Coi piedi per terra. 236



===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 236 del 5 ottobre 2009

In questo numero:
1. Giancarla Codrignani: Pensando al bene comune
2. Perche' uno stuolo di politicanti favoreggia la commissione di un
crimine?
3. Svicoloni
4. Antonella Litta: Il trasporto aereo come fattore d'inquinamento
ambientale e danno alla salute. Contributo al congresso della Federazione
italiana medici di medicina generale
5. Dal 10 al 12 ottobre a Roma incontri con i testimoni dei bombardamenti
atomici di Hiroshima e Nagasaki
6. Guglielmo Ragozzino: Contro l'imposizione delle centrali nucleari le
Regioni presentano ricorso alla Corte Costituzionale (1)
7. Guglielmo Ragozzino: Contro l'imposizione delle centrali nucleari le
Regioni presentano ricorso alla Corte Costituzionale (2)
8. Manuela Cartosio: Debito ecologico
9. Marinella Correggia: Salviamo i primati
10. Marina Forti: Clima
11. Fulvio Gioanetto: Antartide
12. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. EDITORIALE. GIANCARLA CODRIGNANI: PENSANDO AL BENE COMUNE
[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at alice.it) per
questo intervento.
Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di
coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei
movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure
piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la
nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'Odissea intorno ai
telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le
altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994;
L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Ma quante prove vogliono gli italiani? A Giampilieri la vita muore di frane
e il governo - e non solo - pensa agli aeroporti e alle grandi opere? e la
gente comune dovrebbe continuare a costruire senza controllo del territorio
e diventare piu' o meno consapevolmente complice degli interessi di chi dice
che portano benessere e ricchezza megaprogetti che devastano l'ambiente e
danno meno lavoro che il consolidare le opere di urbanizzazione e il
produrre sistemi ecologici?
La pieta' per le vittime non puo' farci chiudere gli occhi davanti alla
responsabilita' di essere cittadini di un paese il cui malgoverno non viene
coperto da presunte fatalita', perche' - come dicono tutti i giornali - si
tratta di tragedie annunciate, che e' come dire evitabili.
Ci pensino anche i viterbesi solleticati dall'idea dell'aeroporto e con loro
tutti quelli che vogliono l'aereo sotto casa: le opere pubbliche vanno
giudicate con l'occhio di chi, pensando al bene comune, prepara il proprio
bene personale e salva il mondo.

2. EDITORIALE. PERCHE' UNO STUOLO DI POLITICANTI FAVOREGGIA LA COMMISSIONE
DI UN CRIMINE?

Dopo la disamina acuta e appassionata che il primo ottobre a Viterbo e'
stata svolta dall'illustre magistrato Ferdinando Imposimato, anche la
persona piu' distratta ora sa una cosa incontrovertibile: che il
mega-aeroporto a Viterbo e' illegale.
Il grande giurista ed eroico servitore dello Stato lo ha dimostrato con il
rigore della dottrina giuridica e la chiarezza dell'argomentazione fondata
sui dati di fatto, sui documenti e sulle norme di legge: il mega-aeroporto a
Viterbo e' illegale.
*
Dimostrato che il mega-aeroporto e' un'operazione speculativa insensata ed
illegale, nociva per la salute dei viterbesi, distruttiva di preziose
risorse naturalistiche, storiche ed economiche, ebbene, come e' possibile
che vi sia ancora uno stuolo di politicanti favorevole alla commissione di
un siffatto crimine ambientale e sanitario, di una siffatta violazione delle
leggi in vigore?
Solo ignoranza? Solo irresponsabilita'? O c'e' anche di peggio?
*
Ripetiamolo una volta di piu': la realizzazione del mega-aeroporto avrebbe
come immediate conseguenze:
a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che
vi si trovano;
b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;
c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse
termali;
d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che
sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della
popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri
della citta');
e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia'
gravato da pesanti servitu';
f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;
g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di
salvaguardia presenti nel territorio.
Perche' certi politicanti ancora insistono a voler compiere un simile
misfatto?

3. LE ULTIME COSE. SVICOLONI

Un illustre magistrato come Ferdinando Imposimato dichiara, documenti e
leggi alla mano, che la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e'
illegale.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Illustri scienziati di diverse discipline (dalla fisica alla chimica, dalla
biologia alla medicina...) dichiarano che il mega-aeroporto a Viterbo e' un
delitto ambientale e sanitario.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Illustri personalita' delle istituzioni, della cultura, dell'impegno civile
ed ecclesiale (da Luisa Morgantini a Dacia Maraini, da Giovanni Berlinguer a
padre Alex Zanotelli) si oppongono con decisivi argomenti al mega-aeroporto
a Viterbo.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Parlamentari rappresentativi di grandi esperienze di impegno per la
legalita' come Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando si oppongono al
mega-aeroporto a Viterbo dimostrandone l'irrealizzabilita'.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Innumerevoli cittadini viterbesi si oppongono al mega-aeroporto a Viterbo
dimostrando che esso sara' una catastrofe per il territorio e per la
popolazione.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Prestigiosi mezzi d'informazione - il "Corriere della sera" con un
editoriale in prima pagina del celebre giornalista d'inchiesta Sergio
Rizzo - documentano che il mega-aeroporto a Viterbo sarebbe uno sperpero
immane di soldi pubblici, una devastazione insensata, una follia
amministrativa.
Come risponde la lobby del mega-aeroporto? Silenzio.
*
Il gatto gli ha mangiato la lingua?
Eppure di solito i prominenti arruolati nella lobby esternano a tutto
spiano, ad alzo zero, a raffica. Ma di fronte alla nuda verita' tacciono,
non replicano. Non replicano perche' non possono replicare. Perche' anche
loro sanno di avere torto. Anche loro sanno che il mega-aeroporto a Viterbo
e' un crimine ed una follia, un'opera speculativa, distruttiva, nociva,
fuorilegge.
Il ministro Pterodattilo Matteoli, il presidente della Regione Lazio
Pterodattilo Marrazzo, il presidente della Provincia di Viterbo Pterodattilo
Mazzoli e di Viterbo il sindaco del Comune Pterodattilo Marini perdono il
dono della favella, si nascondono, evitano il confronto, svicolano.
Bella figura.

4. RIFLESSIONE. ANTONELLA LITTA: IL TRASPORTO AEREO COME FATTORE
D'INQUINAMENTO AMBIENTALE E DANNO ALLA SALUTE. CONTRIBUTO AL CONGRESSO DELLA
FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI DI MEDICINA GENERALE
[Il testo che segue e' il contributo predisposto da Antonella Litta per il
prossimo congresso della Federazione italiana medici di medicina generale
(Fimmg) che si terra' dal 12 al 17 ottobre 2009.
Antonella Litta (per contatti: tel. 3383810091, e-mail:
antonella.litta at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e
per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo
di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno
alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per
l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e
collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile
dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute)
e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta
attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera
comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed
internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in
progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al
rispetto dell'ambiente]

Il problema
Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita,
soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e
quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche
"mordi e fuggi".
Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le
drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal
trasporto aereo, si ripercuotono sull'intera umanita' in termini di
desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi
che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del
pianeta.
Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni totali di
anidride carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un
minimo dal 3% al 10% - contribuendo cosi'  in maniera decisiva all'effetto
serra e all'inquinamento dell'aria.
Le persone che vivono in prossimita' di scali aeroportuali sono costrette a
subire oltre all'inquinamento dell'aria anche quello acustico ed
elettromagnetico.
Il trasporto aereo si configura  cosi' sempre piu' come un rilevante
elemento d'inquinamento ambientale e di danno alla salute.
Diverse sono le  problematiche ambientali e sanitarie legate a questo
particolare tipo di mobilita'.
*
Le emissioni dei motori degli aerei
Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con cherosene (una
miscela composta da diversi tipi di idrocarburi), sono simili per
composizione a quelle generate dalla combustione di altri carburanti fossili
ma contribuiscono fortemente all'effetto serra perche' sono rilasciate
direttamente nell'atmosfera: nella parte piu' alta della troposfera e in
quella piu' bassa della stratosfera e per questo sono ancora piu' dannose.
Queste emissioni, costituite da gas e polveri, alterano la concentrazione
dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono
(O3) e il metano (CH4); innescano la  formazione di scie di condensazione e
aumentano gli addensamenti di nubi contribuendo fortemente anche in questa
maniera al surriscaldamento climatico.
Il particolato (PM) derivato dalle emissioni dei motori gioca un ruolo
sempre piu' importante nel dibattito sul danno da trasporto aereo
all'ambiente, agli ecosistemi e alla salute delle persone, soprattutto di
quelle che vivono in aree prossime agli aeroporti: infatti il quantitativo
maggiore di particolato, polveri sottili ed ultrasottili, viene prodotto
proprio nelle fasi di decollo ed atterraggio, e anche dall'attrito delle
gomme e dei freni degli aerei  nella fase di atterraggio.
E' ormai ben documentato da una vastissima e rigorosa documentazione
scientifica che il PM fine ed ultrafine penetra attraverso tutte le barriere
e membrane organiche, compresi i nervi cranici, la barriera ematocerebrale,
la placenta, gli endoteli, le membrane plasmatiche, raggiungendo i nuclei
cellulari col proprio carico di metalli pesanti ed altri fattori
cancerogeni, interferendo cosi' con i sistemi di riparazione del Dna e con i
meccanismi dell'espressione genica.
Ormai innumerevoli studi scientifici dimostrano che queste forme di
inquinamento da polveri  sono correlate a gravi malattie: respiratorie,
cardiovascolari, cronico-degenerative (Alzheimer, Sclerosi Laterale
Amiotrofica, Sclerosi Multipla), endocrine e tumorali.
Un incremento nella concentrazione atmosferica del PM 2.5 micron di diametro
comporta un incremento parallelo della mortalita' per malattie
cardiovascolari nella popolazione esposta.
Attualmente cio' che piu' allarma epidemiologi e pediatri in tutto il mondo
concerne la possibilita' che il danno genetico indotto dalla presenza delle
nanoparticelle (polveri del diametro di un millesimo di micron), possa
colpire le cellule germinali materne o paterne (causando la possibile
trasmissione alle successive generazioni di lesioni e patologie anche gravi)
o direttamente il feto nel momento piu' delicato del suo sviluppo.
*
L'inquinamento acustico
Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte all'inquinamento acustico
generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli aerei, e
dal connesso traffico veicolare.
Il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, insonnia e disturbi delle
fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema endocrino, del
sistema digestivo e dell'udito e' elevatissimo come ormai noto da moltissimo
tempo e dimostrato scientificamente.
Ben documentati sono anche i disturbi dell'apprendimento e della memoria in
studenti che frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento
acustico.
*
L'inquinamento elettromagnetico
I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei
insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici
utilizzati per i controlli di sicurezza  producono inquinamento
elettromagnetico e i lavoratori e i residenti in aree prossime agli
aeroporti possono essere esposti ad effetti di sommazione di campi
elettromagnetici provenienti da piu' fonti: antenne di telefonia, cavi
elettrici ad alta tensione, linee elettriche delle ferrovie etc.
Questo particolare tipo di inquinamento, soprattutto quello legato alla
presenza degli aeroporti, e' sicuramente il meno studiato e se ne sa ancora
poco.
*
La difesa del  diritto alla salute
Lorenzo Tomatis, gia' direttore dell'Agenzia Internazionale di Ricerca sul
Cancro (Iarc) e presidente dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment -
Italia) affermava: "tutti gli esseri umani sono responsabili dell'ambiente,
e i medici lo sono due volte". Lorenzo Tomatis era un medico, scienziato e
scrittore ma soprattutto un uomo giusto ed onesto. Un ricercatore
indipendente che ha posto rigore e verita' come fondamento di ogni sua
ricerca e conclusione scientifica. Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua
lunga attivita' di ricerca che la maggior parte delle malattie deriva
dall'interazione tra fenomeni di inquinamento ambientale e genetica umana.
Questa certezza e consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo Codice di
deontologia medica che all'articolo 5 afferma: "Il medico e' tenuto a
considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale
determinante della salute dei cittadini. Il medico favorisce e partecipa
alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro
e di promozione della salute individuale e collettiva".
Quindi noi medici siamo chiamati ad un ruolo di responsabilita' nella tutela
e salvaguardia dell'ambiente proprio come primo intervento per la difesa
della salute di tutte le persone.
Dobbiamo considerare il trasporto aereo inconfutabilmente un fattore di
rischio e danno alla salute e all'ambiente, che pertanto deve essere
costantemente studiato, monitorato nei suoi effetti e soggetto a programmi e
politiche di contenimento e riduzione a vantaggio del trasporto su rotaia e
per mare.
*
Approfondimenti e bibliografia sul sito www.coipiediperterra.org

5. INCONTRI. DAL 10 AL 12 OTTOBRE A ROMA INCONTRI CON I TESTIMONI DEI
BOMBARDAMENTI ATOMICI DI HIROSHIMA E NAGASAKI
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

La "Peace Boat" ("Nave della pace") e' un'organizzazione non governativa
(Ong) nata in Giappone ma di dimensione internazionale, attiva dal 1983 per
promuovere la pace e la sostenibilita' attraverso viaggi di pace a bordo di
grandi navi per passeggeri. A questi viaggi invitano alcuni sopravvissuti ai
bombardamenti atomici del 1945 (gli "Hibakusha", la maggior parte erano
allora bambini a Hiroshima e Nagasaki) per dare una personale testimonianza
sui tragici effetti dei bombardamenti atomici e per sollecitare il disarmo
nucleare. Un primo viaggio di questo tipo si tenne alla fine del 2008, con
la partecipazione di cento Hibakusha. Grazie al successo dell'iniziativa e'
stato organizzato un secondo viaggio (il 67mo della "Peace Boat") che e'
partito dal Giappone alla fine di agosto con a bordo dieci "Hibakusha".
Durante questo viaggio visitano ventuno paesi dove si svolgono incontri e
dibattiti con le organizzazioni locali, con rappresentanti della societa'
civile, con scuole, con esponenti politici e con gruppi impegnati per la
pace e il disarmo nucleare.
La tappa italiana del viaggio prevede l'arrivo della nave a Civitavecchia la
mattina del 10 ottobre. Gli Hibakusha saranno accompagnati a Roma in
pullman. Con loro saranno interpreti e responsabili della "Peace Boat"
(l'intero gruppo sara' di circa venti persone). Il pomeriggio del 12 ottobre
ripartiranno da Civitavecchia.
Sabato 10 ottobre, alle ore 15, gli Hibakusha saranno ricevuti in
Campidoglio dai consiglieri Paolo Masini e Athos De Luca, nella Sala del
Carroccio dove ci sara' un incontro pubblico con interviste e testimonianze.
Domenica 11 ottobre, alle ore 15, nel salone della Comunita' di base di San
Paolo, in via Ostiense 152/B, assemblea pubblica con gli Hibakusha.
Lunedi' 12 ottobre: incontro degli Hibakusha con gli studenti di una scuola.
*
Promuovono: Adista, Carta, Cipax - Centro interconfessionale per la pace,
Comunita' di base di San Paolo, Confronti, Fondazione Lelio Basso, Noi
donne, Religions for peace.
*
Per informazioni: Cipax, Via Ostiense 152, 00154 Roma, tel. 0657287347,
e-mail: cipax-roma at libero.it, sito: www.cipax-roma.it

6. NUCLEARE. GUGLIELMO RAGOZZINO: CONTRO L'IMPOSIZIONE DELLE CENTRALI
NUCLEARI LE REGIONI PRESENTANO RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE (1)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 settembre 2009 col titolo "Nucleare.
Territori scavalcati. Nessuno vuole l'atomo" e il sottotitolo "Sono cinque
le Regioni contrarie"]

Una corsa contro il tempo. La legge 99 del 23 luglio 2009, su "Sviluppo,
internazionalizzazione delle imprese ed energia", pubblicata il 31 luglio,
poteva essere impugnata dalle Regioni entro due mesi. Trascorso il periodo,
il governo avrebbe deciso in totale autonomia dove collocare le sue
otto/dieci centrali nucleari, i famosi siti, oggetto di preoccupazioni dei
cittadini. Non finira' cosi'. Cinque Regioni: Calabria, Toscana, Liguria,
Piemonte, Emilia Romagna hanno impugnato la legge e nelle prossime ore altre
lo faranno.
Nella dichiarazione di Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna che si
e' unito per ultimo alla lista dei ricorrenti compare il concetto di "intesa
forte" che si deve stabilire tra Stato e Regione, nel rispetto del ruolo e
della funzione di entrambi, in via preliminare a ogni autorizzazione. "Non
e' possibile che l'eventuale contrarieta' di una Regione ad accogliere un
impianto possa essere considerata alla stregua di un semplice parere non
vincolante. Per questo abbiamo deciso il ricorso alla Corte". Iinsomma, in
tema specifico nucleare l'Emilia Romagna non dice ne' si' ne' no. Gli
ambientalisti avranno il loro da fare per orientare e convincere tutti.
Il governo ha fatto un errore di faciloneria. Si e' fidato troppo della
disattenzione delle ferie. Non ha tenuto conto della presenza delle
associazioni ambientaliste, Wwf, Legambiente, Greenpeace che l'11 settembre
hanno inviato una lettera di dodici righe ai presidenti delle Regioni e agli
assessori all'Energia e all'Ambiente per ricordare loro che la legge avrebbe
escluso i territori da loro amministrati dalla scelta dei siti; e che
avrebbero anche dovuto sopportare l'affidamento a imprese private senza
avere voce in capitolo, tranne un parere non vincolante in sede di
Conferenza unificata Stato-Regioni.
Il Governo aveva anche pensato di sondare il terreno con una serie di
indiscrezioni sulle aree da utilizzare per le centrali e per la discarica
finale delle scorie nucleari, facendo seguire a ogni indiscrezione una
smentita. Pensava di causare sufficiente sconcerto, evitando contrasti da
parte delle Regioni: seminare il dubbio e irridere alle preoccupazioni
"immotivate", mettendo tutti contro tutti.
La sollecitazione degli ambientalisti conteneva due punti chiave: per legge,
l'iter avrebbe scavalcato il "territorio", ridotta la possibilita'
d'informazione dei cittadini, rischiato di militarizzare gli impianti la cui
localizzazione sarebbe stata decisa, prevedibilmente, nei fatti, da
operatori privati. Con il secondo punto si richiamavano le Regioni a
decidere rapidamente, perche' i termini di un possibile ricorso da parte
loro alla Corte costituzionale erano in scadenza. Comunque la pensassero, in
ordine alle centrali nucleari, toccava a esse Regioni il compito di tutelare
la democrazia del paese e la trasparenza della procedura.
La decisione della Corte nel conflitto sollevato dalle Regioni non sara'
presa in un lasso di tempo breve. Non, con tutta probabilita', prima delle
elezioni regionali di primavera. Al momento del voto vi saranno candidati
contrari al nucleare in Regione e altri favorevoli, oppure accusati - e
questo sara' ancora peggio - di non avere aperto bocca, di non avere difeso
il territorio con abbastanza coraggio. Ma si pensi al caso della Sardegna,
dove si e' gia' votato per le elezioni regionali. Nell'isola circolano le
voci piu' feroci, riportate per esempio da "La nuova Sardegna" del 9
settembre. Partendo dal presupposto che la Sardegna e' l'area piu' stabile
dal punto di vista sismico, le si attribuiscono tre se non quattro centrali
nucleari, tutte "quelle che il governo intende costruire, anche se poi
bisognerebbe risolvere il problema del trasferimento dell'energia". ma come
e' ovvio la Sardegna, a partire dalla sua amministrazione regionale di
destra, non accetta il ruolo di sfogo nucleare ed elettrico per tutta
l'Italia continentale.

7. NUCLEARE. GUGLIELMO RAGOZZINO: CONTRO L'IMPOSIZIONE DELLE CENTRALI
NUCLEARI LE REGIONI PRESENTANO RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE (2)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 settembre 2009 col titolo "I ricorsi"
e il sommario "No da sette Regioni. Un fronte anti-nuke. Umbria e Lazio alla
Consulta, in Veneto Lega contro Galan"]

Le Regioni contrarie alla ripartenza del nucleare in Italia crescono di
numero: alle prime cinque, Calabria, Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia
Romagna che hanno dichiarato l'intenzione di voler impugnare la legge 99, si
e' aggiunta ieri l'Umbria, con una netta presa di posizione. Il Lazio dal
canto suo varera' la delibera venerdi', con la riunione di giunta, secondo
la dichiarazione di Filiberto Zaratti, l'assessore all'ambiente. Molto
preoccupato per la probabile scelta di Montalto di Castro da parte del
governo, Zaratti ricorda che essa andrebbe contro la nuova vocazione per le
rinnovabili da parte di quella popolazione. "Forzare sull'avventura nucleare
per la localizzazione delle centrali e' un caso di inaudita gravita'
politica e sociale, con uno scontro tra governo e enti locali che
rappresentano direttamente la popolazione".
Rimane ancora qualche giorno per le altre Regioni che vogliano unirsi al
gruppo, perche' la scadenza e' il 30 settembre. E' prevedibile che Regioni
come Basilicata, Puglia, Campania, si muoveranno nella stessa direzione.
Nichi Vendola, governatore pugliese, ha dichiarato il 12 settembre:
"Chiediamo al governo di essere esentati persino dai preliminari di una
discussione sul nucleare perche' il nostro no in questo caso non e'
negoziabile".
In una situazione di difficile resistenza contro un brutto governo, in
Italia, le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf, Greenpeace, hanno
lavorato bene, d'accordo tra loro, studiando le questioni e con la capacita'
di informare e di fare opera di convincimento. Un buon lavoro politico. Una
certa difficolta' imprevista e' stata la mancata risposta dei grandi
giornali. Come se si fossero passata la voce, ieri hanno deciso di non
nominare il nucleare italiano, i siti, le regioni, la Corte costituzionale.
Per una volta, noi del "Manifesto" avremmo preferito non essere soli o quasi
nella nostra cronaca. Ma non disperiamo; chi ieri e' stato a vedere,
"lottera' con noi domani", come diceva una vecchia canzone.
Il caso si complica per le Regioni con governi di destra. Se si esclude la
Lombardia, con una netta scelta nucleare, almeno in via di principio, altre,
dal Veneto alla Sardegna, sono in un busillis assai complesso: non vogliono
scontentare il premier e il di lui ministro per lo sviluppo, ma sanno che la
popolazione la pensa diversamente. Per esempio, in Veneto, la Lega. Questa
inorridisce all'idea di una centrale a Chioggia, a Porto Tolle, a Marghera
che sono poi le localita' prese di mira. "Il Veneto ha gia' dato" ha
proclamato Roberto Ciambetti, capogruppo leghista in Regione, sentito dal
"Gazzettino", per poi scagliarsi contro i "poteri forti", il che va sempre
bene, salvo chiarire volta per volta quali siano. Il giorno 16 settembre si
e' arrivati a un voto su una risoluzione del Pd improntata a un rilancio
delle energie rinnovabili e con una richiesta di un'ampia consultazione
della cittadinanza nel caso di attribuzione al Veneto di una centrale. Il
voto sulla risoluzione ha visto 19 si', 18 no e 8 astensioni da parte della
Lega. L'astensione conta come no e quindi la risoluzione Pd e' stata
respinta, ma e' risultato chiaro a tutti che la Lega e' contro le centrali
nucleari. Per meglio dire, e' a favore, ma in un altro posto, non in Veneto.
C'e' poi il caso sardo. Ugo Cappellacci, il presidente della giunta
regionale, "ha giurato 'mi farei incatenare' qualche mese fa"; cosi'
riferisce "La Nuova Sardegna" di ieri. Da quando si e' rafforzata la voce
che la Sardegna e' l'unica o quasi tra le regioni a non correre rischi di
terremoti "essendo stabile da un punto di vista sismico" (Enzo Boschi, in
un'audizione in Senato) e quindi a essere la prima favorita nella gara
nucleare, l'isola e' in fermento. Nei prossimi giorni verra' discussa una
risoluzione della sinistra locale, per misurare le contraddizioni del
governatore. In Sicilia, Friuli, Abruzzo i governi regionali sono a favore
del nucleare, ma e' anche vero che i territori sono anche quelli che hanno
subito terremoti devastanti negli ultimi decenni. Come direbbe Ciambetti,
anch'esse, tutte, hanno gia' dato.

8. TERRA. MANUELA CARTOSIO: DEBITO ECOLOGICO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 settembre 2009 col titolo "Debito
ecologico stabile"]

Il "giorno del debito ecologico" segna il momento in cui l'umanita' ha
consumato le risorse naturali che, se usate in modo sostenibile, dovrebbero
bastare per l'intero anno. Quest'anno, secondo i calcoli del Global
Footprint Network, il giorno spartiacque e' stato il 25 settembre. Nel 2008
era caduto il 24 settembre.
Il guadagno irrisorio, secondo la britannica New Economics Foundation,
evidenzia che la crisi economica non ha avuto un effetto macroscopico sui
consumi globali sia di merci che di natura. Una ragione in piu', sostiene il
think tank ambientalista, per respingere la ricetta anticrisi che va per la
maggiore: si rilancino i consumi e l'economia ripartira' a razzo. Per
consumare sempre di piu' si e' costretta la gente a indebitarsi con le
banche. Cio', oltre a portare il sistema finanziaro sull'orlo del collasso,
ha accelerato la dilapidazione delle risorse naturali. Se l'ecosistema fara'
bancarotta, avverte la Nef, nessun investimento governativo riuscira' a
porre rimedio. Dunque, invece di tornare al business as usual, "occorre che
i paesi ricchi modifichino radicalmente i loro consumi".
Fatte queste premesse di principio, il report della Nef cita alcune piccole
ma impressionati storture del nostro modo di consumare. Una e' il "boomerang
trade": paesi che simultaneamente esportano e importano gli stessi prodotti.
La Gran Bretagna importa dall'Egitto 22.000 tonnellate di patate all'anno e
ne esporta 27.000 verso il paese africano. 5.000 tonnellate di carta
igienica partono dalla Gran Bretagna alla volta della Germania, quasi
altrettante fanno il percorso inverso. Il costo del trasporto lo pagano sia
i consumatori che la Terra.
La Nef contrasta l'idea che il genere umano e il pianeta si salveranno solo
con un drastico calo delle nascite (una tesi, per restare al nostro orto,
cara al professor Sartori che non dorme di notte pensando ai miliardi di
cinesi e di indiani che pretendono d'avere il loro frigorifero e la loro
macchinetta). Contenere e riorientare i consumi e' dovere soprattutto dei
ricchi. Basti ricordare che alle quattro di mattina del 2 gennaio lo
statunitense medio ha gia' emesso la quantita' di anidride carbonica che un
abitante della Tanzania produce in un anno intero. Un suddito della Regina
Elisabetta raggiunge l'americano alle sette di sera del 4 gennaio.
Il Global Footprint Network stima che all'inizio degli anni Sessanta veniva
consumata grosso modo la meta' della biocapacita' del pianeta. Nel 1986 per
la prima volta abbiamo esaurito in un anno tutto quello che la Terra e' in
grado di produrre e rigenerare. Dopo, il giorno del debito ecologico e'
arretrato a rotta di collo: 21 novembre nel 1995, 2 ottobre nel 2005. Ora
siamo al 25 settembre. Senza drastici correttivi, nel 2030 il giorno
fatidico sara' il primo luglio. Stiamo consumando il 40% in piu' di cio' che
la terra produce. Avanti di questo passo, nel 2050 avremo bisogno di un
pianeta "parallelo" da cui rifornirci. Gia' oggi, se i sei miliardi di umani
vivessero secondo gli standard Usa, di pianeti supplementari ne servirebbero
4 o 5. In trent'anni la biodiversita' e' calata del 30%, ogni anno
spariscono 13 milioni di ettari di foreste, consumiano il 75% di pesce in
piu' di quello che i mari riescono a riprodurre.
Pur non avendo ristretto la nostra impronta ecologica, la recessione un
effetto collaterale positivo l'ha avuto: ha fatto abbassare del 2,6% le
emissioni di CO2. Tutta salute per il clima, a patto che la riduzione non
venga presa come alibi per ritardare o cancellare l'uscita dai combustibili
fossili.

9. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: SALVIAMO I PRIMATI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 settembre 2009 col titolo "Tristi
primati"]

"Salviamo i primati" e' un video scioccante, diffuso nel quadro della
campagna internazionale lanciata da Animal Defenders International (Adi) e a
livello italiano dal network Agire ora, per fermare la sperimentazione sulle
scimmie nei laboratori d'Europa e del mondo. Il film mostra animali
selvatici spaventati e sotto shock - fra questi le scimmie gufo, primati
notturni dai grandi occhi marroni - strappati dagli alberi, imprigionati in
piccole gabbie e trasportati anche su lunghe distanze fino ai laboratori,
dove sono sottoposti a esperimenti dolorosi, spesso a ripetizione di quanto
gia' noto. Il video mostra pero' anche gli esempi di metodi alternativi
moderni, scientifici e, udite udite, molto meno costosi. Del resto, anche
rapporti pubblicati sul "Journal of the American Medical Association" e sul
"British Medical Journal" hanno criticato gli esperimenti sui primati,
facendo notare che essi sbagliano in modo grossolano nello stabilire la
sicurezza e l'efficacia dei farmaci sugli umani.
In Europa la campagna "Salviamo i primati" ha lo scopo di far pressione sul
Consiglio dei ministri dell'Ue, che a meta' ottobre sottoporra' a revisione
la Direttiva Europea 86/609 sulla sperimentazione animale. La Commissione
Europea ha proposto alcune restrizioni sull'uso dei primati negli
esperimenti e un giro di vite sulle catture dei primati in natura da parte
delle aziende che riforniscono i laboratori europei. A sostegno di queste
modifiche, e' possibile firmare la petizione on-line al Parlamento europeo e
al Consiglio dei ministri
(http://www.adinternational.org/petitions/?a-sign&l-it&pid-1). Quel che si
chiede fra l'altro e' che tutti gli esperimenti siano autorizzati da parte
dei governi con un processo giustificabile al pubblico, indipendente e
trasparente, che il permesso sia concesso solo dopo aver preso in
considerazione tecniche sostitutive; che sia bandito l'uso delle grandi
scimmie e dei primati selvatici catturati; che si crei un centro europeo per
la definizione di alternative agli esperimenti sugli animali; che ci siano
standard europei per l'allevamento e la cura degli animali, in linea con i
bisogni etologici degli animali stessi.
Intanto negli Stati Uniti e' stato nuovamente sottoposto al Congress il
"Great Ape Protection Act" (Protezione delle grandi scimmie), una proposta
di legge che impedirebbe la ricerca sui primati, in particolare gli
scimpanze', smetterebbe di finanziare gli allevamenti federali di primati e
affiderebbe a rifugi permanenti quelli che si trovano nei laboratori, "in
gabbie piccole come tavoli da cucina", denuncia la primatologa Debra Surham,
del Physicians Committee for Responsible Medicine (Pcrm). Un numero
crescente di paesi sta mettendo al bando gli esperimenti sui primati. Alcune
organizzazioni per la salute umana e altre per il benessere animale si sono
unite ai timori dei residenti nell'isola di Portorico, rispetto al progetto
di un nuovo allevamento di primati a Guayama.
La compagnia specializzata nella fornitura di scimmie cavia e' la
Bioculture, con base alle isole Mauritius; vende in diverse parti del mondo
macachi dalla lunga coda anche catturati in natura. Se alcuni di questi
riuscissero a scappare dall'allevamento a Guayama, si replicherebbero i
danni alle colture e alla fauna indigena provocati da altre specie non
autoctone, le scimmie pata e rhesus, scappate anni fa da un altro
laboratorio - considerato anch'esso a prova di fuga - e poi moltiplicatesi
in colonie. A Guayama, anche l'inceneritore delle scimmie una volta
"sperimentate" non e' visto di buon occhio.

10. TERRA. MARINA FORTI: CLIMA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 settembre 2009 col titolo "La crisi fa
bene al clima"]

C'e' un "effetto collaterale" positivo nella crisi delle grandi economie
mondiali? Tutto sommato si', e lo sottolinea l'Agenzia internazionale per
l'energia (Aie): la recessione ha prodotto un "significativo declino" delle
emissioni di anidride carbonica, uno dei principali gas "di serra"
responsabili del riscaldamento dell'atmosfera terrestre. Il motivo e' quasi
ovvio: cala la produzione industriale, quindi l'uso di combustibili fossili,
quindi le relative emissioni di CO2. Secondo i calcoli degli economisti
dell'Aie, nel 2009 le emissioni di anidride carbonica attribuibili ad
attivita' umane saranno diminuite complessivamente del 2,6%, e questo e' il
calo piu' drastico degli ultimi 40 anni - ben piu' drastico di quello
registrato nel 1981, quando shock petrolifero e crisi economica si
tradussero in una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica del
1,3%.
Il calo della produzione industriale e' la ragione principale del declino
delle emissioni, ma non l'unico: lo studio dell'Aie aggiunge che diversi
progetti di nuove centrali energetiche a carbone sono stati accantonati o
rinviati, un po' perche' e' scesa la domanda e un po' per mancanza di
finanziamenti. E poi, dicono, si comincia a vedere l'effetto delle politiche
dei governi per tagliare le emissioni: circa un quarto del calo delle
emissioni registrato, dicono, e' attribuibile a regolamentazioni, e anche
questo e' senza precedenti. In particolare, il "merito" va alle
regolamentazioni varate in Europa per attenersi all'obiettivo di tagliare le
emissioni del 20% entro il 2020, alle misure di efficenza energetica varate
dalla Cina e ai nuovi standard di efficenza energetica adottati negli Usa
per le automobili.
Quello dell'Agenzia internazionale per l'energia e' il primo studio
sull'impatto della recessione sul clima, ed e' un'anticipazione del suo
rapporto annuale sull'energia (World energy outlook), che sara' pubblicato
il 10 novembre. E' un'anticipazione piu' che attuale: proprio oggi il
segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon presiedera' un Forum mondiale sul
clima a cui parteciperanno i leader mondiali, e c'e' attesa per quanto
potranno annunciare da un lato il presidente Usa Barack Obama, dall'altro il
presidente cinese Hu Jintao, due paesi determinanti nella politica del
clima. Tutto questo mentre e' cominciata la fase finale dei negoziati in
vista del vertice Onu sul clima nel prossimo dicembre a Copenhagen, che
dovrebbe portare a un trattato che sostituisca quello di Kyoto (l'Aie
preannuncia altri dettagli sul calo delle emissioni per il 6 ottobre, a
margine di una nuova tornata di negoziati Onu sul clima in preparazione di
Copenhagen).
Dunque la crisi economica ha questo "effetto collaterale". Ha pero' anche
altri potenziali effetti sulle politiche del clima, e molto meno positivi:
ad esempio quello di far calare gli investimenti in energie rinnovabili come
il solare e l'eolico, che invece sono tra i capisaldi di una transizione a
una economia "low carbon", con basse emissioni di carbonio. Insomma: il
mondo deve usare il calo indotto dalla crisi come "una opportunita'",
sostiene il capo degli economisti dell'Aie, Fatih Birol, e a partire da
questo dato di fatto rilanciare la lotta globale contro il cambiamento del
clima, "invece di lasciare che le emissioni tornino a salire come dopo altri
periodi di recessione", dice in una intervista con l'agenzia Reuter. "Questo
calo delle emissioni e degli investimenti in combustibili fossili avra' un
significato solo se un accordo a Copenhagen lancera' un segnale agli
investitori", dice Birol.

11. TERRA. FULVIO GIOANETTO: ANTARTIDE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 settembre 2009 col titolo "L'invasione
antartica"]

Da tempo ricercatori ed ecologisti mettono in guardia contro i rischi e i
danni ambientali di breve e lungo periodo provocati dal massiccio e
crescente turismo nei Poli. Il turismo nella remota Antartide e' iniziato
alla meta' degli anni '90. Motivati dalla curiosita', dalla voglia di
avventura e dal desiderio di conoscere un continente unico dagli
indimenticabili paesaggi, finora lo hanno visitato circa 300.000 turisti
(soprattutto statunitensi, inglesi, australiani e neozelandesi). Il successo
del documentario "La marcia dei pinguini" ha avuto il (de)merito di
decuplicare le visite dei curiosi in pochi anni. Cosi', riferisce la
Coalizione dell'Antartico e dell'Oceano del Sud (Asoc) che rappresenta
duecento associazioni ambientaliste, solo l'anno scorso hanno calpestato il
suolo antartico in circa 50.000: 40% statunitensi, 50% fra inglesi,
australiani, neozelandesi, 10% europei continentali
(www.asoc.org/portals/o/tourismsolution.pdf).
Gli impatti ambientali diretti provocati da questo costante flusso
turistico, anche se in parte controllato dalle stesse compagnie turistiche,
sono molto grandi. Intanto per arrivare li'. Un recente rapporto finanziato
dal Ministero della Scienza spagnolo e dalla Fondazione Abertis segnala che
per ciascun visitatore, il "pacchetto" di emissioni di gas serra supera le 4
tonnellate: si tratta in genere di lunghissimi viaggi in aereo. E in loco, i
turisti hanno un'ampia scelta di divertimenti: sciare, fare kayak, correre
sulle motonevi, paracadutismo, sorvolare le distese ghiacciate in
elicottero, farsi fotografare schiamazzanti in mezzo ai pinguini. Con danni
evidenti: alterazione del tappeto di muschi, alghe e licheni esistente in
alcune aree, erosione e compattamento dei suoli. Nel caso di alcune specie
di muschi poi, e' stato calcolato che solamente il danno della pressione
esercitata da una scarpa richiederebbe duecento anni perche' il muschio
possa riprendersi. Inoltre i visitatori possono portare in loco sotto le
suole spore o semi di specie invasive, che riescono a espandersi in un
ambiente sempre meno freddo. Ci sono poi anche i rischi dei possibili
incidenti. Come quello della nave crociera Mv Explorer che nel novembre 2007
affondo' presso l'isola King George (i 150 passeggeri furono recuperati).
Alcuni ricercatori, fra cui il geofisico spagnolo Marti' Boada, ritengono
che sia giunto il momento di applicare almeno un'ecotassa di 10 dollari per
turista, con la quale si aiuterebbe a finanziare studi e programmi destinati
a evitare il deterioramento dell'ecosistema polare. Inoltre occorrerebbe
definire e delimitare alcune aree che necessitano di una protezione ed
un'attenzione ecologica specifica, oltre a iniziare a ripristinare le aree
gia' frequentate e alterate dall'afflusso dei turisti. Inoltre si propone di
incrementare la formazione delle guide turistiche: esse sono cruciali per
evitare che i visitatori che accompagnano, perfino quelli motivati da
intenzioni naturalistiche e scientifiche, arrechino danni ancora maggiori al
fragile ecosistema antartico.
Secondo le norme internazionali, l'Antartide e' uno spazio terrestre
"patrimonio dell'umanita'" che non appartiene teoricamente a nessun governo
e dove sono proibite installazioni ed esercitazioni militari. Finora 47
stati hanno installato basi (non militari), centri di ricerca, stazioni di
monitoraggio meteorologico, ecologico e geologico, e anche pozzi di
perforazione nell'incessante ricerca di risorse minerarie. Un esempio e' la
base Rothera, dove la Gran Bretagna mantiene permanentemente un personale di
100 addetti.

12. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 236 del 5 ottobre 2009

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it