Nonviolenza. Femminile plurale. 283



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 283 del 10 ottobre 2009

In questo numero:
1. Lea Melandri: Sessismo
2. Cettina Militello intervista Nuria Calduch-Benages (2003)

1. RIFLESSIONE. LEA MELANDRI: SESSISMO
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul
quotidiano "L'Altro" del primo ottobre 2009 col titolo "Antiberlusconismo e
conflitto tra i sessi"]

Per quanto mosso da un narcisismo incontenibile e da un senso di onnipotenza
che non conosce limiti, sia nell'arte amatoria che nel governo della cosa
pubblica, Silvio Berlusconi non puo' ragionevolmente essere considerato il
cinico, diabolico responsabile dei mali che affliggono da millenni il
rapporto tra i sessi. Eppure, l'impressione che si ha dal dibattito che
ferve intorno al tema "sesso e potere" e' che, avendo incarnato un
immaginario erotico largamente diffuso tra uomini e donne, Berlusconi ne sia
anche, sotto molti aspetti, il creatore. La mercificazione del corpo
femminile non data dalla nascita della televisione, lo scambio di
sessualita' con doni, denaro, successo, carriere, o sopravvivenza, non si
pratica solo all'interno di Palazzo Grazioli e nelle stanze del potere.
Allora perche' si parla di sessismo, di patriarcato, di violenza maschile,
di uso "umiliante" del corpo delle donne soltanto adesso? Perche' si
attribuisce alla vicenda Berlusconi-Noemi, Berlusconi-escort, l'effetto
eclatante di uno "svelamento", o, come ha detto Nichi Vendola alla
trasmissione "L'infedele" (28 settembre 2009), di una "autobiografia della
nazione"?
La personalizzazione del potere, di cui il Presidente del Consiglio viene da
piu' parti accusato, non rischia di orientare anche il giudizio dei suoi
oppositori, nel momento in cui lo si fa protagonista unico di uno dei domini
piu' antichi del mondo, cosi' radicato nella vita dei singoli e delle
collettivita' da essere ancora oggi considerato "naturale"? Se e' vero che,
saltati i confini tra sfera privata e sfera pubblica, il corpo, la
sessualita', il rapporto uomo-donna si sono venuti a trovare all'improvviso
"nel cuore della politica" - dove sono stati a lungo rimossi, trattati come
parenti impresentabili -, non si puo' dire altrettanto della coscienza
femminile che da quasi mezzo secolo e' venuta rivoluzionando gerarchie di
potere tra i sessi, date come eterne e immodificabili. La cultura maschile,
arroccata dietro la maschera difensiva della "neutralita'", ha fatto
orecchie da mercante, ha lasciato che passasse l'onda imprevista e
travolgente del femminismo degli anni '70, e ha archiviato l'unica critica
radicale alla politica insieme ai sussulti libertari del '68. Poi, per uno
di quei dispetti imperscrutabili della storia, e' accaduto che, a
scoperchiare il vaso di Pandora e a svuotarlo di tutto cio' che e' sempre
stato visto come "non politico", fosse il rappresentante di una della
maggiori cariche dello Stato. Un'occasione unica per portare alla luce
verita' scomode e "perturbanti" - perche' nascoste dietro comportamenti
abituali della vita quotidiana di ogni individuo -, ma anche incline,
proprio per la sua eccezionalita', a operare nuovi occultamenti.
Mescolare, come stanno facendo negli ultimi tempi alcuni giornali e
trasmissioni televisive "antiberlusconismo" e "velinismo", rapporto di
un'alta carica dello Stato con le donne e mercificazione del corpo
femminile, induce alla semplificazione di un problema che, a partire dal
degrado della politica istituzionale, si estende a tutte le manifestazioni
di ordine privato e pubblico, segnate dal pensiero di un sesso solo, oltre
che dagli adattamenti e dalle resistenze, con cui le donne l'hanno fatto
proprio. Dopo la fase iniziale, in cui si e' giustamente insistito sul
pericolo che rappresenta per la democrazia lo scambio tra sessualita' e
ruoli istituzionali, l'equivalenza tra rappresentanza politica e carriera
televisiva, si e' finito per spostare i riflettori in direzioni diverse, ma
tali da far apparire il rapporto uomo-donna, appena affiorato alla coscienza
maschile, un pretesto per altre battaglie.
Nel documento della Libera universita' delle donne di Milano, che ha
raccolto un migliaio di firme, le dimissioni di Berlusconi venivano cosi'
motivate: "Il Presidente del Consiglio e' stato colto nell'atto di passare
da un utilizzo mercificato di corpi femminili per propri svaghi privati, ma
giocati in luoghi destinati a fini pubblici, alla attribuzione diretta di
cariche ministeriali e cariche parlamentari (italiane ed europee) elargite
come riconoscimento al fascino delle candidate"
(www.universitadelledonne.it). Di questa, come di molte altre prese di
posizione collettive, venute dalle reti e associazioni del femminismo, i
giornali che oggi conducono una quotidiana campagna contro il Premier, non
hanno dato notizia, limitandosi quasi sempre a invocare la "ribellione"
delle donne in nome della loro "dignita'" offesa.
La cultura che su sessismo, patriarcato, corpo politico, si e' venuta
costruendo nell'arco di quarant'anni, da parte di donne e di alcuni uomini -
penso per esempio all'associazione Maschile/Plurale -, non e' un caso che
sia rimasta ancora una volta in ombra. Portato inaspettatamente allo
scoperto dalle vicende berlusconiane, il rapporto tra i sessi ha finito per
restare impigliato nei suoi risvolti "pubblici" - l'intreccio tra
televisione, affari e potere politico -, quando non e' stato appiattito e
confuso col pettegolezzo e lo sdegno moralistico. L'affermazione di
Berlusconi - "la maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me",
"grande amatore dell'altra meta' del cielo", che puo' permettersi di avere
sempre alla sua tavola "presenze femminili gradevoli" - e' stata tradotta da
Gad Lerner ("La Repubblica", 28 settembre 2009) in un interrogativo che ogni
uomo potrebbe fare a se stesso: "Se avessi i soldi e il potere di
Berlusconi, non mi comporterei anch'io come lui?".
Posta in questi termini, la domanda che vorrebbe far luce sull'immaginario
erotico e sulla sessualita' maschile, finisce inevitabilmente nelle secche
di un discorso riguardante un uomo che assomma in se' un potere smisurato,
una "doppia onnipotenza", sessuale e politica, come ha scritto ida
Dominijanni ("Il manifesto", 29 settembre 2009) e che non puo' percio' che
essere invidiato.
La messa a tema del sessismo - il potere sulla donna che ogni uomo in quanto
tale, noto o sconosciuto, ricco o miserabile, ha ereditato da una cultura
patriarcale millenaria -, dopo una breve, timida apparizione, scompare
ancora una volta, identificata con l'oggetto primo e unico della battaglia
in corso: Silvio Berlusconi. Il sospetto che la "questione femminile",
l'umiliante rappresentazione del corpo delle donne nei media, ben
documentata dal filmato di Lorella Zanardo, sia, piu' o meno
consapevolmente, assunta come "mezzo" per altri "fini", puo' essere smentito
solo quando gli uomini riconosceranno che il "nuovo galateo" di Berlusconi,
come lo ha definito Gad Lerner, e' l'altra faccia, antica come il mondo,
della misoginia maschile, la maschera edulcorata dall'amore del potere che
l'uomo si e' attribuito nei confronti dell'altro sesso. Di un Presidente del
Consiglio, che mescola con assoluta noncuranza potere mediatico, politico e
sessualita', e' giusto chiedere che si dimetta, mentre non puo' non
sollevare dubbi la chiamata alla "ribellione" delle donne "offese", senza
dire che la peggiore offesa sta nell'ignorare la cultura che la coscienza e
l'intelligenza femminile piu' vicina a noi hanno prodotto, propria a partire
dal rapporto tra corpo e polis, sessualita' e politica.

2. RIFLESSIONE. CETTINA MILITELLO INTERVISTA NURIA CALDUCH-BENAGES (2003)
[Da "Vita pastorale", n. 8-9, agosto/settembre 2003, col titolo "Donne e
teologia. Suor Nuria Calduch-Benages. Abbiamo un tesoro da valorizzare" e il
sommario "'Fin da bambina i racconti biblici mi hanno sempre affascinata',
dice la religiosa spagnola, che ora si dedica allo studio dei libri
sapienziali e dei personaggi femminili. 'La Chiesa, per paura di perderla,
si e' preoccupata di proteggere la Scrittura, al punto che oggi non e'
apprezzata dalla gente. Siamo davanti a una sfida a cui ognuno deve
rispondere'"]

La passione di suor Nuria Calduch-Benages per la Scrittura ha radici
lontane. Come lei stessa ci dice il suo immaginario infantile si e' nutrito
dei grandi racconti, delle epopee che essa narra. E, divenuta religiosa, non
appena le circostanze lo hanno consentito, ha di nuovo lasciato emergere
quelle suggestioni antiche, silenziosamente cresciute dentro di lei. Oggi la
ritroviamo battagliera docente alla facolta' teologica della Pontificia
universita' Gregoriana, a rappresentare degnamente la minoranza delle donne
e in essa delle suore. Si', perche' le teologhe non sono solo laiche, ma
anche religiose. Per esse la fatica e' per certi versi piu' impervia
(l'impegno nelle congregazioni lascia poco tempo allo studio) e per certi
versi meno drammatica (e' loro risparmiata l'incertezza del pane
quotidiano). A suor Nuria e' andata abbastanza bene. Le difficolta',
insomma, non sono state insormontabili. La scelta dei libri sapienziali,
poi, le ha consentito un approccio, quello alla figura femminile della
Sapienza, che oggi fa tendenza, al centro com'e' non solo della riflessione
femminista ma anche del dialogo interreligioso.
L'intervista e' stata occasionata dall'invito che le ho rivolto di aprire
con una lezione pubblica il corso su "Donna e cristianesimo", che si
svolgera' al Marianum di Roma nel contesto della omonima cattedra. Per
quattro settimane, in diversi periodi dell'anno, si riflettera' su donne e
Scrittura, donne e storia, donne e scienze umane, donne e teologia. A suor
Nuria l'onere di avviarlo, con una relazione sulla storia dimenticata,
quella delle donne protagoniste anch'esse della vicenda salvifica
nell'Antico Testamento.
*
- Cettina Militello: Sei tra le poche docenti di Antico Testamento in
Italia. Com'e' nato questo tuo interesse?
- Nuria Calduch-Benages: Fin da bambina i racconti della Bibbia mi hanno
sempre affascinata. A quell'epoca, negli anni '60-'70, oltre a imparare il
catechismo a memoria, nella scuola Sant'Andrea - prima gestita dalle suore
Domenicane della Presentazione e poi dalle Missionarie Figlie della Sacra
Famiglia di Nazareth - che frequentavo a Badalona (Barcellona), dovevamo
studiare "Storia sacra". Questa materia mi piaceva molto perche' consisteva
nel leggere e rileggere i testi della storia della salvezza, soprattutto la
Genesi, fino a saperli quasi a memoria per poi essere in grado di
raccontarli con le nostre parole. Mi ricordo che all'esame di "revalida"
(alla fine della scuola media) mi interrogarono sulla storia di Giuseppe.
Conoscendola in tutti i dettagli, riuscii a scrivere ben cinque fogli
ottenendo il voto piu' alto. Il mio interesse per la Bibbia in quel periodo
non ando' oltre. Pero' in casa abbiamo sempre avuto la Bibbia in biblioteca
e ho ricevuto dai miei genitori il gusto per la lettura. Per il mio
onomastico e il mio compleanno ricevevo sempre libri in regalo. La mamma li
nascondeva perche' li leggevo troppo velocemente.
*
- Cettina Militello: Cosa ti ha spinta poi allo studio della Scrittura?
- Nuria Calduch-Benages: Avevamo al liceo classico un famoso esegeta,
monsignor Isidre Goma' i Civit, un ex-allievo del Pontificio istituto
Biblico, che ci insegnava la Scrittura con un metodo eccellente. Era un
pedagogo eccezionale: sapeva insegnare le cose piu' difficili utilizzando un
linguaggio semplice e adatto al giovane pubblico che lo ascoltava con
passione. Era la mia lezione prediletta, prendevo appunti di tutto quello
che diceva e poi, a casa, rileggevo le mie note e cercavo nel dizionario
tutte le parole tecniche che non conoscevo. Questa esperienza, rimasta
silente per molti anni, mi e' cresciuta dentro.
*
- Cettina Militello: Ti ha aiutata la scelta di entrare in una congregazione
religiosa?
- Nuria Calduch-Benages: Non all'inizio. Nel 1978 entrando nella
congregazione delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di Nazareth non
pensavo alla Bibbia come campo di studio o di lavoro. Avevo appena
conseguito la laurea in filologia anglogermanica all'Universita' autonoma di
Barcellona a Bellaterra (1974-1979) e per ben sette anni insegnai lingua
spagnola, catalana, francese, inglese, filosofia, letteratura, religione...
in diverse scuole della congregazione.
*
- Cettina Militello: Quando e' cominciata la tua avventura teologica?
- Nuria Calduch-Benages: Nei primi anni della mia vita religiosa - abitavo a
Barcellona - ho avuto occasione di frequentare i corsi serali di teologia
per laici e religiosi/e offerti dalla Facolta' di teologia di Sant Pacia' (i
seminaristi frequentavano il quinquennio teologico al mattino). Studiare la
Scrittura sul serio comincio' cosi' a diventare per me una meta
raggiungibile.
*
- Cettina Militello: Ma come riuscivi a mettere insieme le tue attivita' di
insegnante con lo studio della teologia?
- Nuria Calduch-Benages: Il tempo materiale proprio non c'era. Dopo sette
ore di lezioni, riuscire ad arrivare alla Facolta' di teologia in orario (i
corsi cominciavano alle 19,30 e si protraevano fino alle 22) era gia'
un'impresa eroica. Nei tre anni che trascorsi nelle Canarie venne meno ogni
possibilita' di continuare lo studio. La teologia si insegnava solo in
seminario ed era riservata ai candidati al sacerdozio.
*
- Cettina Militello: Continuavi pero' a sperare in un futuro diverso...
- Nuria Calduch-Benages: Si'. E finalmente il sogno si fece realta'.
Arrivando nel 1985 a Roma, inviata a studiare dalla superiora generale, non
ebbi nessun dubbio su quale specializzazione scegliere. Prima di tutto
portai a termine in due anni il baccalaureato in teologia alla Pontificia
universita' Urbaniana e poi, avendo gia' studiato le lingue moderne sin da
piccola, il latino e il greco nel liceo e l'ebraico per conto mio, mi
iscrissi al Pontificio istituto biblico (1987). Ho portato a termine il
dottorato sotto la guida del professor Maurice Gilbert e, mentre stavo
scrivendo la tesi, fui invitata dall'allora rettore della Gregoriana, padre
Gilles Pelland, a tenere un seminario esegetico. Dopo la difesa della tesi
(gennaio 1995), cominciai a tenere corsi regolari nella Facolta' di
teologia, dove adesso insegno Antico Testamento (letteratura sapienziale).
*
- Cettina Militello: Ti ha complicato la vita l'essere donna e religiosa?
- Nuria Calduch-Benages: In parecchie occasioni mi hanno domandato se mi
sentivo una rara avis trovandomi a insegnare in una istituzione
essenzialmente maschile. Personalmente non mi sono mai sentita cosi', pero'
puo' darsi che questa sia l'impressione che hanno alcune persone dal di
fuori o perfino alcuni alunni. La presenza di una docente in una universita'
pontificia sorprende gli studenti semplicemente perche' non ci sono
abituati. Il primo giorno di lezione, a volte, percepisco una sorta di
aspettativa da parte di alcuni studenti, pero' di solito sparisce
velocemente. Allo stesso tempo percepisco una speciale empatia da parte
delle studentesse, specialmente le religiose. Il fatto e' del tutto
comprensibile se teniamo conto delle caratteristiche specifiche
dell'ambiente clericale che regna nelle nostre facolta'.
*
- Cettina Militello: Fammi capire meglio...
- Nuria Calduch-Benages: Per gli alunni, la maggioranza di sesso maschile
(sacerdoti, diaconi, religiosi seminaristi... pochi laici), avere una
professoressa e, per di piu' suora, resta ancora qualcosa di insolito.
Infatti, quando mi incontrano per la prima volta nei corridoi o nella
biblioteca danno per scontato che io sia una studentessa. L'immagine di una
suora docente universitaria rompe gli stereotipi tradizionali secondo cui la
suora e' associata alla cucina, alla sagrestia, all'asilo. Infatti, i
maschi, specialmente i sacerdoti, continuano a farmi complimenti quando
vengono a sapere che insegno in Gregoriana, come se fossi un'eroina o avessi
vinto una medaglia alle Olimpiadi.
*
- Cettina Militello: Ma qual e' la situazione attuale alla Gregoriana?
- Nuria Calduch-Benages: Posso subito darti qualche dato statistico: dei 395
docenti soltanto 47 siamo donne: 9 religiose e 38 laiche. Siamo quindi una
minoranza le donne e tra le donne le suore. Soltanto una di noi e' docente
ordinaria, le altre siamo straordinarie, aggiunte, invitate, incaricate e
assistenti. La maggioranza dei professori ordinari sono gesuiti. La
situazione pero' va cambiando, perche' la Compagnia di Gesu' non riesce a
coprire tutti gli insegnamenti con i suoi membri, come in passato. Ha
bisogno della collaborazione di docenti esterni, uomini e donne.
*
- Cettina Militello: Questi i numeri e la situazione. Torniamo alle
difficolta'.
- Nuria Calduch-Benages: Lo ammetto, qualche difficolta' c'e' stata, pero'
sempre da parte di persone poco sensibili, di mentalita' chiusa o vittime di
pregiudizi discriminatori. Non rivelo nessun segreto, se dico che noi donne,
e specialmente noi suore, dobbiamo passare per il crogiuolo della prova,
ogni volta che vogliamo difendere i nostri diritti e soprattutto la nostra
dignita' personale e professionale. A tutti i livelli a noi viene richiesto
molto di piu' che agli uomini. A dir la verita', le difficolta' non mi
spaventano, pero' le ingiustizie mi indignano.
*
- Cettina Militello: Come descriveresti il tuo personale impegno nella
Chiesa?
- Nuria Calduch-Benages: Come battezzata e consacrata amo la Chiesa e cerco
di offrire il mio contributo attraverso la docenza e la ricerca biblica. Per
quanto riguarda la docenza, tento di trasmettere ai miei alunni/e l'amore
per la parola di Dio, per lo studio responsabile e creativo. Cerco di dare
loro delle chiavi che consentano di leggere in maniera intelligente i testi
biblici, di allargare gli orizzonti con i contributi delle scienze umane
come l'antropologia, la sociologia o la psicologia. Cerco di sottolineare il
rapporto tra Bibbia e vita. Non possiamo dimenticare che la parola di Dio e'
parola di vita, nutrimento per noi tutti uomini e donne che formiamo il
popolo di Dio.
*
- Cettina Militello: Come definiresti te stessa e le caratteristiche della
tua ricerca?
- Nuria Calduch-Benages: Mi considero una persona di mentalita' aperta. Ho
ricevuto una solida formazione biblica di taglio classico (metodo
storico-critico) che ancora oggi e' alla base della mia ricerca. Questo non
esclude il mio interesse per le scienze umane: soprattutto la letteratura,
l'antropologia, la sociologia, la psicologia, o l'approccio femminista che
ho studiato come autodidatta. I miei studi privilegiano la letteratura
sapienziale e ultimamente i libri deuterocanonici. Uno dei miei temi
favoriti e' la figura della Sapienza, personificata al femminile,
misteriosa, che non e' Dio pero' l'accompagna sempre sin dall'eternita'. Il
denso contenuto umano-religioso dei libri sapienziali e' sempre stato
un'ancora serena per ogni persona che si senta scossa dall'urto di un mondo
ostile a Dio e facilmente preda delle sapienze seduttrici del momento.
*
- Cettina Militello: Influisce nella tua ricerca l'appartenenza a una
congregazione?
- Nuria Calduch-Benages: Si', nel senso che faccio oggetto della mia
riflessione anche la vita religiosa. Oggi piu' che mai si scrive e si parla
tanto sulle sfide della vita religiosa, sul bisogno di un cambiamento, sulle
sue nuove forme, sulla nuova concezione della missione, sulla dinamica della
vocazione e della pastorale vocazionale. Non sono una specialista, pero'
tento di offrire il mio contributo dal punto di vista biblico ed
esperienziale.
*
- Cettina Militello: Hai detto di aver accostato l'ermeneutica femminista da
autodidatta...
- Nuria Calduch-Benages: Quando studiavo al Biblico gli studenti si
organizzavano (e ancora oggi lo fanno) in gruppi linguistici. Nel mio gruppo
di lingua spagnola ci siamo incontrate in quattro (una coincidenza poco
frequente all'epoca). Tutte e quattro manteniamo ancora i contatti e in tre
siamo diventate docenti di Sacra Scrittura in universita' diverse. Gia'
all'epoca le mie compagne manifestavano una grande preoccupazione e
interesse per la questione femminile. Benche' nelle nostre conversazioni il
tema della donna e dell'interpretazione femminista della Bibbia fosse sempre
presente, mi mostravo poco entusiasta nei confronti di questa tematica,
perche' avevo interessi diversi. Sono passati piu' di quindici anni e non la
penso piu' allo stesso modo. La mia riflessione biblico-teologica ha subìto
una lenta e progressiva maturazione, sicche' oggi sono molto piu' sensibile
a problematiche che un tempo guardavo con distacco e perfino con
indifferenza. A cio' hanno contribuito gli anni di insegnamento, non solo
alla Gregoriana ma anche nel Pontificio istituto Regina Mundi e presso molte
comunita' religiose. Ho conosciuto i Women's Studies e ho sperimentato il
confronto con specialisti/e in campi diversi da quello biblico o teologico.
*
- Cettina Militello: Cosa pensi della ricerca attualmente condotta dalle
teologhe?
- Nuria Calduch-Benages: Apprezzo molto il loro continuo sforzo. In questi
ultimi decenni hanno contribuito proficuamente alla ricerca su diversi
fronti: il problema di Dio, l'immagine della divinita' e il suo simbolismo,
la cristologia e la pneumatologia, il diritto e la storia ecclesiastica. Non
solo, anche la mariologia, la spiritualita', la storia delle donne cristiane
e l'etica sono state studiate a partire da prospettive e sensibilita' nuove.
A ogni modo, la Bibbia (il suo linguaggio, uso e interpretazione) e' stato
il campo di studio preferito dalle specialiste, per non parlare
dell'antropologia teologica, dove la bipolarita' sessuale e le sue
implicazioni acquistano una rilevanza molto significativa. Il mio contributo
alla teologia "al femminile", cosi' si dice in Europa, si concentra
evidentemente sullo studio della Bibbia. Leggere la Bibbia al femminile mi
ha allargato l'orizzonte, mi ha indicato nuove piste di riflessione e mi ha
sollevato tante domande difficili da risolvere.
*
- Cettina Militello: Per te, che sei esperta dell'Antico Testamento devono
risultare intriganti, ad esempio, le matriarche...
- Nuria Calduch-Benages: Studiando le vicende delle nostre antenate
bibliche, ho scoperto una storia di luci e di ombre che ha bisogno di essere
ricostruita a partire da una nuova prospettiva e da un nuovo linguaggio,
illuminando quelle zone oscure che i modelli patriarcali hanno voluto
avvolgere nel silenzio. Liberare la Bibbia dall'interpretazione
androcentrica vuol dire raggiungere ed esprimere la totalita' dell'esistenza
umana. La storia delle donne bibliche e' una sfida che mi sta molto a cuore:
si tratta di mantenere vivo il loro ricordo e di ricostruire la loro storia.
In altre parole, di approfondire le nostre radici.
*
- Cettina Militello: Quale credi possa essere, nel futuro, il contributo
teologico delle donne?
- Nuria Calduch-Benages: Nel 1985 un numero della rivista "Concilium"
s'intitolava cosi': "Donne, invisibili nella teologia e nella Chiesa". Nel
2003 possiamo affermare che nell'ambito della teologia "l'altra voce" ha una
parola da dire. Oggi e' impensabile non tener conto delle donne come
soggetto di riflessione ed elaborazione teologica. Il loro contributo ha
fatto emergere, per esempio, la problematica del femminile nel pensiero
moderno. Forse e' troppo presto, pero' esiste gia' un "paradigma allargato"
che include un nuovo modo di fare teologia. La teologia al femminile ha
introdotto nuove prospettive epistemologiche che arricchiscono la percezione
della realta', l'esperienza cristiana personale e delle comunita', perche'
le donne incorporano i contesti e le situazioni che hanno vissuto nella loro
riflessione. Queste nuove forme di esperienza e di vita rivelano la
complessita' del processo razionale e spingono ad andare oltre questa
razionalita'.
*
- Cettina Militello: Cosa, secondo te, si propone la teologia al femminile?
- Nuria Calduch-Benages: Cerca soprattutto di superare l'asimmetria
discriminante che ha accompagnato l'esegesi, la teologia sistematica e
l'antropologia teologica per secoli. Le teologia al femminile vuole
allargare l'orizzonte della riflessione teologica in maniera inclusiva,
aprendosi alla ricchezza della pluralita' e della varieta' di prospettive.
Vuole ampliare la comprensione dell'essere umano, in modo che la polarita'
maschile-femminile sia contemplata sin dall'inizio in reciprocita' e
comunione. Quindi, il futuro e' pieno di speranza.
*
- Cettina Militello: Come guardi il presente della Chiesa? Quali ti sembrano
i problemi, quali le strategie per risolverli?
- Nuria Calduch-Benages: Che la Chiesa si trovi in un momento di transizione
lo rivela la societa' con cui si confronta. Il dato religioso europeo piu'
preoccupante e' il progressivo aumento dell'indifferenza religiosa,
soprattutto tra i giovani. Questa indifferenza non e' un atteggiamento
intellettuale, ma uno stile di vita, un modo concreto di confrontarsi con la
realta'. In genere i giovani pensano che la Chiesa non ha niente di
importante da dire, che non incide nelle loro scelte di vita. I dati
rivelano che la Chiesa non interessa, benche' interessi la fede, il Vangelo
e alcuni valori religiosi essenziali. Molti dicono di non aver bisogno della
Chiesa per credere in Dio o in Gesu' Cristo, ne' paradossalmente per
considerarsi e confessarsi cattolici. Oggi si vive una fede individualista e
soggettiva (ognuno/a a modo suo) che di solito rifiuta i vincoli con la
Chiesa o con le istituzioni religiose.
*
- Cettina Militello: E' cosi' anche in Spagna?
- Nuria Calduch-Benages: Un'analisi del rapporto tra societa' e religione
nella Spagna di fine millennio mostra che la societa' spagnola ha intrapreso
un viaggio di "emigrazione spirituale". Esce dall'ambito cattolico,
abbandona le pratiche di pieta' e sfocia nell'indifferenza religiosa. Le
tappe del processo sono facilmente identificabili: cattolico - cattolico non
praticante - indifferente. E' cosi' in Spagna, ma credo si possa allargare
l'orizzonte (non e' esclusivo del cattolicesimo) a tutta l'Europa
occidentale. Inoltre, l'indifferenza va unita a una progressiva
dissociazione tra fede e pratica religiosa.
*
- Cettina Militello: Riesci a individuare un qualche segno di speranza?
- Nuria Calduch-Benages: Si'. Faccio soltanto un esempio. Il popolo di Dio
ha sete della Parola e cerca dove dissetarsi. Ogni giorno di piu' cresce
l'interesse per la Bibbia. Nelle parrocchie e in altri ambienti ecclesiali
nascono dei gruppi di studio della Bibbia, gruppi per condividere la Parola
o per fare la Lectio divina. Utilizzero' un linguaggio metaforico-evangelico
per esprimere una mia intuizione. Forse per paura di perderlo, la Chiesa si
e' preoccupata tanto di conservare e proteggere il proprio "tesoro", che
adesso lo trova impoverito, rovinato e vecchio. Di conseguenza, esso pare
non piu' apprezzato dalla gente: ci sono tanti altri tesori nella cultura
che sembrano avere la precedenza, specie tra i giovani. La Chiesa pero' la
formano tutti i fedeli, uomini e donne, giovani e adulti, anziani e bambini.
Siamo percio' davanti a una sfida a cui ognuno/a di noi deve rispondere.
*
- Cettina Militello: La crisi che attraversiamo non e' solo ecclesiale. Cosa
pensi debbano o possano fare le donne?
- Nuria Calduch-Benages: Davvero viviamo uno dei momenti piu' difficili
della storia, soprattutto dopo la sciagura delle torri gemelle. Il
terrorismo minaccia la pace mondiale, i fondamentalismi uccidono la liberta'
delle persone, la guerra, la fame e la miseria colpiscono le popolazioni
piu' povere del pianeta che sono costrette a emigrare. E cosi' si e' creato
un clima di allarmismo che rende difficile la convivenza. Le donne hanno un
ruolo decisivo, perche' lottano, come hanno sempre fatto, per difendere la
vita e la pace a ogni costo. Esse non cercano il potere, pero' ne sono
vittime. La Bibbia conferma l'esperienza che stiamo vivendo nel secolo XXI.
Pensiamo alle levatrici di Esodo 1, o alle donne sagge di Tekoa e Abel (2
Samuele 14; 20). Esse agiscono in un contesto di grande violenza (2 Samuele
9-20), in cui i maschi lottano con ogni arma per conseguire il potere a ogni
costo. Malgrado questo clima di aggressivita', le donne sagge di cui non
conosciamo il nome, lavorano attivamente e con efficacia per garantire la
pace e la vita del loro popolo. Invece di trarre profitto per se stesse,
pongono la loro saggezza e professionalita' al servizio del bene comune con
un coraggio e una liberta' stupefacenti. Sfidano con la parola uomini
potenti (il re Davide, il generale Joab), rischiano la vita per salvare la
propria gente, facendo uso della loro competenza e autorita'.
*
Postilla prima. Le pubblicazioni di suor Nuria sui libri sapienziali. Tutto
quanto si deve sapere su Ben Sira
Tra le sue pubblicazioni: "El perfume de Betania en Jn 12,3", in Estudios
Biblicos 48 (1990) 243-265. "La sabiduria y la prueba en Sir 4,11-19", in
Estudios Biblicos 49 (1991) 25-48. "Introduccion, notas a pie' de pagina y
revision de la traduccion del libro del Siracida", in Bíblia Catalana,
Traduccion Interconfessional (Barcelona, Abc, Claret i Societats Bibliques
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"Gesu', il profeta della salvezza universale (Lc 4,16-30)", in
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"El servicio cultual en el Siracida: estudio del vocabulario", in "Estudios
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Antico dedicati alla memoria di Luigi Cagni, Istituto Orientale, Napoli
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2001) p. 50. "Maria de Nazaret y la Sabiduria de Israel: resonancias
biblicas", in "Vida Religiosa" 91 (2001) pp. 29-34. "Un sabio que ensena con
historias (Daniel)", in "Resena Biblica" 30 (2001) pp. 45-51. La Sagrada
Familia en la Biblia, Desclee de Brouwer, Bilbao 2001. Un gioiello di
Sapienza. Leggendo Siracide 2, Paoline, Milano 2001. "Promessa di Dio e
preghiera di David (2 Sam 7)", in "Parole di Vita" 46/3 (2001) pp. 19-23.
"Maria, una dona d'esperanca (Ex 1-2)", in "Butlleti' de l'Associacio'
Biblica de Catalunya" 72 (2001) pp. 13-20. "Il kairos dei Proverbi", in "Ho
Theologos" 19/2 (2001) pp. 287-298. "La recompensa del just: estudi de la
versio' siriaca de Siracida 1", in AA.VV., El Text: Lectures i historia,
Associacio' Bíblica de Catalunya i Publicacions de l'Abadia de Montserrat,
Barcelona 2001, pp. 26-40. "La peregrinacion de la Sagrada Familia:
reflexiones biblicas", en La Santa Familia en la vida consagrada y familiar,
Nazarenum, Roma 2001, pp. 63-77. "Miriam, una donna di speranza (Es 1-2)",
in "Consacrazione e Servizio" 50/11 (2001) pp. 45-55. "L'inno al creato in
Ben Sira (Sir 42,15 - 43,33)", in "Parola Spirito e Vita" 44 (2001) pp.
51-66. "La situacio' actual dels estudis sobre el libre del Siracida
(1996-2000)", in "Revista Catalana de Teologia" 26 (2001) pp. 391-398.
"Lectura teologica del fenomeno migratorio en el Antiguo Testamento", en
Jose' Ramos Domingo, Hacia una Europa multicultural. El reto de las
migraciones, Publicaciones Universidad Pontificia de Salamanca, Salamanca
2002, pp. 205-223. "God Creator of All (Sir 43,27-33)", in Renate
Egger-Wenzel, Ben Sira's God, Bzaw 321, de Gruyter, Berlin - New York 2002,
pp. 79-117. "Abans perdonar que guardar rancunia: estudi de Siracida 27,30 -
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Publicacions de l'Abadia de Montserrat-Abc, Barcelona 2002, pp. 175-195. "Il
corpo nel Cantico dei Cantici", in AA.VV., Questo nostro corpo, Centro Studi
Usmi, Roma 2003, pp. 30-37. N. Calduch-Benages - J. Ferrer - J. Liesen, La
Sabiduria del Escriba. Wisdom of the Scribe, Estella, Verbo Divino 2003.
"Introduzione al libro dei Proverbi", in "Parole di Vita" 48 (2003) pp.
10-15. Otro gallo le cantara. Refranes, dichos y expresiones de origen
biblico, Bilbao, Desclee de Brouwer 2003. In stampa: Traduccion, Notas e
Introduccion al "Libro de la Sabiduria" e al "Libro del Eclesiastico", en la
Biblia de la Conferencia Episcopal Espanola (Cee).
*
Postilla seconda. Conosce otto lingue moderne e cinque antiche. Ricercatrice
poliglotta
Nuria Calduch-Benages e' nata a Barcellona (Spagna) nel 1957 e appartiene
alla congregazione delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di
Nazareth. Ha conseguito nel 1979 la laurea in "Filosofia y letras. Division
filología. Seccion filologia anglo-germanica" alla Universidad autonoma de
Barcelona-Bellaterra. Ha insegnato per 7 anni nelle "Escuelas Superiores"
(Liceo classico) e nel C.O.U. (Corso orientamento universitario): filosofia,
lingua e letteratura catalana, inglese, francese, latino, greco e religione.
Ha conseguito nel 1987 il baccalaureato in teologia presso la Pontificia
universita' Urbaniana a Roma e nel 1990 la licenza in Sacra Scrittura al
Pontificio istituto Biblico, dove, nel 1995, ha anche conseguito il
dottorato. Gia' nel 1991 e' stata nominata assistente presso la Facolta' di
teologia della Pontificia universita' Gregoriana e ha cominciato a insegnare
come professoressa invitata presso il Pontificio istituto Regina Mundi. Nel
1994 e' stata nominata professoressa incaricata presso la Facolta' di
teologia della Pontificia universita' Gregoriana e nel 1995 professoressa
aggiunta.
Nel 1996 e' stata eletta consigliera generale della sua congregazione.
Nomina rinnovata nel 2001. Nel 2000 ha ricevuto la nomina di Review Books
Editor della rivista "Biblica" presso il Biblico. Impegnata sul fronte della
vita religiosa intra e intercongregazionale, sul fronte dell'Associazione
biblica catalana (non ha reciso i legami con la sua cultura d'origine), e'
presente un po' dovunque, forte della sua qualita' di ricercatrice
poliglotta. Conosce ben otto lingue moderne e cinque antiche.

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 283 del 10 ottobre 2009

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