Coi piedi per terra. 303



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 303 del 25 luglio 2010
 
In questo numero:
1. Il 5 agosto a Viterbo
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Franca Maria Bagnoli
3. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. INIZIATIVE. IL 5 AGOSTO A VITERBO
 
Il 5 agosto festeggeremo in piazza S. Pellegrino, nel cuore del quartiere medioevale di Viterbo, il terzo anniversario della nascita del comitato che si oppone al mega-aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
Utilizzando variegate forme espressive (e col prezioso contributo di artisti dell'immagine, del suono e della parola), in quella occasione riassumeremo la storia e il senso di questi tre anni di esperienze di impegno per la verita', per l'ambiente, per i diritti umani, per la legalita', per salvare l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame dall'insensato ed illegale mega-aeroporto degli speculatori, degli avvelenatori, dei vandali.
Parteciperanno anche varie autorevoli personalita' che da varie parti d'Italia in questi anni hanno sostenuto l'iniziativa del comitato e condiviso il suo impegno locale e globale per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti; tra gli ospiti che saranno presenti e interverranno, l'illustre magistrato Ferdinando Imposimato e la prestigiosa saggista ambientalista Marinella Correggia.
Nel corso dell'iniziativa verra' anche ricordato Alfio Pannega, figura storica della Viterbo popolare e antifascista, che e' deceduto il 30 aprile scorso e che al comitato prese parte fin dalla sua fondazione.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FRANCA MARIA BAGNOLI
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Franca Maria Bagnoli.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un profilo di Franca Maria Bagnoli si veda la risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Franca Maria Bagnoli: Durante la seconda guerra mondiale ero un’adolescente. Ho visto l’occupazione di Roma da parte dei tedeschi con tutte le violenze da loro perpetrate. Ho visto Civitavecchia dopo un bombardamento: una citta' deserta dove aleggiava il puzzo di cadaveri. Mio padre era antifascista e macchinista delle ferrovie e quindi apparteneva alla categoria degli sfruttati. Queste esperienze hanno fatto si' che maturasse in me il senso civico, la condanna della guerra e di ogni violenza, e il desiderio di un mondo giusto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Franca Maria Bagnoli: Ce ne sono molti. Cito due giganti: Gandhi e Tolstoi. Gandhi perche' con la strategia della nonviolenza ha ottenuto una cosa enorme: l’indipendenza del suo Paese. Tolstoi per la scuola di Jasnaja Poljana dove era praticata un’educazione non impositiva e quindi nonviolenta. Inoltre Tolstoi ha voluto dare le sue terre ai contadini, consapevole di quanta violenza si annidi nella ricchezza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Franca Maria Bagnoli: Ancora Gandhi e Tolstoi e poi le opere dell'economista Susan George, di Alberto Castagnola e Riccardo Petrella che si oppongono al neoliberismo. Il neoliberismo crea una forbice spaventosa: un quinto dell’umanita' sguazza nel benessere, i quattro quinti vivono con un dollaro al giorno o anche meno.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Franca Maria Bagnoli: Le campagne nonviolente che mi sembrano piu' urgenti sono quelle contro la privatizzazione dell’acqua e quelle per la difesa dell’ambiente, non dimenticando quelle contro la negazione di diritti umani fondamentali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Franca Maria Bagnoli: "La non violenza e' in cammino", la Rete Radie' Resch, "Avaaz".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Franca Maria Bagnoli: I mezzi indicati per realizzare questo progetto sono:la controinformazione, o - meglio - lo svelamento dell'informazione bugiarda, il boicottaggio e la difesa definita "asimmetrica" perche' non usa le stesse armi e strategie dell’avversario ma quelle gandhiane della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Franca Maria Bagnoli: Credo che il rapporto tra nonviolenza e femminismo sia molto stretto. Quando esplose il fenomeno del femminismo il linguaggio usato era verbalmente violento ma bisogna considerare che era una reazione alla secolare subalternita' della donna all’uomo. Tuttavia le donne non hanno usato gesti violenti e rivendicando la loro dignita' di persone sostanzialmente hanno percorso la strada della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Franca Maria Bagnoli: L’ecologia e' un tipo di rapporto uomo/natura nonviolento. Oggi si fa violenza alla natura e questo compromette la salute e, in prospettiva, la stessa sopravvivenza del genere umano. Considero un atto di violenza alla natura, tra i tanti, anche l’accanimento terapeutico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Franca Maria Bagnoli: E’ chiaro che i comportamenti razzisti sono violenti. Considero estremamente violento anche il sistema economico neoliberista che privilegia scandalosamente un quinto dell’umanita' e condanna alla fame, alle malattie e all’ignoranza i quattro quinti dell’umanita'. E’ un comportamento razzista anche l’espulsione di chi emigra da Paesi una volta ricchi di risorse e via via impoveriti dal colonialismo, verso il nostro mondo arricchitosi con la rapina di risorse di altri Paesi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Franca Maria Bagnoli: La lotta alla mafia dovrebbe essere una delle priorita' di chi governa. Purtroppo chi governa oggi ha avuto e forse ha ancora rapporti con la mafia. Dovremmo sentirci tutti impegnati a far uscire dal sonno della ragione tanti elettori drogati da certi programmi televisivi che fanno sognare facili arricchimenti. La scuola potrebbe fare molto ma l’attuale governo ha tagliato le gambe alla scuola.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Franca Maria Bagnoli: Le classi sociali sfruttate ed oppresse subiscono una grande violenza. Oltretutto tale sfruttamento e' un atto anticostituzionale, essendo la nostra repubblica fondata sul lavoro. Lottare contro tutto cio' con gli strumenti della nonviolenza (manifestazioni, corretta informazione, lavoro di coscientizzazione) credo sia un dovere di tutti i cittadini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Franca Maria Bagnoli: Credo di aver gia' risposto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Franca Maria Bagnoli: la guerra e' sempre un atto violento. Credo che la pace va sempre tutelata cercando attraverso il dialogo e la diplomazia la soluzione dei conflitti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Franca Maria Bagnoli: Oggi la militarizzazione si estende a molti territori. Questo e' molto pericoloso sia per la tenuta della democrazia, sia perche' si potrebbero innescare reazioni violente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Franca Maria Bagnoli: questa e' una domanda molto difficile. Credo che bisognerebbe trovare il modo per realizzare la difesa popolare nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Franca Maria Bagnoli: l’attuale governo ha tagliato le spese sia alla scuola che alla sanita'. Faccio un esempio. Io ho un’invalidita' motoria del 100%. Dal momento in cui ho fatto domanda per l’indennita' di accompagnamento sono passati mesi per cui alla fine mi spettavano circa 3.000 euro. Ho dovuto pagarci le tasse. L’indennita' di accompagnamento e' di 472 euro. Ne pago 850 per una signora polacca che, con un brutto termine, viene chiamata badante. Io non mi lamento poiche' avendo lavorato per circa 40 anni nella scuola ho una discreta pensione. Mi chiedo come fa chi e' nelle mie stesse condizioni di salute ed ha una pensione di 600 o 700 euro mensili.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Franca Maria Bagnoli: Gli psicofarmaci sono un intervento farmacologico abbastanza violento. Alla Cittadella di Assisi, anni fa, ho conosciuto uno psicoterapeuta, Ricardo Peter, che faceva psicoterapia di gruppo. Partecipai anche io e dopo quindici giorni buttai tutti gli psicofarmaci. Peter in Messico dove lavora fa psicoterapia di gruppo gratis. Qualcosa del genere dovrebbe essere istituita anche in Italia. Purtroppo quando ho crisi depressive devo fare uso di psicofarmaci, cercando di assumerne il minimo quantitativo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Franca Maria Bagnoli: In Italia, specialmente sotto l’attuale governo, l’informazione e' al servizio dei poteri economici e quindi violenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Franca Maria Bagnoli: la tolleranza. Discussioni pacate, tenendo conto che nessuno ha la verita' assoluta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Franca Maria Bagnoli: Sempre la tolleranza e il reciproco rispetto. Cito il dialogo cristiano-islamico, iniziativa del comitato promosso dalla rivista e sito de "Il Dialogo" di Monteforte Irpino.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Franca Maria Bagnoli: il rispetto di chi vogliamo educare e come lo vogliamo educare. Giulio Girardi ha scritto un sostanzioso libretto: Educare: per quale societa'?, nel quale parla di educazione integratrice e educazione liberatrice, quest’ultima in funzione di una societa' migliore che spazzi via i disvalori della societa' nella quale viviamo. Tolstoi addirittura sosteneva che possiamo istruire ma non educare perche' inevitabilmente cerchiamo di far crescere chi educhiamo a nostra immagine. E questo e' un atto impositivo e quindi violento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia, sul diritto e le leggi?

- Franca Maria Bagnoli: L'equita', la giustizia. Ci sono leggi che violano i diritti umani come, per fare un esempio, quelle che penalizzano gli immigrati. Alcune aziende, al momento di assumere le donne fanno firmare una dichiarazione di rinuncia ad avere figli. Il padrone non vuole rispettare la legge a tutela della maternita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Franca Maria Bagnoli: Per quanto riguarda l’etica direi che la nonviolenza si riassume nel precetto di Gesu': "fate agli altri quello che vorreste che gli altri facessero a voi". Per quanto riguarda la bioetica credo che la nonviolenza suggerisca che non tutto quanto e' tecnicamente possibile in questo campo, e' lecito. Pare che, volendo, i genitori possano scegliere alcune caratteristiche del nascituro, per esempio il colore degli occhi e dei capelli. Questo e' immorale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Franca Maria Bagnoli: Non tutto quello che e' possibile alla scienza e alla tecnologia e' rispettoso della dignita' dell’essere umano. La societa' deve essere edotta sui risultati delle ricerche scientifiche e valutarne i vantaggi e gli svantaggi. E’ poi compito della politica far si' che i vantaggi siano per tutti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Franca Maria Bagnoli: La riflessione storica e la pratica storiografica devono essere veritiere. Sono in corso vari revisionismi. Alcuni si sono spinti a negare i crimini nazisti. Questa e' violenza alla verita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Franca Maria Bagnoli: Un metodo deliberativo alternativo. Richiede pazienza ma questo non e' un limite. In questi tempi di corse affannose e inutili, arrivare ad una decisione, attraverso passaggi di valutazioni condivise rappresenta un modo per evitare scontri violenti talvolta non solo verbali. E alla fine si arriva ad un accordo senza bisogno di ricorrere al voto che e' sempre una spaccatura tra una maggioranza e una minoranza. Credo che si potrebbe sempre adottare, adattandolo ad ogni problematica, il metodo del consenso. Si potrebbe arrivare a soluzioni eque che non lascerebbero spazio all’orgoglio dei vincitori e all’umiliazione dei vinti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Franca Maria Bagnoli: Un metodo educativo finalizzato alla consapevolezza di uomini e donne di far parte di un’unica razza: quella umana. L’esito di questo metodo educativo potrebbe essere lo sbocciare dell’uomo inedito, l'uomo planetario, come Ernesto Balducci chiamava un uomo nuovo, fraterno e solidale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Franca Maria Bagnoli: Un metodo educativo finalizzato alla realizzazione di un mondo pacifico e giusto. Credo che cio' non sia facile perche' ci dovrebbe essere una sinergia tra varie attivita' umane: l’azione educativa, l’attivita' politica e quella economica. Attraverso queste attivita' dovrebbe essere superato l'attuale sistema economico, profondamente ingiusto e violento. Credo non sia esagerato definire il neoliberismo criminale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Franca Maria Bagnoli: Non e' facile addestrare alla nonviolenza. Forse comincerei con il dire che nonviolenza non vuol dire rassegnazione, tutt’altro. Nonviolenza significa tensione morale che porta a desiderare rapporti solidali tra gli uomini e armonia con la natura. Attraverso i mezzi della cultura, dell’informazione, della denuncia, occorre condurre i nostri interlocutori alla consapevolezza delle ingiustizie, dello sfruttamento, dell’abuso di potere che attraversano i rapporti interpersonali, il mondo della politica, il modo di educare, l’uso delle risorse naturali. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro modo di consumare, e il nostro (di noi occidentali) stile di vita, causano la morte di milioni di persone.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Franca Maria Bagnoli: "La nonviolenza e' in cammino" e' un ottimo strumento. Altri ottimi strumenti sono i testi di Gandhi, di Martin Luther King, Danilo Dolci, Alberto L’Abate. Johan Galtung, don Milani. Inoltre ci sono organizzazioni quali Pax Christi, Rete Lilliput, Rete Radie' Resh, Sbilanciamoci, la campagna contro le Banche armate (da boicottare) e tutte le forma possibili di boicottaggio. C’e' un libro di Francesco Gesualdi, Guida al consumo critico, che ci puo' guidare a fare le nostre spese.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Franca Maria Bagnoli: Le biblioteche scolastiche e universitarie dovrebbero esse fornite dei testi citati. Qualche studente potrebbe scegliere di preparare la sua tesi di laurea proprio sul tema della nonviolenza. E anche i professori potrebbero suggerire lo stesso tema agli studenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Franca Maria Bagnoli: Purtroppo si'. La percezione e l’efficacia dei movimenti nonviolenti potrebbe migliorare se se ne parlasse. I giornalisti e gli intellettuali hanno grandi responsabilita' se non trattano argomenti importanti come la nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
- Franca Maria Bagnoli: Certamente si'. Le organizzazioni citate dovrebbero migliorare il loro coordinamento attraverso frequenti riunioni e convegni ai quali dovrebbe essere assicurata la presenza di esperti in materia, quali le persone citate alle quali aggiungerei Riccardo Petrella e Alex Zanotelli. Ottima sarebbe la presenza di Arturo Paoli. E’ ultranovantenne ma credo sia ancora in grado di esprimere il suo pensiero in materia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Franca Maria Bagnoli: Penso proprio di si'. Uno strumento potrebbero essere le interviste, soprattutto a coloro che non fanno professione di nonviolenza. Probabilmente potrebbe essere utilizzato il metodo del consenso. Provare e riprovare, diceva Galilei. Non e' affatto facile il discorso sulla nonviolenza, e quindi occorre cercare tutte le strade per portarlo al centro del discorso politico, educativo, culturale. Oggi il mondo e' attraversato da tanta violenza che l’umanita' rischia il suicidio. Ecco, bisogna cercare in tutti i modi di rendere edotte quante piu' persone possibile di questa tragica realta'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: I movimenti sociali sono spesso in contrasto gli uni con gli altri. Si dovrebbero appoggiare quelli che si battono per garantire la dignita' dei lavoratori assicurando loro un decente tenore di vita. Inoltre si dovrebbe premere sulle istituzioni politiche perche' sconfiggano lo sfruttamento dei lavoratori ed eliminino il lavoro nero. Occorrerebbe anche una politica di accoglienza degli immigrati che normalmente provengono da Paesi colonizzati e sfruttati dal ricco Occidente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: Le istituzioni possono essere violente. Ricordiamoci delle dittature nell’America Latina. Quando il Nicaragua si libero' di Somoza gli Usa finanziarono l'aggressione armata dei contras non potendo sopportare che fosse loro sottratto il "cortile di casa". E qui mi sorge una domanda. La lotta di liberazione dalla dittatura del Nicaragua fu condotta dai sandinisti con le armi. La domanda e' questa: e' legittima la lotta armata quando non e' possibile la strategia della nonviolenza? Tante volte, leggendo la parabola evangelica del Samaritano, mi sono chiesta: "Come si sarebbe comportato il Samaritano se fosse arrivato quando l’uomo che soccorse era sotto l’aggressione dei banditi?".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: La cultura dovrebbe essere accessibile a tutti. Se non lo e' la sua funzione diventa negativa, creando due categorie: quella dei dominanti culturalmente e quella dei dominati. Don Milani l’aveva capito molto bene tanto che creo' la scuola di Barbiana per riscattare i figli dei contadini angariati dai padroni. Allora vigeva il sistema della mezzadria, una forma di sfruttamento selvaggio degli agricoltori. La cultura per la pratica educativa di don Milani diventa uno straordinario strumento di emancipazione sociale. "Se vuoi battere il padrone - dice don Milani - devi sapere una parola piu' di lui".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Franca Maria Bagnoli: Le forze politiche dovrebbero tutelare l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle leggi. Se mi e' consentito inquadrare la risposta nell’attuale situazione del nostro Paese, direi che come e' avvenuto altre volte nella nostra storia ci sono cittadini di serie A che possono tranquillamente violare le leggi a cominciare da quelle fiscali e cittadini di serie B che sono tranquillamente licenziati e sottratti alla tutela sindacale, costretti a lavorare in nero, impediti di protestare, pena la perdita del lavoro.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: Le organizzazioni sindacali devono tutelare i lavoratori ma li devono indirizzare verso forme nonviolente di lotta per rivendicare tutti i loro diritti. Altrimenti ci puo' essere il pericolo addirittura di una guerriglia e, in ogni caso un aumento dell’odio di classe. Capisco che e' difficile amare il padrone che ti opprime ma, come persona, va rispettato anche se contemporaneamente si deve combatterlo perche' cessi di sfruttarti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: Ogni individuo nasce in una societa' nella quale si inserisce attraverso la famiglia e la scuola. Queste dovrebbero guidarlo ad integrarsi nella societa' non passivamente e ad usare la sua capacita' critica per denunciare le ingiustizie che vi si annidano e le disfunzioni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Franca Maria Bagnoli: Non so se ho capito bene la domanda. L’arte puo' essere violenta? Di primo acchito direi di no. In passato ho visto manifesti propagandistici molto violenti ma quella non era arte ma, appunto, propaganda. Ecco, la pornografia e' violenta perche' strumentalizza le persone e lo stesso sesso facendone una cosa sporca quando, invece, e' una delle forme piu' belle di comunicazione, naturalmente se i partners sono consenzienti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Franca Maria Bagnoli: Considero l’amicizia una delle forme piu' belle delle relazioni umane. La parola amicizia ha in se' la verita' della nonviolenza, naturalmente se e' vera amicizia, cosa che comporta l’aiuto reciproco, materiale e spirituale. Grazie a Dio ho moltissimi amici ognuno dei quali mi ha dato qualcosa di importante. Spero di aver dato anche io qualcosa a loro.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Franca Maria Bagnoli: La risposta a questa bella domanda l’affido a Raniero La Valle con il quale sono pienamente d’accordo. Mi scuserete se la citazione e' un po’ lunga ma ne vale la pena.

"Oggi il rapporto con il mondo, non della Chiesa, ma dei potenti che dominano la terra, e' conflittuale, di inimicizia, di condanna, un rapporto che io chiamo apocalittico. I dominatori del mondo che stanno realizzando l'impero universale postulano che non tutto il mondo si puo' salvare, se ne puo' salvare solo un pezzo, solo il loro. Ma il resto del mondo non si puo' salvare, quello deve essere perduto. C'e' l'asse del male, ci sono gli Stati canaglia, ci sono i ribelli, ci sono quelli che pretendono di partecipare ai beni dei ricchi.
Riguardo al terrorismo qual e' la morale che ci viene inculcata? Che cosa scrivono i giornali in questi giorni? Sul "Corriere della sera" G. Zincone diceva: Va bene, abbiamo sbagliato. Pero' adesso e' inutile recriminare. Adesso dobbiamo lottare contro il terrorismo. E Sandro Viola su "la Repubblica" scrive: si', e' vero, sono 40 anni che Israele nega i diritti ai palestinesi, pero' ora lo scontro si e' allargato ad altri Paesi, ad altri simboli, ad altri obiettivi e quello che accade oggi e' la terza grande sfida, dopo quella nazista e quella sovietica, lanciata contro le societa' libere. E continua dicendo che questa sfida e' il terrorismo e l'ultima cosa che il terrorista si chiede quando mette una bomba e' se il paese dove la fara' scoppiare abbia appoggiato o no la guerra all'Iraq. Come a dire, tanto vale quindi che i palestinesi ce li scordiamo e che la guerra all'Iraq la facciamo. Il 18 marzo sul "Foglio" di Ferrara c'era una lunga intervista a un politologo francese il quale diceva che si', forse c'e' una distinzione fra Al Qaeda e l'Islam, pero' queste non sono cose di cui ci dobbiamo preoccupare. Dobbiamo accettare di trovarci davanti a qualcosa che e' il male. "E uso questo termine - diceva - perche' il male e' irriducibile al concetto di causalita'". E dunque se il male di fronte al quale ci troviamo e' irriducibile al concetto di causalita' non possiamo indagarne le cause e dobbiamo solamente agire. Ma questa non e' politica. Questa e' una teodicea. E' la grande domanda su Dio. Da dove viene il male? La conclusione di questo discorso qual e'? E' questa: "Non cercate le responsabilita' dell'Occidente, la fame nel mondo, il mancato riconoscimento di un'autonomia, di una possibilita' di vita per i Palestinesi. Tutto questo non conta. Il terrorismo non dipende da questo. Il terrorismo dipende dal fatto che c'e' il male e che questi vogliono la nostra fine". Allora la morale che si sta cercando di far passare e': "Noi abbiamo contro un nemico che non ha ragione, non ha umanita', e' inutile che ci stiamo a chiedere che cosa noi abbiamo fatto di male, di che cosa abbiamo responsabilita', perche' se anche noi non avessimo delle responsabilita' ci odierebbero lo stesso, ci ammazzerebbero lo stesso...".
Oggi ci troviamo di fronte a un mondo che per meta' viene scaricato, viene considerato eccedentario, esubero. E c'e' una cosa impressionante ed e' la nuova teorizzazione che si fa del fatto che la guerra non solo ci vuole, non solo deve essere preventiva, ma deve essere perpetua, fino al punto che non si puo' distinguere il tempo di guerra dal tempo normale di vita. C'e' una delega legislativa che il governo Berlusconi ha chiesto in Parlamento per riformare i codici penali militari di pace e di guerra (lo scopo specifico e' di applicare il codice penale militare anche alle missioni all'estero) in cui la motivazione che viene data e' che ormai non e' piu' attuale la vecchia distinzione dei codici di pace e di guerra perche' ormai "non e' piu' riconoscibile, dice la relazione, il tempo di guerra rispetto al tempo normale di vita". Questo viene detto ai giovani. Ma voi dovete ribellarvi al fatto che nascete dentro un tempo di guerra. La guerra puo' essere una sciagura, una catastrofe, ma non puo' essere la condizione permanente e normale in cui l'uomo deve vivere. Pochi giorni fa e' uscito un documento del Pentagono che stranamente non si occupa di cio' che normalmente e' oggetto degli interessi del ministero della difesa. Si occupa di clima e avverte che l'acqua del mare si sta riscaldando e quindi sale di livello, il che vuol dire che molte terre saranno sommerse, molte isole scompariranno e siccome contemporaneamente rallenta la Corrente del Golfo, il clima temperato che abbiamo in Europa scomparira'. L'Inghilterra diventera' come la Siberia... Il Pentagono dice che questo provochera' grandi carestie e quindi grandi migrazioni. E qual e' la conclusione del Pentagono? Non dice: " Signori, allora, campanello d'allarme. Fermi tutti. Rinunciamo a tutte le sciocchezze di cui ci stiamo occupando adesso, mettiamo intorno ad un tavolo il mondo intero e vediamo come affrontare questa situazione". No. Il Pentagono dice: "Allora la guerra tornera' ad essere il parametro della vita umana sulla terra". Siccome ci sara' questa crisi, il problema sara' di vedere chi dovra' pagare. La guerra come giudice di chi debba pagare e chi no.
Che cosa e' questo se non avere una visione del mondo dove chi puo', chi ce la fa, si salva e gli altri che si perdano? Ma questa e' appunto una visione apocalittica, cioe' la visione di due mondi; un mondo buono, giusto che si salva e l'altro a perdere: se puo' vivere che viva e se no, pazienza! C'e' un rapporto sullo stato del mondo del World Watch Institute che da' una buona notizia: sono aumentati i consumatori nel mondo; prima erano un miliardo, adesso sono un miliardo e 700 milioni. Che bella cosa! C'e' un progresso. Ma ci sono tre miliardi di persone che sono ufficialmente non consumatori perche' hanno meno di due dollari al giorno.
Allora, di fronte a questo, che significa il titolo del libro "Prima che l'amore finisca"? Significa che se il mondo sta ancora in piedi e' perche' c'e' una forza che lo aggrega ed e' l'amore. Pero' l'amore puo' finire. Il titolo e' anche un grido d'allarme. Guardate, stiamo attenti, il tempo e' breve. Dobbiamo cercare, prima che l'amore finisca, di ristabilire un'altra razionalita', un altro modo di pensare il mondo, dobbiamo ristabilire fondamentalmente l'idea dell'unita' profonda della famiglia umana, l'unita' di tutti i popoli della terra. Che tutti siano assunti, tutti siano cooptati, tutti siano introdotti dentro un progetto di vita e di sviluppo del mondo".

Nota: Prima che l’amore finisca e' il titolo del libro scritto da Raniero La Valle.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: Secondo una vecchia definizione la politica e' l’arte di governare la societa'. Aristotele ha detto che l’uomo e' un animale politico, cioe', per sua natura, destinato a vivere in relazione con gli altri uomini. Secondo me la piu' bella definizione di politica implicitamente nonviolenta l’ha data don Milani. Cito a memoria: Se ho un problema e cerco di risolverlo da solo, questa e' avarizia. Se mi accorgo che altri hanno lo stesso mio problema e mi unisco a loro per risolverlo, questa e' politica.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: Sembrera' strano ma nella vita quotidiana, in casa con i famigliari, e' piu' difficile esercitare la nonviolenza. Forse scarichiamo sulle persone care, consapevoli che ci amano e ci capiscono, le frustrazioni che abbiamo accumulato in certe giornate, al lavoro, a scuola o in certi rapporti difficili con gli altri. Mi piacerebbe sentire il parere di uno psicologo su questo problema.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: il territorio nel quale viviamo deve essere rispettato e arricchito. Penso alle periferie di grandi citta' dove c’e' il vuoto culturale e carenza di luoghi di aggregazione sociale. Credo che l’arricchimento del territorio debba essere compito dei sindaci che, invece, raramente vanno a visitare i territori periferici. Tutto questo implica la negazione di diritti fondamentali, e spesso l’abbandono in cui versano i territori periferici crea sacche di poverta', emarginazione e terreno di coltura dell’illegalita'. Naturalmente si tratta di situazioni nelle quali la violenza attecchisce facilmente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: La cura delle persone con le quali viviamo nella maggioranza dei casi e' affidata alle donne. Ricordo quando mio suocero, ultraottantenne, era paralizzato. Era agitato e chiamava in continuazione. D’estate andavamo tutti nella casa dei miei suoceri in campagna. Specialmente la sera intensificava le chiamate. "Maria Pia!" ( La figlia), "Franca!" (Io), "Milia!" (una parente)". Sapeva benissimo che in casa c’erano mio marito Giovanni e mio cognato Lucio. Non l’ho mai sentito chiamare Giovanni o Lucio. Penso che il servizio sanitario, nel caso di malati gravi che vivono in casa, dovrebbe fornire un aiuto alle povere donne sulle cui spalle grava tutto il lavoro domestico e, quando ci sono malati, la loro cura.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Franca Maria Bagnoli: Comunemente la morte viene percepita come la maggiore violenza che dobbiamo necessariamente subire. Confesso che non sono esente da questa percezione. Sono credente ma ho paura della morte. Razionalmente riesco ad accettarla ma emotivamente mi sconvolge. Poi penso che Dio non puo' volere la nostra infelicita'. Ma chi e' stato malvagio come potra' essere felice dopo la morte? Forse la reincarnazione potrebbe essere la soluzione del problema. Se non sbaglio, vi e' stato chi riteneva conciliabile la teoria della reincarnazione con la dottrina della chiesa cattolica. Ma non ne sono sicura. La morte potrebbe essere anche dolce se ci abbandonassimo ad essa senza paura. Dovremmo pensare spesso alla morte per affrontare questa esperienza che non abbiamo mai fatto e che nessuno ci ha raccontato. Pero' abbiamo esempi di morti accettate serenamente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Franca Maria Bagnoli: Aldo Capitini, grandissimo esponente della nonviolenza, nella sua opera Le tecniche della nonviolenza, riporta i molti casi di lotte di liberazione nonviolente, da quella gandhiana in India a quella della Norvegia negli anni '40 contro l’occupazione tedesca. Accanto alla lotta armata ci furono casi di lotta nonviolenta anche in Africa, come contro l’apartheid. La Marcia della pace Perugia-Assisi che si svolge annualmente e' un’ottima occasione di riflessione sulla nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Franca Maria Bagnoli: A giudicare dal numero di conflitti in atto nel mondo direi che la nonviolenza e' in un pessimo stato. Per usare un eufemismo potremmo dire che attraversa un momento di crisi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Franca Maria Bagnoli: Penso che la nonviolenza oggi in Italia sia in uno stato tutt’altro che roseo. Abbiamo un governo che non fa gli interessi dei cittadini, depenalizza reati gravi come il falso in bilancio. Promulga leggi ad personam. E tutto questo nell’indifferenza della maggior parte degli italiani. Ma credo che la speranza non vada abbandonata mai. Ci sono ancora molte persone incorruttibili, che si spendono generosamente per gli altri. Sono queste persone che, secondo Raniero della Valle, continuano a reggere il mondo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Franca Maria Bagnoli: Confesso che non so molto sui movimenti nonviolenti di altri paesi. Credo che in India ancora dia frutti l’eredita' gandhiana. Pero' l’India si e' dotata della bomba atomica e questa scelta non mi sembra che vada in direzione della nonviolenza. In ogni modo i rapporti dei movimenti nonviolenti presenti nel mondo potrebbero migliorare attraverso incontri frequenti e con l’aiuto di una stampa che si impegnasse ad informare dello stato della nonviolenza nel mondo. Ma ormai molta stampa e' asservita agli interessi della politica e dell’economia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Franca Maria Bagnoli: Credo che, purtroppo, la percezione della nonviolenza in Italia sia ad un livello molto basso. Penso che cio' sia dovuto all’attuale situazione politica ma anche ad una scarsa attenzione a questo argomento da tempi che risalgono al passato. Nonostante la presenza in Italia di grandi protagonisti della nonviolenza, come abbiamo visto, non mi sembra che il tema della nonviolenza abbia toccato le radici profonde della cultura, della politica e dell’educazione. E non parliamo dell’economia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Franca Maria Bagnoli: Sarebbe necessario che se ne parlasse di piu' e in modo piu' efficace. Gli stessi movimenti nonviolenti dovrebbero trovare gli strumenti per avere maggiore visibilita'. Potrebbero essere necessarie manifestazioni in piazza ogni volta che se ne presenti la necessita'. Tutti i governi italiani di destra e di sinistra hanno confermato la presenza delle nostre truppe in Afghanistan, dove ogni tanto ci sono anche morti di soldati italiani. Quasi tutti del sud. E qui si aprirebbe un lungo discorso. Perche' quasi tutti del sud? Evidentemente perche' al sud c’e' il maggiore tasso di disoccupazione. Poi si fanno celebrazioni, si appendono medaglie sul petto delle mogli e si parla di eroi. Io sono piena di tristezza e indignazione di fronte a tutto questo. Piango i morti e vorrei che non si parlasse di eroi ma di poveri cristi costretti ad uccidere e farsi uccidere per sopravvivere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: Le culture dovrebbero dialogare tra loro. E l’occidente dovrebbe smetterla di considerarsi "La Cultura". Garaudy dice " L’ Occidente e' un accidente", dove il temine accidente ha un significato che deriva dal latino e cioe', in termini semplici: l’Occidente e' una delle tante culture. Ricordo che una volta alla Cittadella cristiana di Assisi, all’annuale corso di studi, c’era un filosofo angolano, Pedro Miguel. La moderatrice, che si chiamava Gianna, poiche' eravamo in ritardo con i tempi, sollecito' Pedro, come del resto aveva fatto con gli altri relatori, ad essere breve. Pedro sorrise e disse: "Gianna, ho taciuto per 500 anni e adesso mi vuoi concedere solo cinque minuti?".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: E’ molto importante sottoporre noi stessi ad una valutazione rigorosa. Spesso siamo molto severi con gli altri e indulgenti con noi stessi. E non ci accorgiamo dei semi di violenza presenti nelle nostre menti e nei nostri cuori.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: E’ importante conoscere i principi e le motivazioni che regolano i rapporti umani, sia a livello individuale che in quello comunitario. Spesso i gruppi sociali e le comunita' si chiudono a riccio, difendendo la propria identita', non curandosi di aprirsi all’ascolto di altri gruppi sociali e altre comunita'. Il familismo e' una caratteristica negativa di molti italiani. Per completezza riporto una mia recensione al bel libro di Paul Ginsborg, il tempo di cambiare.

"Ginsborg ci invita a ripensare le decisioni che prendiamo in famiglia, a vagliare responsabilmente il genere di beni che consumiamo, a misurare la qualita' della democrazia che possiamo esercitare" ( dalla presentazione di controcopertina). Quella di Ginsborg e' un'analisi sociologica a partire anche dalla famiglia e quindi dalla casa. C'e', nel libro, la foto di una casa ideata da Rachel Whiteread nel 1903. E' allucinante. Protetta da una cancellata in ferro, e' un monoblocco di cemento. Porte e finestre sono chiuse. Li' vive una famiglia rinserrata in un familismo che si traduce in indifferenza per cio' che avviene fuori. E' vero che la televisione porta il mondo esterno dentro quella casa, ma, avverte Ginsborg, la tv ha due effetti deleteri: "Il primo e' che la tv e' il mezzo per eccellenza attraverso cui vengono diffuse suggestioni pubblicitarie a lungo termine...". Sono "le siringhe del moderno capitalismo consumistico, prodotti costosi e di alto livello, studiati per iniettare aspirazioni e desideri specifici nelle nostre teste". Il secondo effetto deleterio e' che "la televisione ha uno straordinario potere di legare le persone al loro ambiente domestico". Michael Young e Peter Willmott tracciarono questo quadro: "La famiglia siede ogni sera attorno allo schermo magico che troneggia in salotto. In una casa i genitori e cinque figli di tutte le eta' erano schierati a semicerchio alle nove di sera; il bambino di due mesi era sistemato in carrozzina di fronte al video. Sembrava di assistere ad uno strano rituale. Il padre disse, orgoglioso: 'La tele tiene unita la famiglia. Nessuno di noi ha bisogno di uscire, ormai'". Gia', tutti rinserrati in casa a difendere il sacro valore della famiglia. In un esauriente studio sugli Usa, Robert Putnam rilevo' come la tv rappresentasse il fattore principe per spiegare il declino del civismo americano. La societa' si e' atomizzata. E' vero che e' operante la societa' civile, ma familismo e societa' civile sono in contraddizione tra loro e sono una delle tante contraddizioni del nostro tempo. Ginsborg dice che e' tempo di cambiare. Da dove cominciamo? Ci sono tanti inizi. Uno potrebbe essere quello di uscire piu' spesso dalle nostre case, per incontrare piu' gente possibile. E aprirle, le nostre case, perche' vi entrino non solo i nostri amici. Troppo pericoloso? Non sara' piu' pericoloso chiudersi dentro le nostre case, sbarrando porte e finestre? E' tempo di cambiare. Si', con intelligenza, fantasia, generosita', fiducia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Franca Maria Bagnoli: Il linguaggio puo' essere molto violento. Per esempio quando non diamo ascolto alle opinioni degli altri, dando per scontato che la nostra verita' sia piu' "vera" di quella degli altri, o quando, nelle discussioni, usiamo un linguaggio sprezzante che umilia il nostro interlocutore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Franca Maria Bagnoli: Uno stile di vita consumistico e' violento perche' contribuisce, se non e' determinante, a dividere il mondo tra eccessivamente agiati e poveri al punto di morire di fame. Un quinto dell’umanita' sguazza nel benessere. I quattro quinti vivono con un dollaro al giorno o anche meno. Questa e' la violenza estrema contro l’umanita'. Dobbiamo recuperare il gusto della sobrieta' che, oltre tutto, fa bene alla salute.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

- Franca Maria Bagnoli: Brevemente rispondo che l’industrialismo ha relegato all’ultimo posto delle attivita' umane l’agricoltura che dovrebbe essere l’attivita' primaria dell’uomo. Si e' cercato il recupero dell’attivita' agricola nel peggiore dei modi: le coltivazioni degli Ogm (Organismi geneticamente modificati). Non si sono fatte sufficienti ricerche scientifiche per verificare quali danni potrebbero portare alla salute degli uomini. E’ di questi giorni la notizia di un grande appezzamento di terra, in Friuli, contaminato da mais Ogm.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Franca Maria Bagnoli: E’ stata fatta tanta violenza alla natura che il futuro si presenta tragico. Le emissioni di gas nocivi hanno aumentato la temperatura terrestre. Alcune isole potrebbero essere sommerse e i cambiamenti climatici sono gia' in atto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Franca Maria Bagnoli: Esperienze di vita comunitaria potrebbero essere la soluzione al problema dei consumi eccessivi. Ho conosciuto tre famiglie, non imparentate tra loro, che vivevano nella stessa casa. Erano riuscite a conciliare le esigenze della privacy e quelle comunitarie. La stanza da pranzo e la biblioteca erano comuni. Poi ogni coppia aveva la sua stanza e quella per i bambini. Le stoviglie erano comuni come anche gli elettrodomestici. Avevano anche due stanze per gli ospiti arredate con semplici brande. Per la verita' non erano molto comode ma insomma non impedivano di dormire. Lo posso dire perche' sono stata ospite di queste famiglie.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Franca Maria Bagnoli: Principio responsabilita', riconoscimento dell’altro, scelte di giustizia, misericordia sono i pilastri della nonviolenza e di una vita armonica e pacificatrice. Se il mondo poggiasse su questi pilastri sarebbe "un mondo nuovo e una terra nuova". Mi soffermero' brevemente sulla misericordia. Spesso siamo tanto spietati con gli altri quanto indulgenti con noi stessi: eppure i credenti, tra i quali io stessa, recitiamo il Padre Nostro ma quando arriviamo a " rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori" forse inconsciamente pensiamo che sia un bel modo "estetico" di concludere una preghiera.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Franca Maria Bagnoli: Forse in questo caso dovremmo essere un po’ indulgenti con noi stessi. Se qualche volta ci capita di essere un po’ violenti nel linguaggio o nel comportamento non dovremmo lasciarsi travolgere dai sensi di colpa. Certo dovremmo riconciliarci con chi abbiamo offeso trovando la forza di chiedere di perdonarci. Siamo umani e abbiamo molti limiti che certamente dovremmo cercare di superare ma senza drammatizzare. Ricardo Peter che ho citato sopra ha scritto un bellissimo libro intitolato: Liberaci dalla perfezione. Lui ritiene che la ricerca affannosa della perfezione e' una delle cause delle nevrosi. Secondo me puo' essere un atto di orgoglio. Questo non vuol dire che non dobbiamo mettere tutto il nostro impegno per fare le cose per bene.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Franca Maria Bagnoli: Penso che la nonviolenza sia un cammino nella direzione di un rapporto positivo con noi stessi, con gli altri e, per i credenti, con Dio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Franca Maria Bagnoli: Credo che internet sia un ottimo strumento per far conoscere la pratica nonviolenta, approfondendone tutti gli aspetti. Ho un sito che amministro. Oltre che postare racconti (mi piace scrivere) lo utilizzo per discutere gli argomenti di interesse generale. Oggi ho postato un intervento di Alex Zanotelli sulla privatizzazione dell’acqua.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Franca Maria Bagnoli: Diciamo che sono una persona anziana. Non precisiamo l’eta'. Nel marzo del 2009 ho perso mio marito per un tumore al polmone. Ho due figli, Paolo e Francesco. Paolo insegna matematica alle medie, naturalmente da precario. Francesco e' un ottimo programmista informatico. Sono contenta della mia vita anche se e' stata ed e' segnata dalla sofferenza. Ho un’invalidita' motoria del 100%. Ma forse gia' l’ho detto. Ho sempre incontrato persone che mi hanno aiutato e che mi hanno arricchito spiritualmente. Non amo la ricchezza. Ho insegnato nella scuola pubblica, come insegnante di ruolo, Storia e filosofia nei Licei classico e scientifico e, poi, Filosofia, pedagogia e psicologia nell’Istituto magistrale che adesso non di chiama piu' cosi'. Dei miei figli sono contenta. Qualche volta mi contestano ma sono contenta ed ho la presunzione di credere che, tra i tanti errori commessi nell’educarli, questo loro spirito critico sia dovuto anche al mio modo di educarli. Poi magari sbaglio. Ho avuto il dono di conoscere ed essere amica di persone come don Tonino Bello, presidente, molti anni fa, di Pax Christi, Alex Zanotelli, Enrico Chiavacci, Ernesto Balducci. E molte altre da ognuna delle quali ho imparato qualcosa. Amo l’arte nelle sue molteplici forme, in particolare la musica e l’architettura. Ho pubblicato due libri , uno di favole: Bambini e animali. L’altro e' un romanzo: Una vita negata, nel quale rivaluto la personalita' di Santippe, la moglie di Socrate, la cui vita fu soffocata da una citta' maschilista. Dal 1981 pratico l’obiezione di coscienza alle spese militari. Ora con il Cud e' un atto formale ma prima era abbastanza impegnativo. Ho subito vari pignoramenti ma sono riuscita a farmi pignorare libri sulla pace. Ho partecipato a molte marce per la pace, compresa la Perugia-Assisi. E, come tanti, ho firmato appelli per la difesa dei diritti umani, dell’ambiente, contro la pena di morte. Mi fermo qui. Non vorrei sembrare presuntuosa...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Franca Maria Bagnoli: Si', vorrei ringraziarvi per l’opportunita' che mi avete dato di esprimere le mie idee.
 
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Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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COI PIEDI PER TERRA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 303 del 25 luglio 2010
 
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