Telegrammi. 274



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 274 del 6 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Guerra e razzismo, crimini contro l'umanita'
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Luciano Bonfrate
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Nicola Lo Bianco
4. Il primo agosto si e' svolto a Viterbo un incontro di accostamento alla nonviolenza
5. Il 4 agosto si e' svolto a Viterbo un incontro di formazione alla comunicazione nonviolenta
6. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. GUERRA E RAZZISMO, CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
 
E tu fai parte dell'umanita'.
E tu a questi crimini hai il dovere di opporti.
Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO LUCIANO BONFRATE
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Luciano Bonfrate.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Luciano Bonfrate e' un collaboratore abituale di questo foglio]

 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Luciano Bonfrate: negli anni '70, per il convergere di due esigenze: da una parte un impegno politico nella nuova sinistra nel corso del quale fin dall'inizio mi era parso assolutamente evidente che la nostra lotta doveva anche contrastare limpidamente ed intransigentemente ogni deriva militarista e violentista, maschilista e patriarcale, autoritaria e gerarchizzante, poiche' queste derive erano incompatibili col senso e i fini della nostra lotta; dall'altra con il maturare della scelta dell'obiezione di coscienza al servizio militare: la mia motivazione originaria era essenzialmente antimilitarista, ma predisponendomi a compierla iniziai a leggere (ovvero a rileggere) con particolare attenzione e specifica intellezione vari autori - da Erasmo a Gandhi, da Bertrand Russell ad Albert Camus, da Rosa Luxemburg a Heinrich Boell, da Guenther Anders a Nuto Revelli, da Juergen Moltmann a Gustavo Gutierrez, da Aleksandr Solzenicyn a Ivan Illich, dalla fenomenologia ai francofortesi, e soprattutto le autrici della decisiva esperienza del femminismo - attraverso cui mi accostai sempre piu' alla tradizione nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Luciano Bonfrate: Come letture fondamentali per il mio accostamento direi Lorenzo Milani, Mohandas Gandhi, Aldo Capitini e Danilo Dolci, autori ormai classici.
Tra le persone viventi che nel corso del tempo hanno avuto ed hanno tuttora per me una particolare importanza le prime che mi vengono in mente sono Renato Solmi, Giuliano Pontara, Mao Valpiana, Enrico Peyretti, Maria G. Di Rienzo, Anna Bravo.
Altre figure ancora che hanno contato molto nella mia vita e nel definirsi e chiarirsi delle mie opinioni e delle mie scelte orientandomi verso la nonviolenza: ricorderei innanzitutto Ernesto Balducci, Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia, Norberto Bobbio, Primo Levi.
Tra le persone che ho conosciuto solo attraverso la lettura delle loro opere vorrei citare innanzitutto Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Simone Weil, Hannah Arendt, Carla Lonzi, Simone de Beauvoir, Maria Zambrano, Luce Fabbri, Susan Sontag.
Tra gli autori e le autrici viventi che piu' ho ascoltato e ascolto i primi nomi che mi vengono in mente sono Silvia Vegetti Finzi, Rossana Rossanda, Luisa Muraro, Lidia Menapace, Lea Melandri, Dacia Maraini, Adriana Cavarero, Laura Boella; e anche Shulamith Firestone, Germaine Greer, Luce Irigaray, Julia Kristeva, Kate Millett, Juliet Mitchell, Robin Morgan, Adrienne Rich, Vandana Shiva. Sono tutte donne: significhera' pur qualcosa.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Luciano Bonfrate: Tre libri per me fondamentali: Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; Il messaggio di Aldo Capitini; Virginia Woolf, Le tre ghinee. Molto utile anche Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta. Ed anche Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, e La banalita' del male; ed ancora Vandana Shiva, Il bene comune della terra (ma anche tutte le altre sue opere).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Luciano Bonfrate: Le lotte del movimento delle donne e le lotte dei movimenti la cui leadership e' femminile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Luciano Bonfrate: Oggi in Italia l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Luciano Bonfrate: Il Movimento Nonviolento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?
- Luciano Bonfrate: Mi piace il titolo di un recente, fondamentale libro di Giuliano Pontara: L'antibarbarie. E mi piace anche molto il termine gandhiano satyagraha: la forza della verita'.
 
3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO NICOLA LO BIANCO
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Nicola Lo Bianco.

Per un profilo di Nicola Lo Bianco si veda la risposta alla penultima domanda]

 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: L’immagine indelebile della mia fanciullezza, del cavallo frustato a sangue fino a stramazzare perche' non riusciva a trascinare un carico di tondini di ferro superiore alla sue forze: da allora il disgusto per ogni forma di violenza. Poi, alcuni anni fa, la scoperta della “Nonviolenza in cammino” su internet e la lettura metodica dei maestri della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Nicola Lo Bianco: Un po’ tutti, ma in particolare Giorgio La Pira che, sorretto da un afflato spirituale coinvolgente, nel vivo dell’agone politico e sociale prospettava e realizzava un rapporto intrinseco tra etica e politica in direzione dell’unita' delle nazioni nella pace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Nicola Lo Bianco: La prima lettura potrebbe essere Gunther Anders, Noi figli di Eichmann; Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern; I sommersi e i salvati di Primo Levi; e poi Tolstoj, La nostra concezione della vita; e a seguire degli scritti a scelta dei maestri della nonviolenza, da Gandhi a Capitini a Danilo Dolci, sino al Breviario per un’etica quotidiana di Giuliano Pontara.

Per le biblioteche tutte le pubblicazioni degli autori che ho citato, ai quali aggiungerei Norberto Bobbio, e precisamente le sue Obiezioni alla nonviolenza; Hannah Arendt, La banalita' del male, e la vita di S. Francesco.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Nicola Lo Bianco: Riguardo alle iniziative nel mondo non sono ben informato. In Italia soprattutto le iniziative che servono a tutelare i diritti umani e civili in riferimento a situazioni gravissime come ad esempio il trattamento nelle carceri, la persecuzione dei clandestini o la pratica da “soluzione finale” dei licenziamenti di massa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Nicola Lo Bianco: Nella societa' civile, nelle strutture e nei meccanismi economici, dove si annida la matrice della violenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Nicola Lo Bianco: Lo inviterei a seguire quello che io stesso meglio conosco, "La nonvioolenza e' in cammino", e in particolare gli scritti di Peppe Sini ed Enrico Peyretti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Nicola Lo Bianco: Credo che la nonviolenza debba attraversare stadi diversi di formazione: dalla riflessione alla convinzione, al modo di pensare e di agire in ogni atto e parola.

Si tratta di controllare la parte istintiva ed irrazionale, pensare ed agire in modo tale da disarmare l’aggressivita' altrui, da fargli pensare che la forza se risolve, risolve temporaneamente, ma aggrava la situazione in un circolo vizioso.

La nonviolenza e' un tentativo di uscire dallo stadio di “preistoria morale” dell’uomo, quello animalesco dell’uso della forza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Nicola Lo Bianco: Non so, non seguo i movimenti femministi, ma mi pare che si pongano al di fuori della nonviolenza nel momento in cui a priori si dispongono come “specie” in conflitto con il “maschio”, o assumono atteggiamenti di superiorita' che riflettono specularmente il maschilismo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Nicola Lo Bianco: La nonviolenza, per dirla con S. Francesco, e' fratellanza, tratta con rispetto tutto cio' che serve la vita, anche la pietra levigata dalle acque, che ha una sua ragion d’essere nell’ambito del ciclo vitale della terra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Nicola Lo Bianco: Un rapporto strettissimo:la nonviolenza e' la negazione dell’idea stessa di razza, considerando i popoli, come gli individui, diversi ma di pari dignita'. E’ il fondamento dei diritti di tutti gli esseri umani.

Se consideriamo che sinora i rapporti interpersonali, tra i popoli, con la natura, sono stati determinati dalla sopraffazione, la nonviolenza ha l’arduo compito di scardinare questo modo duro, spesso inconsapevole, di vivere in questo nostro mondo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Nicola Lo Bianco: Qui ci potrebbe aiutare il pensiero e l’esperienza di Danilo Dolci, il quale trattava la mafia come una sottocultura in una condizione di precarieta' esistenziale, e percio' partiva dai diritti elementari negati e dagli uomini soggetti o succubi della mafia, talora ricercando addirittura un dialogo con singoli uomini mafiosi o vicini alla mafia. Intuiva che il metodo “muro contro muro”, cioe' la semplice azione militare e giudiziaria avrebbe lasciato la possibilita' alla mafia di riprodursi all’infinito. E’ quello che avviene ancora oggi.

La nonviolenza deve chiarire anzitutto che la mafia, le mafie, sono parte integrante paralegali di un meccanismo di potere e di denaro che si regge esso stesso sulla violenza. Far passare la mafia come organismo al di fuori o addirittura contro la struttura economica e politica e' un inganno e perpetua la sua esistenza.

La violenza non e' solo quella del colpo di pistola.L’impegno della nonviolenza dovrebbe essere quello di smascherare la fonte reale del potere mafioso, cioe' il sistema economico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Nicola Lo Bianco: Dal punto di vista ideologico quello che qui andiamo dicendo a proposito di sopraffazione, diritti umani, ecc. Semmai dovrebbe esserci un maggiore coinvolgimento, una presenza piu' attiva, piu' visibile, alle lotte dei lavoratori, facendo capire che la nonviolenza non e' una proposta che riguarda unicamente l’aspetto violento della realta' (come e' opinione comune), ma e' intrinseca a quella lotta e puo' rappresentare un proposta alternativa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Nicola Lo Bianco: Non e' facile la risposta, data la complessita' del problema e la diversita' delle varie situazioni. Bisognerebbe essere presenti, dentro quelle realta', agire direttamente e dall’interno: sto pensando alle favelas e alle zone rurali poverissime brasiliane dove operava Helder Camara. In generale, mi sembra piu' “facile” iniziare una lotta di liberazione nonviolenta, ma cio' implica una voce sempre presente, attiva, tenace, di lunga durata, e capace di far capire che la pazienza della nonviolenza non e' solo liberta' dal “nemico”, e' anche riconquistata padronanza di se' che non deve rendere conto a nessun “eroe”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Nicola Lo Bianco: Tutti, infine, siamo pacifisti, dal guerrafondaio che fa la guerra per ottenere la sua “pace”, all’uomo che non vuole essere disturbato nei suoi affari, all’uomo della strada che pensa, giustamente, che la pace e' meglio della guerra. C’e' un pacifismo di comodo che non ha nulla a che vedere con la nonviolenza che e' anche rischio, ma c’e' un pacifismo autentico, vero, profondo, che ha il grande merito di mettere sotto processo la guerra in ogni parte del mondo, di sensibilizzare quantomeno al rifiuto della guerra. Con questo pacifismo il confronto deve essere sempre all’ordine del giorno.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Nicola Lo Bianco: E’ l’altra faccia del pacifismo, o meglio, ne e' l’antecedente o il conseguente.

Vorrei ricordare pero' che l’antimilitarismo e l’obiezione di coscienza degli anni ’70 con l’obiettivo immediato del rifiuto della leva, ha dato pretesto alla dismissione degli eserciti nazionali sostituiti dagli eserciti mercenari, alla merce', appunto, di chi vuole manovrare l’esercito come corpo separato nelle scelte di intervento militare. La nonviolenza deve trattare l’antimilitarismo non solo come rifiuto di indossare una divisa, ma come espressione di tutta una concezione morale e civile della societa'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Nicola Lo Bianco: Il disarmo attiene a un ordine squisitamente politico-militare che interessa relativamente il movimento nonviolento, il quale, a mio avviso, dovrebbe concentrarsi sui fondamenti della politica, e su questa spendere le sue migliori energie. Intanto, e' d’obbligo attenersi al nostro dettato costituzione che “ripudia la guerra”, e ad esso fare costante riferimento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Nicola Lo Bianco: La negazione di un tale diritto, come sostanzialmente sta accadendo in Italia, e' un modo violento indiretto di attentare all’integrita' del corpo e della mente dell’individuo, e come tale va considerato ed affrontato, e cioe' come un atto di violenza perseguibile non diversamente da quella subita dall’individuo debole che viene malmenato proprio a causa della sua debolezza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Nicola Lo Bianco: La pratica e la teoria di Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia hanno come fondamento la nonviolenza. Il principio e' sempre lo stesso: il rispetto integrale della creatura vivente, ancor piu' se e' un uomo bisognoso di cure particolari e di amorevole assistenza. Il regime cosiddetto “neoliberale” che certamente qualcosa l’ha imparata dal nazismo, si e' “liberato” dei “soggetti inutili e sottosviluppati”, abbandonandoli, nella maggior parte dei casi, alla degradazione umana.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Nicola Lo Bianco: L’argomento e' delicato e credo che investa i molteplici aspetti della formazione, posto che l’informazione nella nostra civilta' e' determinante.E dunque deve essere cura particolare della nonviolenza precisare e distinguere i caratteri dell’informazione.

Per ridurre all’osso la risposta, posso dire due cose: perche' l’informazione non sia deprivazione, inganno, falsificazione, chi fa informazione e chi la riceve dovrebbe scrivere e leggere ponendosi alcuni interrogativi: informazione per chi, a che scopo, cosa aggiunge e cosa toglie alle aspettative del singolo e della collettivita', del singolo nella collettivita' e viceversa; la critica, la denuncia, deve ovviamente ricercare cause e responsabilita', ma non “mandare al rogo”. L’obbrobrio dei roghi inquisitoriali spesso oggi si ripete nella cosiddetta informazione di massa. Fermo restando il diritto/dovere di chiamare le cose col loro nome.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Nicola Lo Bianco: Credo che la nonviolenza riproponga un caposaldo della riflessione filosofica:che cosa e' bene, che cosa e' male, come si intersecano, come si elidono.

E ancora: natura e storia nell’uomo, quanto puo' la natura e quanto puo' la storia, e se, al limite, prevalga nel suo comportamento l’una o l’altra, e quanto e' determinante la situazione nella quale l’individuo o il popolo si ritrova a vivere.

Queste due tre questioni portano ad una vasta problematica che deve fare i conti con una tradizione secolare, se non millenaria, e maggioritaria, che s’impernia sulla possibilita' di dominare anche con gli strumenti della razionalita': anche la “ragione” puo' essere una forma di violenza? E’ un argomento che propongo agli amici della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Nicola Lo Bianco: Alla riflessione delle religioni credo ben poco perche' queste sono paghe di se stesse.

Altra cosa e' la riflessione sulle religioni: la nonviolenza con la determinazione della coerenza che la caratterizza, ha mostrato l’intima contraddittorieta' della religione (qui parlo della cattolica che ben conosciamo) tra il messaggio e la “pratica politica”. I grandi maestri cristiani o anche cattolici della nonviolenza hanno rischiato l’ostracismo, perche', in definitiva, la pratica della nonviolenza sconvolge in ogni senso il “sistema”, e deve percio' essere isolata come “follia giusta”. Una religione, cioe' un sentimento che aspira a rendere “metafisico” l’uomo, non puo' prescindere dalla nonviolenza, cioe' dal rispetto “sacramentale” di tutto cio' con cui l’uomo entra in contatto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Nicola Lo Bianco: Se la violenza e' l’uso della forza per ottenere uno scopo, la nonviolenza bandisce principi e metodi che in un modo o nell’altro agiscono prevaricando, e percio' il principio e' quello della colleganza, della ricerca, verifica, confronto, dialogo: un laboratorio permanente. Ma cosa intendere per prevaricazione? Quanto puo' l’educazione sull’ambiente e quanto l’ambiente sull’educazione? Ricerca, laboratorio, tuttavia significano tempi lunghi che una societa' dove “il tempo e' denaro” mal sopporta, dove il dialogo non ha forza di penetrazione ed espansione: in questo contesto, quali strumenti educativi immediati approntare? La scuola di don Milani era un laboratorio, ma diceva anche che "per fare cittadini sovrani occorre una scuola monarchica".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Nicola Lo Bianco: La prima riflessione da fare e': c’e' violenza nell’economia, e dove si annida?

Se lo sfruttamento, che oggi e' asservimento con disprezzo e maltrattamento, e' violenza, il sistema economico imperante e' l’esatto opposto della nonviolenza.

Il nucleo, il nocciolo, la fonte della violenza e' l’economia, questa economia, che tratta e rende la persona come uno strumento qualsiasi da usare se e quando serve. Se questo e' vero, la nonviolenza deve impegnarsi a denunciare quella fonte prima della violenza e prospettare un’alternativa ben fondata e persuasiva.

I lavoratori avvertono come secondaria la nonviolenza di fronte alla loro situazione disperata.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Nicola Lo Bianco: Dico quello che riesco ad intuire. In generale mi pare che il diritto configuri l’individuo come possessore esclusivo ed arbitrario di qualche cosa, dal martello, diciamo cosi', al pozzo di petrolio, alla banca...: ecco, la nonviolenza dovrebbe riconsiderare quell’“arbitrario”, nell’affermare anzitutto il principio inderogabile del possesso come una forma di delega della collettivita', nel senso dell’utilita' generale che ne deriva, ed in quest’ambito, del rispetto di qualunque forma vivente, dalla zolla di terra al cielo stellato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Nicola Lo Bianco: Credo che la risposta a questa domanda sia contenuta in quello che andiamo dicendo. In sintesi, le leggi naturali che presiedono alla riproduzione della vita non vanno violate, se non per salvaguardare altre vite. Questa salvaguardia e' impegno, occupazione, dovere di tutti quanti, dalle istituzioni ai movimenti d’opinione, e non del singolo individuo abbandonato a se stesso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Nicola Lo Bianco: Il problema e': nelle mani di chi e' oggi la scienza e la tecnologia? Come e da chi in un’eventuale societa' piu' partecipante, dovrebbero essere gestite? Secondo quali principi, e dettati da chi?

Intanto a me pare che il compito del movimento nonviolento e' quello di dimostrare che la nonviolenza non e' uno stato d’animo, ma ha un preciso fondamento scientifico, suffragato cioe' da verita' verificabili. Intanto, mi piace citare il mio amico sociologo Carmelo Viola: "Chi dice che la tecnologia sia il filo conduttore e la misura del progresso - ovvero della crescita della civilta' e della felicita' - delira".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Nicola Lo Bianco: Che nella storia non c’e' solo esaltazione, guerra, conflitto, eroi della violenza vincitori, l’idea cioe' che la storia del mondo sia sostanzialmente storia di forza, ma anche voce dei “senzavoce”, di coloro che rifiutano o hanno rifiutato il metodo della sopraffazione, l’idea assurda che morte e distruzione apportini “progresso”.

I manuali scolastici si dovrebbero compilare a partire dal verace racconto degli orrori della guerra e delle sue conseguenze morali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Nicola Lo Bianco: Nessun metodo e' piu' efficace dell’esempio: la fermezza, la tenacia, la pratica indefettibile che accompagna le parole. Gandhi ci insegna che chi guarda e ascolta deve percepire l’anima dell’interlocutore. Ed e' un’anima che s’e' fatta benevolenza, sincerita', ricerca della verita' senza infingimenti, che mette in conto la sconfitta temporanea, ma che nello stesso tempo non rinuncia alle sue idee, se esse si rivelano fondate e perseguibili in conformita' con gli scopi dichiarati.

Ma non tutti siamo dotati di una tempra siffatta, ed i piu' guardano ai risultati immediati. La nonviolenza non puo' essere, io credo, una conquista definitiva, e' sempre una riconquista, e, percio', non puo' non essere, appunto, in cammino.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Nicola Lo Bianco: Giorgio La Pira diceva: "ogni movimento e' un commovimento":non appellarsi solo ai fatti, alle ragioni proprie o altrui, ma anche ai “fatti” della coscienza, che significa, tra l’altro, ricerca di un punto di dialogo spirituale, ricerca di amicizia e di sensibilita' condivise, accettare eventuali umiliazioni, ritirarsi momentaneamente per poi ritornare con argomenti piu' fondati e persuasivi, inventare forme di protesta efficaci ma non lesive...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: Sono secoli, se non millenni, di mentalita' pronta alla violenza, e non sappiamo, almeno io non so, se l’istinto all’aggressivita' s’e' fatto storia o, al contrario, se la storia s’e' fatta istinto. Piu' semplicemente, sinora risulta che l’ambiente e' l’educatore, il formatore piu' efficace, piu' “penetrante”.

Ma come arrivare all’“ambiente”? A scuola, nelle carceri, nelle varie associazioni, nei quartieri a rischio, proporre un programma di partecipazione ed elaborazione artistico-culturale imperniato sulla violenza/nonviolenza (teatro, musica, ballo, ecc.): una specie di maieutica oggettiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Nicola Lo Bianco: Chi ha recepito e fatto suo il messaggio della nonviolenza, non ha bisogno di addestramento; o meglio, l’addestramento e' interiore. In ogni caso, con lo studio, inteso come ricerca disinteressata e onesta, quella che conduce al frammento di verita', come ad esempio quella trovata da Hanna Arendt: "l’uso del pensiero previene il male".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: Confesso che da parecchi anni i cosiddetti “mezzi d’informazione” non sono il mio pane quiotidiano. Per quel che m’interessa vado spigolando qui e la'.

A parte le pubblicazioni sui maestri della nonviolenza, da anni seguo "La nonviolenza e' in cammino" su internet.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: In generale sono esperienze demandate alla sensibilita' dei singoli docenti e studenti, per cui il loro raggio d’azione e' limitato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Nicola Lo Bianco: Si', e' cosi'. Quasi sempre ci s’imbatte nel movimento della nonviolenza per caso.

Accade spesso che si e' nonviolenti senza rendersene conto, inconsapevolmente, e cio' perche' la cultura della nonviolenza, quella che andiamo descrivendo, rimane relegata in un ambito ristretto, non fa parte, ad esempio, di un movimento d’opinione. Migliorare la percezione? Non saprei. Posso dire che mai in nessuna manifestazione, qui a Palermo, ho trovato un foglio o una voce che desse conto del punto di vista della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Nicola Lo Bianco: Non conosco l’organizzazione interna dei movimenti nonviolenti, ma da quello che leggo nella "Nonviolenza e' in cammino" ho l’impressione che non ci sia un’attenzione adeguata alla struttura organizzativa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Nicola Lo Bianco: Certamente si', e dispiegando il suo punto di vista in ogni settore della vita politica e civile, dalla cronaca all’arte alla filosofia. Insomma, essere voce riconosciuta della polis e non solo dei gruppi nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: Rapporti piu' stretti, piu' presenti, aprendo un continuo dialogo sulle grandi questioni che interessano direttamente ed urgentemente milioni di persone schiavizzate.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: Quelli che tendono alla difesa della democrazia e della Costituzione nella sua interezza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: La cultura, quella attenta e sensibile al “ben vivere civile” direbbe il Poeta, contiene in nuce l’idea della nonviolenza: si tratta di farla emergere, di portarla alla luce attraverso interventi che la indichino come propria della cultura stessa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: Di smascheramento senza tregua e senza cedimenti; di ascolto e di cauta apertura verso quelle forze che contrastano con convinzione, e non strumentalmente, gli interventi militari con tutto il corredo di spese, menzogne, omerta', retorica... oltre, si capisce, all’assassinio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: Di partecipazione ogniqualvolta se ne presenti l’occasione, con un contributo di idee alle varie forme di lotta, di denuncia della violenza intrinseca al trattamento dei lavoratori, alla loro esistenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: Di sostegno e informazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Nicola Lo Bianco: La pratica artistica e' essa stessa una forma di conciliazione degli opposti, della conflittualita' implicita nelle cose di questo mondo. La risposta richiama quella precedente sulla cultura. In piu': perche' non organizzare eventi sotto l’egida della nonviolenza, dove la libera espressione artistica scopra la matrice nonviolenta dell’arte?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Nicola Lo Bianco: Non ci ho mai riflettuto, ma sicuramente l’amicizia e' mezzo e fine della nonviolenza che tende ad escludere il sentimento di odio, di nemico, di ostilita'. Il mio avversario puo' anche essere mio amico, e, se non lo e', puo' diventarlo. Mi viene in mente che l’essenza della nonviolenza e' il tempo, un modo diverso di vivere il tempo, sia quello della reazione personale, che quello lungo della tolleranza. Ma quanto e' difficile percepire il tempo con un ritmo discorde dalla realta'! Potrebbe essere un argomento per gli amici della nonviolenza: il valore del tempo nella teoria e nella pratica della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Nicola Lo Bianco: Mi collego alla risposta precedente: bisognerebbe accompagnarsi sempre all’idea che nel tempo tutti possono essere miei amici, uniti tutti nell’amicizia, che e' propriamente accettazione dell’altro, solidarieta' nella diversita', aiuto reciproco, ma anche e soprattutto correzione e insegnamento reciproci.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: Se la politica e' tuttora sopraffazione, legge del piu' forte, “golpe e lione” diceva il Machiavelli, diffondere un concetto ed una pratica opposti. Gandhi: "la democrazia e la violenza non possono coesistere".

Io penso che la politica debba uscire fuori dall’arbitrio personale (piu' o meno autoritario) e rispondere a dei principi etici soggettivi ed oggettivi, il primo dei quali e' la priorita' del bene comune.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: E’ una forma di autoeducazione permanente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: E’ un aspetto primario della convivenza civile: la cura del territorio e' un modo di curare gli esseri che vi vivono.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: Oltre all’affetto ed ai doveri precipui, fare emergere il meglio di se' e dei propri cari. Per il “meglio” intendo il rispetto di tutto cio' con cui si entra in contatto, a partire dal rispetto di se stessi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Nicola Lo Bianco: Sono domande di grande spessore, ciascuna delle quali richiederebbe un saggio specifico, perche' investono l’interezza dell’essere, come e', appunto, il caso della morte. Di primo acchito mi viene da pensare che chi e' capace di perseguire la pratica della nonviolenza, e' capace di affrontare il rischio della morte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: Sono tante, dai protomartiri cristiani agli obiettori di coscienza, ma qui adesso mi piace ricordare la figura di Etty Hillesum, la giovane ebrea olandese che portava aiuto e conforto agli internati di Westerbork e che, in mezzo alla violenza assoluta dei campi di concentramento, predicava a se stessa il ripudio dell’odio e della violenza anche verbale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Nicola Lo Bianco: Mi sembra che la voce della nonviolenza sia inadeguata rispetto al dilagare della violenza e della guerra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Nicola Lo Bianco: Qualche anno fa ho scritto un breve saggio sul “Demone della violenza” che si e' impossessato della nostra vita. Quanto prima mi piacerebbe scrivere il “Demone della nonviolenza”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Nicola Lo Bianco: Sono scarsamente informato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Nicola Lo Bianco: Marginale.Mi risulta piu' diffusa e persuasiva l’idea pacifista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Nicola Lo Bianco: Internet e' utile, importante, ma si pone come interlocuzione interpersonale, direi quasi privata, nel senso che la voce di ciascuno non rimbalza come voce pubblica. Sarebbe opportuno “scendere in piazza”, partecipare alle manifestazioni condivisibili con un proprio foglio di informazione, cercare canali sulla stampa e sulle tv che diano spazio alla nonviolenza, dare risalto a tutte quelle espressioni artistiche che traggono ispirazione dal ripudio della violenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: Non avere nessun preconcetto, conoscere, capire per accogliere consapevolmente, distinguere, e, se occorre, tralasciare gli aspetti culturali che collidono con l’interculturalita'.

Per il resto e' un processo che si svolge nel tempo, nell’incontro/confronto tra le varie culture e non puo' non essere reciproco.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: L’ho gia' detto: e' una forma di autoeducazione permanente nell’incontro/scontro con la realta'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: La nonviolenza e' essa stessa una scienza umana che contiene e si avvale di tutte le scienze che sono direttamente o indirettamente umane.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: E’ un capitolo importante se teniamo presente che in definitiva tutto e' linguaggio che investe il nostro stare in questo mondo come corpo e come mente. La nonviolenza percio' deve essere molto attenta al linguaggio (orale, segnico) e al messaggio che ne deriva. Insomma non puo' non sottoporre il suo linguaggio e quello circostante a una costante riflessione di accettazione e di rifiuto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Nicola Lo Bianco: Dovrebbe prevalere la sobrieta' e la benevola socievolezza, il rispetto  per tutto cio' di cui ci serviamo o con cui entriamo in relazione, dal ciuffo d’erba, al pane che mangiamo, alla vecchiaia di chi ci ha preceduti, al lavoro di chi rende possibile il nostro stesso esistere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

- Nicola Lo Bianco: Credo che sia arrivato il tempo di prendere in seria considerazione la possibilita' di un ritorno all’agricoltura come fattore primario, umano ed economico, da cui potrebbe sorgere un’umanita' intrinseca all’ambiente, alla terra, dalla quale, come appunto da una “madre”, dipende la sopravvivenza. Ne deriverebbe, tra l’altro, una decongestione delle aree urbane con tutti i benefici che possiamo immaginare: ad esempio la rarefazione del grumo di violenza che si accumula in un modo di vivere dispersivo, strafottente, anonimo, aggressivo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Nicola Lo Bianco: Da questo “ritorno” potrebbe scaturire una conoscenza piu' concreta e vissuta della natura, dell’indispensabile equilibrio che le e' proprio e che naturalmente trasmette all’uomo. Non sarebbe secondario un orientamento, un’apertura culturale meno asfittica e disperata, non piu' solo concentrata sulla  disgregazione/disperazione della metropoli. Non a caso, mi pare, alcune associazioni di recupero dalla tossicodipendenza si sono basate sul lavoro agricolo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Nicola Lo Bianco: Non riesco ad afferrare il senso della domanda. Posso dire che lo stile della nonviolenza deve essere riconosciuto come tale in ogni circostanza: il comportamento coerente e' l’esempio piu' convincente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Nicola Lo Bianco: Implicano il non facile esercizio coordinato delle quattro virtu' platoniche o, se si vuole, dantesche. Primieramenmte punterei l’attenzione sul principio di responsabilita', sul dovere cioe' di rispondere delle proprie scelte alle nuove generazioni, secondo il discrimine del danno o del vantaggio presenti e futuri.

Questo, a ben riflettere, e' anche principio di giustizia, rispetto e salvaguardia dei diritti inviolabili di chi operera' dopo di noi. Sarebbe un’eredita' non solo di cose e di fatti, ma anche un’eredita' morale, una traccia di memoria da seguire con buona volonta'. La scelta, in sostanza, e' dalla parte degli inermi, dalla parte di chi non ha mezzi per difendersi. La misericordia e' per tutti coloro che abbassano le armi dell’offesa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Nicola Lo Bianco: E’ bene confrontarsi sempre con le obiezioni di Norberto Bobbio, e ricordarsi delle “eccezioni” di Gandhi, di talune circostanze che impongono l’autodifesa o la protezione degli indifesi, ma "in modo tale che la tua azione porti alla maggiore riduzione possibile della violenza a lungo termine e in tutte le sue forme".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Nicola Lo Bianco: Credo che la risposta si possa leggere tra le righe delle risposte precedenti.

Nella direzione comunque di un conflitto tra l’uomo e se stesso, nella ricerca di un superamento dei parametri culturali e comportamentali sinora accettati passivamente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Nicola Lo Bianco: Internet e' utile, ma limita il dialogo a piu' voci: dovrebbe essere trattato come punto di appoggio di una informazione piu' sfaccettata e, soprattutto, piu' pubblicamente visibile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Nicola Lo Bianco: Sono nato e vivo a Palermo. Ho insegnato Letteratura italiana e Latino nei licei. La consapevolezza civile e politica inizia con la partecipazione alle lotte studentesche ed operaie degli anni ’70. La mia attivita' si svolge tra poesia e teatro, ma l’asse del mio impegno e' quello di docente, nel rapporto continuo con gli studenti alla ricerca di un accrescimento morale e civile in rapporto a un coinvolgimento sociale attivo.

Pubblicista, collaboro a diverse riviste con note di costume, recensioni e brevi saggi critici su scrittori e poeti contemporanei, oltre a una serie di profili sui maestri della nonviolenza.

Negli anni ’60, insieme ad altri giovanissimi “ribelli”, sono promotore de “I Draghi”, gruppo teatrale di base, che negli anni successivi sara' punto d’incontro di autori e attori protagonisti di quella che e' stata definita “drammaturgia palermitana”.

Ho pubblicato Rapsodia del centro storico (Borgonuovosud, 1989), Riflessioni di un insegnante solitario (Borgonuovosud, 1995), Monologo sulla strage degli innocenti (Caputo tipografica, 2003).

E piu' recentemente “Lamento ragionato sulla tomba di Falcone” (Coppola - Di Girolamo editori, 2010).

Tra le opere teatrali ricordo le messe in scena di “Liberta' Provvisoria”, “Cantica del lupo et altre stelle”, “Bianchi e Neri”, “Il muro il pane i bambini”, “I tempi del poeta in piazza”, “Sanfraso'”, e piu' recentemente “Vicolo sedie volanti”.

Per conto del Comune di Misilmeri sono autore di una drammaturgia della “Divina Commedia” tradotta in siciliano.

Cerco, dialogando con gli studenti nelle varie scuole, di avvicinarli alla poesia.

Non disdegno appassionati recital di poesie mie e di altri poeti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Nicola Lo Bianco: Posso sottolineare l’intelligenza e la pregnanza delle domande proposte, che mi hanno fatto chiarire alcuni aspetti della nonviolenza sinora non presi in considerazione. Ma infine mi piacerebbe approfondire il rapporto storia/natura nel senso del condizionamento reciproco.

 
4. INCONTRI. IL PRIMO AGOSTO SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI ACCOSTAMENTO ALLA NONVIOLENZA
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Si e' svolto domenica primo agosto il trentacinquesimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo.
L'incontro inizia con una riflessione sulla nonviolenza e sulle lotte di liberazione analizzando alcune esperienze del XX secolo.
Si prosegue con l'approfondimento di tematiche relative all'ambiente: l'opposizione al mega-aereoporto viterbese, la salvaguardia dell'area termale del Bulicame, l'opposizione al nucleare. Su quest'ultimo tema si approfondisce la storia delle lotte italiane contro il nucleare, con particolare riferimento alla centrale di Montalto di Castro ed al referendum del 1987.
I partecipanti si propongono di continuare ad interloquire con le istituzioni per sensibilizzarle sulla necessita' di istituire un parco naturalistico, archeologico e termale nell'area del Bulicame. Si approva la redazione di una comunicazione alle Commissioni Ambiente del Senato e della Camera.
Si prosegue poi con lo studio della storia della cultura greca iniziato lo scorso incontro con Omero: si esamina panoramicamente e con alcune letture il periodo dal VII al V secolo a.C.: i lirici, la nascita della filosofia, gli storici, la tragedia e la commedia.
Si diffonde l'informazione dei festeggiamenti per il terzo anniversario dell'attivita' del Comitato che si oppone al mega-aereoporto di Viterbo e si impegna per la riduzione del traffico aereo, giovedi' 5 agosto in piazza San Pellegrino a Viterbo.
Si rinnova l'appuntamento per domenica 8 agosto 2010 al centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso a Viterbo.
Il gruppo conclude l'incontro con una riflessione sulla necessita' di opporsi alla guerra in corso in Afghanistan a cui l'Italia illegalmente partecipa.
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Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 5 agosto 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
 
5. INCONTRI. IL 4 AGOSTO SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA
 
Mercoledi' 4 agosto 2010 si e' svolto a Viterbo, nell'ambito di uno specifico percorso formativo iniziato da diversi mesi, un incontro di accostamento alla comunicazione nonviolenta in ambito comunitario.
All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Nel corso dell'incontro e' stata svolta una autovalutazione degli incontri fin qui realizzati e delle attivita' formative svolte.
Ampia parte dell'incontro e' stata poi dedicata alla riflessione sui rapporti tra gli esseri umani e gli animali non umani in una prospettiva nonviolenta ed ecoequosolidale.
 
6. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

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Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Benjamin Farrington, Scienza e politica nel mondo antico. Lavoro intellettuale e lavoro manuale nell'antica Grecia, Feltrinelli, Milano 1960, 1977, pp. 256.
- Margherita Isnardi Parente, Citta' e regimi politici nel pensiero greco, Loescher, Torino 1979, pp. 266.
- Mario Vegetti, Polis e economia nella Grecia antica, Zanichelli, Bologna 1976, 1977, pp. VI + 110.
- Mario Vegetti, Il coltello e lo stilo, Il Saggiatore, Milano 1979, pp. 148.
- Mario Vegetti (a cura di), Marxismo e societa' antica, Feltrinelli, Milano 1977, 1981, pp. 328.
 
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
10. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 274 del 6 agosto 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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