Giuseppe Moscati: Rimango sempre piu' affezionato al primo termine: piu' che di una pacificazione, dovremmo andare in cerca di una liberazione nonviolenta. Detto questo, sarei ingiusto se non attribuissi il giusto valore a quanto i pacifisti di ogni tempo e di ogni luogo hanno fatto e continuano a fare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Giuseppe Moscati: I primi passi la nonviolenza non puo' che compierli in chiave antimilitarista. La milizia e' un’idea di aggressione all’altro come straniero, dissidente, altro-da-noi: aggressione e paura insieme.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Giuseppe Moscati: Stesso discorso: la volonta' di disarmo internazionale e' la grande opportunita' che l’umanita' ha di riformarsi in senso nonviolento. Non si tratta di attuare una palingenesi, che sarebbe cieca e a sua volta oppressiva, ma di costruire un pensiero condiviso e creativo di alternativa possibile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Giuseppe Moscati: Il diritto alla salute e' come il diritto a respirare e poi tutti noi abbiamo un gran bisogno di essere assistiti. Non tanto da una Provvidenza quanto piuttosto da un ideare e fare comuni nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Giuseppe Moscati: Le seconde possono essere intese come esercitazioni sul se' affinche' si apra all’altro-da-se': forse puo' sembrare un concetto troppo filosofico, ma nell’atto pratico si tratta pur sempre di una strategia operativa nonviolenta di "cura per".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Giuseppe Moscati: Questo e' un punto decisivo e il suo essere cruciale e' tutto nell’esigenza - democratica - di essere consapevoli per poter agire responsabilmente. Qui ricorderei Kant, il Kant socratico e anche il Kant che inchioda gli individui all’obbligo di vedere l’altro non soltanto come mezzo, ma anche come fine. Da Kant, su questa linea e passando per Mazzini (e Gandhi), arriviamo ancora a Capitini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Giuseppe Moscati: Tanto, davvero tanto: la cifra di questo apporto e' proprio nell’idea di apertura/aperture, di cui ha particolarmente bisogno il pensiero filosofico occidentale. Dall’in-se'-e-per-se' ci si deve proiettare verso la capitiniana “compresenza” (non a caso, insieme a Il soggetto della storia, La compresenza dei morti e dei viventi e' la piu' filosofica delle opere di Capitini).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Giuseppe Moscati: Il pensiero va a Raimon Panikkar, che bene incarna questo apporto: l’orizzonte e' il dialogo intrareligioso (piu' che meramente interreligioso) e percio' un dialogo aperto, senza barriere confessionali, realmente incontro "con" e "fra" le interiorita' religiose dei dialoganti in gioco.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Giuseppe Moscati: Tutto il cuore della nonviolenza e' educazione e quest’ultima e' ricca solo se nonviolenta. Se cosi' non fosse, a cosa servirebbe (ora la domanda la faccio io) una nonviolenza ad uso esclusivo di se stessi?Nonviolenza e', in tal senso, il contrario di possesso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Giuseppe Moscati: Ce lo hanno suggerito Vandana Shiva, Amartya Sen, Serge Latouche e altri: l’economia deve ripartire da una mentalita' nonviolenta se vuole evitare una pericolosa implosione del mercato e non solo di esso. A remare contro, ovvio, ci sono soprattutto gli zero delle grosse cifre degli interessi dell’industria bellica. I soldi, se non fanno la felicita', fanno di sicuro le guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Giuseppe Moscati: Il diritto in generale e' il mondo dei diritti e dei doveri e la nonviolenza insegna che non puo' darsi un sano esercizio dei primi senza un rispetto responsabile dei secondi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Giuseppe Moscati: Credo che etica e nonviolenza siano sorelle, legate l’una all’altra da un’apertura verso il tu che ci costituisce nel profondo; la bioetica e' un terreno accidentato su cui e' necessario muovere i passi solo con una logica di condivisione il piu' possibile allargata e giocoforza ispirata ai principi nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Giuseppe Moscati: Scienza e tecnologia non possono prescindere da una matura consapevolezza sui fini che si intendono perseguire e in tal senso la nonviolenza e' la compagna di viaggio ideale verso la coscienza che sono i mezzi nobili a fare nobili i fini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Giuseppe Moscati: Interrogandosi sulla nonviolenza si scopre che spesso siamo portati a cadere nell’errore di credere che la storia sia davvero magistra vitae: certo, essa puo' fornirci delle indicazioni e degli orientamenti di massima, come fa l’esperienza in generale, ma starei attento a certe "mitizzazioni storiografiche".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Giuseppe Moscati: Il consenso e' essenzialmente un incontro - non certo un appiattimento - vissuto attraverso le differenze.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Giuseppe Moscati: Penso che l’elemento piu' simbolico in tal senso possa essere la posizione di un "terzo", ovvero di un’alternativa che aiuti a fuoriuscire dal chiuso pensiero oppositivo A contro B.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Giuseppe Moscati: Come una formazione all’apertura e all’integrazione, ma che prende le mosse dallo sforzo di consapevolezza e dei propri limiti e della necessita' di ottimizzare qualcosa che, nella sua poverta' (datita' della violenza), non puo' certo soddisfarci o farci rimanere in stato di indifferenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
- Giuseppe Moscati: Addestramento non e' un termine a me particolarmente caro perche' mi fa pensare sia alle forze armate che all’ammaestramento degli animali da circo... Preferisco co-evoluzione all’azione nonviolenta come crescita condiva dei passi che citavo poco fa: consapevolezza (dei propri limiti e della limitatezza della realta' di violenza), apertura, integrazione, ottimizzazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far

conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Giuseppe Moscati: Scusate se mi ripeto citando ancora quelli che prima ho definito “gli artigiani della nonviolenza”: la rivista “Azione Nonviolenta” e l’esperienza di “Nonviolenza in cammino” sono per me assai rappresentative di un mondo dai confini talmente vasti che sarebbe difficile richiamarne anche solo i principali protagonisti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Giuseppe Moscati: Qui c’e' molto ancora da fare. Le esperienze scolastiche per fortuna si stanno moltiplicando. Se poi penso al mio caso personale, ha significato molto incontrare Capitini, Dolci, Gandhi e altri pensatori della nonviolenza attraverso lo studio della filosofia morale all’Universita' degli Studi di Perugia (cattedra del professor Mario Martini), ma mi rendo conto che ci vorrebbe una maggiore cooperazione tra universita' e scuola.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Giuseppe Moscati: Molto della marginalita' e' proprio da segnalare a carico dell’informazione e dai responsabili dei mass media: e' urgente ripartire da li', ma abbandonando atteggiamenti vittimistici che remerebbero contro e basta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Giuseppe Moscati: Si', e' auspicabile un coordinamento sempre piu' ampio: il segreto sta forse nel liberarsi dei vari particolarismi, comprensibili e tuttavia dannosi a quella co-evoluzione di cui dicevo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Giuseppe Moscati: Oggi non si puo' prescindere da internet e credo che si tratti di una grande sfida da raccogliere: servirebbe a dare un altro senso anche alla globalizzazione. Qui e' prioritario l’intervento attivo dei giovani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: La nonviolenza stessa e' un movimento, un movimento dal basso e proprio dal basso vanno costruite le relazioni co-evolutive con gli altri movimenti, che peraltro devono farsi capaci di rinunciare alle varie forme di violenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: Le istituzioni faticano a farsi piacere e apprezzare e rispettare perche' appesantite da quella burocrazia che proprio la nonviolenza deve insegnare a superare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: La mia idea di cultura e' quella di una cultura nonviolenta e considero pseudoculture le varie "culture" della forza, della mera vitalita', della superiorita' di questa o quella civilta'...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: Il contesto politico italiano, a mio avviso, sta conoscendo una lunga fase di stallo e di crisi, se non proprio di vuoto e mi e' pertanto difficile immaginare qualcosa in merito; pensando in termini di internazionalizzazione della nonviolenza, ma anche piu' in generale a un rapporto politica-nonviolenza, abbiamo a che fare con un’altra grande sfida: re-imparare che la politica non e' e non puo' limitarsi ad essere il regno del fine che giustifica il mezzo. Ma senza cadere nell’ingenuita' (dalle conseguenze giacobine) di pensare alla politica come al paradiso delle "anime belle". Anche la nonviolenza, come la politica, credo debba essere persuasa che l’azione richiede il coraggio di sporcarsi le mani, sempre ovviamente entro i limiti di un’adulta ragione nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: Quelli ispirati alla rivendicazione dei diritti dei piu' deboli, che oggi non mi pare sempre corrispondano a cio' che sono diventati i sindacati, almeno quelli nostrani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: Il terreno d’incontro e' ancora una volta la co-evoluzione come crescita nella solidarieta' e nella cooperazione internazionale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Giuseppe Moscati: Il legame lo vedrei soprattutto nella creativita' di fondo della nonviolenza, che e' appunto persuasione di un’alternativa (sempre) possibile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Giuseppe Moscati: Ma sicuramente in virtu' della nonviolenza ho incontrato diversi amici significativi, altre amicizie le ho maturate grazie all’idea di fondo di quella nonviolenza che non ha bisogno di essere citata o chiosata per agire e produrre legami significativi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Giuseppe Moscati: Vale un po’, qui in positivo, il discorso fatto a proposito dei conflitti per ragioni razziali. Una della battute nonviolente cui sono piu' affezionato: Einstein che nella casella “razza” della scheda di immigrazione scrive “umana”. Eccezionale!

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Gia' detto: in sostanza, la politica non va ridotta a regno del fine che giustifica il mezzo e l’apporto della nonviolenza in questa direzione e' decisivo. La politica, poi, ha da suggerire alla nonviolenza che, per mettersi davvero in cammino, e' necessario rimanere coi piedi per terra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: La nonviolenza non e' qualcosa che si sceglie di prendere su di se' i giorni dispari: e' eminentemente quotidiana, e' ogni giorno, ogni ora.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Allargherei il discorso. Cura del territorio in cui si vive e anche di quello in cui vivono gli altri e, ancora, vivranno altri dopo di noi: il rispetto della terra che abitiamo, di quella che altri abitano oggi e abiteranno domani, cos’e' tutto questo se non nonviolenza? Heidegger diceva che l’uomo abita l’essere; noi siamo chiamati ad abitare la nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Anche qui una relazione fondamentale: la nonviolenza stessa e' cura.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Giuseppe Moscati: La fine non dovrebbe terrorizzarci, ma "solo" inquietarci: il nonviolento non e' uno totalmente pacificato, basta con queste vecchie, trite interpretazioni! Egli e' sanamente inquieto e la morte, nella sua visione del mondo, non puo' che rientrare tra quegli elementi che non permettono all’uomo di rilassarsi e adagiarsi su qualcosa di comodo proprio in quanto e' la vita a non essere comoda. Personalmente continuo a subire un grande fascino rispetto al tema della morte, su cui mi ha spinto a interrogarmi soprattutto Feuerbach, ma anche lo stesso Capitini con l’idea della compresenza dei morti e dei viventi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Giuseppe Moscati: Una su tutte la liberazione gandhiana del continente indiano dal giogo del colonialismo inglese; ma sappiamo troppo poco delle esperienze meno documentate di opposizione nonviolenta, come per esempio quelle al nazismo da parte della Danimarca o della Norvegia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Giuseppe Moscati: Uno stato in evoluzione, che ci deve ricordare l’urgenza di un impegno corale costante e tenace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Giuseppe Moscati: Grosso modo anch’esso in evoluzione, con segnali importanti da coltivare e riprodurre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Giuseppe Moscati: Come detto prima, e' imprescindibile una grande attenzione agli aspetti comunicativi e al ruolo dei mass media, oltre che un coordinamento sempre piu' allargato ed efficiente, dal basso, dalla base della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Giuseppe Moscati: Purtroppo siamo ancora indietro, ma - ripeto - i segnali positivi non mancano e il mondo della formazione puo' fare molto, a piu' livelli, per educare, per promuovere, o solo per far conoscere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Giuseppe Moscati: Mi augurerei una forte presenza delle istituzioni, che provochino il mondo massmediatico e sostengano il lavoro della scuola e dell’universita' come pure quello dell’associazionismo, delle fondazioni, dei centri studi...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Dicevo prima che non concepirei una cultura che non fosse di fondo nonviolenta; per me significa che dev’essere necessariamente interculturale e intraculturale (quindi anche interreligiosa e intrareligiosa).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Vale il discorso sulla consapevolezza dei propri limiti: ci conosciamo anche grazie e attraverso i nostri limiti e la nonviolenza e' in tal senso il migliore esercizio su di se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Un po’ tutte le scienze umane si caratterizzano come riflessioni sull’uomo e sulle relazioni interpersonali, tra generazioni, tra gruppi culturali... E anche la nonviolenza, al pari della filosofia, piu' che fornire risposte, e' chiamata a far ragionare su come porsi le domande.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Considero importantissimo il lavoro sul linguaggio. Un percorso semiotico sulle nostre abitudini linguistiche ci insegnerebbe tanto anche in chiave di consapevolezza nonviolenta: basti pensare ai tabu', alle rimozioni, alle mistificazioni linguistiche...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Giuseppe Moscati: Torno ancora con la mente al lavoro "alternativo" di Vandana Shiva, di Amartya Sen e di altri sull’idea di felicita', di ricchezza, di stili di vita. Quello nonviolento, piu' propriamente, credo sia un atteggiamento di vita.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Giuseppe Moscati: Questo tipo di critica, come altri analoghi, deve sapersi conquistare un certo livello di adultita'. Come pure nel caso della critica alla tecnica/tecnologia che alcuni autori del pensiero occidentale hanno costruito e sviluppato, anche qui e' importante accostare alla pars destruens anche una pars construens. Le implicazioni e le conseguenze ruotano attorno all’idea che un eccesso di industrializzazione sfrenata e incontrollata rischia inevitabilmente di soffocare l’umanita' stessa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Giuseppe Moscati: Anche questo e' un tema gia' in buona parte affrontato: ribadisco che la nonviolenza e' la forma di cura per eccellenza, che non puo' limitarsi ad esprimersi solamente nei confronti degli altri uomini e delle altre donne: nonviolento e' chi ha cura anche per gli animali, per i vegetali, per il pianeta Terra e per gli altri pianeti e costellazioni: anche per i buchi neri!

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
- Giuseppe Moscati: Tornerei alla solidarieta' e cooperazione internazionale: convivere e', alla radice, molto piu' che sopravvivere. La comunita': ecco la parola chiave per ben intendere l’abitare lo stesso pianeta. Scusate l’autocitazione, ma e' fresco di stampa un mio racconto per ragazzi (e non solo) intitolato Oniricos (Edizioni Era Nuova, Perugia 2010) che ragiona proprio su questi temi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Giuseppe Moscati: Del riconoscimento dell'altro ho gia' detto; la misericordia rimanda a contesti che esulano dalla mia competenza e sulla giustizia preciserei che e' un buon antidoto contro le ambiguita' parlare di “giustizia sociale”; mi fa piacere cogliere l’opportunita' di aggiungere qualcosa riguardo alla responsabilita'. Essa credo vada intesa in primo luogo come principio di ragione e di azione nonviolente: ce lo ha suggerito piu' o meno indirettamente anche Karl Jaspers, che ne ha chiarito la natura laica in contrapposizione al concetto di colpa (su cui pure egli ha scritto pagine memorabili), all’idea di peccato e simili.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Giuseppe Moscati: Vi ho anticipato diverse risposte fa... Aggiungo qui soltanto un’altra battuta: persino un insospettabile ispettore Callaghan, in una pellicola degli anni Settanta, diceva che ogni uomo non puo' prescindere dalla consapevolezza dei propri limiti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Giuseppe Moscati: La direzione, per fortuna, non e' unica: la nonviolenza cammina in piu' direzioni e macina chilometri su chilometri senza la possibilita' di recriminare o di rinfacciare a nessuno delle tante energie spese. Essa assiste gli individui in diversi aspetti della loro vita e non certo nel solo campo di opposizione alle guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Giuseppe Moscati: Altro argomento gia' emerso nelle precedenti risposte: grandi possibilita' e direi anche enormi attese dal mondo dei giovani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Giuseppe Moscati: Mi chiamo Giuseppe Moscati, sono dottore di ricerca in Filosofia e Scienze umane e da piu' di un decennio collaboro con il Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Universita' degli Studi di Perugia. Mi occupo prevalentemente di tematiche etiche e di alcuni aspetti filosofico-educativi legati in particolare all’educazione alla nonviolenza, di cui in diverse occasioni sono stato formatore. Quanto al pensiero di Aldo Capitini, da tempo vado approfondendo i suoi risvolti etico-politici e di recente ho curato gli Atti del I Convegno dei giovani studiosi capitiniani - Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni (edito da Levante, Bari 2010) -, convegno che ho avuto la fortuna di organizzare a Perugia grazie all’Anaac, l’Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini di cui sono segretario. Collaboro con la Fondazione Centro studi Aldo Capitini di Perugia, che tra le varie attivita' sta editando l’epistolario capitiniano: lo scorso anno ho curato (con Thomas Casadei) il carteggio Aldo Capitini - Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Carocci, Roma 2009.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Giuseppe Moscati: Solo un suggerimento: sarebbe interessante sottoporre anche solo alcune di queste domande ad amici della nonviolenza di altri Paesi, proprio per avere punti di riferimento utili a coordinare al meglio le energie e le iniziative oltre che a prendere consapevolezza di quale sia la situazione fuori dall’Italia. Grazie e complimenti per il lavoro che portate avanti.

 
3. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 15 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA
 
Si e' svolto domenica 15 agosto 2010 il trentasettesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" a Viterbo.
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Proseguendo in un'iniziativa da tempo in corso, e' stato deciso l'invio di una lettera aperta ai presidenti delle Commissioni Sanita' del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e contro la realizzazione di un nocivo, distruttivo e fuorilegge mega-aeroporto.
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Un'ampia riflessione e' stata dedicata nel corso dell'incontro a questioni politiche e morali di particolare attualita'.
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E' stato quindi letto e commentato pressoche' integralmente il libro a cura di Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares, Racconti brevi e straordinari (Franco Maria Ricci, Parma-Milano 1973).
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Il prossimo incontro di formazione e informazione nonviolenta si terra' domenica 22 agosto con inizio alle ore 15,30 presso il centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.
 
4. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

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Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
5. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Franz Kafka, Romanzi, Mondadori, Milano 1969, 2006, pp. XXVIII + 986.
- Franz Kafka, Racconti, Mondadori, Milano 1970, 2006, pp. XXVI + 630.
- Franz Kafka, Confessioni e diari, Mondadori, Milano 1972, 1983, pp. XXVI + 1190.
- Franz Kafka, La metamorfosi e tutti i racconti pubblicati in vita, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 304.
- Franz Kafka, Il silenzio delle sirene. Scritti e frammenti postumi (1917-1924), Feltrinelli, Milano 1994, pp. 416.
 
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
8. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 284 del 16 agosto 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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