Legalita' e' umanita'. 63



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 63 del 9 ottobre 2009

In questo numero:
1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
3. Cosa fare
4. Cinzia Gubbini: Cap Anamur
5. Federica Sossi: Naufraghi
6. Elio Di Bella intervista Elias Bierdel

1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

4. UNA SOLA UMANITA'. CINZIA GUBBINI: CAP ANAMUR
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Assolta la
Cap Anamur, salvare vite non e' reato" e il sommario "La ong processata per
aver portato 37 profughi in Italia"]

Assolti con formula piena, perche' il fatto non costituisce reato. Non e'
reato, cioe', salvare vite umane in mare. Per fortuna. Si conclude cosi'
dopo cinque anni la vicenda della Cap Anamur, la nave appartenente
all'omonima associazione tedesca che nel 2004 trasse in salvo in acque
internazionali 37 migranti che si trovavano su un gommone in avaria. Per
quelle persone, che volevano chiedere in Italia il diritto di asilo e non
gli fu concesso, il dado e' stato tratto tanto tempo fa: furono tutti
espulsi. Una pena esemplare. Il presidente dell'associazione Elias Bierdel,
il capitano della nave Stefan Schmidt e il primo ufficiale Vladimir
Dachkevitce finirono invece alla sbarra (e per quattro giorni in carcere)
con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ieri il
tribunale di Agrigento - presieduto da Antonia Sabatino - li ha riabilitati:
avevano ragione loro, l'Italia avrebbe dovuto permettere l'attracco alla
nave che aveva soltanto compiuto un atto umanitario, oltre che obbligatorio
per le leggi del mare e quelle internazionali.
L'Italia, allora guidata dal secondo governo Berlusconi, mostro' invece la
faccia feroce. A dirigere le operazioni fu il ministro dell'Interno Giuseppe
Pisanu, su indicazione pero' dell'intero governo che vide nella vicenda
della Cap Anamur un'occasione per aprire la strada ai respingimenti facili.
Quello che accade in quei 21 giorni rappresento' una svolta nella politica
migratoria del governo, che in questi ultimi mesi ha conosciuto il suo
compimento dopo il patto con la Libia. Era il 2 luglio del 2004 quando la
nave umanitaria - che prima di incrociare i migranti era diretta in Iraq,
carica di aiuti - fu bloccata dal governo italiano al limitar delle acque
nazionali, a 17 miglia dalla costa. La nave aveva chiesto la possibilita' di
attraccare, gli fu negato in modo eclatante: furono schierate due
motovedette della guardia costiera, il cielo fu sorvolato da elicotteri per
giorni. Una situazione mai vista. La vicenda si trasformo' immediatamente in
un caso politico. Verso Porto Empedocle si riversarono giornalisti di
diversi paesi. Si mise in moto la solita macchina diplomatica: braccio di
ferro tra Malta e la Germania (che secondo il governo italiano avrebbero
dovuto accogliere la nave) e l'Italia. Comincio' anche una campagna al
massacro contro Bierdel e la sua associazione: senza tanti giri di parole
furono accusati di aver salvato quelle 37 persone soltanto per farsi
pubblicita'. E questa e' stata la tesi sostenuta dai pubblici ministeri per
tutta la durata del processo. Soltanto il 12 luglio, alla fine di estenuanti
trattative e con una situazione a bordo ormai intollerabile, fu concesso
l'attracco. Ma la sorpresa fu amara: Bierdel, Schmidt e Dachkevitce vennero
ammanettati. Gli immigrati furono trasferiti in centri di detenzione. Si
dichiaravano sudanesi, ma vennero tutti espulsi verso il Ghana. Si salvarono
solo in due.
A ricordare quanto accadde in quei giorni, ha ragione Elias Bierdel a dire:
"C'e' poco da essere allegri". E' stato questo il suo commento, ieri, dopo
la lettura della sentenza: "Siamo stati sotto processo per cinque anni,
soltanto per aver salvato delle vite umane", ha aggiunto. Ma in realta' ieri
e' stata festa, per i tre imputati assolti, per gli avvocati difensori che
si sono battuti senza sosta per cinque anni, per le associazioni italiane e
tedesche che in questi giorni hanno colto l'occasione della sentenza per
tornare a manifestare per i diritti dei migranti. "Finalmente e' stato
stabilito un principio di diritto: salvare vite in mare non e' un reato, ma
un obbligo. In tribunale abbiamo persino portato l'esempio di alcune
tavolette fenicie che richiamano questo principio", commenta l'avvocato
Liana Nesta, del collegio dei difensori. "E' una bella pagina della
giustizia italiana ed e' importante che sia stata scritta dallo stesso
tribunale che ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale sulla
norma che incrimina il soggiorno illegale degli immigrati", ha detto
Giuseppe Arnone, un altro dei difensori. "Si conclude una vicenda
vergognosa. Chi salva vite umane va encomiato e premiato, non processato",
ha commentato invece il responsabile immigrazione dell'Arci, Filippo
Miraglia. "Sollievo" per il proscioglimento e' stato espresso anche dal
Consiglio italiano dei rifugiati.
"Penso a quanti soldi sono stati spesi per questo processo, che avrebbero
potuto salvare vite umane", ha commentato il capitano Schmidt. Il suo
pensiero sara' andato anche alla nave, bloccata per cinque anni nel porto
siciliano. Ieri e' stata finalmente dissequestrata. Dentro c'erano centinaia
di vaccini e medicinali. Tutti da buttare.

5. UNA SOLA UMANITA'. FEDERICA SOSSI: NAUFRAGHI
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Naufraghi da
non buttare"]

"C'e' poco da rallegrarsi. Siamo stati sotto processo per cinque anni,
soltanto per aver salvato delle vite umane". Commenta cosi' Elias Bierdel la
decisione del Tribunale di Agrigento che assolve con formula piena
dall'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina Stefan Schmidt,
Vladimir Dachkevitce e lo stesso Bierdel, rispettivamente comandante della
nave, primo ufficiale e presidente dell'associazione umanitaria "Cap Anamur"
per la vicenda che li aveva visti coinvolti nel salvataggio di 37 naufraghi
nel Canale di Sicilia. Era il 20 giugno 2004 quando l'equipaggio della nave
tedesca Cap Anamur, dell'omonima organizzazione non governativa con sede a
Colonia, soccorreva in acque internazionali, tra Lampedusa, Malta e la
Libia, 37 naufraghi di una piccola imbarcazione alla deriva, li faceva
salire a bordo ed iniziava la sua battaglia in mare per la loro
sopravvivenza: tre settimane di attesa, una disputa diplomatica che
coinvolge tre paesi - l'Italia che vieta l'approdo, Malta chiamata in causa
dall'Italia perche' considerata il porto piu' vicino al luogo del
salvataggio, la Germania che dapprima sembra voler accogliere i naufraghi e
in seguito abbandona al loro destino naufraghi, equipaggio, comandante e
armatore della nave - poi infine l'approdo a Porto Empedocle e l'inizio di
una nuova odissea. Le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina per i responsabili della vicenda, arrestati e poi processati per
direttissima, mura, reti, stanzoni in cemento senza comunicazione con
l'esterno, pullman per i trasferimenti da una detenzione all'altra per i
naufraghi, sino all'aereo dell'espulsione finale: tutti in Ghana, da dove
secondo l'allora ministro dell'interno Pisanu erano arrivati, nonostante le
loro richieste d'asilo, nonostante le proteste dell'Onu, e in tutta fretta,
il giorno prima che la Corte Europea dei diritti dell'uomo notificasse
l'ordine di sospendere un eventuale allontanamento forzato. Poco di cui
rallegrarsi se si pensa all'intera vicenda e ad essa come punto d'inizio di
tutto quello che ne e' conseguito. Naufraghi, continuava a chiamare le 37
persone che la sua associazione aveva soccorso Elias Bierdel; forse
profughi, dal momento che molti di loro si dichiaravano sudanesi,
sussurravano tra le righe alcuni dei giornalisti della stampa internazionale
e nazionale che per piu' di un mese avevano seguito l'odissea; naufraghi,
comunque vivi, forse profughi, ma per ora clandestini, forse addirittura
terroristi aveva invece cominciato a dichiarare il ministro dell'interno
italiano. E da li' l'idea che essere non migranti morti e vittime, ma
naufraghi forse colpevoli, comunque vivi e ingombranti, migranti, dunque, di
cui disfarsi senza tanti problemi di umanita' ha iniziato a insinuarsi
permettendo via via, naufragio dopo naufragio, non soccorso dopo non
soccorso, caso diplomatico dopo caso diplomatico, processo per
favoreggiamento dopo processo per favoreggiamento, respingimento dopo
respingimento, la situazione attuale: il nuovo centro di detenzione
dell'isola di Lampedusa vuoto, pochi i migranti in arrivo, cinque qua e la',
sopravvissuti agli innumerevoli non soccorsi piu' o meno istituzionali in
acque piu' o meno internazionali e comunque mai riconosciute come nazionali
dagli stati che dovrebbero intervenire, e uomini, donne, bambini, neonati,
nei numerosi campi di concentramento libici, ben finanziati dall'Italia per
permettere i lavori forzati, i maltrattamenti, le violenze sessuali, gli
aborti a colpi di manganello, spesso anche le uccisioni di cui si ha ormai
documentata e quotidiana notizia.
Poco di cui rallegrarsi, ma un lieve sorriso di approvazione per una
sentenza che nel nazivelinismo dell'Italia attuale ristabilisce una semplice
verita': i naufraghi sono naufraghi, vite umane che in quanto tali vanno
salvate. Un grazie alla Cap Anamur per averla ribadita, con tutta
l'ostinazione necessaria quando le verita' di fondo vanno perdute.

6. UNA SOLA UMANITA'. ELIO DI BELLA INTERVISTA ELIAS BIERDEL
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Intervista.
Elias Bierdel: L'incubo non e' finito, troppi morti in mare" e il sommario
"Elias Bierdel e' nato a Colonia, in Germania, 47 anni fa e dopo il caso Cap
Anamur ha lasciato ad altri l'incarico di presidente dell'omonima
associazione e ha lasciato anche la Germania. Adesso si e' trasferito in
Austria dove fa il giornalista e insegna in una scuola per infermieri. In
questi anni pero' ha girato il mondo raccontando la sua incredibile vicenda:
'Tanti sono stati solidali con noi e abbiamo visto un'Europa in cui
crediamo'"]

Elias Bierdel e' piu' sollevato dopo la sentenza. Ma non accetta che si dica
che l'incubo e' finito. Per l'ex presidente dell'associazione umanitaria
tedesca "Cap Anamur", anche dopo l'assoluzione: "L'incubo non e' affatto
finito. Solo poche settimane fa sono morte in mare altre persone nel
Mediterraneo. L'Europa continua a mandare navi militari per impedire ai
barconi dei rifugiati di arrivare sino alle nostre frontiere. Non possiamo
ancora essere contenti perche' la situazione e' sempre terribile in mare per
gli immigrati e non cambia per niente. Tutti mi chiedono oggi se adesso sono
felice. Io riterrei piu' giusto che piuttosto chiedessero al Procuratore
della Repubblica di Agrigento se non si vergogna del fatto che lui si e'
riferito ai valori europei, ma non ha fatto nulla per impedire che noi
venissimo trattati in questo modo durante tutto questo periodo".
- Elio Di Bella: Cosa e' accaduto alle persone che avete cercato di salvare?
Trentacinque delle trentasette persone che abbiamo soccorso sono state
deportate in Ghana in condizioni che hanno costretto anche l'Onu a
protestare. Solo ad uno di loro e' stato concesso di rimanere a Palermo e un
altro che era ferito e' stato ricoverato in ospedale. Successivamente 18
persone sono state deportate in Nigeria e 17 sono rimaste nel Ghana.
Nell'autunno del 2004 ho avuto l'occasione di visitare le persone deportate
nel Ghana. Uno di loro e' ripartito per venire in Europa e abbiamo saputo
che nella primavera del 2006, durante il tentativo di attraversare il
Mediterraneo, con altre venti persone e' annegato davanti Lampedusa.
- Elio Di Bella: Signor Bierdel, ritiene comunque di salvare qualcosa di
questa brutta esperienza ?
Ho visto che non c'e' per fortuna solo l'Europa dei cannoni, ma c'e' anche
un'Europa che mi piace di piu'. E' un'Europa solidale. I frutti piu' belli
di questa nostra battaglia sono stati certamente le amicizie che sono nate
in Italia con tutti quelli che ci hanno dato il proprio sostegno. Mi auguro
che in futuro le cose vadano diversamente e non prendano piu' il martello
contro una farfalla. Alla Cap Anamur e' stata messa una catena con una
brutalita' di altri tempi.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 63 del 9 ottobre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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