Telegrammi. 271



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 271 del 3 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Da Viterbo contro la guerra
2. Arnaldo Nesti: Il mio incontro con la nonviolenza
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giuseppe Anelli
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Virginia Del Re
5. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. APPELLI. DA VITERBO CONTRO LA GUERRA
 
Domenica primo agosto nel corso dell'incontro di formazione e informazione nonviolenta che si e' tenuto a Viterbo presso il centro sociale "Valle Faul" i partecipanti hanno convenuto sulla necessita' e l'urgenza di un impegno corale del popolo italiano affinche' cessi la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan ed affinche' l'Italia si impegni per la pace con mezzi di pace.
*
La partecipazione militare italiana alla guerra afgana confligge patentemente con l'inequivocabile dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 11 testualmente afferma che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Cessi pertanto immediatamente la partecipazione italiana alla guerra; torni l'Italia al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale; si adoperi l'Italia per la pace con mezzi di pace e di giustizia e per l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, innanzitutto il diritto a non essere uccisi.
Solo la pace salva le vite.
Vi e' una sola umanita'.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. ARNALDO NESTI: IL MIO INCONTRO CON LA NONVIOLENZA
[Ringraziamo di cuore Arnaldo Nesti per questo intervento sollecitato da una richiesta di intervista di Paolo Arena e Marco Graziotti che ringraziamo anch'essi.
Arnaldo Nesti, sociologo, storico, docente univesitario, e' titolare della cattedra di Sociologia presso l'Universita' di Firenze, direttore di "Religioni e societa'. Rivista di scienze sociali della religione"; dirige inoltre la International Summer School on Religions in Europe (Issre) di Badia a Passignano (Firenze), e' coordinatore della sezione di sociologia della religione dell'Associazione Italiana di Sociologia (Ais) e direttore del Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo (Cisreco); fa parte degli editorial board di varie riviste specializzate; da anni si occupa anche del rapporto fra culture locali e globalizzazione, con una specifica attenzione alla Toscana contemporanea. Tra le opere di Arnaldo Nesti: Utopia e societa', Ianua, 1979; Le fontane e il borgo. Il fattore religione nella societa' italiana contemporanea, Ianua, 1982; Il religioso implicito, Ianua, 1985; Il silenzio come altrove. Paradigmi di un fenomeno religioso, Borla, 1989; La moderna nostalgia. Culture locali e societa' di massa, Pontecorboli, 1992; Politica e stato delle anime. La religione in Toscana dall'Unita' al secondo dopoguerra, Ponte alle Grazie, 1992; I labirinti del sacro. Itinerari di sociologia della religione, Borla, 1993; Vita di palazzo, Ponte alle Grazie, 1994; (con Paolo Giannoni, Severino Dianich), La religione implicita. Sociologi e teologi a confronto, Edb, 1994; Tra villaggio e mondo. Ragioni e passioni per reinventare il presente, Franco Angeli, 1996; Il cattolicesimo degli italiani. Religioni e culture dopo la "secolarizzazione", Guerini e Associati, 1998; Provincialia. Scavi sull'identita' degli italiani, Polistampa, 1999; A cosa credono quelli che dicono di credere. Tipi e modi di credere a Poggibonsi, Meltemi, 2002; Jubilaei spectaculum. Morfologia e senso dei grandi eventi del giubileo del 2000, Franco Angeli, 2003; Per una mappa delle religioni mondiali, Firenze University Press - Polistampa, 2005; Qual e' la religione degli italiani? Religioni civili, mondo cattolico, ateismo devoto, fede, laicita', Firenze University Press, 2006]
 
L'occasione in cui ho cominciato a orientare la mia ricerca in questo campo, sulpiano culturale e su quello etico-politico, e' stata la preparazione della mia tesi di laurea su "Il pensiero religioso di Antonio Gramsci" nel contesto della guerra nel Vietnam e negli anni del primo dissenso cattolico, nel clima post-conciliare... Mi permetto di rinviare a un mio recente testo (Il mio Novecento, Pisa, Felici editore, 2010).
Ho vissuto quel tempo con profonda partecipazione e sofferenza che mi hanno indotto, oltre che ad una revisione di vita, ad una concreta opzione esistenziale. Anch'io con Pontara ho individuato nella giovane Antigone, in conflitto con il re di Tebe, suo zio Creonte, il referente che mette in crisi le leggi scritte della citta' in nome delle leggi non scritte della coscienza.
Il  contatto con gli scritti e la testimonianza di Gramsci, specialmente quello che passa i suoi giorni nella clinica romana "Quisisana", mi ha stimolato a ripensare alla necessita' della riforma morale e politica degli italiani ben al di la' degli imperativi di tutte le chiese. Non ci sono gerarchie in grado di tacitare la forza della coscienza.
Una serie di incontri e di esperienze mi hanno spinto a valorizzare il messagio di uomini come don Lorenzo Milani e di Pier Paolo Pasolini.
Negli anni ho affrontato tematiche che avessero come referente questioni inerenti l'esperienza religiosa dentro e fuori i perimetri confessionali.
In questi ultimi tempi sulla rivista "Religioni e societa'" e' in corso una rivisitazione di personalita' della nonviolenza come sorella Maria dell'Eremo di Campello (1920-1947) e don Michele Do di St. Jacques (1918-2005).
Vorrei nelle prossime settimane riandare a momenti della primavera del cattolicesimo fiorentino con e dopo l'apporto lapiriano. Si pensi oltre che a don Milani, a don Rosadoni, a padre Lupi, ecc.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIUSEPPE ANELLI
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giuseppe Anelli.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Giuseppe Anelli insegna all'Universita' della Tuscia a Viterbo ed e' il coordinatore viterbese dell'"Italia dei Valori"]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Giuseppe Anelli: Grazie a persone speciali, in grado di far riflettere chi, come me, ha un’indole inquieta ed istintiva.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Giuseppe Anelli: Sarebbe riduttivo citarne qualcuna. Senza dubbio l’insegnamento di Gandhi e' la base di ogni riflessione in merito. Ma ciascuno di coloro che ha portato il proprio contributo, anche piccolo, ad una causa tanto importante e' servito a creare dialogo e a far riflettere la gente che abita ogni luogo ed ogni tempo. Non c’e' rivoluzione piu' grande della meditazione costruttiva e propositiva, oggi piu' che mai.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Giuseppe Anelli: Io trovo che la poesia in generale sia una forma espressiva impareggiabile per scatenare una ribellione sentimentale ed una critica positiva nell’animo di ciascuno. Personalmente trovo che la poesia possa essere un vero strumento curativo. Permette di capire e capirsi, aprendo nuove prospettive dentro di se'. Io ho avuto come riferimento molti autori: Fernando Pessoa, Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini, Costantino Kafavis, Salvatore Quasimodo, Cesare Pavese, Khalil Gibran, Charles Baudelaire, Eugenio Montale, Antonia Pozzi e tanti altri. Porto ciascuno di loro con me e li consiglio sempre. Non credo esista una eta' di partenza per approcciarsi a ciascuno di loro.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Giuseppe Anelli: La violazione dei diritti umani in molti Paesi oggi ha un rilievo ancora piu' aspro. Ci rende tutti un po’ corresponsabili laddove non proviamo a fare qualcosa. Cominciando dalla condivisione di informazioni fino all’impegno materiale, fisico. Il nostro Paese ha di per se' zone d’ombra incredibili. E non occorre andare a scovare aree depresse o abbandonate dallo Stato. Il problema e' culturale: si e' perso il senso della solidarieta', l’istinto per l’aiuto del prossimo, una carita' delle persone senza necessita' di alcun credo particolare. Questa perdita e' il risultato di un mondo ipercinetico e superficiale, dove l’indifferenza e l’individualismo dominano. La nuova Resistenza e' l’altruismo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Giuseppe Anelli: Non per cercare il paradosso, ma credo proprio in tutte quelle realta' di conflitto in cui il buonsenso e la buonafede dovrebbero portare chi decide a farlo realmente per il bene comune. Le scuole sono luoghi in cui si consuma, purtroppo, un percorso ipocrita di valori poi disattesi dal vissuto. A mio avviso occorre partire dall’alto, non dal basso. Solo messi di fronte alle proprie responsabilita' i tanti decisori che regolano le sorti di interi continenti dovranno far cadere la maschera.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Giuseppe Anelli: Parto dal principio che qualsiasi associazione che faccia volontariato abbia una base di buonafede e un istinto per la solidarieta'. Detto questo, chiunque metta a disposizione di questa epoca folle e cruda il proprio tempo libero penso sia un piccolo rivoluzionario.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Giuseppe Anelli: Tutto cio' che ha a che fare con il senso piu' profondo e vero delle cose e' per me la nonviolenza. Questa porzione di storia dell’umanita' e' in continuo conflitto con il paradosso: abbiamo tutto ma oltraggiamo senza pudore la lealta' verso il prossimo e verso noi stessi. Dicono sia lo scotto da pagare per chiamarsi “civilta'”.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Giuseppe Anelli: Dovrebbe esserne la base. Purtroppo la didattica formale prevale su quella sostanziale. Come possiamo sperare di migliorare anche solo un quartiere di una citta' quando gran parte di noi, da semplici adulti, rinnega quotidianamente i principi che dovrebbe insegnare al piu' piccolo o che dovrebbe indicare (perche' si fermi a riflettere) al piu' forte? La contraddizione e' la regola, ahinoi!

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene più importanti, e perché?

- Giuseppe Anelli: Con tutta onesta', nel mio piccolo ho grande fiducia nel dialogo tra esseri umani. Possibilmente che siano esseri umani piu' nella sostanza, che nella forma.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Giuseppe Anelli: Ho imparato ben presto che i media generalisti sono armi. Sono enclavi tenute sotto osservazione e compresse da interessi trasversali. Difficilmente trapelano buone iniziative che non siano mediate da squallide contropartite. Ecco perche' tendo a prediligere la rete telematica. Un luogo virtuale che pur non arrivando a tutti conserva ancora spontaneita', trasparenza ed una benefica anarchia. Molti giornali on line e molte iniziative del web sono oggi luogo d’incontro per chi vuole correre meno rischi in termini di manipolazione delle informazioni. Se usata con buonsenso la rete e' una grande risorsa anche per la nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Giuseppe Anelli: Gli stessi che ci sono tra tutte le battaglie per la civilta'. Un mondo con pari diritti, pari dignita' e una legittima preservazione del piu' debole (in termini meramente fisici, ovvio) e' un mondo in cui non dovrebbe esistere alcun soggetto di “difesa”, ma solo la prassi di rispettarsi, sempre e ovunque, facendo cadere nel dimenticatoio ogni prevaricazione, grande o piccola.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Giuseppe Anelli: Sappiamo tutti quanto la attuale civilta' aggredisca la Terra. Lo fa con un disegno iperproduttivo ed ipercinetico che nulla ha a che fare con il buonsenso ed il rispetto per i nostri figli. Non c’e' alcuna differenza tra una violenza tra gli uomini ed una verso l’ambiente. Con l’aggravante che ne' il mare, ne' il suolo possono gridare. E cosi' subiscono in silenzio. Quasi ignorati dalla massa.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Giuseppe Anelli: L’unica vera esperienza significativa e' essere padre. E' un attimo e comprendi tutto. Forse anche io sono nato in quel momento. Con mio figlio. Prima di allora ho fatto. Qualcosa. Da allora sono. Per il resto sono un toscano che da quasi trent’anni vive a Viterbo. Provo a resistere. In assoluto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Giuseppe Anelli: Vorrei che cadesse la maschera di questo Paese. Vorrei che la violenza del silenzio e della malafede sparisse da ogni contesto. Vorrei che si insinuasse in ciascuno di noi la volonta' vera di andare oltre le piccole mete personali. Siamo accecati da noi stessi. L’Italia e' un Paese che produce bagliori. Servono a distogliere l’attenzione. Ecco, a parte la luce, tutto mi e' chiaro.
 
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO VIRGINIA DEL RE
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Virginia Del Re.

Per un profilo di Virginia Del Re si veda la risposta alla penultima domanda]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Virginia Del Re: E' stato un percorso graduale, del tutto individuale, non sempre consapevole. Dal personale al politico, credo che sia l’unica strada, del resto. Anche una ormai remota educazione cattolica, poi perduta, deve aver avuto un forte peso. Il cristianesimo mi venne sempre presentato come la religione della eguaglianza e della pace. Solo molto piu' tardi ho visto la religione istituzionalizzata (non solo il cristianesimo) come sistema di potere e anche di violenza, nonche' espressione assoluta di dominio maschile. Le lezioni del samaritano - e della samaritana -, il rimprovero a Pietro che voleva usare la spada, e persino quella del "porgere l’altra guancia" mi devono essere rimaste dentro profonde se le ricordo ancora. Certo, il rifiuto della guerra e della violenza - a cominciare dalla violenza psicologica e verbale - mi vengono da lontano. Ne' voglio dimenticare l’effetto profondo dei movimenti pacifisti e le proteste contro la guerra del Vietnam. Quella stagione e' stata veramente importante per chi ha avuto la ventura di viverla.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Virginia Del Re: In realta' hanno contato molto le idee, i libri, i rapporti di guerra dei grandi giornalisti, la Storia: quella passata, e quella che si svolge "sotto i nostri occhi". Molte idee del buddhismo - che ho conosciuto per ragioni di studio - e poi, tra le figure piu' significative, Gandhi, che mi e' sempre parso insieme fonte di ispirazione e modello irraggiungibile; e Martin Luther King, Mandela. Per la violenza intrinseca al sistema politico don Milani e' stato importante; poi, piu' tardi, Danilo Dolci.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Virginia Del Re: Per scegliere la nonviolenza e la pace bisogna avere gli occhi aperti sulla Storia, e capire gli orrori della guerra. Cioe' studiare, leggere, vedere films, reagire alla retorica dell’eroismo bellico, capire le motivazioni economiche e commerciali dietro i nazionalismi e i fanatismi. Io ho ricordi ormai lunghi nel tempo, ma credo ancora che la narrativa, la poesia, le immagini e la musica siano la via aurea per arrivare al cuore e alla fantasia dei giovani. Le canzoni di Bob Dylan e Joan Baez... Mi fu letto quando ero proprio ragazzina Le campane di Nagasaki, di Takashi Nagai; piu' tardi lessi Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, e Tempo di vivere, tempo di morire. Guerra e pace di Tolstoj rimane indispensabile (anche se lungo per gli standard di oggi), come i libri di Primo Levi. I poeti inglesi della prima guerra mondiale (i "War Poets"): Rupert Brooke, George Owen, Isaac Rosemberg e Sigfried Sasson. Di Sassoon specialmente la "Declaration Against War" - un bellissimo film, tratto dalla sua vicenda, poco conosciuto ma importantissimo, e' Regeneration (1997, Gb). E Siddharta, di Hermann Hesse, letto a 16 anni. Naturalmente il Diario di Anna Frank, e il Diario di Etty Hillesum. Tra i testi non letterari: Gandhi (l’Autobiografia; Il mio credo, il mio pensiero; Antiche come le montagne; Una guerra senza violenza. La nascita della nonviolenza; ecc.), don Milani, Capitini; Hannah Arendt, Virginia Woolf. Recente e importante La nonviolenza delle donne, di Giovanna Providenti, Quaderni Satyagraha, 2006.  E le immagini: abbiamo dimenticato la foto della bambina vietnamita e quella terribile parola: “Why?”. Andrebbe recuperata e messa ben in evidenza in tutte le scuole e biblioteche pubbliche.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Virginia Del Re: Le iniziative collegate alla Marcia della pace a livello locale e internazionale. E quelle collegate a Scienziati per la pace; quelle a sostegno dei Centri di studi per la pace nelle Universita'. Tutte le iniziative dei gruppi come Wav; Le donne in nero; le Madri di Plaza de Mayo; le madri di Beslan; "Le madri in lutto di Teheran" (quando si tratta di donne che hanno perso figli nessuno puo' equivocare sui "motivi").

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Virginia Del Re: La soluzione del conflitto israelo-palestinese, con tutto il Medio Oriente, innanzitutto; e cercare di evitare che la situazione iraniana sfugga del tutto di mano alla politica della diplomazia, conflagrando con la folle guerra in Afghanistan... C’e' troppa voglia di guerra in giro e troppo silenzio intorno al traffico d’armi in tutto il mondo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Virginia Del Re: Il Movimento Nonviolento; Emergency; Medici senza frontiere; Amnesty; l'Associazione Amici di Aldo Capitini; l'Associazione "Un ponte per..."; i gruppi locali delle Donne in nero; i Centri di studi per la pace nelle universita' (ad esempio Trieste, Pisa).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Virginia Del Re: Domanda molto difficile, ma provo: penso alla nonviolenza innanzitutto come un atteggiamento dello spirito, sorretto da convinzione ideale e razionale. Un processo, un cammino: chiede il rifiuto di aggressioni fisiche, verbali, economiche e delle discriminazioni, e la volonta' corrispondente di trovare soluzioni pacifiche ai contrasti, personali e piu' vasti; vie nonviolente per la difesa e il rispetto dei diritti umani universali. Richiede lucidita', conoscenza dei fatti, e coraggio. La nonviolenza deve comunque cominciare dai rapporti tra le persone, secondo me, e dovrebbe implicare anche un uso non violento del linguaggio, del lessico: ci serviamo continuamente di parole e di metafore aggressive, intrinsecamente bellicose. Anche il turpiloquio - specie quello a base fallocentrica - e' usato come arma. Non so perche' le donne abbiano trovato usarlo una manifestazione di liberta' femminista.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Virginia Del Re: Non un rapporto diretto e automatico, mi pare, nel femminismo storico. Diciamo pero' che la guerra come la conosciamo e' un mortifero millenario gioco maschile, e la violenza nella vita quotidiana e' molto piu' spesso usata dagli uomini che dalle donne. Diciamo che la continua ricerca di denaro e potere - e armi - sono marchi del patriarcato. E' questo modello di societa' che il femminismo rifiuta. Tuttavia molte donne si dicono contro le guerre, ma non ne consegue necessariamente una scelta di nonviolenza. non sempre e' chiara la distinzione tra pacifismo e nonviolenza. Se poi guardiamo alla violenza contro le donne, oggi come ieri e in tutto il mondo, sia come sfruttamento o negazione dei diritti, sia come vera e propria violenza fisica e mentale, e' chiaro che la nonviolenza riguarda tutto il femminismo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Virginia Del Re: L’umanita' sta facendo ogni sorta di violenza alla Terra (e a se stessa): sfruttamento delle risorse, avvelenamento di fauna e flora, antropizzazione eccessiva... E la crudelta' verso gli animali: non sono vegetariana, ma in questo so di vivere una delle mie molte contraddizioni.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Virginia Del Re: Se nonviolenza vuol dire sentimento e convinzione di una sola umanita', accettazione dell’altro/a, uguaglianza di diritti, rifiuto delle discriminazioni, e ricerca di giustizia e di pace, i rapporti sono evidentemente strettissimi...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Virginia Del Re: Per sconfiggere la mafia nel lungo termine mi sembra indispensabile andare alla radice: coltivare presto, sin dall’infanzia, il senso della collettivita', la coscienza civica del bene comune e del lavoro onesto, tutte cose antitetiche alla criminalita' organizzata di qualunque specie...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Virginia Del Re: Mi rifaccio alla risposta sull'impegno antirazzista e per i diritti umani. La questione poi e' di contesto, e di metodi per raggiungere gli obiettivi via via.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Virginia Del Re: Mi trovo in difficoltà: penso alla resistenza: e' un diritto e anche un dovere - e poi penso alla resistenza italiana, armata; a Che Guevara, ad altre resistenze. Ci vorrebbero mille Gandhi e un rovesciamento culturale gigantesco (vedi Gene Sharp, Politica dell’azione nonviolenta, 3 voll., Ega, Torino 1985-1997).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, tra nonviolenza e antimilitarismo, tra nonviolenza e disarmo?

- Virginia Del Re: Pacifismo e nonviolenza sono strettamente correlati, ma non si equivalgono completamente; la nonviolenza include di per se' il pacifismo: guerre, istituzioni militari e armamenti sono tutte facce della violenza. Come ho gia' detto, la commistione letale tra denaro, armi, potere e sistema militare mi sembra non venga abbastanza richiamata e messa in luce con la persistenza necessaria. Anche i giornalisti mancano, in questo senso.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Virginia Del Re: Non rispettare l’uguaglianza dei diritti di tutte le persone, e negare assistenza a chi ha bisogno e' violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Virginia Del Re: Se c’e' un rapporto, direi che dipende dalla terapia scelta e dal denaro richiesto. Certo, l’aiuto professionale gratuito e di qualita' dovrebbe essere piu' vastamente accessibile a chi soffre. Se poi parliamo della malattia mentale, il discorso e' molto più complesso e specialistico. La medicalizzazione forzata e l’istituzione che esclude e rinchiude sono una forma di violenza che Basaglia mise bene in evidenza. La riforma basata sui suoi principi pero' ha bisogno di ben diverse applicazioni.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Virginia Del Re: I media possono essere - e sono spesso - violenti nei contenuti, ed essi stessi strumenti di istigazione alla violenza. La stessa manipolazione dei fatti e' far violenza alla verita'. E tuttavia la liberta' di informazione e' fondamentale: chi vuole informarsi sa che dovra' cercare e confrontare... Sono violenti il sensazionalismo esasperato e non rispettoso del dolore e della morte delle persone. L’uso e abuso delle notizie di "cronaca nera", i dettagli macabri e non necessari. Le immagini offensive dei corpi, in particolare del corpo femminile, ottundono sensibilita' e immaginazione, e creano assuefazione, indifferenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Virginia Del Re: Una risposta breve per una domanda che richiede ben altro. La nonviolenza e' di per se' una filosofia, in quanto visione del mondo, della realta' umana e ricerca di senso.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Virginia Del Re: A quanto detto nella risposta precedente aggiungo che penso che le religioni organizzate sono istituzioni mondane potenti, che si servono degli strumenti del potere, armi incluse. I messagi profondi di molte espressioni religiose sono altra cosa: dal cristianesimo al buddismo, al taoismo (queste due ultime non propriamente religioni, ma insomma), al sufismo, e via dicendo, per queste l’unita' e l’eguaglianza dei bisogni e dei diritti del genere umano, e la compassione che ne consegue, sono pietre di fondazione. La nonviolenza riconosce questo, cosi' come rispetta il pensiero laico totale. Intrinsecamente violenti sono il pensiero e le pratiche fondamentaliste e integraliste: In particolare le donne e tutti/e coloro che escono dal solco della norma e "normalita'" fissate ne sono vittime. A questo la nonviolenza si oppone.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Virginia Del Re: La nonviolenza e' una scelta etica: etica positiva come responsabilita' verso l’altra/o e verso il mondo. La riflessione sulla bioetica diventa parte coerente in questa scelta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla varie articolazioni dei saperi, dall'educazione al diritto, dall'economia alla sociologia, alla scienza e alla tecnologia, e alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Virginia Del Re: Sono domande che richiederebbero ciascuna un discorso molto articolato, che non sono comunque in grado di fare, sinteticamente vorrei dire che la nonviolenza apporta un rivolgimento di prospettive in tutti gli ambiti nominati, un modo diverso di pensare il mondo cosi' come lo abbiamo organizzato nei millenni e come ormai lo subiamo senza poter piu' controllare le conseguenze delle scelte fatte. Ma penso che le mie risposte (con tutti i loro limiti) siano gia' contenute in tutto quanto procede.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Virginia Del Re: Come lo sforzo autentico di molte persone diverse per trovare - o accettare - insieme la miglior soluzione possibile - e nonviolenta, naturalmente - a un problema.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti?

- Virginia Del Re: Dialogo, finche' possibile, e noncollaborazione.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Virginia Del Re: Ho passato anni nella scuola secondaria superiore: sarebbe necessario partire dai testi scolastici, soprattutto storia, geografia e letteratura, e dalle persone che li usano per "insegnare":  le/gli insegnanti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Virginia Del Re: Le pubblicazioni del Movimento Nonviolento mi sembrano un mezzo ottimo. Ma ci vuole tempo e pazienza. I "Quaderni Satyagraha" sono importanti. Credo che la nonviolenza non sara' mai cibo per riviste di cronaca.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Virginia Del Re: Tra quelle che conosco, per l’Universita' certamente sono importanti e da moltiplicare esperienze come il Cisp di Pisa; per le scuole di ogni grado, i gruppi di discussione e i seminari organizzati dai centri "Danilo Dolci" o da "Un ponte per..."; penso che soprattutto si potrebbe agire partendo dalla lettura dei giornali e dei libri di storia in chiave nonviolenta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Virginia Del Re: A queste domande posso solo rispondere con l’idea generale che la nonviolenza e' non istintiva, e' difficile e lenta, e data la generale inclinazione di noi tutte/i al suo contrario, va appresa.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento e di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Virginia Del Re: Sono sicura di si', ma non so rispondere brevemente. Internet ormai e' strada indispensabile, con blogs, social networks e tutto il resto.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

R  penso che c’è una violenza intrinseca alle istituzioni che sta nell’uso pubblico - e privato - del potere e del denaro, nella rigidita' e impersonalita' delle procedure burocratiche, nei modi e tempi di applicazione della giustizia (penso per esempio alla violenza intrinseca al sistema carcerario, l’istituzione assoluta). Posso solo pensare all’applicazione di qualcuna tra le tecniche nonviolente (vedi Gene Sharp, Politica dell’azione nonviolenta, 3 voll., Ega, Torino 1985-1997).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura, nonviolenza e politica, nonviolenza e organizzazioni sociali, nonviolenza e agenzie della socializzazione, nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Virginia Del Re: Non ho risposte brevi e tantomeno ricette, ahime'! Sono troppo incompetente in queste cose, e ognuna richiede conoscenza del campo. Ma la domanda sull’arte mi intriga, mi interpella particolarmente. La violenza nei simboli e' particolarmente potente.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Virginia Del Re: Mi pare che la scelta della nonviolenza sia di per se' disposizione, cammino di amicizia, personale e verso il mondo. Penso a Gandhi, a Danilo Dolci, a Capitini, a organizzazioni come Medici senza Frontiere... Ma il rapporto e' reciproco: se c’e' vera amicizia, ci puo' essere violenza? Non tra gli amici. Altra storia se pensiamo ai soldati in guerra, alla "camerateria", alle amicizie "criminali", ecc. Molte amicizie maschili "esemplari" sono cementate dalla e nella violenza, a cominciare dalle coppie archetipiche come Achille e Patroclo, Gilgamesh e Enkidu, per dirne qualcuna famosa.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Virginia Del Re: La nonviolenza o e' radicata nel personale e nel quotidiano o non e', mi pare.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Virginia Del Re: Troppo complesso e difficile rispondere. Solo una nota: la morte va trattata con dolcezza e con amore, con rispetto. Negli ospedali manca una cultura dolce della morte.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Virginia Del Re: Gandhi, certamente, e lo straordinario processo di "Verita' e Riconciliazione" in Sudafrica. I gruppi israelo-palestinesi. Ti danno speranza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo e in Italia?

- Virginia Del Re: C’e' molto, moltissimo da fare.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Virginia Del Re: Confusa, mi pare. Si sovrappone per lo piu' a un generico pacifismo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Virginia Del Re: Il percorso e' arduo, pieno di soste e contraddizioni: il lavoro su se stesse/i e' in assoluto il piu' difficile: siamo intimamente impastati/e con la violenza, e tendiamo a non ammetterlo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Virginia Del Re: Ho gia' accennato a questo prima. E' una questione per me molto importante, e che mi sembra meriti piu' attenzione di quel che forse di solito riceve. L’ordine simbolico del linguaggio: attraverso il linguaggio passano le culture, le tradizioni, i valori, i ricordi personali, i (pre)giudizi e gli stereotipi, il sistema sociale. E' un aspetto che andrebbe evidenziato nelle scuole (e nelle universita'). La lingua italiana - tanto per fare un esempio-  esprime in tutto - lessico e grammatica - un sessismo profondo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita; nonviolenza e critica dell'industrialismo; nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie; nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Virginia Del Re: Ognuno di questi campi richiede un percorso di attuazione e competenza specifica, ma tutto mi pare inevitabilmente discendere dallo sforzo consapevole di coerenza e congruenza con la scelta originaria di nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Virginia Del Re: Direzione ideale: un mondo nonviolento; la realizzazione...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Virginia Del Re: Molte possibilita' mai immaginate; comunicazioni, documenti, archivi fotografici e immagini recenti, in diretta. Un’azione come quella recentissima di Assange (Wikileak) e' stupenda!

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Virginia Del Re: Ho insegnato lingua e letteratura inglese per anni; dagli anni ’90 faccio parte di associazioni di donne a Pisa. Tra le pubblicazioni sette quaderni su Insegnare i temi dello sviluppo (Provincia di Pisa, 1988-1996); In their own words. Antologia inglese multiculturale, con L. Paggiaro (Loescher, Torino 1994); Persia Mystica. Poeti sufi classici (Ets, Pisa 2004).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Virginia Del Re: Vi ringrazio per avermi dato l’opportunita' di riflettere su molte cose importanti, e mi scuso con voi e con chi eventualmente mi legga per l’insufficienza delle mie risposte.

 
5. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

*

Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Arnaldo Momigliano, Pace e liberta' nel mondo antico, La Nuova Itala, Scandicci (Firenze) 1996, pp. XXXVI + 172.
- Bruno Snell, Poesia e societa', Laterza, Bari 1971, pp. 176.
- Jean-Pierre Vernant, Mito e pensiero presso i greci, Einaudi, Torino 1970, 1998, pp. VI + 440.
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 271 del 3 agosto 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe
 
 
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it