Minime. 970



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 970 dell'11 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Le dimissioni
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Giancarla Codrignani: Sesso e potere. L'onore dei maschi
6. Lea Melandri: Femminilizzazione dello spazio pubblico ed intensificazione
della violenza patriarcale
7. Comitato organizzatore della ottava Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico: Iniziative in programma per il 27 ottobre
8. Daniele Sepe ricorda Adnan Hozic
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LE DIMISSIONI

Cosa vogliamo?
Le dimissioni del governo del colpo di stato razzista.
Le dimissioni del governo del maschilismo idiota e disumano.
Le dimissioni del governo della guerra terrorista e stragista.
Le dimissioni del governo del potere mafioso.
*
Cosa vogliamo?
Il rispetto della vita di ogni essere umano.
Il rispetto della dignita' di ogni essere umano.
Il rispetto dei diritti di ogni essere umano.
Il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: SESSO E POTERE. L'ONORE DEI MASCHI
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Sesso e potere.
L'onore dei maschi" e il sommario "Quanti uomini si sentono 'utilizzatori'
di femmine? Quando prenderanno parola pubblica per dire che si sentono, che
sono 'altro' e che non invidiano il modello del signor B.?"]

Dopo quest'estate terrificante per violazione dei diritti umani elementari,
di persecuzione degli stranieri, di violenza contro gli omosessuali, di
sessismo patriarcale ho fatto voto di non nominare piu' Berlusconi. Aspetto
che, almeno sul piano della morale comportamentale, siano i maschi a
pronunciarsi su "questo" capo del governo appartenente al loro sesso.
Dovrebbe esistere, infatti, un orgoglio "di genere" anche maschile... Che e'
andato in frantumi nel devastante disordine sessual-politico perfino nelle
amministrazioni regionali (Puglia), mentre stupri e femminicidi sembrano
perfino aumentati. Mi sarebbe piaciuto che l'interpellanza presentata dalle
parlamentari Pd fosse stata seguita (o - magari - preceduta) da una degli
uomini del Parlamento a difesa della propria dignita'. Anche questa sarebbe
parita', visto il degrado offerto al paese dall'ossessione del sesso
mercantile e predatorio di un uomo simbolico che ha infangato il "genere
maschile". Lo diceva anche la studiosa inglese Joanna Burke nelle sue
interviste estive sull'Italia.
Come donna mi sono sentita moderatamente coinvolta nel discredito ricaduto
sul nostro paese a causa dei comportamenti di uno (e con lui tutti i
cortigiani che si fingono ministri, parlamentari, giuristi e giornalisti)
che non e' in grado di capire il dovere delle dimissioni come atto di
correttezza istituzionale. Tuttavia mi ha indignato di piu', anche per
analogia con la condizione femminile, la violazione del "corpo" della
Costituzione e del "corpo" delle leggi ai danni del "corpo" sociale del
paese. Il conto da pagare cadra' sulle nostre spalle.
Sono stata tra le prime che, con qualche messaggio on-line, aveva chiesto
conto del silenzio delle donne, giovani e meno giovani, su comportamenti che
hanno riposizionato il ruolo femminile in braccio al patriarcato (restaurato
nella sua forma oscena). Ripensando i discorsi estivi attorno al letto di
Putin, al viagra del vecchio, alla coca e alle escort, mi resta un grande
sconcerto per la limitazione di un dibattito non indirizzato
all'incostituzionalita' del mercimonio delle cariche istituzionali. Per
"parita'" ci corre l'obbligo di dire che la compravendita del mercato
elettorale e' sempre stata peggio del carrierismo femminile a mezzo
prostituzione, coniugio o convivenze (non dimentichiamo le "favorite" dei
re), la corsa al servilismo opportunistico di gente "diversamente immorale"
e disposta a pagare o a farsi pagare.
La lezione uscita dagli scandali estivi e' questa: nei Parlamenti le donne
possono avere incarichi perfino onesti e crescere numericamente; ma se
ponessero all'ordine del giorno non i loro diritti paritari (per esempio
l'eta' pensionabile), ma quelli sostanziali (per esempio l'inviolabilita'
del corpi) riceverebbero risposte platoniche (non senza - si leggano i
vecchi resoconti parlamentari - dileggi verbali) e leggi inapplicabili.
Mentalmente (e comportamentalmente) per molti degli "eletti" le signore sono
ancora dei mares dimidiati, uomini a meta', come per i primi padri della
chiesa le occultate "madri della chiesa" che presumevano di fare teologia.
Storicamente l'uomo si rassegna all'uguaglianza di sesso a patto che le
donne si omologhino al modello unico. C'e', infatti, un fondamento "neutro"
nella concezione del diritto e del fare giustizia che pretende
l'omologazione asessuata per tutti; e che condiziona le stesse donne che
hanno studiato gli stessi libri e ascoltato gli stessi "maestri" degli
uomini a farsi involontarie complici. L'uguaglianza, secondo tutte le
tradizioni di costume e di pensiero, significa che siamo uguali, ma i
poveri, i lavoratori, gli immigrati (figurarsi le donne) restano
discriminati perfino del linguaggio. E il patriarcato non si e' estinto
perche' nel secolo scorso c'e' stato il femminismo...
Quando andavo a scuola, le ragazze vittime delle mode volevano fare le
hostess, vale a dire, secondo corretta traduzione, le inservienti sugli
aerei. Adesso la moda la fa la tv: vogliono fare le veline e non disprezzano
le escort, che l'inglese vittoriano definisce "accompagnatrici" pensando
alle prostitute. C'e' differenza quantitativa e di immagine, ma le
proporzioni restano. Come una volta le cretinette erano minoranza, anche
oggi la maggioranza e' fatta di "brave ragazze". Con una non piccola
mutazione interna allo sviluppo delle societa': oggi, per esempio,
l'educazione sessuale, che e' sempre stata rimossa nelle famiglie, avviene -
per ragazzi e ragazze - sui siti porno che offrono anche occasioni di
rapporti ambigui. Le espressioni relative al sesso si sono uniformate e il
"fare l'amore" passato al romantico e' stato sostituito dal "fare sesso".
Potrebbe andare se non fosse che la pratica ormai abituale del sesso orale
potrebbe non essere una libera scelta e rappresentare una subalternita'
maggiore davanti a "bisogni" maschili ancora egoisti e primitivi.
Sono la prima a porre domande critiche alle giovani, consapevole, pero', che
in questione siamo noi, madri e nonne, noi che abbiamo "fatto le lotte" e
guadagnato le leggi. Che abbiamo ingenuamente inventato il "femminismo" come
se nessun altra donna prima di noi avesse impugnato le bandiere di genere.
Cosa in qualche modo vera, ma troppo affidata alla certezza che le
trasformazioni sarebbero state definitive e senza restaurazioni. La moda ci
doveva mettere in guardia: come vestivano le mamme illuministe che idearono
i salotti politici prerivoluzionari e finirono sulla ghigliottina per aver
scritto i diritti della donna? abiti leggeri, sciolti, belle scollature, i
capelli rialzati e senza veli... Dopo pochi decenni vestitoni ingombranti, i
busti (!), cappelli amplissimi incredibilmente pieni di fiori e frutta e
uccellini: erano tornate alla vita circoscritta alla famiglia, non dovevano
studiare o lavorare troppo, niente diritto al voto, madri di figli per
l'industria e la guerra. Il ritorno all'ordine costituito valeva per tutti,
ma se le rivoluzioni e le riforme avevano fallito e se c'era stato cedimento
alla violenza fascista era stato anche per aver respinto le donne.
Succede anche oggi. Gli uomini in generale, i politici in particolare, hanno
continuato ad amare una forma precisa di potere fin dal grembo della madre,
pur intuendo che il potere piu' grande di tutti, la riproduzione, non e'
loro. Da scienziati cercano ancora di appropriarsene, fino al masochismo di
studiare il concepimento senza sperma. Nessuno, neppure nelle istituzioni e
nella scienza, ha ancora percepito il valore del nostro - sempre
potenziale - diverso modo di intendere il potere. Poiche' invece resta
gerarchico e fondato sulla forza, le donne "subiscono"; anche oggi, anche
nel mondo occidentale, pur con gli evidenti vantaggi formali di essere
manager ben pagate, parlamentari in numero superiore al passato,
intellettuali e "rettore" universitarie o aspiranti carrieriste
nell'esercito. Subiscono perche' i maschi non accettano di cambiare.
Dica pubblicamente almeno qualcuno di loro che la vita, privata e politica,
a cui aspirano non ha nulla a che vedere con il tizio che ho fatto voto di
non nominare, che si sentono offesi e che non invidierebbero mai ne' lui ne'
altri penosi "utilizzatori" di femmine. Che nella prospettiva di
trasformazioni sociali ambigue intendono abbandonare la violenza nelle
relazioni umane a partire da quelle con le loro donne. Che nel bisogno di
cambiare il mondo, intendono recuperare le elaborazioni e le proposte
dell'altro genere fin qui relegate nei ghetti accademici degli women's
studies. A non aver accolto le riforme del concetto di Prodotto interno
lordo avanzate dalle economiste, ci hanno rimesso anche loro.
Noi restiamo vulnerabili, anche perche' l'operaio ha davanti il padrone, una
controparte, mentre noi, davanti all'uomo, non possiamo ricorrere alla
categoria amico/nemico. Ma non possiamo neppure prevedere non solo di
subire, ma di fare nostra la violenza.

6. RIFLESSIONE. LEA MELANDRI: FEMMINILIZZAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO ED
INTENSIFICAZIONE DELLA VIOLENZA PATRIARCALE
[Dal sito www.zeroviolenzadonne.it col titolo "Lo spazio pubblico si
femminilizza, ma scompare il conflitto tra i sessi"]

Il sussulto di "dignita'" e l'invito che oggi, da schieramenti diversi,
viene rivolto alle donne, affinche' si ribellino all'immagine degradante con
cui sono rappresentate dalla pubblicita' e dalla televisione, non deve
trarre in inganno. Il corpo femminile occupa la scena mediatica da molti
anni, l'immaginario pornografico maschile ha contaminato ormai ogni ordine
di discorso e di linguaggio, l'esibizione e il voyeurismo, sapientemente
amalgamati dai reality show, sono subentrati, se mai e' esistita, alla
fruizione passiva dello spettatore.
Il risveglio improvviso di coscienze morali offese, di intelligenze
femminili "umiliate" dalla mercificazione che si fa del loro sesso, e'
venuto al seguito di vicende che non potevano lasciare indifferenti, perche'
avevano come protagonista una delle maggiori cariche dello Stato, il
Presidente del Consiglio, e come materia scottante prestazioni sessuali
scambiate indifferentemente con denaro, carriere politiche o televisive.
Di donne-oggetto, donne-immagine, donne-ornamento, chiunque abbia dato
un'occhiata alla tv, ne ha viste transitare sui teleschermi a flusso
continuo, in fasce di orario protette e non protette, trasmissioni colte o
di intrattenimento, filogovernative o di opposizione. L'uso del corpo
femminile come abbellimento estetico o solleticazione erotica, da affiancare
a una parola che resta pur sempre quella dell'uomo, si riconosce, al di la'
delle appartenenze politiche, per quel marchio d'origine che lo colloca,
inequivocabilmente, dalla parte del sesso vincente. Eppure, e' come se
l'evidenza che passa sotto gli occhi di tutti, quando per strada o alle
fermate del metro alziamo gli occhi su un muro, quando accendiamo la
televisione o sfogliamo un giornale, avesse avuto bisogno, per rendersi
visibile, di una scossa dall'esterno, dal mondo stesso che la produce. Tale
e' stata la vicenda che ha visto implicati Silvio Berlusconi, veline e
escort. Per chi ha alle spalle un percorso ininterrotto di cultura e pratica
femminista, e' irritante sentir parlare di "silenzio delle donne", ma
bisogna anche avere il coraggio di porsi interrogativi scomodi e
imbarazzanti su quella che oggi appare vistosamente come una contraddizione:
un movimento che ha dato alle donne una circolazione e una cittadinanza nel
mondo finora sconosciute, ma che le ritrova inspiegabilmente "adattabili",
poco inclini ad aprire conflitti, acrobate protese a sorreggere
l'impossibile conciliazione tra due realta' fatte per restare separate, la
casa e la polis, il corpo e il pensiero, la femminilita' e la durezza
virile, gli affetti e la complessita' della vita sociale.
Lo spazio pubblico, che ha nel suo atto fondativo l'esclusione delle donne,
si e' andato sempre piu' femminilizzando, ma sembra, al medesimo tempo,
diminuita progressivamente la conflittualita' tra i sessi, proprio la' dove
l'impatto con saperi e poteri marcatamente maschili - l'economia, la
politica, la scienza, ecc. - faceva pensare che sarebbe riemersa con forza.
Permangono pressoche' inalterati luoghi storici, come la scuola e i servizi
sociali, dove una predominante presenza femminile e' garantita dalla
continuita' con quella "naturale" o "divina missione", che vuole la donna
"madre per sempre, anche quando e' vergine" (Paolo Mantegazza),
oblativamente disposta alla cura, anche fuori dalla mura domestiche. Ma la
femminilizzazione e' andata oltre, spingendosi fin nelle pieghe del tessuto
sociale, esaltata come fattore di innovazione e risorsa preziosa, da un
sistema economico, politico, culturale che risente del declino di antichi
steccati tra sfera privata e sfera pubblica, natura e cultura, sessualita' e
politica - quelle linee di demarcazione che hanno permesso finora alla
comunita' storica degli uomini di pensarsi depositaria di un marchio di
umanita' superiore.
Sui giornali piu' vicini alla Confindustria, come "Il sole - 24 ore", non
c'e' giorno che non si elogi il "valore D", il contributo di qualita'
relazionali che le donne possono portare ai livelli alti del management, in
soccorso di un sistema produttivo sempre piu' flessibile e immateriale.
Nelle professioni, e in generale nei rapporti di lavoro, si celebrano esempi
eroici di "supermamme", capaci di eccellere allo stesso modo nella cura di
un figlio e nella carriera. Ma dove il "femminile" e' esploso, cogliendo di
sorpresa chi aveva previsto un lento e faticoso approssimarsi delle donne
all'autonomia da modelli imposti, e' stato nei partiti di destra e nei mezzi
di comunicazione, in particolare nella televisione, nell'industria dello
spettacolo e nel mercato pubblicitario.
Il dibattito che si e' acceso sulle "veline" e sulla folta schiera di
avvenenti intrattenitrici che si muovono intorno a Berlusconi, flessibili al
punto da passare con noncuranza da una camera di letto alla Camera dei
Deputati, ha fatto gridare alla barbarie, temere la fine o il fallimento di
un secolo di emancipazione. Anche in questo caso, si tratta di giudizi
approssimativi, lontani dalle analisi che il femminismo e' venuto facendo su
cio' che permane degli stereotipi di genere, al di la' di cambiamenti
evidenti del contesto sociale. Liberta', diritti acquisiti, non sembrano
aver scalfito alla radice l'aspetto piu' accattivante dei ruoli sessuali, la
complementarieta', "quel profondo, benche' irrazionale istinto" - come ha
scritto Virginia Woolf - a favore della teoria che solo l'unione dell'uomo e
della donna, del maschile e del femminile, "provoca la massima
soddisfazione", rende la mente "fertile e creativa". Di questo ideale
ricongiungimento di nature diverse si alimenta l'amore di coppia e il suo
antecedente originario, la relazione madre-figlio. Poco, o per nulla
indagate dal femminismo, queste zone piu' intime del rapporto tra i sessi,
ricompaiono oggi, deformate, sotto la maschera di una emancipazione che
stentiamo a riconoscere come tale.
Al posto della rincorsa omologante a essere come l'uomo, sono gli attributi
tradizionali del femminile - le "potenti attrattive" della donna, di cui
parlava Rousseau, e cioe' la maternita' e la seduzione - a essere impugnate
come rivalsa, appropriazione di potere, scalata sociale.
Se l'emancipazione del passato poteva essere vista come "fuga dal femminile"
screditato, oggi e' il femminile - il corpo, la sessualita', l'attitudine
materna - a emanciparsi come tale, e a prendere nello spazio pubblico il
posto che compete a un complemento indispensabile alla cultura maschile.
Il patriarcato sta divorando se stesso, scricchiolano le impalcature su cui
si e' costruita la polis, alle donne, le escluse-incluse di sempre, si offre
l'occasione per portare allo scoperto quel potere di indispensabilita'
all'altro, di cui si sono fatte forti finora solo nel privato. La
femminilizzazione della sfera pubblica ammorbidisce il conflitto tra i
sessi, e come nell'illusione amorosa, fa balenare la possibilita' di una
"tregua". Ma, proprio come per l'amore, lascia aperto il dubbio che sia
invece, come ha scritto Pierre Bourdieu nel suo libro, Il dominio maschile
(Feltrinelli 1998), la forma piu' violenta, perche' invisibile, del dominio
maschile.

7. INCONTRI. COMITATO PROMOTORE DELLA OTTAVA GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO
CRISTIANO-ISLAMICO: INIZIATIVE IN PROGRAMMA PER IL 27 OTTOBRE
[Dal Comitato organizzatore della ottava Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico (per contatti: e- mail: redazione at ildialogo.org, sito:
www.ildialogo.org) riceviamo e diffondiamo]

A poco piu' di due settimane dalla celebrazione dell'ottava Giornata
ecumenica del dialogo cristiano-islamico, sono molte le adesioni e le
segnalazioni di iniziative che si svolgeranno il 27 ottobre prossimo. Oltre
alle associazioni promotrici sono ad oggi novanta le associazioni o le
comunita' religiose cristiane e musulmane che hanno aderito alla giornata.
Fra queste citiamo Associazione Viottoli - Comunita' cristiana di base,
Pinerolo (To), Chiesa cristiana evangelica valdese di Rovereto, Associazione
Tonalestate Reggio Emilia, Comunita' islamica Trento, Alleanza islamica
d'Italia Milano, Associazione culturale islamica Almarifa di S. Pietro in
Casale (Bo), Cipax Roma, Associazione Ecumenici di Legnano (Mi),
Associazione interculturale "Comitato per la difesa dei diritti degli
immigrati" di Lecce, Associazione Centro "3P. P. Pino Pugliesi" di Licata,
il Cdp - Centro documentazione polesano di Badia Polesine (Ro), Fraternita'
Casa Zaccheo - padri Sacramentini (Caserta),  Associazione Life onlus di
Ravenna, Agimi Associazione interreligiosa,ì Maglie (Lecce), Comunita' di
base di Napoli del Vomero e del Cassano, Scuola di pace di Napoli, Chiesa
cristiana libera di Avellino,  Centro per il dialogo interreligioso della
diocesi di Trento, Famiglia islamo-cristiana di Torino, Punto pace Pax
Christi di Caserta, Islamic Relief Italia Milano, Collettivo redazionale
sito www.islam-online.it, Ucoii, Associazione interculturale "Todo Cambia"
di Milano, Gruppo di Genova di "Relgioni per la pace", Associazione Desio
citta' aperta Desio (Mi).
Iniziative sono annunciate al momento nelle seguenti citta': Forli', Aielli
(Aq), Torino, San Damiano, Pinerolo (To), Alessandria, Rovereto (Tn), Canosa
Sannita, Villachiara (Bs), Roma, Reggio Emilia, Mezzocorona (Tn), Trento,
Milano, Grosseto, Tolentino (Mc), Genova, Castelfidardo, Cagliari,
Monserrato (Ca), Brescia, S. Pietro In Casale (Bo), Como, Piombino, Giove
(Tr), Calolziocorte, Cavezzo (Mo), Cairo - Egitto, Castel D'Azzano - Verona,
Legnano (Mi), Lamezia Terme, Milano, Desio, Rimini, Licata, Badia Polesine
(Ro), Caserta, Ravenna, Cisliano, Maglie (Lecce), Udine, Bresso, Piombino,
Rovigo, Napoli, Avellino, Casalserugo, Pesaro, Novellara (Re), Cagliari,
Bologna, San Dona' di Piave, Guastalla (Re), Pescara, Gallico di Reggio
Calabria, Livorno, Grammichele, Palermo, Trapani, Sant'Ilario D'Enza (Re),
Cento.
Invitiamo tutti i gruppi aderenti a segnalare per tempo le iniziative che
verranno realizzate in modo da consentirci la loro tempestiva diffusione.
Cogliamo l'occasione per formulare i nostri auguri ai partecipanti al Sinodo
Africano nella cui agenda e' presente anche l'argomento del dialogo
cristiano-islamico che e' fortemente sentito in quel continente con
importanti iniziative in corso, fra cui quella del Centro Dudal Jam a Dori
in Burkina Faso.
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Il Comitato Organizzatore della ottava Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico
Roma, 8 ottobre 2009
Il sito di riferimento della Giornata e': www.ildialogo.org

8. LUTTI. DANIELE SEPE RICORDA ADNAN HOZIC
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo ottobre 2009 col titolo "Musica in
lutto" e il sommario "Un brindisi per Adnan Hozic, cuore bosniaco-napoletano
e spirito giramondo"]

Se ne e' andato Adnan Hozic, fantastico musicista bosniaco in Italia da
molti anni.
Era capitato a Napoli dopo che aveva lasciato la sua Sarajevo assediata e
bombardata. Qui in citta' si era subito distinto. Aveva portato un po' di
quel carattere slavo di cui noi sapevamo solo per sentito dire. Gran
chiacchierone, gran bevitore, grande capa tosta e magnifico musicista e
liutaio. Aveva messo su un gruppo fantastico, i Balkanja, con Lello Di Fenza
e Carmine Guarracino e aveva inciso due cd bellissimi per "Il manifesto".
Li' c'e' uno dei brani piu' dolci che ho mai ascoltato, "Sonuska". Ve lo
consiglio per capire cosa abbiamo perso.
A Napoli Adnan mise su famiglia, ma zingaro dentro dopo un po' ando' in
Salento e diede il suo contributo al progetto degli Opa Cupa. Ora viveva la'
con la sua compagna. Entro' a far parte di Brigada Internazionale, era una
presenza fortissima. L'ultima volta che l'ho visto parlava, sorrideva, mi
dava consigli sulle donne e rideva. E sorridendo mi disse "io me ne sto
andando".
Forse, per tutti quelli che ci hanno lavorato e l'hanno conosciuto, Adnan
sara' sempre qui. Un brindisi per Adnan.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 970 dell'11 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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