Telegrammi. 245



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 245 dell'8 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Norma Bertullacelli
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Augusto Cavadi
3. Franca Guana: Nonviolenza
4. Si e' svolto il trentunesimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo
5. Si e' svolto il 6 luglio un incontro di riflessione a Viterbo
6. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
 

1. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO NORMA BERTULLACELLI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Norma Bertullacelli.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un sintetico profilo di Norma Bertullacelli si veda la sua risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Norma Bertullacelli: Negli anni della scuola, fine anni ’60, dapprima in maniera abbastanza confusa. Mi preparavo o incominciavo a diventare un’insegnante di scuola elementare, e cominciavo a rendermi conto di quanto fosse difficile educare “in liberta'” i bambini alla liberta'. L’insegnante repressivo fa certamente meno fatica, ed apparentemente ottiene risultati migliori sul piano della quantita' di nozioni apprese, ma certamente non educa all’esercizio della liberta' e della democrazia. Sembra banale, ma mi indignava pensare che pochi anni dopo il mio impegno e la mia fatica i miei alunni maschi sarebbero stati inquadrati nel cortile di una caserma a marciare avanti e indietro: erano ancora gli anni della leva obbligatoria, una tappa imprescindibile nella vita di un ragazzo. Paradossalmente mi indignava di piu' la negazione di liberta' per il giovane coscritto, l’educarlo all’obbedienza “cieca, pronta ed assoluta”, come recitava allora il codice militare, che il fatto che venisse educato ad uccidere. Erano anni di guerra fredda, di equilibrio del terrore, ma non di guerre guerreggiate con la partecipazione diretta dell’Italia. Ed erano gli anni dei primi obiettori di coscienza; la lettura dei loro scritti mi ha fatto capire il valore della nonviolenza come scela strategica e non come semplice tattica di lotta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Norma Bertullacelli: Credo i  primi obiettori coscienza, in particolare il primo, Pietro Pinna. I loro scritti erano convincenti soprattutto perche' si trattava di persone che stavano pagando con il carcere militare le proprie scelte. Don Milani, non solo come autore della lettera ai cappellani militari, ma anche come autore della “Lettera ad una professoressa”. Ricordo poi distintamente di aver letto “La forza di amare” di Martin Luther King nell’estate del 1968. Era poi molto facile, in quegli anni, essere influenzati dai media: per esempio passavano per pacifisti anche personaggi come i fratelli Kennedy, che sono riusciti a far dimenticare al mondo chi ha iniziato la guerra in Vietnam...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Norma Bertullacelli: Per la biblioteca pubblica e scolastica certamente il già citato “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani. E’ fondamentale l’accento che viene posto sull’importanza dell’acquisizione da parte di tutti dal sapere, condizione imprescindibile per l’esercizio della liberta' e della democrazia. Ed e' l’esatto contrario della scuola di oggi, competitiva, nozionista e meritocratica. E, dello stesso autore, “L’obbedienza non e' piu' una virtu'”. Si tratta, tra l’altro, di testi di lettura estremamente semplice, pur nella loro profondita'. Ricordo che un anno usai la “Lettera” come testo per l’attivita' alternativa alla religione cattolica per degli alunni di quinta, che ne comprendevano perfettamente il linguaggio. Non mi risulta che le dichiarazioni degli obiettori siano mai state riunite in un unico testo, bisognerebbe andarle a cercare nella letteratura antimilitarista degli anni ’70. O forse negli archivi dell’amico Peppe Sini... E, ovviamente, i testi di Gandhi e di Martin Luther King. Anche per approfondire rimando alle bibliografie accuratissime di Peppe Sini. E, perche' no, ai siti delle forze armate italiane...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Norma Bertullacelli: Certamente non conosco tutto cio' che avviene nel mondo in questa direzione, anche perche' i media, di solito, non appartengono a personalita' della nonviolenza... Cito un po’ a caso Myanmar, le lotte nonviolente in Palestina, i refusnik israeliani... Andrebbero tutte sostenute con forza, anche se purtroppo, al di la' della diffusione dell’informazione sulla loro esistenza, spesso ignorata, non riesco ad immaginare nulla. Per l’Italia, andrebbe scritto piu' di un libro... Vedo alcuni fronti di lotta: la diffusione dell’informazione e della consapevolezza; l’educazione alla liberta' ed al sapere (cito spesso la poesia di Brecht “Devi sapere tutto”: impara bambino a scuola... impara, uomo in carcere... affamato, impugna un libro: e' come un’arma. Non temere di fare domande, verifica le cose che leggi: cio' che tu non sai di tua scienza, in realta' non lo sai”; la lotta contro la guerra illegale, inutile e criminale nella quale l’Italia e' direttamente coinvolta. E poi le mille esperienze in giro per l’Italia: la lotta contro il “vostro” aeroporto di Viterbo; il Dal Molin; le lotte contro la mafia e per l’utilizzo sociale dei beni confiscati; la nostra modesta "ora in silenzio" che va avanti ormai da nove anni... E mi piace pensare che ci siano in giro mille altre esperienze che non conosco, ma che daranno certamente frutti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Norma Bertullacelli: E’ quasi ovvio che io indichi la scuola e la lotta contro la guerra in Afghanistan. Ma credo che i principi della nonviolenza possano essere applicati anche nelle liti condominiali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Norma Bertullacelli: Il Movimento Nonviolento, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, il Mir, la Loc, "Peacereporter", "Peacelink", la nostra Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Norma Bertullacelli: La nonviolenza e' l’unico possibile fondamento della democrazia. Infatti prevede l’assunzione da parte di ciascuno/a della responsabilita' di cio' che avviene, e lo/la impegna a lottare contro ogni ingiustizia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, femminismo, ecologia, impegno antirazzista e per i diritti umani di tutti gli esseri umani, lotta antimafia, lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse, lotte di liberazione dei popoli oppressi, pacifismo, antimilitarismo, disarmo, diritto alla salute e all'assistenza?

- Norma Bertullacelli: Rimanderei per questa serie di domande alla risposta precedente. Il/la nonviolento/a non puo' tacere di fronte all’ingiustizia. Quindi non puo' accettare senza lottare il patriarcato, lo sfruttamento dei lavoratori, la distruzione della natura, il mondo diviso tra ricchi e poveri.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Norma Bertullacelli: Come un metodo decisionale che garantisce a ciascuno la possibilita' di rifiutare le decisioni che non condivide, ma lo impegna a cercare il massimo possibile di convergenza con i/le compagni/e di lotta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Norma Bertullacelli: Non saprei decidere quale sia la piu' importante, ma mi piacerebbe sottolineare l’importanza della disobbedienza civile. Un vecchio film americano si intitolava “Supponiamo che dichiarino la guerra e che nessuno ci vada”. Il film non era un capolavoro, ma che titolo!

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Norma Bertullacelli: Con un approfondimento teorico, ma con la partecipazione diretta ad iniziative di lotta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Norma Bertullacelli: Non sono esperta nel campo dell’addestramento: rimando alle riflessioni di Enrico Euli e di Carlo Schenone.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Norma Bertullacelli: Apprezzo molto il bollettino del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, anche se richiederebbe tempi di lettura e riflessione quasi impossibili per la maggior parte di noi. Seguo anche "Peacelink" e "Peacereporter".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Norma Bertullacelli: Purtroppo non sono in grado di rispondere a questa domanda.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Norma Bertullacelli: Sono nata nel 1952, sono figlia di un operaio metalmeccanico e di una casalinga. Sono stata la prima persona della mia famiglia a conseguire un diploma di scuola superiore.

Se potessi usare solo una parola per definire me stessa, direi che sono un’insegnante: non ho mai fatto altro, e non saprei fare nient’altro. Amo e credo nel mio lavoro, anche se dare un’occhiata veloce intorno dovrebbe bastare a farmi cambiare idea.

Sono contenta che questa vostra domanda mi inviti a ripercorrere la mia storia di pacifista, antimilitarista e nonviolenta, e vado ad elencare.

Nel 1970 e nel 1971 ho partecipato alla marcia antimilitarista Trieste-Aviano. Non riesco ad immaginare niente di piu' eterogeneo: dai radicali agli obiettori di coscienza; da Lotta Continua al movimento nonviolento di Pietro Pinna. Pero' fu una tappa fondamentale nella mia vita.

Negli anni successivi ho contribuito a fondare a Genova il Movimento Nonviolento, che faceva soprattutto attivita' di promozione dell’obiezione di coscienza e per il suo riconoscimento come diritto. Prima uscita a Genova: una contestazione all’alzabandiera del 4 novembre 1971.

Fino al 1989 si svolgeva a Genova ogni due anni la Mostra Navale, che noi ribattezzammo Mostra Navale Bellica, e cosi' viene tuttora definita. Si trattava dell’esposizione del “meglio” dell’industria militare italiana.

La prima volta che tentammo un’azione di contestazione ci sedemmo in due davanti ai cancelli, e le auto degli espositori e della polizia ci aggirarono senza nemmeno prenderci in considerazione. All’ultima edizione, quella del 1989 eravamo migliaia: e la Fiera del mare non ospito' piu' la mostra e la "Rivista Militare Italiana" scrisse che Genova “non la meritava”. Non ci illudiamo di aver risolto il problema del commercio delle armi, ma credo che si sia trattato di esperienze significative.

Nel 1983 partecipai ai blocchi dei cancelli della base di Comiso: la polizia carico' con la stessa violenza che avremmo rivisto al G8 di Genova, ma non furono poche le persone che resistettero alla carica sedute al proprio posto davanti ai cancelli della base.

Nel 1999 arrivo', inaspettato, l’annuncio che Genova sarebbe stata la sede del g8, e cominciammo a darci da fare. Un’esperienza tragica, sotto molti punti di vista. Innanzitutto l’assassinio di Carlo Giuliani, che ancora aspetta verita' e giustizia. Grandi rimpianti e riflessioni autocritiche nel nostro gruppo pacifista: fummo i primi a mobilitarci e ad organizzarci ( la prima assemblea contro il g8 porta la data del 13 dicembre ’99 e si svolse nella nostra sede), ma non riuscimmo a far sentire la nostra voce  quando le “grosse organizzazioni”  diventarono maggioritarie nel Genoa Social Forum. E questo avvenne nonostante il fatto che la nostra proposta ed il gruppo che mettemmo in piedi, la Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti, avesse ottenuto sostegni autorevoli, da Samir Amin a padre Zanotelli, da George Houtart a Jose' Bove'. Ci piace pero' ricordare che in quella “carta di intenti” era esplicito e condiviso il riferimento alla nonviolenza.

La nostra proposta di assedio pacifico degli otto (circondiamo i cancelli, le gabbie e le transenne, e non ci muoviamo di li') ottenne scarsa attenzione: la maggio parte preferi' il corteo “militante” dei centri sociali o le “piazze tematiche” lontano dalla zona rossa.

Da quasi dieci anni partecipo all’“ora in silenzio per la pace”: presenza ogni mercoledi' dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova (scelto non a caso: fu il palazzo dove si svolse il g8) contro tutte le guerre, in particolare quelle che coinvolgono l’Italia in modo diretto. Siamo arrivati/e alla 422sima ora: i volantini che abbiamo distribuito possono essere letti su  http://www.orainsilenzioperlapace.org/

Perdonate l’immodestia, ma, visto che lo avete chiesto, cito anche le mie (“ben”) tre pubblicazioni: due ricerche sulla didattica della fisica sulla rivista della Societa' Italiana di Fisica; ed una ricerca sui risultati scolastici nelle scuole medie superiori che dimostra che nelle classi piu' numerose e' piu' probabile essere bocciati ( per lo meno, lo era nel 1990...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Norma Bertullacelli: Buon lavoro!
 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO AUGUSTO CAVADI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Augusto Cavadi.

Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994, D G editore, Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, la filosofia, DG Editore, Trapani 2006; La mafia spiegata ai turisti, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; E, per passione, la filosofia. Breve introduzione alla piu' inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani 2008; Chiedete e non vi sara' dato. Per una filosofia pratica dell’amore, Petite Plaisance, Pistoia 2008; In verita' ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria 2008; Il Dio dei mafiosi, San Paolo, Milano 2009; Come posso fare di mio figlio un vero uomo d’onore? Coppola, Trapani 2008; L’amore e' cieco ma la mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani 2009; Filosofia di strada. Il filosofare-in-pratica e le sue pratiche, Di Girolamo, Trapani 2010. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e siciliane. Segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia completa)]

 
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Augusto Cavadi: E’ stato graduale ed e' ancora in itinere. Tappe principali: le notizie storiche e le ricostruzioni cinematografiche su Gandhi; la cronaca, quando ero ragazzo, delle lotte di Martin Luther King; l’incontro con Danilo Dolci; l’amicizia con concittadini, quali Andrea Cozzo e Vincenzo Sanfilippo, che riflettono e sperimentano sui metodi nonviolenti adottabili per strappare almeno alcuni simpatizzanti della mafia alla loro prigione mentale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Augusto Cavadi: A parte i classici noti a chiunque frequenti queste problematiche, riterrei istruttivi due testi: "Nonviolenza e mafia", di autori vari, edito da Di Girolamo (Trapani, 2006) e “Il fu Nino Miceli” di Nino Miceli, edito dalle Edizioni Biografiche (Milano 2008).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Augusto Cavadi: Non ritengo si possano fare graduatorie: quando la verita'-giustizia-liberta'-pace viene violata in un punto del globo, tutto il globo ne risente. Comunque penso che gli esperimenti di dialogo fra ebrei e palestinesi in Medio Oriente meriterebbero un sostegno speciale per la delicatezza del groviglio etnico e politico in cui si svolgono.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Augusto Cavadi: L’arte di affrontare i conflitti contemperando con la ragione le ragioni del cuore e con il cuore le ragioni della ragione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Augusto Cavadi: La sapienza femminile sul tema non si basa certo su basi bio-psichiche (non vedo nessuna differenza, da questo punto di vista, fra maschi e femmine), bensi' sulla secolare condizione di sottomissione fisica, muscolare, delle donne rispetto agli uomini. Per sopravvivere hanno dovuto imparare che con i pugni e gli schiaffi si vincono le battaglie, con il cervello e i sentimenti si vincono le guerre.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Augusto Cavadi: La nonviolenza e' rispetto, "ri-guardo": ritorno ammirato e consapevole di sguardo. Quando si recupera questa capacita' contemplativa, la si recupera in relazione a tutto cio' che e' in quanto e': dunque non solo rispetto ai propri simili, ma anche rispetto ad ogni vivente. E all’intero cosmo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Augusto Cavadi: Restituisce ai filosofi in carne ed ossa quanto spesso dimenticano: che la filosofia ha, da sempre e per essenza, praticato il gusto del confronto senza avversione, la lotta amorevole non per vincere l’altro quanto per liberare se stessi e gli altri dalle opinioni errate.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Augusto Cavadi: Un sostegno a disarmarsi. Perche' le religioni spogliate da fronzoli e ridotte a fede possono agevolare processi di pace, le religioni armate di dogmi e tabu' possono impedirli senza scampo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Augusto Cavadi: Buon lavoro a voi due.
 
3. RIFLESSIONE. FRANCA GUANA: NONVIOLENZA
[Ringraziamo Franca Guana (per contatti: qugu at libero.it) per questo intervento, ricavato dalla lettera di risposta alla richiesta di intervista di Paolo Arena e Marco Graziotti, che ringraziamo anch'essi per avercelo messo a disposizione.
Franca Guana partecipa alla preziosa, luminosa esperienza del Centro comunitario di Celleno (Vt)]

Gentili Marco e Paolo,
... Posso dirvi solo che la nonviolenza va imparata, cambiando il nostro modo di comunicare. Cambiando soprattutto il nostro linguaggio.
Va insegnata a scuola e fatta praticare con tanti esercizi pratici, presi dalla nostra vita quotidiana.
Non e' un discorso generale che riguarda i massimi sistemi, e' un processo lungo che inizia con il primo vagito e ci impegna fino alla morte.
Io sono una donna, madre, nonna, sono profondamente collegata alla vita e a tutto cio' che la favorisce.
Non mi piacciono le etichette e le definizioni, sono aperta al possibile. La nonviolenza non e' statica, cambia, si adatta, si trasforma, inventa un suo linguaggio umano. Esprime sentimenti e bisogni fondamentali della vita di ogni uomo.
La pratica della nonviolenza porta ogni uomo a ricollegarsi con la propria umanita' e a riscoprire l'umanita' dell'altro, qualunque esso sia.
Non so se vi potra' servire, comunque e' il mio modo per dirvi che sono con voi; buon proseguimento e buone interviste.
 
4. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL TRENTUNESIMO INCONTRO DEL PERCORSO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" A VITERBO
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Domenica 4 luglio si e' svolto il trentunesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" di Viterbo.
L'incontro e' stato il secondo interamente dedicato all'autoanalisi dell'esperienza formativa condivisa fino ad ora. Partendo da una traccia comune, i partecipanti si sono scambiati numerose impressioni sulle tematiche affrontate in questi mesi: metodi e tecniche della comunicazione nonviolenta e della comunicazione tout court, autori/autrici e maestre/maestri da cui trarre ispirazione e insegnamenti, rapporto maturato con la lettura e la scrittura, gestione nonviolenta delle relazioni e dei conflitti, significato della nonviolenza...
Dalla riflessione dei partecipanti sono emerse anche varie idee per proseguire il percorso formativo nonviolento.
Continua inoltre l'interessamento alla difesa dell'area termale del Bulicame: si decide in proposito di inviare una comunicazione al ministro dei Beni Culturali per la salvaguardia della zona dal grande valore naturalistico, archeologico e terapeutico minacciata da manovre speculative e vandaliche (di cui la piu' grave e' quella della realizzazione di un insensato ed illegale mega-aeroporto).
Il prossimo incontro e' confermato per domenica 11 luglio alle ore 15,30 sempre presso il centro sociale "Valle Faul", in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.

Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 7 luglio 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
 
5. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 6 LUGLIO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
 
Martedi' 6 luglio 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di riflessione nell'ambito di un percorso di formazione nonviolenta.
Nel corso dell'incontro si e' effettuata una valutazione su recenti iniziative formative realizzate a Viterbo.
Si e' poi lavorato ad un'inchiesta giornalistica in corso (sebbene ancora agli inizi) sul tema "La nonviolenza oggi in Italia"; inchiesta che si viene svolgendo in forma di "autoanalisi popolare" attraverso un'ampia serie di interviste a varie persone significative dell'impegno nonviolento nel nostro paese.
 
6. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

*

Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Ignazio Silone, Romanzi e saggi, Mondadori, Milano 1998-1999, 2 voll. rispettivamente di pp. CX + 1578 e di pp. LXXXIV + 1692.
 
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
10. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 245 dell'8 luglio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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