Legalita' e' umanita'. 64



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 64 del 10 ottobre 2009

In questo numero:
1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
3. Cosa fare
4. Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione: Una giusta
sentenza. Salvare le vite non e' reato
5. Una conversazione di Claudio Magris con Edouard Glissant

1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

4. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI GIURIDICI
SULL'IMMIGRAZIONE: UNA GIUSTA SENTENZA. SALVARE LE VITE NON E' REATO
[Dal sito dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione
(www.asgi.it) riprendiamo il seguente comunicato dell'8 ottobre 2009 col
titolo "Cap Anamur: chi effettua salvataggio in mare non commette nessun
reato" e il sommario "Assoluzione degli imputati con formula piena perche'
il fatto non costituisce reato"]

L'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) esprime la
propria piena soddisfazione in relazione alla sentenza di assoluzione con
formula piena "perche' il fatto non costituisce reato" assunta dal Tribunale
di Agrigento nell'udienza del 7 ottobre 2009 nei confronti del presidente
dell'associazione umanitaria Cap Anamur, Elias Bierdel, del comandante della
nave omonima Stefan Schimdt e del primo ufficiale Vladimir Dachkevitce,
imputati di agevolazione dell'ingresso di clandestini, dopo avere soccorso,
con la nave Cap Anamur nel giugno 2004, 37 naufraghi alla deriva cento
miglia a sud di Lampedusa.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, va comunque subito
rilevato che, dopo anni di indagini e dopo l'audizione di numerosi
testimoni, le accuse formulate dalla Procura di Agrigento sono risultate
destituite di ogni fondamento. E' caduta l'iniziale ipotesi accusatoria
della forzatura del blocco navale che era stato imposto alla nave Cap
Anamur, tenuta per due settimane al largo delle coste siciliane per
decisione del Governo italiano, ed e', invece, emersa la situazione di stato
di urgenza e necessita', determinata a bordo della nave da una cosi' lunga
permanenza dei naufraghi, ai quali venivano impediti lo sbarco e la
possibilita' di far valere la loro richiesta di asilo o di protezione
umanitaria.
Il periodo di tempo trascorso tra l'azione di salvataggio e la richiesta di
attracco della nave Cap Anamur a Porto Empedocle non era certo imputabile ad
una scelta nell'interesse personale dei responsabili della nave, o alla
ricerca di un profitto (il cosiddetto dolo di profitto), ma ai ritardi
derivanti dalla querelle diplomatica tra i Governi dell'Italia, della
Germania e di Malta sull'individuazione del porto sicuro in cui far sbarcare
i naufraghi ed accogliere le richieste di asilo che erano state formulate al
comandante della nave.
L'Asgi auspica che la sentenza del Tribunale di Agrigento possa costituire
un importante precedente che permetta di fare chiarezza sulla radicale
differenza che c'e', sul piano giuridico ed etico, tra il favoreggiamento
dell'immigrazione irregolare da parte di organizzazioni che lucrano sulla
terribile condizione di bisogno dei migranti, e, sul versante del tutto
opposto, le doverose azioni di salvataggio dei naufraghi sancite da tutte le
Convenzioni sulla sicurezza della vita in mare.
Chi effettua salvataggio in mare non commette nessun reato e il comandante
e' l'unica persona che puo' individuare il porto sicuro, anche da un punto
di vista giuridico, per lo sbarco. Il messaggio chiaro che emerge dalla
sentenza agrigentina e' che gli Stati devono rispettare il Diritto
Internazionale del Mare, che vieta anche il respingimento collettivo,
nonche' il divieto di refoulement sancito dalla Convenzione di Ginevra.
L'Asgi auspica che i prossimi interventi di salvataggio non siano piu'
soggetti a minaccia di sanzione penale e che cio' incoraggi anche i mezzi
civili ad interventi di salvataggio piu' tempestivi, senza lasciare
naufraghi a mare, a morire di inedia per settimane, come e' successo
tragicamente troppe volte nel Canale di Sicilia.

5. UNA SOLA UMANITA'. UNA CONVERSAZIONE DI CLAUDIO MAGRIS CON EDOUARD
GLISSANT
[Dal "Corriere della sera" del primo ottobre 2009 col titolo "Vivere
significa migrare: ogni identita' e' una relazione" e il sommario
"Conversazione di Claudio Magris con Edouard Glissant. Dialoghi. I Caraibi e
la creolizzazione: sintesi di civilta' che si mescolano senza perdersi.
Simboli. I muri: cercano di fermare i nemici, ma impediscono a chi sta
dentro di uscire. Incontro con Edouard Glissant, scrittore discendente di
schiavi. Bisogna amare l'uomo, accettando di non capirlo fino in fondo. E'
soltanto nel rapporto con l'altro che cresco, cambiando senza snaturarmi. Ci
sono molte radici: se una si proclama unica, o esclusiva, distrugge tutto"]

Le radici - ha scritto Edouard Glissant - non hanno da sprofondarsi nel buio
atavico delle origini, alla ricerca di una pretesa purezza; si allargano in
superficie, come rami di una pianta, ad incontrare altre radici e a
stringerle come mani. Con tale immagine forse ispirata dalla vegetazione
tropicale della sua Martinica e sviluppata in splendidi saggi, Glissant -
questo discendente di schiavi che e' oggi uno dei grandi scrittori del
mondo - fornisce la giusta risposta all'equivoco e lacerante dilemma tra la
paura della globalizzazione che omologa e cancella le diversita' e
l'esasperazione delle diversita' stesse, ognuna delle quali si chiude
regressivamente alle altre in un gretto micronazionalismo. Nato nella
Martinica nel 1928, amico di Cesaire e attivo nella difesa della propria e
di ogni cultura minacciata, Glissant afferma che ogni identita' e il mondo
stesso si costruiscono nella relazione, in un processo creativo e armonioso
che egli definisce "creolizzazione", ispirandosi al creolo, la lingua nata
dal francese o meglio dai dialetti francesi (per esempio, il normanno) dei
padroni di schiavi e dalla parlata di questi ultimi. Essa e' divenuta una
"lingua franca" dei Caraibi - arcipelago di civilta' differenti,
Mediterraneo oceanico e tropicale - e anzi lingua franca per eccellenza,
crogiolo e fusione di culture che si incontrano, si mescolano e si
trasformano senza perdersi. Cosi', nella letteratura e nella stessa persona
di Glissant si amalgamano i neri strappati all'Africa dalla tratta e portati
a coltivare la canna da zucchero nelle Antille, i francesi un tempo loro
padroni e gli altri gruppi, dagli antichi e quasi estinti caraibi agli
indiani, ai cinesi, ai siriani giunti in diversi momenti in quello
straordinario caleidoscopio antillese di diversita', che ha pure espresso
una notevolissima letteratura, scevra di ogni folclore locale e di ogni
fissazione identitaria.
Allo stesso modo, nell'opera di Glissant vivono il conteur, il narratore
orale anonimo che nella stiva delle navi negriere e nelle piantagioni
trasmetteva la memoria dell'Africa perduta, e i classici francesi, di cui la
sua prosa - celebrata e premiata - e' geniale e organica erede, in una
continuita' perpetuata nell'ardita innovazione strutturale delle forme
narrative. Durissimo nella denuncia di quei genocidi che sono stati la
tratta, la schiavitu' e la segregazione razziale, Glissant si riconosce nel
"bianco" antillano Saint-John Perse altrettanto che nel "nero" Cesaire ed
e' - caso rarissimo - del tutto immune, pur nella spietata rappresentazione
dell'orrore, da quel risentimento, da quella viscerale concentrazione su se
stessi e sul proprio dolore che sono umanamente comprensibili e spesso quasi
inevitabili in chi appartiene a un gruppo o a un popolo che hanno subito (e
talora subiscono ancora) oppressione, ma tolgono fatalmente liberta'
interiore e signorilita'.
Autore di romanzi, saggi e testi teatrali, noto internazionalmente, Glissant
non lo e' ancora altrettanto in Italia, dove ha pubblicato, presso le
Edizioni Lavoro, il romanzo Il quarto secolo, il saggio Poetica del diverso
e lo sconcertante Tutto-mondo, nella forte versione di Geraldina Colotti e
Marie-Jose' Hoyet. Dai suoi libri, in Francia, sono nati originali filoni e
istituti di ricerca. Il quarto secolo, assai felicemente tradotto da Elena
Pessini, e' un vero capolavoro di geniale costruzione narrativa e
trascinante poesia umana; un'epopea di quei quattro secoli in cui l'umanita'
ancora indistinta degli schiavi nella stiva delle navi negriere, ventri che
solcano le immense acque gravidi di esistenze quasi ancora embrionali e
quasi gia' stroncate, si affaccia alla vita e alla storia. In questo epos
costruito con originale e rivoluzionaria tecnica strutturale e ribollente di
destini, epifanie, estreme rivelazioni dell'umano, Glissant riesce a rendere
giustizia poetica anche alle figure della barbarie schiavista, come la
storia di Laroche, l'ultimo accanito negriero, ritratto in una torva e
abietta grandezza che e' un'altissima pagina di letteratura.
E' una festa incontrare quest'uomo anziano e massiccio, paterno e fraterno,
gran signore e capace di picaresca amicizia, che va subito al dunque della
vita col quale si crea un'istintiva affinita'. Lo incontro prima a Parigi e
poi a Schio, in un convegno, accompagnato dalla moglie, Sylvie - che fa
capire cosa significhi essere una compagna nella traversata dell'esistenza -
e da una parte della sua numerosa famiglia, un figlio e una figlia col
marito e tre adorabili nipoti, vivacissimi e di un'innata gentilezza d'animo
nel senso antico del termine, attenti a che il nonno riottoso non si
affatichi troppo. E' la felicita'. Mi dice indicandomeli.
*
- Claudio Magris: Ci sono quasi alcune parole chiave nel tuo discorso:
erranza, relazione...
- Edouard Glissant: L'erranza e' un principio che vale in tutti i campi
della vita, anche nella scrittura. Ogni realta' e' un arcipelago; vivere e
scrivere significa errare da un'isola all'altra, ognuna delle quali diventa
un po' la nostra patria. La verita' umana non e' quella dell'assoluto bensi'
quella della relazione. Ogni identita' esiste nella relazione; e' solo nel
rapporto con l'altro che cresco, cambiando senza snaturarmi. Ogni storia
rinvia ad un'altra e sfocia in un'altra. La sorgente del tuo Danubio e'
diversa da quella del Mississippi, di un piccolo ruscello o della mia
Lezarde (il fiume della Martinica cui si intitola un suo romanzo), ma
acquista il suo senso nel rimando ad esse, nell'arricchimento che da' loro e
che ne riceve. Ci sono molte radici; se una si proclama unica o esclusiva
distrugge la vita, sia che si tratti di una radice piccola gelosamente
chiusa nella sua particolarita', sia che si tratti di una grande e potente,
come la civilta' universale reclamata dal colonialismo.
*
- Claudio Magris: Infatti tu hai celebrato, come dice il titolo di un
saggio, la Poetica del diverso, ma di un diverso che non si isola, non alza
il ponte levatoio ne' si trincera dietro una muraglia cinese per escludere
gli altri, "i barbari"...
- Edouard Glissant: L'ossessiva difesa, la muraglia e' prigione
dell'identita'; quella cinese e' stata costruita non solo per impedire agli
invasori di entrare, ma anche per impedire ai cinesi di uscire, come dice
quella mirabile storia del generale cinese che sorveglia la frontiera e,
vedendo un'apertura fra due alte montagne lontane, dice ai suoi ufficiali:
"la' c'e' il mondo e noi non ci andiamo". Chiudersi in se stessi e'
terribile quanto essere conquistati dall'altro o conquistarlo. Per fortuna
nella mia Martinica ci sono anche i cinesi e pure essi fanno parte del mio
"mondo-relazione", del mio Tutto-mondo.
*
- Claudio Magris: Questa relazione diviene, nei tuoi libri, racconto,
cronaca e invenzione di destini, personaggi, anche e forse soprattutto
paesaggi, paesaggi viventi. I paesaggi si possono leggere, hai scritto.
- Edouard Glissant: Si', e questa e' un'altra affinita' tra noi, perche' in
Danubio o in Microcosmi il paesaggio non e', come di solito in letteratura,
cornice e sfondo della vicenda, bensi' creatura vivente. Cio' che adoro in
Danubio e' che e' un fiume ma anche un personaggio, che si trasforma, ha i
suoi capricci, le sue sventure, il suo inconscio... Il paesaggio e' storia,
e' umanita', e' immaginario. Gli schiavi africani portati nelle Americhe
recavano con se' la memoria oscura di un paesaggio africano, obliato ma
sedimentato nel profondo; ad esso si e' sovrapposto il nuovo paesaggio, che
e' diventato il loro e che essi hanno contribuito a costruire, lavorando
nelle piantagioni o fuggendo - i marrons, i ribelli - sulla morne, sulla
collina, che cosi' ha acquistato una nuova fisionomia, un nuovo significato
nell'immaginario. Se ne e' ricordato, inconsciamente o no, Castro quando si
e' rifugiato sulle colline, simbolo di quella che era stata ad Haiti la
prima rivoluzione vittoriosa degli schiavi.
*
- Claudio Magris: La memoria e' un grande valore quando e' pietas,
coralita', salvezza dalla violenza dell'oblio, ma puo' degenerare in
ossessione astiosa e vendicativa. Anche per tuo impulso, ora si sta
raccogliendo metodicamente la memoria della tratta e della schiavitu'.
- Edouard Glissant: Questa memoria e' stata spesso oscurata per tanti
motivi: difficolta' di documentazione, rinuncia, vergogna, spirito di
rivendicazione, e ora si sta cercando di recuperarla. Ma senza le ambiguita'
e le regressioni spesso connesse alle richieste di "pentimento". Il
discendente di schiavi che ingiunge al discendente di schiavisti di chiedere
perdono, con tale richiesta regredisce e si fa piccolo, si pone in una
condizione di minorita'. Altrettanto piccino e' il discendente di schiavisti
che rifiuta di prendere coscienza della sua storia, mentre egli cresce
interiormente se, considerandosi giustamente non responsabile di cio' che
hanno fatto i suoi antenati, assume consapevolezza di quella barbarie.
*
- Claudio Magris: Un'altra passione che ci accomuna e' Faulkner, su cui hai
scritto un saggio che e' un vero capolavoro, Faulkner, Mississippi.
- Edouard Glissant: Faulkner, uno dei grandissimi del secolo scorso, sapeva
di appartenere a una casta o classe di piantatori bianchi del Sud, di cui
condivideva i pregiudizi, fortemente radicati. Ma ha avuto il genio di
capire che quella classe - la sua - portava in se' la perdizione ossia la
schiavitu' dei neri, peccato originale e dannazione del suo mondo. E ne ha
fatto un simbolo universale, con la sua straordinaria forza epica e con
quella scrittura che io chiamo la rivelazione differita, in cui l'esistenza,
la verita', la morte si annunciano per venire rinviati sino alla fine. Cosi'
un uomo legato al vecchio Sud ha scritto la piu' grande epopea della
schiavitu' dei neri e ne ha fatto una parabola universale dell'umano.
*
- Claudio Magris: L'hai fatto pure tu con Il quarto secolo, storia di neri
che diviene storia di tutti. Spesso fai l'elogio dell'"opacita'". In che
senso?
- Edouard Glissant: Come ho detto una volta a Citta' del Messico, suscitando
scandalo, rivendico il diritto di ognuno all'opacita', ossia a non essere
compreso totalmente e non comprendere totalmente l'altro. Ogni esistenza ha
un fondo complesso e oscuro, che non puo' e non deve essere attraversato dai
raggi X di una pretesa conoscenza totale. Bisogna vivere con l'altro e
amarlo, accettando di non poterlo capire a fondo e di non poter essere
capiti a fondo da lui.
*
- Claudio Magris: Anche la letteratura, e' stato detto (per esempio, da
Goffredo Fofi), ha un metaforico "Nord" (per esempio, Kafka, Musil, Beckett)
e un metaforico "Sud" (Faulkner, Guimaraes Rosa, Mo Yan)...
- Edouard Glissant: L'immensa letteratura del "Nord" e' stata straordinaria
nella ricerca dell'individuazione, nella psicologia dell'Io, e su questa
strada ho incontrato il negativo della vita e della storia moderna. Se Joyce
ha scritto con l'Ulysses un epos dell'individuazione, la letteratura del
"Sud" (un sud che puo' essere ovunque) narra piuttosto la storia di Ulisse
che diventa Nessuno, e su questa strada incontra l'epica, la totalita', la
coralita' - il Tutto-Mondo, come dico io. Ma questa autentica epica viene
spesso contraffatta da tanta falsa letteratura, anche di successo, che
simula e dunque falsifica la calda vita, come se essa fosse facile e a
portata di mano...

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 64 del 10 ottobre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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